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Gli incontri per le intese commerciali con Blu Hotels e Trentino alla BIT di Milano

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Academic year: 2022

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A UN ANNO dalla partecipazione alla Borsa Internazionale del Turismo, la Federazione Italiana Pallacanestro è tornata alla BIT per raccogliere i frutti delle numerose attività di marketing ter- ritoriale e per approfondire, attraverso RCS, suo advisor commerciale, due im- portanti sponsorizzazioni con Blu Ho- tels e Trentino. “Siamo venuti alla BIT per sviluppare accordi strategici - ha affermato Dino Meneghin, presidente

Gli incontri per le intese commerciali

con Blu Hotels e Trentino alla BIT di Milano

Dino Meneghin: “Trattative pensate per il bene di tutto il movimento”

della FIP - lo abbiamo fatto per miglio- rare tutto il nostro movimento: per i professionisti, che devono essere trat- tati con il massimo delle attenzioni; per

i bambini, perché dob- biamo trattarli come

“topolini nel formag- gio” e per i nostri tifosi, ai quali, attraverso la Basket Card Italia pos- siamo offrire dei van- taggi economici. Alla BIT Dino Meneghin ha prima incontrato Nicola Risatti, presidente del Gruppo Blu Hotels, poi Stefano Tomasi, Diret- tore dell’Azienda per il Turismo di Folgaria Lavarone Luserna. In collaborazione con Blu

Hotels saranno organizzati i Blu Camp Fip, Camp estivi che si svolgeranno nella settimana dal 23 al 30 giugno nelle strutture Dolmen Sport Report, Villa Paradiso Villane e Villane Paradise.

Attraverso la Basket Card Italia i tes- serati FIP possessori potranno fruire delle offerte economiche Blu Hotels in maniera privilegiata. Folgaria, invece, sarà la sede del raduno della Nazionale Maschile Senior per le prossime due estati. La giornata alla BIT testimonia ancora una volta la forte vocazione al marketing territoriale che caratteriz- za la FIP da qualche anno ed è stata l’occasione per comunicare una nuova immagine e un nuovo approccio, volto non solo all’incremento dei tesserati ma anche alla ricerca di rapporti sem- pre più stretti con le molteplici realtà ed eccellenze del Paese. Q

DOMENICA 19 FEBBRAIO, presso lo stand della Regione Marche alla BIT, è stato presen- tato il Trofeo delle Regioni 2012 (Provincia di Fermo, 4-9 aprile). Presente Davide Paolini, Presidente FIP Marche. L’evento coinvolgerà sul territorio del fermano più di 2000 perso- ne tra atleti, dirigenti, addetti ai lavori e tifosi. Oltre a Paolini erano presenti alla BIT l’as- sessore allo Sport e Turismo di Regione Marche Serenella Moroder, il vice presidente di Coni Marche Germano Peschini. Insieme a loro sono intervenuti anche Milena Sebastiani, Assessore allo Sport Comune di Porto Sant’Elpidio e l’Assessore al Turismo della Provincia di Fermo, Guglielmo Massucci. Q

Trofeo delle Regioni 2012,

la grande attesa delle Marche

Appuntamento nel fermano dal 4 al 9 aprile

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(2)

Prendere e mantenere

il vantaggio con l’1 contro 1, con e senza palla

PROGETTO AZZURRI

UN OBIETTIVO importante del settore giovanile è insegnare a giocare e per inse- gnare a giocare bisogna riuscire a far capire il senso del gioco dando gli strumenti (tecnici, tattici fisici e mentali) adatti per poter affrontare e risolvere le situazioni che il gioco propone. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di sem- plicità, di allenare i giocatori a comportamenti in situazione che possono sembra- re scontati. Ritengo opportuno sottolineare che la semplicità non è mai banalità o semplificazione; per chi insegna è conquista raggiungibile attraverso il possesso dei contenuti della materia e della cultura della comunicazione: essa consente di fornire gli strumenti concettuali del sapere, in modo chiaro e definitivo a chi deve imparare. Nel percorso formativo di un giovane giocatore non c’è tempo per insegnare tutte le casistiche del gioco della pallacanestro, quindi insegnare per concetti ci permetterà di saper dare ai nostri giocatori la capacità di leggere ed eseguire “automatizzando” i comportamenti. Ad esempio:

Queste quattro situazioni costituiscono esempi di lettura degli spazi vantaggio- si che appresi concettualmente pos- sono aiutare a rendere “automatico” il comportamento da avere.

Un altro esempio è la tecnica e la tattica del passaggio:

In questo caso il giocatore con palla esegue una partenza sul lato destro perché è lo spazio libero “lasciato” dal difensore

In questo caso il giocatore esegue un taglio nello spazio libero

di Andrea Capobianco

In questa situazione di attacco alla zona il giocatore 4 taglia nello spazio libero

In questo caso il giocatore con palla in base allo spazio deve attaccare lo spazio (spazio libero), passare la palla (spazio chiuso), arrestarsi e tirare (spazio sotto il canestro occupato)

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Sia nel primo diagramma, passaggio per mantenere un vantaggio contro un di- fensore che recupera contro una difesa ad uomo, sia nel secondo diagramma, passaggio di ribaltamento contro la difesa a zona, il passaggio da 1 a 2 dovrà essere eseguito sulla mano di tiro ed in posizione di tiro; se si insegna il concetto di passare la palla nel posto più vantaggioso per l’attacco si utilizza questa scelta in tutti i casi in cui il difensore non è a contatto. Insegnando la tecnica e la tattica del passaggio nelle situazioni di 1vs1 da recupero, insegniamo anche la tecnica e la tattica del passaggio contro le difese a zona. Importante, poi, sarà l’inse- gnamento dell’utilizzo del fondamentale giusto e il miglioramento qualitativo del fondamentale stesso.

La programmazione di un settore giovanile può prevedere in attacco prima un lavoro sull’1vs1 con e senza palla, poi l’utilizzo dei blocchi su giocatore senza palla, infine su giocatori con palla. Prendendo ad esempio l’attacco alla zona (non intendo ora discutere sull’utilizzo della difesa a zona), vorrei cercare di impostare un esempio di programmazione (la prima parte) utilizzando gli stessi concetti usati per la costruzione di attacco contro difese a uomo; cioè prima inseriamo il prendere vantaggio e il mantenere vantaggio con l’1vs1 con e senza palla poi inseriremo i blocchi.

I concetti, i fondamentali tecnici e i fondamentali tattici con cui attacchiamo la zona sono gli stessi che utilizziamo contro le difese ad uomo.

segue

IL POSIZIONAMENTO: un corretto posiziona- mento permette di prendere immediatamente un vantaggio. Giocare tra due difensori per costringere in caso di passaggio ad un aiuto e recupero (due difensori su un attaccante).

I TAGLI: In questo caso il taglio di 5 apre uno spazio in angolo per 2 in angolo.

PALLEGGIO PER DISTORCERE: Il giocatore 2 salendo verso il centro del campo in palleggio crea una situazione in cui due difensori control- lano un attaccante.

PALLEGGIO PER ATTACCARE: soprattutto contro le difese adeguate.

PRENDERE VANTAGGIO 1VS1 SENZA PALLA

1VS1 CON PALLA

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PROGETTO AZZURRI

POSIZIONAMENTO:

Il giocatore 5 con un movimento o verso l’angolo o andando “contro” il difensore 5 in base alle capacità tecniche, fisiche e mentali mantiene il vantaggio preso dal corretto posi- zionamento di 2.

TAGLI / RIMPIAZZI:

Dopo il passaggio di 2 a 5 e mentre 4 recupera su 5 , 2 taglia mantenendo il vantaggio 1 rim- piazza sempre per mantenere il vantaggio

PALLEGGIO:

Il giocatore 2 che ha vantaggio riceve e attacca, per mantenere il vantaggio, in palleggio lo spazio

PASSAGGIO:

sullo “scarico” di 2 per 3 il difensore 4 recupera e 3 con un passaggio a 4 mantiene il vantaggio.

MANTENERE VANTAGGIO 1VS1 SENZA PALLA

1VS1 CON PALLA

Ciò che è stato scritto potrebbe essere semplicemente una parte di una programmazione (i primi anni) del settore giovanile in cui vengono presentate le situazioni di “prendere e mantenere il vantaggio” con l’1vs1 con e senza palla, nel contesto 5vs5 .

La seconda parte della programmazione dovrà trattare il prendere e il mantenere il vantaggio utilizzando i blocchi su uomo senza palla e su uomo con palla. Programmare significa esaltare la creatività organizzandone i prodotti, razionalizzare ogni attività fisica e mentale indirizzandola ad un obiettivo intuito e definito, dare a ciascuno il proprio spazio e una responsabilità chiara e assegnata con cura.

(5)

LO SPAZIO RISERVATO al Settore Mi- nibasket e Scuola all’interno della new- sletter federale “Re.Play” è certamente una grande opportunità di comunica- zione delle finalità tecnico-didattiche del Settore, e di condivisione degli obiettivi educativi e formativi che il Set- tore, sia nei Centri Minibasket sia nelle collaborazioni con il mondo della Scuo- la, intende perseguire .

Alterneremo dunque nel nostro spazio tecnico temi che riguardano l’attività di Minibasket degli Istruttori e dei bambini nei Centri, a riflessioni dedicate agli In- segnanti, agli istruttori e ai bambini del- la Scuola Primaria; parleremo di Mini- basket e di Easybasket, rifletteremo su come, dal primo facile approccio con i bambini e le bambine che ancora non fanno parte del nostro mondo, si pos- sa condividere un percorso didattico e metodologico che arrivi fino ai ragazzi e alle ragazze che incontrano il basket.

Easybasket: idee e proposte pratiche

La prima riflessione Easy è dedicata al Palleggio, poche e semplici proposte, adeguate alle classi per le quali viene suggerita la tipologia di proposta, sot- tolineando per noi l’importanza di con- dividere il senso dell’esercizio o gioco proposto più che la proposta in sé.

Palleggiare “Easy”

con le Classi Prime Q CALAMITA GIGANTE!

i bambini palleggiano per il campo di corsa o camminando, al segnale dell’In- segnante, la loro palla deve andare ad attaccarsi come una calamita alla palla di un compagno con il quale cammi- nano per il campo tenendo i palloni at- taccati tra loro fino al segnale “LIBERI”

dell’Insegnante QTUTTI IN CITTA’ !

distribuire nel campo attrezzi e ostacoli vari; i bambini si muovono per il cam-

po (la città) in macchina, il rumore della loro macchina è il rimbalzo della palla, mentre l’Insegnante regola il traffico chiamando ad alta voce i colori del se- maforo; al verde corrono velocemente, all’arancione procedono lentamente, al rosso si fermano senza però spegnere il motore.

Varianti:

- inserire zone a traffico limitato (palleggio molto lento)

- inserire zone pedonali (divieto di palleggio)

- inserire cerchi (parcheggi) dove poter sostare liberamente

- delimitare le autostrade (zone libere da attrezzi dove palleggiare veloci) - utilizzare il canestro (cassa) per il pa- gamento del biglietto (toccare almeno il ferro per uscire)

QCHI COMANDA?

bambini divisi in 4 squadre disposte

Maurizio Cremonini presenta alcune riflessioni sul palleggio

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LA TECNICA

come nella Fig.1 e tutte le palle/palline a disposizione distribuite in ugual misu- ra all’interno dei cerchi delle squadre;

al via dell’Insegnante i primi di ciascuna squadra si avvicinano al proprio cer- chio, ma solo quando il bambino della squadra che ha il potere lo decide si può partire, e gli altri 3 bambini do- vranno prendere la stessa palla scelta da chi ha il potere. La squadra che ot- tiene per prima 3 punti prende il “po- tere”.

Palleggiare “Easy”

con le Classi Seconde QCIAO CIAO

i bambini si muovono liberamente per il campo palleggiando una palla, quando incontrano un compagno . . . SI SALU- TANO !

- all’italiana(stringendosi forte la mano) - all’americana (dandosi un 5)

- all’americana molto felici (dandosi 5 con tutte e 2 le mani e riprendendo la palla)

- all’americano del Bronx

(picchiandosi i pugni sopra e sotto) - alla brasiliana

(strofinandosi la schiena) - all’eschimese

(toccandosi la punta del dito) - etc.etc.

QCASA DOLCE CASA

distribuire sul campo un numero di cer- chi pari al numero dei bambini, ogni cer- chio è la casa di un bambino; al segnale

“dentro” dell’Istruttore, ogni bambino, in palleggio, deve trovare una casa, al se- gnale “fuori” devono uscire e muoversi liberamente.

Varianti:

- devono tornare sempre nella stessa casa/cerchio

- non possono mai tornare nella stessa casa/cerchio

- se i cerchi hanno colori diversi, devo- no cambiare ogni volta colore di casa/

cerchio

QSPAVENTAPASSERI

evidenziare la divisione del campo in due metà, i bambini lasciano la loro palla in una delle due metà campo e poi van- no a correre liberamente nell’altra. Al via dell’Istruttore i bambini devono tornare a prendere la loro palla ma nella metà campo dei palloni l’Istruttore ha messo

uno dei bambini a fare lo spaventapasse- ri, cercherà cioè di prendere tutti quelli che entreranno nella zona dei palloni.

Chi viene preso si siede, chi riesce a prendere la palla, corre velocemente a palleggiare nella metà campo libera Palleggiare “Easy” con le Classi Terze - camminare e palleggiare inventando modi diversi

- camminare e palleggiare seguendo le linee del campo

- camminare o correre palleggiando una palla forte/piano - alto/basso - di destro o di sinistro - in avanti e all’indietro QBAMBINI CHE NON STANNO MAI FERMI

distribuire nel campo un numero di cer- chi leggermente inferiore al numero dei bambini (tane), i bambini si muovono per

(Fig.1)

(7)

il campo con una palla ciascuno, al se- gnale dell’Insegnante cercano di entrare in una tana; ma i bambini non stanno mai fermi e cercheranno di scambiare la tana con uno bambino vicino, e mentre lo fanno quelli rimasti senza tana cerca- no di entrare nelle tane lasciate libere Varianti:

- i bambini scambiano la tana al segnale dell’Insegnante

- i bambini provano a palleggiare mentre cercano una tana

- i bambini palleggiano la palla nella tana - i bambini palleggiano e scambiano la tana lasciando la palla nella tana

Q4 QUARTIERI

campo diviso in 4 quarti (quartieri) ed in ogni quartiere viene posizionata una banda; l’Insegnante nomina un “capo- banda” per ciascun gruppo e tutta la banda imita i movimenti del capo (con e senza palleggio), ma al segnale dell’In- segnante il capobanda si “arrabbia” e va a rubare la palla dei propri compagni di banda che scappano, restando però all’interno del quartiere

QDETECTIVE

disporre i bambini a centro campo, meno uno – il detective – che è girato di schiena al gruppo e non può guardare, l’Insegnante consegna ad uno dei bam- bini un piccolo oggetto (fazzoletto, palli- na, moneta, etc.) e i bambini in palleggio passarselo, non visti, di mano in mano tra i compagni, o far finta di passarselo

senza che il detective se ne accorga; il detective in palleggio deve muoversi per il campo e cercare di individuare chi è in possesso dell’oggetto

Palleggiare “Easy”

con le Classi Quarte

- palleggiare sul posto e in movimento in modi diversi, a scelta e in libertà

(alto, basso, bassissimo, altissimo, lento, veloce)

Varianti :

- adeguandosi alle indicazioni dell’Inse- gnante

- adeguandosi alle indicazioni riferite ai diversi spazi operativi

(es.. tutto campo alto – nei 3 punti basso – nell’area bassissimo)

Q OMBRA

i bambini palleggiano liberamente per il campo e cercano, senza farsi vedere, di diventare l’ombra dei compagni che incontrano; quando vengono scoperti, scappano palleggiando alla ricerca di un nuovo compagno al quale fare l’ombra.

QRUBA LA CODA

tutti i bambini si infilano nei pantaloncini dei piccoli pezzi di stoffa o dei fogli di giornale; al via dell’Insegnante giocano a rubarsi la coda palleggiando

Varianti:

- un solo cacciatore senza coda che ruba le code

- code di due colori e giocare a rubare le code della squadra avversaria

- code di diversi colori e giocare a rubare code di tutti i colori

Palleggiare “Easy”

con le Classi Quinte

- bambini tutti con la palla, si muovono per il campo palleggiando e cercano di buttare via il pallone a tutti quelli che in- contrano.

Varianti:

- ridurre lo spazio a disposizione - utilizzare palloni diversi

- bambini che si muovono per il cam- po rubandosi il pallone tra loro mentre l’Insegnante si muove liberamente per il campo; al segnale di stop nessun bam- bino deve farsi trovare a meno di 5 passi dall’Insegnante

- bambini disposti su tre file a fondo campo tutti con palla; al segnale dato dall’Insegnante, i primi di ogni fila parto- no e attraversano il campo :

- camminando o correndo con la palla che ruota attorno al corpo

- camminando o correndo con un pal- leggio e una rotazione della palla attorno al corpo

- camminando o correndo palleggiare alternativamente di destro e di sinistro - bambini divisi in più squadre, come in Fig.2, un pallone solo al primo di una delle 2 file di ciascuna squadra; al via dell’Istruttore il giocatore con la palla parte veloce in palleggio, attraversa ra- pido i 2 coni posizionati a metà campo e passa la palla al primo compagno della fila di fronte, il quale riceve ed a sua volta riparte (gara a punti). Q

(Fig.2)

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Obiettivi della Preparazione Fisica nell’Under 16

L’intervento di Lorenzo Taliento,

Preparatore Fisico della Nazionale U16 Maschile

PREPARATORI FISICI

STRUTTURARE un intervento di prepa- razione fisica in una squadra Under 16 deve avere una precisa sequenza e so- prattutto identificare dei punti chiave da sviluppare. Nel settore giovanile l’aspet- to fisico, cosi come nella pallacanestro senior, ricopre un ruolo importante soprattutto in relazione alla tecnica. Le priorità nella categoria Under 16 sono:

a) valutazione posturale iniziale; b) eser- citazioni di stabilizzazione dinamica; c) il core; d) “i piedi”; e) accelerazione e decelerazione; f) lavoro con sovraccari- chi. L’aspetto fondamentale è l’individua- lizzazione dei programmi di allenamen- to. Affinché ciò avvenga, è necessario partire da un’attenta analisi iniziale delle problematiche di ogni giocatore. Ritengo che la tipologia di valutazione dalla quale partire sia senza dubbio di tipo qualitati-

vo e quindi l’analisi delle problematiche posturali che incidono specificatamente sulla tecnica. Utilizzo, in fase di valutazio- ne, video analisi di piegamenti e salti in bi e monopodalico, per cui One leg squat, One legged jump e Cmj tutti filmati fron- talmente e lateralmente.

Per quella che è la mia esperienza in questi anni, i problemi che ho maggior- mente riscontrato sono:

1) problematiche del piede (retro piede valgo); 2) valgismo delle ginocchia (defi- cit del comparto laterale dell’arto inferio- re dovuto a un’ipotonia del medio glu- teo e del tensore); 3) perdita del tronco durante la fase di caricamento nel salto, causato da un deficit di forza del tratto posteriore, problema che può generare sovraccarichi del tratto lombare; spesso tale problematica è accompagnata da un’ipomobilità del bacino ed una scarsa mobilità in toto.

L’incapacità di eseguire un piegamento corretto sugli arti inferiori che accomuna la maggior parte dei ragazzi può dipen- dere, infatti, da:

- Ipomobilità del bacino (poca coscienza e capacità di antivergere e retrovergere il bacino)

- Retrazione di intere catene muscolari (in particolare la catena posteriore) - Ipotonia generalizzata del tronco in par- ticolar modo della parte posteriore - Anteposizione delle spalle

In età giovanile, la semplice presa di co- scienza del proprio corpo e di come ge- stire l’interazione tra i segmenti corporei permette di assumere in campo posizio- ni in difesa e in attacco più funzionali al basket (POWER POSITION) (Fig. 0).

Mi piace inserire dei lavori che migliorino la mobilità e la flessibilità in toto, utiliz- zando esercizi di mobilità dinamica (Fig.

1).

Rinforzare il tratto posteriore del tronco con esercitazioni prevalentemente in tra- zione, utilizzando elastici ed esercitazioni a carico naturale. (Fig. 2-3).

Proporre esercitazioni in apertura e non in chiusura mi permette inoltre di non enfatizzare le problematiche di anteposi- zione delle spalle che a volte, a causa di una scarsa mobilità scapolo omerale, in- fluenzano negativamente anche la mec- canica di tiro.

LAVORI DI STABILIZZAZIONE DINAMICA E CORE

Inserisco a questa età esercitazioni di

(Fig.0) (Fig.1) (Fig.2) (Fig.3) (Fig.4)

(9)

controllo e gestione con arrivi in mono- podalico da tutte le direzioni (Preabilita- zione) (Fig. 4).

Altrettanto importante è iniziare a lavo- rare sul CORE con esercitazioni dinami- che. Dobbiamo tener presente che la capacità di effettuare un cambio di di- rezione o un arresto in maniera “econo- mica” dipende da come il nostro corpo globalmente riesce a gestire la decelera- zione.

E’ opportuno sviluppare allo stesso modo la stabilizzazione degli arti inferiori e la tenuta del tronco (Fig. 5-6).

IL CORE

Vero fulcro del nostro corpo! A 15-16 anni i ragazzi dovrebbero iniziare a lavo- rare con esercitazioni dinamiche. Il con- cetto è di creare “perturbazioni” attorno al core con utilizzo di elastici o man e costringere ad attivare la parete addo- minale in situazione isometrica al fine di stabilizzare altri movimenti (Fig. 7-8).

“LA CONOSCENZA DEI PIEDI”

E’ un altro aspetto sul quale amo lavo- rare, far capire ai ragazzi come i piedi possano spingere nelle varie direzioni e soprattutto applicare al terreno spin- te diverse, come del resto succede in campo. Nell’organizzazione di un set- tore giovanile, preferisco lavorare su quest’aspetto fino a 13-14 anni per iniziare tra 14 e 16 anni a proporre degli esercizi di stepping, pumping e bouncing sino ad arrivare a coprire spo- stamenti brevi. Lavoro su questi aspet- ti con esercitazioni sempre diverse e quanto più vicine possibile alla tecnica,

al fine di evitare che i ragazzi, non solo automatizzino dei gesti ma lo facciano in condizioni aspecifiche per il basket e cioè si allenino con angoli di lavoro che non ritrovano in campo.

ACCELERAZIONI E DECELERAZIONI Preferisco lavorare sull’accelerazione partendo da situazioni statiche, ad esem- pio dalla posizione fondamentale offen- siva, enfatizzando i primissimi appoggi e sulla gestione di essi. In un secondo momento, inserisco situazioni, dove la partenza avviene da una condizione di preattivazione (ad esempio da piedi in movimento). Parlando di decelerazioni, invece, bisogna avere ben chiaro che la struttura dei giocatori a 15-16 anni non è assolutamente pronta a sopportare grossi carichi eccentrici (di frenata), per cui è bene inserire con molta gradualità tali esercitazioni tenendo presente che i parametri da modulare sono la velocità di entrata dell’arresto che è strettamen- te correlata alla distanza coperta prima dell’arresto e l’arrivo su uno o due piedi.

La mia idea è di proporre esercitazioni che non abbiano ampi spazi di accelera- zione prima degli arresti e di non ecce- dere con arrivi in appoggio monopodali- co. Puntualizzerei in questa fascia d’età l’attenzione sulla gestualità e quindi sul modo di arrivare in arresto (tenuta del tronco, ginocchia, piedi ecc) piuttosto che sull’intensità delle esercitazioni.

Preferisco lavorare durante questi anni di accrescimento sull’aumento dei livelli di forza in maniera graduale, aumentan- do il carico fisico anno dopo anno. Non

dimentichiamo che il basket è già abba- stanza stressante nel semplice “giocato”.

IL LAVORO CON SOVRACCARICHI Bisogna considerare le differenze di ac- crescimento dei giocatori e inserire le proposte di lavoro in un progetto di mi- glioramento a lungo termine di ognuno.

Si inizierà a lavorare utilizzando i primi so- vraccarichi, inserendo inoltre fasi didatti- che volte al miglioramento della tecnica esecutiva dell’utilizzo del bilanciere e dei manubri. Parlando di settore giovanile potremmo trovare gruppi disomogenei e in diversi momenti di crescita. Dobbia- mo tener conto di tali aspetti, differenzia- re l’allenamento e mirare ad una crescita muscolare equilibrata!

Nell’Under 16 la struttura di una seduta pesi potrebbe essere:

- Attivazione iniziale utilizzando elastici con stimoli che vadano a interessare so- prattutto il tratto posteriore del tronco, il core e stabilizzazione in monopodalico.

- Esercitazioni di attivazione specifica (va- rie tipologie di complex con manubri o bilanciere)

- Esercitazioni che stimolino la stabilizza- zione.

- Esercitazioni con sovraccarichi che in- teressino sia la parte inferiore sia supe- riore del corpo.

Le caratteristiche che le sedute pesi do- vrebbero avere sono:

- Esercitazioni con carichi liberi - Eseguiti dalla stazione eretta - Alla massima velocità esecutiva

Che si avvicinino per quanto possibile ai concetti di allenamento funzionale. Q

(Fig.5) (Fig.6) (Fig.7) (Fig.8)

(10)

Newsletter ufficiale FIP Anno 2 - numero 2

Progetto a cura

Area Marketing Eventi Comunicazione FIP marketing@fip.it - ufficio.stampa@fip.it

Foto: Archivio FIP/Ciamillo-Castoria Grafica: file23

Federazione Italiana Pallacanestro via Vitorchiano, 113 - 00189 Roma

www.fip.it

SETTORE SANITARIO

E’ ORMAI NOTA nell’ambiente della pal- lacanestro giocata, sia professionistica sia dilettantistica, l’importanza dell’utiliz- zo del bendaggio funzionale per l’artico- lazione della caviglia a scopo preventivo e curativo. Questo mezzo di prevenzione ha le sue origini negli Stati Uniti intorno agli anni ’70, quando dei Therapist/Trai- ner ebbero l’intuizione di utilizzare dei bendaggi fascianti per limitare la mobilità delle articolazione più esposte a rischio traumatico nella specificità dello sport praticato, evidenziando una già buona di- minuzione dei traumi più frequenti avuti in precedenza. Ritornando direttamente

alla nostra pallacanestro, abbiamo oggi dei dati che sottolinenano che la distor- sione della caviglia rappresenta il 50%

dei traumi che avvengono durante la pratica; più nello specifico, di questi, il 90% avviene con un meccanismo lesivo in “inversione”, ovvero con la punta del piede verso il basso all’indentro e il collo del piede verso l’esterno.

Attualmente il bendaggio funzionale rappresenta il mezzo di prevenzione più usato per questa tipologia di trauma nel- la pallacanestro e, più in generale, negli sport di contatto. Questa tipologia di

L’importanza del bendaggio funzionale nella pallacanestro

Francesco Cialella, massiofisioterapista della Nazionale Maschile, sull’infortunio alla caviglia

bendaggio si produce basandosi su 3 tecniche fondamentali: a) la tecnica del cesto aperto; b) il bendaggio detto Loui- siana che stabilizza e fissa il retro piede;

c) la figura ad otto.

Nell’esecuzione del bendaggio alla ca- viglia bisogna sempre tener presente l’obiettivo della limitazione articolare che si vuole ottenere. Possiamo distinguere due tipologie di bendaggi: la prima ri- guarda caviglie stabili su atleti sani, la se- conda è una variante per caviglie instabili con la peculiarità di limitare i movimenti articolari solo sui piani di mobilità ben definiti.

In conclusione sappiamo che il bendag- gio preventivo ha una reale efficacia sul trauma distorsivo, con una limitazione dell’escursione articolare di circa il 40%, e a differenza delle normali ortesi che abbiamo in commercio, il bendaggio confezionato con il “Tape” è molto più personalizzabile sulla morfologia dell’at- leta. Ovviamente anche su questo mez- zo ci sono delle limitazioni da chiarire.

La prima è che molta della stabilità del bendaggio dipende dall’abilità tecnica dell’operatore, che deve avere una buo- na conoscenza della biomeccanica ana- tomica della caviglia stessa e dei mate- riali da utilizzare in relazione al problema emerso, oltre che un’ottima manualità nell’esecuzione del bendaggio. La secon- da è che la capacità di compressione del bendaggio tende a diminuire nel tempo;

da qui l’importanza dell’operatore nel dare al bendaggio la rigidità giusta.

Associato a quanto detto fino ad ora, mi sembra obbligatorio sottolineare l’impor- tanza dell’unione del bendaggio al po- tenziamento muscolare e all’allenamento propriocettivo costante. Elementi fon- damentali di un’ottima prevenzione del trauma. Q

Per la costruzione del bendaggio utiliz- zeremo materiale in tessuto elastico e anelastico, disponibile in rotoli di varie misure con collante, per mantenere una buona tenuta. Utilizzeremo delle strisce di tape tenendo presente la porzione del piede da coinvolgere (mesopiede) e l’ al- tezza sulla gamba, fino circa ai gemelli del tricipite surale, per avere una buona stabi- lità. Bisogna quindi prestare attenzione ai bendaggi bassi per il rischio di perdita ve- loce della rigidità. La sovrapposizione del- le strisce a cesto e a staffe è fondamen- tale per la compattezza del bendaggio e per evitare che ci siano zone cutanee libere con rischio di abrasioni dermiche.

Per quanto riguarda il dorso del piede e la zona del tendine d’Achille, useremo del salvapelle arrotolato a creare un cuscinet- to di spessore o delle compresse imbevu- te di vasellina.

Consigli pratici

Riferimenti

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