• Non ci sono risultati.

REPORT DAI TAVOLI TECNICI REGIONALI

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "REPORT DAI TAVOLI TECNICI REGIONALI"

Copied!
19
0
0

Testo completo

(1)

REPORT DAI TAVOLI TECNICI REGIONALI

Rete Dialisi Peritoneale

Vincenzo La Milia Emilio Giulio Galli Fabio Malberti Carlo Guastoni

(2)
(3)
(4)

MRC e Insufficienza renale cronica Linee di intervento nel PNC

• Favorire l’organizzazione in rete per la gestione della MRC

• Ridurre la progressione verso la dialisi attraverso al personalizzazione della terapia conservativa e il corretto utilizzo del trattamento dietetico

nutrizionale

• Favorire la domiciliarità del paziente

• Sperimentare modelli di dialisi domiciliare, sia peritoneale, che emodialisi,attraverso strumenti di teledialisi assistita

• Aumentare il numero di trapianti

(5)
(6)

Le Reti Clinico – Assistenziali /Sociosanitarie

(7)

La governance delle Reti

• Cabina di regia: organismo di coordinamento per ogni singola rete, per il raccordo tra Regione e Aziende Sanitarie

• Commissioni tecniche: devono individuare i temi specifici per la realizzazione delle finalità e degli obiettivi delle Reti

• Nel caso della Rete nefrologica le commissioni

tecniche sono state individuate all’interno del

GAT nefrologico

(8)

Obiettivi/temi specifici della rete Nefrologica

• Definizione del percorso del paziente con insufficienza renale cronica con particolare attenzione alle tematiche relative a:

• - Dialisi peritoneale

• - Accessi vascolari

• - Biopsia renale

• - Trapianto renale ( in collaborazione con il gruppo di lavoro coordinato dal Coordinatore regionale Trapianti)

• Predisposizione di un cruscotto di dati consultabile riferito

all’insufficienza renale cronica e al trattamento sostitutivo

(9)

18 % 10.6 %

(10)
(11)
(12)

Motivi di scarso utilizzo della DP

• CLINICI. Popolazione sempre più anziana, non autosufficiente, spesso senza care giver

ORGANIZZATIVI

• Mancanza di un percorso strutturato di predialisi

 mancata fidelizzazione del paziente al trattamento domiciliare

 aumento dei late referral con CVC per emodialisi

• Mancanza di un team medico-infermieristico e/o di spazi idonei dedicati

• Non autosufficienza/autonomia nel posizionamento del catetere

• Carente disponibilità del chirurgo e/o della sala operatoria

(13)

Dati di 365/454 centri Italiani (80%): 30 821 HD, 4 131 PD, 25 481 Tx

(14)

Proposta Tavolo tecnico. Obiettivi della ReDIPe

• Mettere in rete i centri in modo da poter inviare i pazienti nei Centri (Hub) che sono in grado di posizionare il catetere peritoneale in tempi brevi anche in pazienti «complessi»

• Aumentare l’offerta di domiciliazione dei pazienti

in trattamento dialitico

(15)

Proposta del tavolo tecnico.

Livelli di organizzazione/attività DP dei Centri Lombardi

I Livello

• Non effettuano la DP per mancanza di expertise e/o:

• non effettuano il posizionamento del catetere autonomamente

• hanno una ridotta disponibilità del chirurgo e/o della sala operatoria II LIVELLO

• Autonomi «in proprio» o con chirurgo nel posizionamento del catetere solo in casi «non complessi» e/o:

• carenza di posti letto autonomi di degenza o di disponibilità di sala operatoria

• non utilizzo della video laparoscopia

(16)

III LIVELLO o «CENTRO HUB»

Requisiti di attività/performance (tutti i criteri devono essere presenti)

• Il centro deve avere esperienza di almeno 10 anni di dialisi peritoneale con ≥ 25 pazienti prevalenti negli ultimi 5 anni

• Aver posizionato ≥ 15 cateteri /anno negli ultimi 5 anni

• Il nefrologo di riferimento deve avere esperienza nel posizionamento di almeno 50 cateteri peritoneali (sia in videolaparoscopia che con tecnica chirurgica e con doppia borsa di tabacco, per inizio senza periodo di break-in)

• Avere piena autonomia nella gestione di tutte le complicanze legate al catetere peritoneale

• Avere piena autonomia nella rimozione del catetere peritoneale

anche complicato (es. catetere incarcerato)

(17)

III LIVELLO o «CENTRO HUB»

Requisiti Organizzativi

(tutti i requisiti devono essere presenti)

Presenza di:

• Nefrologo referente e di un suo sostituto

• Percorso scritto per l’accesso al centro dei pazienti da inserire in DP

• Letti di degenza autonomi per ricoveri programmati da altri centri in tempi brevi

• Programmazione di sedute operatorie dedicate con accesso almeno settimanale e possibilità di accesso in urgenza

• Possibilità di inserimento del catetere peritoneale entro 15 giorni dalla richiesta nei casi non urgenti ed entro 7 giorni nei casi urgenti

• Gestione infermieristica pre e post posizionamento da parete di personale dedicato

• Disponibilità ad eseguire training in loco a nefrologi e/o infermieri di altri centri

(18)

III LIVELLO o «CENTRO HUB»

Requisiti Organizzativi

(tutti i requisiti devono essere presenti)

• Il Centro Hub deve prevedere un Corso/incontro annuale di aggiornamento rivolto agli operatori dei centri di 1° e 2° livello

• Devono essere misurati gli indici di performance del centro di 3° livello:

• . N di cateteri inseriti in pazienti di altro centro

• . N di cateteri inseriti con «tecnica speciale/differenziata»

• . Tempo intercorso tra la richiesta da parte del centro di 1° o 2° livello e l’esecuzione dell’intervento

• . N di complicanze chirurgiche legate al posizionamento

• . Indice di gradimento da parte dei centri di 1° e 2° livello

(19)

Programma da realizzare

1) Invio del documento proposto dal tavolo tecnico ReDiPe a tutti i centri per eventuali correzioni e/o modifiche e successiva approvazione da parte di SINL

2) Individuazione del livello di attività DP dei centri attraverso un censimento gestito da SINL

3) Scelta dei centri Hub da parte di SINL ed approvazione

definitiva della ReDiPe da parte degli organismi regionali

Riferimenti

Documenti correlati

E' prevista la predisposizione di un database preso il Dipartimento per la registrazione obbligatoria di tutti i pazienti con diagnosi di

E' prevista per ciascuna area un unico Centro Hub per il trattamento di questi tumori ed è prevista la predisposizione di un database presso il Dipartimento per la

Devono essere predisposti dai Centri Hub PDTA riguardanti il carcinoma dell'ovaio, il carcinoma del collo dell'utero, il carcinoma del corpo dell'utero, i carcinomi della vulva e

Città della Salute e della Scienza: necessità di integrazione tra le unità operative della stessa disciplina che concorrono all'attuale GIC. ASL TO5 – Ospedale di Moncalieri quale

E' prevista l'elaborazione di un PDTA unico per ciascuna delle sei aree che individui il Centro di Riferimento per gli interventi neurochirurgici, le sedi di esecuzione delle

San Luigi Gonzaga di Orbassano e IRCCS di Candiolo, a condizione che sia istituito un GIC unico interaziendale. Torino Sud- Est – Centri Hub

Trattandosi di neoplasie epidemiologicamente molto diffuse e operabili soltanto in numero limitato di casi è prevista la stesura di un PDTA unico di area che preveda l'invio ai

I Centri di Riferimento per i tumori urologici devono predisporre PDTA specifici per il trattamento dei tumori della vescica, tumori della prostata (con l'indicazione