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2021_04_07_Relazione tecnica VINCA (3002 KB)

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(1)

G &T S.r.l. Via Tiepolo, 8 - 31027 Spresiano (TV) - Tel. 0422 887031 Fax 0422889589

email: info@gtgeo.it web: www.gtgeo.it pec: gtgeo@certificazioneposta.it P.IVA e C.F.: 04150340265– iscritta al registro delle Imprese di Treviso – CCIIA N. 04150340265

COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE

PROVINCIA DI TREVISO

CAMPAGNA MOBILE PER IL RECUPERO DI MATERIALI INERTI CON IMPIANTO MOBILE AUTORIZZATO

DEMOLIZIONE FABBRICATO SITO IN VIA MARTIRI DELLA LIBERTA’ 74 COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE

MORETTO GIUSEPPE SRL

DICHIARAZIONE DI NON INCIDENZA – ALLEGATO E DGRV 1400/2017 RELAZIONE TECNICA

G&T 143-20_2

Aprile 2021

(2)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 2 INDICE

1 PREMESSE ... 3

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ... 3

2.1 Inquadramento dei siti Rete Natura 2000 ... 5

3 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO OGGETTO DI VALUTAZIONE ... 7

3.1 Caratteristiche dell’impianto ... 7

3.1.1 Descrizione del processo di trattamento ... 8

3.2 Identificazione Codici CER ... 9

3.3 Calcolo delle Quantità ... 9

3.4 Cronoprogramma dei lavori ... 10

4 RICOGNIZIONE DEI VINCOLI E DELLE TUTELE AMBIENTALI ... 10

5 DESCRIZIONE DELLE AREE INTERESSATE ... 11

5.1 Rete ecologica ... 11

5.2 Uso del suolo ... 11

5.3 Acque superficiali ... 12

5.4 Contesto territoriale ... 13

6 IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI ... 13

6.1 Misure di conservazione ... 14

6.2 Identificazione degli effetti ... 15

6.3 H04.03 - Altri inquinanti dell'aria ... 17

6.4 H06.01.01 - Inquinamento da rumore ... 20

6.5 H05 - Inquinamento del suolo ... 22

6.6 H01.03 - Altre fonti puntuali di inquinamento delle acque superficiali ... 22

7 CONCLUSIONI ... 22

(3)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 3

1 PREMESSE

La relazione costituisce la Relazione tecnica a corredo della Dichiarazione di Non Incidenza Ambientale, come richiesto dalla D.G.R.V. 1400 del 29 Agosto 2017 – Allegato E della Regione Veneto, in risposta anche alle osservazioni prot.

2021/0016379 (pratica 2021/224 verifica di assoggettabilità a VIA) della Provincia di Treviso.

L’attività di campagna mobile di recupero rifiuti inerti sarà svolta dalla Ditta Moretto Giuseppe Srl mediante un mezzo di frantumazione e vagliatura, modello OM TRACK ARGO, matricola 99E02300T, finalizzato al recupero di rifiuti speciali non pericolosi mediante le operazioni di cui al DM 05/2/98 con potenzialità oraria massima di produzione di 150 ton/h pari a circa 1200 ton/giorno (150 ton/h).

Il cantiere in oggetto dista circa 2 km dalla ZSC Ambito fluviale del Livenza e Corso Inferiore del Monticano (IT3240029) e circa 6 km dalla ZSC Grave del Piave – Fiume Soligo – Fosso di Negrisia (IT3240030) e ZPS Grave del Piave (IT 3240023).

Tali siti, in quanto facenti parte della Rete Natura 2000, sono oggetto di tutela e conservazione degli habitat, delle specie animali e vegetali e, per questo motivo, ogni intervento che possa indurre impatti sulle componenti biotiche o abiotiche dei siti stessi è soggetto a Valutazione d’Incidenza.

La valutazione di incidenza ha lo scopo di orientare il soggetto richiedente verso una soluzione che possa essere considerata compatibile con le disposizioni di cui al D.P.R. n 357 dell’8 Settembre 1997 modificato ed integrato dal D.P.R.

n 120 del 12 marzo 2003 e quindi con le Direttive Europee (in particolare la 92/43/CEE Direttiva “Habitat”, e la 79/409/CEE Direttiva “Uccelli” ora sostituita dalla 2009/147/CE).

E’ prevista comunque la possibilità di esclusione dalla procedura di Valutazione di Incidenza ove non sono prevedibili effetti sui siti o sugli obbiettivi di conservazione dei siti stessi.

La presente relazione è stata redatta secondo le disposizioni della D.G.R. n. 1400 del 29 Agosto 2017 - Par. 2.2 dell’All.

A della Regione Veneto ed è volta a dimostrare l’assenza della possibilità, da parte della domanda in esame, di generare incidenze significative negative sui siti Natura 2000.

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

L’edificio oggetto di demolizione è ubicato nel Comune di Santa Lucia di Piave (TV) in via Martiri della Libertà 74. Per un migliore inquadramento dell’area in esame si vedano le seguenti immagini satellitari.

L’impianto mobile di recupero, oggetto della presente richiesta di campagna mobile, verrà localizzato nell’area a sud dell’edificio oggetto di demolizione (Figura 2) .

(4)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 4 Figura 1 - Inquadramento ortofoto dell’edificio oggetto di demolizione.

(5)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 5 Figura 2: planimetria e organizzazione del cantiere

2.1 Inquadramento dei siti Rete Natura 2000

Natura 2000 è una rete europea di siti ad alta rilevanza ecologica. Su di essa si basa la politica europea di conservazione della natura e della biodiversità, sviluppata allo scopo di garantire la sopravvivenza, a lungo termine, delle specie e degli habitat di maggiore pregio e più minacciati a livello europeo.

A livello legislativo questo approccio è stato promosso dalle direttive comunitarie "Uccelli" (Dir. 79/409/CEE e Dir.

2009/147/CE) e "Habitat" (Dir. 92/43/CEE): in particolare, è proprio quest’ultima che sancisce la costituzione della rete Natura 2000, una rete ecologica europea costituita da Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS, già istituite con la Direttiva 79/409/CEE). Queste aree rappresentano i “nodi” della Rete e sono individuate sulla base della presenza al loro interno degli habitat e delle specie di flora e di fauna di grande interesse conservazionistico e particolarmente vulnerabili indicati negli allegati delle due direttive citate.

Ai sensi dell’articolo 3, comma 3, del DM 17 ottobre 2007, le Zone di Protezione Speciale (ZPS) sono formalmente designate al momento della trasmissione dei dati alla Commissione Europea e, come stabilito dal DM dell’8 agosto 2014 (GU n. 217 del 18-9-2014) l’elenco aggiornato delle ZPS è pubblicato sul sito internet del Ministero dell’Ambiente.

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Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 6 regioni biogeografiche che interessano l’Italia, alpina, continentale e mediterranea rispettivamente con le Decisioni 2020/100/UE, 2020/97/UE e 2020/96/UE. Tali Decisioni sono state redatte in base alla banca dati trasmessa dall’Italia a dicembre 2017.

ll MATTM in data 20 giugno 2019 ha adottato, d’intesa con la Regione Veneto, il Decreto “Designazione di due zone speciali di conservazione (ZSC) insistenti nel territorio della regione biogeografica alpina delle Regioni Veneto e Friuli- Venezia Giulia. Il Decreto è stato pubblicato in G.U. n. 155 del 04 luglio 2019. Con quest'ultimo passaggio, tutti i siti SIC ricadenti in Regione del Veneto ora sono designati come ZSC.

L’ultima trasmissione della banca dati alla Commissione Europea è stata effettuata dal Ministero dell’Ambiente dicembre 2020

L’area in esame risulta esterna ai siti Rete Natura 2000. (Figura 3)

Il sito in progetto dista circa 2 km dalla ZSC Ambito fluviale del Livenza e Corso Inferiore del Monticano (IT3240029) e circa 6 km dalla ZSC Grave del Piave – Fiume Soligo – Fosso di Negrisia (IT3240030) e ZPS Grave del Piave (IT 3240023).

Figura 3 – sito rete natura 2000 (fonte: Elaborazione GIS database Regione Veneto)

2 km

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Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 7 L’oggetto della valutazione è la campagna mobile di recupero dei rifiuti inerti derivanti dalla demolizione di un edificio adibito ad uso produttivo, localizzato in via Marteri della Libertà nel comune di Santa Lucia di Piave (TV).

L’impresa esecutrice delle demolizioni e della campagna mobile di recupero inerti è la Moretto Giuseppe srl di Pordenone (PN).

L’immobile è una struttura dal volume complessivo V/P pari a circa mc 95.000,00 fuori terra. Il volume degli elementi strutturali oggetto di demolizione è notevolmente inferiore rispetto all’ingombro architettonico dell’edificio dal momento che questi si presenta come un unico grande ambiente interno libero precedentemente dedicato alle attività produttive industriali.

L’immobile si sviluppa su 1 livello fuori terra.

È così costituito:

- Struttura in intelaiata in cls armato e tamponamenti in laterizio - Pavimentazioni e fondazioni in cls

- Copertura con struttura in acciaio

Le strutture saranno demolite progressivamente secondo il Programma delle Demolizione che saranno svolte nelle seguenti Fasi principali.

1. Demolizione della copertura

2. Carico e trasferimento a impianto di recupero autorizzato del materiale ferroso 3. Demolizione delle strutture

4. Frantumazione del materiale di demolizione

5. Recupero nell’area di cantiere del materiale derivante dalla frantumazione.

Dopo la demolizione l’intervento generale prevede la ricostruzione con ampliamento dell’edificio ad uso produttivo; le suddette attività non sono oggetto della seguente procedura ex art. 19 del Dlgs 152/06 e smi.

Dal trattamento dei rifiuti si otterrà Materia Prima Secondaria (MPS). Il materiale così frantumato sarà posto in cumulo all’interno dell’area di cantiere, pronto al suo riutilizzo in sito. Il materiale riciclato sarà steso, come da progetto, per la realizzazione di sottofondi delle strade interne dell’area e della pavimentazione del nuovo edificio.

Si evidenzia inoltre che lo strip out e la bonifica degli elementi contenenti amianto è stata già eseguita da terzi.

I materiali inerti, a valle delle analisi di omologa (con classificazione CER 170904 ), saranno stoccati in prossimità dell’impianto in cumuli progressivi in funzione della produttività dello stesso. Le materie prime secondarie saranno depositate in apposite aree di cantiere.

Il cantiere è già interamente compartimentato e provvisto di accesso, di dimensioni adeguate al transito dei mezzi operativi. Le lavorazioni previste in cantiere potranno non comporteranno limitazioni alla circolazione e/o modifiche alla viabilità nell’area circostante allo specifico intervento di Demolizione. I mezzi seguiranno le prescritte indicazioni di viabilità interna del cantiere e della viabilità pubblica limitrofa.

3.1 Caratteristiche dell’impianto

L’impianto che verrà utilizzato per la frantumazione è un OM TRACK ARGO matricola n. 99E02300T, autorizzato con Determinazione n. 1437 del 10/06/2010 dalla Provincia di Pordenone, Deliberazione n. 290 della Giunta Provinciale di

(8)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 8 26/05/2020.

L’impianto è autorizzato per una potenzialità massima giornaliera di 1.200 ton/giorno (120.000 ton/anno) e può trattare le seguenti tipologie di rifiuti, per l’ottenimento di materiali secondo le specifiche tecniche imposte dalle norme che ne regolano l’utilizzo:

tali rifiuti potranno essere recuperati secondo l’allegato1, tipologia 7.1: rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non (…),del D.M. 05.02.98 e s.m.i..

3.1.1 Descrizione del processo di trattamento Lo schema a blocchi dell’impianto è il seguente:

- ALIMENTAZIONE: il rifiuto viene caricato nella tramoggia con l’utilizzo di un escavatore

- VAGLIATURA: Viene effettuata in automatico per mezzo di un letto vibrante che sospinge il materiale di pezzatura più grande fino allo scivolo di scarico he lo immette nel mulino. Il materiale di pezzatura più fine (fini naturali) oltrepassa una griglia e cade su uno scivolo posto sotto l’alimentatore vibrante e, mediante un sistema di aperture-chiusura idraulico, viene inviato ad un nastro laterale che lo scarica a cumulo, oppure, bypassando il frantoio, al nastro di scarico del prodotto. Prima di procedere all’alimentazione del molino trituratore, verrà effettuato il cesoiamento dei blocchi di materiale più voluminosi e dei tondini metallici d’armatura

- FRANTUMAZIONE: Mediante frantoio a mascelle - la dimensione del materiale in uscita, può essere modificata variando la distanza fra le mascelle tramite dispositivi di tipo idraulico, i materiali prodotti dalla frantumazione vengono scaricati sul nastro trasportatore principale.

- DEFERRIZZAZIONE: Mediante il separatore magnetico adibito alla separazione del materiale ferroso eventualmente presente nei rifiuti.

- SCARICO: alla fine del ciclo di lavorazione, il prodotto viene stoccato in cumuli e riutilizzato, mentre gli altri rifiuti derivanti dalla cernita e dal trattamento, dopo essere stati stoccati in appositi containers, vengono conferiti a ditte autorizzate per lo smaltimento o recupero.

Verrà pertanto prodotto in uscita dall’impianto un rifiuto CER 191202 “Ferro e acciaio prodotto dalle operazioni di demolizione e trattamento” e/o altri rifiuti, che saranno smaltiti a norma di legge.

Nel caso in oggetto sono previste le seguenti operazioni:

➢ R5 – riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche (mediante frantumazione/vagliatura)

(9)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 9 per sottoporre i rifiuti ad una delle operazioni da R1 a R11)

Il mezzo dovrà essere dotato di un nastro trasportatore magnetico e di una pompa ad acqua per l’abbattimento delle polveri.

Per l'abbattimento della polvere l’impianto è dotato di un dispositivo di nebulizzazione dell'acqua che umidificando il materiale frantumato riduce al minimo l'emissione di particelle polverulente

Le attività di frantumazione non devono prevedere reflui da lavorazione.

Le operazioni di frantumazione si svolgeranno in modo discontinuo nell’arco dell’orario lavorativo compreso tra le 08.00÷12.00 e 13.00÷18.00 per un periodo mediamente di 8 ore al giorno.

3.2 Identificazione Codici CER

In base all’analisi puntuale della struttura è stato possibile distinguere varie tipologie di materiali che saranno rimossi / demoliti, a cui sono stati attribuiti in via preliminare i rispettivi codici CER (Codice Europeo del Rifiuto) secondo normativa vigente.

Ai fini delle conseguenti responsabilità si evidenzia che l’Appaltatore a seguito dell’aggiudicazione assumerà a tutti gli effetti la qualifica giuridica di “produttore di rifiuti”/“detentore” ai sensi del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. e pertanto resta di sua competenza l’attribuzione del codice CER ai fini del trasporto, avvio al recupero e smaltimento dei rifiuti.

Tabella 1: riepilogo della classificazione dei rifiuti e attribuzione preliminare del CER

3.3 Calcolo delle Quantità

Per quanto riguarda il bilancio delle volumetrie oggetto di trattamento mediante l’impianto mobile in esame, si quantifica un volume di rifiuto di C&D pari a circa 4200 mc, derivanti dalla demolizione di pavimentazioni, muri perimetrali e fondazioni.

Bilancio:

- Materiale di trattare (CER 170904) = 4.200 mc - MPS prodotto = 4.200 mc

o Riutilizzabile in sito = 4.200 mc o MPS portati in altri siti = 0 mc

(10)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 10 L’attività di demolizione prevede una durata di 16 settimane. L’utilizzo dell’impianto mobile di macinazione interessa solamente la fase 6 del cronoprogramma la cui durate prevista è di 5 settimane lavorative e quindi di 25 giorni lavorativi.

4 RICOGNIZIONE DEI VINCOLI E DELLE TUTELE AMBIENTALI

L’analisi del quadro conoscitivo del Geoportale Nazionale non ha evidenziato la presenza, nell’area oggetto dell’intervento in esame, dei seguenti ambiti tutelati/ vincolati:

- Siti Rete Natura 2000 (Direttiva europea 92/43/CEE, Decreto Ministro ambiente 21/10/2013, Direttiva europea 79/409/CEE)

- Aree importati per l’avifauna (IBA) - Parchi nazionali e regionali - Aree protette (VI EUPA) - Zone di protezione ecologica - Rischi idrogeologico PAI

- Rischio significativo di alluvione.

Figura 4: cartografia generale dei vincoli e tutele (fonte: Geoportale Nazionale) [pallino giallo = area cantiere ]

(11)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 11

5.1 Rete ecologica

Come si evidenzia dalla rete ecologica provinciale, desunta dal PTCP, l’area di cantiere non risulta interferente con elementi della rete ecologica, quali aree nucleo, corridoi ecologici e stepping zone.

Inoltre il PTCP definisce un livello di idoneità faunistica nell’area di cantiere e nell’intorno di esse nullo / scarso.

Figura 5: carta della rete ecologica e dei livelli di idoneità faunistica (PTCP Treviso)

5.2 Uso del suolo

L’area di cantiere è localizzata in un ambito industriale (CLC 1211) e non si evidenziano interferenze dirette con elementi di valore ambientale in termini di habitat. Nell’intorno dell’area di cantiere sono principalmente presenti aree agricole irrigue (CLS 212) e vigneti (CLS 221) ; ad ovest sono presenti nuclei abitativi (CLS 1121).

Figura 6: carta dell’uso del suolo (database Regione veneto c05.06)

(12)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 12 Il territorio comunale di Santa Lucia di Piave è interessato principalmente dal fiume Piave, che lo lambisce nella parte più meridionale attraversandolo in direzione Ovest - Est, e in secondo luogo dal fiume Monticano, che ne costituisce il confine comunale per un breve tratto posto a Nord-Est dello stesso. Si citano inoltre il Torrente Ruio e il Torrente Crevada a Nord-Ovest.

La gran parte del territorio comunale, come l’area in esame, risulta afferente al bacino idrografico del fiume Livenza, di cui ne è un affluente il fiume Monticano e di cui risultano tributari, in modo diretto o indiretto, anche il torrente Crevada, il torrente Rujo e la maggior parte del reticolo di canali irrigui che solcano il territorio comunale.

Il territorio è anche interessato da una fitta rete di canali consortili in gestione al Consorzio di Bonifica Piave, alimentati principalmente dalla derivazione idrica di Nervesa della Battaglia e comunque interconnessi, direttamente o indirettamente, alla rete idrografica naturale superficiale e sotterranea.

L'adduttore principale della rete irrigua è il canale Piavesella, alimentato dalla derivazione di Nervesa in modo permanente e che attraversa il comune di Santa Lucia a Sud del centro abitato. Di primaria importanza è anche il canale Emanuele Filiberto, alimentato anch'esso in modo permanente ma dalla derivazione di Fadalto-Castelletto; raggiunge quindi il centro di Santa Lucia da Nord, e qui si diparte in successive ramificazioni di ordine inferiore.

Lo stato di manutenzione dei canali è in generale sufficiente, vi è però la necessità di intervenire con una manutenzione di tipo più radicale di quella ordinaria su tutti i canali secondari e terziari, mentre il canale Emanuele Filiberto necessita di manutenzione straordinaria.

A confine con l’area di cantiere in esame è presente il canale irriguo Santa Maria; tale collettore non interferisce con le aree di progetto. All’interno l’area di interesse non sono presenti reti di scolo a cielo aperto e le acque meteoriche di dilavamento sono gestite tramite rete interna con caditoie.

Figura 7: carta dell’idrografia

(13)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 13 L’edificio oggetto di intervento (in giallo) e la localizzazione dell’impianto di frantumazione si trovano in posizione centrale dell’abitato di Santa Lucia di Piave in un contesto prevalentemente residenziale e agricolo.

Nel contesto territoriale non sono presenti elementi di valore ambientale ed ecosistemico.

A Nord e a Ovest - Sud Est dell’area di localizzazione dell’impianto, ad una distanza di circa 125 m, sono presenti edifici residenziali e/o di attività commerciale. Ad Ovest la zona in esame risulta confinante ad una area ad uso agricolo.

Nell’immediato intorno della zona di intervento non vi sono strutture sensibili.

6 IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI

Nel presente capitolo vengono valutati gli effetti dell’attivazione della campagna mobile di trattamento rifiuti inerti in relazione agli elementi costitutivi e qualitativi dei siti della rete Natura 2000, così come definito all’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE – direttiva habitat ed ai sensi della normativa nazionale di recepimento ed attuazione della medesima, costituita dal DPR 8 settembre 1997, n. 357 e smi.

Come in precedenza descritto il sito di cantiere è localizzato a circa 2 km dalla ZSC Ambito fluviale del Livenza e Corso Inferiore del Monticano (IT3240029).

Impianto di frantumazione

(14)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 14 con boschi igrofili ripariali contenenti elementi di bosco planiziale, prati umidi, canneti anfibi e vegetazione acquatica composita.

È un fiume di pianura con valenze faunistiche e vegetazionali. Si tratta di un sistema di popolamenti fluviali compenetrati, tipici di acque lente costituito da vegetazioni sommerse del Ranunculion fluitantis, del Potamogetonion pectinati e del Myriophyllo-Nupharetum, da lamineti dei Lemnetea minoris e da cariceti e canneti ad elofite del Magnocaricion elatae e del Phragmition. Sono inoltre presenti boschettiriparii inquadrabili nei Salicetea purpureae e Alnetea glutinosae.

6.1 Misure di conservazione

Con delibera della Giunta Regionale n. 1331 del 16 agosto 2017 sono state approvate le Misure di Conservazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) della Rete Natura 2000 al fine della designazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC), come previsto all'art. 4, co. 4, della Direttiva 92/43/CEE. Tali Misure di Conservazione recepiscono ed integrano il DM n. 184 del 17 ottobre 2007 e si applicano ai Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e, all'atto della loro designazione, alle Zone Speciali di Conservazione (ZSC).

In particolare, per il sito IT3240029 (posto a 2 km dall’area in esame) valgono le seguenti misure:

Le misure di conservazioni generali si applicano alle superfici in cui ricadono più habitat e gli ambiti di conservazione di più specie e ne definiscono il carattere di divieti, obblighi o buone prassi.

Nel caso specifico si evidenzia che l’impianto mobile sarà localizzato in aree esterne alla ZSC e pertanto tali misure di conservazione non risulta direttamente applicabili e cogenti.

Per quanto riguarda le specie faunistiche si evidenzia, tra i divieti, l’art. 292 che in presenza della specie “uccelli”, è fatto divieto di addestramento cani e di realizzare gare cinofile nel periodo compreso fra il 1° aprile e il 31 luglio, mentre l’art.

230 (per la specie anfibi e rettili) impone il divieto di raccolta di individui, ovature e larve, introduzione di individui provenienti da altri siti, di interramento di zone umide e di taglio di vegetazione acquatica.

Pur non risultando applicabili per il sito in esame si evidenzia che l’intervento in progetto non risulta in contrasto con le suddette misure.

(15)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 15 Si riporta nella tabella seguente l’elenco dei fattori perturbativi derivanti dalla realizzazione degli interventi in oggetto, in riferimento alla check-list delle pressioni, minacce ed attività di cui alla Decisione 2011/484/UE, come riportate nell’Allegato B della DGR della Regione Veneto 1400/2017.

Tabella 2: Elenco dei fattori perturbativi derivanti dal progetto in esame ed individuazione dei potenziali bersagli

AZIONI FATTORI PERTURBATIVI DETERMINANTI

FONTI DI PRESSIONE

FATTORI PERTURBATIVI

DERIVATI

EFFETTI POTENZIALI

BERSAGLIO VETTORE

Fase di cantiere – operatività dell’impianto

mobile di trattamento

inerti

E06.01- Demolizione di edifici, manufatti e

altre strutture prodotte dall'uomo

Funzionamento dell’impianto

mobile di trattamento inerti

H04.03 - Altri inquinanti

dell'aria

Inquinamento atmosferico

(polveri) Disturbo alla

fauna

Fauna terrestre eventualmente

presente nell’area di

analisi

Aria

H06.01.01 - Inquinamento

da rumore e disturbi sonori

puntuali o irregolari

Inquinamento acustico Disturbo alla

fauna

Fauna terrestre eventualmente

presente nell’area di

analisi

Aria

H05 - Inquinamento

del suolo

Inquinamento suolo (Dispersione

inquinanti accidentali)

Suolo Suolo

H01.03 - Altre fonti puntuali di

inquinamento delle acque

superficiali

Inquinamento dell’ambiente

idrico

Acqua Acqua

Per ciascuno dei fattori considerati per i quali sono stati identificati bersagli possibili, l’identificazione degli effetti, ai sensi della DGRV 1400/2017, avviene sulla base delle possibili variazioni delle condizioni in assenza dell’intervento e queste dovranno essere descritte facendo riferimento ai seguenti parametri: estensione, durata, magnitudine/intensità, periodicità, frequenza, probabilità di accadimento.

Nella tabella che segue viene riportata l’individuazione e la tipicizzazione degli effetti derivanti dalle azioni dell’attività in esame.

(16)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 16 PERTURBATIVI

H04.03 - Altri inquinanti

dell'aria

Inquinamento atmosferico

(polveri) Disturbo alla

fauna

Area di cantiere e zone territoriali

limitrofe

Temporaneo – fase di cantiere della campagna

mobile (5 settimane)

Giornaliera Diurna Bassa Nulla.

L’impianto è dotato di sistemi di abbattimento delle polveri.

Non si ravvedono effetti derivanti dalle emissioni di polveri che possano determinare incidenze sui siti Natura 2000

H06.01.01 - Inquinamento

da rumore e disturbi sonori

puntuali o irregolari

Inquinamento acustico Disturbo alla

fauna

Buffer di 1100 metri dal

cantiere

Giornaliera Diurna Media Nulla

Il rispetto dei limiti dei 50 dB(A) avviene a circa 1100 metri dal punto emissivo. Tale valutazione permette di valutare che il clima acustico della fase di cantiere non ha nessuna interferenza con i siti Rete Natura 2000 in considerazioni, inoltre, del fatto che l’area di cantiere è localizzata in un contesto urbanizzato con un rumore di fondo legate alle attività produttive e al traffico cittadino.

H05 - Inquinamento

del suolo

Inquinamento suolo (Dispersione

inquinanti accidentali)

Area di stoccaggio dei

rifiuti inerti

Giornaliera Diurna Nulla Nulla

I rifiuti saranno stoccati, nell’apposita area dedicata in prossimità dell’impianto, a valle delle analisi di omologa rifiuto. Il rifiuto ammissibile all’impianto sarà non pericolo CER 170904; rifiuti non conformi saranno smaltiti a norma di legge, previo stoccaggio in apposite aree dedicate del piazzale e/o in cassoni.

Non si ravvedono effetti che possano determinare incidenze sui siti Natura 2000

H01.03 - Altre fonti puntuali

di inquinamento

delle acque superficiali

Inquinamento dell’ambiente

idrico

- - - Nulla Nulla

Il funzionamento dell’impianto mobile non produce scarichi.

Non si ravvedono effetti derivanti sulla matrice ambientale acque superficiali che possano determinare incidenze sui siti Natura 2000

(17)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 17 Essendo l’oggetto di valutazione l’impianto di frantumazione, il principale impatto generato in atmosfera è dato dalla produzione di polveri.

I limiti di emissione in atmosfera per le polveri totali sono riportati in Allegato I alla Parte V del D.lgs 152/06. In particolare la parte 2 all’art.5 polveri totali individua il minor valore di emissione pari a 50 mg/Nmc.

Lo studio specialistico effettuato sull’impianto di frantumazione (bibliografia 1), con prelievi e analisi dei campioni effettuati a 5 metri dal pannello di controllo del macchinario, sul pannello di controllo stesso e in prossimità della zona di carico, evidenziano valori delle polveri variabili tra 2.7, 6.1 e 9.1 mg/Nmc che risultano minori del limite di legge e dei limite di 10 mg/Nmc imposti come TLV-TWA2 dal ACGIH (American Conference of Governament Industrial Hygienist).

Figura 8: campionamento a 5 m dal pannello di controllo impianto

1 Determinazioni di inquinanti nell’ambiente di lavoro – emissioni di polveri - impianto di frantumazione/vagliatura modello OMTRACK ARGO

2 TLV-TWA = valore limite medio ponderato nel tempo che esprime la concentrazione media relativa ad una giornata di lavoro, ovvero ad una settimana lavorativa pari a 40 ore, alla quale quasi tutti i lavoratori possono essere esposti ripetutamente, giorno dopo giorno, senza effetti negati sulla salute.

(18)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 18 Figura 9: campionamento in prossimità del pannello di controllo impianto

Figura 10: campionamento zona di carico dell’impianto

Bibliografie ARPA Regione Toscana evidenziano i seguenti fattori di emissioni con e senza abbattimento prodotti da impianti di frantumazione.

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Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 19 In base ai dati di progetto con trattamento di 4.200 m (8.400 ton ), con trattamento giornaliera di circa 170 mc/giorno , considerando che l’impianto è dotato di sistemi di abbattimento delle polveri, si stimano circa 0.117 kg/ora [117 g/h]

di emissioni di PM10.

La Tabella 19 contenuta nelle Linee Guida redatte da ARPAT “Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione di materiale polverulente” fissa i valori di soglia di emissione in funzione della distanza della sorgente da ricettori umani, per esempio abitazioni.

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Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 20 Figura 11: localizzazione del ricettore abitativo più vicino all’impianto

Si osserva che la soglia di emissione per ricettori posti a distanza di 125 m è di 1492 g/h. In funzione ai dati stimati e dei dispositivi di mitigazione delle polveri previsti nell’impianto stesso, si valuta che le operazioni di frantumazioni non generano impiatti significativi presso i ricettori presenti a confine con l’ambito. A maggior tutela delle abitazioni poste a confine si consiglia, sia durante la fase di demolizione della struttura che di funzionamento dell’impianto, di prevedere sistemi integrativi di abbattimento delle polveri mediante nebulizzazione o irroramento delle superfici e delle aree oggetto di lavorazione.

Per quanto riguarda l’inquinamento da particolato sulla vegetazione e sui siti Rete natura 2000, si ricorda come le polveri possono depositarsi sulle foglie delle piante e formare così una patina opaca che, schermando la luce, ostacola il processo della fotosintesi e la fisiologia cellulare. L’effetto è comunque reversibile e si limita principalmente alla parte vegetale maggiormente esposta; in relazione alla localizzazione del sito in progetto e delle misure di mitigazioni previste si valutata nullo tale impatto

6.4 H06.01.01 - Inquinamento da rumore

L’area in esame ricade in classe V (aree prevalentemente industriali); a confine con sono presenti ambiti di classe III (aree di tipo misto) e di classe IV (aree di intensa attività umana) con le relative fasce di rispetto e di transizione.

L’impianto verrà localizzato a circa 50 metri dai confini sud ed ovest di proprietà.

I limiti di immissione (diurni) della classe III (la più sensibile) sono di 60 dB(A), mentre il valore di emissioni della Classe V è pari a 65 dB(A).

Relativamente all’impianto in esame (modello OM TRAK ARGO) analisi eseguite secondo norma UNI EN ISO 3744 hanno determinato i seguenti valori di pressione sonora Lwa:

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Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 21 Figura 12: estratto della prova per la valutazione della potenza sonora dell’impianto di frantumazione

Si considera inoltre che durante il funzionamento dell’impianto ci sia il funzionamento di un escavatore; dati bibliografici [CPT Torino] riportano un valore di potenza sonora pari a 107.5 dB(A) per le attività di movimenti terra/materiali con escavatori e camion.

Si assume che le sorgenti di rumore sia baricentrica e che tutte le apparecchiature funzionano contemporaneamente.

Ipotizzando la contemporaneità di tutti i macchinari considerati è stato definito anche il Lw totale come:

Lwtot = 10 log10 (10L1/10 + 10L2/10 + … + 10Ln/10) Il Lwtot risulta pari a 121.20 dB(A).

Considerando tale valore come la sorgente sonora puntuale baricentrica rispetto al sito dell’impianto, il valore della Pressione sonora (Lp) a varie distanze viene calcolato mediante la seguente formula:

Lp = Lw – 10log(2π) – 20logr = Lw – 8 – 20log r

Tale formula diminuisce il livello di potenza sonora di 8 dB e sottrae poi l’attenuazione con la distanza.

Il livello equivalente Leq diurno viene stimato pertanto mediante la seguente formula:

Leq(d/n)= Lp + 10 log (t

T).

Con t che rappresenta il tempo di lavorazione in secondi (8 ore) e T il tempo di riferimento diurno (16 ore).

(22)

Relazione tecnica – Dichiarazione di non incidenza Pagina 22 121.20 93.20 79.22 71.26 69.12 66.76 63.10 52.37

Totale Leq 90.20 76.21 68.25 66.11 63.75 60.00 49.36

Si evidenzia che in corrisponde dei ricettori individuati il livello acustico risulta superiore ai limiti di immissione della classe II; risulta in corso la richiesta dell’autorizzazione in deroga ai sensi del Regolamento comunale.

In considerazione alla componente faunistica, sperimentazioni effettuate nell’ambito del progetto di “Riqualificazione Ambientale dell’Autostrada Torino-Bartonecchia” per valutare l’influenza della pressione sonora sulla fauna ornitica hanno definito il valore soglia di 50 dB(A) che permette di distinguere un ambiente di tipo naturale da uno in cui prevalgono sorgenti acustiche di tipo antropico. Tale valore equivale inoltre al limite di immissione diurno per le aree in Classe I – aree particolarmente protette.

Avendo utilizzato, per semplicità di calcolo, solamente l’algoritmo per divergenza geometrica possiamo affermare che le ulteriori attenuazioni reali di: gradiente di temperatura, vegetazione tra sorgente e recettori e orografia, elementi strutturali di installazioni vicine, condizioni psicrometriche, ridurranno il valore calcolato di almeno 1,5 dB(A). Si osserva che il rispetto dei limiti dei 50 dB(A) avviene a circa 1100 metri dal punto emissivo. Tale valutazione permette di valutare che il clima acustico della fase di cantiere non ha nessuna interferenza con i siti Rete Natura 2000 localizzati a circa 2 km dell’area di progetto in considerazioni, inoltre, del fatto che l’area di cantiere è localizzata in un contesto urbanizzato con un rumore di fondo legate alle attività produttive e al traffico cittadino.

6.5 H05 - Inquinamento del suolo

I rifiuti da demolizione saranno stoccati, nell’apposita area dedicata in prossimità dell’impianto, a valle delle analisi di omologa rifiuto. Il rifiuto ammissibile all’impianto sarà non pericolo CER 170904; rifiuti non conformi saranno smaltiti a norma di legge, previo stoccaggio in apposite aree dedicate del piazzale e/o in cassoni.

6.6 H01.03 - Altre fonti puntuali di inquinamento delle acque superficiali

Per quanto riguarda la matrice Acqua, l’attività non causerà nessun impatto in quanto lo svolgimento della stessa non determina la formazione di scarichi, in quanto per l’abbattimento polveri si utilizza un sistema di nebulizzazione delle particelle d’acqua con flusso d’aria. Dati bibliografici riportano che la quantità d’acqua utilizzata nel processo di abbattimento polveri (circa 2 l/ton), garantisce un grado di umidità del materiale trattato pari al 15%, e provoca dunque unicamente un lieve inumidimento del materiale senza che vi sia alcuna produzione di acque reflue e pertanto non vi saranno scarichi da attivare. Il volume d’acqua utilizzato giornalmente è pari a circa 700 litri, in gran parte assorbito dal materiale. Ne deriva che l’attività non causerà alcun impatto sulla matrice acqua, sia essa superficiale o sotterranea.

7 CONCLUSIONI

Sulla base considerazioni effettuate si evince come la CAMPAGNA MOBILE DI RECUPERO INERTI in esame non possa generare effetti sul sito della Rete Natura 2000 o sugli obiettivi di conservazione degli stessi.

In virtù quindi dell’assenza della possibilità di generare incidenze significative negative sui siti Natura 2000, non risulta necessario, ai sensi del Par. 2.2 dell’All. A della D.G.R.V. 1400/2017, procedere alla valutazione di incidenza.

06/04/2021

I valutatori G&T srl – dott. Geol. Claudio Galli e Ing. Matteo Greggio

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