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S Aspettando che l’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia diventi realtà

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p r o s p e t t i v e

M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIII numero 8 - novembre-dicembre 2016 13

S

e il cielo sembrava schiarir- si con la richiesta da parte degli Ordini dei Medici dell’autocertificazione per i primi tre giorni di malattia, le nubi torna- no. Sì, perché se è vero che il dise- gno di legge comunicato alla presi- denza del Consiglio l’ormai lonta- no 10 settembre 2015 per riforma- re il decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 in materia di false at- testazioni o certificazioni e control- li sulle assenze è ancora sommer- so tra le carte del Parlamento, so- no veri anche gli ultimi fatti di cro- naca sul tema, che mettono nuo- vamente nel mirino la certificazio- ne del Mmg, privata del suo valore di atto pubblico assistito da fede privilegiata (ossia valido fino a que- rela di falso).

“Gli ultimi fatti di cronaca - com- menta a M.D. Augusto Pagani, Presidente OMCeO Piacenza - mettono in luce come le patologie associate a pochi giorni di malattia non siano accertabili dal medico in modo oggettivo. Il fatto che i dato- ri di lavoro paghino agenti investi- gativi per confermare sospetti sui loro dipendenti conferma la nostra linea sull’autocertificazione dei pri- mi tre giorni: il certificato medico non è l’argine all’assenteismo”.

¼

¼ La sentenza

La sentenza n. 18507/2016 della Corte di Cassazione, chiamata ad esprimersi in merito alla compatibi- lità delle condizioni di salute di un lavoratore (assente per dichiarata lombosciatalgia) e trovato a ese- guire lavori sul tetto di casa, affer- ma di fatto il disconoscimento del certificato medico attestante la malattia del lavoratore. C’è di più:

rispetto a una sentenza preceden- te (la n. 1711/2016, che afferma la possibilità del datore di lavoro di eseguire accertamenti sanitari pri- vatamente in caso di gravi sospetti (elemento determinante per la le- gittimità dei controlli), questo ver- detto della Corte porta tutto alle estreme conseguenze: è sufficien- te la “mera ipotesi” che il lavorato- re stia compiendo atti illeciti.

Dal punto di vista del cittadino di- sonesto questa è certamente una brutta notizia; ma anche per il me- dico qualcosa cambia: i risultati delle investigazioni (qualora legitti- mamente acquisite) privano il certi- ficato medico dei suoi effetti. Una conseguenza non di poco conto.

“Non credo - continua Pagani - ci sia un tentativo di gettare discredi- to verso la professione medica e,

in particolare verso la MG; è solo il riconoscimento del fatto che il cer- tificato non è un atto in sé suffi- ciente per attestare una certezza.

Ci sono situazioni in cui se il pa- ziente dichiara un sintomo non og- gettivabile, il medico non può fare miracoli e deve solo prenderne at- to; questo non vuol dire che il me- dico stia attestando il falso”.

“Si è arrivati addirittura - conclude Pagani - a due certificazioni rilascia- te alla stessa persona, nello stesso giorno, con due prognosi diverse.

Ma dobbiamo essere onesti: se un paziente va al Pronto soccorso e riceve una prognosi di un giorno per malattia e in seguito si reca da un altro medico - senza riferire di essere stato al Pronto soccorso - e riceve una prognosi maggiore per- ché il medico constata una situazio- ne più grave, su quale base si può sospettare del secondo medico e accusarlo di falso?”.

Aspettando che l’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia diventi realtà

Una recente sentenza della Cassazione interviene nuovamente sulla certificazione medica attestante pochi giorni di malattia. La sentenza dichiara legittima - pure in presenza della certificazione del medico curante - la facoltà del datore di lavoro di attuare un controllo,

anche occulto sul lavoratore tramite agente investigativo

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Attraverso il

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presenteQR-Code è possibile ascoltare con tablet/smartphone il commento di Augusto Pagani

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