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A.A. 2017/2018, APPELLO STRAORDINARIO del 24 Settembre 2018, Prova scritta

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(1)

Universit` a degli Studi di Udine, Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Esami di FISICA I (9 CFU) e Fisica Generale 1 (12 CFU)

A.A. 2017/2018, APPELLO STRAORDINARIO del 24 Settembre 2018, Prova scritta

TESTI E SOLUZIONI DEI PROBLEMI

θ

b

R

m

θ M PROBLEMA 1 Un cilindro omogeneo di raggio R

e massa M = 20.0 kg e un corpo di massa m sono posti sulle due falde di un doppio piano inclinato (vedi figura); entrambe le falde sono inclinate di uno stesso angolo θ = 30.0 rispetto all’orizzontale. Il centro di massa del cilindro `e collegato al corpo per mezzo di una corda inestensibile ideale di massa trascurabile

(la piccola puleggia in figura `e da considerare ideale). Il corpo di massa m non risente di nessun attrito.

Supponendo che il cilindro non scivoli sul piano inclinato su cui poggia, determinare:

a) la massa del corpo di sinistra, m eq , in corrispondenza del quale il sistema `e in equilibrio statico;

b) l’accelerazione a con cui scende il corpo di sinistra quando la sua massa `e pari a 2m eq ;

c) il minimo valore del coefficiente di attrito statico µ s , µ s,min , necessario affinch´e il cilindro possa, effettiva- mente, non scivolare.

Poi, supporre che il cilindro possa scivolare liberamente sul piano inclinato su cui poggia. In tali condizioni, calcolare quali sarebbero:

d) la massa del corpo a sinistra, m eq , per il quale il sistema `e in equilibrio statico;

e) l’accelerazione a con cui scende il corpo di sinistra quando la sua massa `e pari a 2m eq . Soluzione

La dinamica del sistema si risolve applicando la 2 a legge della dinamica nelle forme lineare e angolare.

Consideriamo il caso in cui il cilindro non scivola sul piano inclinato e applichiamo la 2 a legge della dinamica in forma lineare al moto del corpo di sinistra (asse x parallelo al piano di sinistra e diretto verso il basso) e, nelle forme lineare e angolare, al moto del cilindro (asse x parallelo al piano di destra e diretto verso la sua sommit`a e momenti rispetto all’asse passante per il suo centro si massa); si ottengono le seguenti

 ma = mg sin θ − T 0 = N m − mg cos θ ;

M a cm = T − M g sin θ − f s

0 = N M − M g cos θ I cm α = Rf s

. (∗)

I simboli utilizzati corrispondo a: a e a cm sono le accelerazioni lineari del corpo di massa m e del centro di massa del cilindro, α `e l’accelerazione angolare del cilindro, T `e il modulo della tensione della corda, f s `e il modulo della forza di attrito statico tra cilindro e piano (si noti che si `e supposto che ~ f~ f~ f s sia diretta verso il punto pi` u basso del piano inclinato), N m e N M sono i moduli delle reazioni normali dei piani inclinati e I cm = 1 2 M R 2 `e il momento d’inerzia del cilindro calcolato rispetto all’asse per il suo centro di massa.

In caso di equilibrio statico del sistema, si ha ovviamente a = 0, a cm = 0 e α = 0 e le precedenti relazioni (*) si riducono alle seguenti:

 0 = mg sin θ − T 0 = N m − mg cos θ ;

0 = T − M g sin θ − f s

0 = N M − M g cos θ 0 = Rf s

,

Da tali relazioni si ricava facilmente che

 T = mg sin θ

f s = 0 ⇒ mg sin θ − M g sin θ = 0 ⇒ m = m eq = M = 20.0 kg.

Quando m = 2m eq , il sistema non `e pi` u in equilibrio e quindi dobbiamo risolvere il sistema di equazioni (*) con le accelerazioni non nulle. Tenendo conto del fatto che la corda `e inestensibile e che il cilindro non scivola si ha

a cm = a; α = a cm

R = a R , e quindi i sistemi (*) diventano (inserendo anche l’espressione di I cm )

 ma = mg sin θ − T 0 = N m − mg cos θ ;

M a = T − M g sin θ − f s

0 = N M − M g cos θ

1

2 M R 2 R a = Rf s

.

(2)

Dalla prima relazione di sinistra e dalla terza di destra otteniamo le seguenti T = mg sin θ − ma; f s = 1

2 M a, (∗∗),

che inserite nella seconda di destra ci permettono di scrivere M a = mg sin θ − ma − M g sin θ − 1

2 M a a = 2(m − M ) 3M + 2m g sin θ.

Sostituendo m = 2m eq = 2M , si ricava

a = 2

7 g sin θ = 1.40 m/s 2 . Invece dalla (**) otteniamo che

f s = 1

2 M a = 1

7 M g sin θ.

Tenendo presente che deve essere (vedi anche il sistema (*))

f s ≤ f s,max = µ s N M = µ s M g cos θ, si ricava

µ s ≥ µ s,min = f s

M g cos θ = 1

7 tan θ = 0.0825.

In assenza di forze di attrito tra cilindro e piano inclinato, il cilindro, non ricevendo nessuna spinta tangenziale, segue un moto puramente traslatorio. Conseguentemente, anche il cilindro pu` o essere trattato come un punto materiale e quindi le equazioni che regolano il moto dei due corpi diventano

 ma = mg sin θ − T 0 = N m − mg cos θ ;

 M a = T − M g sin θ 0 = N M − M g cos θ , dove ora a `e l’accelerazione lineare del corpo di massa m (e del cilindro).

In caso di equilibrio, a = 0, si ha immediatamente

T = mg sin θ ⇒ mg sin θ − M g sin θ = 0 ⇒ m = m eq = M, come nel caso precedente.

Analogamente, in caso di non equilibrio si ha

T = mg sin θ − ma ; M a = mg sin θ − ma − M g sin θ ⇒ a = m − M M + m g sin θ.

Sostituendo m = 2m eq = 2M si ricava

a = 1

3 g sin θ = 1.63 m/s 2 .

h 0

h 1 d PROBLEMA 2 Un recipiente a base rettangolare, di area A 0 =

1.00 m 2 , `e aperto superiormente ed `e inizialmente riempito di acqua fino a un’altezza h 0 = 90.0 cm (vedi figura). Sulla parete verticale di destra, ad una quota h 1 = 25.0 cm dal suolo (vedi figura), `e presente un foro di sezione A 1 = 1.0 cm 2 inizialmente tappato. A un certo istante il tappo viene tolto e l’acqua inizia a fluire liberamente. Determinare:

a) la legge con la quale varia la velocit` a con cui l’acqua esce dal foro in funzione della sua quota massima nel recipiente;

b) la distanza d dal recipiente a cui l’acqua arriva al suolo subito dopo l’apertura del tappo.

Successivamente, dopo aver tappato il foro e riempito di nuovo il recipiente (fino ad h 0 ), sull’acqua si dispone un pistone a tenuta di massa trascurabile. Determinare:

c) con quale forza bisognerebbe spingere il pistone verso il basso affinch`e all’apertura del tappo l’acqua arrivi

al suolo ad una distanza doppia di quella determinata al punto b).

(3)

[Supporre trascurabile la velocit` a con cui l’acqua scende nel recipiente. Trattare le particelle di acqua in uscita come proiettili.]

Soluzione

Indicando con h il livello dell’acqua nel recipiente (sar` a h 1 ≤ h ≤ h 0 ) e applicando l’equazione di Bernoulli, tra le quote h e h 1 , possiamo scrivere

p 0 + ρgh + 1

2 ρv 2 = p 0 + ρgh 1 + 1 2 ρv 1 2 ,

dove p 0 `e la pressione atmosferica e ρ = 1000 kg/m 3 la massa volumica dell’acqua, mentre v e v 1 sono le velocit` a dell’acqua nel recipiente (la velocit` a della superficie alla quota h) e quella di uscita dal foro, rispettivamente.

Essendo (come detto anche nel testo) v trascurabile, ricaviamo

v 1 2 = 2g(h − h 1 ) ⇒ v 1 = v 1 (h) = p2g(h − h 1 ).

Subito dopo aver tolto il tappo, l’acqua che zampilla orizzontalmente dal foro (trattiamo le singole particelle di acqua come proiettili) raggiunger` a il suolo in un tempo ∆t = p2h 1 /g ad una distanza dal recipiente

d = v 1 (h 0 )∆t = s

2g(h 0 − h 1 ) · 2h 1

g = 2ph 1 (h 0 − h 1 ) = 80.6 cm.

Da quanto appena calcolato si capisce che se vogliamo che la distanza a cui l’acqua raggiunge il suolo raddoppi, dovr` a raddoppiare la velocit` a di uscita dal foro. Cio´e, la nuova velocit` a di uscita dovr` a essere

v 1 (h 0 ) = 2v 1 (h 0 ) = 2p2g(h 0 − h 1 )

Quindi, se ora consideriamo la nuova situazione in cui spingiamo con una forza ~ F~ F~ F (diretta verso il basso) sul pistone e riapplichiamo Bernoulli potremo scrivere

p 0 + F

A 0 + ρgh 0 = p 0 + ρgh 1 + 1 2 ρ(v 1 ) 2 . Perci`o, si ricava

F

A 0 + ρg(h 0 − h 1 ) = 1

2 ρ(v 1 ) 2 = 4ρg(h 0 − h 1 ) ⇒ F = 3A 0 ρg(h 0 − h 1 ) = 1.91 · 10 4 N.

b b

b

A B

C

V PROBLEMA 3 Due moli (n = 2.00 mol) di gas ideale biatomi- p

co seguono un ciclo termodinamico composto da un riscaldamento isocoro reversibile (trasformazione A → B), un’espansione adiabatica irreversibile (trasformazione B → C) e una compressione isobara reversibile (trasformazione C → A). Nello stato iniziale A la tempera- tura del gas `e T A = 290 K, mentre nello stato C il suo volume `e doppio di quello che ha nello stato A (V C = 2V A ). La temperatura dello stato B `e pari a T B = 720 K.

Determinare:

a) la temperatura del gas nello stato C, il calore scambiato e il lavoro compiuto dallo stesso nella trasformazione C → A;

b) il lavoro compiuto dal gas e la sua variazione di entropia nella trasformazione B → C.

c) il rendimento η del ciclo.

(Facoltativo) Infine, tenendo presente la natura adiabatica e irreversibile dell’espansione B → C, determinare:

d) entro quali limiti potrebbe essere variata T B affinch´e il ciclo sia realizzabile fisicamente.

Soluzione

La trasformazione C → A `e una isobara reversibile e quindi si ha T C

V C

= T A

V A

⇒ T C = V C

V A

T A = 2T A = 580 K.

Il calore scambiato dal gas e il lavoro da esso compiuto nella stessa trasformazione sono dati dalle seguenti Q CA = nc p (T A − T C ) = − 7

2 nRT A = −1.69 · 10 4 J;

L CA = p A (V A − V C ) = nR(T A − T C ) = −nRT A = −4.82 · 10 3 J.

(4)

dove si `e esplicitato che `e (essendo il gas biatomico) c p = 7 2 R.

Per il calcolo del lavoro compiuto dal gas nella trasformazione adiabatica irreversibile B → C possiamo procedere in due modi. Possiamo tenere conto del fatto che, essendo l’energia interna una funzione di stato, deve essere

Q = L ⇒ Q AB + Q CA = L BC + L CA ,

dove Q = Q AB + Q CA ed L = L BC + L CA sono il calore scambiato dal gas e il lavoro compiuto dallo stesso nell’intero ciclo. Il lavoro cercato si ottiene calcolando la seguente

L BC = Q AB + Q CA − L CA .

D’altra parte, dato che nella trasformazione B → C non viene scambiato calore (`e adiabatica), per la 1 a legge della termodinamica deve essere

∆E int,BC = −L BC . Pertanto si ottiene

L BC = −∆E int,BC = −nc V (T C − T B ) = nc V (T B − T C ) = 5

2 nR(T B − 2T A ) = 5.82 · 10 3 J.

Per la variazione di entropia nella trasformazione B → C abbiamo

∆S BC = nc V ln  T C

T B



+ nR ln  V C

V B



= nc V ln  T C

T B



+ nR ln 2 = nR

 ln 2 + 5

2 ln  T C

T B



= 2.54 J/K.

Il rendimento del ciclo `e quindi η = L

Q ass

= L BC + L CA

Q AB

= nc V (T B − T C ) + nR(T A − T C ) nc V (T B − T A ) =

= nc V T B − 2nc V T A − nRT A

nc V (T B − T A ) = nc V (T B − T A ) − n(c V + R)T A

nc V (T B − T A ) =

= nc V (T B − T A ) − nc p T A

nc V (T B − T A ) = 1 − c p T A

c V (T B − T A ) = 1 − γT A

T B − T A = 0.0558, dove γ = c p /c V = 7/5 `e l’esponente delle adiabatiche reversibile del gas.

Parte facoltativa

I limiti di variabilit`a di T B derivano da due fatti molto importanti. Prima di tutto la trasformazione B → C `e un’espansione e pertanto il lavoro compiuto dal gas in tale trasformazione deve essere positivo. Quindi,

L BC > 0 ⇒ nc V (T B − T C ) > 0 ⇒ T B > T C = 2T A = 580 K.

L’altro fatto `e che la trasformazione B → C `e un’adiabatica irreversibile e pertanto la corrispondente variazione di entropia (come segue dalla 2 a legge della termodinamica) deve essere positiva. Utilizzando l’espressione di ∆S BC

ottenuta in precedenza abbiamo quindi ln 2 + 5

2 ln  T C

T B



> 0 ⇒ ln  T C

T B



> − 2

5 ln 2 = ln  2 −2/5 

⇒ T C

T B

> 2 −2/5 ⇒ T B < 2 2 /5 T C = 2 · 2 2 /5 T A = 2 7 /5 T A = 765 K.

Pertanto deve essere

580 K < T B < 765 K.

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