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Carlo Nicora (San Matteo) «È la dimostrazione che il farmaco funziona, e quindi deve essere esteso a quante più persone possibili»

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la tendenza

A novembre i giorni più duri poi il calo è stato progressivo

L’emergenza coronavirus

Donatella Zorzetto / PAVIA

Un crollo dei contagi Covid che supera l’80%. Il vaccino somministrato agli operatori sanitari degli ospedali pave- si, da gennaio ad oggi ha pro- dotto questo risultato. Medi- ci e infermieri, prima costret- ti ad andare al lavoro con la paura di non farcela a schiva- re il virus, oggi risultano schermati e più tranquilli. La prova la forniscono le percen- tuali comunicate dagli stessi istituti sanitari della provin- cia. A cominciare dal San Matteo che, nonostante il pressing costante che la pan- demia ha esercitato sul perso- nale, è riuscito a contenerne le conseguenze. «Nel perio- do tra ottobre, novembre e di- cembre dello scorso anno re- gistravamo una media di 115 positivi al mese – spiega il direttore generale Carlo Ni- cora –. Da gennaio le cose so- no cambiate. Direi radical- mente, perché la media degli operatori sanitari colpiti dal virus è scesa a 20 al mese.

Quindi una diminuzione dell’83%, un risultato molto importante. È la dimostrazio- ne che il vaccino riesce a fre- nare la pandemia, e che quin- di deve essere esteso a più persone possibili».

INFERMIERI PIÙ COLPITI

Sono gli infermieri i più colpi- ti dal virus. Sicuramente ol- tre il 50% dei contagiati al po- liclinico di Pavia, dato in cui, però, si rispecchiano pure gli altri istituti sanitari del terri- torio, come gli ospedali di As- st Pavia, l’istituto Maugeri e il gruppo San Donato, con le cliniche Città di Pavia e Bea- to Matteo di Vigevano.

Se possibile, negli ospedali dell’Azienda socio sanitaria territoriale, la rapida incisivi- tà dei vaccini sul personale sanitario si è rivelata ancora più efficace. Lo conferma la

dottoressa Marina Leidi, epi- demiologa, specialista in Igiene e sanità pubblica, re- sponsabile del servizio vacci- nazioni di Asst Pavia, al lavo- ro nel team del direttore so- cio sanitario Armando Gozzi- ni.

I CASI DI ASST

«Se raffrontiamo il dato rela- tivo alle ultime due ondate Covid, ossia quella autunna-

le e l’attuale, vediamo che la diminuzione del contagi è stata anche superiore al 90%. In particolare, nel pe- riodo ottobre-dicembre 2020, risultavano 37 medici e infermieri contagiati nel po- lo della Lomellina, mentre ora sono 2. In Oltrepo, inve- ce, erano 86, e oggi sono 6. In- fine nel Pavese si è passati da 7 a 3. Quindi la situazione è migliorata moltissimo. Con il vaccino abbiamo imbocca- to la strada giusta. E soprat- tutto, a fronte dell’aumento dei ricoveri per Coronavirus che stiamo registrando, il per- sonale è protetto».

Le cliniche pavesi viaggia- no sullo stesso binario. Per la Maugeri tra ottobre e dicem- bre dell’anno scorso i medici e infermieri positivi al Covid sono stati 21 a Pavia e 31 a Montescano; ora sono rispet- tivamente 3 e 1. Quindi, an- che in questo caso, si è scesi del 90%. Infine il gruppo San Donato: se nella seconda on- data, le cliniche Città di Pa- via e Beato Matteo di Vigeva- no contavano una media di 16 contagiati al mese, dalle vaccinazioni in poi è calata a 3,5: un taglio dell’80%. —

PAVIA

Il momento più buio della se- conda ondata pandemica, con riferimento al contagio tra gli operatori sanitari degli ospedali pavesi, si è registra- to ad inizio novembre 2020.

Allora erano 200 i dipenden- ti degli ospedali pavesi positi- vi al Covid-19. Infermieri e medici soprattutto, del San Matteo e degli ospedali di As- st, che avevano dovuto inter- rompere il lavoro in corsia e mettersi in quarantena. Era- no 130 i lavoratori del policli- nico di Pavia contagiati da

metà ottobre; 43 quelli ri- scontrati positivi nei primi giorni di novembre a Vigeva- no e Voghera, mentre i re- stanti lo erano stati, sempre nelle strutture di Asst, a parti- re dal mese precedente. Cosa che aveva fatto intervenire i sindacati e creato allarme tra gli ordini professionali. Tut- tavia, il dato relativo agli ope- ratori sanitari contagiati al San Matteo, aveva visto l’o- spedale pavese tra i meno col- piti della Lombardia. Perchè se quest’ultimo registrava 130 lavoratori positivi al vi- rus, l’ospedale Niguarda di

Milano, nello stesso periodo, ne aveva 200, il Sacco 220, l’ospedale di Monza 310, quello di Varese 190, mentre Busto Arsizio 180. «Questo dato è identico a quello del marzo scorso – aveva spiega- to il direttore generale del San Matteo, Carlo Nicora –.

Allora, su circa 610 tamponi fatti ai dipendenti, ne aveva- mo 115 positivi (18,7%), ora su 639 tamponi, i positivi so- no 100 (15,6%). Nella prima decade di marzo avevamo cir- ca 200 letti occupati e oggi ne contiamo altrettanti». —

D.Z.

Dall’inizio della crisi i più colpiti

sono stati gli infermieri

Effetto vaccino, crollo contagi tra i sanitari

Negli ospedali il personale è stato immunizzato: da gennaio i nuovi casi sono diminuiti dell’83% rispetto alla prima ondata

«È la dimostrazione che il farmaco funziona, e quindi deve essere esteso a quante più

persone possibili»

Sanitari al lavoro in terapia intensiva al San Matteo Carlo Nicora (San Matteo)

PAVIA

Ora sono 479 i pazienti Covid ricoverati negli ospedali della provincia, dei quali 64 in Rianima- zione. Il San Matteo ne conta in tutto 195, un da- to cresciuto nel corso dell’ultima settimana. So- no 123 in degenza ordina- ria, 43 in Rianimazione e 29 in Terapia sub intensi- va (assistenza respirato- ria). Inoltre, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 5 nuovi ricoveri, 16 pazien- ti dimessi e, purtroppo, un deceduto. Numeri in salita si registrano anche negli ospedali Asst, dove i malati Covid-19 sono, pure, 195. A Vigevano ie- ri i ricoverati erano 70, mentre all’ospedale di Vo- ghera 64 ( di cui 4 Covid

“grigi”), 18 nel reparto sub acuti di Casorate e 25 nell’ospedale di Bro- ni-Stradella. Restano 17, infine, i pazienti che com- plessivamente si trovano in Rianimazione.

Ci sono poi le cliniche.

L’istituto Maugeri ora conta 33 ricoverati Covid nella sede in zona Cravi- no e 20 a Boezio, mentre il gruppo San Donato ha in cura 15 malati di Coro- navirus nella clinica Città di Pavia e 36, più 4 in Ria- nimazione, alla clinica Beato Matteo di Vigeva- no. —

D.Z.

la situazione

I positivi ricoverati in provincia sono 479

2 FATTO DEL GIORNO

MERCOLEDÌ 24 MARZO 2021

LAPROVINCIA PAVESE

(2)

L’emergenza coronavirus

campagna vaccinazione nella bufera

Caos prenotazioni, “Aria” telefonerà a tutti gli over 80enni ancora in attesa

In provincia di Pavia sono in 5.300 gli anziani prenotati. Ats: «Non bisognerà iscriversi di nuovo al portale»

qui regione

Il consigliere silurato attacca:

inadeguati, ma Fontana sapeva

Donatella Zorzetto / PAVIA Saranno chiamati uno per uno gli anziani pavesi over 80 che hanno ricevuto l’appuntamen- to per la vaccinazione anti-Co- vid entro il 2 aprile prossimo e che, ovviamente, non l’hanno ancora fatta. Secondo gli ulti- mi calcoli si tratta di circa 5.300 persone distribuite sul territorio provinciale. In que- ste ore riceveranno una telefo- nata dagli operatori di Aria (Azienda regionale per l’inno- vazione e gli acquisti della Re- gione Lombardia) che si occu- pa anche di fissare gli appunta- menti per le vaccinazioni nelle strutture sanitarie regionali.

ARIA TELEFONA AGLI 80ENNI

Quindi sono i call center di Aria a chiamare gli interessati per l’aggiornamento degli elenchi di prenotati, elenchi che saranno verificati successi- vamente da Ats e Asst. Si tratta di nominativi ai quali se ne ag- giungeranno altri: quelli degli anziani pavesi che riceveran- no il vaccino entro l’11 aprile, data in cui è prevista la conclu- sione della prima inoculazio- ne agli over 80. La nuova stra- tegia è stata comunicata nel corso di un vertice presieduto dalla vice presidente e assesso- re al Welfare di Regione Lom- bardia Letizia Moratti, con il di- rettore generale Giovanni Pa- vesi e i direttori di Ats, Asst e Irccs lombardi.

Ma, al di là, di questo ci sono altre domande che molti lom- bardi, e pavesi, si pongono. La prima: le persone che si sono prenotate tramite portale vac- cinazionicovid.servizirl.it de- vono rifare la prenotazione at- traverso Poste Italiane (incari- cata da Regione per il futuro)?

«Le persone che hanno già effettuato la prenotazione tra- mite il portale vaccinazionico- vid.servizirl.it non dovranno ripetere la procedura sulla

piattaforma che sarà gestita da Poste Italiane – spiega Ats Pavia –, in quanto questo por- tale sarà destinato a raccoglie- re le adesioni nella fase di “vac- cinazione massiva” della popo- lazione, mentre il portale di Aria è destinato ad altre fasce di persone».

IL PORTALE REGIONALE

In particolare il portale di Aria interessa gli ultra 80enni (com-

presi i nati nel 1941); le perso- ne tra 60 e 79 anni residenti nei Comuni dichiarati ad alto rischio, e quindi considerati prioritari; il personale delle scuole statali (docenti e non, supplenti e dirigenti scolasti- ci), degli Istituti di formazione professionale (Ifp), e degli Isti- tuti tecnici superiori (Its) della Lombardia, delle scuole parita- rie e del Sistema Afam (Conser- vatori statali, Accademie di Belle arti, Istituti musicali).

Un altro dubbio: le persone che si sono prenotate e non hanno mai avuto conferme co- sa possono o devono fare? «È consigliato che attendano – ri- sponde l’Agenzia per la tutela della salute di Pavia –. Oppu-

re, se sono over 80, che verifi- chino se il loro medico di base abbia aderito al progetto Ats di far vaccinare i grandi anzia- ni dalla Medicina di famiglia».

Infine una terza questione: al- la luce della decisione del go- vernatore della Lombardia, At- tilio Fontana, di commissaria- re Aria e spostarsi su Poste ita- liane, chi decide di aderire ora alla campagna vaccinale può ancora usare la piattaforma vaccinazionicovid.servizirl.it o deve aspettare l’attivazione di quella di Poste? «Al momen- to non ci sono indicazioni – conclude Ats –. La decisione di Fontana, in merito ad Aria, non ha disattivato i servizi: il portale è ancora attivo». —

La preparazione di un centro vaccinale. La società regionale Aria sta chiamando gli ultra 80enni per aggiornare gli elenchi

MILANO

Il giorno dopo l'azzeramen- to (o quasi) dei vertici di Aria Spa, la società di Regio- ne Lombardia chiamata a ge- stire il sistema delle prenota- zioni, non si spengono le po- lemiche. E si toglie qualche sassolino dalle scarpe anche Mario Mazzoleni, uno dei 5 consiglieri di amministrazio- ne dimissionari di Aria, che però ribalta le accuse piovu-

te sull'operato della società, rivelando che la Regione ha cercato di utilizzare il porta- le di Poste Italiane già da gennaio, senza poterlo fare perché non era pronto. E se non era pronto quello di Po- ste, «ovviamente» non pote- va esserlo quello di Aria

«non nato per assolvere que- sto genere di necessità».

Quindi «vale la pena di capi- re se chi ha deciso il percorso vaccinale fosse in grado di

valutarne la fattibilità o ne abbia sottostimato la com- plessità». «Quanto l'avere scaricato su chi esegue rap- presenta la volontà di copri- re gli errori di chi ha deci- so?», si è chiesto. Accuse a cui la Regione ha replicato precisando che gli «aspetti tecnici» del sistema di preno- tazione «non attengono in al- cun modo all'attività dei rap- presentanti della Giunta re- gionale impegnati nel ruolo

politico e amministrativo».

A rivendicare orgogliosa- mente che le accuse mosse- gli in passato, e che l'aveva- no portato a lasciare l'incari- co, erano indirizzate al ber- saglio sbagliato, l'ex assesso- re regionale al Welfare Giu- lio Gallera, che dalle colon- ne de la Stampa si sfoga: «Il problema non ero io. Il tem- po è galantuomo e mi ha re- stituito un pò di giustizia».

L'esponente di Forza Italia affonda il colpo anche nei confronti di Aria, «società fortemente voluta dall'asses- sore al Bilancio Caparini e dalla Lega che si è dimostra- ta una realtà non efficiente e al di sotto delle aspettative.

Il management non si è di- mostrato all'altezza, com- preso il nuove amministrato-

re unico, arrivato come diret- tore generale ad ottobre e che non mi sembra abbia da- to prova di grande efficien- za».Attacca, naturalmente, l’opposizione. «Dopo due as- sessori, due commissari, due direttori generali alla Sa- nità arrivano i problemi di

Aria Spa: un fallimento do- po l'altro per il quale a paga- re il conto sono i cittadini.

Anziani mandati in coda ad attendere al Niguarda senza

i vaccini; anziani non convo- cati quando invece i vaccini c'erano. Milioni di euro spe- si in software inefficienti quando il governo aveva già messo a disposizione la piat- taforma logistica di Poste Ita- liane a costo zero. Si parla di vite umane; non è un gioco».

Lo dice in un video su Fb il de- putato lombardo del M5S Stefano Buffagni, che attac- ca: Fontana, Caparini e Sal- vini non possono scappare dalle loro responsabilità».

«Il governo è pronto a sosti- tuirsi alle inefficienze regio- nali perché non si gioca sulla pelle delle persone. Tutte le regioni a guida Lega e Cen- trodestra sono in ritardo con i vaccini. I lombardi merita- no di meglio e noi siamo dal- la loro parte», conclude. —

BASTIDA PANCARANA

Sette Comuni uniti per vac- cinare il maggior numero di abitanti. Sono Bastida Pancarana, Lungavilla, Ca- stelletto di Branduzzo, Pan- carana, Cervesina, Verret- to e Pizzale. Ieri mattina nel- la sede municipale del Co- mune a Bastida Pancarana i sindaci Renata Martinotti (Bastida Pancarana), Carla Beccaria (Lungavilla), To- ny Lo Verso (Castelletto), Gaetano De Angelis (Pizza- le), Luigino Polin (Verret- to) e Maurizio Fusi (nn rap- presentanza di Cervesina e Pancarana) hanno presen- tato il progetto.

Il punto vaccini sarà rea- lizzato nei poliambulatori di Lungavilla e si partirà sa- bato 10 aprile. Saranno i quattro medici di famiglia che hanno dato la disponibi- lità a vaccinare il sabato e la domenica prima gli over 80 che sono 540 e quindi la po- polazione compresa tra il 1 gennaio 1942 al 31 dicem- bre 2003, circa 5400 perso- ne. «Ringraziamo il dottor Santino Silva direttore sani- tario di Ats - hanno sottoli- neato i sindaci - che conse- gnerà ai 4 medici di fami- glia che si sono detti dispo- nibili a vaccinare i propri pa- zienti, 200 vaccini alla setti- mana in modo tale da dare il via ad una vaccinazione a tappetoi». —

ALESSANDRO DISPERATI

Poi toccherà al sistema informatico di Poste italiane gestire la fase successiva

La replica del Pirellone

«Non tocca alla giunta valutare gli aspetti tecnici del sistema»

Ad oggi sono 17.721 sui 23.554 che hanno aderito al- la campagna vaccinale an- ti-Covid (dati Ats), gli ultra 80enni pavesi vaccinati nei tre Hub San Matteo, ospedali di Vigevano e Centro Auser di Voghera, dai medici di fami- glia e dai medici Usca a domi- cilio. La platea complessiva degli ultra 80enni in provin- cia è di 43.410.

sul territorio

Sono oltre 17mila le “prime dosi”

già inoculate

oltrepo

Sette Comuni si alleano per tagliare i tempi

MERCOLEDÌ 24 MARZO 2021

LA PROVINCIA PAVESE

FATTO DEL GIORNO 3

(3)

L’emergenza coronavirus

L’Italia dopo Pasqua diventerà arancione

Draghi: riaprire le scuole

Biden al vertice Ue: il premier e Merkel attendono segnali sulle fiale Usa Entro la prima metà di maggio attesa la svolta della campagna vaccinale

Stop dall’Ue alle spedizioni verso chi non rispetta la reciprocità

Nello stabilimento di Anagni un ingente quantitativo diretto a Londra

Così AstraZeneca ha “nascosto”

29 milioni di fiale nel nostro Paese

Il ministro della Salute Roberto Speranza con il premier Mario Draghi

IL RETROSCENA

Marco Bresolin

INVIATO A BRUXELLES

U

n nuovo giro di vite per frenare l’export di vaccini. La Com- missione europea presenterà oggi una serie di emendamenti al regolamento per il controllo delle esporta- zioni che è in vigore dal 1° feb- braio. Il nuovo strumento, co- me anticipato nei giorni scorsi da Ursula von der Leyen, con- sentirà di fermare le spedizio- ni di vaccini verso quei Paesi che non rispettano i criteri di

reciprocità e proporzionalità.

Intanto, 29 milioni dosi del vaccino di AstraZeneca sono state trovate nascoste nello stabilimento della Catalent di Anagni. Pronte per essere spe- dite nel Regno Unito, ma sco- perte dalle autorità italiane in seguito a un’indagine scattata su segnalazione della Com- missione europea.

È in Italia il tesoretto che Bruxelles e Londra si stanno contendendo in queste ore di trattative serrate. Una quanti- tà di vaccini capace di fare la differenza su entrambe le sponde della Manica: per l’Ue si tratta di una fornitura pari al doppio delle dosi sin qui ri- cevute dall’azienda anglo-sve-

dese (16,6 milioni), per i bri- tannici invece quelle fiale so- no indispensabili per garanti- re a quasi 15 milioni di cittadi- ni la seconda dose.

Le manovre di AstraZeneca sono state scoperte grazie alla visita del commissario Thier- ry Breton nello stabilimento di Leida, nei Paesi Bassi, gesti- to dalla Halix. Si tratta di uno dei due impianti utilizzati dal- la casa farmaceutica per pro- durre il farmaco sul territorio Ue (l’altro è a Seneffe, in Bel- gio). Il problema è che a oggi non ha ancora ottenuto l’auto- rizzazione da parte dell’Agen- zia europea del farmaco. E sen- za il via libera dell’Ema le dosi non possono essere consegna-

te ai Paesi Ue. Il discorso, pe- rò, non vale per il Regno Uni- to che, infatti, negli ultimi me- si dello scorso anno avrebbe importato proprio i vaccini prodotti nello stabilimento olandese.

Durante la sua visita, all’ini- zio di marzo, Breton ha tocca- to con mano la capacità pro- duttiva di Halix, in grado di sfornare almeno 5-6 milioni di dosi al mese. Le linee erano state avviate a settembre, in seguito a un accordo siglato lo scorso aprile con l’università di Oxford per produrre i vetto- ri virali necessari per i test cli- nici. A dicembre l’attività pro- duttiva è stata intensificata in seguito alla firma di un accor- do con AstraZeneca per la pro- duzione su vasta scala del far- maco.

Che fine hanno fatto le dosi prodotte dallo stabilimento olandese nei mesi scorsi? Fon- ti Ue spiegano che «è molto probabile che in una prima fa- se siano state spedite nel Re- gno Unito», ma il flusso si sa- rebbe interrotto il 1 febbraio, quando è entrato in vigore il regolamento Ue per il control-

lo dell’export. Del resto Bru- xelles non avrebbe mai auto- rizzato la loro vendita nel Re- gno Unito. Ma cosa è successo negli ultimi due mesi? Breton ha provato a chiedere chiari- menti a Pascal Soriot, ma l’am- ministratore delegato di Astra- Zeneca non ha fornito suffi- cienti spiegazioni.

È a quel punto che il commis- sario francese si è insospettito e ha subito segnalato la situa- zione alle autorità italiane,

che hanno effettuato delle ispezioni nello stabilimento Catalent di Anagni, utilizzato da AstraZeneca per il “fill&fini- sh”, vale a dire le operazioni di infialatura. Il primo rapporto spedito a Bruxelles dice che nei frigoriferi dei capannoni del sito laziale ci sono 29 milio- ni di dosi del vaccino. Fonti Ue spiegano che, probabilmente, non tutte sono state prodotte ad Halix, ma si tratta di fiale già pronte per essere iniettate Alessandro Barbera / ROMA

Scommesse sulla fine dell’incubo a occhi aperti Mario Draghi non ne fa. An- cora ieri durante un lungo incontro con i vertici del Co- mitato tecnico scientifico, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli lo hanno invitato alla massima prudenza. Ma il premier ha preso un impe- gno che vorrebbe onorare:

riaprire le scuole il prima possibile.

Il giorno dopo Pasqua sca- de il decreto che sta regolan- do la vita degli italiani. Dra- ghi ha deciso di rinviare ogni decisione politica ad un vertice con i partiti all’ini- zio della prossima settima- na, quando saranno consoli- dati i numeri di questi gior- ni. La curva dei contagi fa meno paura di due settima- ne fa, quella dei morti e dei ricoveri, più lenta a registra- re la minor progressione dei malati, è invece preoccu- pante. A Palazzo Chigi c’è chi azzarda uno scenario:

l’approvazione di un decre- to fotocopia che permetta di far cambiare il colore pre- valente della cartina d’Ita- lia da rosso ad arancione, escludendo ancora per un paio di settimane la possibi- lità delle Regioni di essere tinte di giallo. Dunque risto-

ranti ancora chiusi, niente mobilità fra Regioni, copri- fuoco a livello nazionale dalle 22. Ma se la curva dei contagi non dovesse peg- giorare, Draghi vorrebbe es- sere coerente con la pro- messa fatta la scorsa setti- mana in conferenza stam- pa e imitare la scelta fatta in questi mesi dai nostri part- ner: riaprire in ogni caso le scuole primarie, almeno fi- no alla prima media. Il mini- stro della Sanità Roberto Speranza continua a mo- strarsi preoccupato, il pre- mier su questo è disposto a prendersi qualche rischio, forte del fatto la cui vaccina- zione fra gli insegnanti pro- segue spedita.

Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta – anche lui ieri a Palazzo Chigi – spinge per- ché il decreto vada oltre le misure anti Covid e conten- ga da subito le norme per le assunzioni straordinarie del personale che dovrà ge- stire il Recovery Fund. Al momento l’ossessione del premier è però un’altra: «di- ventare capaci di spendere quei soldi» e farne l’occasio- ne per superare il divario fra Nord e Sud. Un messag- gio spedito ad un convegno che sembra fatto apposta per spegnere la pressioni di

chi vuole affrettare i tempi prima di aver presentato la versione definitiva del pia- no italiano a Bruxelles, il 30 aprile.

A Palazzo Chigi sono con- vinti che poco dopo quella scadenza, entro la prima metà di maggio, ci sarà an- che la svolta per la campa- gna vaccinale. Per allora so- no previste le prime conse- gne in Italia del vaccino mo- nodose di Johnson and Johnson. Su questo Draghi conta sull’aiuto di Joe Bi- den che ieri ha chiesto di es- sere invitato al vertice vir-

tuale dei capi di Stato previ- sto per domani sera. Dra- ghi, e con lui Angela Mer- kel, si aspettano che il presi- dente americano provi ad allontanare l’Europa dalle sirene russe del vaccino Sputnik.

Se così sarà, allora Biden potrebbe mandare qualche messaggio concreto, come la promessa di un rafforza- mento delle forniture da parte delle aziende ameri- cane, o quantomeno la pro- messa di spedire da questa parte dell’Atlantico parte delle moltissime dosi del

vaccino AstraZeneca rima- ste inutilizzate nei frigorife- ri delle autorità sanitarie americane a causa della (tuttora controversa) auto- rizzazione della Food and Drug Administration al vac- cino anglo-svedese.

Dopo le minacce di ritor- sioni reciproche fra Bruxel- les e Londra sul blocco delle esportazioni e le aperture di Roma e Berlino al vacci- no russo, la presenza di Bi- den alla riunione marca la preoccupazione per un’e- scalation che – così pare a Washington – potrebbe

cambiare gli equilibri nel Continente. Nell’anno dell’uscita di scena di Ange- la Merkel, Draghi è deciso in questo senso a giocare un ruolo decisivo. Non è un caso se ieri Palazzo Chigi ha voluto sottolineare «un’arti- colata» telefonata con l’au- tocrate turco – nonché in- fluente membro della Nato – Recep Erdogan. Draghi ha espresso «preoccupazio- ne per la situazione dei dirit- ti umani» in Turchia: è di po- chi giorni fa la notizia dei ri- tiro turco dalla convenzio- ne di Instanbul sui diritti La cancelliera tedesca Angela Merkel

Dosi di vaccino AstraZeneca

4 FATTO DEL GIORNO

MERCOLEDÌ 24 MARZO 2021

LA PROVINCIA PAVESE

(4)

IL CASO

Paolo Russo / ROMA

I

n una settimana 6 milioni e mezzo di dosi da sommi- nistrare. Un numero mai visto dall’inizio della cam- pagna vaccinale. Destinato su- bito a scendere ai primi di apri- le per poi risalire a fine mese, quando arriveranno anche le fiale di Johnson&Johnson. In- tanto però questo boom di in- vii sarà un vero stress test per le regioni, in vista della campa- gna di massa che il commissa- rio straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, vuole lanciare da fine aprile.

Il bilancio si farà più in là, ma per ora la ricognizione che abbiamo fatto tra 10 delle re- gioni più popolose d’Italia di- ce che le strutture per aumen- tare il fuoco delle vaccinazioni ci sarebbero pure, a scarseggia- re è l’esercito dei vaccinatori, visto che dei 15mila medici e infermieri che sarebbero dovu- ti essere assunti dalla agenzie interinali selezionate da Arcu- ri ne sono arrivati la metà. E stessa cosa si può dire dei me- dici di famiglia al momento di- sponibili ad impugnare fiale e siringhe. Mentre per arruolare farmacisti, specializzandi e in- fermieri ci vorrà ancora tem- po. In più in alcune regioni, co- me Liguria e Lombardia, delle munizioni promesse dal gover- no al momento non c’è traccia.

Nell’immediato, in base a quanto annunciato da Palazzo Chigi, sarebbero dovute arri- vare un milione di dosi Pfizer, alle quali se ne sono aggiunte 270 mila di AstraZeneca e al- tre 500 mila di Moderna. In tut- to nella settimana da qui a fine marzo sono previsti invii di 4,5 milioni di dosi, che somma- te al milione di AstraZeneca ri- maste nei frigoriferi si arriva a ben 5,5 milioni. Pur calcolan- do le dosi da tenere di riserva per il richiamo un numero suf- ficiente ad alzare dalle attuali 200mila a quota 500mila le somministrazioni giornaliere.

Che è l’obiettivo del governo.

Ma nei prossimi giorni non sa- rà facile vincere la sfida che non tutte le regioni sembrano pronte ad affrontare ad armi pari, senza avere a disposizio- ne l’esercito di vaccinatori che occorre per tante munizioni.

Partiamo dal Piemonte. Per ora si marcia al ritmo di 15 mi- la vaccinazioni al giorno ma la regione è pronta a salire a 20 mila, che sono però poche ri- spetto al momentaneo surplus di dosi promesse dal governo, che richiederebbe di inocular- ne 35 mila. Il problema però è che solo 1. 300 medici di fami- glia su oltre tremila al momen- to ha aderito alla campagna e del personale promesso da Ar- curi, comunica la Regione, è arrivato solo un manipolo di medici e infermieri.

In Liguria per ora non si ve- dono nemmeno le cartucce.

«Ci sono state promesse 169 mila dosi Pfizer ma al momen- to non ci è stata fornita alcuna data di consegna», mettono in chiaro alla Regione. Che oggi fa settemila vaccinazioni al giorno, ma è pronta a farne 13 mila, grazie anche al nuovo grande centro vaccinale che da lunedì inizierà a inoculare tremila dosi al giorno dalla Fie- ra del mare. Alta l’adesione tra i medici di famiglia mentre del- le truppe di Arcuri si sono visti per ora 69 tra medici e infer- mieri. Briciole, anche se 187 dovrebbero arrivare il mese prossimo. La Liguria è però la

prima a partire da subito con la vaccinazione in 50 farma- cie. Nel Lazio bisognerà aspet- tare ancora 5 giorni per vede- re arrivare le 100 mila dosi pro- messe di Pfizer, mentre con AstraZeneca saranno proble- mi per tutto aprile visti i tagli delle forniture comunicati dall’azienda. Nonostante que- sto qui si procede al ritmo di 100 somministrazioni al minu- to nei 120 centri vaccinali spar- si per il territorio. Anche se i medici di base e i sanitari sele- zionati dalle agenzie interina- li sono circa la metà di quelli previsti.

«Quando vedremo i vaccini promessi saremo contenti», ironizzano invece in Lombar- dia gli uomini dello staff della Moratti. «Abbiamo consuma- to il 94% delle dosi di Pfizer dando per scontato che ne arri- vino subito delle altre per fare i richiami, ma per ora non ci è stata comunicata alcuna data di consegna». Oggi la regione somministra circa 35 mila do- si al giorno, che potrebbero pe- rò arrivare a 55 mila. Avendo le dosi.

La Campania viaggia al rit- mo di tremila vaccinazioni al giorno ma si dice pronta a rad- doppiare con i suoi 124 centri vaccinali. Sono 100 mila le do- si Pfizer già recapitate nella re- gione, che però può contare per somministrarle solo sulla metà dei medici di famiglia e su appena una cinquantina di sanitari provenienti dalle agenzie governative. Il 10% di quelli promessi. In Puglia 80 mila dosi di Pfizer sono già arri- vate e la regione è pronta a pas- sare da circa 20 mila a 50 mila somministrazioni al giorno.

Qui come altrove purché arri- vino dosi e personale. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’emergenza coronavirus

In una settimana 6,5 milioni di iniezioni: pronte le strutture ma il personale è carente

Vaccini, le regioni allo stress test

«Dosi in ritardo, pochi i medici»

che la casa farmaceutica pun- tava a spedire nel Regno Uni- to e non nei Paesi dell’Ue, no- nostante i notevoli ritardi sul- la tabella di marcia delle con- segne concordate con i Venti- sette. L’Ema non ha ancora au- torizzato lo stabilimento di Halix, perché AstraZeneca non ha fornito tutti i dati ne- cessari.

Il via libera era atteso per do- mani, anche se fonti dell’Agen- zia fanno sapere che potrebbe esserci un ulteriore slittamen- to alla prossima settimana. A Bruxelles sospettano che il ri- tardo nel fornire i dati necessa- ri all’autorizzazione sia frutto di una tattica dell’azienda per garantire al Regno Unito una corsia preferenziale nella con- segna delle dosi.

Del resto, anche a dicem- bre, AstraZeneca non aveva presentato tutti i dati all’Ema per l’autorizzazione del vacci- no. Una mossa giudicata so- spetta, visto che in seguito a quello slittamento il volume di dosi da consegnare all’Ue nel primo trimestre era stato ri- visto al ribasso. —

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delle donne. Erdogan ha ri- sposto pubblicamente fa- cendo orecchie da mercan- te: chiede di «rafforzare la partnership strategica con l’Italia» ma soprattutto di

«aggiornare» l’accordo fra Ankara e Bruxelles sui mi- granti. Un accordo voluto cinque anni fa con forza da Angela Merkel per bloccare l’afflusso di persone, e co- stato all’Unione ben sei mi- liardi di euro. Da quell’«ag- giornare» si intuisce la ri- chiesta turca di nuovi fon- di. —

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Paolo Baroni / ROMA

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul suo sito le istruzioni per ricevere i nuovi contributi a fondi perduto, confermando la data del 30 marzo per l’av- vio delle operazioni che porteranno circa 3 milioni di imprese, partite Iva e pro- fessionisti a spartirsi gli 11 miliardi stanziati dal gover- no col decreto Sostegni. Im- porto giudicato da molti in- sufficiente, tant’è che ieri il ministro della Pubblica am- ministrazione Renato Bru- netta è arrivato a proporre

«20 miliardi di scostamen- to subito e poi 20 ogni me- se fino a che non sarà termi- nata l’emergenza per assi- curare rapidamente la li- quidità alle imprese».

È chiaro che non si potrà andare avanti all’infinito, ad accumulare debito su debito. Il ministro dell’Eco- nomia Daniele Franco, che ieri ha detto di prevedere

«un lieve calo del Pil nel pri- mo trimestre, un recupero nel secondo per poi accele- rare nel terzo e quarto tri- mestre dell’anno», intervi- stato da Bloomberg ha con- fermato che «nelle prossi- me settimane saranno in- trodotte ulteriori misure»

di sostegno all’economia, ma anche che tutti i sussidi verranno «eliminati gra- dualmente entro fine anno e poi si tornerà alla normali- tà». Quanto alle restrizio- ni, ha spiegato che «dopo Pasqua ci sarà un allenta- mento, per ritornare tra maggio e giugno ad una si- tuazione di normalità an- che grazie all’arrivo dell’e- state».

Oggi, dal momento che

«l’evoluzione della pande- mia non è ancor pienamen- te sotto controllo, la ripre- sa è fragile» e le condizioni restano impegnative» so- stiene Franco, che punta ad un’accelerazione della ripresa nella seconda metà dell’anno confermando che il Governo è al lavoro per consegnare alla Com- missione europea il Piano nazionale di ripresa e resi- lienza «entro fine aprile»

con l’obiettivo di utilizzare rapidamente i 190 miliardi di prestiti e trasferimenti per spingere gli investimen- ti. A sua volta, il ministro del Lavoro Andrea Orlan- do ieri è tornato a parlare di Quota 100. Specifican- do questa volta che la di- scussione sulla previdenza

«non diventerà una priori- tà politica fino a che non avremo avviato il lavoro su altre due questioni che ri- tengo in questo momento più importanti: la riforma degli ammortizzatori e l’av- vio di un confronto con le Regioni sulle politiche atti- ve». —

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LA SITUAZIONE NELLE REGIONI PIÙ IMPORTANTI

Pfizer in arrivo il 29 marzo

i medici di famiglia che hanno aderito

50%

i medici e infermieri arrivati dalle agenzie interinali rispetto a quanto previsto

50%

Lazio

100 mila dosi

al giorno, si conta di arrivare a 40 mila centri vaccinali

169

200 i medici e infermieri arrivati

dalle agenzie interinali, il 30% di quanto previsto

30%

Sicilia

17 mila somministrazioni

Pfizer in arrivo ma solo il 5 aprile centri vaccinali

200

i medici di famiglia che hanno aderito

50%

Lombardia 200 mila dosi

al giorno, si conta di arrivare a 50 mila centri vaccinali 58

i medici e infermieri arrivati dalle agenzie interinali rispetto a quanto previsto

50%

Veneto 25 mila somministrazioni

Pfizer

centri vaccinali 102

in preparazione 20

i medici e infermieri arrivati dalle agenzie interinali rispetto a quanto previsto

10%

Emilia Romagna 95 mila dosi

AstraZeneca previste entro fine settimana 19 mila dosi

Pfizer già arrivate centri vaccinali, previsto uno

per ogni Comune piccolo

124

50 i medici e infermieri arrivati dalle agenzie interinali, il 10% di quanto previsto

10%

Campania 100 mila dosi

Pfizer già arrivate somministrazioni

al giorno l’obiettivo

50 mila

centri vaccinali 60 Puglia 80 mila dosi in arrivo entro il 24 aprile

centri vaccinali

137

i medici di famiglia che hanno aderito su oltre 3.000

1.300 Piemonte

1 milione di dosi

i medici di famiglia che hanno aderito

90%

somministrazioni al giorno l’obiettivo (ora sono 7 mila)

13 mila

in arrivo per fine aprile (su 169 mila annunciate) Liguria

25.600 dosi

100 i medici e infermieri arrivati dalle agenzie interinali, meno del 20% di quanto previsto

20%

i medici di famiglia che hanno aderito su 2.700

2.500

Pfizer già arrivate Toscana

50 mila dosi

attese la prossima settimana 90 mila dosi

Intesa fra ricercatori

La scienza italiana tifa per Sputnik

La scienza è neutrale, e sce- glie Sputnik. Questo il senso della tavola rotonda che si è svolta ieri tra Roma e Mosca, dove si sono dati appunta- mento in videoconferenza tecnici ed esperti italiani e russi per scambiarsi opinioni e informazioni su possibili forme di cooperazione. Il 10 aprile gli esperti dell’Ema sa-

ranno a Mosca per fare le loro valutazioni sul via libera al vaccino russo. «Dopo di allo- ra – ha detto l’assessore alla Regione Lazio Alessio D’Ama- to – nel caso di un via libera dall’Ema, siamo pronti a fir- mare un memorandum affin- ché tra lo Spallanzani e il Ga- maleya si inauguri uno scam- bio di ricercatori».

il ministro franco

«Gli aiuti dureranno fino alla fine del 2021»

MERCOLEDÌ 24 MARZO 2021

LA PROVINCIA PAVESE

FATTO DEL GIORNO 5

(5)

L’emergenza coronavirus

“I NUMERI DELLE TERAPIE INTENSIVE” DA FEBBRAIO 2020 A IERI

4.500

4.000

3.500

3.000

2.500

2.000

1.500

1.000

500

0

24/2 20/4 15/6 10/8 5/10 30/11 25/1

Grazia Longo / ROMA

Mentre il governo è impegna- to ad accelerare la campagna vaccinale e a renderla più omo- genea tra le varie regioni, cre- sce il numero delle vittime e dei ricoverati in terapia inten- siva. Questi ultimi sono 36 più di lunedì, per un totale di 3.546. Ma il dato più eclatante riguarda chi non è riuscito a vincere la battaglia contro il coronavirus: ieri sono morte 551 persone, contro le 386 di lunedì, per un numero com- plessivo di 105.879.

Non si toccava un simile re- cord negativo dallo scorso 19 gennaio, quando erano dece- dute 603 persone, e più recen- temente il 16 marzo con 502 decessi. E così, con i 75 morti segnalati ieri, il Piemonte su- pera la soglia dei 10mila, 10.023 per l’esattezza, di cui 4.661 solo a Torino. In questo triste primato il Piemonte è la quarta Regione a superare i 10.000 morti dopo Lombar- dia, Emilia Romagna e Vene- to. Soltanto la Valle d’Aosta co- munica zero decessi da sei giorni, mentre il maggior nu- mero di vittime ieri, oltre al Piemonte, è registrato in Lom- bardia (+99), Campania (+62, di cui 35 deceduti nelle ultime 48 ore e 27 deceduti in precedenza), Emilia-Roma- gna (+56) e Puglia (+46).

Ma a preoccupare c’è anche la pressione sul sistema sanita- rio, soprattutto per quanto concerne la terapia intensiva e la rianimazione. Quest’ulti- ma è cresciuta di 317 ingressi contro i 227 di lunedì. I mag- giori incrementi di pazienti Covid si registrano invece nel- le terapie intensive del Veneto (17 posti letto occupati in più in un giorno), seguita da Lom- bardia (+14), Campania e Li- guria (+7), Emilia e Lazio (+5).

Nei reparti ordinari sono in- vece ricoverate 28.428 perso- ne, con un incremento di 379

unità nella giornata di ieri. So- no 335.189 i tamponi moleco- lari e antigenici effettuati; l’al- tro ieri i test erano stati 169.196.

Il tasso di positività è del 5,6% (l’altro ieri era all’8,1%), in calo del 2,5%.

Il bollettino di ieri evidenzia 18.765 nuovi casi positivi al Covid. La regione con il mag- gior incremento è la Lombar- dia (3.643) seguita dal Pie- monte, dove si registrano 2.080 nuovi contagiati. Ben ol- tre i mille nuovi positivi anche in Veneto (1.966), Campania (1.862), Puglia (1.664), Emi- lia-Romagna (1.578), Lazio (1.491) e Toscana (1.062). In Sicilia i nuovi casi accertati so- no 751, il Friuli-Venezia Giu- lia ne riporta 548, mentre tut- te le altre Regioni si fermano sotto quota cinquecento con- tagi.

Fin qui i numeri, con cui ie- ri, come ogni giorno, è stato aggiornato il bilancio della pandemia che da un anno ha stravolto le nostre vite. Intan- to prosegue la discussione, a li- vello politico, sull’opportuni- tà di riaprire in zona rossa al- meno la scuola d’infanzia e la primaria, come ha chiesto lu- nedì la ministra delle Pari op- portunità, Elena Bonetti. Tra i ministri c’è però chi invoca prudenza e invita a guardare alla stretta decisa proprio in queste ore in Germania, che ha prorogato il lockdown du- ro fino al 18 aprile, pur con me- no contagi e meno morti dell’I- talia (ma scuole e asili rimar- ranno aperti, al momento, con test-antigenici veloci due volte a settimana).

Tra le ipotesi che si fanno largo in queste ore, per il no- stro Paese, c’è anche quella di una proroga delle misure oggi in vigore fino al 15 aprile. Ma al momento non c’è nulla di si- curo e in molti, anzi, credono che questa non sia una strada percorribile.

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Balzo ricoveri in terapia intensiva 551 morti: si torna come a gennaio

Ipotesi proroga delle misure al 15 aprile. Dopo la Lombardia anche il Piemonte supera le 10mila vittime

a pasqua

In Germania le varianti riportano il lockdown

Consegna di vaccini Pfizer all'ospedale Santa Maria della Pietà a Roma

IL BOLLETTINO

551

18.765

5,6%

Uski Audino / / BERLINO Per Pasqua #rimaniamo a casa, è l’hashtag lanciato dalla cancelleria tedesca.

La situazione «è molto, molto seria» dice Angela Merkel. «I nuovi casi salgo- no in maniera esponenzia- le» e «i letti in terapia inten- siva si riempiono di nuo- vo» per la diffusione delle varianti del Covid-19, dice dopo un serrato confronto con i 16 Länder. Magro il suo bottino: chiusure pa- squali di 5 giorni invece di 3, divieto di spostamenti interni e prolungamento del lockdown. Le desidera- te riaperture pasquali nel- le località turistiche non ci saranno. Fa paura la va- riante britannica, diffusa nel Paese nel 70% dei casi.

La variante inglese è

«più infettiva e più morta- le» e «dobbiamo aspettarci che questa terza ondata sa- rà più violenta della prece- dente», dice il capo dell’Uf- ficio di Cancelleria Helge Braun. Le vaccinazioni de- gli anziani procedono, ma la diffusione del virus tra i giovani e la lungodegenza dei malati Covid rischia di portare il sistema sanita- rio al collasso. Lunedì il nuovo allarme del presi- dente dell’associazione dei medici di terapia inten- siva, Gernot Marx: «Stia- mo iniziando la terza onda- ta nelle unità di terapia in- tensiva con un numero di pazienti molto alto»: con oltre 3.100 posti letto in in- tensiva già occupati, ne re- stano liberi poco più di 3.500. E «ci aspettiamo nel- le prossime settimane un rapido aumento di mala- ti». Se il nuovo lockdown prevede un divieto di spo- stamenti interni e la chiu- sura delle attività per i gior- ni di Pasqua, nessuna limi- tazione invece è prevista per quei 40.000 tedeschi che hanno prenotato le va- canze a Maiorca. —

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MERCOLEDÌ 24 MARZO 2021

LA PROVINCIA PAVESE

FATTO DEL GIORNO 7

(6)

3

MERCOLEDÌ — 24 MARZO 2021

Primo Piano

Bologna, l’autopsia ha rivelato che il 61enne aveva il Covid

Prof morto dopo AstraZeneca La procura: «Nessun legame»

VERGATO (Bologna)

«I consulenti tecnici, all’esito dell’autopsia, hanno comunica- to l’insussistenza di evidenze di una correlazione fisiopatologi- ca causale tra il decesso e la somministrazione di vaccino AstraZeneca». Lo dichiara il pro- curatore capo di Bologna, Giu- seppe Amato, in merito all’in- chiesta sul decesso di Giuseppe Morabito (foto), 61 anni, vice-

preside delle scuole medie ’Veg- getti’ e ’Don Milani’ di Vergato e Grizzana Morandi, nel Bologne- se, trovato morto in casa il 13 marzo scorso, una decina di giorni dopo aver ricevuto una dose della profilassi.

«L’esito dell’autopsia ha peral- tro fatto rilevare che il decedu- to – afferma il procuratore capo di Bologna – era portatore di in- fezione da Sars-Cov 2. Gli esami vanno ulteriormente suffragati, ma allo stato, come riferito, non

sono emersi legami tra la morte e la somministrazione del vacci- no».

Sul decesso del docente era stato aperto un fascicolo d’inda- gine (senza iscritti nel registro degli indagati) per far luce sulle cause della morte e verificare la sussistenza di un nesso causale

fra questa e la somministrazio- ne del vaccino che, ricordiamo, protegge dalla malattia e non dall’infezione in sé.

Pare che l’uomo nei giorni pre- cedenti avesse manifestato un malessere, parlando con alcuni colleghi. Erano stati proprio lo- ro, insospettiti dalle mancate ri- sposte al telefono, a decidere di andare da Morabito: l’insegnan- te è stato trovato morto nel suo letto dai sanitari del 118, allertati insieme con i carabinieri. L’ulti- ma telefonata a una collega pri- ma del successivo ritrovamen- to, prova il grave stato di salute dell’uomo: «Non chiamatemi, fa- tico a parlare».

red. int.

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Report settimanale sulle regioni Pochi vaccini? Arriva l’esercito

Il governo punta a un monitoraggio costante e a una sorta di commissariamento per chi resta indietro

CAPITOLO SCUOLA

Possibile riapertura di nidi e materne anche in zona rossa Dopo Pasqua rientro in aula dei ragazzi fino alla prima media

FIRENZE

Lo hanno detto al loro medico, lo hanno ribadito in mail e telefonate e alla fine lo hanno scritto anche nei cartelli, postati dalla nipote su Instagram e diventati virali.

Pierdomenico Vannini e la moglie Marinella Ermini, 82 e 77 anni, fiorentini, chiedono risposte. «Passo le giornate al telefono in attesa di una chiamata del medico – spiega lui –.

Vorrei essere vaccinato, o almeno avere una data certa. Invece, quando ho detto che questa

situazione mi sta creando un’enorme ansia, il dottore mi ha detto di prendere le ‘goccioline’.

Ma io non ne ho bisogno, voglio solo il vaccino!».

Pierdomenico e Marinella, prima di arrivare alle proteste social ne hanno provate tante: telefonate e visite al medico di famiglia, chiamate alla Asl e alla Regione. «Le altre

vaccinazioni vanno avanti – continua Pierdomenico – dagli avvocati al personale scolastico. E noi che siamo i più fragili non abbiamo notizie anzi, io so di avere davanti più di cento persone. Ho buoni motivi per avere paura: temo di prendere il virus e di passarlo a mia moglie, gravemente immunodepressa. Sarei disposto anche a

spostarmi per vaccinarmi senza passare avanti a nessuno».

Lisa Ciardi di Veronica Passeri

ROMA

Scatta il monitoraggio settima- nale del governo sull’andamen- to della campagna vaccinale nelle singole regioni. Il tutto mentre un milione di dosi Pfizer è stato trasferito agli enti locali che, come richiesto dal premier Mario Draghi, dovranno coordi- narsi di più con lo Stato centra- le. In cambio Palazzo Chigi ha assicurato la disponibilità ad in- viare task force della Protezione civile e della Difesa per risolvere eventuali criticità. S’inserisce in questo contesto la strategia del governo di una valutazione setti- manale dell’andamento della campagna di somministrazione nelle regioni per intervenire in caso di gap tra i diversi territori e qualora non venissero rispetta- te le priorità indicate dal piano nazionale. Una mossa che trova sul chi va là il fronte dei governa- tori.

Ieri, intanto, il premier ha fatto il punto sull’evoluzione della pandemia da Covid-19, analiz- zando i dati epidemiologici - con il bollettino che ha segnato 551 morti e un tasso di positività del 5,6% – insieme al ministro della Salute Roberto Speranza e ai vertici del Cts, il portavoce Sil- vio Brusaferro e il coordinatore Franco Locatelli. Peraltro, fonti della struttura commissariale che fa capo a Figliuolo hanno ri- badito, dopo l’allarme che si era diffuso sulla situazione nelle car- ceri, che i detenuti rientrano tra le categorie prioritarie per la vaccinazione. Il governo adesso guarda alle misure da prendere alla scadenza di quelle attuali,

prevista il 6 aprile. Il nuovo de- creto, secondo quanto hanno spiegato diversi esponenti nella maggioranza, dovrebbe arriva- re la prossima settimana anche per dare ai cittadini, ai lavorato- ri, alle imprese e alle famiglie – aspetto a cui Draghi tiene molto – il tempo di organizzarsi e di non essere colti alla sprovvista.

In questo senso nella serata di ieri si è riunita la cabina di regia ma non sono ancora state prese decisioni. Due le questioni più grosse da affrontare: il tema de- gli spostamenti tra le regioni e la riapertura della scuola, con il pressing in tal senso di larghe parti della maggioranza e del go- verno. Tra le ipotesi che circola- no con insistenza c’è quella di una mini-proroga (forse all’11 aprile) delle misure attualmente in vigore, allargando le maglie della stretta sulla scuola: potreb-

be essere consentito il ritorno sui banchi, anche in zona rossa, almeno ai più piccoli (0-6 anni) superando il giro di vite deciso con il Dpcm dello scorso due marzo. Ma sull’11 aprile il mini- stro Speranza ha ribadito che non sono state prese decisioni.

Nell’immediato, ha spiegato la ministra Elena Bonetti (Iv), e «al- la luce dei nuovi dati», «si sta va- lutando se questo tipo di inci- denza permetterà di avere una rivalutazione in zona rossa per i primissimi anni». Inoltre «appe-

na una Regione passa in arancio- ne, e non ci sono più gli elemen- ti scientifici per dire che quella scuola deve essere chiusa, le scuole vanno aperte», ha ag- giunto. Per le prossime settima- ne, poi, l’orientamento sarebbe di riaprire dopo Pasqua e di far tornare in presenza tutti gli stu- denti fino alla prima media. «La- voriamo giorno e notte per po- ter riaprire», ha assicurato il tito- lare dell’Istruzione Patrizio Bian- chi, che però deve fare i conti con una parte di ministri che continua a predicare massima prudenza.

Tutte queste decisioni dipende- ranno dall’andamento della campagna vaccinale. E da un nuovo vaccino, per giunta mo- nodose, in arrivo: quello di J&J, atteso ad aprile, che potrebbe essere destinato inizialmente agli over 80 e ai più fragili.

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Campagna a rilento

Pierdomenico Ballini e la moglie Marinella Ermini, 82 e 77 anni: da giorni i due anziani chiedono invano di essere vaccinati. La loro protesta è arrivata su Internet

FIRENZE

Coppia di anziani protesta sui social

«Fateci il vaccino»

(7)

4

MERCOLEDÌ — 24 MARZO 2021

Primo Piano

di Alessandro Farruggia ROMA

L’incubo ritorna. Come la scor- sa primavera le terapie intensi- ve e sub-intensive, e i letti di area medica Covid, stanno satu- randosi giorno dopo giorno. La percentuale nazionale delle te- rapie intensive è al 39% e quella delle aree non critiche è al 43%.

Ma c’è chi sta peggio. Per le ‘in- tensive’ le Marche sono al 61%, la Lombardia al 59%, la provin- cia di Trento al 58%, il Piemonte al 55%, l’Emilia-Romagna al 52%, l’Umbria al 48%, il Friuli al 47%, la Toscana al 40%, la Pu- glia al 39%. Considerato che la soglia di allarme è al 30%, è det- to tutto. «Aumenteremo del 115% i posti letto e nelle terapie intensive, assumeremo medici e infermimeri» prometteva il mi- nistro della Salute Roberto Spe- ranza lo scorso maggio. Facen- do intravedere un 2021 sereno.

Ma la narrazione tranquillizzan- te non si è tradotta in atti ade- guati e gli ospedali, un anno do- po, sono ancora sotto pressio- ne. «È stato un anno difficilissi- mo – dice oggi lo stesso Speran- za – ed è ancora dura. Negli ospedali c’è ancora tantissima pressione». Le misure di un inte- ro anno non sono bastate a ri- durla, probabilmente perché, a differenza della narrazione del governo Conte, è stata sprecata l’estate quando si potevano po- tenziare gli ospedali e la sanità territoriale e lo si è fatto solo in parte.

L’apparenza, inganna. Basti pensare che stando ai dati uffi- ciali dell’Agenas (l’Agenzia na- zionale per i servizi sanitari re- gionali), i letti di terapia intensi- va sono passati dai 5.179 pre Co- vid a uno stratosferico 9.063 og- gi (più ulteriori 867 attivabili), con un aumento medio da 8.4 a 15 letti ogni 100 mila abitanti.

Possibile? Secondo Agenas, il Veneto è passato da 10,1 a 20,4 letti per 100 mila abitanti, l’Emi- lia-Romagna da 10,1 a 17,1, la Lombardia da 8,5 a 14, la Tosca- na da 9,2 a 16,3, le Marche da 7,6 a 15,7, la provincia di Bolza- no è balzata da 7 a 18,8, il Lazio da 9,6 a 16,1, la Campania da 5.8 a 10,7.

Tutti fenomeni? Purtroppo le

terapie intensive, con numeri as- solutamente analoghi a quelli della primavera scorsa, sono di nuovo in ginocchio. I posti in più non sono bastati a togliere le castagne dal fuoco. Dalle Mo- linette di Torino, al San Pietro di Roma, dal Sacco di Milano al Sant’Orsola di Bologna la musi- ca è la stessa. Tra gli addetti ai lavori c’è la convinzione che l’aumento dei letti a disposizio- ne ci sia effettivamente stato, ma in realtà sia meno scintillan- te di quello che dicono le stati- stiche ufficiali. «Ho parecchie perplessità sui posti letto di tera- pia intensiva riportati sul sito dell’Agenas su dati del Ministe- ro della Salute – osserva il dot-

tor Carlo Palermo, presidente dell’Anaao-Assomed –. Che ci sia stato un incremento di posti letto è sicuro, ma che sia avve- nuto in questi termini ho molti dubbi. Saranno stati attivati al massimo tremila letti aggiuntivi, superando di poco gli 8 mila let- ti».

«Come può il Veneto – prose- gue il presidente del più grosso sindacato ospedaliero – essere passato dai 494 posti letto pre Covid agli attuali mille tondi ton- di? E con quale personale, visto che non risultano tante assun- zioni?». Non ci sono, dice. «E quindi – conclude Palermo – non metto in dubbio che i nove- mila posti letto di terapia intensi-

va siano stati creati, ma credo che non siano realmente opera- tivi. I letti sono tali se sono fatti funzionare dal personale. E il problema è che mancano alme- no 3.100 medici e molti più in- fermieri».

Dal fronte degli infermieri si confermano le perplessità. E si fanno cifre importanti. «Anche a nostro avviso – osserva Silvia Scelsi, presidente dell’Aniarti, il sindacato nazionale degli infer- mieri di area critica – i posti in rianimazione sono certamente aumentati, ma i letti realmente disponibili sono meno di nove- mila, probabilmente attorno a 8 mila. Ma quei letti qualcuno de- ve saperli usare, è un problema di competenze. Manca il perso- nale per farli funzionare tutti.

Certo, sono stati immessi degli infermieri, spesso senza espe- rienza specifica o appena lau- reati, ma la realtà è che oggi tut- tora mancano dai 15 ai 17 mila in- fermieri di area critica, con i po- sti letto attuali».

«Si poteva agire con più decisio- ne la scorsa estate – prosegue – ad esempio mantenendo nell’area intensiva gli infermieri che erano stati trasferiti a prima- vera e che sono stati riportati nelle aree di appartenenza pen- sando che l’emergenza fosse fi- nita e che serviva si potevano ri- chiamare. Errore grave. Se fos- sero rimasti nei reparti Covid avrebbero affrontato più prepa- rati l’emergenza che è riesplosa e continua a fare migliaia di mor- ti».

La disperata ricerca di persona- le specializzato ha poi avuto un altro effetto secondario, quello di ridurre drammaticamente gli spazi per i malati non Covid. «È grave – rincara la dose Palermo di Anaoo Assomed – che sotto la spinta dell’emergenza per re- perire anestesisti rianimatori si siano ridotte fortemente le atti- vità delle chirurgie, limitandole spesso alle sole urgenze e che si siano sostanzialmente espulsi migliaia di malati non Covid dai percorsi di cura. Questa è una cosa molto grave che paghere- mo successivamente, al pari del blocco della prevenzione, con un aumento della mortalità».

Un’altra terribile eredità dell’epi- demia di Covid 19.

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Le terapie intensive

20/4 15/6 10/8 5/10 30/11 25/1 22/3

24/2

L’Ego-Hub

INIZIO LOCKDOWN FINE LOCKDOWN DPCM ZONE ROSSE

2020 2021

2 aprile 2020

4.053 ricoverati 26 novembre 2020

3.846 ricoverati IERI 3.546 ricoverati

4.500 4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0

Ospedali al collasso come un anno fa Reparti potenziati? Nessuno li ha visti

Speranza aveva promesso: «Aumenteremo del 115% le terapie intensive». Ma con gli stessi ricoveri del 2020 siamo di nuovo nei guai

La vaccinazione anti Covid per i medici e gli operatoti sanitari non è obbligatoria, ma

rappresenta un requisito essenziale per l’esercizio della professione. Per questo, un giudice di Belluno ha ritenuto giusta la sospensione dal lavoro e dallo stipendio di dieci operatori di Rsa nel Bellunese che avevano rifiutato

l’immunizzazione. Una sentenza accolta dalle organizzazioni di medici e infermieri che

sottolineano come, tuttavia, coloro che hanno detto ‘no’ al vaccino nelle due categorie rappresentino una ristrettissima minoranza. Il giudice di Belluno Anna Travia ha dunque respinto le richieste di due infermieri e otto operatori

sociosanitari che avevano rifiutato di sottoporsi alla somministrazione della dose vaccinale lo scorso febbraio e che per questo erano stati sospesi dal lavoro.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, 42 anni

L’EMERGENZA CONTINUA

La soglia critica è il 30%

delle postazioni occupate

L’Italia è al 39%

EFFETTI COLLATERALI

Sono stati ridotti gli spazi per i malati non affetti da Covid Così la mortalità aumenterà

IL GIUDICE: È GIUSTO

Infermieri e operatori non vaccinati Stipendio sospeso

Terapie intensive, la nostra inchiesta

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