Corso di Laurea Magistrale in Servizio Sociale, Politiche Sociali, Programmazione e Gestione dei Servizi
Corso di Metodologia della Ricerca – Livello Avanzato
Dott.ssa Monica Pascoli a.a. 2020/2021
Lezione 4 Trieste, 14 ottobre 2020
Strategia di ricerca quantitativa
• Un problema di ricerca consta sempre di due elementi: un oggetto sociale e le proprietà di esso che rappresentano l’interesse specifico dell’indagine che si intraprende.
• La ricerca quantitativa è mossa dalla volontà di indagare numerose
proprietà di un oggetto sociale concepito come categoria o aggregato.
L’indagine è volta all’esame dell’andamento di tali proprietà e delle relazioni che tra esse intercorrono.
Strategia di ricerca quantitativa
• Natura dell’inferenza, ossia il rapporto che la ricerca intrattiene con la teoria. Ruolo forte delle teorie: il rapporto tra teoria e ricerca è
strutturato in fasi logicamente consequenziali e la teoria precede l’osservazione, ma quest’ultima mira non al sostegno tramite dati
empirici della teoria precedentemente formulata ma al suo controllo.
La ricerca svolge un ruolo attivo nei confronti della teoria, la stimola, la riformula, la riorienta, la chiarifica.
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Strategia di ricerca qualitativa
• Approccio naturalistico all’oggetto di indagine, volto a rispecchiare l’oggetto nella sua naturalità. Con gli approcci qualitativi si studiano atteggiamenti, comportamenti, valori e credenze di individui nel loro
ambito di esperienza personale, quando sono più rilevanti a tale riguardo, gli aspetti psicologico-sociali e culturali rispetto a quelli sociali e strutturali.
• I concetti che orientano l’osservazione non devono essere tradotti in precisi strumenti di rilevazione, le variabili, indirizzati verso una serie di referenti empirici prestabiliti, ma hanno piuttosto una funzione di guida e di
avvicinamento al piano osservativo.
• Il rapporto con la teoria della tipica ricerca qualitativa è caratterizzato dall’insistenza con cui il ricercatore assegna alla ricerca il compito di far emergere la teoria.
L’avalutatività della ricerca
• “Il ricercatore può indicare gli strumenti più idonei in vista del
conseguimento di determinati fini, ma esula completamente dal suo ambito di competenza scientifica lo slittamento dal condizionale al prescrittivo, dal possibile all’ineluttabile, dal descrittivo al normativo.
È tuttavia importante chiarire che l’avalutatività dell’indagine non significa assenza di valori, ma assenza di prescrizioni, cioè giudizi di valore di tipo normativo”. (Statera)
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L’avalutatività della ricerca
• “Per intendere adeguatamente il concetto di avalutatività – ed anche quello di oggettività – bisogna distinguere il “riferimento al valore”
dal “giudizio di valore di tipo prescrittivo” Il primo è in un certo senso garanzia di oggettività, almeno nella misura in cui l’esplicazione di
una serie di scelte, socio-culturalmente condizionate, renda possibile il controllo pubblico delle procedure e dei reperti della ricerca; il
secondo è materia di filosofia sociale, esortazione ideologica,
indicazione morale, che nulla ha a che vedere con la scienza”. (Statera, pag. 69).
La ricerca scientifica
• La ricerca scientifica è un processo creativo di scoperta (in quanto
evoca le capacità personali del ricercatore) che si sviluppa secondo un itinerario prefissato e secondo procedure prestabilite che si sono
consolidate all’interno della comunità scientifica.
• Il lavoro dello scienziato non consiste solo nel produrre teorie, ma anche nel metterle alla prova, e nel farlo deve seguire delle regole ben precise. Per questo la ricerca si deve sviluppare all’interno di un quadro collettivamente condiviso perché essa è, innanzitutto, un
processo collettivo.
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La ricerca scientifica
Ciò implica:
1. il controllo (pubblicità e ripetibilità): i concetti e i procedimenti adoperati devono essere standardizzati e i risultati corroborati anche da altri
«La scienza è pubblica e non privata … I concetti e i procedimenti adoperati anche dal più intuitivo dei sociologi, devono essere standardizzati, e i risultati delle loro intuizioni debbono poter essere verificati anche da altri» [Merton 1968, trad. it. 1994, 119]
«Pubblicità, Controllabilità, Ripetibilità l’unica possibile oggettività della conoscenza sociologica» [Statera 1984, 250]
1. la cumulatività: la scienza è accumulazione sistematica di conoscenza
«Se ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle di Giganti» [Isaac Newton]
I requisiti della ricerca scientifica
1. ripetibilità
2. controllabilità
3. pubblicizzazione delle procedure di ricerca 4. ispezionabilità della base empirica
5. impiego della statistica
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Il percorso di ricerca
Le attività che compongono il processo di ricerca sono:
1. formulazione del problema d’indagine 2. concettualizzazione del problema
3. progettazione e costruzione della base empirica: la costruzione della base empirica indica il processo di raccolta delle informazioni che rispondono alle esigenze del ricercatore
4. trattamento, elaborazione e analisi della base empirica 5. esposizione dei risultati della ricerca
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1) Formulazione del problema d’indagine
• Il problema d’indagine è costituito logicamente da due elementi: un oggetto sociale e le sue proprietà
• I problemi vanno esplicitati (originating questions).
• l’indagine scientifica costituisce il tentativo di fornire risposte soddisfacenti a domande interessanti. Merton distingue tra:
1. ragioni teoriche (es. il tentativo di connettere le ipotesi di ricerca ad una teoria, per metterne alla prova l’utilità e l’adeguatezza)
2. ragioni pratiche, che rimandano alla possibilità di trovare una soluzione operativa relativa al problema d’indagine.
La teoria
“Insieme di proposizioni organicamente connesse che, si
pongono ad un elevato livello di astrazione e generalizzazione rispetto alla realtà empirica, le quali sono derivate da
regolarità empiriche e dalle quali possono essere derivate delle previsioni empiriche”
(P. G. Corbetta, 2003, 18)
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2) Concettualizzazione del problema
• Formulare un problema significa concettualizzarlo: opera di riduzione e traduzione che ha come risultato la elaborazione di un insieme di nozioni (riferite a proprietà, attributi, caratteri, relazioni) specificate nel loro significato e connesse in uno schema concettuale.
• La ricerca sociale ha come unità di analisi (ossia specifici oggetti sociali cui è interessata l’indagine): gli individui, i gruppi sociali, gli aggregati territoriali di individui, le organizzazioni e le istituzioni, gli eventi, i prodotti culturali.
L’ipotesi
• La validità di una teoria dipende dalla sua traduzione in ipotesi
empiricamente controllabili, perché se una teoria è troppo vaga per dar luogo ad ipotesi, non può essere controllata nella realtà. Il criterio della controllabilità empirica è il criterio stesso della scientificità. Per spiegare un fenomeno sociale (controllo empirico), la proposizione teorica (teoria) deve essere articolata in ipotesi specifiche perché la sua validità.
• L’ipotesi è una proposizione in forma di relazione tra variabili con la differenza, rispetto alle leggi ed alle generalizzazioni empiriche, che non è stata ancora sottoposta al vaglio empirico.
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L’ipotesi
• L’ipotesi si colloca su un livello inferiore di astrazione e di generalità rispetto alla teoria e permette una traduzione della teoria in termini empiricamente controllabili, in altre parole, la teoria è generale
mentre l’ipotesi ne rappresenta un’articolazione specifica. Essa è
un’affermazione provvisoria, ancora da provare che deriva dalla teoria e che attende il controllo empirico per poter essere confermata.
• Rispetto alla teoria, l’ipotesi è:
• meno astratta (più concreta)
• meno generale (più specifica)
• più provvisoria: deriva dalla teoria ma necessità di corroborazione.
L’ipotesi
• Una volta identificata l’ipotesi è necessario procedere ad una
riduzione della complessità della realtà, definendo, innanzitutto, i concetti che costituiscono l’ipotesi specificandone le proprietà e gli oggetti ai quali tali proprietà afferiscono. Ciò consente di
identificare gli “strumenti” empirici utili alla raccolta (casi e variabili) e alla elaborazione dei dati (matrice dati).
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I concetti
• È proprio grazie alla capacità di formare concetti che l’uomo raccoglie e rappresenta in categorie ciò che si perderebbe altrimenti nella
caotica molteplicità dell’esperienza.
• L’uomo ha la necessità di semplificare attraverso la rappresentazione, l’organizzazione in categorie, per orientarsi e agire.
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I concetti
Il concetto è:
1. un ritaglio operato in un flusso di esperienze infinito e mutevole; si considera nell’interezza un certo numero di queste esperienze e una volta individuate come nucleo unitario ci sarà facile riconoscere esperienze analoghe;
2. la maniera in cui il ritaglio deve essere volta per volta individuato non dipende dalle qualità intrinseche delle sensazioni, ma dipende dalle
necessità di un certo individuo, gruppo, società. Questo appare evidente se consideriamo le differenze nel modo di “ritagliare i concetti” fra una società e l’altra oppure tra strati sociali, gruppi professionali, generazioni diverse
all’interno della società. E già Weber afferma che “la formazione dei concetti dipende dalla posizione dei problemi e quest’ultima varia con il contenuto della cultura stessa”.
I concetti
• La caratteristica principale del concetto è quella di non essere vera o falsa. Il concetto non afferma nulla.
• L’utilità è il criterio con cui sono valutati e selezionati i concetti dell’uso comune (ma anche i concetti scientifici).
• Un asserto afferma qualcosa, e quindi può essere giudicato vero o falso
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operazioni mentali formulazioni
per comunicare ambito
pre-assertorio
CONCETTI TERMINI
ambito assertorio ASSERTI (o nessi fra asserti) PROPOSIZIONI
Importanza dell’ambito pre-assertorio
Gli asserti si fondano sempre sui concetti:
1. senza concetti non si costruiscono gli asserti
2. anche senza asserto un concetto può essere utile perché riorganizza e aiuta a comprendere (es. anomia, eterodirezione, universalismo) 3. concetto non chiaro equivale ad asserto non chiaro
Invece spesso si sottovaluta l’ambito pre-assertorio perché si ritiene, a torto, che i concetti rispecchino fedelmente i loro referenti e che
possano essere dati per scontati.
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La traduzione empirica di una teoria
• La validità di una teoria dipende dalla sua traduzione in ipotesi empiricamente controllabili;
• l’ipotesi, a sua volta, è una proposizione che implica una
interconnessione fra due o più concetti (un nesso causale) legati tra di loro attraverso il processo della deduzione;
• per questo motivo, una volta identificata l’ipotesi è necessario
procedere ad una riduzione della complessità della realtà, definendo, innanzitutto, i concetti che costituiscono l’ipotesi specificandone le proprietà e gli oggetti ai quali tali proprietà afferiscono;
• ciò consente di identificare gli “strumenti” empirici utili alla raccolta (casi e variabili) e alla elaborazione dei dati (matrice dati).
Come si traducono i concetti
• Come si traducono i concetti: si danno definizioni, si individuano dei significati e si mette anche in conto di dover tradurre alcuni di questi
concetti attraverso un insieme di operazioni che tutte assieme portano a quella che noi chiamiamo “definizione operativa”.
• La “definizione operativa” è un complesso di operazioni attraverso le quali noi trasformiamo un concetto in una variabile.
• Lazarsfeld individuò questo modello indicando quattro fasi.
1. rappresentazione figurata del concetto 2. analisi dimensionale del concetto
3. individuazione e scelta degli indicatori 4. costruzione degli indici empirici
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Intensione ed estensione di un concetto
• I concetti possono essere studiati in base alla loro utilità e in base al loro livello di generalità
• Di un concetto è possibile analizzare:
1. l’intensione, ossia l’insieme di caratteristiche che costituiscono il significato di un concetto (es. uomo, uomo mancino); un concetto è la sua intensione, ossia l’insieme dei suoi aspetti
2. l’estensione, ossia l’insieme dei referenti (oggetti, fenomeni) al quale si riferisce un concetto
• Aumentando il numero delle caratteristiche che costituiscono
l’intensione di un concetto ne diminuisco l’estensione, e viceversa.
Rapporto tra concetto e indicatore
• Un concetto è più generale di un altro quando ha maggiore estensione (minore intensione).
• Si può quindi immaginare questi concetti come situati su differenti gradini di una ipotetica scala di generalità.
• Il concetto da indicare è un concetto che ha una minore intensione ed una maggiore estensione; il concetto indicatore, rispetto al concetto da indicare, invece, avrà una maggiore intensione ed una minore
estensione (es. il concetto di razzismo)
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Concetto di oggetto e concetto di proprietà
• Il tipo di oggetti di cui si occupa una determinata ricerca scientifica si dice unità
• I particolari oggetti di cui si occupa quella data ricerca sono casi
• Quali concetti possano essere attribuiti come proprietà agli oggetti, dipende dal tipo di oggetti di cui si tratta.
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UNITÀ DI ANALISI DEFINIZIONE OPERATIVA CASI
tipo di oggetti di cui definizione dell’ambito spazio-temporale particolari unità di cui
si occupa la ricerca e campionamento si occupa la ricerca
PROPRIETÀ DA RILEVARE DEFINIZIONE OPERATIVA VARIABILI caratteristiche delle unità
Definizione operativa
• Definizione operativa della proprietà X: è il complesso di regole che guidano le operazioni con cui lo stato di ciascun caso sulla proprietà X viene rilevato, assegnato a una delle categorie stabilite in precedenza e registrato nel modo necessario a permetterne la successiva analisi con le tecniche che si intende utilizzare.
• La definizione operativa è una serie di convenzioni e di regole che permettono di rilevare gli stati su una proprietà e di registrarli sul vettore di una matrice.
• Esattamente come i concetti, le definizioni operative non sono vere né false.
Gli indicatori
• Molti concetti di grande importanza teorica non possono essere definiti in modo soddisfacente mediante una specifica operazione. Tali concetti sono così generali che il ricercatore non trova nella loro intensione, spunti
sufficienti per fissare una definizione operativa.
• Il dislivello semantico fra essi e le operazioni concrete è troppo ampio per essere coperto in un solo passaggio ed è necessario scendere uno o più gradini nella scala di astrazione per trovare un concetto i cui attributi suggeriscano direttamente una serie di operazioni.
• La definizione operativa serve a precisare e concretizzare tale astrattezza.
Attraverso la definizione operativa registro gli stati sulle proprietà che reputo più idonee a concretizzare il concetto iniziale, troppo ampio per poter essere indagato direttamente.
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Gli indicatori
• Il concetto più specifico è chiamato indicatore del concetto più generale e tra i due si è stabilito un rapporto di indicazione.
• Dato che gli indicatori sono per loro natura concetti specifici per
riuscire a cogliere la complessità di un concetto generale è sempre necessario ricorrere a più indicatori.
• Allo stesso momento uno stesso concetto direttamente
operativizzabile può essere indicatore di concetti generali diversi.
Il rapporto di indicazione
1. è un rapporto di rappresentanza semantica
2. dipende dal contesto (non è fissato una volta per tutte) 3. ha una natura stipulativa (il ricercatore ne è responsabile) 4. non necessariamente deve essere individuato prima della
rilevazione dei dati
5. presuppone sempre la presenza di una parte indicante e di una parte estranea: rispetto al concetto generale, un concetto più
specifico è da un lato legato al concetto generale stesso, dall’altro invece è estraneo al concetto generale.
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Indicatori
• La copertura semantica dell’indicatore non coincide con l’estensione semantica del concetto indicato. Il concetto indicato ha più
sfaccettature, più aspetti L
• ’ideale sarebbe per ciascuna sfaccettatura trovare un diverso indicatore.
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