per una Comunità Educante
bullismo sì \ bullismo no
Bullismo
Cyberbullismo
Bullismo e Cyberbullismo Molto se ne scrive:
è il momento di ascoltare, proporre, realizzare.
Molta strada è stata compiuta insieme da quando, per impulso dell’Istituto Comprensivo Piazza Marconi, è stato, il 10-5-2006, affrontato il tema
“La formazione del cuore” .
Saltando confini angusti, è urgente compiere passi importanti
per riuscire ad essere
“Comunità educante”
spegnete il
cellulare guardatevi
negli occhi
spegniamo il
cellulare
guardiamoci negli
occhi
Io ci sono:
contro il bullismo
e il disagio giovanile
Insieme
si può
interessa anche
a te
interessa anche
a me
da soli
è
tempo perso
I nomi
le persone che
Vengono citate
servono soltanto per
affermare che:
Interessa a tutti!
Non
perché siamo ma perché cerchiamo di divenire
essere, prendere,
sempre più, coscienza
di essere una
comunità educante
c o s t r e t t i a
Curare il Bullismo
Ø
l a v o r i a m o p e r
Prevenire il Bullismo
Ø
n o s t r o i d e a l e è
Rendere
bella la vita
• il prete non è quello che ti fa il funerale
• il carabiniere non è quello che ti mette in galera
• la psicologa non è quella che ti manda al manicomio
• lo psichiatra non è il dottore dei matti
• il neurologo non è lo «strizzacervelli»
• il dirigente scolastico non è quello che ti boccia
• il professore non è quello che ti prende per cretino
• la catechista non è quella che ti fa fare la prima Comunione o la Cresima
****
il campanaro
è quello che ti «zitta»
quando
chiacchieri troppo
• il prete non è quello che ti fa il funerale o ti manda all’Inferno, ma ti aiuta a comprendere la Bellezza del tuo rapporto amorevole con Dio;
• il carabiniere non è quello che ti mette in galera, ma è colui al quale puoi chiedere aiuto per prevenire qualcosa che ti potrebbe far soffrire e che ti aiuta a comprendere la Bellezza di un abbraccio piuttosto che la sofferenza delle manette;
• la psicologa non è quella che ti manda al manicomio, ma colei alla quale rivolgerti per guardare in te stesso e comprendere che anche a te la vita ha riservato non solo
preoccupazioni ma tante soddisgazioni e gioie da vivere insieme con persone che ti vogliono bene;
• lo psichiatra non è il dottore dei matti, ma colui che ti aiuta a comprenedere come agire per sanare abitudini, desideri, che ti aiutino a trovare la tua strada nella vita in rapporto di fiducia e speranza
• il neurologo non è lo «strizzacervelli» ma colui che ti sostiene in uno stato di vita e di salute non perfetto per giungere al minimo ad una vita accettabile, al massimo trovare di nuovo la strada della tua esistenza;
• il dirigente scolastico non è quello che ti boccia, ma colui che può aiutarti a manifestare tutta la bellezza che esiste in te e aiutarti a d essere capace di manifestarla d altri;
• il professore non è quello che ti prende per cretino, ma colui che ti aiuta nella coscienza e tecnicamente a manifestare organizzare la tua vita futura con professionalità e perizia;
• la catechista non è quella che ti fa fare la prima Comunione o la Cresima, ma colei che ti aiuta a comprendere nella mente e nel cuore la Bellezza del vivere con Dio
cappello
sotto
il
Un cattivo rapporto con la scuola
e una scarsa fiducia nelle proprie capacità e nella stima di sé,
sono le prime conseguenze
per chi ha subito atti di persecuzione da parte dei compagni.
Non solo di bullismo si parla,
ma di tutte quelle forme di disagio, solitudine ed isolamento sociale
in cui si vengono a trovare molti ragazzi
che oggi non potremmo che definire “fragili”.
Giovani fragili:
l’importanza di saper ascoltare anche il silenzio
Dott. Francesca De Rinaldis
Spesso è la difficoltà a parlare, ad aprirsi,
a raccontarsi
che porta i giovani
ad agire forme esasperate
di richiesta di attenzione ed aiuto.
Del resto si sa,
“il dolore,
è più dolore se tace”.
E i nostri ragazzi divengono via via più fragili, nella misura in cui aumenta
il loro senso di solitudine, la sensazione
di non poter parlare
perché non vi è nessuno pronto ad ascoltare.
Il silenzio
si fa allora via via sempre più profondo, quasi da assomigliare alla normalità, confondendosi con la timidezza,
fino a che non trova forme di sfogo spesso violente e dannose
per sé e per l’altro che le subisce.
«Noi genitori dobbiamo capire che la sfida educativa non si vince da soli nell’intimità delle nostre famiglie,
soprattutto quando questa diventa
una confidenza per difendere una facciata.
Non c’è vergogna se non nel silenzio:
uniamoci, facciamo rete». (Una mamma)
saper ascoltare anche il silenzio
Straordinaria corrispondenza tra le parole
di una mamma e ciò che,
specialisti,
hanno suggerito per noi.
la voce tenue
del silenzio
Il disagio giovanile,
nelle molteplici forme che assume, soprattutto di prevaricazione
di chi è percepito come più debole o diverso, altro non è che un canale di comunicazione di un dolore che non trova altre vie di sfogo, laddove si scontra con l’indifferenza
che si cela dietro un
“non mi riguarda”,
“non ho tempo”.
Al contrario, invece,
la responsabilità sociale, e morale verso i nostri ragazzi,
riguarda da vicino tutti noi
ed il tempo che abbiamo a disposizione per i nostri ragazzi è sempre più prezioso.
Un tempo che diventa pieno di significato se ricco di ascolto,
di condivisione, di confronto,
di voglia di mettersi in gioco.
Allo stesso modo è prezioso il tempo che dedichiamo ad iniziative
che vedano tutti partecipi e coinvolti, come Parrocchia,
come Istituzioni, come Cittadini, come Genitori, come Nonni,
come Uomini e come Donne, schierati dalla parte dei ragazzi
per essere un sano modello di riferimento, di ascolto e quindi, di aiuto.
Dott. Francesca De Rinaldis
“che le giornate
inizino con un abbraccio”
Le persone, spesso,
non parlano e non ascoltano;
quando va bene, sentono.
Non è interesse repressivo il nostro:
talvolta, con dispiacere, siamo costretti ad averlo.
Anche parlare di interesse preventivo è povera cosa.
A noi interessa una Vita buona,
un interesse positivo: sarebbe facile se tutte le giornate, per ogni persona,
iniziassero con un abbraccio.
(Personale della Stazione Carabinieri di Vetralla, Adriano Marzi, Giancarlo Ara)
Il bullismo degli adulti si chiama
stalking?
Beh! E’ un’altra cosa, ma….
L’individualismo e l’indifferenza aiutano i truffatori, i bulli, i malfattori
e consentono a persone negative di influenzare potentemente
la vita sociale e,
per chi crede ai valori del Vangelo, la vita cristiana.
Quando siamo indifferenti perché pensiamo:
”a me non mi riguarda”,
quando pensiamo solo al nostro ”particolare”
(Machiavelli e Guicciardini: “particulare”) non facciamo altro
che favorire gli ingiusti che offendono
la nostra dignità umana e cristiana.
Se i cristiani
di questa associazione (in Kenya) vedono per strada una buca,
che può esser pericolosa per chi passa, la riparano.
Perché?
Primo: Perché ogni cristiano, generosamente,
impari ad essere sensibile a tutti i valori della vita.
Secondo: Perché, chi è in dovere, per suo ufficio, di
farlo, cominci a farlo più spesso, meglio sempre, e con maggiore
attenzione dopo aver visto la testimonianza di Giovani – Adulti Cristiani.
“Io, mi dispiace dirlo, non vedo queste attenzioni né da parte dei singoli cristiani né di chi ha dovere di farlo”.
(Don Titus Mburu, fondatore, in Kenia, a Murang’a, di una associazione
«Insieme» culturale, ecclesiale, sociale).
Se in ogni agglomerato urbano Giovani – Adulti
educassero le coscienze ad agire in uno stile diverso:
non concorrenza, ma cooperazione?
Ma che c’entra con il Bullismo?
“C’entra … c’entra …ha’ voja se c’entra”.
Siamo tutti coinvolti
I fenomeni di bullismo e cyberbullismo interessano
tutti gli ambienti comunitari;
l’uso dei social network – di diverso tipo –
ha notevolmente amplificato gli effetti e le conseguenze delle azioni di prevaricazione sotto forme differenti.
(Dirigente dell’Istituto comprensivo “Piazza Marconi”, dott. Roberto Santoni)
In molti casi si ha tentazione di semplificare il problema andando alla ricerca
di “un colpevole”,
puntando il dito contro un capro espiatorio, come se si trattasse di un fatto personale tra la “vittima” e il suo “carnefice”.
In realtà - prima di tutto – dovremmo ricercare le cause profonde e l’humus che generano una
mentalità, un modo di essere, un atteggiamento.
Proprio perché quando si parla di bullismo non ci si riferisce a episodi isolati,
ma ad un serie di violenze (fisiche e/o psicologiche) ripetute nel tempo
che non nascono da occasioni estemporanee, ma trovano la loro origine in un ambiente
(familiare, associativo, sociale, scolastico…), in una
cultura dell’apparire
che accetta, tollera,
condivide forme nascoste e subdole di violenza, di sopraffazione, di aggressività.
In questo senso siamo tutti coinvolti,
come genitori, educatori, operatori di comunità,
nel costruire insieme una cultura aperta che sappia accettare le diversità e il rispetto per gli altri in ogni contesto della vita quotidiana.
La scuola, ovviamente, deve fare la sua parte, ma occorre la collaborazione e la condivisione di tutte le altre “agenzie educative” che incidono
– a cominciare dalla famiglia –
sulle esperienze di vita dei bambini e dei ragazzi.
Il bullismo, il cyber bullismo, sono fenomeni reali,
presenti e diffusi tra i nostri ragazzi.
La scuola è in prima linea, insieme a tutte le
strutture sociali del territorio, per contrastare tali
fenomeni, di cui abbiamo testimonianza, purtroppo, frequentissima.
Cari genitori, protagonisti ne sono i vostri figli:
non chiudete gli occhi,
non tappatevi le orecchie…
non lasciateci soli…
(Dirigente dell’Istituto Comprensivo Andrea Scriattoli dott. Elisa Maria Aquilani)
per una Comunità Educante
bullismo sì \ bullismo no
… e droga
… e smartphone
e altre dipendenze?!
«Ma il cuore chi lo educa?!»
(+Lorenzo Chiarinelli)
basta con Facebook
basta con Wats App
impariamo a scrivere
impariamo a leggere
impariamo a parlare al cuore
impariamo ad ascoltare il cuore
Ascoltare una Mamma
«Non è normale andare sempre oltre»
«Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale,
che andare sempre oltre è normale.
Qualcuno vuol soffocarvi».
«Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario.
Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi.
Invece di mandarvi faccine su Whatsapp, straordinario è avere il coraggio
di dire alla ragazza sei bella
invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate».
«Straordinario è chiedersi aiuto
proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita.
Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete.
Per mio figlio è troppo tardi
ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo».
«Noi genitori invece di capire che la sfida educativa non si vince da soli nell’intimità delle nostre famiglie,
soprattutto quando questa diventa una confidenza per difendere una facciata,
non c’è vergogna se non nel silenzio:
uniamoci facciamo rete»
«In queste ore ci siamo chiesti perché è successo, ma a cercare i perché ci arrovelliamo.
La domanda non è perché, ma come possiamo aiutarci.
Fate emergere i vostri problemi».
«Un pensiero particolare va alla Guardia di Finanza che ha saputo ascoltare l’urlo di dolore di una madre»
«Le ultime parole sono per te, figlio mio.
Perdonami
per non essere stata capace di colmare quel vuoto
che ti portavi dentro da lontano.
«Voglio immaginare
che lassù ad accoglierti ci sia la tua prima mamma e come in una staffetta vi passiate il testimone
affinché il tuo cuore
possa essere colmato in un abbraccio che ti riempia per sempre il cuore»
«Fai buon viaggio piccolo mio».
sono problemi … spinosi
… ma
venga il tempo della tenerezza
forte
furba
audace sapiente
la Vergine della
tenerezza accompagni
il cammino
Per divenire una Comunità Educante hanno collaborato a questa iniziativa:
Dott. Roberto Santoni, Dirigente I. C. Piazza Marconi
Dott. Francesca De Rinaldis Psicoterapeuta, Psicologo Forense e Criminologo
Personale della Stazione Carabinieri di Vetralla
Dott. Elisa Maria Aquilani Dirigente I. C. Andrea Scriattoli,
Dott. Vincenzo Di Gemma neuropsichiatra infantile, ASL, Viterbo Dott. Giovanni Biancalana referente Distretto C, ASL , Viterbo Dott. Luigi Foglietta CSM Vetralla
Prof. Adelmo Frateiacci Sviluppatore Dott. Alfredo Moretti Grafico
Don Lamberto Di Francesco Parroco
Scusino gli interessati per titoli e precedenze mancanti o inesatti.