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DI INGEGNERIA 5ANITAl\IA

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Academic year: 2022

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ANNO V, N. 23. Tui<1'.'u, l 0 Dicembre J 909.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ -~~~~~~~~~~~~~.-~~~~~~--~~---

RJ\!I~li\ ~ & & & & & &

DI INGEGNERIA 5ANITAl\IA

È riservala !ti proprietà lelleraria ed artistica degli arlicoli e di- segni pubblicati nella RffISTA or hGEG~ERIA SANITARIA.

MEMOf\IE Of\IGINALI

L' :\SILO L IFAKTlLE «BORGO CROCETT.\ » L\T TORI:NO.

L'Asilo infantile « Gorgo Crocetta» sorse nel- l'anno 189r per cura di un Comitato locale e eia tale data incominciò a funzionare con grande sollieYo delle me>ltissime famiglie operaie che per la quasi totalità costituiscono la popolazione cli questo im- portantissimo obborgo Torinese.

Benchè non disponesse che di minimi mezzi, lo stesso Com i tata fin dal suddetto

anno i89r fece erigere su disegno dell'ing. comm. Reycend un ap- posito caseggiato su terreno posto sul cor\So Vinzaglio angolo Yia Cristoforo Colombo e poco alla Yol ta, men tre faceva fronte alle spese cli funzionamento, riuscì a od disfa re i debiti non indi fferen- ti, cogli annuali sussiclii della cit- tà di Torino, coi cliYidencli della Federazione degli .-\sili Infanti!;

suburbani, colle feste locali, e col- le oblazioni cli priYati e proprie.

In dipendenza poi dell'allarga-- mento del corso Vinzaglio, che Ye- niYa ad abbattere l'edificio della

fin da quest'ottobre ben duecentoventi piccini ralle- grano l'elegante fabbricato che abbiamo il piacere di presentare ai cortesi lettori.

Aria e luce sono le ricchezze principali del nuoYO Asilo, il quale ha nelle sue linee generali e nelle sue particolarità una semplice eleganza non discara a- gli occhi e conveniente allo scopo cui è destinato.

L'intero caseggiato ha un aspetto di grandiosità non solita a simili edifici e questo perchè l'ingegnere Strada, seguendo un concettc nuoyo ed ispirato a giusti criterii cli opportunità, progettò oltre ai locali necessari all'Istituto, ùna serie di piccoli alloggi distribuiti nel primo e secondo piano, i quali costi- tuiscono per l'Asilo una fonte di sicuro e buon reddito, senza portargli alcun disturbo o eia no;

Pia Opera, l 'A ilo cedette lo sta- vi le alla Città di Torino p r 55

Fig. I - Veduta fotografica della tacciata esterna.

mila lire e la Direzione si obbligò a ricostruire nella stessa località un ben più Yasto edificio proporzio- nato ai nuovi cresciuti bisogni.

Il progetto fu redatto dall'ingegnere E. Strada, il quale pose ogni sua diligente cura a conciliare la necessaria economia colle comodità e coll'igiene, prestando anche Yolontieri l'opera sua a dirigere la costruzione dell'edificio, coaclim·ato dai componenti il Comitato e specialmente dall'a ·y_ Curtino Casta- gneri e dal cav. Ettore Barberis.

L'opera coronò lietamente le fatiche superate, e

infatti gli inquilini, usufruendo cli accessi e scale proprie, nulla hanno a che fare coli' Asilo la cui vita si SYolge completamente al piano terreno.

Il prospetto principale del fabbricato (fig. 1) è in cotto per la parte centrale e arricciato nelle du parti laterali, che ne spiccano per una lieYe spor- aenza mm·imentanclo un poco la fronte lunga circa 43 metri. Kel centro si ba l'ingresso all'.Asilo : l'ampia porta è divisa in quattro parti che si ripie- gano l'una sull'altra ed il tutto può rientrare per- fettamente in un'apposita nicchia praticata nello

(2)

RIVISTA DI rnGEGNERlA SA:\l!TARIA

spessore del muro (fìg. 2), per cui nessuna spor- Fu cura del progettista c,·itare in questo luogo di genza attenta alla sicurezza dei piccini, quando essi ricreazione, in cui i bambini hanno maggior li- si affollano per entrare nella loro piaceYole dimora. bertà di moYimento, ogni causa di danno per le i- l scalini di accesso sono bassi e comodi e conclu- nesperte personcine; quindi in corrispondenza delle cono in un ampio spogliatoio, le cui pareti portano, finestre non si hanno spigoli, ma fino all'altezza oltre agli attaccapanni, degli assi diYisi in

tanti sco111parti, nei quali troYano posto i

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toio si aprono le sale per la Direzione, per 1 1..i==:A_.,,=w _ _.._F"l..,.~Y

cestini pec la nmenda. Su questo spoglia.

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le

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e le aule, in numero cli quattro, ..

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che possono contenere anche sessanta ba111- ·.;

bini ciascuna, e sono inondate dal sole e ~

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dall'aria. penetranti dalle finestre ampie e

numerose, le cui ge I osi e a n ·ol gi bili per-·~-i,,,,J-~•...:;;;;;m . . =-0 . ... _.,.=--•""""-i•~•m;;;;;mlllla<=1•,.,..,,...

mettono cli tempPrare la luce talora ecces- siYa.

Al centro dello spogliatoio si estende il salone:;, Yeramente grandioso p r la sua a111piezza (m tri 10.20 x 16.90), per la sua altezza (circa 7 m.) e per la decorazione floreale (fìg. 5): se ne studiò in parti-

Fig. 2 -Pianta piano terreno. Scala 1 :-100

colar modo la copertura e si adottò un sistema di capriate, semplici e abbastanza leggiere, situate a breYe distanza l'una dall'altra e disposte in modo

Fig. 3 - Pianta primo piano. Scala r:-100

ciel daY<:tnzale si eleYa un 111uriccio a chiudere lo squarcio; ed i serra111enti (in ferro) si aprono inte- ramente nello spessore del muro.

Dappertutto poi, gli elementi del calorifero non sporgono dalle pareti, ma riman-- gono incassati in apposite nicchie e dinanzi ad essi si ha, a filn mu-

rq, uno \schermo metallico ri' e- stito cli a111ianto, per cui le manine non corrono il rischio di brnciarsi.

Il calore distribuito negli am- bienti proYiene da un impianto :J bassa pressione, collocato nei sot- terranei ad uso ciel solo Asilo, C'

l'arl'a da riscaldarsi Yiene presa dall'esterno, attraYerso le bocche aperte in corrispondenza di ogni gruppo di elementi. Il riscalda- mento non Ya disgiunto da un2.

buona Yentilaziont~, a cui pro' 1 e- clono le numerose canne, che si possono ossen·are nelle unite ph- nimetrie_

Due porte dal salone conducono in camerini co- p rti a Yetri e quindi perfettamente illuminati, in cui si hanno i Jayabi e da questi nelle latrine, priYe che all'esterno si poterono direttamente col- •.

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locare gli assi per. la posa delle piastrelk

l

di aeternit costituenti il tetto ed all'interno

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si inchiodarono sulle ::apriate stesse le stuo-

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ie per il soffitto. Con questo sistema, la •.:o- struzione ciel salone importò una lieYe spe- sa; che non fu affatto superflua, inquanto-

chè J' ampi o locale, men tre orci i na riamen te

.

1

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....

accoglie in un ambiente lieto e sano i bim- bi intenti ai loi:o giuochi, può all'occasione

1-

sen·ire benissimo per f.este e riunioni, che aiutino I' :-\silo a far fronte ai suoi impegni ed a progredire nella sua opera buona.

Fig. 4 - Pianta secondo piano. Scala 1:400

dell'inutile sedile, ma disposte alla turca, con paYi- men to in mosaico ce men tizio, facile a man tenersi nelle indispensabili condizioni di pulizia; a questa

t

' .

IUVJSTA DI 1'.\'GEG:\IERIA S.ANlTAR!A

si pron·ede mediante cacciata per ogni bocca e getto a lancia debitamente impiantato.

La Direzione ha pure pron·isto alla fognatura che conduce tutte le acque di rifìuto nel canale di corso Vinzaglio. Si è anche pensato all'impianto di bagni a doccia per le regolare ed igienica pulizia dei piccini: finora il locale de ti nato a tale uso è ancor n1oto, ma 9i spera cli poter presto prOYYe- dere anche a questo serYizio tanto importante.

Verso cortile si ha la cucina ampia e ben illumi- nata e con scala che conduce ai sotterranei, dove, fra i cli Yersi loca li. uno accuratamente arricciato e con suolo in asfalto, sen·irà di dispensa per le proY- Yiste a I i menta ri necessarie al la confezione della m 1-

Fig. 5 -Veduta fotografica del Salone refezioni

nestra. che tutti i o·iorni si distribuisce ai bimbi.

""

Le fìgure 3 e .+ rappresentano i piani superiori, usufruiti, come sopra si è detto, ad al'loggetti; que- sti sono complessiYamente quattordici, alcuni di due, altri di tre ambienti; hanno ciascuno una la-

trina ed un terrazzino ,·erso cortile.

La disposizione dei locali diligentemente stu- diata, le comodità di illuminazione elettrica sulle scale. di portierie, l'abbondanza di luce e di aria, la sempliciUt elegante e la tranquillità ciel caseg- giato permettono di percepire da questi alloggi prezzi d'affitto sufficientemente eleYati; per cui l'A- silo ha un reddito annuo lordo cli circa 5500 lire, il che costituisce un buonissimo impiego del maggior capitale impiegato nella costruzione.

E così, quando l'Asilo a n it soddisfatto glì obbli- ghi incontrati per erigere la sua nuo,·a sede, potrà quasi interamente da solo far fronte alle spese annue. che ammontano a circa 4500 lire, apportando un immenso Yantaggio a tante creaturine che Yer- r bbero alt1:imenti abband nate a sè stesse per gran parte della giornata.

Bini.

GRAFIC \

PEL CALCOLO DELLE CO~DOTTE

DT DlSTRIBCZIO~E :\TEl RlSCA.LDr\:\fE~TI

.\ VAPORE .-\ 13.-\SS.\ PRESSIO.\'"E.

Com'è noto, queste condotte ,-engono calcolate in base alla perdita di carico ammissibile, tenuto conto che il ,·apore in caldaia ha una pressione de- terminata, mentre alla sua uscita dal radiatore sot- ro forma di acqua di condensazione, la sua tensione è uguale a quella dell'atmosfera ed il ritorno del- ]' acqua in calcia ia si effettua sotto l'azione della braYità.

Per quanto meno complicata del calcolo delle con- dotte dei termosifoni, l'esatta determinazione delle condotte di Yapore secondo il metodo suaccennato richi·ede lunghe operazioni aritme- tiche che ne restringono l'applicazione. Ad O\'- Yiare questo incon\'eniente, \'ennero riuniti in ta\'ole numeriche i risultati riferentisi ai casi più comuni della pratica; le taYole di questo genere maggiormente conosciute, sono quelle di Rietschel, Kellin, Rccknagel, ecc. ~la ol- trechè le tm·ole numeriche sono di per sè poco chiare, data l'infinita rnrietà dei casi della pra- tica, esse per quanto incomplete occupano un discreto numero cli pagine e si prestano quindi solo imperfettamente per l'uso pratico.

La rappresentazione grafìca inYece, può es- sere di somma utilità inquantochè essa permet- te di seguire più da "icino la ripartizione della pres- sione ed i fenomeni che Yi si collegano in tutto il sistema. Per ragioni pratiche. le proporzioni di una grafìca di questo genere deYono ,-enir ridotte al minimo possibile: cionondimeno essa de,·e per- mettere di clete(minare le condotte con sufficiente esattezza e molto rapidamente. A questi requisiti risponde la grafìca rappresentata nella figura an- nessa (*).

I \'alo(i sono stati calcolati colla formala di Fi- scher, che è la più usata per questo genere cli con- dotte.

Chiamando p, e Pz i \'alori della tensione alle due estremità d'una condotta, espressi in chgr. per m2, corrispondenti a mm. di colonna d'acqua, si ha:

o+

~

-'!.

2

p1 - p2 =-= ( 1,9 l ~ o,8 d -~ .9-) , dove ì'd>

I è la lunghezza della condotta in m.,; d il diametro interno della condotta in cm.; y il peso specifico del \'a po re;

~.S- la somma delle resistenze clon 1te a1 cambia- menti cli sezione e di direzione;

('") Pel tramite rìella Redazione, !'A. mette a disposizione degli interessati delle tavole in formato originale di 30X-10 cm.

(3)

Rl\'JSTA D! INGEGì\ERIA SANITARIA

Q la quantità di Yapore disponibile all'estremità della condotta in chgr.;

q la quantità di Yapore perduta per condensazio- ne nella condotta in chg-r.

La quantità di Yap; re che può attraYersare la condotta dipende quindi dalla perdita di carico ammissibile.

In pratica, le installazioni di riscaldamento cen- trale a Yapore a bassa pressione, Yenaono stabilite

. . ~

per press1on1 di laYoro tra

1 / 10

e

r/2

atmosfera, a

dm:c D è il d_iametro esterno della condotta e pres- so 111 m. e k Il numero di calorie trasmesse per m2 e per ora. Per condotte nude nelle condizioni ordi-

narie k è uguale a T200 calorie, cosicchè 5) e = D. "Tr. I. T200

Per condotte munite di un buon riYestimento iso- lan_te, la perdita si riduce ad r /4 di quella indicata

q~1 sop'.·a, cosicchè a meno che si tratti di condotte d1 cons1dereYole I u nghezza essa può Yen i r trascu~

rata. seconda dell'estensione dell 'impianto e delle condi-

zioni speciali di ciascuna installazione. l' Pei

c~libri

usuali di tubi e per condotte nude,

p cl cl 1 espressione

c/2

ha i seguenti Yalori:

. ren en o per Jase una pressione iniziale di 1/1o -

cli atmosfera, corrispondente a rooo chP-r. IJer m2 calibro in poll. ingl. r12" 314" r" 514" r r12" 2" 2 r12"

e ritene_ndo che la tensione del Yapore in"'prossimità diametro int. in 1111111 r5

~o

25 32 38 ;}O 64

cl 1 cl

c:2 = Calorie 3- - 6

e ra 1atore deYe essere di circa 300 ::> :,o o 75 85 110 135

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ricaYerà che la perdita di carico nelle

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condotte dei diversi corpi scaldanti di -:\

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300 = 700 chgr./m2 indipendentemen-

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te dalla lunghezza delle condotte stes-::e.

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che il <p .di ogni condotta donà v:nir

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alla lunghezza ed alla potenzialità del- -à -11·-H \ , · , +>-' · H! .. - la condotta stessa.

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·--11+ùYf-f11H'1-c1.--;...c.j'hl/:..;.'.:..i'

-i/-~' :.,, I' : · :' ,::,' ·;·

Anzichè in chilo!lrammi di ~ Yapore,

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i I 1t '11' 1i+! · li ·1' 1 / •I ., 111

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nella tecnica del riscaldamento si ''' 'r J

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usa esprimere le quantità di calore

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direttam_

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in calorie, per cui ai Yalori O

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- l e a grafi.ca si è lasciato in dis1J<irte questo nu- ese c press1 = qi\ dove 111 c 1gr. com·errà sosti tu i re i ya]oi:i

e

= Oi\ cl

i\ è il calore di Yaporizzazione cli

~n

mero_

e_ll' e ~u a zi o ne

rappresentando g.rafìcamente i I

. YaJon dt C - C -1- e . 2 JJe ci' ci"

itro _d'acqua, cioè circa 540 calorie. Sciogliendo l'e- . . - . . . r una per ita t carico )

un1,tana da r a roo chgr./m2 lJer m. corr. A. inmessa quaz1one T senza tener conto delle resistenze ac-

cessorie IS-si ottiene: cosi la perdita di carico unitaria per un dato dia- rn;tro, Si 0ttei:rà i) \·alore cii

e

Sottraendo dal ya]ore

2) C= 7-/S4~_I - p' p2 - ds

1,9 1

e

2

5401, o,6 Facendo p' - p2 = p' ' 1 = 1 l v I = o, 6 J

1,9 si ottiene 3)

e

=

JI

9000.p'.ds - ...:_

2

= 9000

La perdita di carico doYuta ai cambiamenti di sezione e di direzione può yeni1: Yalutata approssi- mati ,·amen te in proporzione della perdita per attrito della condotta ed onde tenerne conlo si può sosti- tuire (3) al ,-alore 90000, 80000 ottenendo così

4)

e

= 1/ -8000.p'.d' _ ~

2

La quantità di Yapore condensato nella condotta dipenderà anzitutto dal suo diametro esterno, ed il calore così perduto sarà rappresentato da c= D.7r .l .k.

c_

dato_ dalla tabella, il Yalore 1. c: 2. Le installazio- ni pr~t1_che non constano in generale, di condotte

sem~l1c~, par~enti tutte da un generatore centrale.

be~s1 di un sistema più o meno complicato cli tron~

chi ~omuni a cui sono collegati i diYersi corpi scal- dant1. In que~to cas? conYicne calcolare separata- mente la pressione esistente in ciascun punto di rac- cordo e detei:minare in seguiro le dimen. 1s· 0111 · ca 1

assegnare a!Je deriYazioni.

Coll'uso della grafica qui rappresentata tutte le operazioni di calcolo si effettuano in un te1;1po assai breY: e ~on_ una esattezza più che surfìciente per le appl1caz10111 pratiche.

Data la grande differenza tra i diYersi calibri e la

gran~le Y~1:ietà delle applicazioni pratiche, non è quasi mai possibile di determinare i diametri delle

RIVlST A DI INGEGNERIA SANITARIA

condotte in modo da consumare tutta la tensione disponibile, e per sicurezza si fa sempre in modo da aYerc all'estremità un'eccesso di tensione.

.-\ montaggio ultimato, si regolano le Yah·ole d'introduzione ciel Yapore ai corpi scaldanti, in mo- do da consumare in esse l'eccesso di pressione, in- serendo cioè delle resistenze supplementari. Questo laYoro di regolazione richiede un personale special- mente esercitato ed ·un non indifferente dispendio di tempo. Coll'uso della tabella si può calcolare la rete di distribuzione in modo da ayere pressochè dappertutto lo stesso eccesso cli pressione cosicchè la pressione di Jayoro può yenir eYentualmente ri- dotta ed in ogni caso il la,·oro di regolazione può Yen i r grandemente semplificato.

c.

A. GULLL\(J.

QUES T IONI

T ECN ICO-S f\ NlTf\ R! E DEL GIORNO

L' :\CTf"O~.IETRO BESSO:'\-THL'RNEYSSE:\.

La climatologia Yuole a giusta ragione che si tenga in ogni località il conto dO\·uto del modo di agire e della durata d'aLione del soleggiamento.

Oggi più che mai le determinazioni attinometriche paiono giustificate, da quando si è attribuito, in base a proYe sperimentali, un significato speciale nella cura della tubercolosi all'azione della luce.

Il più comune apparecchio per la misura di que- sta azione è l'attinometro Dellani, composto (nella

forma più moderna) da una bolla di Yetro bleu cupo, saldato ad un tubo YCrticale di Yetro incoloro che si spinge nell'interno della bolla con un piccolo tubo stretto e che è chiuso all'estremo libero. Jl bulbo è cir- condato da un ill\·olucro sferico cli Yetro in- coloro nel quale si è praticato il n1oto. ::\el- l'interno dello strumento è stata tolta l'aria e si è ill\·ece posto un po' di alcool.

Se si raccoglie il liquido dapprima nel bulbo azzurro e si espone l'apparecchio alla luce, l'alcool distilla e passa nel lubo, eleYandosi nell'interno del tubo con una Yelocità tanto mag- giore, quanto maggiore è l'intensità della luce. A cl ogni ossen·azione basta fare la lettura dell'acool così distillato : e la quantità distillata è ad un di- presso proporzionale alla quanti~t di energia lumi- nosa ricen1ta in un determinato tempo dal bulbo dell'attinometro . • -\llorquando il bulbo azzurro è

-

quasi n1

.

oto s1 capoY. olge lo strumento facendo così di bel nuo,·o giungere l'alcool nell'interno della bolla.

L'attinometro di l~ellani è semplice, ma presenta alcun i i nco1wen ien ti. L. Bes::;on e I. Th u rneyssen banno pi:esentato alla Società di metereologia di Francia un nuOYO tipo di attinometro che presenta due grandi yantaggi : di trasmettere a distanza le sue indicazioni, e di funzionare indeterminatamen- te senza bisogno cli essere toccato.

Anche qui il principio fondamentale è quello di Bellani.

li bulbo bleu è posto però in basso ed è costrutto come quello di Bellani: l'alcool eh eYapora si con-

densa in una bolla simile. in yetro scolorato, posta all 'e-

stremità superiore, e Yi ar- riYa per un tubo che giunge \ sino ad una certa altezza.

Naturalmente l'alcool che si raccoglie nella bolla supe- riore non può sorpassare l'al- tezza corrispondente al liYello del tubo d'arriYo.

Quando è raggiunto questo li,·ello, il tubo di ar- riYO· funziona da son apieno, e l'alcool· goccia a goccia i:icade in basso : ma nel cadere ogni goccia cade su una paletta sottile, mobile attorno ad un asse orrizzontale, e che porta una punta di platino. Come mostra bene la figura, abbassandosi !a pa- letta. in seguito alla pressione esercitata dalle goc- cie he cadono, succederà che si chiude un circuito che collega l'apparecchio a un registratore. In que- sto modo si può registra re costantemente l'energia l um in osa.

L'apparecchio di registrazione può essere yano. Così si comprende come possa farsi una registra- zione grafica per mezzo di una scritturazione sui rotoli di carta che si s,·olgnno attorno a cilindri, o si può odperare un anemocinemografo cli Richard raccordato a questo attinometro. o si può anche Ya- lersi di una segnalazione acustica.

L'apparecchio è quindi ingegnoso. semplice P

presenta dei lati di molta praticità. K.

INTOR~O ALLA DETER~[lN \/.IONE DI RADIO.-\ TTIVIT1\ DELLE ACQUE.

Il Yalore che nei rapporti dell'uomo sano o am- malato può assumere la radioattiYità, non è noto.

Si è Yoluto da taluno attribuire senz'altro una ef- fìcace terapeutica alle acque intensamente radioat- tiYe, ma sta di fatto che noi al proposito siamo an- cora in un'epoca di empirismo.

Ciò non ostante può essere utile determinare la proprietà radioattiYa di un'acqua: e qualche Yolta una d~terminazione di questo genei:e - come quan-

(4)

RIVISTA Dl INGEGNERIA SANlTARIA

do si tratti di acque minerali largamente usate - può aYere interesse. Per questo, anche in ragione della difficoltà di trm·ar raccolti nei soliti trattati e manuali le indicazioni complete al riguardo, riassu- mo uno studio di Chene,·au e Laborde, apparso nella Rcvue scientifique di aprile, nel quale studio la questione mi pare ben tratteggiata.

La presenza del radio nelle acque è stata osser- Yata la prima Yolta nel 1902 da Thomson per le acque di Cambridge: e dopo d'allora si sono sus- seguite pubblicazioni numerose le quali hanno più o meno messo in luce i diYersi lati del problema della radioattività delle acque, problema così colle- gato alla quistione dei gaz rari nelle acque.

Tra le proprietà del radiamento dei corpi radio- attivi, quella che oggi permette di effettuare le mi- sure più precise è il potere jonizzante della radio- azione. Ad es se si fa agire il radio sull'aria, essa di Yen ta conduttrice del l'elettricità, e può permettere il passaggio di correnti che sebbene: non misurabili ancora su un gah·onometro sensibile, potranno però essere precisate per mezzo di un elettrometro e di un elettroscopio. Ed ecco che l'elettroscopio, il cui valore pareva esclusiYamente quello di uno stru- mento scolastico, è diYentato improYvisamente un buon strumento di ricerca. E larga applicazione presentaYa anche l'elettrometro che aveYa del resto fatto da tempo le sue prm·e : e con esso si prati- cano le misure di conducibilità elettrica dell'aria mentre associato al quarzo piezo-elettrico dei Curie,

'

permette di realizzare i metodi più esatti per misu- rare la intensità delle minuscole correnti che si pre- sentano nei fenomeni di radioatti,·ità.

Premettiamo per poter seguire bene le linee che seguono, che i corpi radioattiYi messi in eYidenza fino ad ora nelle sorgenti minerali, sono il radio ed il torio. La presenza dei due elementi può rivelarsi in di,·ersa guisa. Dei sali di radio e torio posti nella profondità della terra, possono venir trasportati dal- l'acqua che li depositerà nel suo percorso per giun- gere alla sorgente; oppure l'acqua può a,·ere tra- sportato semplicemente delle emanazioni, lasciando i sali non disciolti nella terra.

Per certo non de,·e trattarsi di quantità grandi di emanazioni, in quanto i sedimenti raccolti alla sor- gente non mostrano se non una scarsa radioattiYità, mentre l'acqua è sempre nella sor.gente più radioat- tivva. Egli è che l'acqua può non ayere disciolto ad es. dei sali di radio pur avendo disciolto delle ema- nazioni di radio, e la distruzione spontanea della emanazione genererà egual men te dei n uoYi prodotti, di cui l'uno succederà all'altro per disaggregarsi poi a sua volta.

La produzione dei raggi jonizzanti è don1ta a queste trasformazioni successive che non si consi-

derano oggi se non una perdita di energia del cor- po radioattiYo.

Per rimanere al radio, l'origine delle irradiazioni che noi anemo a disposizione per produrre una io- nizzazione dell'aria, anà la sua sede nel radio stes- so, nella sua emanazione o nei prodotti di decom- posizione .dell'emanazione che si denomina come attività indotta perchè questi prodotti si depositano sui corpi solidi ai quali essi comunicano le loro proprietà radioattive temporanee.

Torniamo ora alla sorgente, la cui radioattività, supposto che effettivamente la sorgente sia radioat- tiva, potrà essere determinata in diversa guisa. O si cercherà la radioattiYità dei materiali solidi (limo, fanghiglia, ecc.) presso lo sbocco della scaturigine; oppure si esaminerà e determinerà la radioattività dei gaz; e infine potrà farsi la ricerca direttamente sull'acqua sorgiva, e pare che la radioattività sia una proprietà diffusa a tutta la scorza terrestre, co- sicchè ad un dipresso tutte le acque sorgive si di- mostrano r.adioattive. Però se i risultati sono quasi sempre positivi, restano notevoli differenze di volta in volta. Le sorgenti più radioattiYe possono rag- giungere una ricchezza mille volte maggiore di ra- dioattività di quanto non si abbia per le acque or- dinarie.

Per determinare la radioattività, si può ricorrere o alla determinazione diretta del radiamento del corpo, oppure si può fare la determinazione scac- ciando dal corpo radioattivo l'emanazione e misu- rando l'attività di questa.

Lo studio diretto si fa generalmente distribuen- do il prodotto uniformemente su un piano in un cam- po elettrico sufficientemente intenso per raccoglie- re ad ogni istante tutti gli ioni prodotti nell'aria per la radiazione del corpo studiato. La corrente che viene in tal modo prodotta si misura in gene- rale nei laboratori coi metodi elettrometri ci. Però è frequente l'uso dell'apparecchio costi:utto da Che- Yeneau (fig. 1 .) e che rappresenta una modificazione ingegnosa dell'elettroscopio di Curie. Ecco come è formato l'apparecchio : un foglio di alluminio battu- to F, è solidale con un asse T, isolato nell'ambroide; e l'asse dopo aYere attraYersato il turacciolo di am- broide che chiude ermeticamente la gabbia dell'e- lettroscopio propriamente detto (questa gabbia è limitata da vetri a faccie parallele, riYestite interna- mente da tele metalliche) penetra all'interno di una scatola nella quale è posto il piatto D, sul quale deve essere distribuito il corpo studiato. Il segmen- to portante iT foglio di alluminio può essere carica- to di elettricità per mezzo di un caricatore laterale E, che si mette in comunicazione colla gabbia del- l'apparecchio quando il sostegno isolato è conYe- n ien temente caricato.

In questo momento si ha un campo elettrico non

VISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

uniforme tra il sostegno del foglio di alluminio e il piatto ricoperto dal corpo studiato : gli ioni di se- gno contrario alla carica, sono raccolti dal soste- gno isolato e i I foglio di alluminio colla Yelocità della sua caduta rivela la grandezza della ionizza- zione, e cioè della radiazione che risiede nell 'ap- parecchio. La Yelocità di caduta del foglio di allu- minio è misurata nel campo di un microscopio NI con micrometro oculare. Pel trasporto una lamina laterale P permette di immobilizzare il foglio di al- luminio. Si suole comunemente rapportare la ra- dioattività di un corpo solido alla radioattiYità del- l'uranio e diciamo che un certo corpo solido, ha una radioattiYitù di 1-2-3 YOlte quella dell'uranio, quan- do essa produrrà a superficii uguali, la medesima ,-eloci.tà di caduta del foglio di alluminio, dell'ossi- do nero d'uranio oppure una Yelocità doppia o tripla.

Questa misurazione della radioattiYità non può ,·enire considerata come una misurazione assoluta, e Yaria da un elettroscopio all'altro, e ne consegue che permette solamente delle misurazioni compara- tive. In effetto basta considerare che i raggi emessi dal radio non sono identici a quelli emessi dall'u-

Fig. I.

ranio e in ogni caso la forma e il tipo dell'appa- recchio ha una grande influenza sulla utilizzazione cli questi raggi.

:\[igliori determinazioni di rnlori assoluti, pos- sono ottenersi partendo dalla misurazione della ra- dioattiYità dei corpi solidi : in tal caso basterà estrarre dal oorpo solido la emanazione del radio durante una certa unità cli tempo, e poi comparare questa emanazione a quella di un peso definito e durante un tempo definito, del radio. La quantità di emanazione prodotta in un tempo determinato è proporziona]-: al pes0 ciel radio utilizzato e si può

calcolare tenendo conto della legge, secondo la quale si distrugge l'emanazione del radio.

lJ na misura di tal genere è quindi ridotta a estrar- re l'emanazione del corpo che si studia, per il che si preferisce preparare una soluzione del corpo stesso, affinchè colla soluzione si possa raccogliere e quindi misurare

la massima quan- tità della emanazio- ne radiante.

I due autori già

~·icorda~i per fare questa comparazio-

ne di energia ra- diante hanno pen- sato di introdurre le emanazioni istes- se in cilindri metal- lici muniti di un ellettrode centrale i- solato (lìg. 2.) e re- legato a un elettro- scopio caricato: l'e- manazione, mentre si manifesta, emette

·dei raggi i quali de- terminano Hel ci- lindro una corrente

di ionizzazione la Fig. 2.

rni grandezza è misurata dalla velocità solita di ca- duta del foglio di alluminio dell'elettroscopio. L'u- nita figura dà l'idea dei cilindri impi,egati, nei quali si può montare Io elettroscopio adoperato pei solidi.

Una parte del dispositivo di questi cilindri, appa- rentemente un po' complessi, risulta soltanto da ciò, che il cilindro è fatto in maniera che a volontà si può lernre l'elettroscopio senza che sfuggano i gaz raccolti nel cilindro e sul quale si Yuol fare la ricerca.

~aturalmente questi apparecchi possono essere campionati : sul che e sui sistemi per correggere gli errori di lettura, non Yogliamo qui insistere es- sendo scopo cli questo scritto, non quello di prepa- rare a far delle letture di potere radioattiYo, ma a dare una idea un po' esatta del come queste misura- zioni Yengono praticate.

L'apparecchio indicato permette delle letture di- rette assolute della atti,·ità radiante e piò essere ben applicato allo studio dello sYiluppo gazoso delle acque sorgive, o alle acque stesse.

Per estrarre dall'acqua la emanazione, il metodo che gli autori citati raccomandano come migli~re, è quello di far bollire l'acqua in un pallone munito cli un refrigerante ascendente. asportando l'emana- zione con una corrente di aria inattiYa: con· 15-20

minuti cli ebollizione si sarà esportata tutta l'ema-

(5)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANJTARIA

nazione presente in 5 l. d'acqua. Per sapere se l'ac- qua contiene un sale di radio in soluzione, occorre- rà dopo l'ebollizione, consen·arla in un Yaso chiu- so per una quindicina di giorni: una ebollizione noYella e una nuoYa determinazione diranno se l'e~

manazione si è formata nel liquido, e se si è for- mata sarà segno certo che nell'acqua è disciolto un sale di radio.

Oltre al metodo ora ricordato, altri sono stati pro- posti a questo scopo.

Così Boltwoocl ha praticato le sue ricerche, fa- cendo bollire l'acqua studiata, estraendo la tota- lità dell'emanazione disciolta, e misuraYa il suo ap- parecchio per mezzo dell'emanazione prodotta da un minerale il cui uranio era stato precedentemen- te dosato con precisione.

Anche altri sistemi sono stati proposti, più allo scopo di avere delle rapide misurazioni che delle determinazioni molto esatte, e non può essere mol- to istruttivo per coloro che non sono famigliari agli studi sulla radioattiYità, seguire questi differenti metodi.

Oltre al radio nelle acque minerali si può troyare anche il torio e talvolta si è messo in eYidenza il radio-torio. Tanto il radio che il torio emettono delle emanazioni passeggere, che distruggendosi spontaneamente originano dei prodotti egualmente radioattiYi che Yengono considerati come solidi, e che si sono definiti complessivamente col nome di attività indotta, perchè si depositano sui corpi soli- di comunicando a questi la radioattività tempora- nea. Quindi, radio e torio potranno caratterizzarsi dalle diverse proprietà delle loro emanazioni e dalle attiYità indotte.

L'emanazione del radio è caratterizzata da una depressione progressiYa (cosicchè ogni 4 giorni essa scema della metà). Schmidt inoltre ba ammesso essere l'emanazione del radio caratterizzata da ciò, che introdotta in un apparecchio di misura essa ge- nera nei primi minuti un aumento di corrente. Per quanto riguarda l'attività indotta essa sen·e a carat- terizzare il radio pel modo con cui essa sparisce: in effetto, se un corpo caricato di elettricità negativa è immerso per più ore nell'emanazione del radio, esso raccoglie questa attiYità indiretta.

La lastra metallica dopo aYer raccoìto questa attività ind!retta è sospesa in un cilindro di mi::u- razione e quivi si determinei:à una corrente di ioni:>:- zazione, la cui diminuzione corrisponde alla scom- parsa spontane1 della attività indotta. Questa ~or­

rente decrescerà più o menn rapidamente. a secon- da della durata di attivamento ·e poi, dopo un'orn circa, diminuisce seguendo una legge semplice, in modo che all'incirca ogni mezz'ora si ha una ri:

minuzione della metà.

Pel torio i può im·ece dire che esso perde ogni

minuto la metà della sua attiYità, e che l'attiY:ià ridotta del torio, in capo ad l l ore circa è diminui- ta della metà. Per questo per lo studio del torio presente in un'acqua, com·errà procedere un po' rapidame;1te se si vuol SYelare la fugace emanazio· ne. In qualche caso si rac-coglierà su una lastrin::i metallica la atti,·ità indotta, col metodo indicato d.:i.

Blanc nel .:\TuoYo Cemento (il Blanc si ser\"e di un filo metallico caricato negatiYamente nell'atmosfe- ra durante tre giorni, allo scopo cli raccogliere i!

massimo di attiùtà iodate).

Se l'esame di cui si parla è portato sulle sosta11zc solide poste presso una scaturigine, sarà facile pro- cedere clisciogliendo (]Ueste sostanze: perchè tanto pel radio che pel torio allo stato solido esse non li- ber<rno la loro emanazione.

Pei materiali toriferi basterà far passare una cor- rente d'aria, trascinando Yia in un comodo laYacro l'emanazione del torio. J\"è mancano anche i tratta- menti chimici più complessi per l'estrazione.

Per indicare le sostanze radioattiYe che in qual- siasi modo si sono dimostrate nelle acque, si ri·

corre alla legge di disattivazione dell'emanazione o a quella di disattiYazione dell'attiYità indotta. Qua- si sempre la sostanza radioatti,·a messa in eYidenza è il radio: Yale a dire che l'emanazione radiooatti- ya dispariYa per la metà tutti i 3.99 giorni e l'atti- Yità indotta tutti i 29 minuti. :\fa qualche autore ha trornto anche emanazioni che si distruggeyano più rapidamente.

E terminiamo: nel riportare la interessante nota cli CheneYeau e Laborde, non aYeYa la Rivista al- tro scopo che mettere in luce la Yia generale tenuta in determinazioni chiamate forse a noteYole im- portanza allorquando si tratta di acque minerali.

L'IGIE:'\E E LA LAVATURA DELLA BIAKCHERL\.

B.

Chi si desse a sfogliare le riYiste d'igiene e, in genere, i fogli sanitari, coll'intento di radunar do- cumenti sulla trasmissibilità cli malattie da indiYi- cluo a indiYiduo per via di biancherie infette, racco- glierebbe di certo con facilità una lunga serie d'in- teressanti casi, comprovanti ·che tutti, o quasi, i morbi infettiYi più terribili possono essere, e fu- rono in realtà, conti:atti con relatiYa frequenza da chi maneggia biancherie tolte da infermi, e specialmente da chi ha lungo contatto con esse allo scopo di liberarle dal sudiciume. Ciò malgrado, l'igiene moderna, che pure tanto si è preoccupata, con grande amore e con ottimi successi, del benes- sere di molte classi di laYoratori, addetti ad indu- strie pericolose alla salute, poco o nulla ha fatto fi- nora per sa h·agua rda re da malattie le persone i m-

RIVISTA DI 11'GEGNERIA SA>JITARIA

piegate nella la\·atura della biancheria. con clispo- s1z10ni Yeramente pratiche ed t.:fficaci. S'impone dunque agl'igienisti il clo\·ere di studiare con giusti criteri misure atte ad abbassare, per quanto è pos- sibile, la morbilità e la mortalità anche in questo genere di laYorazione; ed è quanto si è proposto cli fare un rneml)ro del Consiglio Superiore d'igiene pubblica della Francia, :\l. Frois, in uno studio (ReYue cl'hygiène, 4, 1909), del quale riassumia- mo per i nostri lettori le parti essenziali, riportando quelle considerazioni che sembrano più feconde di pratici benefizi.

In che consta la tecnica delle operazioni effet- tuate in un laYatoio, è generalmente noto; gli sta- bilimenti di maggiore importanza comprendono yari reparti, ciascuno dei quali è destinato ad un particolare la\·oro, mentre nei lavatoi minori tutte le operazioni si compiono, in g,enerale, nello stesso ambiente. J migliori impianti del genere seguor • .::., per quanto rguarcla la tecnica della lavorazione, il metodo americano oppure il metodo francese.

Secondo il metodo americano, Yengono utilizzate yarie tinozze a coperchio in cui si compie un primo bagno ad acqua fredda, per un periodo di cinque minuti; dipoi l'acqua Yiene allontanata e sostituita da acqua calda mescolata a lisciYia e ad una quan- tita relatiYamente piccola di sapone. Ciò fatto, si ri- scalda a \·apore progressiYamente per dieci minuti, si risciacqua in acqua calda e poi fredda, e infine il materiale passa all'essicatore. Questo metodo, non sceno di inconY-enienti, primo dei quali il rapido deterioramento della biancheria, offre però, dal pun-

to di Yista igienico, delle serie garan.zie, sopratutto : perchè le Yarie manipolazioni s'effettuano in reci- :

pienti chiusi. ~

alla manipolazione cli biancherie infette, degli in- co1wenienti che può pre entare, per organismi de- boli, il soggiorno prolungalo in un'atmosfera, ora fredda, ora calda, sempre satura d'umidità e ricca forse cli ge1:mi \·irulenti o cli prodotti Yolatili nociYi, e infine delle emanazioni proH·nienti dalle acque lu- ride. Di più. a parte la frequente intemperanza e i dissoluti costumi di molti fra gli operai, un'azione deleteria esercì ta su (] uesti l 'eccessiYa durata del la\·oro, tanto più che in esso sono impiegati anche indi\·idui gio\·ani, fra i 12 e i iS anni, per i quali la giornata massima clm·rebbe essere cli 1 o ore. mentre è legalment·e ammessa quella cli 12 01~e. pro- lungata poi. per frode. anche a q e ptu.

Chi osserY1, per contro. i picco] i stal?il i men ti, Fig. I

,.: ______ . . ---·-···----···---------- _________ ,;

1. 7~!1

Secondo il metodo che chiamasi francese, il ma- 1 ~_::::::-~~l::::::.·.·.-.·.::::o::::~:::::"::·.::~·: teriale Yiene adagiato in Un ampio recipiente, SOYra ' ~o~'i,'i,'l,'l,'l,'l,~'i,oo oo oo oo o 09p 00°J"0°0ooo o "c,00';000000 °0°0°0°0oooooqo °0°a';,0o';,'b0o'iio o00o°oo o o0ci'0°ooo,q, 0~

un falso fondo munito di fori, sotto il quale tro- : ,eoooooooooo<10000000000000009ooooocoo~.

I :i-_-_-_-_-: :ç:·.----:.: ~~-·-::.: _:-:~ _-:::::_-_-_-_.;.;;;.o--:·.-.::-:~~

\"asi la lisci,·ia, che un eiettore a \·apore fa rimon- "'---1 B cr 1 -" - -~~

tare per un tubo disposto secondo l'asse del reci- l.:-----·-----·---··------_,20..... ···-·-----·-------~

piente; il getto così prodotto s'infrange sul co- perchio, ri,·ersandosi poi, bene suddiviso, suI!a biancheria. Questo sistema, teoricamente accetta- bile, non dà tuttavia in pratica risultati molto huo-·

ni, sia pe.rchè frequentemente l'eiettore a vapore non funziona nel modo richiesto, sia perchè il p:;:r- sonale riduce di troppo la durata cli funzione del- l'apparecchio, così da non aYerne l'effetto Yoluto.

Senza riportare ora altri sistemi, ciascuno vede che le cause d'insalubrità comuni a tutti i metodi possono proYenire, per quanto co41cerne l'igiene pubblica, dalle poh·eri organiche proyenienti da biancheria sudicia. sopratutto da quella distesa al- ] 'aria ad asciugare, e in secondo luogo dalle acque residue inquinate. Per quanto riguarda il personale laYorante, bisogna tener r:onto dei pericoli iner·enti

Fig. 2

specie in prm·inçia, resta dolorosamente colpito nel- l'osserYare il locale O\"e si effettua il laYoro: non è raro che in esso sia disposto anche un letto e che, durante la giornata, padrone ed operai Yi prendano altresì i loro pasti; la biancheria già ri- pulita sta Yicina a quella ancor sudicia. Sopra ia

ta\·ola cli laYoro, i panni sono stesi su corde per es- sicare, mentre in un angolo si fa la prima cernita e di Yisione del materiale. ad onta dei regola men ti che impongono questa operazione sia fatta in locale speciale e separato.

La d'isposizione dell'ambiente è tale che l'c)zione benefica dell'aria pura e del sole non si fa sentire che nei mesi estiYi. -

::\'on è già CYidente. in queste condizioni, l'e i-

(6)

RiVISTA DI l>IGEGNERIA SANITARIA

stenza di una sei:ie numerosa di cause disastrose per la salute del personale? ~Ia, oltre al non poter contare, in queste piccole lavanderie, sopra un rin- novamento efficace e sufficiente dell'aria, rinnO\·a- mento che esige entrata d'aria pura e allontana- mento di gaz dannosi, bisogna considerare che in siffatti ambienti non y'è nemmeno, in generale, una cubatura tale da supplire in parte al mancante ricambio.

E veniamo a considerare le poh·eri ed i micror- ganismi che abbondano nelle biancherie sudicie; ai quali fattori si Yoll.e attribuire una parte prepon- derante nella propagazione della tubercolosi frà 1 laYoratori òei due sessi. L'arma migliore per. com- battere con successo queste cause nociYe, consiste neJJ'umettare i panni per mezzo d'un getto di Yapor acqueo; questo, giungendo su quelli, li raffredda parzialm,ente così che non produce cottura dei grc:.- si nè del sangue, mentre umetta il materiale assai regolarmente. Dopo quest'operazione, che non dura più di quattro minuti, l'operaio può maneggiare la biancheria senza temere delle poh-eri, che nella maggior parte sono state meccanicamente allonta- nate; le poche residue rimangono, per effetto del ,-apore, aderenti al materiale. Assai adatto a com- piere quest'operazione preYentiva è un apparec- chio (fig. r e 2), composto essenzialmente di due ci- lindri concentrici A ed E; il primo è fisso e costi- tuisce un recipiente chiuso in cui s'effettua lo spol- Yeramento; è munito di una porta B, (che si mano- n a per mezzo dell'impugnatura C), per la quale si introduce la bianchei:ia nella macchina. Una serie di fori D permette all'aria esterna, aspirata dal Yen- tilatore V, di giungere nelf'interno dei cilindri e cacciare le poh·eri nel collettore apposito. Il cilin- dro E è, al contrario mobile attorno al suo asse, ed è montato sovra due sostegni T e T'; di più, pos- siede una porta a cerniera G.

Un meccanismo automatico permette d'ottenere un movim,ento di i:otazione alternatiYo (circa due giri in un senso, e due altri giri in senso opposto). Sia durante il movimento, sia a fermo, si apre li rubinetto del Yapore Q, Yapore che Ya ad iniettare tutta la massa contenuta nell'appar,ecchio, allon!a- nandone in pari tempo poh-eri e microrganismi.

Per ripulire l'appa(ecchio, si può.fan-i circolare acqua e vapore a volontà; il rubinetto Q, disposto alla parte superiore del cilindro fisso, consente d'in- trodurre il Yapore dai due lati. Per facilitare la pu- litura a grand'acqua, sono com·enientemente di- sposte una condotta d'acqua R ed un canale di sca- rico S.

Senza discutei:e teoricamente l'efficacia clel'appa- recchio. in base alla sua struttura ed al suo funzio- namento. ma prestando fede ai risultati riportati dal Frois nella citata memoria, dobbiamo riconoscere

che non pochi benefizi si ottengono dall'impiego cli questa macchina: poichè i dati sperimentali ci dimostrano all'evidenza che, mentre la perdita di tempo impiegato in questa manon a è assoluta- mente insignificante, e nullo il deterioramento del- la bianchei:ia, è raggiunto in modo relativamente semplice ed economico lo scopo d'allontanare o di fissare poh-,eri e microorganismi, così da difendere i laYoratori dalla loro azione deleteria. Aggiungia- mo che, a parù nostro, non sarebbe affatto diffi- cile ottenere, coll'apparecchio stesso, una sufficiente disinfezione a secco, così da a,·erne un'opera di di- fesa ancor più certa e completa.

?\ori si può tuttaYia non riconoscere che questa soluzione del problema è solo possibile negli stabi- limenti di qualche importanza, disponenti di forza motrice; negli stabilimenti minori bisogna proYYè- dere a migliorare, per quanto è possibile, le condi- zioni di la,·oro coll'esigere dovunque, senza ecce- zioni, almeno due locali separati, l'uno· per la cer- nita prima dei panni, l'altro per la laYorazione cli pulitura propriamente detta; coll'impedire che que- sti locali possano serYire ad altri usi; col prescriYere pe( questi ambienti un minimum di f4 metri cunt per persona e collo stabilire, infine, una giusta du- rata della giornata di laYoro. tenendone lontani gl'indiYidui troppo giornni. E' fuor di dubbio. d'altra parte, che più felici risultati si conseguiran- no, per rispetto all'igiene, sol quando siasi rag- giunto l'intento di accentrai:e in pochi stabilimenti maggiori, cui sia possibile pron·edere dei necessa- ri apparecchi, il laYoro oggi suddiYiso in tanti pic- coli larntoi, dai quali non è pratico pensiero atten- dere miglioramenti nelle condizioni dei laYoratori.

e sui quali non è nemmeno possibile esercitare una son·eglianza diretta e diligente, per quanto concer- ne l'applicazione dei regolamenti, siano pur questi i più saggi e benefici. E. Cler

~CO\ I GE~ER.-\TOR I PER ~fOTORl A GAZ

l\elle scatole del fumo delle locomotiYe, si radu- na continuamente un carbone puh·urulento mesco-· lato a quantità più o meno grandi cli ceneri. La

« Firm Pintsch » di Berlino, dietro i consigli del- l'ingegnere Lehmann di Koenigsberg. iniziò una serie cli esperienze pei: determinare la gazeificabi- lità di questa sostanza ed aYenclo ottenuto dei ri- sultati assai soddisfacenti, nel 1905 costruì tre ge- neratori di 180 HP per l'energia elettrica cli Koe- nigsberg e due generatori di 90 HP per la sta- zione di I nsterburg.

Tutti questi apparecchi funzionano perfettamen- te fin dall'inizio ciel 1906; Dieclrich ne fa un accu- rato studio sui Glùsers Anna/es da cui togliamo queste bre,·i notizie.

+

!UVIST.-\ DI INGEGNERIA SANITARIA 371

Nella figura i abbiamo rapµr·~sentato lo schema cli uno di questi generatori; esso è costruito in ferro fucinato ed è internamente rivestito cli mattoni re- frattari B; per mezzo delle due aperture A si ha accesso alle griglie disposte a scala, e si posssono estrarre le scorie; per le aperture E im·ece si Yiene a caricare l'apparecchio. Sopra alla camera del gaz Si troYa Una caldaia C j i gaz YengonO aspirati dal motore per F, mentre pei tubi D si soffia nell'inter- no del generatore una miscela di aria e cli Yapore proYen ien te dalla caldaia.

Uscendo dal generatore, il gaz perde una gran parte ciel suo calore nell'apparecchio

f

(V. !ìg. 2\

dal qL:ale passa nell'estremità inferiore cli una torre g di larnggio; questa è ripiena di cok e dalla sua parte superiore cade dell'acqua, la quale raffredda completamente ;1 gaz, trattenendo nello stesso tem- po la polYere che esso può aYere trascinato.

Le ultime impurità e le traccie d'acqua vengono depositate nell'epuratore h, diYiso in parecchi scom- parti e ripieno cli s~gatura di legno.

~egli apparecchi costruiti nel 1908 furono appor- tati vari perfezionamenti, atti a eliminare più fa- cilmente le scorie e a pulire i generatori dopo quai che mese di esercizio.

Per non danneggiare le pareti, non conviene ri- scaldare il generatore tutto d'un tratto, ma bisogna

hg. I

procedere per gradi durante 5 t' :i c.·:-e; a questo ,c .l)JO s! so- spende ·'.)gni tanto l'ammissio ie · ;ei mi-

scuglio J'ari.'l e ,-a- pore; finchè il ga;~

formatosi no.1 è i r1- fiam ma bile, non lo si raccoglie, ma lo si lascia espandere libe- ,ranrente nell'aria.

Ognuno dei tre ge- neratoi.-i cli 180 HP funzionanti a Koenisberg, Yiene caricato all'ora di 150 o 200 Kg. di carbone puln1rulento proYeniente dal l'Alta Silesia; dalle esperienze ciel 1907 si può dedurre che il rendimento cli I caYallo-ora importa un consumo cli r Kg. e mezzo cli carbone: il valore calorimetrico di questo oscilla fra 6.080 e 6.230 calo- rie per Kg. con 19.2 -;- 23.1

%

cli cen~ri e 5-;- 30

%

di acqua.

Il Yalore calorifico ciel gaz ottenuto Yaria da 987 a 1050 calorie per metro cubo e la sua composizione chimica è compresa fra questi limiti:

CO I 7 .6 a 2 .. p

%

H2 20.0 a 9.2

%

C02 10.-t a -t·S

%

] I carbone puln 1rulento ha dato quasi gli stessi

eff~tti ciel cok purificato, presentando solamente tt::accie insignificanti cli CH,.

li funzionamento del generatore regola in modo pressochè automatico le proporzioni d'idrogeno: un eccesso di anidride carbonica è segno d'una troppo elevata temperatura, ma la caldaia allora produce una quantità maggiore cli Yapore. La di- minuzione cli ossido di carbone è in certo qual mo-

Fig. 2.

do compensata da un aumento d'idrogeno, per cui il potere calorifico ciel gaz subisce Yariazioni trascurabili.

I due motori di 90 HP impiantati alla stazione cli Insterburg sono a quattro tempi e compiono i8o giri al minuto, mettendo in azione a mezzo cli cin- ghie delle dinamo a 6 poli, le quali fanno 700 giri al minuto e forniscono 64 K\V con 230 Yolts.

I tre motori di 180 HP di Koenisberg fanno 150 giri al minuto e sono direttamente accoppiati a dina- mo a r2 poli e 117 KvV.

Crediamo far utile cosa ai nostri lettori, riportan- do qualche cifra relativa a questi due impianti.

Prezzo d'impianto totale . Potenza totale .

Prezzo d'impianto per Kw Spese d'esercizio per Kw-orn Interessi e ammortamento per

Koenigsburg

291600 marchi

3)0 Kw 878 marchi

2,6 pfenning

Insterburg

12 5140 marchi

120

K ,,.

W.+4 marchi .+,.+ pknning

K\Y-ora 4,4 » 3,9 ))

Prezzo di costo per K w-orn 7 » 8, 3

Naturalmente il prezzo della mano d'opera non cresce proporzionalmente alla potenza di un moto- re; perciò quanto questa è maggiore, tanto minore è il prezzo cli costo ciel K\V-oi:a. La « Finn Pint- sch » costruisce dei generatori cli 600 HP per i grandi esercizi.

Dopo gli eccellenti risultati ottenuti nei due pri- mi impianti, sono state installate nella stazione di Allenstein nel 1908 due macchine cli 160 HP ed in questo mese ne funzioneranno alla stazione cli Eydtkuhmen due altri di 130 HP.

Con l'esperienza si sono introdotti dei perfezio- namenti: ad Allenstein, in seguito a proYe eseguite nell'agosto 1908 si è Yisto che a piena carica, cioè per 520 ampères sotto 230 Yolts per macchina, era- no sufficienti Kg. 1 .24 di carbone puln1rulento per K\N"-ora, cioè Kg. 0.75 per caYallo.

Per il rendimento di un caYallo, i motori a gaz

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