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Caso clinico. 5 anni. A visita per difficoltà nelle autonomie personali tipo mangiare correttamente da solo, infilarsi il giubbino o le scarpe e nel

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Academic year: 2022

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Caso clinico

 5 anni.

 A visita per difficoltà nelle autonomie personali tipo mangiare correttamente da solo, infilarsi il giubbino o le scarpe e nel gioco, tipo arrampicarsi sullo scivolo o saltare da un gradino.

 I genitori lo definiscono “pigro” nelle autonomie (lavarsi i denti, mettersi il pigiama) per cui viene aiutato e “prudente”

che si sostiene alla ringhiera nello scendere le scale, non ama bicicletta nè i giochi in cui bisogna correre o

arrampicarsi, predilige giochi tranquilli.

 Anamnesi negativa per patologie neuromuscolari.

 Anamnesi fisiologica nella norma.

(2)

Caso clinico

SPM: deambulazione autonoma a 17 mesi, no gattonamento, prime parole in epoca, successivo ritardo del linguaggio con difficoltà fonologiche per cui logopedia tra i 3 e i 4 anni,

attualmente regredite.

Inserimento a scuola con iniziali difficoltà di separazione dai genitori e di integrazione con i coetanei, attualmente buone capacità relazionali.

Sia a scuola che in famiglia scarsa tolleranza alle frustrazioni con modalità reattive a tratti oppositive.

EON: non deficit focali, tono e forza nella norma, difficoltà nei movimenti rapidi e successivi delle dita e difficoltà in equilibrio statico (nel mantenersi su un piede solo per alcuni secondi) e dinamico (salto a piedi uniti).

(3)

Introduzione

Per avere una corretta acquisizione delle abilità motorie nel bambino occorre avere:

1- Integrità anatomica e maturativa dei diversi sistemi motori (vie piramidali, vie extrapiramidali e cerebellari).

2- Un normale sviluppo mentale, che coinvolge le funzioni corticali superiori e i rapporti tra le rappresentazioni mentali percettive, le operazioni mentali più evolute, l’attenzione e la memoria.

3- Una normale esperienza rappresentazionale: funzione di riconoscimento e di investimento mentale dell’esperienza e della funzione percettiva, intesa come nucleo aggregante della realtà psichica del bambino nell’atto dell’esperienza.

(4)

Introduzione

 A partire dalle percezioni, dai pensieri, dalle memorie e dagli affetti, si costruiscono le rappresentazioni mentali, che orientano i comportamenti e i piani d’azione nel

momento presente e che organizzano lo sviluppo.

Un difetto dell'esperienza rappresentazionale può comportare un’alterazione di specifiche funzioni

psicomotorie.

(5)

Disturbi della

coordinazione motoria

Insegnamento di Neuropsichiatria Infantile Dr. Maddalena Duca, NPI

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Disturbo dello sviluppo della coordinazione (DSM5) o disturbo evolutivo specifico della

funzione motoria

DSM-5: acquisizione ed esecuzione di abilità motorie coordinate notevolmente inferiori a quanto atteso per l’età cronologica

dell’individuo…difficoltà manifestate con goffaggine (per esempio cadere o sbattere contro gli oggetti), lentezza ed imprecisione nello svolgimento delle attività motorie (per

esempio afferrare un oggetto, usare forbici o posate, scrivere a mano, guidare la bicicletta o partecipare ad attività sportive).

Interferenza significativa con le attività della vita quotidiana, sulla produttività scolastica, sul tempo libero e sul gioco.

Esordio nei primi anni dello sviluppo.

Deficit non meglio spiegati da disabilità intellettiva o deficit visivo e non attribuiti a una condizione neurologica che influenza il

movimento (es PCI, distrofia muscolare, disturbo degenerativo).

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DCM

 Impaccio motorio e compromissione dei compiti visuo-spaziali.

 Ritardo nell’organizzazione del gioco e del disegno.

 Presenza (non costante) di segni neurologici sfumati (tremori fini distali o altri movimenti involontari, tono muscolare ai limiti inferiori, movimenti “eccedenti”, ritardo nella dominanza manuale).

 Presenza non costante di difficoltà scolastiche e di problemi socio- emotivo-comportamentali.

 Esordio quando il bambino inizia ad effettuare attività motoriamente più complesse (correre, mangiare da solo, abbottonarsi I vestiti e giocare a palla).

 Decorso individuale.

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DCM

 Incidenza 5-6%, presenza maggiore nel sesso maschile.

 Disturbi dello sviluppo comunemente associati:

Disturbo della fonazione, disturbo dell’espressione di linguaggio, disturbo misto di linguaggio.

 Spesso soggetti con ADHD possono presentare

comportamenti motori, ma ciò è ascrivibile ad

impulsività e disattenzione.

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Disprassia

Deficit del sistema di pianificazione dell’atto motorio volontario.

Difficoltà di pianificare, programmare ed eseguire atti finalizzati ad uno scopo.

DCM o disprassia: “un enigma da risolvere” dovrebbero essere considerati sinonimi (Gibbs et al., 2007). DCM come causa e disprassia come sintomo che ne consegue.

Componenti disprattiche in disturbi di linguaggio, apprendimento, autismo, ADHD, quadri sindromici (Sindrome di Williams, Down).

Disprassia come disturbo multisistemico dove

disorganizzazione sul piano motorio e deficit percettivi hanno gravi ricadute sugli apprendimenti (Sabbadini, 2005).

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Componente neuromotoria e componente visuospaziale

Funzioni cognitive (problem solving- programmazione- pianificazione del

movimento, organizzazione delle strategie)

Dinamiche emotivo relazionali

Funzioni

neuropsicologiche (attentive, visive,

cinestetica e

propriocettiva , memoria visiva e motoria)

PRASSIA

Sistemi implicati nella realizzazione di una prassia o funzione cognitiva adattiva Sabbadini

(11)

Disprassia e possibili disturbi associati:

•Disturbi specifici di linguaggio (DSL)

•Disturbi specifici di apprendimento (DSA)

•Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)

•Disturbi dello spettro autistico

Disprassia DSL

DSA

ADHD Autismo

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Disprassia – clinica

nell’acquisizione delle tappe 1- Inizialmente si manifesta con un ritardo

motorie (1-2 anni).

2 Dopo la comparsa del cammino è goffo, urta contro gli ostacoli, fa cadere gli oggetti, inciampa spesso (2-3 anni).

3 In seguito (3-5 anni) ritarderà ad imparare a correre, a saltare, a fare le scale, a giocare a palla.

4 In seguito (5-6 anni) mostreranno difficoltà nei gesti quotidiani che

richiedono una fine capacità di coordinazione (disegnare, allacciarsi le scarpe, usare coltello e forchetta).

5 Dopo i 6 anni difficoltà in campo scolastico (scrittura) e nelle attività quotidiane.

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Disprassia – diagnosi

Anamnesi

: Ritardo del raggiungimento delle tappe motorie, difficoltà grosso e fine motorie, goffaggine; fattori di rischio (prematurità, disturbi di linguaggio o apprendimento, ADHD): Inviare in valutazione specialistica!!

EON e osservazioni durante attività

test neuropsicologici (ABC movement, APCM-2, VMI, TPV).

EEG, neuroimmagini (TC/RM) servono per escludere altre patologie.

Diagnosi differenziale: PCI, malattie neuromuscolari,

RM, ADHD, danni cerebellari, deficit visivi o uditivi.

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Disprassia - prognosi

 Possibile conseguenze a livello sociale, emotivo e comportamentale.

 Immaturità emotiva e rischio di isolamento, passività, bassa

autostima, elevati livelli di ansia e sintomi somatici (dolore,

nausea, vertigini, mal di testa e di stomaco).

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Disprassia - trattamento

Neuropsicomotricità per favorire lo sviluppo armonico e un sostegno allo sviluppo emotivo: autostima,

socializzazione, piacere nel gioco.

 Sostenere la capacità di investimento del bambino sull’esperienza proposta (insuccesso

demotivazione rinuncia).

 Intervento pedagogico.

 Collaborazione con la scuola e la famiglia.

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Alterazioni della lateralizzazione

Definizione

La comparsa della dominanza emisferica è una delle numerose tappe di uno sviluppo motorio normale.

La dominanza si riferisce all’organizzazione

neurologica. Si intende la superiorità di un emisfero

cerebrale su quello controlaterale nell’esecuzione di un compito. L’emicorpo dominante è quello opposto (es.

emisfero sn, emicorpo dx).

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Alterazioni della lateralizzazione

Mano dominante: Si chiede al bambino di scrivere, disegnare e tagliare con le forbici. Si valuta anche la coordinazione motoria fine.

Piede dominante: Si chiede di mantenere l’equilibrio su un piede solo, di calciare la palla. E’ più difficile da definire. Gli arti inferiori sono infatti deputati a movimenti di motricità grossolana e sono quasi equivalenti nella funzione.

Occhio dominante: E’ l’occhio con cui guarda il bambino

attraverso un canocchiale improvvisato con un rotolo di carta.

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 Grazie per l’attenzione!!

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