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SERGIO RANTNZIO SPAGNA N AZIO NALSINDAC ALISTA MILANO CASA EDITRICE BIETTI

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SER GIO RANTNZIO

S P A G N A

NAZIONALSINDACALISTA

MILANO

CASA EDITRICE BIETTI

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Stabilimento Tipografico della Casa tüditricc Biotti. Milano - 1942-XX.

P r i n t e d in It a ly .

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Le date poste a pie’ degli articoli qui riuniti segnano la successione d i essi e l’organismo logico che forse essi compongono. Salvo il pe­

nultim o scritto che viene dopo la costituzione del Partito nazionalsindacalista spagnolo e a commento di essa, gli altri seguono im m edia­

tamente ed interpretano lo svolgersi dei più importanti, salienti, decisivi avvenim enti po­

litici del m ovim ento nazionale della Spagna.

Gli scritti sono tu tti dominati, fino dal primo del luglio 1936, dalla persuasione incrollabile della vittoria dell’insurrezione di Franco e della universale diffusione del Fascismo.

Quasi tu tti gli scritti pubblicati finora in Italia sulla nuova Spagna trattano solo delle nuove forme politiche, sociali ed economiche assunte dalla vicina Nazione amica. Negli ar­

ticoli qui raccolti si parla invece delle forze reali, psicologiche e sociali, generatrici del m o­

vimento. E d a me sembra che, per quanto concerne la nuova Spagna, il punto essenziale e più delicato è di cogliere ed interpretare le forze, non di descrivere le form e, perchè è dalle prime che si va alle seconde, e perchè, a loro volta, le form e non vanno prese ed esaminale in un modo esteriore, ma nel loro aspetto interno.

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Confermo maggiormente questo mio punto di vista dopo la lettura del lucido e robusto scritto di J . Ga r r i g u e s, dell’Università di Ma­

drid: Il nuovo ordine in Spagna. Sindacati verticali e Corporazioni, pubblicato in « A r­

chivio di Stu di Corporativi », Firenze, 1939, fase. III. Il Garrigues, esaminando le cose, da forte giurista quale egli è, dal lato giuridico formale arriva non solo a differenziare, ma a mettere su piani diversi il Fascismo italiano e il Nazionalsindacalismo spagnolo. A pag. 181 del suo studio, egli scrive: « Dopo tanti anni di politica filomarxista, la mentalità classista si è troppo radicata fra noi per ammettere che il sindacato possa essere uno strumento dannoso in mano di alcuni ma utile in mano di altri a seconda dello spirito che Io anima.

Perciò invece di adottare la soluzione genial­

m ente ideata e realizzata dal Fascismo, incor­

porando il sindacalismo nello Stato nazionale (il Fascismo è, come dice il Panunzio, la sin­

tesi storica del Sindacalismo e del Nazionali­

smo) abbiamo preferito, più semplicemente, di sradicare il sindacalismo professionale dal suolo spagnolo, e abbiamo intrapreso il tentativo di organizzare corporativamente la Spagna m e­

diante i sindacati verticali anziché quelli pro­

fessionali ».

Viste invece le cose nel loro fondo sostan­

ziale e storico, il Nazionalsindacalismo spa-

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gnolo, che trova i prim i suoi germi nel Sin­

dacalismo nazionale italiano, ha lo stesso spi­

rito del Corporativismo fascista. Le forme, che sono cose esterne e m olte volte passano, dividono; le forze, invece, che sono essenziali e permanenti, uniscono. A d onta della indiscu­

tibile differenza della struttura giuridica fra il Corporativismo italiano ed il Nazionalsin- dacalismo spagnolo, il quale, per altro con le ultim e leggi e gli ultim i suoi ordinam enti si va modificando ed evolvendo, chi leggerà le pagine che seguono si accorgerà immediata­

m ente della medesimezza delle forze spirituali che accomunano i due movimenti.

Desidero piuttosto aggiungere a questa rac­

colta di articoli una breve nota bibliografica contenente i principali scritti comparsi in Spa­

gna ed in Italia sul Nazionalsindacalismo e sul nuovo Stato spagnolo, nonché l’indicazione delle principali leggi che disciplinano il mo­

vimento e l’ordinamento politico ed economico -indacalc della Spagna. E m i piace avvertire che è oltremodo pregevole ed interessante la letteratura spagnola sugli ordinam enti del Nuo­

vo Stato e dal lato fdosofico e dal lato giuridico e politico, anche per i suoi riferim enti m eto­

dici alla Dottrina dello Stato fascista italiano, che è in essa profondamente studiata e ana­

lizzala'.

S. P.

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C’è u n p u n to , n ella acc an ita g u e rra civile che si co m b atte in questi gio rn i in Ispagna, che p iù a ttira la n o stra attenzione. I sin d aca­

listi d i questo paese, leggiam o da parecchio nei giornali, fanno, in tu tte le agitazioni, c a u ­ sa com une col fro n te popolare. D unque, p r i­

m a di tutto, il diavolo e l’acq u a sa n ta fan n o co m u n ella insiem e. I com unisti, ed i sociali­

sti in m odo più a tte n u a to , sono a u to rita ri e d ispotici; i sind acalisti, secondo i p rin cip i, so­

no tu tt’a ltro che dispotici. Com e si spiega il connubio col fronte popolare? Ma questa non è la m erav ig lia più grande. N on solo l’uom o d ella stra d a , m a an ch e la gen te re la tiv a m e n te in fo rm a ta ed e ru d ita n elle cose sociali stenta a c a p ire — e d ato l’im broglio rim a n e in te r­

d etta e p erp lessa — com e e p erch è quegli stes­

si sind acalisti che sono stati sto ric am en te il nucleo o rig in ario d el F ascism o ita lia n o del

’14 e del ’19, siano, invece, in Isp ag na, e lo stesso può dirsi p e r il fro n te p o p o la re in F r a n ­ cia, alla lesta del m ovim ento d ev astato re del-

G a zzelh i d el M ezzogiorno, 29 L uglio 1936.

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la N azione e dello S tato e d i ogni v a lo re m o ­ ra le c um ano. Oh! non è stato Sorci il proge­

n ito re del Sindacalism o, Fumilo te rrib ile che dopo le in no cu e esercitazion i le tte ra rie ed estetiche di N ietzche, h a p ia n ta to nel centro della v ita storica co n tem p o ran ea l’idea della forza e d ella violenza? E ’ v ero o non è vero che M ussolini h a p iù volte d ic h ia ra to di r i­

conoscere nel Sorci uno dei suoi maestri spi­

rituali? E ’ vero o non è vero che proprio nella sua « D ottrina sociale e politica del Fascismo » il Duce ha scritto che il Sindacalismo rivolu­

zionario c da considerarsi storicamente una delle fonti immediate del Fascismo?

B isogna fa re su b ito luce su questi pu n ti, e p e r c h ia rire le cose di fu o ri, e p e r av ere l’oc­

casione di c h ia rire m eglio e p iù p ro fo n d a ­ mente, per magistero e per violenza di contra­

sto, le cose nostre. Se no avrebbe ragione P a­

scal col suo trem en d o afo rism a che la m o rale degli uo m ini v a ria da un m erid ian o a ll’altro, ed av reb b ero ragione quegli esseri m efisto fe­

lici e scettici che co n tinuan o a non capire, d iffam an d o il F ascism o più che lo stesso sin­

dacalism o, la p resen za di q u est’u ltim o nel corpo id e ale del prim o. Insom m a, il S in daca­

lism o è odio, distruzione, m orte, od o rdine, disciplina, v olontà ed am o re a n c h ’esso della u n ità dello Stalo?

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Come In p a ro la Socialism o abb raccia lutto, il socialism o ateo e quello cristian o , il socia­

lism o in tern azio n alista cd il nazionalsociali- , sino, così è del sindacalism o. Come sem pre, nei fa tti c nei m ov im enti storici, conviene la ­ sciare d a p a rte r a s tr a llo , c co n sid e ra re i m o ­ vim enti concreti e gli uom ini che li in carnan o . Meglio che il S indacalism o, bisogna vedere i sindacalisti.

Senza alcu n dubbio, il S indacalism o si a f­

ferm a com e p rin cip io id e ale con Sorel in F ra n c ia , a ll’ingrosso v erso il 1900. Siam o g iu ­ sto allo schiudersi del n o stro secolo. Ma l’idea soreliana, che, piena dello spirito di Vico, più che in Francia, ha la sua vera P atria in Italia, è u n ’idea profondamente morale, anzi pedago­

gica, m eglio a n c o ra m istica ed ascetica. Essa, - in o rrid ita d el vuoto religioso c m o rale della dem ocrazia ra z io n a lista del socialism o m a te ­ rialista, inculca nuovi v alo ri m orali. E se p e r essa il S indacato v u o ta e distrugge lo Stato, in v erità, ciò che i v ari scem i c cretin i che p a rla n o di queste cose non riescono m ai a ca­

p ire, è p erch è p e r essa il S in dacato è esso stesso lo S tato con tro la vecchia o m b ra dello S tato dem ocratico borghese estern o ed inco­

lore. Il m ovim ento discenden te d a lla noiwelU’

école so re llia n a ehhe fo rte seguito in F ra n c ia ed in Ita lia , p a rtic o la rm e n te presso gli spiriti

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I

c i te m p eram en ti più pensosi e più vivi, lau ­ to che la nuov a idea nello stesso tem po che - esu lav a d alle folle o p eraie b ru te e dem agogi­

che, non degne della sua altezza prim a che, come in Italia, la fiamma ed il sacrificio cruen­

to d ella g u e rra ve le portasse, alim en tav a ed alim en tò — l’esem pio lo d ette p e r p rim o lo stesso g ra n d e p en sato re fran cese — il n azio ­ nalism o ed i n azionalisti. Si pensi al nostro C o rrad in i, e, com e è stato scritto in questi giorni, a Forges D avanzati.

M entre la m a rc ia id e ale del S indacalism o è verso il N azionalism o e lo Stato, e la g u er­

ra doveva fa re che i due m ov im enti da teo­

ria div entassero stati d ’an im a, sen tim en to ed azione, si svolgeva m olto p ro saica m en te nei fa tti — dico così p erch è i socialisti d isprez­

zano subito Sorel ch iam an d olo po eta ed u to ­ pista sociale — u n altro Sindacalism o.

Q uest’a ltro S indacalism o che g enericam ente possiam o ch ia m a re m a terialistico , ehhe due distinte d ira m a z io n i: u n a rifo rm istica facente capo a i socialisti; l’a ltra anarchica, facente capo agli anarchici.

P er quello che qui ci prem e, m e ttiam o da p a rte il S indacalism o rifo rm is ta e gli sciope­

r i p e r i m e ri m ig lio ra m en ti m a te ria li, contro lo sciopero so rellian o concepito com e violen­

za assoluta, com e g inn astica riv oluzion aria

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p e r la distruzion e in eso rab ile del vecchio sia­

te e p e r l’edificazione del nuovo. L ’an titesi fra 10 Sciopero-bottega e Io sciopero-mito c sem­

pre viva nella coscienza di tu tti. Due parole invece sul S indacalism o an arc h ico che d eli­

zia no n d a oggi e d evasta la nobile Spagna, ch e n o n m an ca in F ra n c ia , e che ebbe i suoi g io rn i tenebrosi, ai tem pi d ell’U nione sin d a ­ cale ita lia n a , contro l’U nione ita lia n a del la­

voro di C o rridoio ed i S in d acati fascisti di M ussolini, anche n el n o stro paese negli an n i che si rico rd an o .

L ’an arch ism o , com e m ovim ento m ilitan te, h a av u to sem pre, a sua volta due scuole: l’a ­ n arch ica individualistica, e l’a n a rc h ic a socia­

listica o m eglio la so cialista-an arch ica. Non p a rlia m o d ella p rim a , rifugio teorico soltanto di in tellettu a li, in telletu alo id i, m olte volte di scritto ri, di esteti e di le ttera ti. L a seconda e b ­ be ed h a av u to sem p re p iù seguito, p a rtic o la r­

m ente presso le m asse o p eraie in d u s tria li dei g ra n d i cen tri u rb an i. I m assim i suoi trionfi, an ch e n el perio d o , p rim a d ella g u e rra m on­

diale, d ella p rev alen za asso lu ta in tu tta E u ro ­ p a d el socialism o dem ocratico, o com e oggi si dice m arxistico, contro quello an arch ico , in Ispag na. E ’ risa p u to che B arcellona fu sem pre 11 cen tro d elle agitazioni o p e ra ie b o m b a rd ie­

re e d in a m itard e. E presso q u a li folle u m ane

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1G -

più c m eglio clic presso q u elle o p eraie a b b ru ­ tite d a lla fa b b ric a ed av v elen ate dal lato m o ­ ra le e religioso d alle esalazioni di qu esta p o ­ tevano gli an arc h ici m ietere di p iù ? 11 cam ­ po era folto e prosp ero , e la p ro p ag an d a vi attecchiva. Ma d a ll’anarcliism o a l S in d acali­

sm o an arc h ico il passo è breve. Se le folle o p eraie vivono associate, e le associazioni o p eraie si ch iam an o sin d acati, ecco sp u n tare, distinguendosi e co n tra stan d o con le a ltre fo r­

m e di Sindacalism o, con quello so rellian o in ispecie, il S indacalism o anarchico. In q u est’u l­

tim o invero si ritro v an o tu tti i p rin cip i e le tendenze dcU’anarch ism o, con la su a p re tta deriv azio n e sp iritu a le d al m ateria lism o ra z io ­ nalista, illu m in ista, ateo ed anticattolico, m a s­

sonico ed enciclopedista. Come siam o lo ntani d alle fonti p u re del sin dacalism o vero che Sorel ricolleg a a P ascali

C he m e ra v ig lia p e rta n to se n ella p iù in te n ­ sa o ra d i licenza e di trip u d io d ell’a n tic le ri­

calism o, d ella m assoneria, d ella dem ocrazia in F ra n c ia , in Isp ag n a ed an ch e in Ita lia , n el­

l’au tu n n o del 1909, i sin d acalisti so rellian i si m isero con tu tta la loro fo rza co ntro il socia­

lism o, la dem ocrazia ed il falso S indacalism o che in scenaron o n elle tre cosidette N azioni la­

tine, scioperi g en erali a più non posso, p e r p ro te sta re con tro la co n d an n a a m o rte di

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— 1 ? —

Francisco Ferrei- esponente in Barcellona, del­

l’anarchismo?

Q uanti, anche in Italia, si scaldarono per Francisco Ferrei-, inventore della scuola libera dell’anarchism o per il popolo, figuriamoci che scuola! osando metterlo sulla stessa linea di Giordano Bruno!

I sindacalisti so rellian i eb b ero rag io n e nel p rev ed ere lo sbocco di disordin e m o rale e di sangue che era destin ato ad avere il m ovi­

m en to ra z io n a lista e sin d aca lista an arch ico di B arcello n a e degli a ltri c e n tri o p erai spagnoli.

C he è ev id en te l’allean za fra la rivoluzione sociale di m arca russa bolscevica autentica in Isp ag n a n elle g io rn ate a ttu a li — si rifle tta al soviet in a u g u ra to dai m a rin a i spagnuoli d i al­

cune navi da g u e rra dopo avere ucciso i loro ufficiali — e la rivo luzione sociale di m arca sind acalistico -an arch ica a B arcellon a a S ivi­

glia ed altrove. Belve u m a n e e quelle com u­

niste e quelle sindacaliste, specialzzate le se­

conde n e ll’a rte degli incen di in g enere e n e ­ gli incendi delle chiese e dei conventi in ¡spe­

cie, belve a sangue fred d o le p rim e, a sangue caldo le seconde!

D opo tutto, com e sono nel falso qu elle fi­

losofie che sostengono che a d ifferen za dei fe­

nom eni n a tu ra li, i fenom eni sociali non si r i ­ petono e sono sem pre dissim ili fra di loro.

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vari ed atipici! Nessun paragone fra le azio­

ni pseudo bolsceviche italiane del periodo ’19-

’21 c la tragedia che si svolge oggi in Spagna, clic, se ci fa assistere in q u esti giorni alle sue m an ifestazio ni m acroscopiche, si svolge, con le stesse scene di odio, di sangue, di d istru zio ­ ne e di in cen d i da circa un lustro. E ’ d a ll’in ­ do m an i d ella com ica ed u ltr a e le tto ra le r i ­ voluzione democratico-repubblicana che m an­

dò v ia d al tro n o R e A lfonso, che i m ovim enti com unisti e sin d aca listi an arch ici, insiem e a l­

le ali e co m b in ati si v an n o svilu p p an d o con un crescendo di incen di e di stragi. E . p é r quanto , ad o n o r del vero, il socialism o ita ­ lian o si ribellò, è tu tto d ire, alle ingiunzioni dei delegati m oscoviti al congresso di L iv o r­

no del p a rtito , m e n tre a M adrid com e a P a ­ rigi, straccian d o ogni dig n ità n azio n ale ed in­

su lta n d o la p ro p ria b a n d ie ra , i socialisti sono legati m an i e pied i ai com u nisti di Mosca di cui sono vili e tre p id i serv ito ri, in Italia, a n ­ che in Italia, f r a il ’19 ed il ’21 si delineò l’allean za e la co m binazione fra le m asse so­

cialiste com uniste ed i sin d acalisti an arc h ici d ell’U nione sin d acale ita lia n a , pro m o ssa ed a lim e n ta ta d al m inim o com une denom inatore del m aterialism o , d e ll’ateism o e del n ic h ili­

sm o sociale.

Com ’è singolare e p ro vv iden ziale Eespc-,

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rien z a fascista ita lia n a ! A cospetto d ella in ­ finita m ise ria e d ella o scu ra trag e d ia degli a l­

tri P aesi, la grandezza del F ascism o ci rie m ­ p ie nello stesso tem po più clic di orgoglio, di am m iraz io n e e di u n a p ro fo n d a gioia e quiete sp iritu ale.

P arecch ie cose p erò ci sono volute perchè la esperienza fascista si d eterm in asse e trio n ­ fasse sp len d id a com e la luce. La g u e rra d el­

l’in terv en to , che bruciò tu tte le vecchie scorie ed esaltò tutti i v alo ri m o rali d ell’uom o, fino a lla g lo ria ed al sublim e del sacrificio eroico.

Il conseguente strin g ersi del lavoro e delle m asse del lav oro con la P a tria e la N azione, nel S in dacalism o nazionale. S o p ra ttu tto l’uo­

mo fatale, il Duce che con le scintille della sua anim a h a incendiato le anime di tu tti i quaranta milioni di italiani, tenendole in uno stato di grazia trascendentale. Siamo, da noi, alla più piena realtà della storia, ma, insieme, al più forte splendore della grazia e della luce di Dio.

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LA SPAGNA VERSO II. FASCISMO

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L a g u erra civile in S pagna, risp etto alla q u ale, com ’è n a tu ra le , bisogna essere ed u ca­

tam ente, d ip lo m aticam en te, com e fan n o certe diplomazie..., neutrali, suggerisce im m ediata­

m ente m olte, m oltissim e considerazioni. Alcu­

ne di queste, sono, per intenderci, di caratte­

re scientifico, obbiettivo e sto rico ; a ltre di c a ­ ra tte re subbiettivo e politico. Essa, la guerra civile spagnola, in q u an to co n d en satrice di esperienze, e quali esperienze!, vale più di u n a biblioteca in te ra d i v o lum i di v a rie scien ­ ze p rese insiem e, p e r cui nello stesso tem po che in teressa il sociologo, in teressa il p o li­

tico.

In n an zi tu tto , essa sm entisce an co ra una volta coloro che n elle accese e fu rib o n d e po­

lem iche di tre n ta a n n i fa fra riv o lu zio n ari e rifo rm isti sostenevano —: q u alcu n o si rife riv a anche al frate llo siam ese di M arx, Engels — che, d a ti i tipi delle a rm i m o d ern e e le g ran d i s tra d e e piazze d elle città e delle m etropoli,

G a zzella d e l M ezzo g io rn o , 15 O tto b re 1936.

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rivolte, violenze ed in g en ere le g u erre civili n o n eran o più non solo possibili, m a nem ­ m eno concepibili. Si vede, in fa tti! Gli a e ro ­ p la n i sono p ro p rio ven u ti a co n ferm are le can d id e e rosee p rev isioni e teo rie dei rifo r­

m isti! Ma c’è q u alch e osservazione p iù p ro ­ fon da d a fa re , di c a ra tte re non tecnico, m a sp iritu ale.

R icordo sem p re, e m i è fissa n ella m ente, la risposta che nel 1905 a noi sindacalisti che lo interrogavamo sui rapporti fra Socialismo rifor­

m ista e Sindacalismo rivoluzionario, ci dava Vil­

fredo Pareto. Nei prossimi grandi conflitti che si p re p a ra n o e negli sco n tri fra uom in i e u om i­

ni, v in ceran n o quei g ru p p i che non av ran n o p a u ra dello sp argim ento del sangue. N on so se il g ra n d e scritto re allud esse p iù alle guerre estern e , od a quelle civili. N on si sta q ui a ric o rd a re quello che d al ’19 in p oi fecero i fascisti e gli sq u ad risti in Ita lia . P e r i bolsce­

vici! i in R ussia, il discorso è ben diverso. Essi con q u istaro n o senza v iolenza facilm en te il p o ­ tere, senza colpo ferire, e solo dopo co n q u i­

stato il p o te re e la fo rza a rm a ta , sp arsero ero icam en te il san gue altru i!

Q u alu n q u e cosa accad a d ella Spagna, u n a cosa si può e si deve dire. C oloro che h an n o avuto l’in a u d ito coraggio e la fo rte passione di ric o rre re alla violenza d ella in surrezione

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p e r fro n teg g iare e sp o d estare il comuniSmo, p u n to di sbocco del fro n te p o p o lare, sono s ta ­ ti e sono gli a ttu a li « r ib e lli» , che m arcian o e si batto n o con la ca v a lle ria d ella loro razza e d ell’a rte m ilitare. Ma lasciam o ora le con­

sid erazio n i obiettive, e veniam o a q u elle su ­ biettive.

Com ’è arcin o to , tu lli odiano com e satana, e respingono la p olitica estera dei blocchi con­

trapposti. E sia ben ed etto Id dio ! U fficialm en­

te la co n d an n a è sta ta p ro n u n c ia ta anch e a L o n d ra n ella con feren za a tre. C’è m olta d i­

scussione a p ro p o sito d ella con ciliab ilità d el­

le postille o ra to rie del M inistro D elbos ai de­

lib e ra ti trip a rtiti e l’invio di a rm i ai co m u n i­

sti di M adrid d en u n ziato d a lla sta m p a fra n ­ cese con alla te sta C harles M aurras. A p ro ­ posito di F ran cia , n o n si sa, dopo il disarm o d elle fo rm azio n i m ilita ri n azio n aliste in q u e­

sto paese, se e q u an d o si p o trà av ere u n a r e a ­ zione a n ti dissolvitrice n el senso p a re tia n o di cui so p ra, m a il p ensiero v a a d a ltre cose, che qui p re m e ch iarire.

Si tem e m olto che i blocchi sconfessati e re ­ sp in ti da tu tti in sede d ip lo m atica, diventino, a pro p o sito d ella Spagna, l’a rd e n te ed irresi­

stibile r e a ltà psicologica m o rale e sociale di dom ani, da un m om ento a ll’altro. Si discute e si agisce p e r a llo n ta n a re la così d etta g u er­

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r a di siile antico, e la g u e rra sociale nuovo testam en to è fo rse non alle porte, m a già in atto. E ’ in u tile nasco nd erlo e negarlo. Se la g u e rra m aggiore è quella degli sp iriti, in tu t­

ta Europa gli spiriti sono divisi in modo as­

soluto in due c a m p i: fascisti ed antifascisti.

Ma, ed è qui il p u n to essenziale, il p u n to che preme. Di quali blocchi contrapposti si p a rla ? B isogna id e n tificare b en e le cose e sca­

v a re l’a n im a in p ro fo n d ità. P iù e pili volte, e n o n d a oggi, si è in Ita lia , d al C apo ai gre­

g ari p iù esperti, d etto e rib ad ito , co n tro certe d efo rm azio n i e grottesch e c a ric a tu re del F a ­ scismo, che questo non è reazione, m a riv o ­ luzione, n o n è destra, m a sin istra, a volere co n serv are q u esta stu p id a fraseologia. E ’ co­

m odo r id u r r e a d u n solo d en o m in ato re tutti i movimenti di conservazione spuntati qua e là in Europa, mettendovi sopra il cartellino:

Fascismo! Mi diceva qualche anno addietro u n a tte n to o sservato re dei g ra n d i ste rm in a ti cortei rossi di Mosca e di g ra n d i città d ei so­

viet, che in essi spiccavano i cartello n i sui q u ali e ra scritto : co ntro il Fascism o. Se — egli m i soggiungeva — m i facevo ad in te rro ­ g a re un o d ella m assa se l’avevano con M usso­

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lini ed i fascisti ita lia n i, teneva a re ttific a re che l’avevano contro il F ascism o inteso com e reazio n e b ia n ca universale. P u rtro p p o , le p a ­ role h a n n o u n a g ra n d e fo rz a e d o m in an o a n ­ che il m ondo, e non ci v o rrà poca fatica, a n ­ che se lutti sono convinti che il R egim e f a ­ scista p e r le sue g ra n d i rifo rm e sociali è a l­

l’av an g u a rd ia di lu tto il m ondo, avendo fatto quello che nessun socialism o lui m a i fa tto e p en sa di fa re e che le sue rifo rm e ed istilli zioni sono con m olto sforzo co p iate o prese a ll’estero com e esem pio e stim olo, a f a r ca­

p ire ch e è u n a insigne sciocchezza, p iù che u n o sproposito, acco m u n are sotto la voce F a ­ scismo quello v ero ed auten tico, il Fascism o m ussoliniano e riv o lu zio n ario italian o , e q u el­

lo bianco e reaz io n ario di a ltre p arti.

Ecco p erch è, q u a n d o sen tiam o p a r la r e di contrapposizio ne di blocchi, di u rto f r a le due E u ro p e, quello fro n tista e quello fascista, d o b - . biam o sorgere in p ied i p e r ch ied ere a g ran voce di spieg arsi e di c h ia rire le cose.

N on si in te n d e rip e te re qu i la dim ostrazio­

ne, che è n elle cose c di cui tu tti, anche i più a rra b b ia ti cam pioni del fro n te p o p o la re di M adrid e di P arig i sono convinti, che il F a ­ scism o no n è reazio ne, m a in te ra ed in tegrale rivoluzione, econom ica, sociale e politica, ed in nanzi tu tto m o rale. E ’ anzi sintom atico che

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la m igliore le tte ra tu ra recentissim a anche fran cese sul F ascism o è p ie n a d i q u esta p e r­

suasione. Si v o rrà forse, d im en ticare che nel m o m en to tipico d ella così d etta rivoluzione bolscevica in Ita lia , q u ella d ella p re sa delle fa b b ric h e del settem b re 1920, M ussolini, in attesa dello svolgim ento d ella sua gran diosa strateg ia sociale e politica, o rd in ò seccam en ­ te d al « P o p o lo d ’I ta lia » a tu tti i fascisti di non fa re causa com u n e con la conservazione sociale e di non d a re addosso agli o p erai il­

lusi av v elen ati ed u b b riac h i? Se si p a rla di blocco rea z io n a rio co n tro l’a ltro blocco, è evi­

dente, p e r im m ed iate rag io ni sto rich e c p si­

cologiche che il F ascism o fa blocco da sè, in q u a n to s u p e ra to re ed « eversore » —' qu i il suo genio e la sua g ran d ez za — del vecchio dualism o, e non e n tra , p e r d ifetto di tessera di riconoscim ento, nel blocco reazio n ario .

L ’equivoco di fa re r ie n tr a r e il F ascism o nel blocco di d estra n o n h a base. E’ in d iscutibile che m o lti m o v im en ti re a z io n a ri u su rp an o , per acc red ita rsi e farsi belli — è questione, anche questa, di sleale conco rrenza com m erciale - il nom e di F ascism o; m a questo sta a sè, su­

p erb am en te inconfondibile e sovrano. Vero

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an co ra, verissim o, ch e l’u rto è f r a la conce­

zione fascista e q uella co m u n ista; m a è la concezione fascista di R om a q u ella che si op ­ pone a ll’a ltra concezione. Come m olte sono, e sono sta te nei tem pi, le C hiese cristian e, m a u n a la C hiesa c ristia n a catto lica ro m a n a , così u n o solo è il Fascism o, quello di R om a, l’u n i­

co u n iv e rsale e destin ato a trio n fa re nel m ondo.

N on ci sono, non ci possono essere al r i ­ guardo, sbagli ed equivoci. N è è la p rim a v ol­

ta che gli u rti p iù fo rti sono quelli fra i v ici­

ni, che, a v o lere m a n te n e re la vecchia ta rla ta fraseologia, se a sin istra stan n o i com unisti, a sin istra stan n o anch e i fascisti. Il pun to è se i prim i o i secondi hanno saputo e sanno rea liz z a re n ella sto ria d ella m o rale e del d i­

ritto le asp irazio n i del lavo ro u n ito alla N a­

zione ed allo Stato. L a conservazione e la r e a ­ zione bian ca tro vansi d a ll’a ltra p a rte del fosso.

Così che, se h a rag io n e l’In g h ilte rra di p i­

gliarsela, in tern azio n alm e n te, con tro i blocchi diplom atici, p e r lo m eno h a rag io n e il F asci­

sm o, socialm ente, di m e ttere in g u a rd ia con­

tro sch ieram en ti artificiali di blocchi inesi­

stenti, q u a lo ra si avesse il « tic » di volere m e ttere alla te sta d ella reazione il F ascio L it­

torio,

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30 -

E ’ stato g iu stam en te detto in questi giorni d al « M essaggero » che forse, dopo tutto, sarà p e r u scire d a ll’a ttu a le trem en d a g u e rra civile l’u n ità rin n o v a ta d ella Spagna. Q uesta nobile N azione, è u n a N azione, m a non è, no n è m ai sta ta d a qu alch e secolo uno Stato. P o trà d i­

v en tarlo adesso. E lo stesso g io rn ale ci h a fa tto sa p e re che il p en sato re n azio n ale sp a­

gnolo Unamuno, è, per i ribelli, portatori del­

la nuova Spagna, contro i governativi, mano­

vrati da Mosca. Si disse nei beati tempi che la S p ag n a era u n paese felice, un vero p a r a ­ diso, p erch è e solo p erch è n ella g ran d e g u e r­

ra rim a se n eu tra le. Oggi, la specie dei no stri n e u tra listi del ’14, del '15 e degli an n i succes­

sivi e di coloro che, dopo V ittorio V eneto, in ­ su lta n d o la v itto ria e l’Ita lia dissero che q u e­

sta av rebb e dovuto « esp iare » la co lp a d ell’in ­ terv en to e d ella g u e rra riv o lu zio n aria, è di­

strutta. Pace all’anima loro! Ma se i popoli, scriveva Sorel, si ritira n o d a lla g u erra, sono deliziati d alle g u e rre civili. A nche q u esta è una osservazione o biettiva suggerita dalle esperienze a ttu a li. E sp eriam o che la Spagna, dopo le g io rn ate che la to rm en tan o e che h a n ­ no nel lo ro insiem e un che di g ra n d e e d i som ­ m a m en te tragico, ritro v i sè stessa ed assurga alla u n ità , alla luce ed alla potenza dello Stato.

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Con l’au g u rio se la v itto ria a rr id e r à ai r i­

belli ed ai violenti, che essi conq u istato il p o ­ tere, dopo i necessari e dolorosi b rev i giorni d e ll’uso dei m assim i rigori p e r m o zzare le u n ­ ghie ed i denti agli u o m in i im b estiati e sm a r­

riti, invece di rea liz z a re u n G overno m ilitare di forza, realizzino, co ncen tran d o tu tto il ge­

nio n azio n ale e le sociali e p olitiche espe­

rienze degli a ltri S tati, un G overno saggia­

m e n te rifo rm a to re e rivo luzion ario , n el ca m ­ po politico ed in quello sociale.

Se c’è u n paese che non h a bisogno, dopo le necessarie brevi parentesi, di un Governo di forza, ed h a bisogno di un pieno e totalitario G overno sp iritu a le politico, q uesto è la Spa­

gna. G uai se si com m ettessero e si rip etessero e rro ri ed il ciclo d ella distruzio ne e del d iso r­

dine si svolgesse in Spagna all’infinito! Nes­

suno più d e ll’Ita lia salu tò nel 1923 la riscossa di D e R ivera, m a l’op in io n e fascista italian a, q u an d o De R ivera cadde, salu tò l’in felice ca­

d u to con ogni onore, m a fu la p rim a a d es­

sere convin ta d ella in ev itab ilità d ella su a ca­

duta e ad indicarne le ragioni. Quella costru­

zione sociale e politica che non fece la d itta ­ tu ra De R iv era, è a u g u rab ile sia il p rim o p en ­ siero, se vogliono non solo v incere, m a re g ­ gere c tessere la loia, degli a ttu a li ribelli. Nè può c deve sp av en tarci la lo lla vio lenta che

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po treb b e scate n arsi aH’in d o m a n i di u n a even­

tu a le v itto ria f r a m ilitari, falan g isti ered i e c o n tin u a to ri di D e R ivera, carlisti, m o n a rc h i­

ci e rep ub blican i. A nche d a noi n elle stesse file del Fascism o, p rim a del 28 ottob re 1922 diverse eran o le scuole m a u n o lo spirito. D on­

de la fusione e l’un ità.

Q uesta u n ità si rag g iu n g erà an ch e in S p a­

gna.

* * *

M entre correggo le bozze di qu esto articolo scritto alcu n e settim an e fa, leggo che su T o ­ ledo è issata la b a n d ie ra dei ribelli. E ’ uno dei più g ran d i fa tti d ella sto ria co n tem p o ra­

nea. L a difesa dei cadetti d ell’A lcazar del p rin cip io dello spirito, d e ll’o rd in e e di Dio, rim a n e uno dei fa tti p iù g ran d i d ella storia d ell’uom o. Non so se sarem o costretti a con­

cludere che la poesia e i poeti hanno perduto i loro giorni, se non si tro v e rà il can to re del­

l’avvenim ento. Ma ta n t’è, n ella v ita m o d erna, in cui c’è più poesia che nel passato, la poe­

sia è nelle cose, e non c’è nemmeno bisogno d ell’a ltra . Nel g ran d e p aese di C alderon e di C ervantes, la cui g rand ezza spicca oggi in Iul­

ta la sua luce di bellezza, la lolla n o n è. fra i fascisti e socialisti e com unisti e sindacalisti,

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m a f r a i c red e n ti in Dio e n ell’o rd in e sociale, e gli atei e gli an arc h ici che tro v aro n o un giorno il loro sim bolo in F ran cisco F e rre r.

C onferm o però, dopo la notizia d ella p resa d i Toledo, che la necessità asso lu ta d ella Spa­

gna non è il blocco reazio n ario , m a u n a co­

stituzio ne sociale e politica d i stile nuovo.

3

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L ’Italia h a risposto in lin ea d ip lo m atica in m odo p e rfe tto ed ineccepibile attrav erso la n o ta del suo M inistro degli E steri, al recen te passo anglo-fran cese circa la cosidetta m e d ia ­ zione in Spagna.

N on si p u ò e n o n si deve rito rn a re su ciò.

Ma qui ci siano permesse brevi considera­

zioni di c a ra tte re generale.

Che la S pag na debba essere u n a , è fu ori dubbio. Così com e è assu rd a, n ella logica, la te o ria d ella d o p p ia v e rità , così è a ssu rd a la coesistenza di u n a S p agna n azio n ale fino a M adrid e di u n a S pagna bolscevica a B arcel­

lona. A p p artie n e alla fam iglia dei cattivi so­

gni quello d ell’im p ian to di u n a re p u b b lic a so­

vietica com unista, c a p ita le B arcellona, nel cuore del M editerraneo. Non ci v orreb b e a l­

tro, in q uesto q u a rto d ’o ra in cui viviam o, che assistere, p e r om aggio a idiotagg ini d em o cra­

tiche, senza p erò che nessuno vi creda, allo sbocconeellam cnto d ella S pagna! E ’ m ai am -

O a z z e t l a d e l M e z z o g i o r n o . 2 3 D i c e m b r e 193(1.

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3 8 -

m issibile e seriam en te p en sab ile che una delle più antiche e tradizionali, continue, omogenee e co m p atte u n ità sto riche n azionali, se non sta ta li, com e la S pagna, si spezzi e si risolva in fra m m e n ti? A bbiam o p ro p rio bisogno, a q u esti lum i d i lun a, che, non b astan d o la b a l­

canizzazione dei B alcani e del D anubio, a n ­ diam o in co n tro d eliziosam ente alla b a lc a n iz ­ zazione d ella p en iso la Ib erica ? L a c ad u ta dei tu rch i rovinò sto ric am en te i B alcani, ch e non so se siano g iu n ti a n c o ra a m a tu rità e a p e r­

fezione in nom e d elle n o n sem p re c itate a proposito te o rie ed ideologie nazio n ali. S a re b ­ be un vero capo lavo ro storico d iv ertirsi ora a ro v in a re la S p agna in v irtù d i un ricorso di s o p ra ffin a balcanizzazione.

L a m a rc ia v itto rio sa e lib eratrice d el gene­

ra le F ra n c o deve c o n tin u a re a p u n ta re fino a ll’u ltim a linea. L ’eq u ilib rio storico europeo, non m eno che quello spagnolo, esige ciò in m odo apodittico. N è cred o sia en orm em ente difficile scoprire che, piuttosto che l’attacco a M adrid, di cu i si p o trà p a r la r e solo dom ani, l’atto p iù politico, si capisce d a l lato m ilitare, di F ran co , è stato quello d ella notifica del blocco m arittim o , ad o n ta d ella g rav ità ecce­

zionale del provvedim ento, allo scopo p reci­

puo di colpire B arcello n a a n a rc h ic a e com u­

nista e di tagliare il cordone ombelicale fra

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.Mosca e la su a succursale in Occidente. E ’ da q uesta m ossa che deve originarsi tu tto il l’u­

sto, fino alla resa dei conti, p iaccia o non p iaccia a certe g ra n d i P otenze deliziate an co ­ ra dal fro n te p o p o la re e a ch iun qu e voglia o pporsi a ll’inevitabile.

L ’in su rrezio n e n azio n ale spagnola deve co­

p rire e rie m p ire del suo sp irito « tutto » il te r­

ritorio della Spagna. Questo non è un postu­

lato, m a un assioma e tutto il resto è vani­

loquio di demagoghi e di gente da poco.

Ma, è fa ta le , la dem o crazia è sem p re stu­

p id a e cretina. N è essa guarisce e g u a rirà m ai da q u esta m a lattia. Q u al’è q uesta m a la ttia ? L a scheda, il su ffrag io ed il plebiscito, di p u ­ ro c a ra tte re in d iv id u alistico ed atom istico.

P en sate u n p o ’ che cosa si p rete n d e d alla d em ocrazia! L a situazione spagnola deve r i ­ m a n e re im m u ta ta , com e si p resen ta oggi, ed anzi im b alsam ata. F ra n c o da u n a p a rte , con tu tto il te rrito rio sotto la sua b a n d ie ra ; C abal- lero d a ll’a ltra . N essun te rm in e nuovo. S itu a­

zione im m obile e statica. N iente te rliu m quid.

Le due fo rze m eccan icam en te co n trap poste.

Anzi, i due eserciti sch iera ti l’un o co ntro l’a l­

tro. Che cosa d em o craticam e n te si deve fa re ? Ecco. Ecco la g ra n d e sco p erta g iu rid ica e sto­

rica d ella dem ocrazia.

Un bel m om ento, ad un certo istante, gli

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spagnoli d i u n a p a rte e d ell’a ltra , invece di tira re a fu cilate e a b o m b e a m a n o , devo­

no d e p o rre schede n elle u rn e a fa v o re di Franco e di Caballero, sanzionando, nella m i­

gliore ipotesi, la scissione d ella S pag n a in due e salv ag u a rd an d o la im m aco lata rep u b b lica sovietica b arcello n ese r e tta d a u n pugno di crim in a li e di san g u in ari.

Ma, o signori, d i che si tra tta ? A che gioco si gioca? Se la d em o crazia è c re tin a p erch è eletto ralistica, si h a d a cred e re che siano cre­

tin i an ch e gli uo m in i che sono c o stretti ad ascoltare a n c o ra certe pred ich e, e p a rtic o la r­

m e n te quegli uo m ini vivi, p ro n ti, in tu itiv i e decisi a tu tto, ch e sono gli spagnoli? Ma p e r ch i o p e r che cosa, furo reg g ian d o la g u e rra civile, devono v o tare, com e im m o n d i b ran ch i di p ecore, gli spagnoli?

Le schede, le votazioni, i plebisciti v e rra n n o dopo; d evo n o , necessariam en te, e g u ai se non fosse così!, v en ire dopo. Q uando gli spagnoli cessato il fu ro re , a fa tti com piuti, p o tran n o v ed ere e con statare, al di so p ra del cozzo d el­

le forze m eccan icam en te conti-apposte, ch e ci sia davv ero u n ch e d i nuovo, u n te rtiu m quid su cui e p e r cui v o tare, a llo ra , m a a llo ra sol­

tan to , p o tra n n o d are, in u n o slancio lirico, tu tto il p ro p rio consenso collettivo e l’u n iv e r­

sale plebiscito storico, a d u n a situ azio n e n u o ­ v a, a d u n m ondo nuovo, a d u n a S pagna nuo-

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i l

va, insom m a ad u n a costituzione nuova, p e r­

fe tta m e n te a d e re n te a lla nobile N azione m e­

d ite rra n e a , di c a ra tte re m o rale, politico c so­

ciale. Il g ra n d e legislatore è sem p re, e p rim a di tu tto il fatto . E ’ in u tile ric o rd a re , p e r esem ­ plificazione, la m a e stà d el fa tto m ussoliniano d ella M arcia su R o m a, e di quello che ne seguì im m ed iatam en te e m ed iatam en te. I plebisciti vengono pili tardi. D evono v e n ire p iù tardi.

Essi sono co n ferm a e sanzione, m ai creazio ­ ne, ed in sta u razio n e di qu alche cosa.

L a S pagna d i oggi h a bisogno d i u n a nuova costituzione. N on di elezioni e d i votazioni. Ed è qui che essa vuol v edere a lla p ro v a, alla tre m e n d a e difficile p ro v a il d itta to re Franco.

S ap rà egli essere a ll’altezza d ella situ azio ­ n e ? Q uesto è il p u n to vero, lu tto il resto fa rid e re , tu tte le p ro p o ste d i plebisciti fanno pena e sono piene di miseria. Saprà Franco av ere in sè u n poco del genio di M ussolini?

S ap rà- egli reggere e co stru ire socialm en te e p o liticam en te la Spagna, così com e in m odo pieno e b rilla n te h a sap u to fin o ra co n d u rre l’azione m ilitare?

A ll’in d o m a n i d ella M arcia su R om a, — il fa tto rim a n e e r im a r r à sem p re m em o rab ile n e lla storia, — M ussolini vietò a ll’E sercito di e n tra re n ella po litica e di uscire d a l suo am b i­

to n a tu ra le e necessario. A ciascuno il suo. Ai soldati di fa re la g u e rra , ai p olitici d i fa re la

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politica e ili d ilig ere lo Stato. Se e q u an d o il fu ro re d ella g u e rra sa rà p u r cessato in S p a­

gna, F ran co non d im en tich erà che n el suo g ra n d e e m agnifico P aese vi sono forze ed energie po litich e di p rim ’o rd in e, capaci di fa ­ re da sè e di d a re alla S p agna così m a rto ria ta ed angosciata quello d i cui essa h a bisogno.

C redo sia difficile tro v are oggi in E u ro p a un P aese in cui l’in tellig en za politica sia viva com e in Spagna. A nche M ussolini dopo il 28 o tto b re n o n resp in se la collab orazio n e di n es­

suno e sp ia n ta ta la m a le rb a dei p a rtiti, fuse tu tto nel corpo d ella N azione com e in un d i­

vino m etallo. E ’ d a au g u rarsi che il C apo e i dirig en ti a tto rn o a lui d ella rivoluzione n a ­ zionale spagno la, p u r di co stru ire l’edificio, che è la m è ta v e ra ed unica, non respingano, d ella S pagna v e ra trad izio n a le e p ro fo n d a, n essuna forza, nessun ap p o rto , n essu n a voce ed accolgano tu tto q u a n to sia d a accogliere, p e r cele b ra re la v ita e p e r c re a re la fusione nazionale.

E ’ questo p e r o ra il solo, il vero e l’unico plebiscito di cui si p ossa con serietà p a rla re , alm eno p e r chi p a rte , con rig o re d i coscienza, d alle esigenze p ro fo n d e d ella v ita e d ella sto­

r ia , e non d alle cab a le e d alle ipocrisie scem ­ p ie del s u ffra g a m o eletto ra le e del cretinism o giuridico scliedaiolo.

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R itorno a d ire q u an to d a p arecch io tem po h o scritto qui, «die d al g iorno in cui il go­

v erno di M adrid non sep p e av er rag io n e d e l­

la in su rrezio n e n azio n ale di F ran co , si p ro fi­

lò n e tta la v itto ria di q u e st’ultim o.

Il p ro b le m a spag no lo n o n è quello di ve­

d ere che cosa su cced erà f r a il p a rtito nazio ­ n ale in su rrezio n ale e quello an tin azio n ale;

m a quello di v ed ere che cosa succederà dopo la v itto ria p ie n a ed assoluta, non solo p o ten ­ ziale, m a attuale, di F ranco.

Non si tr a tta di fa re d elle profezie. Al r i ­ g u ard o , ci vien e invece in aiuto, in q u an to f a ­ scisti, la te o ria p a re tia n a d ella « circolazione delle aristocrazie » e la teoria storica mussoli- n ia n a d elle m in o ran ze direttiv e governanti.

Se in S pagna c’è a ttu a lm e n te u n a m in o ran za, ben d e te rm in a ta e precisa, attiv a e direttiv a, il prossim o d o m an i politico e sociale della S pagna è sicuro. Com e sem p re, non conta e non pesa la q u a n tità , m a la qu alità. N on pesa

UnzzeUii ilei M e zz o y iu ru n . 2 A p rile I0:Ì7,

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il num ero, m a valgono so ltanto le idee, poche idee, n o n m olte, nette, ch iare, precise e d e te r­

minante, che, in quanto tali, sono già azione.

C’è, in Spagna, q u esta m in o ran za? Ci sono in S pagna, in q u esta m in o ran za, id ee c h ia re e precise? Questi, sono i v eri p ro b lem i so stan ­ ziali d ella S pagna e d ella sua crisi attu ale.

T u tto il resto n o n conta.

R isposta. C’è la F ala n g e spagnola. Ci sono i p o stu lati sociali e politici della F a la n g e di Josè D e Ri ver a.

E ’ fu o ri dubbio che la « F a la n g e » è co n san ­ guinea del « Fascio », e che il F alan g ism o non è che u n a deriv azio n e ed un capitolo del f a ­ scismo. E sam in an d o a colpo d ’occhio i postu ­ lali del F alan g ism o , si scorge sub ito la loro sim ilitu d in e con le id e e del Fascism o. R ivolu­

zione sp iritu ale, sociale, p o litica e so p ra tu tto nazionale, q u ella fascista; id e m quella fa la n ­ gista. C apisaldi del Fascism o, l’o rd in e, l’au to ­ rità , la g e ra rc h ia ; idem del F alan gism o . Isti­

tuzioni o rg an ich e fo n d a m e n ta li d el fu tu ro S tato falan g ista, com e n o ta in u n recen te suo scritto A lberto L uch ini, sono: la fa m ig lia ; il C om une; il S in d acato pro fessionale. Ed esat­

tam en te in blocco, p e r la p rem in en za d el S in­

d acato n ella te o ria falan g ista, n azio n alsin d a- calista o sin d acalista-n azio n ale, ch iam asi il m ovim ento. E chi tiene ferm o ciò, capisce lui;-

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lo ed a ffe rra e p rev ed e tu tte le possibilità del m ovim ento stesso. N on du n q u e, com e si d if­

fa m a d a certe p a rti, calp estan d o sto ria e p si­

cologia, uno dei soliti p ro n u n cia m en ti spag no­

li; n e g u errig lia; nè riv en d icazio n e leg ittim i­

sta di d in astie spodestate, vecchie e nu o ve;

m a co m p leta ed au te n tic a rivo luzion e n azio ­ nale.

Il p rim o ten tativo, in a d eg u ato ed infelice, p e r difetto di concezione e d i id e e sociali e politiche, fallì con P rim o D e R ivera. Ma il F alan g ism o vien e dopo l’esperienza p ien a del Fascism o, e dopo che q u esta h a visto e vede trio n fa re in G erm an ia la concezione n azio n al­

socialista. E ’ il figlio p rim o g en ito dell’infelice m a da ric o rd a re D ittato re spagnolo del 1923,

•Tosè De R ivera, che rived endo , com pletando, in teg ran d o la concezione del suo nobile geni­

to re, fo n d a nel 1933 la F a la n g e spagnola. Si calcolano a circa cento m ila i falan g isti. Ma, si rico rd i, n ei p rim i an n i del Fascism o, dond e la v e rità storica in co n fu tab ile d ella te o ria delle m in o ran ze attiv e ch e guidan o e fan n o la sto­

ria, i fascisti in Italia erano molto meno n u ­ merosi. Aggiungi che Josè De Rivera, caduto nei mesi scorsi sotto i colpi della ferocia bol­

scevica, ha lasciato alla Falange ed ai falan­

gisti l’immensa eredità del suo m artirio e del suo sangue, che fruttifica e moltiplica le forze, le energie, la fede.

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- 4 8 —

Cosa im porta se esaminando la composizione del fronte politico nazionale spagnolo, si nota che le forze sono diverse ed eterogenee, e le tinte disparate e policrome? L’essenziale è di saper se in questa varia composizione — e so­

no ben noti i diversi a fflu e n ti del fro n te n a ­ zionale spagn olo — vi sia alm eno un piccolo se rra to g ru p p o di u o m in i deciso ed un ito , con idee sem plici e precise. E ’, a llo ra , questo g ru p ­ po che a ttir a gli altri, d o m in a gli altri, e da il la a tu tto il m ovim ento preso insiem e. N on v ’è dubbio che q uesto g ru p p o in S pagna vi sia, d estin ato a d irig ere le sorti d ella g rande e nobile N azio ne vicina, e questo gru ppo è la F ala n g e fo n d a ta il 1933 da .Tose D e R ivera. E come e quanto — sacrificio eroico del fonda­

tore del gruppo a parte — si battono, agli or­

dini di Franco, i falangisti, è inutile qui dire, perchè è cronaca di tu tti i giorni.

C onviene piu tto sto d a re u n ’occhiata ra p id a ad alcu n i più essenziali p o stu la ti d ella F a la n ­ ge. T ra tta s i di 27 p u n ti, scritti — giova anche dirlo — in u n nuovo stile, sem plice e c o n tra ­ rio alla tra d iz io n a le am pollosità e m ag n ilo ­ quenza d ella lin g u a spagnola.

P rim a di tutto , a fferm azio n e d ella m issione e d ella p otenza in tern azio n ale d ella S pagna n ella g erarch ia d elle P otenze. Q uindi, lotta decisa co n tro ogni separatism o, ed assoluta

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miilii od integ rità nazionale, E videntem ente, eon e dopo il Fascism o, ch e a b b attè an ch e da noi le diverse serp eg gianti lendenzc se p a ra ti­

ste e reg io n aliste delineatesi fin dal 1919, sia­

mo alla fin e di ogni regionalism o. Le regioni assum ono un v alo re pieno , dopo la g u erra, d isintegrando l’u n ità dello Stato, e n ella su ­ p erd em o cratica costituzione di W eim ar in G erm an ia, e n e lla costituzione rep u b b lican a recen te d ella Spagna. C om e H itle r h a ab b at­

tuto il reg ionalism o, così si accinge a fare in S pagna la F alange.

Com ’è noto la question e p rin cip ale della S pagna di oggi, ra d ic e del m alessere in cui la N azione si d ib a tte d a p iù lu stri, è qu ella a g ra ­ ria . L a F ala n g e p u n ta verso la te rra , con una decisa vo lo n tà di rifo rm a a g ra ria , sia econo­

m ica, ch e sociale. B asti ciò solo, u n itam en te alla considerazione che n el prossim o a fo r­

m arsi S tato n azio n alsin d acalista d ato ri e p re ­ stato ri di lavoro non sono che co llab o rato ri di u n ’unica im p resa p e r la m aggiore e m igliore p ro d u zio n e nazio n ale, p e r c a p ire che siam o a d u n a vera rivoluzione, non ad un m ovim en­

to bianco di reazione.

L ’istru zio n e tecnica a g ra ria m olto diffusa;

m ig lio ram en ti dei processi p ro d u ttiv i; elim i­

nazione d a lla c u ltu ra dei fondi la cui la v o ra ­ zione risu lti antieconom ica. E ’ noto poi la pia-

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ga esistente oggi an ch e in Ispagna dei la tifo n ­ di, e quin di il bisogno d ella divisione delle te rre e d ell’in crem en to d ella piccola p ro p rie ­ tà fam ig liare. L a rifo rm a sociale dell’agricol­

tu r a in te g ra qu i q u ella econom ica. Ne sa p p ia ­ m o an ch e noi q u alch e cosa n e ll’Ita lia m e ri­

dio nale e in Sicilia, e ben sap p iam o l’azione ed i colpi in p ro fo n d ità , con la bonifica e le leggi ag rarie, del Fascism o. Si vuole, in S p a­

g n a, m a g a ri con la m obilitazio n e di tu tta la gioventù spagno la, a u m e n ta re rim boschendo, il p atrim o n io fo restale zootecnico. Socialm en­

te, si vuole la red istrib u zio n e d elle te rre col­

tivabili, fav o ren d o le piccole p ro p rie tà fam i- gliari, e re n d e re alle m asse ru r a li inch io d ate a d a r a r e te rre sterili, obbligatoria 1 em igra­

zione d alle te rre sterili alle te rre coltivabili.

P e r te n e re in alto ed in p rim o p ian o 1 v a ­ lori ideali, m o rali e politici, p ro p ri di u n a r i ­ voluzione di c a ra tte re n azio n ale com e quella spag no la, i falangisti, vogliono che l’educazio­

ne pubblica si unisca e si co rro b o ri con qu ella p rem ilitare.

Si è voluto so tto lin eare l’asp etto m o rale e quello econom ico e sociale del p ro g ra m m a fa ­ langista. E sono p ro p rio gli a sp e tti m orali, econom ici e sociali, quelli essenziali, ed i più p ro fo n d i ed u m a n i, di u n a riv oluzion e m o d e r­

n a , degna del nom e. C hè sono stato e sono

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sem p re del p a re re che le rifo rm e p u ra m e n te ed esterio rm en te politiche, com e q u ella ope­

r a la dopo la c a d u ta d ella d in a stia in S pagna dai dem ocratici e dai m assoni, valgono poco e dicono poco. L a rifo rm a po litica e costitu­

zionale in S p agna p o trà sbocciare, d iven en ­ done la fo rm a in te rn a , d alla stessa rad ic ale rifo rm a m o rale econom ica e sociale p ro sp et­

tata. E non è n em m eno il caso di o sserv are che com e le istitu zion i g iu ridich e e po litich e f a ­ sciste, a p e rta m e n te o v elatam en te, sono, q ua e là, p iù o m eno bene, a d o tta te e ricalcate, in E u ro p a e fu o ri, così esse, a m aggior ragione, lenendo conto d ella psicologia del popolo spagnolo, dovranno, attu a rsi, ad o ttan d o si in blocco il concetto di S tato co rp orativo , o co­

inè i falangisti dicono, nazionalsindacalista, in Spagna.

D alla p recisio n e delle idee indicate, te n en ­ do conto che l’esperienza fa la n g ista v ien e d o ­ po ed è in g rado di tesau reg g iare la esp erien ­ za fascista ita lia n a e q u ella nazionalsocialista g erm an ica, è possibile, com e si n otava in p rin ­ cipio, arg u ire , con certo fo n d am en to , quello che, a g u e rra fin ita e v in ta dai n azio n ali di F ran co , è p e r av v en ire e realizza rsi n ella n a ­ zione m e d ite rra n e a a n oi vicina.

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E ’ stab ilito che tu tto p u ò n e ll’o ra che volge accad ere nel dom inio d elle relazion i in te rn a ­ zionali, fu o rch é la costituzione n ella penisola ib erica di un o S tato co m u n ista affacciantesi nel Mediterraneo. Le forze esterne, a prescin­

dere da quelle interne, idonee e decise ad im ­ pedire la formazione di questo Stato, sono pronte ed operanti.

Ma, ciò prem esso, facciam o u n ’ipotesi. E forse la fo rm a dei ra g io n a m e n ti in certi casi p iù efficace è il rag io n am en to ad absurdum . F acciam o l’ipotesi che n e ll’a ttu a le conflitto fra i rossi ed i n azio n ali, la v itto ria, p e r q u a n ­ to rig u a rd a il setto re catala n o , dap p o ich é g ra n p a rte d ella S p ag n a è già n elle m a n i d i F r a n ­ co, a rrid a ai rossi. P e r v ed ere ch e cosa, in questa ipotesi assu rd a, possa accad ere d i re a le e di positivo, dobbiam o rifa rc i u n p o ’ in d ie­

tro a i sa c ri testi d ella b ib b ia socialista e alle esperienze non n u o v e e v a rie d el Socialism o.

Il socialism o m o derno com incia col M ani-

A u a u sle a , 15 G iu g n o 1987.

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festo dei com unisti, e p re n d e ap p u n to la de­

n om in azione di C om unism o. N on può dirsi che la fo rm a di questo C om unism o sia l’a u ­ to ritarism o o il dispotism o. T u tt’altro . P er M arx il p u nto di arriv ò è invece l’abolizione dell’autorità e dello Stato, e cioè l’anarchia.

Piti esplicito in q uesto senso dello stesso Marx è in p arec ch i suoi scritti l’Engels. N el cam po politico, com e in quello econom ico, il m a r ­ xism o è u n guazzabuglio d i con traddizioni.

Ma niun dubbio clic la fo rm a-lim ite del s i­

stem a politico del com unism o di Marx è l’a ­ n arch ia. L a rip ro v a p ra tic a di q u esta posizio­

n e teorica ce l’o ffre p iù ta rd i L enin col suo su p erficiale e non davvero celeb re scritto : La R ivo lu zio n e e Io Stalo, in cui si ric a lc a c si p a ra fra s a il concetto m arx istico che il collet­

tivism o con l’a u to rità e lo S talo sono soltanto fenom eni tran sito ri e stru m e n ta li e ch e la m è ta fin ale è l’a n arc h ia. E ’ v ero che la riv o ­ luzione ru ssa d al 1917 ad oggi lui realizzato il dispotism o sta ta le più assoluto, di fro n te al q u ale tu tte le a ltre form e di dispotism o sono ben p a llid a cosa ; m a i bolscevichi sono p ro n ­ ti a risp o n d ere, con alla m an o i testi di Marx, di Engels e di L enin, che v errà, in u n secondo m om ento il vero com unism o e cioè l’a n a r­

chia.

E ’ però sul p roblem a d ell’a u lo rità e dello

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S tato che si d eterm in ò subito fin d ai tem pi di M arx, l’an titesi vio lenta fra com u nisti cosi­

d etti a u to rita ri e com unisti co sidetti a n a rc h i­

ci, p e r i q u a li u ltim i com uniSmo ed an arc h ia sono u n a stessa cosa. P er essere p iù esatti, gli an arc h ici negarono sem p re che i m a rx isti por lessero ch ia m a rsi a giusto titolo com unisti, r i ­ servando solo a sè q uesta denom inazione.

A vem m o a llo ra le due scuole co n tra p p o ste dei socialisti o com unisti an a rc h ic i da una p a rte d etti anche, nei paesi la tin i, lib e rta ri; e i so­

cialisti a u to rita ri, ossia i social-dem ocratici d a ll’a ltra . T ra i p rim i ed i secondi la lo tta fu ed è sta ta sem p re senza qu artiere.

Il paese dove si è sem p re avuto, fin dagli inizi del m ovim ento, il m assim o di reazione da p a rte degli an arc h ici ai socialisti a u to ri­

tari, è stato sem pre la Spagna. C entro della m anov ra, d ella p ro p a g a n d a e p e rfin o d ell’or- ganizzazione a n a rc h ic a : B arcellona.

N on è facile rifa re q ui il discorso su lle ten ­ denze organizzative o m eno n el cam po o p e ­ raio d ell’anarchism o. Certo, delle due scuole classiche d ell’anarchism o, q u ella in d iv id u a ­ listica e quella comunistica, la seconda è sta­

ta sempre, la meno lontana dalle necessità del m ovim ento operaio. C’è di più. D ato l’im ­ porsi nei tem pi m oderni, in tu tti i g ran d i S ta­

li. com presi quelli m eno in d u striali com e la

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Spagna, d el m ovim ento sin dacale op eraio al d iso p ra d i ogni preconcetto teorico, e d a ta la piega e la s tru ttu ra a u to rita rie , alm eno n ella fase di tran sizio ne, d el com uniSmo, più age­

vole si p resen ta v a, nel pieno e nel trio n fo del sindacalism o, il connubio f r a a n a rc h ia e sin­

dacalism o ; do nd e in luogo ed in vece del co­

m uniSm o an archico , il sindacalism o a n a rc h i­

co. Q uesta fo rm a di S indacalism o, p iù che al­

trove h a avuto, sem p re in quest’u ltim o d ecen­

nio, citta d in a n z a in Spagna, p a rtic o la rm e n te in C atalogna. E c e rtam en te le rag io n i del fe ­ nom eno, più che econom iche e sociali, sono p ro fo n d am e n te ed incoercibilm ente psicolo­

giche ed etniche.

Ogni popolo h a la su a psiche. E non c è p ro p rio ra g io n e ch e la psiche sia p u re ope­

ra ia sp ag no la c più p a rtic o la rm e n te catalan a, debba essere ug uale alla psicologia o p eraia p e r esem pio russa.

Non è il caso di a tta rd a rc i n ell’esam e in ­ trinseco d ella s tru ttu ra del sin d acalism o a n a r­

chico spagnolo. Noi ita lia n i avem m o q ualche cosa di m olto sim ile, con l’u n io n e sin dacale ita lia n a , nei deliziosi an n i fra il 1919 ed il ’22.

Solo incidentalmente, qualche volta, i sinda­

calisti an arc h ici ita lia n i si u n iv an o con gli odi al issimi socialisti autoritari o social-demo­

cratici. L ’abisso delle scuole rim an ev a sem pre

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incolm abile. Q ualche v o lta, d al lato p u r a ­ m e n te negativo, che p o liticam en te e sto ric a­

m e n te no n significa m a i n u lla e no n è p ro ­ d u ttiv o di n u lla, sin d acalisti an a rc h ic i e co­

m u n isti o social-dem ocratici si u n iv a n o ; cosi p e r esem pio, contro i fascisti, n elle cosidette fa m ig e ra te « A lleanze del lavo ro ». In com ­ plesso, tra tta v a si e tra tta s i di un sindaca- calism o, quello an arch ico , che è l’an titesi p e r­

fe tta del sin dacalism o classico sorelliano.

Q uesto di c a ra tte re etico; fo rtem en te relig io ­ so; organico ed educativo a l m assim o grado, ta n to che d a u n n o stro filosofo, il Croce, esso fu ch iam ato u n a filosofia dei costum i e una scuola d i m orale. Il sind acalism o anarchico, invece, v era ere d ità co n ce n trata ed esa sp e ra ­ ta, com e tu tto l’an arch ism o , del razion alism o in d iv id u alistico ed edonistico e d elle posizioni u ltra lib e ra li ed illum inistich e d ell’800 e del 700, non è ch e u n a spregevole filosofia della licenza, d ella scostum atezza, m ovim ento a n ­ tireligioso, ateo e m a terialistico , ch e a rigore è co n tra rio ad ogni idea di organizzazione, e ch e q u a n d o la m ette in p ratica, non la conce­

pisce che com e u n io n e di egoism i esasp erati.

Insom m a, p e r p u n tu a liz z a re l’an titesi tra il sindacalismo etico sorelliano, c quello antie- tico degli an arch ici, basii p en sare a ll’antitesi di questi due n o m i: P ascal e C artesio.

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R ipeto, sono da ric e rc a re n e lla dem opsico­

logia spagnola, n o n altro v e, le cause del fio ­ rire in Spagna del sin dacalism o anarchico.

P uò il Paese, l’unico P aese euro p eo che o rg a­

nizzò la riv o lta contro N apoleone, p e n sa re e su b ire il com uniSm o a u to rita rio e dispotico, ie ri di M arx, oggi d i Stalin?

Q ualu nq ue sia il giudizio storico sul bol­

scevism o, è fu o ri dubbio che il g ru p p o m a r­

xista bolscevico capeggiato ie ri d a L en in oggi d a S talin, è stato così po tente ed assolutista d a f a r tabula rasa in R ussia di tu tto e di tu tte le scuole di socialism o op p onentisi alla sua vo lo n tà dispotica ed esclusivista. Chi non è con m e è co ntro d i me. N em m eno M arx sognò di av ere seguaci e co n tin u ato ri così p erfetti d el suo esclusivism o e del suo m onopolism o.

Si rifle tta alla lo tta a ttu a le d i sterm in io da p a rte di S talin del trotzkism o. C erto, anche qui com e, p e r ra g io n i co n tra rie, n ella Spagna, n u lla p o treb b e spiegarsi senza la psicologia passiva ed in e rte del popolo russo. Ma il fatto rim an e.

O ra, è m ai possibile clic si arriv i, n ell’ip o ­ tesi assu rd a da cui abbiam o preso le mosse, che la v itto ria a rrid a ai rossi in C atalogna, ad u n a fusione di scuole e a d u n a u n ità di spi­

rili, p ro d u ttiv e di uno S tato solido ed o rg a­

nico, tra i sin d acalisti an arch ici da u na p arte

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