• Non ci sono risultati.

et al., 1990

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "et al., 1990"

Copied!
6
0
0

Testo completo

(1)

DISCUSSIONE

(2)

Il BDNF è la neurotrofina maggiormente diffusa nel cervello, soprattutto nell'ippocampo, nella neocorteccia e nell'ipotalamo (Ernfors et al., 1990, 1992;

Maisonpierre et al., 1990; Hofer et al., 1990; Castren et al., 1995; Katoh-Semba et al., 1997).

A livello periferico il BDNF viene sintetizzato e rilasciato da popolazioni cellulari non neuronali (Scarisbrick IA. et al., 1993; Ernfors P. et al., 1990; Hiltunen JO. et al., 1996;

Maisonpierre PC. et al., 1990; Maisonpierre PC. et al., 1991) e si ritrova nel circolo ematico (Rosenfeld RD. et al l995; Radka SF. et al., 1996), soprattutto immagazzinato nelle piastrine (Fujimura H. et al., 2002).

Essendo implicato nei meccanismi che regolano la neurogenesi, la sopravvivenza cellulare e la plasticità sinaptica (Lessmann, 1998; Schuman, 1999; Schinder et Poo, 2000 e Poo, 2001), già da tempo è documentato il suo coinvolgimento in patologie neurodegenerative quali AD e PD (Connor B. et al., 1997; Howells DW. et al., 2000;

Levivier M. et al., 1995; Michalski B. etal., 2003; Parain K. et al., 1999; Phillips HS. Et al., 1991).

Ricerche effettuate negli ultimi anni hanno mostrato come il BDNF potrebbe essere implicato anche nell’insorgenza della patologia depressiva (Altar CA. et al., 1999;Chen B. et al., 2001; Shimizu E. et al., 2003).

Infatti studi post-mortem condotti su pazienti affetti da MDD hanno evidenziato una riduzione del volume di alcune regioni corticali ed ippocampali (Manji et al., 2000;

Rajkowska,2000), con riduzione nel numero e nelle dimensioni sia dei neuroni che delle cellule gliali (Ongur et al., 1998; Rajkowska et al., 1999), nei pazienti depressi non trattati rispetto ai soggetti sani.

(3)

Questi aspetti, più tipici di una patologia neurodegenerativa, hanno suggerito l’ipotetico coinvolgimento delle neurotrofine e soprattutto del BDNF anche nelle patologie del disturbo dell’umore. In effetti studi post-mortem su pazienti depressi mostrano una diminuzione dell’espressione del BDNF a livello centrale rispetto a soggetti sani.

Altri studi post-mortem hanno riscontrato inoltre che in soggetti depressi trattati con antidepressivi i livelli proteici di BDNF nell'ippocampo sono maggiori rispetto a quelli misurati in soggetti non trattati (Chen B. et al., 2001). Numerosi studi clinici condotti su pazienti depressi non trattati mostrano inoltre che i livelli sierici di BDNF si riducono sensibilmente in soggetti depressi rispetto ai soggetti normali (Karege F. et al., 2002), e che soggetti depressi trattati con antidepressivi hanno valori ematici di BDNF paragonabili ai soggetti sani (Shimizu E. et al., 2003).

Nel nostro studio siamo andati ad indagare come questo parametro variasse in una popolazione di pazienti depressi in cura presso la clinica psichiatrica dell'ospedale S.Chiara di Pisa, durante un periodo di follow-up di 180 giorni. Lo scopo di questo studio era valutare se il BDNF e le sue variazioni nel circolo ematico potessero essere considerate un parametro clinico per valutare il miglioramento del paziente e l'efficacia terapeutica.

Tenendo presente che è documentata l’esistenza di una variazione ritmica dell'mRna e del contenuto proteico di BDNF, in ratti esposti a buio costante oppure a cicli giorno/notte 12:12 (Berchtold NC. et al., 1999; Bova R. et al., 1998; Liang FQ. et al., 1998; Schaaf MJM. et al., 2000), a livello centrale, e che altri autori ne ipotizzano l’esistenza a livello periferico, prima di condurre lo studio sui pazienti abbiamo valutato

(4)

esservi nell’arco della giornata una variazione dei livelli sierici e plasmatici di questa NT.

Dato che le piastrine contengono grosse quantità di BDNF (Fujimura H. et al., 2002), nella prima fase sperimentale abbiamo standardizzato i tempi di sierazione per ottenere la completa degranulazione delle piastrine. Abbiamo preso come tempo di sierazione standard per i nostri esperimenti quello di 1 ora a temperatura ambiente.

Per lo studio circadiano sono stati allestiti 2 gruppi di volontari sani, uomini e donne;

per le donne sono state considerate distintamente le due fasi del ciclo mestruale (estroginica o follicolare, e progestinica o luteale). Per entrambi i gruppi sono state fatte valutazioni correlative con altri ormoni circolanti.

Lo studio sul gruppo uomini ha evidenziato che, mentre nel siero non si hanno variazioni significative dei livelli di BDNF nell'arco della giornata, alle ore 20:00 si ha una riduzione dei livelli di BDNF plasmatico, rispetto ai valori misurati negli altri orari.

Le variazioni individuali di questo parametro nel plasma permettono di individuare patterns diversi dall’andamento medio descritto. A tal proposito abbiamo ipotizzato la possibilità di uno shift di fase dei livelli di BDNF, come può evidenziarsi per ormoni ad andamento circadiano come il cortisolo (Sachar EJ. et al., 1973). E’ tuttavia da valutare l’alta suscettibilità del BDNF a fattori relazionati alle abitudini di ogni individuo (dieta, attività fisica, stress, stati infiammatori ) (Lommatzsch et al., 2005; Cotman C.W. et al., 2002; Russo-Neustadt A.A. et al., 1999; Smith M.A. et al., 1995) e la difficoltà di riuscire a reclutare volontari disposti a standardizzare le attività quotidiane per un periodo di tempo sufficiente prima del prelievo.

(5)

L'andamento dei livelli plasmatici medio descritto è simile alla curva del cortisolo, tuttavia non risulta esservi correlazione tra le variazioni soggettive del BDNF e del cortisolo giornaliere.

Per i valori di BDNF delle ore 8:00 non sono state trovate correlazioni ne' con il cortisolo ne' con gli altri ormoni indagati (testosterone, ACTH ). Questo fa concludere che non vi sia al momento una giustificazione per le osservazioni riguardanti il picco minimo delle ore 20:00 e lo shift di fase.

Nel gruppo donne la valutazione del contenuto sierico e plasmatico non ha evidenziato differenze nei livelli di BDNF nelle due fasi del ciclo mestruale. Per quanto riguarda i livelli plasmatici di BDNF si può descrivere un andamento che presenta un picco alle ore 11:00, quando questi valori sono espressi come variazione incrementale; anche in questo caso per le variazioni plasmatiche sono stati individuati patterns diversi dall'andamento medio.

Percui nelle donne, come nel gruppo uomini, non vi sono correlazioni con gli altri ormoni considerati (estradiolo, progesterone, LH, FSH cortisolo e ACTH ) tali da giustificare il picco incrementale delle ore 11:00 e gli ulteriori patterns.

Per quanto riguarda i pazienti i risultati ottenuti con scale di valutazione HAM-A, HAM-D e MADRS evidenziano un netto miglioramento clinico dei pazienti affetti da MDD a seguito del trattamento farmacologico.

Questi dati clinici correlano con quanto osservato dalla valutazione dei livelli ematici del BDNF. Mentre i livelli sierici non variano in modo significativo, per il plasma osserviamo un aumento significativo dei livelli di BDNF a partire dal giorno 90 successivo all'inizio del trattamento farmacologico.

(6)

È tuttavia da tener presente che anche se i prelievi sono stati fatti nella mattinata (ore11- ore12), lo studio condotto sui volontari sani ha evidenziato l'alta variabilità del parametro e l'esistenza di patterns diversi dall'andamento medio. Quindi nonostante l'aumento dei livelli di BDNF plasmatico segua la riduzione degli indici delle scale di valutazione, non è possibile dire con certezza quanto tale aumento sia dovuto alla reale efficacia farmacologica e quanto non trovi invece spiegazione nel cambiamento di stile di vita del paziente oppure nell’aumento dell'attività motoria, dato che l'espressione del BDNF varia tra l'altro con l'attività fisica e con le abitudini alimentari ed una delle potenziali sorgenti del BDNF che troviamo nel circolo ematico è proprio la muscolatura. Un'ulteriore ipotesi, per spiegare l'aumento dei livelli plasmatici di BDNF nell'orario in cui abbiamo effettuato il prelievo ai pazienti, potrebbe essere un cambiamento della curva individuale dei livelli ematici di BDNF. Potrebbe verificarsi ad esempio uno shift di fase, come per altro avviene nei pazienti depressi con la curva del cortisolo, per cui andando a prelevare il sangue sempre nello stesso orario, potrebbe accadere che nei diversi giorni in cui si sono effettuati i prelievi siamo andati a dosare i livelli di BDNF in punti diversi della curva individuale dei livelli ematici di BDNF.

Riferimenti

Documenti correlati

I valori di copertura delle alghe filamentose o turf mostrano un andamento inverso rispetto a quello delle madrepore e dei coralli molli, ossia presentano valori più nel

1 Variazione livelli plasmatici BDNF in Bipolari I/Bipolari II... 2 Variazione livelli plasmatici BDNF in

A special feature of naturally occurring and catalytically active metal porphyrins like the hemes, cobalamine, or cofactor F 430 , is their ability to vary

Il confronto tra i dati di omocisteina ottenuti nei 12 pazienti prima e durante il trattamento anticoagulante orale (valore medio di omocisteina prima della TAO 11,0 µ mol/L;

Drawing on the concept of exploration and exploitation as learning behaviours and drawing on social network literature, we argue that exploitative and explorative individual

[r]

RESPONSABILE ORGANIZZATIVO : Corelli

Calendario esami A.A. 2018/2019) Corso di Laurea Magistrale in Coastal and Marine Biology and