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(1) Origini ed evoluzione della Doma Etologica 1 INTRODUZIONE Origini ed evoluzione della doma etologica Il cavallo moderno è tendenzialmente una creazione da parte dell’uomo attraverso secoli di selezione

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Origini ed evoluzione della Doma Etologica

1 INTRODUZIONE

Origini ed evoluzione della doma etologica

Il cavallo moderno è tendenzialmente una creazione da parte dell’uomo attraverso secoli di selezione. Negli ultimi anni, con l’industrializzazione, la netta riduzione dell’uso rurale del cavallo ed il suo crescente utilizzo come animale di svago e sport, si è andato sempre più affermando l’interesse per il benessere di questo animale, in quanto dipendente dall’uomo.

Finora il benessere animale ha subito soltanto un approccio etico ed emozionale, solo recentemente si è cercato di darne un supporto su base scientifica (Baker & Turner 2000).

Le radici dell’equitazione hanno origine con Senofonte, nato ad Atene nel 430 a.C., egli sosteneva che “La comunicazione è la chiave per entrare in relazione con i cavalli”. Questo filosofo era dotato di grande intuito ed era in notevole anticipo sui tempi, infatti, sviluppò un’elevata capacità di osservazione del cavallo. Conquistato dalla grazia e dalla raffinatezza di questo animale, lo avvicinava con modi gentili, evitando ogni inutile rudezza. Scelse, primo nella storia, di lasciare il cavallo libero di muoversi a suo agio, rispettandone la psicologia e la

“personalità” e riservando grande attenzione anche ai minimi particolari. Inventò la

“leggerezza di mano” e le prime imboccature “dolci”, non molto diverse dal nostro attuale filetto, pur considerando, comunque, il cavallo uno strumento da guerra sempre pronto agli ordini e sottomesso. Il suo modo di agire derivava dalla convinzione che “nessuna cosa forzata ed incompresa potrà mai essere bella”, così Senofonte decise di dedicare la sua attenzione soprattutto al lavoro di maneggio, inventando i primi rudimenti del dressage. Pur godendo di un largo consenso tra i suoi contemporanei in Atene, il primo manuale equestre della storia, scritto da Senofonte ed intitolato “Sull’Equitazione”, non ottenne in generale i consensi sperati. I tempi ed i luoghi non erano ancora maturi per accogliere simili innovazioni equestri, anzi, i suoi testi furono considerati eccessivi, addirittura inapplicabili per molti secoli. Solo a partire dal Rinascimento, i consigli dell’autore ateniese, redatti e conservati integri nel suo manuale, iniziarono a destare l’interesse dei più famosi esperti europei di equitazione. Il primo ad interessarsi attivamente agli insegnamenti contenuti nel testo greco fu, intorno a primi del 1500, Federico Grisone di Napoli, capostipite degli autori equestri e promotore dell’equitazione rinascimentale. Grisone applicava, senza rendersene conto, i

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2 principi dell’etologia e della psicologia animale. Ad esempio, raccomandava, quando un giovane cavallo veniva montato le prime volte, di rassicurarlo con la voce ed accarezzarlo sopra alla criniera e vicino al garrese (la zona in cui il grooming è più piacevole per il cavallo, poi dimostrato scientificamente). La voce è uno dei modi, secondo lui, che servivano ad interagire con il cavallo, insieme alla “bacchetta”, alla “briglia”, alla “polpa di gambe” e agli

“sproni” (Grisone, 2000).

Fino ad allora l’uso del cavallo era limitato quasi esclusivamente alla guerra, alla locomozione, ai tornei ed alla caccia. Con il Rinascimento, il cavalcare iniziò a trasformarsi in un’arte vera e propria e, grazie a Federico Grisone, l’arte equestre fu introdotta all’interno delle corti italiane. Per merito suo, in breve tempo, l’equitazione divenne un fenomeno vero e proprio, ricco di raffinatezza, gusto e cultura (Monti, 1995).

Il mondo dell’addestramento del cavallo ha subito notevoli cambiamenti, soprattutto negli ultimi 20 anni del ventesimo secolo, partendo dalla California, con Tom Dorrance, i cui seguaci hanno diffuso i suoi metodi di addestramento ed hanno incoraggiato molti uomini di cavalli ad adottarli (Miller, 2000). A metà degli anni 90 questi metodi hanno preso il nome di

“natural horsemanship”, vale a dire “rapporto uomo-cavallo naturale”, dove il termine

“naturale” è riferito al cavallo e non all’uomo. Usando il linguaggio del corpo del cavallo, animale da preda, l’uomo (predatore) ha scoperto come comunicare rapidamente con esso, divenendo, il cavallo, un soggetto con cui interagire in termini sociali. Se la tecnica viene usata correttamente, il cavallo si associa e si subordina all’addestratore.

Attraverso i secoli, il rapporto con l’uomo si è spesso basato sull’uso della forza e della coercizione: fruste, speroni e altri strumenti simili, sono stati usati per incutere terrore ed obbligare il cavallo ad obbedire, spesso malvolentieri. Queste tecniche si sono tramandate per secoli, ma negli ultimi anni sono state messe in discussione, grazie al crescente interesse nel benessere animale, che mira ad evitare o per lo meno limitare sofferenze inutili. Gli addestratori “etologici” sfruttano, non la paura del cavallo, in quanto animale preda, ma il fatto che esso riconosca l’uomo come leader e si sottometta ad esso per sua scelta, quindi non per timore, ma per rispetto.

La diffusione di questo metodo, alla fine degli ultimi due decenni del ventesimo secolo, è dovuta ai seguenti fattori:

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3 - l’aumento dell’informazione. Con l’industrializzazione molti uomini di cavalli iniziarono ad essere ben istruiti, a differenza dei tempi precedenti, in cui ricevevano un’educazione minima, se non erano addirittura analfabeti. Gli addestratori iniziarono a leggere manuali sui metodi di doma ed a vedere video che illustravano il nuovo metodo. Internet e, soprattutto, le dimostrazione pratiche che i pionieri di questo tipo di doma hanno iniziato ad esibire in tutto il mondo, sono altri due fattori importanti che hanno contribuito alla diffusione dell’informazione.

- Il crescente impatto della psicologia ed il riconoscimento delle sue scoperte. Questa è una disciplina con un secolo di vita, che ha iniziato, in questo periodo, ad essere accettata dalla massa come metodo per spiegare e capire il comportamento, prima dell’uomo e poi degli animali.

- L’urbanizzazione della società. L’urbanizzazione ed i cambiamenti di valori del ventesimo secolo sono più compatibili con le nuove tecniche persuasive, piuttosto che con quelle vecchie coercitive. Il crescente interesse nel trattare “eticamente” gli animali ed il rispetto dei loro diritti, ha rimesso in discussione il modo di rapportarsi ad essi.

- L’ingresso delle donne nel mondo dei cavalli. Forse per la prima volta nella storia, le donne superano numericamente gli uomini in questo ambiente. Le donne, per loro natura, sembrano accettare più facilmente i metodi naturali rispetto a quelli coercitivi, per entrare in contatto col cavallo. Sono state le donne, inizialmente, a dar sostegno a questa rivoluzione, anche se gli iniziatori più importanti sono stati uomini. Da metà degli anni ottanta, un crescente numero di addestratori maschi ha iniziato a condividere questa così detta rivoluzione, poiché potevano riscontrare risultati che ritenevano migliori utilizzando questo metodo (Miller, 2000).

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