Ringraziamenti
Questa tesi è al tempo stesso un punto di arrivo, un punto di passaggio, e un punto di partenza.
Un punto di arrivo perché conclude a suo modo un filone di ricerca sulla modellazione meccanica analitica delle prove sperimentali per la caratterizzazione della tenacità a frattura dei materiali compo- siti: una ricerca nata presso l’allora Dipartimento di Ingegneria Strutturale della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, cresciuta tesi dopo tesi, articolo dopo articolo, conferenza dopo conferenza, e giunta attiva fino ad oggi. Una ricerca alla quale ho avuto il piacere di dare un piccolo contributo, che si è andato a sommare a quello di tante altre persone mosse da passione e competenza uniche.
E come potrei non ringraziare ognuna di queste persone? Non solo per il loro supporto quotidiano nello sviluppo di questo lavoro di tesi che, certo, c’è stato; ma soprattutto, e per me è la cosa che più conta, per la vicinanza in tutti quei momenti difficili che si possono incontrare lungo la strada: ogni volta c’erano una parola o un semplice gesto che riportava tutto alle giuste proporzioni. Mentre scrivo di queste persone sono cosciente che dovrei definirne alcune “colleghi”, altre “professori”; ma non riesco a non pensarle anche “amici”. Grazie.
Questa tesi è un punto di passaggio perché la ricerca non è finita: tanto deve essere ancora fatto, a partire da quei sette provini che aspettano solo di esser testati. Le prove sperimentali tanto a lungo attese sono ormai dietro l’angolo: così tante domande potranno trovare risposta, e le risposte stuzzicheranno nuove domande.
Infine, questa tesi è un ovvio punto di partenza per il futuro. Da questo punto il flusso degli eventi può essere imprevedibile, ma è con trepidante attesa e sempre rinnovata passione che si deve guardare alle correnti del futuro, qualsiasi cosa il vento ci porti tra le mani.
Dopo questa dovuta introduzione e questi ringraziamenti generali, vorrei ricordare, tra i tanti che meriterebbero una citazione esplicita e non solo implicita (e non mi se ne voglia se in tal modo alcuni verranno ringraziati più di una volta), coloro i quali hanno avuto un ruolo decisivo nello sviluppo di questa tesi.
Un ringraziamento davvero sentito al professor Stefano Bennati: per i consigli, per la curiosità con- tagiosa, per le mille e più occasioni di confronto costruttivo, e per la sua capacità di trovare sempre il modo di farmi mantenere focalizzati gli obiettivi.
Un grazie anche al professor Paolo Sebastiano Valvo, sia per la competenza quasi enciclopedica, sia perché, malgrado i suoi mille impegni istituzionali e non, ha saputo trovare spunti sempre nuovi con i quali illuminare i vicoli ciechi in cui mi imbattevo.
Un saluto non può non andare a Paolo Fisicaro, con il quale ho condiviso ogni giorno non soltanto un ufficio, ma tante piccole esperienze da ricordare con un sorriso, e che è sempre stato pronto a lasciare le sue sudate carte per offrirmi due occhi nuovi con cui pensare da una diversa angolazione.
Un grazie di cuore, un pensiero speciale, e un abbraccio forte sono poi per Irene: ho ormai perso la misura di quanto mi sopporti, e supporti, oltre l’umano immaginabile. E solo lei sa quanto possa essere difficile.
Un ultimo, ma non per importanza, pensiero non può che andare ai miei genitori, e al resto della famiglia: a chi c’è, a chi non c’è più. Che sia da tutti loro che io abbia ereditato la determinazione (alcuni potrebbero leggere cocciutaggine) che mi ha permesso di arrivare fin qui? Chi può dirlo? Vi voglio bene.
Grazie a tutti.
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