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CAPITOLO IV San Giusto di Sasso d’Ombrone

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Academic year: 2021

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CAPITOLO IV

San Giusto di Sasso d’Ombrone

4.1 Le fonti scritte

Sasso d’Ombrone o, come veniva indicato nel Medioevo, Sasso di Maremma, è un piccolo centro collinare sull’antica via che da Grosseto giungeva a Siena, arroccato sulla riva sinistra del fiume Ombrone, in uno dei pochi punti in cui il fiume è guadabile anche d’inverno. Proprio per questa sua caratteristica il centro ha prosperato per secoli, attirando le attenzioni prima degli Aldobrandeschi, poi degli Ardengheschi ed infine dei Buonsignori di Siena, nella continua ricerca di un’espansione territoriale lungo la valle dell’Ombrone1.

Possiamo quindi supporre che proprio per questa importanza i Gerosolimitani si siano interessati al luogo, istallandovi una delle proprie sedi.

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Della chiesa abbiamo notizia tra le proprietà della commenda di San Pietro di Camollia di Siena, «una chiesa dedicata a San Giusto posta fuori dalla terra del Sasso senza cura d’anime con due altari in cui si celebra una messa al mese2»

Anichini3 riporta che nella diocesi di Grosseto si trovava una commenda sulla quale era presente una chiesa, dedicata a san Giusto: « questa cappella sta posta fuori del castello del Sasso circa mezzo miglio ed è additta alla suddetta commenda», riportando anche l’elenco delle proprietà gerosolimitane nel luogo:

- «un pezzo di terra lavorativa con alcuni olivi a misura staia dodici e tavole 14, dove sta detta chiesa e vi confina strada che va ai Poggi».

- «altro pezzo di terra olivata di staia tre, luogo detto la Fonte nuova, confina via comune».

Anichini però aggiunge anche altre informazioni preziose.

«La predetta chiesina di san Giusto del Sasso fu sempre sottoposta alla visita dei prelati di Grosseto e da monsignor Bossio visitatore apostolico fu decretato il 1575 di farvisi una campanella col suo campaniletto nell’entrare di essa: vi è un solo altare, dove nei tempi andati facevasi anche ogn’anno la festa titolare, portandovisi dal proposito di detta terra tutti i paramenti bisognevoli, filo Visite A e B della Cancelleria del 1575 e del 1637-1642 /leggendovisi in quella del 1644 che tal festa vi fosse trasferita al secondo giorno di Pentecoste4».

Al fine di reperire nuove fonti, sulla base di questi scritti mi sono quindi rivolto alla Curia Vescovile di Grosseto, in particolare all’Ufficio per la cura e conservazione del patrimonio storico della Diocesi. Purtroppo nessuno dei documenti in possesso della Curia riporta informazioni sulla chiesetta di san Giusto: essa non appare in nessun testo o elenco di proprietà presenti o passate della diocesi. Visto però il riferimento diretto di Anichini a visite pastorali da parte dei prelati grossetani, ho richiesto di poter controllare gli atti delle visite.

2 AOM, n. 5971 c. 28 (1644), n. 5970 c. 10 (1692), n. 5971 c. 9-10 (1574), n. 5948 c. 27 (1726). 3 ANICHINI, Storia ecclesiastica della città e Diocesi di Grosseto, cit., pp XVI - XVII.

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E’ a questo punto che, purtroppo, sono sorti alcuni problemi.

Infatti alcuni registri di visite sono andati dispersi nel corso dei secoli, tra cui quello del vescovo Francesco Bossio citato da Anichini, mentre altri sono attualmente in fase di restauro e quindi non consultabili ancora per molti mesi.

Ho proceduto quindi alla consultazione dei registri disponibili. In quello relativo agli anni 1661-16665 (la più antica visita al momento disponibile) vi è la parte relativa a Sasso d’Ombrone (o Sasso di Maremma come era chiamato allora), ma nelle poche righe presenti non sono riuscito a leggere nessun riferimento a San Giusto (fig. 1).

Fig. 1: Immagine della pagina del registro delle visite pastorali grossetane del 1661-1666.

5 Archivio Vescovile di Grosseto, Visite Pastorali, Atti delle visite pastorali dei vescovi Giovanni Pannolini e

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Come si vede, il registro è molto danneggiato dal tempo e la grafia non appare proprio chiara. Si riesce però a leggere chiaramente la data (cerchiata in rosso) ed il luogo di riferimento (sottolineato in giallo) riportato sul lato sinistro (caratteristica questa ritrovata in tutti i registri). Purtroppo, dopo soli poche righe, si passa a descrivere un altro luogo (Colle Massari, località limitrofa) senza che nessuna informazione su San Giusto sia visibile.

Anche nella visite del 1878 ed in quella del 1880 non si cita nessuna chiesa di San Giusto6.

Infine, l’ultima ricerca è stata sui fogli dell’estimo del 17837, che riportano la

dichiarazione delle proprietà di coloro che, volontariamente, vollero denunciare al catasto dell’epoca i propri averi. L’elenco riguardante il Sasso non riporta molti nomi (tre pagine in tutto) e, tra questi, non compare nessun ente religioso, parrocchia o semplice chiesa.

6Archivio Vescovile di Grosseto, Visite Pastorali, Prima visita pastorale di Giovanni Battista Bagalà Blasini 1880,

n. 90.

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4.2 Le fonti toponomastiche

Per avere ulteriori informazioni ho deciso di ricorrere alla cartografia dei luoghi.

Il primo passo è stato quello di ricorrere alla cartografia storica regionale (CASTORE), rivolgendomi per questo all’Archivio di Stato di Grosseto8 (fig. 2 a pagina seguente).

Il centro abitato del Sasso si trova oltre il limite sinistro della sezione riportata, poco oltre la freccia verde, ad una distanza reale di alcune centinaia di metri.

Sottolineata di rosso invece è la dicitura «Via dai Poggi al Sasso», la stessa via citata settanta anni prima da Anichini, indicando su questa strada la presenza della chiesa di San Giusto. Sulla via dei Poggi però non appare nessun edificio sacro, tanto meno uno intitolato a San Giusto. Compare, però, su una breve parallela a via dei Poggi (alla quale si ricongiunge dopo poche centinaia di metri), un podere San Giusto (nel riquadro giallo), un’indicazione toponomastica da cui sono partite alcune mie ricerche sul campo.

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Fig. 2. Sezione di Sasso d’Ombrone del Catasto Storico Regionale (Catasto Leopoldino) del 1825 (Fonte CASTORE) .

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4.3 Le fonti architettoniche

Le informazioni da cui partire per la ricerca sul campo sono state sostanzialmente due: la via indicata da Anichini, cioè via dei Poggi, e il nome della chiesa, cioè San Giusto.

In base alla prima indicazione, con una semplice ricerca su una mappa su internet è stato possibile individuare l’attuale via dei Poggi, tutt’ora esistente con lo stesso nome. Percorrendola nella direzione di uscita dal centro abitato, dopo poche centinaia di metri, superato il cimitero, sul lato destro appare all’improvviso un’antica chiesetta (fig. 3) la quale, per luogo e dimensioni, poteva anche essere quella da me cercata.

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Ma già ad una prima indagine visiva, tale chiesetta non lasciava trasparire niente di medievale nel suo aspetto. La targa stessa presente davanti alla facciata (visibile a sinistra nella figura 3) sembrava non lasciare dubbi sul fatto che mi trovavo di fronte alla chiesa della Madonna del Soccorso. La targa (fig. 4) riporta chiaramente che, se è vero che notizie della chiesa si avevano già dal 1500, essa non sembra essere stata reintitolata in momenti successivi della sua vita, anche quando fu completamente riedificata nel 1872.

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E sul fatto che sia stata ricostruita in quell’anno ci viene a conferma la targa murata in alto sulla facciata (fig. 5).

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Certo non riferibile ad una data così recente appare però il lato sinistro della chiesa, dove una pezzatura molto variegata della pietra usata ed una porta con arco murata possono lasciar pensare ad un qualche errore nella datazione (fig. 6).

Fig. 6. Particolare del lato sinistro della chiesa. Da notare la pezzatura del materiale e la porta con arco murata.

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E’ per questo dubbio che mi sono recato a parlare con il parroco del posto, l’abate del vicino monastero benedettino di Siloe. Egli mi ha informato che prima del 1872 la chiesa era orientata diversamente (più precisamente ruotata di 90°) e che quindi non fu riedificata completamente, lasciando parte di quella che era la facciata sul lato della strada.

E’ interessante notare che nel Catasto Storico Regionale Leopoldino del 1825 nel punto dove oggi è sita la chiesa non appare nessun tipo di edificio. Le particelle poste a fianco della strada riportano solo terreni adibiti a pascolo od olivete.

Comunque, per avere ulteriori certezze, mi sono nuovamente rivolto alla curia di Grosseto. Qui, i testi disponibili hanno confermato le notizie apprese sul campo9 e

visivamente10: quella chiesa non è quella intitolata a San Giusto.

Un’attenta visita a via dei Poggi in tutta la sua lunghezza non portava ad identificare nessun altro tipo di edificio religioso. L’indicazione fornitami da Anichini non mi permetteva di andare oltre.

In base alla seconda indicazione (cioè il nome di San Giusto), e grazie alle informazioni del Catasto Storico Regionale, mi sono quindi recato all’attuale Podere San Giusto. Esso è posto su una breve parallela a via dei Poggi (fig. 2), ma non mi sento di escludere con certezza che nel corso dei secoli detta strada non possa aver cambiato leggermente il suo tracciato.

Contattati i proprietari, essi si sono mostrati molto disponibili a fornire le poche informazioni in loro possesso. Essi mi hanno riferito di aver sempre saputo che il podere risalisse almeno al 1700, ma di non avere nessuna notizia di un eventuale periodo precedente. Ho chiesto anche ai proprietari precedenti (due coniugi svizzeri) i quali, nel 1980, avevano ristrutturato tutto il complesso, ma mi è stato detto che anche durante i lavori non emersero indizi di un passato più antico della loro proprietà.

9 G.GUERRINI, La Diocesi di Grossseto. Parrocchie, chiese ed altri luoghi di culto, dalle origini ai giorni nostri,

Grosseto 2003, p. 179.

10 B.SANTI, Guida storico-artistica della Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Siena 1995, p

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Fig. 7. Vista attuale del podere san Giusto a Sasso d’Ombrone.

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4.4 Conclusioni

Questa breve ricerca sull’antica chiesa di San Giusto a Sasso d’Ombrone si conclude senza nessun risultato rilevante. L’edificio non è più presente sul territorio, o almeno non con le sue forme originarie e, sebbene alcune indizi sembrino emergere qua e là, niente di certo è stato dimostrato da questo studio.

Proviamo, qui di seguito, ad elencare i pochi punti fermi:

 Sicuramente a Sasso d’Ombrone esisteva, almeno dal XVI secolo, una chiesa intitolata a San Giusto. Le fonti scritte, anche se poche, concordano perfettamente e sembrano non lasciare dubbi al riguardo.

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 La chiesa situata fuori del paese lungo via dei Poggi, denominata Madonna del Soccorso, è poco probabile che sia la struttura da me cercata. Le informazioni a disposizione su questa chiesa, così come l’estrema vicinanza con un toponimo «San Giusto», inducono a pensare ad una differenziazione tra i due siti.

 La presenza di un vicino toponimo «San Giusto», su un tracciato viario quasi sovrapposto all’attuale strada, invita a supporre che questo sia il sito dove era presente l’antica chiesa. Anche se non è stato possibile reperire ulteriori notizie sulla struttura credo che una simile traccia non possa essere trascurata.

Appare chiaro che questa breve ricerca non possa che essere solo un punto di partenza per ulteriori studi futuri. A parere di chi scrive, qualunque futura ricerca non potrà non comprendere uno studio di tipo archeologico sull’edificio poderale sito attualmente in San Giusto.

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