Vediamo adesso quali furono le vicende che interessarono il Borgo di Cascina.
La datazione del primo nucleo, quello più antico, del cento storico di Cascina, è da attestare in data anteriore al 4 ottobre 1071, giorno in cui il Vescovo di Pisa scrive in un documento ufficiale: "loco Casscina infra castello quod dicitur de la Plebe"; l'anno seguente troviamo in un analogo documento l'indicazione precisa della localizzazione del suddetto castello, ovvero il 22 giugno 1072 si trova scritto: "loco et finibus Cascina infra ipso castello prope plebe S. Marie" (vedi Figura 8).
In data 16 dicembre 1085 troviamo un terzo documento in cui si notifica una donazione in favore del monastero Benedettino maschile dell'isola Gorgona e della sua dipendenza pisana di San Vito rogata "infra castello de predica plebe de Cascina" [cfr. Gabriella Garzella, Maria Luisa Ceccarelli Lemut, vari articoli in Marinella Pasquinucci, Gabriella Garzella, Maria Luisa Ceccarelli Lemut, "Cascina dall'antichità al Medioevo", Pisa, Pacini editore, 1986].
La denominazione de Plebe ci fa capire quanto ancora, nonostante la presenza del castello nelle immediate vicinanze, fosse importante la funzione aggregativa e sociale Figura 8
della pieve di Santa Maria (tutt'oggi esistente e cuore della vita religiosa della città di Cascina).
Il castello, anche se ad essa assai prossimo, non inglobava la pieve; quasi certamente, proprio per la stretta correlazione spaziale tra le due costruzioni, il castello era di proprietà del Vescovado pisano, che del resto costituiva all'epoca il maggior proprietario terriero della zona.
In seguito a questa data, per un lungo periodo di tempo non si ha più alcuna notizia del castello; un'ipotesi plausibile è che esso sia deperito e sia andato distrutto, forse anche a causa di una rifondazione della pieve stessa e di una ristrutturazione dell'area circostante, contestuale forse ad un ampliamento del borgo originario.
Si trovano nuove notizie del castello di Cascina in un documento arcivescovile datato 27 ottobre 1141; in tale data l'Arcivescovo di Pisa, Baldovino, investì a titolo di feudo otto famiglie della zona (in totale dieci uomini) di un appezzamento di terra posto all'interno dell'antico nucleo cascinese; tale concessione molto probabilmente fu fatta proprio in previsione della ricostruzione del castello e del relativo borgo da parte delle stesse famiglie feudatarie.
Il castello, secondo alcuni documenti dell'epoca, venne progettato con le stesse caratteristiche del castello del vicino borgo di San Casciano: un edificio fortificato dove ricoverare in caso di pericolo o di bisogno persone e cose, ma privo all'interno di un abitato stabile.
Le ostilità tra Pisa e Firenze, nelle quali fu peraltro coinvolta anche Cascina, durarono fino alla pace del 1293, ma Cascina,
infatti, sovrappone una seconda cinta muraria a quella preesistente (vedi Figura 9). Si può ritenere che le mura in quell’occasione siano state innalzate al livello in cui le vediamo oggi e che sulla loro sommità siano state realizzate merlature alla ghibellina; inoltre si può pensare che, in quella stessa occasione, siano state rinforzate le torri che circondavano il castello e che siano state collegate con le mura stesse.
Le torri erano in tutto 14, ed erano costruite in modo da uscire in buona parte fuori dalle cortine murarie, in altezza (vedi Figura 10, Figura 11, Figura 12, Figura 13, Figura 14, Figura 15).
Questo era dovuto all'intenzione di evitare eventuali scalate o anche solo l'accostarsi del nemico alla muraglia e per rendere più comodo per i difensori il combattimento con sassi, balestre ed altre armi da lanciare.
Inoltre un largo fosso circondava la cinta muraria fino al castello stesso, al quale era possibile dunque accedere attraverso due sole porte, una delle quali era situata di fianco alla rocca e l'altra presso la torre prospiciente la Via Fiorentina.
Ai quattro angoli della cinta muraria, si suppone che si trovassero quattro torri di forma pentagonale, più alte di 4 m rispetto alla cinta muraria (alte in totale 11 m), dello spessore di un metro circa , con le facce di 5 m ed i fianchi di 1,60 m (vedi Figura 16).
Figura 10
Figura 11
Sistema difensivo di Cascina, Rohault de Fléury
Figura 13
Porta Fiorentina, ristrutturazione del XIV secolo (Antonio Martini)
Figura 14