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Capitolo 1

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Academic year: 2021

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Capitolo 1

Caratteristiche generali del bacino

1.1 Il bacino dell’Era: ubicazione e morfologia

Il bacino idrografico del Fiume Era, situato nella Toscana centro-occidentale, è l’ultimo dei grandi affluenti di sinistra del Fiume Arno, ed ha un’estensione pari a 595,6 Km2.

In base al Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, esso è suddiviso nei seguenti sottobacini:

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Era Cascina Ragone

Roglio Sterza Capriggine

L'origine del bacino dell'Era risale al Pliocene, periodo in cui i depositi marini sono stati ampiamente modificati da azioni di origine tettonica, consistenti in un sistema di faglie, parallele fra loro, che ne attraversano tutto il territorio con andamento di tipo appenninico, con una struttura definita a "Horst - Graben".

L'azione della tettonica ha influito sulle seguenti successioni, dalla più profonda alla più superficiale:

a) Successione autoctona toscana, limitata all'area di Chianni - Casciana Terme - Iano;

b) Successione alloctona tosco-emiliana, presente nelle aree "laterali" del bacino;

c) Successione neoautoctona, neogenica e quaternaria, presente nella parte centrale del bacino.

La serie stratigrafica di quest'ultima successione neoautoctona può essere schematizzata, partendo dalle formazioni di più antica origine, nel seguente modo:

a) Sabbie stratificate con lenti di ghiaia nelle quali sono presenti spesso dei livelli diagenizzati;

b) Argille e argille sabbiose con banchi di sabbia e lenti di ciottoli.

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le sabbie di chiusura; le formazioni calcaree hanno invece uno sviluppo molto limitato.

Tutti i terreni sono quindi caratterizzati da un elevato contenuto di argilla: queste, di origine pliocenica, sono perlopiù di colore azzurro-cenerognolo, molto plastiche.

Le medio-alte capacità di ritenzione idrica non assicurano un apporto idrico sufficiente per la coltivazione di qualsiasi essenza, sia arborea che erbacea. L'altitudine del bacino del fiume Era varia da pochi metri sul livello del mare (a Pontedera) a 675 m s.l.m. del Monte Vitalba.

Secondo alcune ipotesi, il bacino imbrifero dell'Era sarebbe stato molto più piccolo di quello attuale. Ad esso infatti si sarebbero aggiunti quelli del Cartaio (defluente in origine in Arno attraverso il Ricavo), del Melogio e del Tosola (raggiungenti in epoca antica l'Arno tramite il Filetto), dello Sterza e del Fornacelle (in passato tributari del Cascina), del Roglio e del Cascina.

I corsi di questi ultimi due torrenti si congiungono al letto dell'Era per la maggiore capacità drenante di tale fiume, al di fuori di valli scolpite, come nella pianura alluvionale di Ponsacco.

Il bacino dell'Era può essere suddiviso in due porzioni dal punto di vista della permeabilità del terreno:

1. la prima comprende il tratto a valle della confluenza dello Sterza con l'Era, in cui sono prevalenti le formazioni sabbiose con modesti rilievi e pendici addolcite;

2. a monte della prima, la seconda area è molto più ampia ed i suoli che la compongono presentano una forte matrice argillosa che determina anche la tortuosità del corso fluviale.

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Di seguito si riporta la tabella relativa alle classi litologiche delle formazioni del bacino idrografico dell'Era, così come derivate dalle carte elaborate dall’Autorità di bacino dell’Arno, di cui si parlerà nel capitolo seguente in modo dettagliato per il bacino del Torrente Roglio.

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1.2 Il bacino del Torrente Roglio

All’interno del bacino del Fiume Era, ritroviamo quello del Torrente Roglio, considerato tra gli altri il più grande in estensione con i suoi 161 Km2 (16100 ha) di superficie; esso si estende per la maggior parte nella provincia di Pisa, in particolare nei comuni di Capannoli, Palaia, Pontedera e Peccioli, ma sconfina anche nella provincia di Firenze (comune di Montaione), dove il Torrente stesso ha origine ad un’altitudine di circa 140 m s.l.m.

Il bacino ha una forma piuttosto allungata, con l’asta principale che si estende in direzione nord-ovest per circa 28 Km.

I maggiori affluenti del Roglio sono, da monte verso valle, il Rio Melogio (7,27 Km), il Torrente Carfalo (10,47 Km) ed il Botro della Tosola (5,21 Km); in funzione di questi, sono state individuate le linee spartiacque e così i vari sottobacini (P.A.I. – Piano di Assetto Idrogeologico – Autorità di Bacino del Fiume Arno), come riportato nella figura seguente.

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I sottobacini in questione sono: − Roglio Monte 63,69 Km2 − Melogio 17,57 Km2 − Carfalo 33,66 Km2 − Roglio Medio 31,59 Km2 − Tosola 7,61 Km2 − Roglio Valle 6,62 Km2

Nel suo insieme il bacino del Torrente Roglio non presenta rilievi orografici imponenti, essendo la sua superficie prevalentemente collinosa con le pendici che degradano verso valli piuttosto ampie formate dal corso principale e dai suoi affluenti.

Nel bacino del torrente Roglio si riconoscono quattro tipi di paesaggi morfologicamente diversi:

− Il paesaggio “montano”, comprendente le alture di Palaia e Peccioli, coperto da una forte vegetazione boschiva;

− Il paesaggio “collinare” delle argille azzurre plioceniche, caratterizzato da una natura pressoché spoglia di vegetazione arborea e arbustiva; − Il paesaggio “collinare” delle sabbie del Pliocene e del Pleistocene

inferiore e delle sabbie ricche di ghiaia del Pleistocene medio che interessa la parte a valle del bacino;

− Il paesaggio dei depositi alluvionali che riempiono i fondi delle valli. Come verrà approfondito nel capitolo successivo, la conoscenza più possibile accurata dell’aspetto morfologico del territorio di un bacino idrografico (e poi dell’uso del suolo) risulta molto importante poiché di fatto esso ha una diretta influenza sulla determinazione delle perdite e quindi sul coefficiente di deflusso.

Figura

Figura 1-1: Bacino del Fiume Era con sottobacini.

Riferimenti

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