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I Sorveglianza attiva per i microcarcinomi tiroidei

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22 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIV numero 7 - ottobre 2017

A ggiornAmenti

I

n presenza di microcarcinomi della tiroide in particolari set- ting di pazienti una delle pro- spettive è applicare una strategia di sorveglianza attiva.

“I noduli tiroidei si evidenziano alla palpazione nel 4-7% della popolazio- ne, mentre l’ecografia riscontra no- duli non palpabili nel 50-60% delle persone”, spiega Enrico Papini, Direttore SC Endocrinologia e Malat- tie del Metabolismo, Ospedale Regi- na Apostolorum, Albano Laziale. “La maggioranza dei noduli sono di pic- cole dimensioni e nel 90-95% dei casi rimangono benigni. Grazie alla migliore sensibilità e al facile acces- so alla moderna tecnologia diagno- stica negli ultimi anni si è verificato un aumento dell’incidenza dei noduli tiroidei seguito da un parallelo au- mento dei carcinomi tiroidei, seppu- re non associato a un aumento del tasso di mortalità. Riscontrare tumo- ri con diametro <1 cm, se da un lato rappresenta un importante passo avanti nella prevenzione, pone dall’al- tro il dubbio se sia appropriato sotto- porre pazienti a basso rischio allo stesso trattamento tradizionalmente riservato a neoplasie più avanzate, esponendo le persone a possibili complicanze ed effetti indesiderati probabilmente non indispensabili”.

Tuttavia la strategia di sorveglianza attiva non è un “dettato universale”

e deve essere applicata con estrema cautela. “Prendiamo ad esempio una giovane donna che scopre la presenza di un nodulo: in una situa- zione di questo genere andare a de- finire con esattezza un piccolo nodu- lo sospetto ed eventualmente rimuo- verlo con un intervento chirurgico relativamente semplice e non invasi- vo dal punto di vista estetico e della funzionalità tiroidea è una scelta ap- propriata. Altra situazione è il riscon- tro di una piccola lesione tiroidea sospetta in un paziente anziano con rilevanti comorbidità, per esempio di natura cardiovascolare: in questo ca- so la terapia chirurgica potrebbe non essere la prima scelta. Il paziente potrebbe essere indirizzato alla sor- veglianza attiva con controlli ecogra- fici semestrali invece che annuali”, spiega Papini.

¼

¼ Prospettive

La strategia di sorveglianza attiva potrà essere più circostanziata nel corso dei prossimi anni. “Ad oggi in pratica clinica non abbiamo la possi- bilità di fare uno studio di biologia molecolare che ci consenta si sapere quale sarà il livello di aggressività

delle piccole neoplasie tiroidee. Nei prossimi anni saremo in grado di po- ter identificare la ‘firma molecolare’

del tumore dalla citologia da agoaspi- razione. Questo dato permetterà di modulare un approccio terapeutico personalizzato” - conclude Papini.

¼

¼ Appropriatezza dell’agoaspirato

È giusto sottoporre il paziente ad agoaspirato su un piccolo nodulo?

Le ultime linee guida sui noduli tiroi- dei redatte in collaborazione da AME (Associazione Medici Endocri- nologi) American Association of Cli- nical Endocrinologists (AACE) e American College of Endocrinology (ACE) consigliano la sorveglianza attiva invece della biopsia in tutti i casi di noduli con diametro <5 mm per il loro rischio clinico basso e nel caso dei noduli dai 5 ai 10 mm non consigliano di eseguire l’agoaspirato in assenza di ulteriori caratteristiche di aggressività, per esempio la pre- senza di linfonodi sospetti o storia familiare o personale di precedente cancro tiroideo. Si potrà poi proce- dere all’esecuzione dell’agoaspirato in un secondo momento in caso di evoluzione clinica o aumento di di- mensioni del nodulo (Endocr Pract 2016; 22: 622-39).

Sorveglianza attiva

per i microcarcinomi tiroidei

n E

ndocrinologia

w

Attraverso il

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presenteQR-Code è possibile ascoltare con tablet/smartphone il commento di Enrico Papini

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