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2021_04_07_Osservazioni ed integrazioni (11609 KB)

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(1)

Domicilio fiscale: Via Siora Andriana del Vescovo, 7 - 31100 TREVISO - p.i. 02271320265

L:\ICG SRL - Impianto recupero Trevignano - cod. 1718 - OTT 2020\Ver_00 - SCREENING VIA - Ott 2020\01 - CONTRODEDUZIONI MAR 2021\Relazioni\2021

04 06 Richiesta N.O. Consorzio.doc Pagina 1 di 1

Tel. 0422 30.10.20 r.a. - Fax 0422 42.13.01

Mail contepegorer@gmail.com PEC contepegorer@pec.it www.contepegorer.it

Spett.le

CONSORZIO DI BONIFICA PIAVE

Trasmissione PEC consorziopiave@pec.it Via S. Maria in Colle, 2

31044 Montebelluna (TV) p.c. PROVINCIA DI TREVISO

Trasmissione PEC protocollo.provincia.treviso@pecveneto.it

Treviso, lì 06 Aprile 2021

Oggetto: ICGSRL INERTI CONGLOMERATI GRIGOLIN.

IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI PRESSO CAVA TREVIGNANO 2 IN COMUNE DI

TREVIGNANO.

RICHIESTA DI POTER SCARICARE LE ACQUE TRATTATE NEL CANALE IRRIGUO CONFINANTE CON LA CAVA.

In riferimento

alla domanda di verifica assoggettabilità alla V.I.A. (Screening) di cui al prot. prov.le n. 5110 del 1/2/2021,

alla richiesta di integrazioni prot. prov.le n. 2021/001548 del 18/3/2021, allegata, in cui nell’ultima osservazione afferente la gestione delle acque di dilavamento è richiesto di verificare le

“possibili alternative dell’allontanamento delle acque depurate mediante trincea drenante”, con la presente si

CHIEDE

il Nulla Osta a scaricare sul canale irriguo confinante, le acque meteoriche opportunamente dissabbiate e disoleate, ricadenti sulla piazzola dell’impianto realizzato in ottemperanza all’art. 39 delle norme tecniche del Piano di Tutela delle Acque.

Si allega:

Richiesta di integrazioni Relazione tecnica Stato di fatto Stato di progetto Distinti saluti.

STUDIO TECNICO CONTE & PEGORER DR. GEOL. STEFANO CONTE

(2)

Prot. N°2021/0015448 Treviso, 18/03/2021 Pratica. N° 2021/193

Resp. Procedimento: Assunta De Luca (0422 656895) Resp. Istruttoria: Assunta De Luca (0422 656895) inviato tramite P.E.C.

icgsrl.tv@legalmail.it

Spett. Ditta I.C.G. srl

via Foscarini 2/A Bidasio

31040 Nervesa della Battaglia (TV) e p.c.

inviato tramite P.E.C.

protocollo.trevignano@legalmail.it Al Comune di TREVIGNANO Piazza Municipio, 6 31040 TREVIGNANO (TV) inviato tramite P.E.C.

daptv@pec.arpav.it All' A.R.P.A.V.

DIPARTIMENTO PROVINCIALE DI TREVISO Via Santa Barbara, 5/a

31100 TREVISO (TV)

OGGETTO: Ditta ICG S.r.l. Inerti Conglomerati Grigolin

Impianto di recupero rifiuti non pericolosi presso la cava "Trevignano 2"

Comune:Trevignano (TV)

Verifica assoggettabilità alla VIA art. 19 D.Lgs. 152/2006

TRASMISSIONE OSSERVAZIONI E RICHIESTA DI ELABORATO DI CONTRODEDUZIONE

In riferimento alla domanda di Verifica assoggettabilità alla VIA (SCREENING) di cui all’oggetto, pervenuta con prot. Prov. n.ro 5110 del 1/02/2021, (V NOTA 1), si trasmettono, ai sensi del comma 4 art. 19 del D.Lgs. 152/2006, le osservazioni del sottogruppo istruttorio nominato nella seduta del Comitato VIA del 10 dicembre come da nota allegata.

Sia prodotto un elaborato con le controdeduzioni della Ditta.

Il termine per la trasmissione di quanto richiesto è di trenta giorni dal ricevimento della presente nota.

Qualora la documentazione richiesta non dovesse pervenire entro il termine stabilito, si procederà con l'archiviazione dell'istanza.

Distinti saluti

La responsabile del procedimento

Assunta De Luca

NOTA 1

Si ricorda che gli elaborati progettuali, pubblicabili, sono consultabili al sito internet della Valutazione di Impatto Ambientale Provinciale:

http://ecologia.provincia.treviso.it/Engine/RAServePG.php/P/574810190300/M/5300101903 03/T/ICG-srl-Inerti-Conglomerati-Grigolin

DOC:P/002143 pag. 1 di 3

Via Cal di Breda 116 - 31100 Treviso Tel +39 0422 6565 Fax +39 0422 656684 P.IVA 01138380264 C.F. 80008870265

www.provincia.treviso.it P.E.C.: protocollo.provincia.treviso@pecveneto.it

(3)

PROVINCIA DI TREVISO COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA

Sottogruppo Istruttorio VIA

Composto da : MAURO MIOLO (coordinatore) – CRISTIANO PARO- MASSIMILIANO SCARPA con la collaborazione di

Franco Andolfato e Licia Canal (ARPAV TV) per aspetti acustici e dell'inquinamento luminoso

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE ICG S.r.l. - COMUNE DI TREVIGNANO (TV)

IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI PRESSO LA CAVA "TREVIGNANO 2"

Con riferimento alla documentazione pervenuta si trasmettono le seguenti osservazioni.

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE:

la documentazione di analisi deve dare evidenza di tutte le attività previste all’interno dell’ambito di cava considerando quindi tutte le attività necessarie per il completamento della ricomposizione.

Effettuare una descrizione delle opere da eseguire, delle modalità di esecuzione e dei tempi necessari. Si chiede di dare evidenza e di approfondire gli eventuali impatti aggiuntivi sulle diverse componenti ambientali attribuibili all’attività di ricomposizione.

RUMORE

Relativamente alla componente ambientale rumore, si osserva quanto segue.

Nelle elaborazioni modellistiche previsionali non si tiene conto del contributo del traffico veicolare in ingresso ed in uscita dall’area di cava.

Non si tiene conto altresì del contributo di altre attività svolte all’interno del bacino estrattivo, quali quelle relative all’attuazione del progetto di ricomposizione ambientale ed al deposito di terre e rocce movimentate nella realizzazione della nuova Superstrada Pedemontana Veneta (gli impatti di tali attività vanno valutati in relazione all’impiego di specifici macchinari all’interno della cava, oltre che al flusso di mezzi pesanti in ingresso ed in uscita dalla stessa).

Si chiede di aggiornare la documentazione previsionale d’impatto acustico in relazione alle considerazioni di cui sopra.

INQUINAMENTO LUMINOSO

Approfondire l’analisi di questa componente ambientale, non riscontrata nello studio preliminare presentato. Se l’opera oggetto di parere comprende l’installazione di almeno 5 nuovi punti luce sia presentato il progetto illuminotecnico previsto dall’art. 7 L.R. 17/09. I nuovi punti luce dovranno possedere i requisiti regolamentati dall’art. 9 della stessa legge. I criteri per la redazione della documentazione tecnica progettuale sono disponibili sul sito internet di Arpav all’indirizzo www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/luminosita-del- cielo/criteri-e-linee-guida-1. Nell’eventualità non siano previsti nuovi punti luce, si chiede di produrre una documentazione fotografica che attesti la rispondenza degli attuali punti luce alla L.R. 17/09; nel caso in cui i corpi illuminanti attualmente non siano conformi, andranno adeguati per lo meno orientando il vetro piano in modo che sia parallelo al piano di campagna."

PROGETTO

Si devono individuare su tavola di progetto le opere di ricomposizione che si effettueranno contemporaneamente alla predisposizione del nuovo impianto, con particolare riferimento alle aree di cava direttamente confinanti con l’impianto sulle scarpate est, sud ed ovest,

DOC:P/002143 pag. 2 di 3

Via Cal di Breda 116 - 31100 Treviso Tel +39 0422 6565 Fax +39 0422 656684 P.IVA 01138380264 C.F. 80008870265

www.provincia.treviso.it P.E.C.: protocollo.provincia.treviso@pecveneto.it

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questo anche per tener conto della presenza del corridoio ecologico principale individuato dal PTCP e del “nodo della rete ecologica” individuato nel PAT del comune di Trevignano.

COMPATIBILITÀ IDRAULICA

Al fine di garantire il rispetto dell’invarianza idraulica del sistema, si chiede di ridefinire la capacità di invaso temporaneo in considerazione dei reali volumi disponibili sulla piattaforma impermeabilizzata, al netto degli spazi/volumi occupati dai materiali in deposito;

si valuti, eventualmente, la possibilità di predisporre ulteriori “bacini di laminazione” sul fondo cava in adiacenza all’impianto;

GESTIONE DELLE ACQUE DI DILAVAMENTO

Vanno verificate possibili alternative dell’allontanamento delle le acque depurate mediante trincea drenante previste nel progetto (es. canalette consortili);

nel caso non siano possibili alternative alla trincea vanno meglio specificate le motivazioni che hanno portato alla scelta progettuale proposta.

F.TO I COMPONENTI VIA

Avvertenza per coloro ai quali il presente atto è inviato tramite posta elettronica certificata o fax.

La firma autografa è sostituita dall'indicazione del nominativo a mezzo stampa ai sensi dell'art.3, comma 2, del D.Lgs.39/93.

Il presente atto ha piena efficacia legale ed è depositato agli atti dell’Amministrazione Provinciale di Treviso.

DOC:P/002143 pag. 3 di 3

Via Cal di Breda 116 - 31100 Treviso Tel +39 0422 6565 Fax +39 0422 656684 P.IVA 01138380264 C.F. 80008870265

www.provincia.treviso.it P.E.C.: protocollo.provincia.treviso@pecveneto.it

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Provincia di Treviso

Comune di Trevignano

IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI PRESSO LA CAVA “TREVIGNANO 2”

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

PROGETTO PRELIMINARE

RELAZIONE TECNICA

Data: Dicembre 2020 Cod.: 1718 Committente

ICG S.R.L.

Inerti Calcestruzzi Grigolin VIA FOSCARINI N.2/A

31040NERVESA DELLA BATTAGLIA (TV)

Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO e-mail: contepegorer@gmail.com - Sito web: www.contepegorer.it

tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01

A01

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STUDIOTECNICOCONTE&PEGORERVIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,731100TREVISO L:\ICG SRL - Impianto recupero Trevignano - cod. 1718 - OTT 2020\Ver_00 - SCREENING VIA - Ott 2020\Relazioni\A01 - PROGETTO PRELIMINARE - RELAZIONE TECNICA.doc

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INDICE

1 PREMESSA ... 4

1.1 CRONISTORIA AMMINISTRATIVA ... 5

1.2 OGGETTO DELLA PRESENTE ISTANZA ... 5

2 INQUADRAMENTO DEL SITO (TAV.B01) ... 7

2.1 COLLOCAZIONE GEOGRAFICA ... 7

2.2 SISTEMA VIARIO ... 7

2.3 INDIVIDUAZIONE CATASTALE SUPERFICI INTERESSATE ... 9

2.4 DISPONIBILITÀ DEL SITO ... 9

2.5 INQUADRAMENTO URBANISTICO ... 9

2.5.1 Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) ... 9

2.5.2 Piano degli Interventi (P.I.) n. 1 ... 10

2.5.3 Verifica dell’opportunità di richiesta di variante urbanistica ... 10

3 INQUADRAMENTO NORMATIVO... 12

3.1 D.LGS 03 APRILE 2006, N.152-NORME IN MATERIA AMBIENTALE ... 12

3.2 D.M.5 FEBBRAIO 1998RECUPERO DEI RIFIUTI NON PERICOLOSI ... 12

3.3 D.M.28 MARZO 2018, N.69CONGLOMERATI BITUMINOSI ... 12

3.4 VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ DEL PROGETTO ALLA PROCEDURA V.I.A. ... 13

3.4.1 Valutazione di Impatto Ambientale di competenza regionale o provinciale ... 13

3.4.2 Verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale di competenza regionale o provinciale ... 13

3.4.3 Legge regionale 18 febbraio 2016, n. 4 – Autorità competente ... 14

3.4.4 Conclusioni ... 14

4 DIMENSIONI E CONCEZIONE DEL PROGETTO ... 15

4.1 RICOMPOSIZIONE AMBIENTALE DELLA CAVA (TAV.B02) ... 15

4.2 STATO DI PROGETTO (TAV.B03) ... 16

4.2.1 Predisposizione ... 16

4.2.1.1 Regolarizzazione del piano topografico ... 16

4.2.1.2 Piattaforma sopraelevata ... 17

4.2.1.3 Box uffici e servizi ... 17

4.2.1.4 Pesa mezzi ... 17

4.2.1.5 Lavaggio ruote ... 17

4.2.1.6 Argine di delimitazione con piantumazioni ... 18

4.2.1.7 Pavimentazioni ... 18

4.2.1.8 Impianto di bagnatura ... 18

4.2.1.9 Sistema di raccolta, trattamento e smaltimento acque meteoriche. ... 19

4.2.1.9.1 Verifica normativa – qualitativa ... 19

4.2.1.9.2 Verifica dimensionale ... 20

4.2.1.9.2.1 Calcolo della portata massima ... 20

4.2.1.9.2.2 Trincea drenante ... 23

4.2.1.9.2.3 Laminazione ... 25

4.2.1.9.2.4 Dissabbiatore – Disoleatore – Vasca di rilancio ... 28

4.2.1.9.3 Considerazioni conclusive ... 29

4.2.1.10 Impiantistica per la lavorazione dei rifiuti ... 29

4.2.1.11 Macchine per la movimentazione ... 29

4.2.2 Attività dell’impianto ... 30

4.2.2.1 Rifiuti presi in carico ... 30

4.2.2.1.1 Elenco Codici C.E.R. ... 30

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4.2.2.2 Suddivisione in settori ... 31

4.2.2.3 Procedure operative ... 32

4.2.2.4 Materie Prime Secondarie ottenute - Cessazione della qualifica di rifiuto (EOW) ... 33

4.2.2.5 Rifiuti prodotti ... 35

4.2.2.6 Movimento mezzi di trasporto ... 36

4.2.2.6.1 Flusso dei mezzi ... 36

4.2.2.6.2 Viabilità esterna ... 37

4.2.2.6.3 Viabilità interna ... 37

4.2.2.7 Cartellonistica e segnaletica ... 38

4.2.2.8 Personale ... 39

4.2.2.9 Tempi di esecuzione dell’attività ... 39

5 CUMULO CON ALTRI PROGETTI ... 40

5.1 PROCEDURE E RIFERIMENTI NORMATIVI ... 40

5.2 VALUTAZIONE DELLEFFETTO CUMULO ... 42

5.2.1 Individuazione delle attività passibili di produrre l’effetto cumulo ... 42

5.2.2 Emissioni polverose ... 45

5.2.1 Scarico sul suolo ... 46

5.2.2 Emissioni rumorose ... 47

5.2.3 Viabilità ... 48

5.3 CONCLUSIONI ... 49

6 UTILIZZAZIONE DI RISORSE NATURALI ... 51

6.1 RISORSE MINERARIE ... 51

6.2 RISORSE ENERGETICHE ... 51

6.3 RISORSE AMBIENTALI ... 52

6.4 CONCLUSIONE ... 52

7 INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI ... 53

8 RISCHI DI INCIDENTI GRAVI ... 54

9 RISCHI PER LA SALUTE UMANA ... 57

9.1 CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE ... 57

9.2 EMISSIONI DI GAS, VAPORI, FUMI O POLVERI ... 57

9.3 DISPERSIONE ACCIDENTALE DI RIFIUTI NELLAMBIENTE ... 57

9.4 RISCHI SUL LAVORO DEGLI ADDETTI ... 58

9.5 ALTRI RISCHI ... 58

9.6 CONCLUSIONI ... 58

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STUDIOTECNICOCONTE&PEGORERVIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,731100TREVISO L:\ICG SRL - Impianto recupero Trevignano - cod. 1718 - OTT 2020\Ver_00 - SCREENING VIA - Ott 2020\Relazioni\A01 - PROGETTO PRELIMINARE - RELAZIONE TECNICA.doc

Pagina 4

1 PREMESSA

La Ditta ICG S.r.l., con sede in Via Foscarini n. 2/A, Nervesa della Battaglia (TV), è un’azienda del Gruppo Grigolin che si occupa dell’estrazione, frantumazione e macinazione di materiale ghiaioso, con produzione di inerti. ICG S.r.l. è proprietaria dei terreni dove ricade la cava di ghiaia “Trevignano 2”, ubicata in località Colmello S. Elena in comune di Trevignano e sta gestendo l’ultima fase di ricomposizione ambientale della stessa.

È intenzione della Ditta proporre la realizzazione di un impianto di recupero di rifiuti non pericolosi sul fondo cava al fine di rispondere alle richieste avanzate soprattutto dalle varie aziende del Gruppo di materia prima da utilizzare per i cantieri edili e le costruzioni stradali.

L’attività rientra fra le categorie elencate nell’allegato IV della parte II del D.Lgs 152/06 e s.m.i. ed è prodotta, quindi, la verifica di assoggettabilità ai sensi dell’art. 19 della norma citata.

La presente relazione descrive il progetto preliminare, come richiesto dall’art. 19 del D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. seguendo le linee guida riportate nell’allegato V della parte II e, più precisamente, le caratteristiche del progetto approfondite nei seguenti punti, ai sensi del comma 1 dell’allegato citato:

“1. Caratteristiche dei progetti

Le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto, in particolare:

a) delle dimensioni e della concezione dell’insieme del progetto;

b) del cumulo con altri progetti esistenti e/o approvati;

c) dell’utilizzazione di risorse naturali, in particolare suolo, territorio, acqua e biodiversità;

d) della produzione di rifiuti;

e) dell’inquinamento e disturbi ambientali;

f) dei rischi di gravi incidenti e/o calamità attinenti al progetto in questione, inclusi quelli dovuti al cambiamento climatico, in base alle conoscenze scientifiche;

g) dei rischi per la salute umana quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quelli dovuti alla contaminazione dell’acqua o all’inquinamento atmosferico.”

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STUDIOTECNICOCONTE&PEGORERVIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,731100TREVISO L:\ICG SRL - Impianto recupero Trevignano - cod. 1718 - OTT 2020\Ver_00 - SCREENING VIA - Ott 2020\Relazioni\A01 - PROGETTO PRELIMINARE - RELAZIONE TECNICA.doc

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1.1 CRONISTORIA AMMINISTRATIVA

La Biasuzzi Cave S.p.a. è stata autorizzata all’estrazione di ghiaia e sabbia dalla Cava

“Trevignano 2” con Delibera della Giunta Regionale n. 2274 del 10.04.1990. Con D.G.R. n.

1053 del 02.05.2001 è stato autorizzato l’ampliamento di superficie e di profondità (fino a 23 m dal piano di campagna).

Con D.G.R. n. 320 del 19.02.2008 è stato autorizzato un ulteriore ampliamento della superficie della cava di circa 5 ha e della profondità di scavo, fino a raggiungere i 25,33 m dal p.c. La conclusione dei lavori (estrazione e sistemazione ambientale) è stata definita entro il 31.12.2012.

Con DGR n. 1765 del 2010.07.06 è stato modificato e integrato il D.G.R. n. 320/2008 di autorizzazione. La variante ha riguardato il profilo di scavo delle scarpate, ed, in particolare, ha previsto lo scavo delle scarpate a 40° ed il loro ripristino a 25°, con conseguente incremento della volumetria estraibile. Il termine dei lavori di coltivazione (estrazione e sistemazione ambientale) è stato prorogato al 31.12.2014.

Successivamente la Direzione Difesa del Suolo della Regione, con D.D.D.D.S. n. 66 del 14 febbraio 2017, approvava la variante non sostanziale riguardante la tipologia e la gestione dei materiali utilizzati nella ricomposizione morfologica. Il decreto successivo, DDDDS n. 163 del 23 maggio 2018, prorogava il termine di completamento dei lavori di ricomposizione e autorizzava la variante non sostanziale riguardante lo stoccaggio temporaneo di materiale ghiaioso nonché la cronologia dei lavori di ricomposizione, con contestuale approvazione del piano di gestione dei rifiuti di estrazione.

La Direzione Difesa del Suolo della Regione con D.D.D.D.S. n. 151 del 14 aprile 2020 produceva il Nulla-Osta alla cessione dell'autorizzazione a coltivare la cava di ghiaia e sabbia dalla Biasuzzi Cave S.p.a. alla Biasuzzi Cave S.r.l.

Da segnalare che in data 19 dicembre 2019 ICG S.r.l. acquistava i terreni della cava dalla Ditta Biasuzzi Cave S.r.l.

Con D.D.D.D.S. n. 531 del 19 ottobre 2020 è stato prorogato il termine relativo all'intimazione a ultimare i lavori di ricomposizione ambientale.

1.2 OGGETTO DELLA PRESENTE ISTANZA

Con la presente istanza è avanzata richiesta di realizzare un impianto di recupero di rifiuti non pericolosi sul fondo dalla cava “Trevignano 2”.

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La richiesta di autorizzazione dell’attività è avanzata in procedura ordinaria ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs 152/06 e s.m.i. e si avvarrà dei dettami, oltre che del Dlgs.152/06 e s.m.i. e del D.M. 05.02.1998 e s.m.i., del D.M. 28 marzo 2018, n. 69.

 Rifiuti gestiti Rifiuti non pericolosi

 Operazioni svolte ai sensi dell’allegato C, parte IV D.Lgs. 03.04.2006, n. 152 Presso l’impianto saranno svolte le seguenti operazioni:

 R5 Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche

 R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11

 R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

 Capacità produttive

Quantitativo massimo annuale di rifiuti trattabili: 75.000 ton/anno Quantitativo massimo giornaliero di rifiuti trattabili: 600 ton/giorno

Quantità massima di stoccaggio rifiuti: 17.000 m3 corrispondente a circa 30.000 ton.

Giorni lavorativi anno: 250

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2 INQUADRAMENTO DEL SITO (TAV. B01)

2.1 COLLOCAZIONE GEOGRAFICA

Il sito rientra nel contesto dell’alta pianura trevigiana, nel settore compreso fra le località di Castelfranco Veneto, Montebelluna e Treviso.

La cava, dove sarà realizzato il progetto, è situata nel comune di Trevignano in località Colmello S. Elena a circa un chilometro dall’abitato di Signoressa posto a Ovest.

Figura 1: Foto satellitare con delimitata la cava dove sarà realizzato il progetto

2.2 SISTEMA VIARIO

Il sito si inserisce nel sistema viario a raggiera che converge verso la città di Treviso, principale centro abitato della zona. La viabilità della zona è, quindi, caratterizzata da una

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STUDIOTECNICOCONTE&PEGORERVIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,731100TREVISO L:\ICG SRL - Impianto recupero Trevignano - cod. 1718 - OTT 2020\Ver_00 - SCREENING VIA - Ott 2020\Relazioni\A01 - PROGETTO PRELIMINARE - RELAZIONE TECNICA.doc

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rete di arterie regionali, provinciali e comunali che consentono un facile collegamento con i principali centri abitati della zona.

Figura 2: stradario con indicata la cava oggetto d’intervento

La cava oggetto d’intervento è accessibile da strada privata, di 530 m, laterale di Via Istituto Agrario. Quest’ultima permette di raggiungere, dopo 230 m, la Strada Regionale n.

348 “Feltrina”. L’intersezione è dotata di spartitraffico che permette un agevole inserimento sulla regionale.

La S.R. n. 348 “Feltrina” consente di raggiungere Montebelluna e il bellunese verso Nord Ovest, e l’area di Treviso e il veneziano verso Sud Est.

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STUDIOTECNICOCONTE&PEGORERVIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,731100TREVISO L:\ICG SRL - Impianto recupero Trevignano - cod. 1718 - OTT 2020\Ver_00 - SCREENING VIA - Ott 2020\Relazioni\A01 - PROGETTO PRELIMINARE - RELAZIONE TECNICA.doc

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I caselli autostradali più prossimi sono quelli sulla A27 di Treviso Nord, posto a circa 20 Km, e Treviso Sud, posto a 24 km.

2.3 INDIVIDUAZIONE CATASTALE –SUPERFICI INTERESSATE

L’area oggetto dell’intervento è iscritta al Catasto Terreni come segue:

 comune di Trevignano

 foglio 18

 Mappali n. 130p, 131p, 133p, 135p, 136p, 137, 140p,191p, 246p, 345p, 899p La superficie interessata dall’intervento è di circa 31.086 m2.

2.4 DISPONIBILITÀ DEL SITO

La Ditta ICG S.r.l. dispone del sito in forza di atto di compravendita del 19/12/2019, rogante Talice Paolo di Treviso con cui è avvenuto il passaggio di proprietà dei terreni dalla Ditta Biasuzzi Cave S.r.l.

2.5 INQUADRAMENTO URBANISTICO

Il Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Trevignano è stato approvato in Conferenza dei Servizi del 02/05/2012 e ratificato con Deliberazione di Giunta Provinciale n°289 del 09/07/2012.

La prima variante deI Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Trevignano è stata adottata con Delibera del Consiglio Comunale n. 30 del 02/08/2014 e approvata con D.C.C. n. 24 del 03/06/2015.

Successivamente è stata adottata con D.C.C. n. 53 del 13/12/2016 e approvata con D.C.C. n. 9 del 20/03/2017 la seconda variante – variante commerciale - variante verde.

2.5.1 Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.)

Negli elaborati grafici allegati al P.A.T. sono riportate le seguenti indicazioni per il sito in oggetto:

 TAV.1:CARTADEIVINCOLIEDELLAPIANIFICAZIONETERRITORIALE

 Vincoli - Vincolo sismico di 3° livello (OPCM 3274/2003) - Art. 11

 Vincoli - Zona a repulsione totale per la localizzazione degli impianti zootecnici corretto a seguito della D.C.C. 7 del 20/03/2017 - Art. 22

 Generatori di Vincolo - Cave - Fasce di Rispetto - Artt. 13-20

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 TAV.2:CARTADELLEINVARIANTI Nessuna indicazioni per il sito in oggetto.

 TAV.3:CARTADELLEFRAGILITÀ

 Compatibilità geologica - Area non idonea - Art. 29

 Aree di dissesto idrogeologico - Area di cava - Art. 30

 TAV.4:CARTADELLATRASFORMABILITÀ

 Individuazione degli Ambiti Territoriali Omogenei - A.T.O. 4-4: Ambientale paesaggistica

 Valori e tutele naturali - Nodi - Art. 46

 Valori e tutele naturali - Connettività verde - Art. 46

 Valori e tutele naturali - Rete ecologica - Art. 46 2.5.2 Piano degli Interventi (P.I.) n. 1

Negli elaborati grafici allegati al P.I. sono riportate le seguenti indicazioni per il sito in oggetto:

 TAV.10:ZONIZZAZIONE

 Vincoli da Piano di Assetto del Territorio - Vincolo sismico di 3° livello (OPCM 3274/2003)

 Vincoli da Piano di Assetto del Territorio - Cave - Fasce di rispetto

 Trasformabilità da Piano di Assetto del Territorio - Nodi della rete ecologica

 Trasformabilità da Piano di Assetto del Territorio - Connettività verde

 Prescrizioni da Piano degli Interventi - Zto E2

 Criteri per la localizzazione degli insediamenti zootecnici - Zona a repulsione totale

 Criteri per la localizzazione degli insediamenti zootecnici - Zona a tolleranza parziale

2.5.3 Verifica dell’opportunità di richiesta di variante urbanistica

La richiesta di variante urbanistica per un progetto è, di norma, avanzata qualora la tipologia dell’opera sia definibile non idonea, in relazione alla previsione d’uso ammessa dalla normativa, per il sito in cui ricade l’intervento.

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Nel caso in oggetto, la collocazione degli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti è definita con precisione al punto 2 dell’art. 21 “Requisiti tecnici ed ubicazione degli impianti”, Capo V “Impianti di smaltimento e recupero rifiuti” della Legge Regionale 21.01.2000, n. 3 “Nuove norme in materia di gestione dei rifiuti”: “2. I nuovi impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti sono ubicati, di norma, nell’ambito delle singole zone territoriali omogenee produttive o per servizi tecnologici.”

“3. Quanto previsto al comma 2 non si applica:

a) alle discariche ed agli impianti di compostaggio, che vanno localizzati in zone territoriali omogenee di tipo E o F;

b) agli impianti di recupero dei rifiuti inerti come individuati al punto 4.2.3.1. della deliberazione del Comitato interministeriale del 27 luglio 1984 ed al paragrafo 7, dell’allegato 1, suballegato 1, del Decreto del Ministro dell’Ambiente 5 febbraio 1998, che vanno localizzati preferibilmente all'interno di aree destinate ad attività di cava, in esercizio o estinte, di materiali di gruppo A, come individuati all'articolo 3, primo comma, lettera a), della legge regionale 7 settembre 1982, n. 44. ( )”

Il P.I. del Comune di Trevignano riporta la seguente destinazione del sito:

 Prescrizioni da Piano degli Interventi – Zto E2

La collocazione del progetto risponde ai requisiti della lettera b, comma 3, poiché ricadente entro una cava in fase di estinzione.

La presente istanza, tuttavia, avanza la richiesta di variante urbanistica.

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3 INQUADRAMENTO NORMATIVO

3.1 D.LGS 03 APRILE 2006, N.152-NORME IN MATERIA AMBIENTALE

Il D.Lgs 03 aprile 2006, n. 152: “Norme in materia ambientale” e s.m.i. è suddiviso in sei parti dove sono trattate le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC) (parte seconda), la tutela delle acque (parte terza), la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati (parte quarta), la tutela dell’aria e il danno ambientale.

L’art. 208 “Autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti”

descrive la procedura da attuarsi per l’autorizzazione degli impianti, e specifica in particolare al punto 6 “(….) L'approvazione sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori.”

3.2 D.M.5 FEBBRAIO 1998–RECUPERO DEI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Il D.M. 5 febbraio 1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22”, e s.m.i., specifica le attività, i procedimenti e i metodi di recupero delle varie tipologie di rifiuti ai fini di ottenere di materie prime conformi alla normativa tecnica di settore o, comunque, nelle forme usualmente commercializzate.

Il decreto è preso come riferimento, ai sensi dell’’art. 184-ter del D.Lgs. 152/2006, per la definizione delle attività di recupero e dei criteri che devono rispettare i materiali che cessano la qualifica di rifiuto, in attesa dell’emanazione dell’apposita norma in materia.

Nella norma sono riportate tutte le operazioni di recupero ad eccezione dell’operazione R12 che, di conseguenza, necessita di apposita autorizzazione.

3.3 D.M.28 MARZO 2018, N.69–CONGLOMERATI BITUMINOSI

Il D.M. 28 marzo 2018, n. 69 “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di conglomerato bituminoso ai sensi dell’articolo 184 -ter , comma 2 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” stabilisce i criteri specifici in presenza dei quali il conglomerato bituminoso cessa di essere qualificato come rifiuto ai sensi e per gli effetti dell’articolo 184 -ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

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Il materiale recuperato, definito «granulato di conglomerato bituminoso», cessa la qualifica di rifiuto se soddisfa specifici criteri dettati dalla norma stessa (utilizzo del materiale, caratteristiche chimiche e dichiarazione di conformità del produttore).

3.4 VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ DEL PROGETTO ALLA PROCEDURA V.I.A.

È eseguita la verifica di assoggettabilità del progetto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ed individuato l’Ente competente in considerazione delle caratteristiche dimensionali riportate in premessa al paragrafo 1.2, ai sensi della normativa vigente.

3.4.1 Valutazione di Impatto Ambientale di competenza regionale o provinciale

L’allegato III “Progetti di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano” della parte II del D.Lgs 152/06 e s.m.i. specifica le opere soggette a Valutazione di Impatto Ambientale.

La categoria dell’intervento NON RICADE fra i progetti da sottoporre alla procedura di V.I.A.

3.4.2 Verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale di competenza regionale o provinciale

L’allegato IV “Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano” della parte II del D.Lgs 152/06 e s.m.i. specifica le opere soggette a verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

Il progetto RICADE fra le categorie d’intervento elencate da sottoporre alla procedura di verifica di assoggettabilità alla V.I.A. ed, in particolare, nella seguente tipologia:

”7. progetti di infrastrutture

“z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.”

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3.4.3 Legge regionale 18 febbraio 2016, n. 4 – Autorità competente

La Legge Regionale 18 febbraio 2016, n. 4, che ha abrogato definitivamente la L.R. 26 marzo 1999, n. 10, correla le categorie d’opere sottoposte alla Valutazione di Impatto Ambientale (All. A1) o all’assoggettabilità a V.I.A. (All. A2).

Per l’intervento in oggetto, la seguente tabella individua l’ente competente alla procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A.:

A2: PROGETTI SOTTOPOSTI A VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ

ENTE COMPETENTE

alla verifica di assoggettabilità 7. Progetti di infrastrutture

z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti speciali e urbani non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettera R1, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Regione

Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti speciali e urbani non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R2 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Provincia

In base alla ripartizione stabilita dalla normativa regionale, l’Ente competente alla procedura di Assoggettabilità di Valutazione di Impatto Ambientale è la Provincia.

3.4.4 Conclusioni

Le caratteristiche tipologiche e dimensionali del progetto PREVEDONO l’applicazione della procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi della normativa statale.

L’Ente competente per la procedura di verifica di assoggettabilità è la Provincia di Treviso.

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4 DIMENSIONI E CONCEZIONE DEL PROGETTO

La norma (lettera a del punto 1 dell’allegato V della parte seconda del D.Lgs. n.152/06) specifica: “Le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto, in particolare:

a) delle dimensioni e della concezione dell’insieme del progetto;”

Si premette che la cava è in fase di ricomposizione ambientale, come illustrato nella cronologia illustrata al paragrafo 1.1. Ciò comporta che lo stato attuale dei luoghi è in evoluzione, al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dal progetto di cava autorizzato con D.G.R. n. 320 del 19.02.2008, successivamente modificata con DGR n. 1765 del 06.07.2010 La progettazione ha avuto come base, quindi, la morfologia finale rappresentata nel progetto della cava che sarà raggiunta nei termini previsti dagli atti autorizzativi.

4.1 RICOMPOSIZIONE AMBIENTALE DELLA CAVA (TAV.B02)

Di seguito sono illustrate le caratteristiche della cava una volta completati tutti gli interventi previsti dal progetto dell’attività estrattiva autorizzato.

La morfologia di cava sarà caratterizzata da scarpate regolari con angolo d’inclinazione di 25° risultanti dal ripristino operato tramite stesa di limo e terreno sulle scarpate realizzate a 40° in fase di scavo. La profondità di scavo, prevista dal progetto autorizzato di 25,33 m, si ridurrà con la ricomposizione in conseguenza della posa del terreno e del limo sul fondo cava. I riporti più consistenti saranno realizzati nel vertice Nord, in ottemperanza alla normativa di settore che impone la profondità massima di 4 m, da raggiungere in fase di ricomposizione, per le aree comprese fra i limiti dei 200 e 100 m dalle zone di tipo F.

Il fondo cava sarà raggiungibile tramite ampia rampa con pendenza del 10% che si raccorderà con la strada sterrata realizzata lungo il piede delle scarpate. Il ruscellamento dai versanti è raccolto dai fossati realizzati alla loro base ed è smaltito nel substrato tramite pozzi perdenti.

Nel fondo cava è prevista una maglia di scoline di drenaggio che converge nel fossato perimetrale citato.

L’intervento agronomico prevede la piantumazione di macchie boscate sulle scarpate, di un filare lungo la rampa e la sistemazione a prato del fondo cava. Lungo il perimetro della

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cava, affiancata alla recinzione, è prevista una siepe anche con essenze ad alto fusto per un tratto lungo il limite Nord.

4.2 STATO DI PROGETTO (TAV.B03)

Si premette che il nuovo progetto non interferirà con la morfologia del progetto di cava autorizzato.

Le modifiche interveranno solo per quanto riguarda l’introduzione degli strati di fondazione delle nuove opere che andranno a sostituire quelli previsti dalla ricomposizione e l’impianto vegetativo solo per l’area interessata dal nuovo impianto.

4.2.1 Predisposizione

Al fine dell’insediamento della nuova attività, saranno realizzate le seguenti opere:

 regolarizzazione del piano topografico;

 piattaforma sopraelevata;

 box uffici e servizi;

 pesa automezzi;

 lavaggio ruote;

 argine di delimitazione con piantumazioni;

 pavimentazioni;

 impianto di bagnatura;

 sistema di raccolta, trattamento e smaltimento acque meteoriche.

4.2.1.1 REGOLARIZZAZIONE DEL PIANO TOPOGRAFICO

Le aree interessate dai nuovi interventi saranno regolarizzate in modo da consentire la corretta realizzazione delle nuove strutture.

I piani topografici, in particolare, saranno portati alla quota necessaria da garantire il livellamento delle nuove pavimentazioni con le aree circostanti, considerando gli incrementi previsti dal progetto di cava autorizzato. Saranno attribuite le pendenze idonee a garantire il deflusso verso le future caditoie delle acque superficiali.

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4.2.1.2 PIATTAFORMA SOPRAELEVATA

Area trapezoidale, di superficie 1.530 m2, rialzata di 3 m, utilizzata per permettere lo scarico dall’alto dei materiali dai mezzi di trasporto.

Opera realizzata tramite riporto di terreni granulari delimitati da muri di sostegno realizzati in blocchi in calcestruzzo e accessibile tramite rampa con pendenza del 10%.

Il piano sopraelevato e la rampa saranno pavimentati in calcestruzzo. Il muro di delimitazione della piattaforma sarà rialzato, rispetto al piano di transito dei mezzi e lungo i lati in cui saranno effettuati gli scarichi, di circa 30 cm.

L’intera piattaforma sarà delimitata da guard rail di sicurezza, sui lati dove saranno effettuati gli scarichi.

In fase di progettazione definitiva saranno eseguite opportune verifiche di stabilità dei muri di sostegno e, quindi, forniti ulteriori dettagli.

4.2.1.3 BOX UFFICI E SERVIZI

Struttura prefabbricata ad uso ufficio composta da uno o più locali, installata rialzata su travi longitudinali.

Con il box uffici, saranno installati in prossimità due bagni di tipo chimico, che non necessitano, quindi, di allacciamenti per lo scarico.

4.2.1.4 PESA MEZZI

Installazione di pesa mezzi fuori terra di dimensioni 14 x 3 m, accessibile dai lati tramite rampe in calcestruzzo.

La pesa sarà posata su platea in calcestruzzo dotata di piastre metalliche in corrispondenza delle celle di carico. Con la platea saranno realizzati i cavidotti per il cablaggio che si raccorderanno con quelli interrati per garantire il collegamento elettrico/elettronico con il box uffici.

4.2.1.5 LAVAGGIO RUOTE

In prossimità dell’uscita sarà installato un lavaggio ruote da utilizzare dai mezzi che hanno effettuato le operazioni di carico/scarico e si devono immettere nella viabilità pubblica.

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Si tratta di una struttura compatta funzionante a ricircolo, con incorporato sistema di filtrazione, raschiatore e disoleazione dotata di vasca con capacità da 10 m3. I fanghi prodotti sono raccolti in contenitori posizionati in adiacenza, in attesa per il loro conferimento allo smaltimento esterno.

4.2.1.6 ARGINE DI DELIMITAZIONE CON PIANTUMAZIONI

Argine di altezza 3 e larghezza in pianta 6 m realizzato lungo i lati dell’impianto che non confinano con la scarpata di cava. In sommità è piantumato un filare di arbusti autoctoni.

La finalità dell’opera è di mascheramento visivo dell’attività e barriera contro le emissioni polverose ed acustiche.

4.2.1.7 PAVIMENTAZIONI

L’intera area destinata al transito dei mezzi e veicoli, al deposito dei rifiuti, alla lavorazione e al deposito dei materiali in attesa di verifica sarà pavimentata in asfalto. La superficie complessiva interessata è di 15.549 m2. Il piano finale presenterà le quote previste nella ricomposizione del progetto della cava. Saranno create le opportune pendenze verso le caditoie di raccolta delle acque superficiali.

La pavimentazione sarà eseguita anche sulla rampa di uscita, in tal caso saranno create le pendenze per il deflusso laterale delle acque.

4.2.1.8 IMPIANTO DI BAGNATURA

Sarà realizzato un impianto di bagnatura con funzione di mitigazione delle emissioni polverose, da attivare, quindi, soprattutto nei periodi secchi.

L’impianto sarà composto da irrigatori ad azione selettiva con raggio di azione variabile controllati da centralina.

Gli ugelli irrigatori saranno installati lungo il perimetro dell’area dedicata allo scarico dei rifiuti, alla loro lavorazione e allo stoccaggio in attesa delle verifiche. La collocazione è effettuata in modo da garantire la massima copertura delle aree citate dell‘irrorazione.

L’attivazione degli ugelli e l’impostazione dei raggi di azione avverrà per settori e in base alle necessità in modo da garantire la massima efficienza dell’effetto mitigatorio.

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4.2.1.9 SISTEMA DI RACCOLTA, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO ACQUE METEORICHE.

L’area pavimentata sarà dotata di una rete di raccolta delle acque superficiali costituita da una maglia di pozzetti con caditoia e chiusino colettata ad un impianto di sedimentazione e disoleazione installato lungo il lato Sud Est. Il sedimentatore e disoleatore sarà collegato ad una vasca di accumulo e rilancio dotato di gruppo pompe che invierà le acque depurate alla trincea perdente realizzata lungo il ciglio superiore della cava.

Di seguito i dettagli tecnici sulla verifica normativa e dimensionale della gestione delle acque meteoriche.

4.2.1.9.1 Verifica normativa – qualitativa

La gestione delle acque di dilavamento dell’area pavimentata è attuata applicando le prescrizioni delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) della Regione Veneto.

Per il caso in oggetto deve essere osservato quanto prescritto dall’art. 39 del P.T.A.

L’art. 39 “Acque meteoriche di dilavamento, acque di prima pioggia e acque di lavaggio”

detta precise indicazioni sulla gestione delle acque di dilavamento delle superfici scoperte facenti parte delle tipologie di insediamento rientranti nell’Allegato F delle N.T.A.

I commi 1 e 2 identificano le situazioni dove è necessario il trattamento dell’intero volume di acqua raccolta nelle superfici pavimentate, mentre i commi 3 e 4 prendono in considerazione i casi cui è sufficiente il trattamento della prima pioggia e la sua modalità di gestione.

L’impianto in oggetto corrisponde alla seguente categoria riportata nell’Allegato F:

“6. Impianti di smaltimento e/o di recupero di rifiuti.”

Per l’area pavimentata destinata allo stoccaggio rifiuti e dei materiali lavorati in attesa di verifica è richiesta l’applicazione del comma 1, che recita:

“1. Per le superfici scoperte di qualsiasi estensione, facenti parte delle tipologie di insediamenti elencate in Allegato F, ove vi sia la presenza di:

a) depositi di rifiuti, materie prime, prodotti, non protetti dall’azione degli agenti atmosferici;

b) lavorazioni;

c) ogni altra attività o circostanza,

che comportino il dilavamento non occasionale e fortuito di sostanze pericolose e pregiudizievoli per l’ambiente come indicate nel presente comma, che non si esaurisce

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con le acque di prima pioggia, le acque meteoriche di dilavamento, prima del loro scarico, devono essere trattate con idonei sistemi di depurazione e sono soggette al rilascio dell’autorizzazione allo scarico ….”

L’intero volume delle acque superficiali che andranno a formarsi sull’area citata deve essere, quindi, trattato con sistemi idonei di depurazione prima del suo scarico finale. Si specifica che in tale area, per consentire un’omogenea gestione delle acque, sono inserite anche le altre aree pavimentate che, di fatto, non saranno interessate dal deposito di materiali, quali:

 l’area sopraelevata dove è effettuata la manovra e la sosta dei mezzi che eseguono le operazioni di scarico;

 la fascia dove è operato il transito e il controllo dei mezzi in entrata ed uscita, fino al ciglio inferiore della cava;

 altre fasce pavimentate interessate solo al transito dei mezzi.

,

È da considerare che il sito non è allacciabile alla fognatura pubblica e non sono presenti in prossimità corsi d’acqua che possono svolgere funzione di recettori di eventuali scarichi.

Unica soluzione di smaltimento delle acque attuabile consta nella dispersione nel suolo che deve essere operata, naturalmente, al piano di campagna e non sul fondo cava.

Le acque depurate, prima dello scarico sul suolo, saranno oggetto di controllo, ed, in particolare, sarà verificato il rispetto dei limiti di tabella 4 allegato 5 alla parte terza del Decreto Legislativo 152/06 s.m.i. e il paragrafo 2.1 dell’allegato 5 alla parte terza (assenza di idrocarburi).

4.2.1.9.2 Verifica dimensionale

4.2.1.9.2.1 CALCOLO DELLA PORTATA MASSIMA

Per il dimensionamento sono stati utilizzati i dati relativi alla possibilità pluviometrica, per tempi di ritorno di 50 anni, contenuti nella Valutazione di Compatibilità Idraulica (V.C.I.) del Piano di Assetto del Territorio del comune di Trevignano.

È applicata l’equazione di possibilità pluviometrica a tre coefficienti, come consigliato dallo VCI comunale, con tempo di ritorno di 50 anni.

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Dove:

h = altezza pioggia in mm t = tempo in minuti

Lo studio VCI propone l’applicazione dei seguenti valori per i tre coefficienti:

a = 32,70 b = 11,60 c = 0.790

L’area pavimentata ha una superficie complessiva di 17.500 m2 e pendenza di circa 1÷

2%. Le tubazioni hanno pendenze di circa 0,3%. È applicato un coefficiente di deflusso di 0,90, tipico delle superfici pavimentate che è anche il valore convenzionale stabilito per le superfici impermeabili, al comma 4, dell’art. 39 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto.

La portata derivante da tale precipitazione è stata stimata mediante la seguente relazione:

tc h Qmax S

Dove:

–  è il coefficiente di afflusso

– S è la superficie del bacino di riferimento

– h è l’altezza di pioggia in questo caso riferita ad una durata pari al tempo di corrivazione tc

Di seguito la procedura di calcolo del tempo di corrivazione e della portata massima prodotta, con tempo di ritorno di 50 anni.

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Pagina 22 Caratteristiche del bacino di raccolta

S 17.500 m2 1,750 ha 0,01750 km2 Superficie del bacino

L 231 m 0,23100 km

i 0,0090

q 0,900

Coefficiente di deflusso medio

Superficie

q m2 Perc.

0,90 0,00 0%

0,90 17500,00 100%

0,60 0,00 0%

0,20 0,00 0%

0,10 0,00 0%

0,90 17.500 100%

Coefficiente di deflusso (q) Tipo di superficie

Tetti e coperture Pavimentazioni stradali Aree semipermeabili Verde e giardini Aree agricole Media ponderata

Coefficiente di deflusso medio dell'area Massima distanza da cui provengono le acque Pendenza media (pavimentazioni e condotte)

Calcolo tempo di corrivazione

giorni ore min sec

Ruggiero 0,02 0,45 26,92 1615,07

Pasini 0,01 0,18 10,88 652,86

Ventura 0,01 0,18 10,64 638,54

Ventura* 0,04 1,00 60,01 3600,34

Pezzoli - 0,13 8,04 482,12

Kirpich - 0,13 7,90 474,01

Ongaro 0,03 0,69 41,29 2477,44

0,39 23,67 1420,05

Valore medio di tc

tc

Autore Formula

0,055 

√

0,000325 

√ 0,77

(27)

STUDIOTECNICOCONTE&PEGORERVIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,731100TREVISO L:\ICG SRL - Impianto recupero Trevignano - cod. 1718 - OTT 2020\Ver_00 - SCREENING VIA - Ott 2020\Relazioni\A01 - PROGETTO PRELIMINARE - RELAZIONE TECNICA.doc

Pagina 23 Altezza di pioggia - Equazione di possibilità pluviometrica

a - mm/h a 32,700

n - b 11,600

tc (ore) 0,39 c 0,790

h (mm) - tc (min) 23,67

h (mm) 46,37

Portata massima Portata massima

m3/s l/s m3/s l/s

Q max - - Q max 0,51 514,34

Coefficiente udometrico Coefficiente udometrico

u - l/s,ha u 293,81 l/s,ha

q x S x h/tc q x S x h/tc

Due parametri Tre parametri

Il tempo di corrivazione per l’area in esame è pari a circa 24 minuti e la portata in uscita è di 514,34 l/s.

Si tratta di una portata considerevole e, quindi, difficilmente gestibile ai fini per il suo trattamento e smaltimento in sito; è necessaria, quindi, che la stessa sia opportunamente laminata.

4.2.1.9.2.2 TRINCEA DRENANTE

Prima di dimensionare la laminazione è necessario valutare la portata di smaltimento finale dell’intero sistema. Nel caso in oggetto, le acque, che saranno sottoposte al ciclo depurativo descritto successivamente, saranno smaltite per infiltrazione nel suolo tramite una trincea drenante realizzata lungo il ciglio superiore della cava.

La trincea avrà larghezza 2,00 m, profondità 70 cm, larghezza alla base di 120 cm e lunghezza 171 m.

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