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Academic year: 2022

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(1)

Sicula Trasporti S.p.A.

Contrada Coda Volpe 95121 - Catania (CT)

Verifica di assoggettabilità a VIA

(art. 19 D.Lgs 152/2006 e s.m.i.)

SINTESI NON TECNICA

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO

00 21/09/2021 Prima emissione I. Mosti A. Conte F. Seni

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 2 INDICE

1. PREMESSA ... 4

1.1. Identificazione della società ... 6

2. QUADRO PROGRAMMATICO ... 7

2.1. Inquadramento territoriale e conformità del progetto con gli strumenti urbanistici, piani e programma ... 7

2.1.1. Inquadramento generale del sito ... 7

2.1.2. Piano Urbanistico Territoriale Regionale (PTUR) ... 8

2.1.3. Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) ... 9

2.1.4. Piano Territoriale Provinciale (PTP) ... 9

2.1.5. Piano Regolatore Comunale (PRG) ... 12

2.1.6. Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA) ... 15

2.2. Pianificazione e programmazione settoriale ... 17

2.2.1. Piano Operativo Regionale (POR) ... 17

2.2.2. Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEARS) ... 20

2.2.3. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente ... 21

2.2.4. Piano regionale gestione rifiuti ... 22

2.2.4.1. Documento delle priorità e degli interventi per l’emergenza rifiuti (PIER) 24 2.2.4.2. Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) ... 25

2.2.5. Piano provinciale dei rifiuti ... 31

2.2.6. Piano per l’assetto idrogeologico (PAI) ... 34

2.2.7. Piano di gestione del rischio alluvioni (PRGA)... 35

2.2.8. Piano di tutela delle acque (PTA) ... 35

2.2.8.1. Piano di gestione ... 36

2.2.9. Piano dei trasporti e della mobilità (PRTM) ... 38

2.2.10. Piano della mobilità provinciale ... 38

2.2.11. Piano urbano del traffico (PUT) ... 40

3. QUADRO PROGETTUALE ... 41

3.1. Descrizione dello stato autorizzato ... 41

3.2. Fattori di impatto stato autorizzato ... 46

3.2.1. Rifiuti conferiti presso l’impianto ... 46

3.2.2. Consumo risorse idriche ... 47

3.2.1. Consumo energia ... 47

3.2.2. Emissioni in atmosfera... 47

3.2.3. Emissioni in acqua ... 47

3.2.4. Rifiuti prodotti ... 48

3.2.1. Rumore ... 48

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 3

3.2.1. Acque di falda ... 48

3.3. Descrizione delle modifiche in progetto ... 49

3.4. Fattori di impatto della modifica proposta ... 53

3.4.1. Rifiuti conferiti presso l’impianto ... 53

3.4.2. Consumo risorse idriche ... 53

3.4.1. Consumo energia ... 53

3.4.2. Emissioni in atmosfera... 53

3.4.3. Rifiuti prodotti ... 53

3.4.4. Rumore ... 54

3.4.1. Acque di falda ... 54

3.5. Analisi delle alternative ... 54

4. QUADRO AMBIENTALE... 55

4.1. Analisi della qualità ambientale attuale ... 55

4.1.1. Aria ... 55

4.1.1. Acqua ... 56

4.1.2. Flora, fauna ed ecosistemi ... 57

4.1.3. Contesto socio-economico ... 58

4.2. Analisi degli impatti ... 59

4.2.1. Impatto sull’atmosfera e qualità dell’aria ... 61

4.2.2. Impatto sull’ambiente idrico ... 62

4.2.3. Impatto sulla componente suolo e sottosuolo ... 63

4.2.4. Impatto sulla componente flora, fauna ed ecosistemi ... 63

4.2.5. Impatto sul clima acustico ... 64

4.2.6. Impatto sulla componente rifiuti ... 64

4.2.7. Impatto sulla componente paesaggio ... 65

4.2.8. Impatto socio-economico ... 65

4.2.9. Sintesi delle problematiche e valutazione di compatibilità ... 66

5. MONITORAGGIO ... 67

6. MISURE DI MITIGAZIONE ... 67

7. CONCLUSIONI ... 68

Il presente documento è stato sviluppato da ambiente s.p.a. in base alle informazioni disponibili fornite dalla Committenza.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 4 1. PREMESSA

La società Sicula Trasporti S.p.A. è in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale per “l’impianto di biostabilizzazione della frazione umida di rifiuti urbani non pericolosi derivanti da attività di separazione della frazione secca”, rilasciata dalla Regione Siciliana con Decreto Dirigenziale n.1004 del 01/10/2009, prot.

N.74038 del 05/10/2009, e successive modifiche.

L’attività IPPC è individuata nell’allegato VIII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. al seguente punto:

5.3.a) Lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 50 Mg al giorno, che comporta il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell'Allegato 5 alla Parte Terza: 1) trattamento biologico” per le operazioni di smaltimento D8.

Essendo l’azienda dotata di un sistema di gestione ambientale, certificato ai sensi della norma UNI EN ISO 14001, la durata dell’autorizzazione AIA risulta pari a 12 anni.

In merito, si precisa che l’originario termine di validità dell’Autorizzazione Integrata Ambientale in questione è stato prorogato ope legis ed è ad oggi in essere: in particolare, il D.Lgs n. 46/2014 ha modificato la disciplina relativa alla durata del provvedimento di A.I.A. (di cui all’art. 29octies “Rinnovo e riesame” del D.Lgs. n.

152/2006 e ss.mm.ii.) non contemplando più l’istituto del rinnovo periodico e prorogando le scadenze di legge delle autorizzazioni integrate ambientali (A.I.A.) in vigore alla data dell’11 aprile 2014, raddoppiando di fatto la loro durata e avvertendo della necessità del rinnovo delle eventuali fidejussioni prestate quale condizione dell’efficacia dell’A.I.A.

Tale aspetto è stato successivamente chiarito nelle “Linee di indirizzo sulle modalità applicative della disciplina in materia di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, recata dal Titolo III-bis alla parte II del D.

Lgs. 3 aprile 2006, n, 152, alla luce delle modifiche introdotte dal D. Lgs. 4 marzo 2014, n. 46” (prot. n.

0022295-GAB del 27 ottobre 2014) emanate dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Quanto sopra esposto è stato riconfermato dalla Circolare prot. 33428 del 19/05/2016 della Regione Siciliana che afferma “per quanto attenesse le autorizzazioni in essere, vigenti alla data dell’11 aprile 2014, data di entrata in vigore del D. Lgs. 46/2014, le stesse, al momento della loro scadenza, avrebbero mantenuta la loro validità ed efficacia per un periodo transitorio pari ad anni 10, 12 o 16, a partire dal rilascio dell’autorizzazione originaria, in funzione della presenza, o meno, di implementazioni di sistemi di gestione ambientale (ISO 14001 – EMAS)”.

Alla luce di quanto detto sopra, la validità del provvedimento di autorizzazione oggetto della presente, è prorogata fino al 01/10/2021.

L’azienda quindi, in fase di redazione della documentazione a supporto del Riesame di AIA per scadenza naturale dell’atto autorizzativo, ha valutato anche il proprio impianto in relazione alle Migliori Tecniche Disponibili (BAT) per gli impianti di trattamento dei rifiuti.

Con la decisione della Commissione Europea del 10 agosto 2018, n. 2018/1147/UE, sono infatti state emanate le BAT Conclusion per gli impianti di trattamento rifiuti.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 5 Come indicato nella normativa vigente, ai sensi dell’art. 29-octies comma 3a) “il riesame con valenza, anche in termini tariffari, di rinnovo dell'autorizzazione è disposto sull'installazione nel suo complesso entro quattro anni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT riferite all'attività principale di un'installazione”.

Per tale motivo, Sicula Trasporti ha sviluppato un progetto per l’adeguamento dell’impianto alle BATc di settore al fine di permettere il corretto convogliamento ed invio a sistema di trattamento dell’aria insistente i cumuli di biomaturazione.

L’impianto di Sicula Trasporti è di per sé ricompreso tra le attività di cui all’allegato IV alla Parte II del D.Lgs.

152/06 e s.m.i., alla lettera:

7.r) impianti di smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi, mediante operazioni di incenerimento o di trattamento, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettere D2 e da D8 a D11, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).

Per tale motivo, qualsiasi modifica si intenda introdurre all’interno dell’impianto deve quindi essere analizzata in relazione a quanto disposto dall’allegato IV alla Parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., alla lettera:

8.t) modifiche o estensioni di progetti di cui all'allegato III o all'allegato IV già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che possono avere notevoli ripercussioni negative sull'ambiente (modifica o estensione non incluso nell'allegato III).

Il presente documento costituisce la Sintesi Non Tecnica dello Studio Preliminare Ambientale redatto a supporto dell’istanza di Verifica di assoggettabilità a VIA, redatto ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.

All’interno di questo documento verrà riportato un estratto delle valutazioni effettuate all’interno dello Studio Preliminare Ambientale indicante le caratteristiche delle modifiche in progetto, le caratteristiche dell’ambiente in cui il progetto si inserisce e i potenziali impatti ambientali (positivi/negativi) legati al suo sviluppo.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 6 1.1. Identificazione della società

Ragione Sociale Sicula Trasporti S.p.A.

Indirizzo Sede Legale Via A. Longo, 34 – Catania (CT)

Denominazione Unità Produttiva Impianto di trattamento meccanico per rifiuti solidi urbani - Contrada Coda Volpe

Indirizzo Unità Produttiva Contrada Coda Volpe, Catania (CT) Tipo di attività svolta e/o produzione

specifica

Impianto di biostabilizzazione della frazione umida di rifiuti urbani non pericolosi derivanti da attività di separazione della frazione secca

Codice IPPC

IPPC 5.3.a)

smaltimento dei rifiuti non pericolosi, con capacità

superiore a 50 Mg al giorno, che comporta il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di

trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell'Allegato 5 alla Parte Terza: 1) trattamento biologico

Attività VIA

ALLEGATO IV - Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

7.r) impianti di smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi, mediante operazioni di incenerimento o di trattamento, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno

(operazioni di cui all'allegato B, lettere D2 e da D8 a D11, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.

152).

Rappresentante legale Salvatore Virgillito

Referente impianto Giovanni D’Agostino

Referente ambientale Giovanni D’Agostino

Referente IPPC Marco Morabito

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 7 2. QUADRO PROGRAMMATICO

Il presente capitolo è finalizzato a riassumere la verifica di conformità dello stabilimento alla normativa in materia ambientale e paesaggistica, nonché agli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale e urbanistica.

2.1. Inquadramento territoriale e conformità del progetto con gli strumenti urbanistici, piani e programma

2.1.1. Inquadramento generale del sito

Lo stabilimento oggetto del presente documento è ubicato nella Contrada Codavolpe, nel comune di Catania, in Zona Industriale, a circa 20 km a Sud dal conglomerato urbano.

L’accesso all’area avviene tramite un ingresso appositamente progettato e realizzato sulla SB1 Coda Volpe, che a sua volta si innesta con la SS 114 e la SS 194, e che conduce direttamente all’impianto attraverso una strada interna a due carreggiate di percorrenza.

Figura 1 - Aerofotogramma dell’area (fonte: Google Earth)

Dal punto di vista catastale, lo stabilimento rientra all’interno della particella 585 del foglio 62 del N.C.T. del comune di Catania.

SICULA TRASPORTI impianto di biostabilizzazione

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 8 2.1.2. Piano Urbanistico Territoriale Regionale (PTUR)

Il PTUR si configura essenzialmente come strumento strutturale di coordinamento delle politiche regionali incidenti sul territorio, definendo le finalità generali, gli indirizzi e le scelte in materia di governo del territorio a scala regionale.

Di seguito si riportano due estratti delle tavole dell’inquadramento regionale, come riportate dal SITR di marzo 2008, al fine di verificare il collocamento dell’area di interesse rispetto alla presenza di zone di protezione speciale, aree urbanizzate, siti di interesse comunitario e riserve naturali.

Nei pressi dell’area di oggetto, in direzione Nord-Est, si trova il SIC “FOCE DEL FIUME SIMETO E LAGO GORNALUNGA” – ITA070001 e la ZPS “BIVIERE DI LENTINI, TRATTO MEDIANO E FOCE DEL FIUME SIMETO E AREA ANTISTANTE LA FOCE” – ITA070029, entrambi “aree di grande interesse naturalistico sia dal punto di vista floristico-vegetazionale che da quello faunistico, caratterizzate paesaggisticamente dalla presenza di diverse zone umide retroduali, da corsi d’acqua di medie e grosse portate e da zone di foce”.

Figura 2 – estratto Tavola L – Rete Natura 2000

[Fonte: Quadro Conoscitivo - Piano Territoriale Urbanistico Regionale]

Figura 3 – estratto Tavola 13 - Inquadramento Regionale [Fonte: Quadro Conoscitivo - Piano Territoriale Urbanistico Regionale]

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pag. 9 2.1.3. Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR)

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) è lo strumento che l’Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali della Regione Siciliana si è dato per definire politiche, strategie ed interventi mirati alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale della Regione.

Sulla base di considerazioni prettamente morfologiche, le Linee Guida suddividono inoltre il territorio regionale in una serie di ambiti, in cui l’Amministrazione Regionale dei Beni Culturali ha identificato successivamente diversi e specifici Piani Territoriali. Le linee guida del PTPR riconoscono 17 ambiti territoriali, ciascuno caratterizzato da un proprio carattere peculiare; l’impianto ricade nel 14. Area della pianura alluvionale catanese. Tale ambito è caratterizzato dal paesaggio della piana di Catania che occupa la parte più bassa del bacino del Simeto. Il territorio, una vasta conca formata in seguito le alluvioni del Simeto e dei suoi affluenti, è stato per secoli una conca paludosa e desertica, delimitata dagli gruppi degli Erei e degli Iblei e dai versanti dell’Etna.

Per quanto riguarda l’area di intervento, si riporta di seguito un estratto del Titolo III delle Linee guida del PTPR, in cui viene descritto l’Ambito Territoriale di interesse:

“L’ambito è caratterizzato dal paesaggio della piana di Catania che occupa la parte più bassa del bacino del Simeto e trova continuazione nella piana di Lentini. Formata dalle alluvioni del Simeto e dai suoi affluenti che scorrono con irregolari meandri un po’ incassati, la piana è una vasta conca, per secoli paludosa e desertica, delimitata dagli ultimi contrafforti degli Erei e degli Iblei e dagli estremi versanti dell’Etna, che degrada dolcemente verso lo Ionio formando una costa diritta e dunosa.

La piana nota nell’antichità come Campi Lestrigoni decade in epoca medievale con la formazione di vaste aree paludose che hanno limitato l’insediamento. L’assenza di insediamento e la presenza di vaste zone paludose ha favorito le colture estensive basate sulla cerealicoltura e il pascolo transumante.

Il paesaggio agrario della piana in netto contrasto con le floride colture legnose (viti, agrumi, alberi da frutta) diffuse alle falde dell’Etna e dei Monti Iblei è stato radicalmente modificato dalle opere di bonifica e di sistemazione agraria che hanno esteso gli agrumeti e le colture ortive.

Vicino Catania e lungo la fascia costiera si sono invece insediate rilevanti attività industriali, grandi infrastrutture e case di villeggiatura vicino alla foce del Simeto”.

2.1.4. Piano Territoriale Provinciale (PTP)

Il Piano Territoriale Provinciale di Catania (PTP) indica la politica di governo del territorio provinciale, ponendosi come elemento di congiunzione tra la programmazione territoriale regionale e la pianificazione urbanistica comunale. Il Piano pone come obiettivi fondamentali l’ottimizzazione del sistema dei trasporti e della viabilità, la tutela dell’ambiente, lo sviluppo delle attività economiche e la valorizzazione del settore socio-culturale. Tali obiettivi sono perseguiti secondo i principi di sostenibilità ambientale e di sviluppo culturale e sociale.

Le tavole C costituiscono, alle varie scale di rappresentazione, lo stato di fatto del territorio in relazione al sistema della mobilità, al sistema socio culturale ed al sistema socio-economico, ovvero le carte strutturali di

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 10 sintesi del settore delle infrastrutture e dei trasporti, della storia e della cultura, dei servizi ed attrezzature di interesse generale, della produzione e del terziario.

Figura 4 - Estratto tavola C/X - foglio 641 – scala 1:50000 [Fonte: Piano Operativo del Piano Territoriale Provinciale]

Le tavole D costituiscono, alle varie scale di rappresentazione, lo stato di fatto del territorio in relazione alle componenti di interesse naturalistico, geologico, geomorfologico, idrogeologico del territorio provinciale, ovvero la carta strutturale di sintesi delle risorse e dei valori territoriali ambientali riferiti sia al Piano Assetto

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 11 Idrogeologico (PAI) ex Legge 183/89, D.L. 133/99, D.A. R.S 198/00 e s.m.i., sia al regime vincolistico sovraordinato ex D.Lgs. 42/2004.

Figura 5 – Estratto Tavola D/93 – CTR 641010 – scala :10000 [Fonte: Piano Operativo del Piano Territoriale Provinciale]

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 12 Lo Schema di Massima del PTP del 2004 invece elencava già le criticità e le opportunità di sviluppo del territorio, dando ampio spazio anche ai temi dell’ambiente e dei rifiuti. In particolare, alla voce dedicata ai rifiuti, si riportavano le linee guida da adottarsi nell’ambito di una corretta gestione rifiuti, tra cui:

• Estensione al massimo livello possibile, compatibilmente con un bilancio costi- benefici e con le potenzialità di recupero utile, delle raccolte differenziate e del riciclo, coi relativi impianti di trattamento a valle (selezione, valorizzazione, trattamento aerobico e anaerobico della frazione organica);

• Coordinamento del sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi con le raccolte differenziate delle frazioni secche (carta e cartone, legno, plastiche, vetro,..);

• Valorizzazione energetica della frazione combustibile dei rifiuti ottenuta per selezione meccanica in tutti gli impianti di trattamento termico compatibili presenti nelle aree della provincia (cementifici, centrali termoelettriche, ..) o, in alternativa, il trattamento termico con recupero di energia del rifiuto residuo dopo raccolte differenziate;

• Trattamento dell’eventuale frazione umida residua da selezione ai fini della sua stabilizzazione aerobica, eventualmente anche con preliminare recupero energetico attraverso digestione anaerobica;

• Recupero, nella massima misura possibile, per interventi di ripristino ambientale, della frazione organica stabilizzata o del compost non utilizzabile per usi agronomici;

• Messa a discarica finale di materiale stabilizzato, di frazioni biologicamente inerti (es sovvalli non putrescibili) e di residui inertizzati di trattamento (es scorie);

• Adozione di interventi idonei a minimizzare la quantità di rifiuti destinata a discarica senza preventivi trattamenti biologici (aerobici o anaerobici), termici o chimico-fisici;

• Ricorso alle migliori tecnologie disponibili con particolare riferimento alla minimizzazione delle emissioni nell’ambiente esterno e negli stessi ambienti di lavoro;

• Localizzazione degli impianti tecnologici, in primo luogo dei trattamenti termici, in aree con idonei requisiti; per gli impianti di compostaggio dovranno essere privilegiate le localizzazioni prossime agli utilizzatori agricoli finali;

• Ricorso a sistemi di movimentazione dei rifiuti che rendano minimi gli spostamenti su gomma e il numero dei veicoli per chilometro.

In tale contesto, la Provincia di Catania ha redatto, nell’ambito delle competenze assegnate, il proprio Piano di Gestione Rifiuti, individuando gli Ambiti Territoriali Ottimali, ognuno coi propri conferimenti, nonché le risorse e le tecnologie più opportune per lo smaltimento.

2.1.5. Piano Regolatore Comunale (PRG)

Il Comune di Catania sta attualmente provvedendo alla redazione del Nuovo Piano Regolatore Comunale.

L’attuale Piano vigente risulta infatti piuttosto datato: il cosiddetto PRG “Piccinato” adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale del 29 agosto 1964, n.296 e del 30-31 luglio 1996, n.453, è stato approvato con

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 13 D.P.R.S. n. 166-A del 28 giugno 1969 e pubblicato nel supplemento straordinario alla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 55 dell'8 novembre 1969.

Con deliberazione del Consiglio Comunale del 14 aprile 2014, n.17, per alcuni articoli delle Norme Tecniche di Attuazione a carattere esclusivamente edilizio e non urbanistico viene adottata la variante Modifiche alle NTA del vigente PRG, approvata con Decreto di Approvazione di Variante al PRG del Comune di Catania, pubblicata nella GURS n. 50 del 04/12/2015. Le modifiche alle NTA del PRG vigente costituiscono variante allo strumento urbanistico e come tale sono disciplinate dall'art. 3 della L.R. 27 dicembre 1978 n.71.

Ai sensi del PRG vigente l’area in oggetto di analisi, localizzata nell’ambito a sud del territorio comunale, in prossimità del confine provinciale (Siracusa) e dei due comuni di Carlentini e Augusta, è individuata in ZTO Verde rurale, normata con art. 25 (ex. Art. 26) delle Norme Tecniche di Attuazione; la stessa non ha subito variazioni a seguito delle successive varianti del PRG.

L’articolo reca:

Nelle zone classificate Verde Rurale nel P.R.G. è permessa solo la costruzione di edifici necessari e pertinenti alla conduzione di fondi rustici e cioè case patronali e rurali, stalle, fienili, granai, silos, depositi agricoli, ambienti per trasformazione e commercializzazione dei prodotti dello stesso fondo e simili, con esclusione di qualunque altra attrezzatura a carattere industriale.

Per le costruzioni destinate alla sola residenza l'area coperta non potrà superare 1/300 della superficie del fondo stesso; le costruzioni stesse non potranno avere più di due piani fuori terra e comunque l'altezza non potrà essere maggiore di ml. 7,50.

Tutte le costruzioni dovranno distare dai confini di proprietà non meno di ml. 10,00 e dalle strade pubbliche non meno di quanto stabilito dall'articolo 8 bis.

Nelle predette zone rurali, indipendentemente dalla consistenza del fondo, è concessa la ricostruzione dei fabbricati esistenti nei loro attuali limiti volumetrici e dimensionali.

Sono concesse altresì costruzioni relative a pubblici servizi come approvvigionamento idrico, fognatura, nettezza urbana, centrali elettriche e simili.

La Società Sicula Trasporti Srl ha però ottenuto la modifica di destinazione urbanistica dell’area da parte dell’Amministrazione Comunale di Catania, nell’ambito della procedura per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (che costituisce variante allo strumento urbanistico ai sensi art. 208, comma 6 D. Lgs 152/2006).

L’area si trova quindi ora compresa nella zona industriale (art. 27 delle NTA):

“Nelle zone classificate dal P.R.G. come industriali sono ammesse solo le costruzioni destinate ad uso industriale, portuale e simili (magazzini, opifici, laboratori, depositi) con assoluta esclusione di edifici ad uso di abitazione, eccetto quelli adibiti ad alloggio di custodi, guardiani, uffici direttivi e simili.

Nelle costruzioni di opifici, fabbricati industriali, ecc., si dovrà ottemperare alle norme sanitarie vigenti.

Gli edifici dovranno ritirarsi dal filo della strada (nella quale va compreso il marciapiede) una distanza minima di ml. 25 e dai confini del lotto non meno di ml. 10,00. Le recinzioni devono ritirarsi dal filo stradale almeno ml. 15. Le fasce di terreno tra il filo stradale e la recinzione, corrispondenti agli anzidetti distacchi, debbono essere vincolate a verde per una profondità minima di ml. 5 dal filo

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 14 stradale, con idonei varchi per autoveicoli e per tutto lo sviluppo del lottò fronteggiante la strada. La parte rimanente di dette fasce deve consentire la sosta e la manovra degli autoveicoli.”

Di seguito si riporta lo stralcio della Tavola F.33 del PRG, nella quale l’area di intervento era ancora inserita nell’area verde rurale. (ripresa aerofotografica del 1978).

Figura 6 - Estratto tavola F.33 [Fonte: Piano Regolatore Comunale 1978]

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 15 2.1.6. Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA)

Il Comune di Catania ha approvato il Piano di Classificazione Acustica del Territorio Comunale con Delibera del Consiglio Comunale n. 17 del 04 marzo 2013, Piano previsto dalla Legge 26/10/1995 n. 447 “Legge Quadro sull’inquinamento acustico”.

Ai sensi del D.P.C.M. 14/11/97 il territorio comunale viene suddiviso in sei classi omogenee in funzione dei caratteri insediativi del territorio:

• CLASSE I - aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.;

• CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali;

• CLASSE III - aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, | | con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e | | con assenza di attività industriali;

aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici;

• CLASSE IV - aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con | | alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie;

• CLASSE V - aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree monofunzionali a carattere prevalentemente industriale e con scarsità di abitazioni;

• CLASSE VI - aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

Alle sei classi sono associati differenti valori limite assoluti di immissione sonora, riferiti al rumore immesso nell’ambiente esterno dall’insieme di tutte le sorgenti presenti.

CLASSE

LIMITI DB(A)

DEFINIZIONE AREE DIURNO

(6.00 – 22.00)

NOTTURNO (22.00 – 6.00)

I 50 40 particolarmente protette

II 55 45 prevalentemente residenziale

III 60 50 di tipo misto

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 16 CLASSE

LIMITI DB(A)

DEFINIZIONE AREE DIURNO

(6.00 – 22.00)

NOTTURNO (22.00 – 6.00)

IV 65 55 di intensa attività umana

V 70 60 prevalentemente industriali

VI 70 70 esclusivamente industriali

Tabella 1 - Limiti di immissione per la classificazione delle aree (dB(A)) [Fonte: D.P.C.M. 14/11/97 – tabella C]

Di seguito si riporta la tavola di rettifica di una parte del Piano Comunale di Classificazione Acustica. La Tavola, inerente all’area di interesse, comprende anche i seguenti siti produttivi:

• impianto di discarica sito in località Grotte San Giorgio (sezione 1910);

• impianto di trattamento rifiuti e biostabilizzazione sito in località Coda Volpe (sezione 2547);

• cava (sezione 1910 e sezione 2548).

La zona è stata rettificata da classe II e III a classe VI (aree esclusivamente industriali), in quanto i valori limite delle classi di appartenenza (II e III) indicati nel PCCA sono incompatibili con i livelli di emissione sonora prodotti dall'attività lavorativa delle ditte.

La proposta di rettifica è stata presentata al Consiglio Comunale nella seduta n.55 del 16/10/2014 e approvata con votazione favorevole nella seduta n.68 del 28/11/2014.

Figura 7 - Estratto tavola di rettifica sezioni 1910 – 2547 – 2548 [Fonte: Piano Comunale di Classificazione Acustica]

(17)

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 17 Tenuto conto dell'estensione delle sezioni censuarie e considerato che la distanza minima dalle aree produttive al limite nord delle sezioni interessate è di circa 500 metri, si è ritenuto:

a nord, di far rientrare la fascia di rispetto di 100 metri, prevista al par. 4.5 dalle "Linee guida per la classificazione in zone acustiche del territorio dei comuni della Regione Siciliana", all'interno delle suddette sezioni censuarie.

• a sud, in cui queste sono confinanti con la sezione 2549, la fascia di rispetto di 100 metri è stata prevista all'esterno delle sezioni censuarie interessate.

Come indicato chiaramente dalla rettifica, l’area di impianto è quindi classificata come Classe VI – Aree esclusivamente industriali.

2.2. Pianificazione e programmazione settoriale 2.2.1. Piano Operativo Regionale (POR)

Il Piano Operativo Regionale - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014/2020 (POR FESR 2014/2020) è stato costruito sulla base di una analisi dei bisogni rilevanti, dei problemi e delle opportunità che caratterizzano la Regione Siciliana e con il coinvolgimento del territorio attraverso un percorso di consultazione pubblica, al fine di determinare la strategia regionale per contribuire a perseguire gli obiettivi della Politica di Coesione Europea e definire per ciascun Obiettivo Tematico la tipologia di operazioni finanziabili.

Gli Obiettivi Tematici e le Priorità di Investimento sono stati identificati sulla base dei Regolamenti n.

1301/2013 e n. 1303/2013 dell’Unione Europea e dell’Accordo di Partenariato per l’Italia 2014/2020. È previsto un finanziamento totale di 4.557.908.024 € (di cui 3.418.431.018 € di sostegno dell’Unione e 1.139.477.006 € di cofinanziamento pubblico nazionale).

A conclusione dell’iter amministrativo, il POR è stato approvato dalla Commissione Europea con Decisione n.5904 del 17 agosto 2015 e adottato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 267 del 10 novembre 2015.

Il Piano è articolato in 10 Assi prioritari di seguito riportati:

1) Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione;

2) Agenda Digitale;

3) Promuovere La Competitività delle Piccole e Medie Imprese, il Settore Agricolo e il Settore della Pesca e dell’Acquacoltura;

4) Energia Sostenibile e Qualità della Vita;

5) Cambiamento Climatico, Prevenzione e Gestione dei Rischi;

6) Tutelare l'Ambiente e Promuovere l'uso Efficiente delle Risorse;

7) Sistemi di Trasporto Sostenibili;

8) Inclusione Sociale;

9) Istruzione e Formazione;

10) Assistenza Tecnica.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 18 L’impianto si inserisce coerentemente con quanto indicato dall’Asse Prioritario numero 6 - Tutelare l'Ambiente e Promuovere l'uso Efficiente delle Risorse, di cui si riporta un estratto.

Priorità dell’investimento

Investire nel settore dei rifiuti per rispondere agli obblighi imposti dall'aquis dell'Unione in materia ambientale e soddisfare le esigenze, individuate dagli Stati membri, di investimenti che vadano oltre tali obblighi.

Analisi della situazione regionale

La Regione sconta un ritardo significativo nel raggiungimento dei target di RD dei rifiuti urbani (13,3%

a fronte di una media nazionale di 39,9%) con un eccessivo ricorso allo smaltimento in discarica (91%

a fronte di una media nazionale di 42%). La sotto-dotazione e/o l’inadeguatezza impiantistica e l’insufficiente coscienza ambientale della popolazione sono i fattori che concorrono alla determinazione di questo scenario. L’intervento, in complementarità con altri Programmi, sarà finalizzato al miglioramento della gestione dei rifiuti urbani secondo la gerarchia comunitaria dei rifiuti mediante la prevenzione della produzione di rifiuti, il compostaggio, il miglioramento dei sistemi di raccolta e gestione e la realizzazione di impianti di gestione dei rifiuti esclusivamente nei comprensori sprovvisti o non sufficientemente dotati sulla base delle indicazioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti.

Scopo e caratteristiche dell’intervento del programma

La Regione intende adottare un complesso di misure, infrastrutturali e non che, in linea con la gerarchia comunitaria dei rifiuti, mirino prioritariamente alla prevenzione della produzione dei rifiuti e a seguire alla migliore gestione dei RSU mediante riuso, riciclo e valorizzazione.

La Regione intende dotarsi delle infrastrutture necessarie al raggiungimento dei target previsti dalla Direttiva 2008/98/CE, attraverso l’istituzione di regimi di raccolta differenziata prioritariamente per la frazione organica, carta, metallo, plastica e vetro. L’intervento sarà orientato a prevenire il conferimento in discarica di rifiuti indifferenziati favorendo l’utilizzo e/o la trasformazione dei potenziali rifiuti in prodotti con vita economica utile residua. In particolare, per i beni durevoli. L’azione regionale sarà rivolta alla re-immissione in uso su circuiti alternativi ai canali commerciali tradizionali, per i beni deperibili non commercializzabili (prossimi alla scadenza ma ancora utilizzabili) si favorirà l’uso su canali non commerciali. Inoltre, al fine di ridurre il conferimento in discarica, sarà promosso il compostaggio domestico quale forma di valorizzazione dei materiali organici di scarto a livello di singoli nuclei familiari. Per tale attività le popolazioni “bersaglio” saranno quelle presenti in zone rurali o comunque in situazioni abitative disperse. La raccolta porta a porta sarà utilizzata prevalentemente nei centri abitati di maggiore dimensione e per le classi merceologiche più significative in termini di produzione, mentre per le realtà insediative di minore dimensione potrà farsi ricorso a punti di raccolta centralizzati fissi (CCR) e/o mobili.

Il coinvolgimento della cittadinanza potrà essere stimolato attraverso un riscontro economico per il materiale consegnato.

Cambiamento atteso

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 19 L’intervento consentirà un significativo miglioramento della capacità di raccolta e gestione dei rifiuti in aderenza alle priorità della gerarchia dei rifiuti; si concretizzerà, quindi, in un deciso miglioramento delle percentuali di raccolta differenziata delle principali frazioni merceologiche, e in modo complementare, nella riduzione della quantità dei rifiuti conferiti in discarica. A sua volta il miglioramento della capacità di gestione del ciclo integrato dei rifiuti determinerà un miglioramento dell’attrattività dei contesti urbani e della qualità della vita dei cittadini residenti.

Nella seguente tabella si elencano gli indicatori di risultato specifici del Programma di intervento sopra descritto.

Id Indicatore

Unità di misura

Categoria di regioni

Valore di base

Anno di riferimento

Valore obiettivo

(2023)

Fonte dei dati

Periodicità dell’informazione

6.1.

Raccolta differenziata

dei rifiuti urbani

% Regioni

meno

sviluppate 13,20 2012 65,00 ISPRA Annuale

6.2.

Raccolta differenziata

dei rifiuti urbani

Kg Regioni meno

sviluppate 404,30 2012 230,00 ISPRA Annuale

Tabella 2 – indicatori di risultato specifici del Programma – Asse prioritario 6 [Fonte: Piano Operativo Regionale FERS 2014-2020]

Tra le Azioni da sostenere finanziate nell’ambito della priorità di investimento indicate nel Asse numero 6, l’Azione numero 6.1.3 riguarda il “rafforzamento delle dotazioni impiantistiche per il trattamento e per il recupero ai fini della chiusura del ciclo di gestione, in base ai principi di autosufficienza, prossimità territoriale e minimizzazione degli impatti ambientali”.

L’azione mira a colmare il gap regionale in materia di dotazioni impiantistiche per il trattamento dei rifiuti, facendo riferimento al Piano Regionale dei Rifiuti:

“Il Piano Regionale dei Rifiuti avendo come obiettivo l'autosufficienza di ambito territoriale ed il raggiungimento prefissato di RD del 65% ha determinato le potenzialità degli impianti necessari a livello regionale ed ha previsto:

- la realizzazione di impianti di preselezione meccanica del rifiuto indifferenziato e di biostabilizzazione aerobica della frazione organica del rifiuto residuo non intercettato dalla raccolta differenziata;

- la realizzazione degli impianti di compostaggio della frazione organica intercettata con la raccolta differenziata per ogni provincia per la quale risulta un deficit impiantistico per la situazione di regime con raccolta differenziata al 65% (la potenzialità di trattamento autorizzata per n.14 impianti ad oggi è pari a 370.500 t/a a fronte di un fabbisogno di 754.522 t/a con RD del 65%

quasi del tutto colmabile con la realizzazione di n.13 nuovi impianti e l'ampliamento di n. 4 esistenti);

- impianti di trattamento del percolato.”

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 20 Di seguito si riporta un estratto della tabella 6.1.3.

AZIONE Rafforzare le dotazioni impiantistiche per il trattamento e per il recupero ai fini della chiusura del ciclo di gestione, in base ai principi di autosufficienza, prossimità territoriale e minimizzazione degli impatti ambientali.

CENTRO DI

RESPONSABILITÀ Dipartimento regionale della Acque e dei Rifiuti

CRITERI DI AMMISSIBILITÀ

SPECIFICI

- Coerenza con i piani di gestione regionale e a scala di ATO;

- Classificazione della tipologia dei rifiuti inclusa tra quelli urbani. Non si interviene sui rifiuti speciali;

- Rispetto delle aree di esclusione per la localizzazione degli impianti, in modo da non determinare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per la fauna e la flora, inconvenienti da rumori o odori, danneggiamenti sul paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alle normative vigenti.

CRITERI DI VALUTAZIONE

- Adeguatezza delle soluzioni impiantistiche proposte e del loro dimensionamento rispetto agli obiettivi di riciclaggio e riduzione del conferimento in discarica;

- Adeguatezza qualitativa della frazione avviata al riciclaggio come materia seconda;

- Tempistica di realizzazione;

- Cantierabilità: stato di avanzamento della progettualità degli interventi;

- Grado di rispondenza al principio del minimo costo (costruzione, gestione, post- gestione e decommissioning) in rapporto ai benefici attesi (stima del contributo diretto agli obiettivi di riciclaggio e/o recupero di altro tipo dell’impianto);

- Sostenibilità economica dell’esercizio dell’impianto nel quadro della gestione complessiva del ciclo dei rifiuti a livello di ATO;

- Adeguatezza, completezza ed affidabilità delle soluzioni organizzative previste rispetto agli obiettivi di efficienza ed efficacia della gestione;

- Livello di partecipazione, partenariato pubblico provato e presenza di accordi che includano consorzi di filiera;

- Ricorsi a tecnologie innovative.

Criteri premiati:

- Green Public Procurement

- Capacità di far fronte alle esigenze derivanti dai fermi periodici degli impianti limitrofi (principio di mutuo soccorso)

Tabella 3 – Azione numero 6.1.3 – Asse prioritario 6 [Fonte: Piano Operativo Regionale FERS 2014-2020]

2.2.2. Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEARS)

Con Deliberazione n.1 del 03 febbraio 2009 la Giunta della Regione Siciliana ha approvato il Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana (PEARS), con pubblicazione nella GURS n.13 del 27 marzo 2009.

Il PEARS ha natura energetico ambientale, con strategie e obiettivi orientati al fine di integrare la sostenibilità ambientale. L’orizzonte temporale previsto dal Piano si conclude con il 2012, termine col quale si sarebbero dovuti raggiungere i seguenti obiettivi:

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 21

• rafforzare le misure per l’efficienza energetica negli usi finali, con la riduzione drastica degli sprechi di energia, gli usi appropriati delle fonti e l’adozione di comportamenti gestionali indirizzati al risparmio energetico, fino a raggiungere l’obiettivo europeo del 20% per il 2020;

• incrementare notevolmente la produzione di energia da fonti rinnovabili (per i tre settori energia elettrica, calore, biocombustibili), realizzando l’obiettivo del 25% di produzione di energia elettrica previsto dal programma per il 2011;

• incrementare notevolmente le misure per l’efficienza energetica nell’uso finale, in accordo con l’obiettivo europeo del 20% per il 2020;

• fermare l’incremento di emissioni nel settore della produzione di energia elettrica, arrestando ogni aumento dell’uso del carbone come fonte primaria (ogni 1000 MWe nuovi a carbone corrispondono a circa + 5 Mt/anno di CO2eq, non compatibili con gli oblighi di Kyoto).

2.2.3. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente costituisce uno strumento organico di programmazione, coordinamento e controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente nel territorio della regione.

La valutazione della qualità dell’aria per il territorio regionale era stata fatta una prima volta in via provvisoria con il Decreto Assessoriale n.305/GAB del 19 dicembre 2005, con il quale la Regione Siciliana aveva già effettuato la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente ed una prima zonizzazione del territorio regionale. La Regione Siciliana con Decreto Assessoriale 97/GAB del 25/06/2012 ha modificato la zonizzazione regionale precedentemente in vigore, individuando cinque zone di riferimento, sulla base delle indicazioni fornite dall’Appendice I del D.Lgs. 155/2010, riportate nella cartografia di seguito:

• 1T1911 AGGLOMERATO DI PALERMO - Include il territorio dei Comune di Palermo e dei Comuni limitrofi, in continuità territoriale con Palermo

• 1T1912 AGGLOMERATO DI CATANIA - Include il territorio dei Comune di Catania e dei Comuni limitrofi, in continuità territoriale con Catania

• 1T1913 AGGLOMERATO DI MESSINA - Include il Comune di Messina

• 1T1914 AREE INDUSTRIALI - Include i Comuni sul cui territorio insistono le principali aree industriali ed i Comuni sul cui territorio la modellistica di dispersione degli inquinanti atmosferici individua una ricaduta delle emissioni delle stesse aree industriali

• 1T1915 ALTRO - Include l’area del territorio regionale non incluso nelle zone precedenti L’area di intervento è situata nell’agglomerato della Città Metropolitana di Catania - IT1912.

Per quanto riguarda la rete di rilevamento della qualità dell’aria, il Programma di Valutazione (PDV), redatto ai sensi dell’art.5, comma 6, del D.Lgs. del 13 agosto 2010, n.155, relativo al Progetto di Razionalizzazione del Monitoraggio della Qualità dell’Aria in Sicilia, riporta il Sistema di Rilevamento Regionale della Qualità dell’Aria della Regione Sicilia, indicando le stazioni di rilevamento in tutto il territorio regionale.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 22 Dall’estratto della cartografia relativa al territorio regionale si vede come nessuna delle stazioni fisse sia adiacente l’area di intervento, ma siano difatti tutte localizzate nella parte nord della Città Metropolitana di Catania.

2.2.4. Piano regionale gestione rifiuti

La tematica dei rifiuti nella regione Siciliana è caratterizzata da una gestione in regime di emergenza tutt’ora non risolta.

Questa situazione ha indotto il Governo nazionale a dichiarare per la prima volta, con decreto del 22 gennaio 1999, "lo stato d’emergenza nella regione siciliana in ordine alla situazione di crisi socio economica-ambientale determinatasi nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani” inizialmente fino al 30 giugno 2000.

Con l'ordinanza n.2983 del 31 maggio 1999 il Ministro dell’Interno emana "immediati interventi per fronteggiare la situazione d’emergenza determinatasi nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani nella regione siciliana", tenendo in considerazione che il superamento dell’emergenza avrebbe potuto essere perseguito attraverso le seguenti azioni:

• sviluppo delle azioni di contenimento dei rifiuti;

• attuazione della raccolta differenziata;

• selezione e recupero energetico.

Al fine di risolvere questa inefficiente gestione, la Regione ha prodotto negli anni una serie di documenti programmatici, destinati a guidare e indirizzare le azioni degli amministratori da una situazione in regime di emergenza a una gestione di tipo ordinario.

In primis la Regione ha approvato con D.P.R.S. n.150 del 25 luglio 2000 il Documento delle Priorità e degli Interventi per l’Emergenza Rifiuti (PIER), con lo scopo di risolvere le questioni più urgenti e determinare gli interventi prioritari.

Successivamente, è stato definito anche il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, che tiene conto delle specificità dei vari Ambiti Territoriali Ottimali e dei diversi strumenti normativi succedutisi negli anni. Il Piano è stato adottato in una prima versione nel 2002 e approvato, in seguito a modifiche a aggiornamenti, dalla Giunta Regionale con deliberazione n.2 del 18 febbraio 2016.

A livello provinciale, la Città Metropolitana di Catania ha provveduto alla definizione del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, la cui Revisione è stata approvata con deliberazione del Commissario Straordinario del 08 aprile 2015, n.42.

In merito alla condizione di emergenza in cui versa da anni la Regione Siciliana, è importante puntualizzare che non si sono mai vissute emergenze di tipo strutturali, tanto che lo smaltimento dei rifiuti urbani è stato sempre assicurato da una significativa abbondanza sul territorio regionale di discariche sia private che pubbliche.

La vera emergenza di cui ha sofferto la gestione dei rifiuti in Sicilia, che si perpetua in maniera assolutamente palese e manifesta a far data dal 2000 ad oggi, e sempre con maggiore gravità, resta l’emergenza economica dei Comuni che non riescono più a coprire gli elevatissimi costi di gestione, generati sia dall’assunzione di un

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 23 numero ingente di dipendenti nel settore, che dalla quasi totale assenza di infrastrutture a servizio della gestione, eccezion fatta che per le discariche di cui sopra.

Con una serie di ordinanze la Regione Sicilia ha nuovamente prolungato il ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti, nelle more dell’attuazione dei Piano stralcio attuativo per il rientro in ordinario della gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

Tale decisione è stata presa al fine di evitare l’insorgere di emergenze igienico-sanitarie, di ordine pubblico e sociale e, soprattutto, al fine di consentire l'immediata attuazione dell’implementazione impiantisca regionale nonché dei modello di gestione integrata dei rifiuti di cui alla L.R. n. 9/2010.

Di seguito un estratto dell’Articolo 2 dell’Ordinanza n.5/Rif del 7 giugno 2016 - ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti nel territorio della regione siciliana nelle more del rientro in ordinario della gestione del ciclo dei rifiuti. - reitera ex art.191 comma 4 del d.lgs.152/2006 dell’ordinanza presidente della regione siciliana n. 1/rif del 14 gennaio 2016 e 3/rif

n. 4/rif del 31 maggio 2016 con modifiche ed integrazioni discendenti dalle prescrizioni in sede di intesa con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell'art. 191, comma 4 del d.lgs. n.

152/2006.

Articolo 2- Attività straordinaria per programmazione operativa in materia di rifiuti

1. Il Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti dovrà provvedere, inderogabilmente entro 7 giorni lavorativi dalla entrata in vigore della presente ordinanza, a porre in essere le seguenti azioni:

a. Predisporre un piano di azione che fornisca un quadro esaustivo delle infrastrutture dedicate alla gestione dei rifiuti urbani indifferenziati e differenziati presenti sul territorio regionale finalizzato alla piena ed effettiva utilizzazione delle stesse;

b. Predisporre un piano di azione che individui, in caso di accordi o gare per il trasferimento dei rifiuti fuori Regione, apposite aree qualificate come stazioni di trasferenza, nelle quali i rifiuti potranno essere temporaneamente conferiti prima del loro recupero o smaltimento previo idoneo trattamento in impianti fuori regione. Tali stazioni di trasferenza dovranno essere autorizzate come operazioni sia di recupero R13 sia di smaltimento D15;

c. Predisporre un cronoprogramma dettagliato, volto a garantire la realizzazione degli impianti necessari nel rispetto dei principi di prossimità e di autosufficienza e di sostenibilità ambientale, con indicazione delle risorse economiche necessarie per tale attuazione. Tale cronoprogramma dovrà tenere conto anche dello schema di DPCM che sarà adottato ai sensi dell'articolo 35 comma l, del decreto-legge n. 133 del 2014 e che prevede un fabbisogno di incenerimento di circa 700.000 tonnellate l’anno;

d. elaborare un piatto operativo comprensivo di cronoprogramma (GANTT) con indicazione delle azioni e degli obiettivi intermedi di raccolta differenziata e conseguente riduzione dei Rifiuti Urbani Residui, anche in ordine ai contenuti degli elaborati di cui ai precedenti punti a) e b), con proiezione dei tempi e delle attività necessarie a determinare l'effettiva

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 24 riduzione del gap infrastrutturale e del conferimento in discarica dei rifiuti in accordo alla gerarchia di priorità nella gestione dei rifiuti di cui all'art. 179 del D.Lgs 152/2006.

Con le nuove ordinanze si ribadisce inoltre che:

- è obiettivo primario dell'Amministrazione regionale perseguire il raggiungimento dello sviluppo della raccolta differenziata in accordo con la normativa nazionale, al fine di assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e della tutela igienico-sanitaria;

- il regime di straordinarietà della gestione dei rifiuti a livello regionale non riguarda solamente il sistema di raccolta, trasporto e spazzamento dei rifiuti ma riguarda anche l'impiantistica regionale, in cui si continua a verificare una situazione di deficit più volte manifestata anche a livello nazionale;

Con l’ultima ordinanza n.10/Rif del 29 settembre 2017, - ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti nel territorio della Regione Siciliana per pervenire al definitivo avvio operativo delle Società per la Regolamentazione dei Rifiuti e alla piena attuazione della Legge Regionale 8 aprile 2010 n.9 ed evitare vuoti gestionali. Modifiche dei termini di cui alla Ordinanza n.9/Rif del 15 settembre 2017, la Regione Sicilia ha nuovamente prolungato il ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti per il periodo dal 15 settembre 2017 sino al 30 novembre 2017.

Per completezza, infine, si riporta di seguito un riepilogo cronologico della pianificazione di settore, sia a livello regionale che provinciale.

2.2.4.1. Documento delle priorità e degli interventi per l’emergenza rifiuti (PIER)

Il Documento delle Priorità e degli Interventi per l’Emergenza Rifiuti (PIER), approvato con D.P.R.S. n.150 del 25 luglio 2000, trae origine dall’ordinanza n. 2983 al fine di dar luogo agli interventi in materia di raccolta differenziata, riciclo, valorizzazione, recupero dei rifiuti urbani, produzione di compost di qualità e di combustibile derivato dai rifiuti. Tra gli obiettivi che il Documento si pone vi è quello della determinazione del fabbisogno impiantistico di ciascuna provincia, considerando che i pochi impianti presenti alla stesura del PIER erano tecnologicamente inadeguati.

Il PIER è stato redatto da un Comitato Tecnico Scientifico traendo spunto dalla pianificazione precedente, nonché dalle indicazioni fornite dai Prefetti e dalle Provincie regionali e dalle forze sociali e dalle associazioni ambientaliste.

Nel Documento vengono indicati gli interventi prioritari propedeutici a superare il periodo transitorio dell’emergenza, la cui durata era inizialmente prevista in ventiquattro mesi, fino al 30 giugno 2000, tra cui:

• contenimento della produzione dei rifiuti;

• separazione dei flussi (differenziato, frazione residuale, inerti, ecc.)

• avvio del sistema della raccolta differenziata;

• razionalizzazione del sistema complessivo degli impianti tecnologici per la gestione della frazione residuale;

• recupero energetico con razionalizzazione del sistema degli impianti di termovalorizzazione;

• minimizzazione del volume e del numero di discariche con utilizzo delle stesse nei limiti strettamente necessari a superare la fase transitoria.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 25 Al Capitolo 6 “Criteri per la gestione della frazione residuale”, il PIER prevede che ciascuna provincia si doti dei seguenti impianti tecnologici:

- punti di raccolta e mezzi di trasporto;

- stazioni di trasferenza;

- impianto di produzione di CDR;

- una o più discariche controllate.

Il documento riporta inoltre, suddivisi per ciascuna provincia, i dati inerenti i

- fabbisogni impiantistici a livello provinciale per la produzione e la valorizzazione del CDR;

- valori della raccolta differenziata in Sicilia;

- fabbisogni finanziari dell’impiantistica nella Regione Siciliana;

- fabbisogni d’abbancamento in discarica nella fase emergenziale;

- fabbisogni d’abbancamento in discarica in regime.

che non vengono però riportati nella presente relazione in quanto particolarmente datati e di conseguenza privi di interesse.

2.2.4.2. Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR)

Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR), adottato con Ordinanza Commissariale n. 1166 del 18 dicembre 2002, con lo scopo di porre rimedio alla grave situazione del settore dello smaltimento rifiuti urbani, ha sostituito il primo Piano Regionale di Smaltimento dei Rifiuti, basato principalmente sullo smaltimento in discarica e approvato con Decreto Presidenziale n.35 del 06 marzo 1989.

Il Piano poneva come obiettivi la raccolta differenziata (15% entro il 31/12/2003 e 25% entro il 31/12/2005) e la realizzazione di impianti adeguati.

Veniva inoltre stabilito che il Commissario Delegato potesse stipulare convenzioni con operatori industriali (a partire dal 31 marzo 2007 e per una durata massimo ventennale) per la valorizzazione della frazione residua del rifiuto urbano a valle del processo di raccolta differenziata attraverso impianti di termovalorizzazione con recupero energetico.

Analoga metodologia veniva inoltre stabilita per il trattamento dell’eventuale frazione residua, da smaltirsi in impianti di termovalorizzazione a partire dal 31/12/2005, affidati con le stesse modalità ad operatori industriali.

Il PRGR, aggiornato e modificato nel 2012, è stato adottato dal Commissario delegato per il superamento dell’emergenza e approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con decreto prot. n. GAB-DEC-2012-0000125 dell’11 luglio 2012.

È bene ricordare che il PRGR riguarda unicamente la gestione dei rifiuti solidi urbani: con nota prot.

n.149631R1N del 19 novembre 2015, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha chiaramente richiesto di tenere distinti il Piano per la gestione dei rifiuti urbani che “esiste già, approvato con decreto dei Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare l’11 luglio 2012 ... (e che) ha anche superato la procedura di VAS” ed il Piano di gestione dei Rifiuti Speciali, per la cui adozione “è necessaria preliminarmente una procedura di VAS apposita”.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 26 Il PRGR del 2012 è stato successivamente adeguato alle prescrizioni previste dal parere della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale - VIA e VAS (CTVIA) del MATTM del 17 ottobre 2014, n.1625, definite in sede di VAS dal D.M. n.100 deI 28 maggio 2015 del MATTM.

Il piano è stato infine approvato con Deliberazione n.2 del 18 gennaio 2016 dalla Giunta Regionale.

Ferma restando la validità del Piano del 2012 quindi, l’Adeguamento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, in applicazione delle condizioni e prescrizioni previste dal parere della CTVIA del MATTM del 17 ottobre 2014, rivede la valutazione dei fabbisogni regionali complessivi delle infrastrutture anche a regime, in quanto precedentemente dimensionati in ragione di flussi ipotetici non congruenti all’effettiva consistenza.

Come sottolineato nell’Adeguamento infatti, “l’indiscutibile stato di precarietà della gestione dei rifiuti in Sicilia, è frutto anche del mancato dimensionamento nel precedente Piano del 2012, sia di attendibili e peculiari bilanci di massa, sia dell’evoluzione dinamica delle masse dei flussi dei rifiuti che si ingenerano al crescere della raccolta differenziata. Parametri assolutamente indispensabili al fine di una corretta determinazione della potenzialità e del fabbisogno effettivo delle infrastrutture, oltreché in ordine al dimensionamento e fabbisogno di mezzi, maestranze ed attrezzature per lo svolgimento delle raccolte dei rifiuti.”

La parte più consistente dell’Adeguamento del PRGR del 2016 riguarda la nuova determinazione del fabbisogno impiantistico per singolo ATO, in particolare

- Capitolo 9 – LA DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO IMPIANTISTICO PER SINGOLO ATO, IN DIPENDENZA DELLO “STUDIO DEI FLUSSI” E DELLO S.G.I.R. PROPOSTO.

- Capitolo 10 - LE INFRASTRUTTURE A SERVIZIO DELLA GESTIONE INTEGRATA: IN ESERCIZIO, IN FASE DI REALIZZAZIONE, PROGRAMMATE A BREVE E MEDIO TERMINE, E DA PROGRAMMARE.

Per quanto riguarda il precedente Piano Regionale di Gestione Rifiuti del 2012, il Capitolo 2 riportava già informazioni inerenti la situazione impiantistica all’interno del territorio regionale, suddivise per tipologia di impianto e provincia.

Di seguito si riporta la Tabella 43 del suddetto capitolo, in cui si elencano i dati relativi agli impianti di pretrattamento attivi presenti sul territorio della Regione Sicilia.

COMUNE LOCALITÀ PRETRATTAMENTO

Monte

S.Anastasia Tiriti

Impianto di pretrattamento/selezione per rifiuti non pericolosi autorizzato con DRS n.661 del 10.07/2008, realizzato e collaudato in via definitiva il 02.07.2010, dal quale si generano i seguenti flussi di:

- sovvallo secco destinato allo smaltimento in discarica per rifiuti non pericolosi;

- frazione destinata al recupero costituita da materiali ferrosi;

- frazione destinata al recupero costituita da materiali non ferrosi;

- frazione organica biodegradabile.

Il suddetto impianto è costituito da due linee di selezione indipendenti ed identiche ed e in grado di trattare fino a 1.500 t/g di rifiuto indifferenziato.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 27

COMUNE LOCALITÀ PRETRATTAMENTO

Catania Grotte S.Giorgio

Nel complesso a regime, la piattaforma polifunzionale sarà costituita da un impianto di selezione, un’unità termica di gassificazione e da un impianto di biostabilizzazione.

L’impianto fisso di selezione, articolato in 3 linee indipendenti di potenzialità pari a 50 t/ora/linea è stato autorizzato con Decreto n.248 del 06.03.2009 e risulta realizzato e regolarmente collaudato. L’impianto è autorizzato per una potenzialità massima di 800.000 t/anno.

Con il medesimo decreto AIA è stata autorizzata la realizzazione di un impianto di gassificazione della frazione organica di rifiuti urbani provenienti dall’impianto di preselezione e che non risulta ancora realizzato.

L’impianto di biostabilizzazione della frazione organica, proveniente dall’impianto fisso di preselezione, autorizzato con Decreto AIA n.1004 deli 01.10.2009, risulta realizzato e regolarmente collaudato. Tale impianto è autorizzato per una potenzialità massima di 200.000 t/anno.

Allo stato attuale i flussi previsti sono i seguenti:

- sopravaglio conseguente al pretrattamento, al netto delle frazioni recuperate (plastica, vetro e metalli), destinato alla discarica di Grotte S. Giorgio Ovest;

- sottovaglio, destinato all’impianto di biostabilizzazione con successiva conferimento alla discarica Grotte S. Giorgio Ovest.

Con Decreto AIA n. 901 del 02.12.2011 è stata autorizzata una linea di trattamento dedicata per la produzione di compost di qualità.

Palermo Bellolampo Inertizzazione della frazione organica (UNIECO) con capacità di trattamento pari a 450 t/giorno.

Tabella 4 - Impianti di pretrattamento del rifiuto indifferenziato.

[Fonte: Piano Regionale Gestione Rifiuti 2012]

Il 9 aprile 2021 è stato adottato il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU), decreto del Presidente della Regione n.8.

Il Piano è composto da:

- Rapporto ambientale;

- Dichiarazione di sintesi;

- Allegato 1 – Linee guida;

- Allegato 2 – Programma di prevenzione e monitoraggio;

- Allegato 3 – Programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili da conferire in discarica.

Nel Piano si riportano i seguenti obiettivi, principalmente descritti nell’allegato 3:

1. La prevenzione ed il riutilizzo dei rifiuti;

2. Il recupero ed il riciclaggio dei rifiuti;

3. Il trattamento dei rifiuti, in modo ecologicamente corretto;

4. Lo smaltimento come ipotesi residuale;

5. l’evitare di produrre rifiuti rinvenienti dai processi produttivi e consumeristici, “a monte” come “a valle”

(ma anche nella fase intermedia).

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 28 Figura 5 - Scala gerarchica dei principi in materia di gestione dei rifiuti

In particolare, si evidenzia che, relativamente alla gestione dei rifiuti biodegradabili assume un ruolo importante la Direttiva 1999/31/CE, che disciplina la messa in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili, imponendo, al riguardo, specifici limiti quantitativi. Questi costituiscono il riferimento necessario per l’elaborazione delle misure intese a realizzare gli obiettivi stessi mediante riciclaggio, il compostaggio, la produzione di biogas o il recupero di materia/energia.

Il Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”, dispone che ciascuna Regione elabori ed approvi un apposito programma per la riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica ad integrazione del piano regionale di gestione dei rifiuti. L’art.

5 del D.lgs. 36/2003, così come sostituito dall’art. 47 della Legge 28 dicembre 2015 n. 221 “Disposizioni in materi ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, fissa i seguenti obiettivi:

• Entro il dicembre 2020 i rifiuti urbani biodegradabili collocati in discarica devono essere inferiori a 173 kg/anno per abitante;

• Entro il dicembre 2023 i rifiuti urbani biodegradabili collocati in discarica devono essere inferiori a 115 kg/anno per abitante;

• Entro il dicembre 2030 i rifiuti urbani biodegradabili collocati in discarica devono essere inferiori a 81 kg/anno per abitante.

I più recenti interventi in sede europea in materia di rifiuti, come contenuti nelle quattro direttive parte del pacchetto sull’economia circolare (Direttiva n. 849/2018, n. 850/2018, n. 851/2018 e n. 852/2018), interessano anche la gestione dei rifiuti urbani e, nel dettaglio, stabiliscono i seguenti obiettivi di raccolta differenziata a livello nazionale:

➢ 55% entro il 2025;

➢ 60% entro il 2030;

➢ 65% entro il 2035.

Inoltre, si dispone che gli stati membri provvedano entro il 2022 alla raccolta separata di rifiuti domestici pericolosi, entro il 2023 dei rifiuti organici ed entro il 2025 dei rifiuti tessili, ampliando, quindi, la tipologia di rifiuto già sottoposto ad obbligo di raccolta differenziata (carta e cartone, vetro, metalli, plastica).

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Sintesi Non Tecnica

pag. 29 Infine, di rilevanza per la pianificazione di lungo termine della gestione dei rifiuti urbani biodegradabili, figura l’obiettivo di conferimento in discarica al massimo del 10% del totale dei rifiuti entro il 2035. Le indicazioni contenute nel pacchetto dell’economia circolare, quindi, avranno impatto anche sulla gestione dei Rifiuti Urbani Biodegradabili (RUB) conferiti in discarica.

Nell’immagine di seguito, sono riassunti gli obiettivi di raccolta differenziata a livello nazionali rapportati agli obiettivi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani.

Figura 6 - Obiettivi di raccolta differenziata ed obiettivi di PRGRU

Secondo il presente Piano i rifiuti considerati RUB si possono riepilogare come da seguente immagine:

Figura 7 - Codici CER dei rifiuti urbani biodegradabili

Tra quelli elencati, i rifiuti autorizzati nell’impianto in oggetto sono quelli evidenziati, anche se, come si vedrà nel quadro progettuale, nel corso del triennio preso in considerazione (2018-2020) non sono state conferite tali tipologie di CER.

Il Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani i rifiuti conferiti in discarica derivano da:

RUBDISC = RUBTOT – RUBRD – RUBCOMB – RUBTRATT

Ed assunto convenzionalmente che la percentuale di RUB presenti nei rifiuti urbani totali è pari al 65%

RUBTOT = RT x 65%

Dove RT sono i rifiuti urbani totali, dati dalla somma dei rifiuti urbani raccolti in forma indifferenziata (RI) e di quelli raccolti in forma differenziata (RD).

I RUB intercettati dalla RD ed avviati a recupero, devono essere determinati al netto degli scarti:

RUBRD = (RUBCOMP – SCCOMP) + (RUBALTRI – SCALTRI) dove:

Riferimenti

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