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STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

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Academic year: 2022

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Sicula Trasporti S.p.A.

Contrada Coda Volpe 95121 - Catania (CT)

Verifica di assoggettabilità a VIA

(art. 19 D.Lgs 152/2006 e s.m.i.)

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO

00 21/09/2021 Prima emissione I. Mosti A. Conte F. Seni

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 2 INDICE

1. PREMESSA ... 5

1.1. Identificazione della società ... 7

2. QUADRO PROGRAMMATICO ... 8

2.1. Inquadramento territoriale e conformità del progetto con gli strumenti urbanistici, piani e programma ... 8

2.1.1. Inquadramento generale del sito ... 8

2.1.2. Piano Urbanistico Territoriale Regionale (PTUR) ... 9

2.1.3. Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) ... 12

2.1.4. Piano Territoriale Provinciale (PTP) ... 15

2.1.5. Piano Regolatore Comunale (PRG) ... 21

2.1.6. Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA) ... 23

2.2. Pianificazione e programmazione settoriale ... 26

2.2.1. Piano Operativo Regionale (POR) ... 26

2.2.2. Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEARS) ... 30

2.2.3. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente ... 31

2.2.4. Piano regionale gestione rifiuti ... 34

2.2.4.1. Documento delle priorità e degli interventi per l’emergenza rifiuti (PIER) 37 2.2.4.2. Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) ... 38

2.2.5. Piano provinciale dei rifiuti ... 44

2.2.6. Piano regionale delle bonifiche ... 47

2.2.7. Piano per l’assetto idrogeologico (PAI) ... 48

2.2.8. Piano di gestione del rischio alluvioni (PRGA)... 54

2.2.9. Piano di tutela delle acque (PTA) ... 57

2.2.9.1. Piano di gestione ... 62

2.2.10. Piano dei trasporti e della mobilità (PRTM) ... 65

2.2.11. Piano della mobilità provinciale ... 66

2.2.12. Piano urbano del traffico (PUT) ... 70

3. QUADRO PROGETTUALE ... 73

3.1. Descrizione dello stato autorizzato ... 73

3.2. Fattori di impatto stato autorizzato ... 78

3.2.1. Rifiuti conferiti presso l’impianto ... 80

3.2.2. Consumo risorse idriche ... 80

3.2.1. Consumo energia ... 80

3.2.2. Emissioni in atmosfera... 81

3.2.3. Emissioni in acqua ... 84

3.2.4. Rifiuti prodotti ... 85

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 3

3.2.1. Rumore ... 85

3.2.1. Acque di falda ... 86

3.3. Descrizione delle modifiche in progetto ... 90

3.4. Fattori di impatto della modifica proposta ... 95

3.4.1. Rifiuti conferiti presso l’impianto ... 95

3.4.2. Consumo risorse idriche ... 95

3.4.1. Consumo energia ... 95

3.4.2. Emissioni in atmosfera... 96

3.4.3. Rifiuti prodotti ... 97

3.4.4. Rumore ... 97

3.4.1. Acque di falda ... 97

3.5. Analisi delle alternative ... 97

4. QUADRO AMBIENTALE... 98

4.1. Analisi della qualità ambientale attuale ... 98

4.1.1. Aria ... 98

4.1.1. Acqua ... 101

4.1.1.1. Sistema della rete di monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici e relativa classificazione ... 104

4.1.1.2. Monitoraggi del gestore - acque sotterranee ... 111

4.1.2. Suolo e sottosuolo ... 112

4.1.2.1. Inquadramento geologico ... 112

4.1.2.2. Inquadramento Geomorfologico ... 117

4.1.2.3. Inquadramento idrogeologico ... 120

4.1.3. Flora, fauna ed ecosistemi ... 122

4.1.4. Paesaggio ... 123

4.1.4.1. Sistema naturale ... 124

4.1.4.2. Sistema antropico ... 125

4.1.5. Energia ... 127

4.1.6. Rifiuti ... 130

4.1.7. Clima acustico ... 135

4.1.8. Contesto socio-economico ... 136

4.1.8.1. Agricoltura ... 136

4.1.8.2. Poli economici, Commercio ed Industria ... 137

4.1.8.3. Turismo ... 138

4.1.8.4. Aspetti demografici ... 139

4.1.8.5. La rete viaria ... 140

4.2. Analisi degli impatti ... 142

4.2.1. Impatto sull’atmosfera e qualità dell’aria ... 144

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 4

4.2.2. Impatto sull’ambiente idrico ... 145

4.2.3. Impatto sulla componente suolo e sottosuolo ... 146

4.2.4. Impatto sulla componente flora, fauna ed ecosistemi ... 146

4.2.5. Impatto sul clima acustico ... 147

4.2.6. Impatto sulla componente rifiuti ... 147

4.2.7. Impatto sulla componente paesaggio ... 148

4.2.8. Impatto socio-economico ... 148

4.2.9. Sintesi delle problematiche e valutazione di compatibilità ... 149

5. MONITORAGGIO ... 150

6. MISURE DI MITIGAZIONE ... 150

7. CONCLUSIONI ... 151

Il presente documento è stato sviluppato da ambiente s.p.a. in base alle informazioni disponibili fornite dalla Committenza.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 5 1. PREMESSA

La società Sicula Trasporti S.p.A. è in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale per “l’impianto di biostabilizzazione della frazione umida di rifiuti urbani non pericolosi derivanti da attività di separazione della frazione secca”, rilasciata dalla Regione Siciliana con Decreto Dirigenziale n.1004 del 01/10/2009, prot. N.74038 del 05/10/2009, e successive modifiche.

L’attività IPPC è individuata nell’allegato VIII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. al seguente punto:

5.3.a) Lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 50 Mg al giorno, che comporta il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell'Allegato 5 alla Parte Terza: 1) trattamento biologico” per le operazioni di smaltimento D8.

Essendo l’azienda dotata di un sistema di gestione ambientale, certificato ai sensi della norma UNI EN ISO 14001, la durata dell’autorizzazione AIA risulta pari a 12 anni.

In merito, si precisa che l’originario termine di validità dell’Autorizzazione Integrata Ambientale in questione è stato prorogato ope legis ed è ad oggi in essere: in particolare, il D.Lgs n. 46/2014 ha modificato la disciplina relativa alla durata del provvedimento di A.I.A. (di cui all’art. 29octies

“Rinnovo e riesame” del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii.) non contemplando più l’istituto del rinnovo periodico e prorogando le scadenze di legge delle autorizzazioni integrate ambientali (A.I.A.) in vigore alla data dell’11 aprile 2014, raddoppiando di fatto la loro durata e avvertendo della necessità del rinnovo delle eventuali fidejussioni prestate quale condizione dell’efficacia dell’A.I.A.

Tale aspetto è stato successivamente chiarito nelle “Linee di indirizzo sulle modalità applicative della disciplina in materia di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, recata dal Titolo III-bis alla parte II del D. Lgs. 3 aprile 2006, n, 152, alla luce delle modifiche introdotte dal D. Lgs. 4 marzo 2014, n. 46” (prot. n. 0022295-GAB del 27 ottobre 2014) emanate dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Quanto sopra esposto è stato riconfermato dalla Circolare prot. 33428 del 19/05/2016 della Regione Siciliana che afferma “per quanto attenesse le autorizzazioni in essere, vigenti alla data dell’11 aprile 2014, data di entrata in vigore del D. Lgs. 46/2014, le stesse, al momento della loro scadenza, avrebbero mantenuta la loro validità ed efficacia per un periodo transitorio pari ad anni 10, 12 o 16, a partire dal rilascio dell’autorizzazione originaria, in funzione della presenza, o meno, di implementazioni di sistemi di gestione ambientale (ISO 14001 – EMAS)”.

Alla luce di quanto detto sopra, la validità del provvedimento di autorizzazione oggetto della presente, è prorogata fino al 01/10/2021.

L’azienda quindi, in fase di redazione della documentazione a supporto del Riesame di AIA per scadenza naturale dell’atto autorizzativo, ha valutato anche il proprio impianto in relazione alle Migliori Tecniche Disponibili (BAT) per gli impianti di trattamento dei rifiuti.

Con la decisione della Commissione Europea del 10 agosto 2018, n. 2018/1147/UE, sono infatti state emanate le BAT Conclusion per gli impianti di trattamento rifiuti.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 6 Come indicato nella normativa vigente, ai sensi dell’art. 29-octies comma 3a) “il riesame con valenza, anche in termini tariffari, di rinnovo dell'autorizzazione è disposto sull'installazione nel suo complesso entro quattro anni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT riferite all'attività principale di un'installazione”.

Per tale motivo, Sicula Trasporti ha sviluppato un progetto per l’adeguamento dell’impianto alle BATc di settore al fine di permettere il corretto convogliamento ed invio a sistema di trattamento dell’aria insistente i cumuli di biomaturazione.

L’impianto di Sicula Trasporti è di per sé ricompreso tra le attività di cui all’allegato IV alla Parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., alla lettera:

7.r) impianti di smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi, mediante operazioni di incenerimento o di trattamento, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettere D2 e da D8 a D11, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).

Per tale motivo, qualsiasi modifica si intenda introdurre all’interno dell’impianto deve quindi essere analizzata in relazione a quanto disposto dall’allegato IV alla Parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., alla lettera:

8.t) modifiche o estensioni di progetti di cui all'allegato III o all'allegato IV già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che possono avere notevoli ripercussioni negative sull'ambiente (modifica o estensione non incluso nell'allegato III).

Il presente documento costituisce lo Studio Preliminare Ambientale redatto a supporto dell’istanza di Verifica di assoggettabilità a VIA, redatto ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.

All’interno di questo documento verranno illustrate le caratteristiche delle modifiche in progetto, le caratteristiche dell’ambiente in cui il progetto si inserisce e verranno analizzati i potenziali impatti ambientali (positivi/negativi) legati al suo sviluppo.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 7 1.1. Identificazione della società

Ragione Sociale Sicula Trasporti S.p.A.

Indirizzo Sede Legale Via A. Longo, 34 – Catania (CT)

Denominazione Unità Produttiva Impianto di trattamento meccanico per rifiuti solidi urbani - Contrada Coda Volpe

Indirizzo Unità Produttiva Contrada Coda Volpe, Catania (CT) Tipo di attività svolta e/o produzione

specifica

Impianto di biostabilizzazione della frazione umida di rifiuti urbani non pericolosi derivanti da attività di separazione della frazione secca

Codice IPPC

IPPC 5.3.a)

smaltimento dei rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 50 Mg al giorno, che comporta il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell'Allegato 5 alla Parte Terza: 1) trattamento biologico

Attività VIA

ALLEGATO IV - Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

7.r) impianti di smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi, mediante operazioni di incenerimento o di trattamento, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettere D2 e da D8 a D11, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).

Rappresentante legale Salvatore Virgillito

Referente impianto Giovanni D’Agostino

Referente ambientale Giovanni D’Agostino

Referente IPPC Marco Morabito

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 8 2. QUADRO PROGRAMMATICO

Il presente capitolo è finalizzato alla verifica di conformità dello stabilimento alla normativa in materia ambientale e paesaggistica, nonché agli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale e urbanistica.

2.1. Inquadramento territoriale e conformità del progetto con gli strumenti urbanistici, piani e programma

2.1.1. Inquadramento generale del sito

Lo stabilimento oggetto del presente documento è ubicato nella Contrada Codavolpe, nel comune di Catania, in Zona Industriale, a circa 20 km a Sud dal conglomerato urbano.

L’accesso all’area avviene tramite un ingresso appositamente progettato e realizzato sulla SB1 Coda Volpe, che a sua volta si innesta con la SS 114 e la SS 194, e che conduce direttamente all’impianto attraverso una strada interna a due carreggiate di percorrenza.

Figura 1 - Aerofotogramma dell’area (fonte: Google Earth)

Dal punto di vista catastale, lo stabilimento rientra all’interno della particella 585 del foglio 62 del N.C.T. del comune di Catania.

SICULA TRASPORTI impianto di biostabilizzazione

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 9 2.1.2. Piano Urbanistico Territoriale Regionale (PTUR)

Il Piano Territoriale Urbanistico Regionale (PTUR) prende spunto dal Rapporto dal Territorio, documento del Giugno 2003 che riporta il quadro dei processi di governo del territorio a tutti i livelli gerarchici.

Il Rapporto puntualizza la situazione della pianificazione nell’isola, costruendo il quadro della normativa in materia urbanistica e descrivendo il ruolo dei comuni, l’istituzione delle province, regionali, lo stato di realizzazione dei piani provinciali e il grado di definizione delle Aree Metropolitane.

Il Rapporto inoltre riferisce la situazione relativa alla pianificazione definita speciale quale quella relativa alle ASI (Aree di Sviluppo Industriale) e i Nuclei di Industrializzazione (NI), per cui è prevista la redazione di appositi piani regolatori di durata decennale. Dal Rapporto emerge una inadeguata programmazione che ha portato alla previsione di un numero di aree esagerato rispetto alle effettive esigenze.

Successivamente al Rapporto dal Territorio, nel 2005 si ha una seconda forte spinta per la definizione del Piano Territoriale Urbanistico Regionale (PTUR), grazie ad un primo disegno di legge inerente le Norme per il governo del territorio, modificato successivamente nel 2009. Il disegno di legge stabilisce i principi fondamentali in materia di governo del territorio nel rispetto dell’ordinamento comunitario e nazionale e della potestà legislativa della Regione Siciliana.

Secondo il disegno di legge, il PTUR si configura essenzialmente come strumento strutturale di coordinamento delle politiche regionali incidenti sul territorio, definendo le finalità generali, gli indirizzi e le scelte in materia di governo del territorio a scala regionale.

Il PTUR è redatto dal Dipartimento Regionale dell’Urbanistica (DRU) dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente (ARTA), in connessione con il SITR (Sistema Informativo Territoriale Regionale) nonché con gli altri rami dell’amministrazione regionale interessati.

Il disegno di legge predisposto dal DRU stabilisce i principi fondamentali in materia di governo del territorio nel rispetto dell’ordinamento comunitario e nazionale e della potestà legislativa della Regione Siciliana.

La proposta, tenendo conto dei notevoli mutamenti intervenuti negli ultimi due decenni nel quadro sociale, politico e culturale europeo, si prefigge obiettivi di governo, gestione, tutela, disciplina dell’uso e delle trasformazioni del territorio, si ispira ai principi di sussidiarietà, sostenibilità ambientale, sociale ed economica, partecipazione alle scelte, flessibilità del piano, semplificazione normativa e procedurale, co-pianificazione fra piani di settore, concertazione fra attori ed enti territoriali e perequazione.

Il disegno di legge è composto da 59 articoli, organizzati in otto Titoli di seguito riportati I. Finalità, funzioni e obiettivi

II. Principi generali, loro attuazione e procedure di concertazione III. Strutture tecniche per il governo del territorio

IV. Strumenti e processi di pianificazione territoriale e urbanistica V. Dotazioni territoriali e standard di qualità urbana e ambientale

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 10 VI. Attuazione della pianificazione urbanistica comunale

VII. Norme sostitutive e abrogative VIII. Norme transitorie e finali

Il Titolo V affronta il tema degli standard urbanistici, definiti oltre che attraverso la tipologia e la quantità delle aree per le infrastrutture e i servizi pubblici, anche attraverso le loro caratteristiche prestazionali, in termini di accessibilità, di piena fruibilità e sicurezza.

Al tradizionale standard di qualità urbana, riferito ai servizi ed alle attrezzature, si aggiunge poi lo standard di qualità ambientale, che attiene “alla limitazione del consumo delle risorse non rinnovabili e alla prevenzione dagli inquinamenti; alla realizzazione di interventi di riequilibrio e di mitigazione degli impatti negativi determinati dall'attività umana; al potenziamento delle dotazioni ecologiche e ambientali”.

Al fine di garantire tali standard, il Disegno di legge del 2009 riporta che gli strumenti urbanistici comunali devono prevedere un sistema di dotazioni territoriali costituito da infrastrutture, attrezzature, servizi, dotazioni ecologiche e ambientali e dovranno determinare il proprio fabbisogno quantitativo.

Particolare rilievo viene quindi dato alle infrastrutture, come indicato dall’Articolo 43 - Infrastrutture per l'urbanizzazione degli insediamenti, nelle quali viene inserita anche pianificazione impiantistica per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani:

1) La pianificazione urbanistica comunale assicura una adeguata dotazione delle infrastrutture per tutti gli insediamenti esistenti e per quelli previsti, con riguardo alle infrastrutture di pertinenza dell'insediamento, al loro collegamento con la rete generale e alla potenzialità complessiva della rete stessa.

2) L'adeguatezza delle reti di trasporto e tecnologiche va riferita alla loro capacità di far fronte al fabbisogno in termini quantitativi, qualitativi e di efficienza funzionale.

3) Le infrastrutture per l'urbanizzazione degli insediamenti sono costituite dalle reti di trasporto collettivo, dagli impianti e dalle reti tecnologiche che assicurano la funzionalità e la qualità igienico-sanitaria degli insediamenti.

4) Fanno parte delle infrastrutture per l'urbanizzazione degli insediamenti:

a. le strade, le reti ferroviarie e in generale le reti di trasporto con relativi punti di sosta e di interscambio, gli spazi e i percorsi pedonali, le piste ciclabili, le idrovie;

b. gli impianti e le opere di prelievo, trattamento e distribuzione dell'acqua;

c. la rete fognante, gli impianti di depurazione e la rete di canalizzazione delle acque meteoriche;

d. gli spazi e gli impianti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi;

e. la pubblica illuminazione, la rete e gli impianti di distribuzione dell'energia elettrica, di gas e di altre forme di energia;

f. gli impianti e le reti del sistema delle comunicazioni e telecomunicazioni.

5) La previsione da parte del PSC di nuovi insediamenti e di interventi negli ambiti da riqualificare è subordinata all'esistenza delle infrastrutture per l'urbanizzazione ovvero alla

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 11 programmazione della loro realizzazione per fasi predeterminate, e comunque tali da assicurarne l’attuazione entro i termini di validità del PSC medesimo.

Per quanto riguarda la documentazione, il PTUR si basa ancora sugli Indirizzi metodologici e contributi scientifici redatti nel primo triennio di attività del Comitato tecnico Scientifico (1999- 2003), in cui si è provveduto all’elaborazione di un primo documento di lavoro contenente i principi, le strategie ed i rapporti tra istituzioni e con gli altri strumenti di pianificazione, utile per orientare i lavori del Comitato stesso e degli altri soggetti che concorrono alla formazione del PTUR.

Parallelamente è stato elaborato un Quadro metodologico ed operativo necessario per l'avvio del progetto della conoscenza, per l'individuazione degli ambiti disciplinari, per l'organizzazione del sistema informativo territoriale, per l'individuazione delle carte tematiche, per la selezione delle strategie e delle azioni, per l'individuazione delle norme e del progetto di piano e per la definizione dei processi di attuazione.

Il Sistema Informativo Territoriale implementato dal Servizio 1/DRU e costantemente aggiornato ha consentito la realizzazione di un primo Quadro conoscitivo del territorio regionale, definito da una serie di mappe tematiche relative al sistema ambientale e delle infrastrutture:

Fasce altimetriche

Acclività

Litologia

Esposizione dei versanti

Densità delle frane

Densità dei processi erosivi

Corpi idrici vulnerabilità

Comprensori irrigui

Bacini idrografici

Copertura del suolo – Corine 2000 livello 2

Copertura del suolo – Corine 2000 livello 3

Rete Natura

Tipi forestali

Infrastrutture

Di seguito si riportano due estratti delle tavole dell’inquadramento regionale, come riportate dal SITR di marzo 2008, al fine di verificare il collocamento dell’area di interesse rispetto alla presenza di zone di protezione speciale, aree urbanizzate, siti di interesse comunitario e riserve naturali.

Nei pressi dell’area di oggetto, in direzione Nord-Est, si trova il SIC “FOCE DEL FIUME SIMETO E LAGO GORNALUNGA” – ITA070001 e la ZPS “BIVIERE DI LENTINI, TRATTO MEDIANO E FOCE DEL FIUME SIMETO E AREA ANTISTANTE LA FOCE” – ITA070029,

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 12 entrambi “aree di grande interesse naturalistico sia dal punto di vista floristico-vegetazionale che da quello faunistico, caratterizzate paesaggisticamente dalla presenza di diverse zone umide retroduali, da corsi d’acqua di medie e grosse portate e da zone di foce”.

Figura 2 – estratto Tavola L – Rete Natura 2000

[Fonte: Quadro Conoscitivo - Piano Territoriale Urbanistico Regionale]

Figura 3 – estratto Tavola 13 - Inquadramento Regionale [Fonte: Quadro Conoscitivo - Piano Territoriale Urbanistico Regionale]

2.1.3. Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR)

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) è lo strumento che l’Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali della Regione Siciliana si è dato per definire politiche, strategie ed interventi mirati alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale della Regione.

Le Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale, ovvero la prima elaborazione del Piano stesso, sono state approvate con D.A. n.6080 del 21 maggio 1999 su parere favorevole reso dal Comitato Tecnico Scientifico.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 13 Con le Linee Guida si individuano le caratteristiche strutturali e gli elementi costitutivi dell’identità culturale e ambientale del paesaggio siciliano, delineando strategie di tutela e definendo indirizzi e prescrizioni in relazione alla specificità dei valori culturali e ambientali che il paesaggio esprime. Le Linee Guida costituiscono il riferimento per la pianificazione per la gestione del territorio attraverso l’attenzione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e la definizione dei processi di trasformazione economico-territoriale.

Le Linee Guida riconducono il territorio regionale a due settori, derivanti dalla caratterizzazione del territorio: Il Sistema Naturale, suddiviso in Biotico e Abiotico, e il Sistema Antropico, suddiviso in Agro-Forestale e Insediativo.

Sulla base di considerazioni prettamente morfologiche, le Linee Guida suddividono inoltre il territorio regionale in una serie di ambiti, in cui l’Amministrazione Regionale dei Beni Culturali ha identificato successivamente diversi e specifici Piani Territoriali. Le linee guida del PTPR riconoscono 17 ambiti territoriali, ciascuno caratterizzato da un proprio carattere peculiare.

1.

Area dei rilievi del trapanese

2. Area della pianura costiera occidentale 3. Area delle colline del trapanese

4. Area dei rilievi e delle pianure costiere del palermitano 5. Area dei rilievi dei monti Sicani

6. Area dei rilievi di Lercara, Cerda e Caltavuturo

7. Area della catena settentrionale (Monti delle Madonie) 8. Area della catena settentrionale (Monti Nebrodi) 9. Area della catena settentrionale (Monti Peloritani) 10. Area delle colline della Sicilia centro-meridionale 11. Area delle colline di Mazzarino e Piazza Armerina 12. Area delle colline dell’ennese

13. Area del cono vulcanico etneo

14. Area della pianura alluvionale catanese 15. Area delle pianure costiere di Licata e Gela 16. Area delle colline di Caltagirone e Vittoria 17. Area dei rilievi del tavolato ibleo

L’area in oggetto di esame si trova nell’ambito territoriale numero 14, ambito caratterizzato dal paesaggio della piana di Catania che occupa la parte più bassa del bacino del Simeto. Il territorio, una vasta conca formata in seguito le alluvioni del Simeto e dei suoi affluenti, è stato per secoli una conca paludosa e desertica, delimitata dagli gruppi degli Erei e degli Iblei e dai versanti dell’Etna.

Attualmente il PTPR non è ancora stato redatto nella sua completezza, mentre sono disponibili i Piani Territoriali Paesistici solo di parte degli ambiti territoriali, come da tabella di seguito riportata. Per l’ambito territoriale numero 14 è ancora in corso l’istruttoria per la stesura del piano.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 14

PROVINCIA AMBITI PAESAGGISTICI REGIONALI DEL PTPR

STATO ATTUAZIONE

IN REGIME DI ADOZIONE E SALVAGUARDIA

APPROVATO

Agrigento 2,3,10,11,15 vigente 2013

Caltanissetta 6,7,10,11,15 vigente 2009 2015

Catania 8,11,12,13,14,16,17 istruttoria in corso

-

Enna 8,11,12,14 istruttoria in corso -

Messina 8 fase concertazione -

9 vigente 2009 2016

Palermo 3,4,5,6,7,11 istruttoria in corso -

Ragusa 15,16,17 vigente 2010 2016

Siracusa 14,17 vigente 2012

Trapani 1 vigente 2004 2010

2,3 vigente 2016

Tabella 1 – Stato di attuazione della pianificazione paesaggistica nella Regione Siciliana [Fonte: Linee Guida Piano Territoriale Paesistico Regionale]

Per quanto riguarda l’area di intervento, si riporta di seguito un estratto del Titolo III delle Linee guida del PTPR, in cui viene descritto l’Ambito Territoriale di interesse:

“L’ambito è caratterizzato dal paesaggio della piana di Catania che occupa la parte più bassa del bacino del Simeto e trova continuazione nella piana di Lentini. Formata dalle alluvioni del Simeto e dai suoi affluenti che scorrono con irregolari meandri un po’ incassati, la piana è una vasta conca, per secoli paludosa e desertica, delimitata dagli ultimi contrafforti degli Erei e degli Iblei e dagli estremi versanti dell’Etna, che degrada dolcemente verso lo Ionio formando una costa diritta e dunosa.

La piana nota nell’antichità come Campi Lestrigoni decade in epoca medievale con la formazione di vaste aree paludose che hanno limitato l’insediamento. L’assenza di insediamento e la presenza di vaste zone paludose ha favorito le colture estensive basate sulla cerealicoltura e il pascolo transumante.

Il paesaggio agrario della piana in netto contrasto con le floride colture legnose (viti, agrumi, alberi da frutta) diffuse alle falde dell’Etna e dei Monti Iblei è stato radicalmente modificato dalle opere di bonifica e di sistemazione agraria che hanno esteso gli agrumeti e le colture ortive.

Vicino Catania e lungo la fascia costiera si sono invece insediate rilevanti attività industriali, grandi infrastrutture e case di villeggiatura vicino alla foce del Simeto”.

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 15 2.1.4. Piano Territoriale Provinciale (PTP)

Il Piano Territoriale Provinciale di Catania (PTP) indica la politica di governo del territorio provinciale, ponendosi come elemento di congiunzione tra la programmazione territoriale regionale e la pianificazione urbanistica comunale. Il Piano pone come obiettivi fondamentali l’ottimizzazione del sistema dei trasporti e della viabilità, la tutela dell’ambiente, lo sviluppo delle attività economiche e la valorizzazione del settore socio-culturale. Tali obiettivi sono perseguiti secondo i principi di sostenibilità ambientale e di sviluppo culturale e sociale.

La redazione del PTP, prevista dall’art.12 della L.R. 9/86, è stata avviata nel 1996 secondo un iter complesso e articolato, ed è proseguita con l’approvazione delle Direttive generali (delibera del Consiglio Provinciale n.45 del 28 maggio 1999) e con la stesura dello Schema di Massima (delibera della Giunta Provinciale n.620 del 20 agosto 2001), quest’ultimo rivisto e riapprovato nel 2004 (delibera della G.P. n.181 del 29 dicembre 2004).

Con circolare n.l/D.R.U. dell'11 aprile 2002 “processi di co-pianificazione nel quadro della formazione del piano urbanistico regionale”, il Dipartimento Regionale dell’Urbanistica e il Comitato tecnico scientifico del PTUR sono intervenuti ampliando il ruolo della pianificazione provinciale nel rispetto della normativa vigente, attraverso una rilettura della L.R.9/86 e della successiva L.R.48/91 (che non assegnavano al PTP il ruolo, e il potere, di strumento pianificatorio di coordinamento, limitandone la portata ad un piano di localizzazione dei servizi di esclusiva competenza della provincia e di azioni per la tutela fisica dell’ambiente), indicando i contenuti minimi che ogni piano provinciale deve contenere.

Le tre diverse figure pianificatorie con diverso valore e diversa cogenza, attuabili con procedure differenti a seconda del diritto ad esse riconosciuto sono

• quadro conoscitivo con valenza strutturale (QCS);

• quadro propositivo con valenza strategica (QPS);

• piano operativo (PO).

Nel 2009 si è ripresa la stesura del PTP, con la definizione del Quadro Conoscitivo con valenza Strutturale (QCS) e del Quadro Propositivo con valenza Strategica (QPS), approvati con Delibera di Consiglio Provinciale n.47 del 11 ottobre 2011 e in accordo alla circolare dell’11 aprile 2002.

La medesima circolare inoltre ribadisce il ruolo della terza figura pianificatoria più propriamente territoriale e urbanistica: il Piano Operativo (PO). In relazione alle specifiche competenze che la Regione Siciliana attribuisce alle Province in materia di pianificazione territoriale i contenuti del Piano Operativo dovranno essere quelli previsti dalle norme di cui all’art.12 della L.R. n.9/86 riguardanti in particolare:

• la rete delle principali vie di comunicazioni stradali e ferroviarie.

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• la localizzazione delle opere ed impianti di interesse sovracomunali, ferme restando al riguardo le competenze attribuite dalla vigente legislazione ed altri livelli istituzionali quali la Regione, le Autorità di bacino, i Consorzi ASI, i Comuni, ecc.

Il Piano Operativo è stato adottato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 47 del 06 giugno 2013.

Al Piano è allegato il g, strumento di programmazione economica-temporale degli interventi previsti dal Piano con il quale viene fissato l'ordine di priorità delle opere da realizzare. I contenuti del Programma devono essere necessariamente coincidenti con quanto riportato nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Pertanto, per quel che concerne il periodo di realizzazione e la previsione di spesa occorrente per l’acquisizione delle aree e l’esecuzione delle opere si deve quindi far riferimento all’ultimo Piano Triennale approvato dall’Ente per il triennio 2012-2014 e attualmente vigente.

Sia il presente Piano che il Programma Pluriennale di Attuazione sono infine in accordo con le scelte operate dalla Provincia regionale con il Piano Provinciale Di Sviluppo Economico- Sociale, strumento previsto dall'art.9 della L.R. n.9/86

Coerentemente con quanto già riportati dalle Direttive Generali del 1999 e dallo Schema di Massima del 2001, aggiornato nel 2004, il PTP individua al suo interno quattro assi di intervento, per cui definire e costruire specifiche strategie territoriali:

1) sviluppo socio-economico;

2) organizzazione del territorio e tutela dell'ambiente;

3) servizi socio-culturali;

4) mobilità.

Tutte le rappresentazioni, le analisi e gli approfondimenti, sono articolati in tre sub-aree provinciali di riferimento (Area pedemontana, Area Metropolitana, Area Calatina) in cui il territorio è suddiviso, come di seguito riportato.

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pag. 17 Figura 4 - Individuazione delle tre aree in cui è suddivisa la Provincia di Catania

[Fonte: Piano Operativo del Piano Territoriale Provinciale]

Di seguito si analizzano gli interventi che derivano dal Piano Triennale delle Opere Pubbliche attualmente vigente inerenti l’area di interesse.

Come anticipato, il Piano riporta un elenco di interventi suddivisi per ciascuno dei settori in cui è stato ripartito il campo delle attività provinciali (Ambiente, Socio-Culturale, Socio-Economico e Mobilità) e per ciascuna delle tre sub-aree provinciali di riferimento (metropolitana, pedemontana e calatina).

Nell’elenco sono riportati sia le attrezzature ed infrastrutture che derivano dal Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2012-2014 sia gli ulteriori servizi ed infrastrutture destinati a varie funzioni sovracomunali, definiti come Azioni di Piano; per ognuno di essi è altresì riportato il relativo ordine di priorità previsto dal dettame normativo ed il Comune/i ove è localizzato l’intervento.

Tra gli elaborati grafici del PO vi sono:

• TAVOLE A – Inquadramento territoriale;

• TAVOLE B – Quadro d’unione cartografico;

• TAVOLE C – Sistemi del territorio (mobilità, socio-culturale, socio-economico);

• TAVOLE D – Sistema della Tutela ambientale.

Le tavole C costituiscono, alle varie scale di rappresentazione, lo stato di fatto del territorio in relazione al sistema della mobilità, al sistema socio culturale ed al sistema socio-economico, ovvero le carte strutturali di sintesi del settore delle infrastrutture e dei trasporti, della storia e della cultura, dei servizi ed attrezzature di interesse generale, della produzione e del terziario.

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pag. 18 Figura 5 - Estratto tavola C/X - foglio 641 – scala 1:50000

[Fonte: Piano Operativo del Piano Territoriale Provinciale]

Le tavole D costituiscono, alle varie scale di rappresentazione, lo stato di fatto del territorio in relazione alle componenti di interesse naturalistico, geologico, geomorfologico, idrogeologico del territorio provinciale, ovvero la carta strutturale di sintesi delle risorse e dei valori territoriali ambientali riferiti sia al Piano Assetto Idrogeologico (PAI) ex Legge 183/89, D.L. 133/99, D.A.

R.S 198/00 e s.m.i., sia al regime vincolistico sovraordinato ex D.Lgs. 42/2004.

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pag. 19 Figura 6 – Estratto Tavola D/93 – CTR 641010 – scala :10000

[Fonte: Piano Operativo del Piano Territoriale Provinciale]

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pag. 20 Nel Piano Territoriale Provinciale attuale non vengono però riportate azioni programmatiche inerente al settore del trattamento rifiuti.

Queste si trovavano invece sia nelle Direttive generali per la stesura del Piano Territoriale Provinciale del 1999, che nello Schema di Massima del 2004.

In particolare, nelle Direttive Generali alla voce Tutela e risanamento ambientale si elencano le azioni programmatiche prioritarie della politica ambientale regionale, tra cui l’incremento della produzione e del consumo di energia da risorse rinnovabili, e l'ottimizzazione della gestione degli scarti di lavorazione e di processo, mentre alla voce Protezione dall’inquinamento si fa riferimento alla diversificazione e al recupero dei rifiuti prodotti e all’incremento delle infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti.

Lo Schema di Massima del PTP del 2004 invece elencava già le criticità e le opportunità di sviluppo del territorio, dando ampio spazio anche ai temi dell’ambiente e dei rifiuti. In particolare, alla voce dedicata ai rifiuti, si riportavano le linee guida da adottarsi nell’ambito di una corretta gestione rifiuti, tra cui:

• Estensione al massimo livello possibile, compatibilmente con un bilancio costi- benefici e con le potenzialità di recupero utile, delle raccolte differenziate e del riciclo, coi relativi impianti di trattamento a valle (selezione, valorizzazione, trattamento aerobico e anaerobico della frazione organica);

• Coordinamento del sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi con le raccolte differenziate delle frazioni secche (carta e cartone, legno, plastiche, vetro,..);

• Valorizzazione energetica della frazione combustibile dei rifiuti ottenuta per selezione meccanica in tutti gli impianti di trattamento termico compatibili presenti nelle aree della provincia (cementifici, centrali termoelettriche, ..) o, in alternativa, il trattamento termico con recupero di energia del rifiuto residuo dopo raccolte differenziate;

• Trattamento dell’eventuale frazione umida residua da selezione ai fini della sua stabilizzazione aerobica, eventualmente anche con preliminare recupero energetico attraverso digestione anaerobica;

• Recupero, nella massima misura possibile, per interventi di ripristino ambientale, della frazione organica stabilizzata o del compost non utilizzabile per usi agronomici;

• Messa a discarica finale di materiale stabilizzato, di frazioni biologicamente inerti (es sovvalli non putrescibili) e di residui inertizzati di trattamento (es scorie);

• Adozione di interventi idonei a minimizzare la quantità di rifiuti destinata a discarica senza preventivi trattamenti biologici (aerobici o anaerobici), termici o chimico-fisici;

• Ricorso alle migliori tecnologie disponibili con particolare riferimento alla minimizzazione delle emissioni nell’ambiente esterno e negli stessi ambienti di lavoro;

• Localizzazione degli impianti tecnologici, in primo luogo dei trattamenti termici, in aree con idonei requisiti; per gli impianti di compostaggio dovranno essere privilegiate le localizzazioni prossime agli utilizzatori agricoli finali;

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• Ricorso a sistemi di movimentazione dei rifiuti che rendano minimi gli spostamenti su gomma e il numero dei veicoli per chilometro.

In tale contesto, la Provincia di Catania ha redatto, nell’ambito delle competenze assegnate, il proprio Piano di Gestione Rifiuti, individuando gli Ambiti Territoriali Ottimali, ognuno coi propri conferimenti, nonché le risorse e le tecnologie più opportune per lo smaltimento.

2.1.5. Piano Regolatore Comunale (PRG)

Il Comune di Catania sta attualmente provvedendo alla redazione del Nuovo Piano Regolatore Comunale. L’attuale Piano vigente risulta infatti piuttosto datato: il cosiddetto PRG “Piccinato”

adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale del 29 agosto 1964, n.296 e del 30-31 luglio 1996, n.453, è stato approvato con D.P.R.S. n. 166-A del 28 giugno 1969 e pubblicato nel supplemento straordinario alla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 55 dell'8 novembre 1969.

Con deliberazione del Consiglio Comunale del 14 aprile 2014, n.17, per alcuni articoli delle Norme Tecniche di Attuazione a carattere esclusivamente edilizio e non urbanistico viene adottata la variante Modifiche alle NTA del vigente PRG, approvata con Decreto di Approvazione di Variante al PRG del Comune di Catania, pubblicata nella GURS n. 50 del 04/12/2015. Le modifiche alle NTA del PRG vigente costituiscono variante allo strumento urbanistico e come tale sono disciplinate dall'art. 3 della L.R. 27 dicembre 1978 n.71.

Ai sensi del PRG vigente l’area in oggetto di analisi, localizzata nell’ambito a sud del territorio comunale, in prossimità del confine provinciale (Siracusa) e dei due comuni di Carlentini e Augusta, è individuata in ZTO Verde rurale, normata con art. 25 (ex. Art. 26) delle Norme Tecniche di Attuazione; la stessa non ha subito variazioni a seguito delle successive varianti del PRG.

L’articolo reca:

Nelle zone classificate Verde Rurale nel P.R.G. è permessa solo la costruzione di edifici necessari e pertinenti alla conduzione di fondi rustici e cioè case patronali e rurali, stalle, fienili, granai, silos, depositi agricoli, ambienti per trasformazione e commercializzazione dei prodotti dello stesso fondo e simili, con esclusione di qualunque altra attrezzatura a carattere industriale.

Per le costruzioni destinate alla sola residenza l'area coperta non potrà superare 1/300 della superficie del fondo stesso; le costruzioni stesse non potranno avere più di due piani fuori terra e comunque l'altezza non potrà essere maggiore di ml. 7,50.

Tutte le costruzioni dovranno distare dai confini di proprietà non meno di ml. 10,00 e dalle strade pubbliche non meno di quanto stabilito dall'articolo 8 bis.

Nelle predette zone rurali, indipendentemente dalla consistenza del fondo, è concessa la ricostruzione dei fabbricati esistenti nei loro attuali limiti volumetrici e dimensionali.

Sono concesse altresì costruzioni relative a pubblici servizi come approvvigionamento idrico, fognatura, nettezza urbana, centrali elettriche e simili.

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pag. 22 La Società Sicula Trasporti Srl ha però ottenuto la modifica di destinazione urbanistica dell’area da parte dell’Amministrazione Comunale di Catania, nell’ambito della procedura per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (che costituisce variante allo strumento urbanistico ai sensi art. 208, comma 6 D. Lgs 152/2006).

L’area si trova quindi ora compresa nella zona industriale (art. 27 delle NTA):

“Nelle zone classificate dal P.R.G. come industriali sono ammesse solo le costruzioni destinate ad uso industriale, portuale e simili (magazzini, opifici, laboratori, depositi) con assoluta esclusione di edifici ad uso di abitazione, eccetto quelli adibiti ad alloggio di custodi, guardiani, uffici direttivi e simili.

Nelle costruzioni di opifici, fabbricati industriali, ecc., si dovrà ottemperare alle norme sanitarie vigenti. Gli edifici dovranno ritirarsi dal filo della strada (nella quale va compreso il marciapiede) una distanza minima di ml. 25 e dai confini del lotto non meno di ml. 10,00. Le recinzioni devono ritirarsi dal filo stradale almeno ml. 15. Le fasce di terreno tra il filo stradale e la recinzione, corrispondenti agli anzidetti distacchi, debbono essere vincolate a verde per una profondità minima di ml. 5 dal filo stradale, con idonei varchi per autoveicoli e per tutto lo sviluppo del lottò fronteggiante la strada. La parte rimanente di dette fasce deve consentire la sosta e la manovra degli autoveicoli.”

Di seguito si riporta lo stralcio della Tavola F.33 del PRG, nella quale l’area di intervento era ancora inserita nell’area verde rurale. (ripresa aerofotografica del 1978).

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pag. 23 Figura 7 - Estratto tavola F.33

[Fonte: Piano Regolatore Comunale 1978]

2.1.6. Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA)

Il Comune di Catania ha approvato il Piano di Classificazione Acustica del Territorio Comunale con Delibera del Consiglio Comunale n. 17 del 04 marzo 2013, Piano previsto dalla Legge 26/10/1995 n.

447 “Legge Quadro sull’inquinamento acustico”.

Il Piano, comprendente la Zonizzazione Acustica, il Piano di Risanamento ed il Regolamento comunale per la Tutela dall'Inquinamento Acustico è stato redatto secondo le modalità indicate nelle Linee guida per la classificazione del territorio della Regione Siciliana, emanate dall'Assessorato Territorio ed Ambiente con decreto dell'11/09/2007.

La L. 447/95 “Legge Quadro sull’inquinamento acustico” prevede per i Comuni un ruolo centrale nelle politiche di controllo del rumore, poiché ad essi compete la suddivisione dei territorio in classi omogenee per le quali il D.P.C.M. 14/11/97 “determinazione del valori limite delle sorgenti sonore”

fissa i valori limite da applicare alle sorgenti sonore in base alla zona in cui ricade la sorgente stessa, sia in termini di valori limite assoluti di emissione che di valori limite di immissione nell’ambiente esterno.

Lo scopo principale della zonizzazione acustica è quindi quello di permettere una chiara individuazione dei livelli massimi ammissibili di rumorosità, definendo obiettivi di risanamento per l’esistente e di prevenzione per il nuovo.

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pag. 24 Ai sensi del D.P.C.M. 14/11/97 il territorio comunale viene suddiviso in sei classi omogenee in funzione dei caratteri insediativi del territorio:

• CLASSE I - aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.;

• CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali;

• CLASSE III - aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, | | con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e | | con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici;

• CLASSE IV - aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con | | alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie;

• CLASSE V - aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree monofunzionali a carattere prevalentemente industriale e con scarsità di abitazioni;

• CLASSE VI - aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

Alle sei classi sono associati differenti valori limite assoluti di immissione sonora, riferiti al rumore immesso nell’ambiente esterno dall’insieme di tutte le sorgenti presenti.

CLASSE

LIMITI DB(A)

DEFINIZIONE AREE DIURNO

(6.00 – 22.00)

NOTTURNO (22.00 – 6.00)

I 50 40 particolarmente protette

II 55 45 prevalentemente residenziale

III 60 50 di tipo misto

IV 65 55 di intensa attività umana

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pag. 25 CLASSE

LIMITI DB(A)

DEFINIZIONE AREE DIURNO

(6.00 – 22.00)

NOTTURNO (22.00 – 6.00)

V 70 60 prevalentemente industriali

VI 70 70 esclusivamente industriali

Tabella 2 - Limiti di immissione per la classificazione delle aree (dB(A)) [Fonte: D.P.C.M. 14/11/97 – tabella C]

Di seguito si riporta la tavola di rettifica di una parte del Piano Comunale di Classificazione Acustica.

La Tavola, inerente all’area di interesse, comprende anche i seguenti siti produttivi:

• impianto di discarica sito in località Grotte San Giorgio (sezione 1910);

• impianto di trattamento rifiuti e biostabilizzazione sito in località Coda Volpe (sezione 2547);

• cava (sezione 1910 e sezione 2548).

La zona è stata rettificata da classe II e III a classe VI (aree esclusivamente industriali), in quanto i valori limite delle classi di appartenenza (II e III) indicati nel PCCA sono incompatibili con i livelli di emissione sonora prodotti dall'attività lavorativa delle ditte.

La proposta di rettifica è stata presentata al Consiglio Comunale nella seduta n.55 del 16/10/2014 e approvata con votazione favorevole nella seduta n.68 del 28/11/2014.

Figura 8 - Estratto tavola di rettifica sezioni 1910 – 2547 – 2548 [Fonte: Piano Comunale di Classificazione Acustica]

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pag. 26 Tenuto conto dell'estensione delle sezioni censuarie e considerato che la distanza minima dalle aree produttive al limite nord delle sezioni interessate è di circa 500 metri, si è ritenuto:

a nord, di far rientrare la fascia di rispetto di 100 metri, prevista al par. 4.5 dalle "Linee guida per la classificazione in zone acustiche del territorio dei comuni della Regione Siciliana", all'interno delle suddette sezioni censuarie.

• a sud, in cui queste sono confinanti con la sezione 2549, la fascia di rispetto di 100 metri è stata prevista all'esterno delle sezioni censuarie interessate.

Come indicato chiaramente dalla rettifica, l’area di impianto è quindi classificata come Classe VI – Aree esclusivamente industriali.

2.2. Pianificazione e programmazione settoriale 2.2.1. Piano Operativo Regionale (POR)

Il Piano Operativo Regionale - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014/2020 (POR FESR 2014/2020) è stato costruito sulla base di una analisi dei bisogni rilevanti, dei problemi e delle opportunità che caratterizzano la Regione Siciliana e con il coinvolgimento del territorio attraverso un percorso di consultazione pubblica, al fine di determinare la strategia regionale per contribuire a perseguire gli obiettivi della Politica di Coesione Europea e definire per ciascun Obiettivo Tematico la tipologia di operazioni finanziabili.

Gli Obiettivi Tematici e le Priorità di Investimento sono stati identificati sulla base dei Regolamenti n. 1301/2013 e n. 1303/2013 dell’Unione Europea e dell’Accordo di Partenariato per l’Italia 2014/2020. È previsto un finanziamento totale di 4.557.908.024 € (di cui 3.418.431.018 € di sostegno dell’Unione e 1.139.477.006 € di cofinanziamento pubblico nazionale).

A conclusione dell’iter amministrativo, il POR è stato approvato dalla Commissione Europea con Decisione n.5904 del 17 agosto 2015 e adottato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 267 del 10 novembre 2015.

Il Piano è articolato in 10 Assi prioritari di seguito riportati:

1) Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione;

2) Agenda Digitale;

3) Promuovere La Competitività delle Piccole e Medie Imprese, il Settore Agricolo e il Settore della Pesca e dell’Acquacoltura;

4) Energia Sostenibile e Qualità della Vita;

5) Cambiamento Climatico, Prevenzione e Gestione dei Rischi;

6) Tutelare l'Ambiente e Promuovere l'uso Efficiente delle Risorse;

7) Sistemi di Trasporto Sostenibili;

8) Inclusione Sociale;

9) Istruzione e Formazione;

10) Assistenza Tecnica.

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pag. 27 L’impianto si inserisce coerentemente con quanto indicato dall’Asse Prioritario numero 6 - Tutelare l'Ambiente e Promuovere l'uso Efficiente delle Risorse, di cui si riporta un estratto.

Priorità dell’investimento

Investire nel settore dei rifiuti per rispondere agli obblighi imposti dall'aquis dell'Unione in materia ambientale e soddisfare le esigenze, individuate dagli Stati membri, di investimenti che vadano oltre tali obblighi.

Analisi della situazione regionale

La Regione sconta un ritardo significativo nel raggiungimento dei target di RD dei rifiuti urbani (13,3% a fronte di una media nazionale di 39,9%) con un eccessivo ricorso allo smaltimento in discarica (91% a fronte di una media nazionale di 42%).

La sotto-dotazione e/o l’inadeguatezza impiantistica e l’insufficiente coscienza ambientale della popolazione sono i fattori che concorrono alla determinazione di questo scenario.

L’intervento, in complementarità con altri Programmi, sarà finalizzato al miglioramento della gestione dei rifiuti urbani secondo la gerarchia comunitaria dei rifiuti mediante la prevenzione della produzione di rifiuti, il compostaggio, il miglioramento dei sistemi di raccolta e gestione e la realizzazione di impianti di gestione dei rifiuti esclusivamente nei comprensori sprovvisti o non sufficientemente dotati sulla base delle indicazioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti.

Scopo e caratteristiche dell’intervento del programma

La Regione intende adottare un complesso di misure, infrastrutturali e non che, in linea con la gerarchia comunitaria dei rifiuti, mirino prioritariamente alla prevenzione della produzione dei rifiuti e a seguire alla migliore gestione dei RSU mediante riuso, riciclo e valorizzazione.

La Regione intende dotarsi delle infrastrutture necessarie al raggiungimento dei target previsti dalla Direttiva 2008/98/CE, attraverso l’istituzione di regimi di raccolta differenziata prioritariamente per la frazione organica, carta, metallo, plastica e vetro.

L’intervento sarà orientato a prevenire il conferimento in discarica di rifiuti indifferenziati favorendo l’utilizzo e/o la trasformazione dei potenziali rifiuti in prodotti con vita economica utile residua. In particolare, per i beni durevoli. L’azione regionale sarà rivolta alla re- immissione in uso su circuiti alternativi ai canali commerciali tradizionali, per i beni deperibili non commercializzabili (prossimi alla scadenza ma ancora utilizzabili) si favorirà l’uso su canali non commerciali.

Inoltre, al fine di ridurre il conferimento in discarica, sarà promosso il compostaggio domestico quale forma di valorizzazione dei materiali organici di scarto a livello di singoli nuclei familiari. Per tale attività le popolazioni “bersaglio” saranno quelle presenti in zone rurali o comunque in situazioni abitative disperse.

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pag. 28 La raccolta porta a porta sarà utilizzata prevalentemente nei centri abitati di maggiore dimensione e per le classi merceologiche più significative in termini di produzione, mentre per le realtà insediative di minore dimensione potrà farsi ricorso a punti di raccolta centralizzati fissi (CCR) e/o mobili.

Il coinvolgimento della cittadinanza potrà essere stimolato attraverso un riscontro economico per il materiale consegnato.

Cambiamento atteso

L’intervento consentirà un significativo miglioramento della capacità di raccolta e gestione dei rifiuti in aderenza alle priorità della gerarchia dei rifiuti; si concretizzerà, quindi, in un deciso miglioramento delle percentuali di raccolta differenziata delle principali frazioni merceologiche, e in modo complementare, nella riduzione della quantità dei rifiuti conferiti in discarica.

A sua volta il miglioramento della capacità di gestione del ciclo integrato dei rifiuti determinerà un miglioramento dell’attrattività dei contesti urbani e della qualità della vita dei cittadini residenti.

Nella seguente tabella si elencano gli indicatori di risultato specifici del Programma di intervento sopra descritto.

Id Indicatore

Unità di misura

Categoria di regioni

Valore di base

Anno di riferimento

Valore obiettivo

(2023)

Fonte dei dati

Periodicità dell’informazione

6.1.

Raccolta differenziata

dei rifiuti urbani

% Regioni

meno

sviluppate 13,20 2012 65,00 ISPRA Annuale

6.2.

Raccolta differenziata

dei rifiuti urbani

Kg Regioni

meno

sviluppate 404,30 2012 230,00 ISPRA Annuale

Tabella 3 – indicatori di risultato specifici del Programma – Asse prioritario 6 [Fonte: Piano Operativo Regionale FERS 2014-2020]

Tra le Azioni da sostenere finanziate nell’ambito della priorità di investimento indicate nel Asse numero 6, l’Azione numero 6.1.3 riguarda il “rafforzamento delle dotazioni impiantistiche per il trattamento e per il recupero ai fini della chiusura del ciclo di gestione, in base ai principi di autosufficienza, prossimità territoriale e minimizzazione degli impatti ambientali”.

L’azione mira a colmare il gap regionale in materia di dotazioni impiantistiche per il trattamento dei rifiuti, facendo riferimento al Piano Regionale dei Rifiuti:

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pag. 29

“Il Piano Regionale dei Rifiuti avendo come obiettivo l'autosufficienza di ambito territoriale ed il raggiungimento prefissato di RD del 65% ha determinato le potenzialità degli impianti necessari a livello regionale ed ha previsto:

- la realizzazione di impianti di preselezione meccanica del rifiuto indifferenziato e di biostabilizzazione aerobica della frazione organica del rifiuto residuo non intercettato dalla raccolta differenziata;

- la realizzazione degli impianti di compostaggio della frazione organica intercettata con la raccolta differenziata per ogni provincia per la quale risulta un deficit impiantistico per la situazione di regime con raccolta differenziata al 65% (la potenzialità di trattamento autorizzata per n.14 impianti ad oggi è pari a 370.500 t/a a fronte di un fabbisogno di 754.522 t/a con RD del 65% quasi del tutto colmabile con la realizzazione di n.13 nuovi impianti e l'ampliamento di n. 4 esistenti);

- impianti di trattamento del percolato.”

Di seguito si riporta un estratto della tabella 6.1.3.

AZIONE Rafforzare le dotazioni impiantistiche per il trattamento e per il recupero ai fini della chiusura del ciclo di gestione, in base ai principi di autosufficienza, prossimità territoriale e minimizzazione degli impatti ambientali.

CENTRO DI

RESPONSABILITÀ Dipartimento regionale della Acque e dei Rifiuti

CRITERI DI AMMISSIBILITÀ

SPECIFICI

- Coerenza con i piani di gestione regionale e a scala di ATO;

- Classificazione della tipologia dei rifiuti inclusa tra quelli urbani. Non si interviene sui rifiuti speciali;

- Rispetto delle aree di esclusione per la localizzazione degli impianti, in modo da non determinare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per la fauna e la flora, inconvenienti da rumori o odori, danneggiamenti sul paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alle normative vigenti.

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pag. 30 CRITERI DI

VALUTAZIONE

- Adeguatezza delle soluzioni impiantistiche proposte e del loro dimensionamento rispetto agli obiettivi di riciclaggio e riduzione del conferimento in discarica;

- Adeguatezza qualitativa della frazione avviata al riciclaggio come materia seconda;

- Tempistica di realizzazione;

- Cantierabilità: stato di avanzamento della progettualità degli interventi;

- Grado di rispondenza al principio del minimo costo (costruzione, gestione, post- gestione e decommissioning) in rapporto ai benefici attesi (stima del contributo diretto agli obiettivi di riciclaggio e/o recupero di altro tipo dell’impianto);

- Sostenibilità economica dell’esercizio dell’impianto nel quadro della gestione complessiva del ciclo dei rifiuti a livello di ATO;

- Adeguatezza, completezza ed affidabilità delle soluzioni organizzative previste rispetto agli obiettivi di efficienza ed efficacia della gestione;

- Livello di partecipazione, partenariato pubblico provato e presenza di accordi che includano consorzi di filiera;

- Ricorsi a tecnologie innovative.

Criteri premiati:

- Green Public Procurement

- Capacità di far fronte alle esigenze derivanti dai fermi periodici degli impianti limitrofi (principio di mutuo soccorso)

Tabella 4 – Azione numero 6.1.3 – Asse prioritario 6 [Fonte: Piano Operativo Regionale FERS 2014-2020]

2.2.2. Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEARS)

Con Deliberazione n.1 del 03 febbraio 2009 la Giunta della Regione Siciliana ha approvato il Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana (PEARS), con pubblicazione nella GURS n.13 del 27 marzo 2009.

Il PEARS ha natura energetico ambientale, con strategie e obiettivi orientati al fine di integrare la sostenibilità ambientale. L’orizzonte temporale previsto dal Piano si conclude con il 2012, termine col quale si sarebbero dovuti raggiungere i seguenti obiettivi:

• rafforzare le misure per l’efficienza energetica negli usi finali, con la riduzione drastica degli sprechi di energia, gli usi appropriati delle fonti e l’adozione di comportamenti gestionali indirizzati al risparmio energetico, fino a raggiungere l’obiettivo europeo del 20% per il 2020;

• incrementare notevolmente la produzione di energia da fonti rinnovabili (per i tre settori energia elettrica, calore, biocombustibili), realizzando l’obiettivo del 25% di produzione di energia elettrica previsto dal programma per il 2011;

• incrementare notevolmente le misure per l’efficienza energetica nell’uso finale, in accordo con l’obiettivo europeo del 20% per il 2020;

• fermare l’incremento di emissioni nel settore della produzione di energia elettrica, arrestando ogni aumento dell’uso del carbone come fonte primaria (ogni 1000 MWe nuovi a carbone corrispondono a circa + 5 Mt/anno di CO2eq, non compatibili con gli oblighi di Kyoto).

(31)

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Studio Preliminare Ambientale

pag. 31 2.2.3. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente costituisce uno strumento organico di programmazione, coordinamento e controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente nel territorio della regione.

Il Piano prevede tutte le iniziative necessarie per dare rapidamente seguito agli adempimenti previsti dalle norme comunitarie e nazionali, così come indicato dal D.Lgs 351/99 (abrogato dal D.Lgs.

155/2010) e dai conseguenti decreti di applicazione (D.M. 2 aprile 2002 n. 60 e D.M. 1 ottobre 2002 n. 261), in seguito al recepimento della direttiva europea 96/62/UE.

Il D.Lgs. 351/99 assegna alla Regione il compito di valutare preliminarmente la qualità dell’aria, individuando e classificando le zone del territorio regionale a diverso grado di criticità in relazione ai valori limite previsti dalla normativa in vigore per i diversi inquinanti atmosferici.

Il Piano, elaborato dagli uffici del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente con la collaborazione di Arpa Sicilia e delle Università di e Messina, è stato Approvato con Decreto Assessoriale n. 176/GAB del 09 agosto 2007, e pubblicato sulla GURS n.43 del 14 settembre 2007.

La mancata disponibilità di alcuni dati (catasto delle emissioni, dati di qualità dell’aria acquisisti ed elaborati secondo procedure/protocolli standardizzati, etc..) non aveva consentito di poter definire una stesura più avanzata del Piano.

Per tali motivi era stato prevista una prima revisione del Piano nel 2008, entro un anno dall’approvazione dello stesso, e successivamente un aggiornamento costante con cadenza triennale, anche se non si è mai proceduti in tale direzione.

Nell’attuale formulazione, il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente costituisce quindi soltanto il primo momento di una complessa ed articolata attività che si protrarrà nel tempo al fine di:

• conseguire sull’intero territorio regionale il rispetto dei limiti stabiliti dalle normative europee entro i termini temporali previsti;

• preservare e migliorare la qualità dell’aria mediante la diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti dove si registrano valori prossimi ai limiti;

• perseguire un miglioramento generalizzato dell’ambiente e della qualità della vita, evitando il trasferimento dell’inquinamento tra le varie matrici ambientali;

• concorrere al raggiungimento degli impegni di riduzione delle emissioni di gas-serra sottoscritti dall’Italia negli accordi internazionali;

• favorire l’informazione, la partecipazione e il coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico.

La valutazione della qualità dell’aria per il territorio regionale era stata fatta una prima volta in via provvisoria con il Decreto Assessoriale n.305/GAB del 19 dicembre 2005, con il quale la Regione Siciliana aveva già effettuato la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente ed una prima zonizzazione del territorio regionale.

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