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RASSEGNA STAMPA del 19/10/2010

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RASSEGNA STAMPA del

19/10/2010

(2)

Sommario Rassegna Stampa dal 18-10-2010 al 19-10-2010

Adnkronos: Meteo: Protezione civile, temporali e forti venti al Sud ... 1

ApCOM: Filippine/ "Super tifone" Megi colpisce il nord del Paese... 2

ApCOM: Francia/ Incendi devastano parco naturale isola Reunion... 3

Asca: BASILICATA: SINGETTA, CHIARIRE BILANCIO INDUSTRIALIZZAZIONE POST SISMA... 4

Asca: ABRUZZO: PDL, CONSIGLIERI REGIONALI CONTRARI RIENTRO STATI IN GIUNTA. ... 5

Asca: CALABRIA: ARPACAL, ALLERTA METEO PER PROSSIME 24/36 ORE... 6

Asca: MALTEMPO: SETTIMANA SI APRE ALL'INSEGNA INSTABILITA', ARRIVA ARIA FREDDA. ... 7

Asca: LAZIO: CERCANO FUNGHI NEL BOSCO MA SI PERDONO, RITROVATI DA CC. ... 8

Asca: RIFIUTI/NAPOLI: PROT. CIVILE, E' COMPETENZA AMMINISTRAZIONI TERRITORIALI... 9

Asca: MALTEMPO: COLDIRETTI, NEL MESSINESE 84% COMUNI A RISCHIO FRANE... 10

Corriere della Sera: Cave stracolme, impianti fantasma Ecco perché è di nuovo emergenza ... 11

Corriere della Sera: Barricate e scontri per i rifiuti La Iervolino: salute a rischio ... 13

Il Denaro.it: Rifiuti, sciopero della raccolta ... 14

Il Giornale della Protezione Civile: "Safety Vehicle 2010": un mezzo ai volontari di Vercelli... 15

Il Giornale della Protezione Civile: Trivellare i Campi Flegrei Un progetto che divide ... 16

Il Giornale della Protezione Civile: "October test 2010": oltre 350 volontari coinvolti ... 17

Il Giornale della Protezione Civile: Il dissesto idrogeologico: l'importanza della prevenzione ... 18

Il Giornale.it: Ancora scontri per i rifiuti a Napoli:... ... 19

Il Giornale.it: Terzigno, polizia carica Sassi contro gli agenti Iervolino: "Seri rischi" ... 20

Il Mattino (Nazionale): Daniela De Crescenzo Solo materiale secco nella cava di Terzigno: potrebbe essere questa . 22 Il Mattino (Nazionale): Campi flegrei Oggi summit decisivo sulle trivellazioni Trivellazioni a Bagnoli, si continua... 23

Il Messaggero: ROMA - L'inchiesta sull'assegnazione degli appalti a società del gruppo Anemone per i... 24

Il Nuovo.it: Maltempo: ancora temporali al sud ... 25

Il Nuovo.it: Fango tossico, azienda offre 5,5 mln ... 26

Panorama.it: Cina, 30 morti in miniera ed è corsa contro il tempo per salvare i 7 ancora in vita ... 27

La Repubblica: campi flegrei, bertolaso frena - bianca de fazio ... 28

La Repubblica: "campania aiutaci, non siamo come i leghisti" - cristina zagaria... 29

La Repubblica: allarme meteo forti temporali in arrivo ... 30

La Repubblica: emergenza, i soldi non ci sono più - giuseppe filetto ... 31

La Repubblica: palermo e messina divise da una frana interrotte l'autostrada e la statale - ivan mocciaro ... 32

La Repubblica: rifiuti, 1100 tonnellate a terra sos della iervolino al governo - cristina zagaria ... 33

La Repubblica: una frana blocca la palermo-messina... 34

La Repubblica: inchiesta g8, la cassazione "la competenza è di perugia" ... 35

Il Secolo XIX: Sestri nella giungla degli "allerta": è caos ... 36

Il Secolo XIX: SCIDONE: «AGITO SULLA BASEDEI VALORI PRESTABILITI» ... 37

Il Secolo XIX: Un "coprifuoco"dettato per paura ... 38

Il Secolo XIX: Previste piogge, chiusi i locali sotto la strada ... 39

Il Sole 24 Ore Online: Il super tifone Megi colpisce il Nord delle Filippine. Sospesi i voli ... 40

Il Sole 24 Ore (Rapporti): Terremoto all'Aquila, lo stato risparmia con la rete dei periti ... 41

Il Sole 24 Ore (Rapporti): Rischio case: 2,5 miliardi all'anno... 42

La Stampa: "Danni per l'alluvione, la causa è l'uomo" ... 43

La Stampa: La barca Gianni Cozzi in mostra a Chieri ... 44

La Stampa: Cade mentre cerca funghi Salvato dal soccorso alpino... 45

La Stampa: Si mette in sicurezza frana dell'alluvione '94 ... 46

La Stampa: Prolungata la chiusura del raccordo di Fossano ... 47

TGCom: MALTEMPO, P. CIVILE: ALLERTA METEO IN GALLURA ... 48

(3)

ultimo aggiornamento: 18 ottobre, ore 18:46

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Roma, 18 ott. - (Adnkronos) - "L'instabilita' annunciata ieri con l'emissione di un avviso di avverse condizioni

meteorologiche, proseguira' anche nelle prossime ore con precipitazioni anche a carattere di rovescio o temporale sulle regioni meridionali; e' prevista, inoltre, una marcata intensificazione della ventilazione sempre sulla gran parte delle regioni centro-meridionali e sulle isole maggiori". E' quanto informa la Protezione civile.

18-10-2010

Adnkronos

Meteo: Protezione civile, temporali e forti venti al Sud

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08:55 - CRONACA- 18 OTT 2010

Già un morto. Provocati smottamenti e onde immense

Manila, 18 ott. (Apcom) - Il "super tifone" Megi ha colpito la punta nord delle Filippine, provocando frane nelle zone di montagna e la formazione di onde immense che si sono abbattute lungo la costa. Il bilancio provvisorio è di un almeno una vittima. Le scuole sono state chiuse e circa 3.000 persone sgomberate nel nord dell'isola di Luzon, la principale del Paese, che nelle prossime ore sarà attraversata dalla tempesta più violenta dell'anno, secondo i responsabili dei servizi di soccorso. La provincia di Isabela, nella zona nord del Paese, è stata la prima ad essere toccata dal tifone. Immagini diffuse dalla televisione hanno mostrato numerose case scoperchiate. I voli sono stati sospesi in partenza e in arrivo a Luzon.

(segue) (Con fonte Afp)

18-10-2010

ApCOM

Filippine/ "Super tifone" Megi colpisce il nord del Paese

Argomento:

NAZIONALE

Pag.

2

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14:30 - ESTERI- 18 OTT 2010

Uno degli ecosistemi più delicati dell'Oceano indiano

Roma, 18 ott. (Apcom) - Uno dei più preziosi ecosistemi dell'Oceano indiano è minacciato dalle fiamme: un violento incendio sta devastando da una settimana il parco nazionale dell'Isola dela Reunion, ad est del Madagascar. "Non siamo ancora venuti a capo della situazione anche a causa delle alte temperature", ha spiegato il prefetto, Michel Lalande, che ha chiesto rinforzi alla Francia metropolitana. La situazione si è aggravata a causa dei forti venti e alcune squadre di

pompieri, circondati dalle fiamme, hanno dovuto essere evacuate: oltre mille ettari di foresta primaria sono andati distrutti. Il parco nazionale della Reunion - ricorda il sito di France Info - è stato inserito dall'Unesco nel patrimonio mondiale dell'umanità nell'agosto scorso. La foresta primaria è il tipo di foresta a maggiore biodiversità, una foresta intatta, le cui funzioni vitali e il cui ecosistema sussistono allo stato originario. Gli esperti temono che le fiamme della foresta possano favorire lo sviluppo di specie invasive a detrimento della fauna e della flora locale.

18-10-2010

ApCOM

Francia/ Incendi devastano parco naturale isola Reunion

(6)

BASILICATA: SINGETTA, CHIARIRE BILANCIO INDUSTRIALIZZAZIONE POST SISMA

(ASCA) - Potenza, 18 ott - Alessandro Singetta, consigliere regionale della Basilicata di Alleanza per l'Italia, chiede al presidente della Giunta, in un'interrogazione, di conoscere ''i dati utili per verificare se gli obiettivi legislativi volti a incentivare le iniziative industriali nelle aree terremotate siano stati raggiunti''.

''In occasione del trentennale del grave evento sismico che colpi' la Regione Basilicata - spiega Singetta - si ritiene opportuno acquisire alcuni dati al fine di verificare se gli obiettivi che spinsero il governo nazionale ad approvare alcuni provvedimenti legislativi volti a incentivare le iniziative industriali nelle aree terremotate siano stati raggiunti e in che percentuale. Cio' anche per sfatare il diffuso luogo comune secondo cui lo Stato avrebbe erogato fondi alle regioni meridionali colpite dal terremoto dell'80 (e quindi anche alla Basilicata) che non li avrebbero impiegati in maniera produttiva''.

L'esponente Api chiede, quindi, di conoscere ''quali e quante nuove iniziative industriali sono state finanziate con i fondi previsti dalla L. 219/81 (e s.m.i.) e quante risultano ancora in esercizio (sia pieno che parziale); quali dovevano essere i livelli occupazionali da raggiungere e quali quelli effettivamente garantiti alla data odierna; l'indicazione territoriale (la loro sede legale e quella effettiva) delle aziende non piu' operanti dopo aver ricevuto i contributi; quali e quante (nel loro ammontare complessivo) azioni legali la Regione Basilicata ha intrapreso per tentare di recuperare contributi pubblici erogati e non utilizzati correttamente; se vi sono stati o vi saranno costi aggiuntivi per la Regione Basilicata e a quanto ammontano''.

res/sam/rob (Asca)

18-10-2010

Asca

BASILICATA: SINGETTA, CHIARIRE BILANCIO INDUSTRIALIZZAZIONE PO ST SISMA.

Argomento:

NAZIONALE

Pag.

4

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ABRUZZO: PDL, CONSIGLIERI REGIONALI CONTRARI RIENTRO STATI IN GIUNTA

(ASCA) - L'Aquila, 18 ott - I consiglieri regionali abruzzesi del PdL, Luca Ricciuti, Gianfranco Giuliante, Angelo Di Paolo, Walter Di Bastiano ed Emilio Iampieri, definiscono le notizie relative ad un rientro in Giunta del dimissionario assessore alla Protezione civile e all'Ambiente, Daniela Stati (coinvolta nell'inchiesta Abruzzo Engineering/Appalti post terremoto) destituite di ogni fondamento. ''Tanto che ieri, domenica 17 ottobre - si legge in una loro nota - in un incontro tra i vertici del partito ed il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, e' stata ribadita la presa di distanze dalla Stati, a seguito dell'ennesimo attacco ai vertici del PdL''. ''Ci associamo al presidente Chiodi nel ribadire vicinanza e fiducia ai responsabili PdL in Abruzzo - dicono i cinque Consiglieri - condividendo la gia' espressa contrarieta' al reingresso della Stati nell'Esecutivo. Ci teniamo a ribadire - precisano pero' - che tale posizione scaturisce a seguito delle continue accuse della Stati al PdL e non per la sua vicenda giudiziaria, nella quale siamo certi dimostrera' la sua

estraneita'''.

iso/rg/rob

18-10-2010

Asca

ABRUZZO: PDL, CONSIGLIERI REGIONALI CONTRARI RIENTRO STATI IN

GIUNTA.

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CALABRIA: ARPACAL, ALLERTA METEO PER PROSSIME 24/36 ORE

(ASCA) - Catanzaro, 18 ott - Il Centro Funzionale Multirischi dell'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria) informa che ''a partire dal primo pomeriggio di oggi, lunedi' 18 ottobre, e per le successive 24/36 ore e' previsto, sulla regione, un esteso ed intenso peggioramento delle condizioni meteorologiche con piogge diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale forte. Le precipitazioni potranno risultare localmente abbondanti''.

''Si raccomanda pertanto - afferma Raffaele Niccoli, Dirigenti del CF Multirischi - la massima attenzione ed in particolare di evitare di transitare o sostare lungo gli argini dei corsi d'acqua, sopra ponti o passerelle; far attenzione ai sottopassi, poiche' potrebbero essere soggetti ad allagamenti; evitare di passare sotto scarpate naturali o artificiali soggette a movimenti franosi''.

Il Centro Funzionale seguira' l'evolversi della situazione in contatto con il Dipartimento della Protezione Civile, le Prefetture e la Regione Calabria e provvedera', ove necessario, a rendere disponibili successivi aggiornamenti.

red/rg/ss (Asca)

18-10-2010

Asca

CALABRIA: ARPACAL, ALLERTA METEO PER PROSSIME 24/36 ORE.

Argomento:

NAZIONALE

Pag.

6

(9)

MALTEMPO: SETTIMANA SI APRE ALL'INSEGNA INSTABILITA', ARRIVA ARIA FREDDA (ASCA) - Roma, 18 ott - E' ancora il maltempo a caratterizzare l'inizio della settimana a causa di un vortice sul

Mediterraneo centrale alimentato da aria fredda determinando fenomeni di instabilita' sulle regioni meridionali e in misura minore su quelle del medio versante adriatico e tirrenico e sulla Sardegna.

Sulla base dei modelli disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso ieri un avviso di avverse condizioni meteorologiche che prevede dalla tarda mattinata, primo pomeriggio di oggi, precipitazioni a carattere di rovescio o temporale localmente di forte intensita', sulle due isole maggiori e in rapida estensione sulle regioni tirreniche e meridionali. I temporali risulteranno piu' frequenti sulla Sicilia e al sud.

I fenomeni saranno accompagnati da attivita' elettrica e forti raffiche di vento.

res-mpd/cam/bra

18-10-2010

Asca

MALTEMPO: SETTIMANA SI APRE ALL'INSEGNA INSTABILITA', ARRIVA A

RIA FREDDA.

(10)

LAZIO: CERCANO FUNGHI NEL BOSCO MA SI PERDONO, RITROVATI DA CC

(ASCA) - Roma, 18 ott - Si sono improvvisamente persi mentre cercavano funghi in un bosco sui monti Simbruini, a causa dell'improvviso arrivo di un banco di nebbia. E' accaduto ieri a tre escursionisti, tutti di Tivoli (RM) - un 59enne, un 75enne ed un 74enne - che avevano lasciato l'auto di buon mattino in una piazzola per poi incamminarsi su di un sentiero segnato. Ma il cambiamento repentino delle condizioni meteorologiche col sopraggiungere di nuvole basse ha

completamente tolto loro la visuale, disorientandoli nel bosco. Trovato un punto ove la copertura del segnale GSM glielo permetteva, hanno chiamato i Carabinieri di Subiaco che hanno subito inviato delle pattuglie in zona. Per fortuna, il soccorso alpino era presente in quelle zone con una ventina di operatori, per un'esercitazione, che poi e' divenuta realta', rendendo molto piu' rapido e semplice effettuare delle ricerche coordinate.

Dopo circa tre ore di ricerche, alle 16,30, i tre sono stati ritrovati, nei pressi di Monte Calvo.

Con questo, sono in totale cinque i recuperi di persone disperse sui monti Simbruini da parte dei Carabinieri dal mese di maggio scorso per la ricerca di funghi, l'ultimo ad agosto, aveva visto coinvolto una persona che a seguito di una caduta si era fratturata una gamba.

res-mpd/cam/lv (Asca)

18-10-2010

Asca

LAZIO: CERCANO FUNGHI NEL BOSCO MA SI PERDONO, RITROVATI DA C C.

Argomento:

NAZIONALE

Pag.

8

(11)

RIFIUTI/NAPOLI: PROT. CIVILE, E' COMPETENZA AMMINISTRAZIONI TERRITORIALI

(ASCA) - Roma, 18 ott - ''Dalla data del passaggio di consegne, avvenuta con l'approvazione del Dl 195/2009 poi convertito in legge, l'intera materia sia di competenza delle amministrazioni territoriali che detengono in via esclusiva l'intero ciclo della gestione dei rifiuti''. Lo afferma il Dipartimento Protezione Civile in una nota di risposta inviata fra gli altri agli Enti Territoriali della Regione Campania, dopo la richiesta di intervento alle ''autorita' nazionali'', promossa dal sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino relativamente alle criticita' nella gestione dei rifiuti urbani del capoluogo campano.

''Con riferimento poi alla vicenda della 'Cava Vitiello', il Dipartimento Protezione Civile - prosegue la nota - si limita a ricordare come l'apertura di tale impianto sia previsto da una Legge dello Stato approvata, peraltro, da una larghissima maggioranza parlamentare.

Per quanto riguarda l'unica residua competenza ancora in capo al Dipartimento della Protezione Civile relativa al Termovalorizzatore di Acerra, continua la nota, l'impianto oltre a garantire un ottimale livello di emissioni in atmosfera, come attestato dalle recenti analisi diffuse dall'Arpa Campania, e' stato in grado di smaltire nella sola giornata odierna, con l'esercizio operativo di due linee su tre, oltre 1400 tonnellate di rifiuti a fronte di un potenzialita' massima di progetto di circa 1900 tonn/die, consentendo l'immissione in rete di circa 1300 mwh. Rifiuti che e' bene ricordare non sono finiti in discarica cosi' come avrebbe potuto esser fatto per una ulteriore quota della produzione della Regione qualora fossero stati realizzati gli impianti individuati dalla Legge i cui lavori non sono ancora iniziati''.

''Per quanto precede - conclude la nota - si ribadisce, ancora una volta, la piena disponibilita' di questo Dipartimento a fornire ogni utile contributo per la risoluzione del contesto critico in rassegna, soprattutto qualora le Autorita'

istituzionalmente competenti, ravvisando l'impossibilita' di far fronte a dette situazioni di criticita', dovessero richiedere uno specifico ausilio al riguardo''.

res-map/mcc/ss

18-10-2010

Asca

RIFIUTI/NAPOLI: PROT. CIVILE, E' COMPETENZA AMMINISTRAZIONI TER

RITORIALI.

(12)

MALTEMPO: COLDIRETTI, NEL MESSINESE 84% COMUNI A RISCHIO FRANE

(ASCA) - Roma, 18 ott - ''L'84% dei Comuni della provincia di Messina e' considerato a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all'agricoltura''. E' quanto afferma la Coldiretti in merito alle frane ed agli allagamenti provocati dal maltempo nella provincia di Messina. ''La situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio si conferma piu' grave rispetto alla media nazionale in Italia dove - precisa la Coldiretti - ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamita'''.

''All'elevato rischio idrogeologico in Italia non e' certamente estraneo il fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, e' stato sottratto all'agricoltura che - afferma la Coldiretti - interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27 per cento negli ultimi 40 anni. Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non e' stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed e' necessario intervenire per invertire una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese''.

Una situazione, conclude l'organizzazione agricola, ''aggravata dai cambiamenti climatici in atto che si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge''.

res-map/sam/ss (Asca)

18-10-2010

Asca

MALTEMPO: COLDIRETTI, NEL MESSINESE 84% COMUNI A RISCHIO FRA NE.

Argomento:

NAZIONALE

Pag.

10

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19 ott 2010 Corriere Della SeraFulvio Bufi RIPRODUZIONE RISERVATA

La situazione

Chiaiano raggiungerà il limite già a giugno. Il termovalorizzatore di Acerra non ha mai lavorato a pieno regime Raccolta differenziata ferma al 18%. L'immobilismo della Provincia

NAPOLI Alla fine tutto si è ridotto a una questione di buchi. Buchi enormi e profondi da riempire giorno dopo giorno, finché c'è spazio per l'ultimo malloppo puzzolente, con la spazzatura che ha fatto vergognare l'Italia, e poi ricominciare daccapo da un'altra parte, con un altro buco ancora più grande e profondo, così che per stiparlo di immondizia occorrano più anni e il problema sia rinviato a quando forse ci sarà un altro governo, un'altra giunta regionale, un'altra

amministrazione provinciale, un altro sindaco. O comunque quando sarà più difficile che siano ricordati i proclami entusiastici, le promesse, le garanzie che mai più Napoli avrebbe vissuto lo scempio dei sacchetti accumulati a ogni angolo, dei roghi che riempiono l'aria di diossina, della puzza e del rischio di malattie.

Il 21 maggio del 2008, in piena emergenza rifiuti, il governo Berlusconi riuniva il suo primo consiglio dei ministri nella sede della prefettura affacciata su piazza del Plebiscito e metteva in cima all'ordine del giorno gli interventi per superare la crisi e stabilire un programma che ne evitasse altre in futuro. Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso assumeva l'incarico di sottosegretario e i pieni poteri, le aree adibite o da adibire a discarica diventavano siti di interesse strategico nazionale e passavano sotto il controllo dei militari, l'intero ciclo di smaltimento dei rifiuti veniva riprogrammato prevedendo la realizzazione di impianti di termovalorizzazione e l'entrata in funzione dell'inceneritore di Acerra, ai Comuni venivano date scadenze obbligate per passare alla raccolta differenziata.

Il programma mai attuato

Da allora a oggi a Napoli non è stato fatto quasi niente di tutto questo. La differenziata, competenza dell'amministrazione comunale, è partita in un paio di quartieri «pilota», e lì è rimasta, ferma al 18 per cento. Del nuovo termovalorizzatore non c'è traccia, l'inceneritore di Acerra invece è una specie di mistero: delle tre linee di cui dispone, a lungo ne è stata attiva soltanto una, e quando la notizia si è diffusa, e i responsabili della gestione hanno smentito dicendo che il fermo era dovuto semplicemente all'ordinaria manutenzione, sono passati due o tre giorni ed è saltata pure l'unica linea che lavorava. Ora pare ne siano attive due, ma in ogni caso l'impianto riceve una parte minima rispetto a quella raccolta nelle strade di Napoli.

Il resto finisce nei buchi, nelle discariche. Quella di Chiaiano, che secondo le previsioni si sarebbe dovuta riempire nel settembre del 2011, ma è stata sovrautilizzata e al massimo per giugno avrà raggiunto il limite della capienza, e quella di Terzigno, la Sare, in pieno Parco del Vesuvio, a due passi da quella di cava Vitiello, contro la cui apertura si stanno battendo in questi giorni i comitati dei cittadini di quella zona. Ma la seconda discarica nel Parco del Vesuvio è prevista dal decreto legge che il governo varò nel consiglio dei ministri di Napoli e sulla base di quel provvedimento Bertolaso esclude margini di trattativa con i sindaci e le comunità dei paesi del Parco. E passa il cerino acceso alle Province, che da febbraio hanno competenza sul ciclo di smaltimento dei rifiuti (ma ancora con la Protezione civile accanto), e quindi a Napoli a Luigi Cesaro, deputato Pdl, presidente di un ente che finora si è caratterizzato solo per immobilismo, e che, per non cambiare rotta, si è affrettato a chiedere un anno di proroga, altrimenti dall'1 gennaio 2011 dovrà vedersela da solo e non sa da dove cominciare.

I soldi mai arrivati

Oggi Cesaro è l'interlocutore istituzionale (insieme con il prefetto) dei sindaci di Terzigno, Boscoreale e degli altri paesi che si battono contro il progetto di cava Vitiello, e nei ripetuti incontri di questi giorni si è detto contrario all'apertura dell'impianto, trovandosi nella singolare veste di oppositore della discarica quando è a Napoli, e di componente della maggioranza che ha voluto e vuole quello sversatoio, quando siede in Parlamento. Una soluzione da proporre, però, non ce l'ha. Sperava che Berlusconi accorresse in suo aiuto, presentandosi a Terzigno così come lo stesso premier aveva annunciato e promesso al sindaco del comune vesuviano con un po' di soldi da mettere sul piatto degli interventi per rendere meno puzzolente la discarica attualmente in funzione. Ma Berlusconi i soldi non li ha trovati (Tremonti gli ha detto no), e senza quelli si guarda bene dal presentarsi a Terzigno. Così Cesaro si ritrova solo con le sue competenze e le

19-10-2010

Corriere della Sera

Cave stracolme, impianti fantasma Ecco perché è di nuovo emergenza

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sue inefficienze. Pensava che bastasse varare la Sapna (la Società ambiente della Provincia di Napoli) e affidarla all'ex commissario per l'emergenza rifiuti Catenacci, per mettersi a posto sull'argomento. Ma non aveva chiesto nemmeno il piano industriale. Ora lo hanno preparato, ma Napoli avrebbe dovuto avere già un nuovo ciclo di smaltimento. Invece ha soltanto un paio di buchi ormai quasi pieni e una nuova emergenza alle porte.

19-10-2010

Corriere della Sera

Cave stracolme, impianti fantasma Ecco perché è di nuovo emergenza

Argomento:

NAZIONALE

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19 ott 2010 Corriere Della SeraF.B. RIPRODUZIONE RISERVATA

Proteste contro la discarica. Appello del sindaco al premier

NAPOLI Terzigno passa alla protesta selvaggia contro la discarica, Napoli rivede concretamente l'ennesima crisi dei rifiuti. Nel paese che si oppone all'apertura di un secondo impianto in pieno Parco del Vesuvio, blocchi stradali con massi e travi di legno, sassaiola contro le forze dell'ordine, camion carichi di immondizia bruciati o finiti con le ruote squarciate, in ogni caso costretti a fermarsi e a non sversare la spazzatura. Nel capoluogo allarme del sindaco Iervolino che chiede a Berlusconi e ai sottosegretari Letta e Bertolaso di intervenire e lancia un appello al governatore Caldoro e al presidente della Provincia Cesaro affinché facciano la loro parte per scongiurare un'altra emergenza. Caldoro apre uno spiraglio:

«Siamo pronti a muoverci se ci viene richiesto». Bertolaso invece è un muro: la questione, si legge in una nota del dipartimento di Protezione civile, è «di competenza delle amministrazioni territoriali che detengono in via esclusiva l'intero ciclo della gestione dei rifiuti».

Il rogo di un compattatore diretto alla discarica di Terzigno. Continuano le proteste contro la nuova discarica nel Parco del Vesuvio (Milestone) Tensione Lancio di bottiglie contro le forze dell'ordine a Terzigno (Controluce) Come dire: il problema è vostro, risolvetelo. Intanto, però, la situazione sta precipitando. A Terzigno la protesta si è inasprita negli ultimi giorni, e il blocco dei conferimenti nella discarica attualmente in funzione nel Parco provoca di conseguenza lo stop alla raccolta per le strade di Napoli. Seicento tonnellate erano rimaste a terra ieri, oggi la cifra potrebbe raddoppiare. I camion che a Terzigno non possono scaricare, restano fuori dal giro di raccolta, e se non dovesse esserci una inversione di tendenza, entro una settimana Napoli tornerà a essere una città prigioniera di cumuli di spazzatura, puzzolente di giorno e affumicata dai roghi di sacchetti di notte.

Ne sono consapevoli le popolazioni di Terzigno, Boscoreale e degli altri paesi che stanno partecipando alla mobilitazione contro l'apertura della seconda discarica, e sperano che per scongiurare di riproporre l'immagine peggiore di Napoli nel mondo, le autorità rinuncino al progetto di trasformare l'immensa cava Vitiello in uno sversatoio infinito e si rivolgano altrove. L'innalzamento dei toni della protesta, apre però spazi ai violenti, che sono pochi ma molto attivi. Lo dimostra l'assalto a quattro camionette dei carabinieri che ieri pomeriggio stavano raggiungendo via Zabatta. Per lunghissimi minuti ai mezzi è stato impedito di passare, e il bilancio finale degli scontri parla di tre uomini delle forze dell'ordine e tre donne (una incinta) ricoverati in ospedale.

E non sembra destinata a cambiare molto la situazione la decisione presa in prefettura dopo un vertice con i sindaci della zona vesuviana: la discarica di Terzigno non accoglierà più 1800 tonnellate di spazzatura al giorno ma soltanto ottocento, ma questo soltanto per ritardarne la saturazione e rinviare la necessità di aprire un nuovo sversatoio. Ma la questione rimane in piedi, e se Cesaro invoca l'aiuto di altre province, (Caserta ha già risposto no), c'è anche chi, come il sindaco di Quarto Sauro Secone, invita provocatoriamente i cittadini a tenersi l'immondizia in casa.

19-10-2010

Corriere della Sera

Barricate e scontri per i rifiuti La Iervolino: salute a rischio

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News Condividi 18-10-2010 Sindacati autonomi

I sindacati autonomi dei lavoratori degli ex consorzi di bacino della Campania proclamano uno sciopero nella raccolta nella notte tra il 26 e il 27 ottobre prossimo, annunnciando anche altre manifestazioni in tutta la regione nei giorni precedenti. Sindacato Azzurro, Rdb, Cesil, Slai-Cobas e Fesica-Confsal, in una nota, ricordando che "i lavoratori di molti consorzi non percepiscono lo stipendio da mesi, che le responsabilita' della grave crisi occupazionale nei consorzi è da addebitarsi esclusivamente alla violazione della legge da parte del Dipartimento della Protezione civile”.

num.

18-10-2010

Il Denaro.it

Rifiuti, sciopero della raccolta

Argomento:

NAZIONALE

Pag.

14

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Premiati al Castello di Racconigi i vincitori del concorso Lunedi 18 Ottobre 2010 - Presa Diretta

Venerdì 15 ottobre nella suggestiva cornice della Margaria del Castello di Racconigi magnificamente restaurato e riportato al suo originale splendore (tanto da essere stato scelto come set per la fiction Elisa di Rivombrosa), la

Fondazione CRT ha organizzato con la collaborazione di 118, CRI, ANPAS e Protezione Civile, la Giornata del Soccorso, aperta alla partecipazione di volontari e operatori del sistema emergenza e protezione civile piemontese e valdostano.

Questo appuntamento è stata l'occasione per premiare l'impegno di quanti, volontari e non, prestano servizio di emergenza in ambito civile, di soccorso e di assistenza sanitaria e di Protezione Civile.

A dare il benvenuto agli intervenuti tra gli altri l'On. Michelino Davico, sottosegretario del Ministero dell'Interno in rappresentanza del Governo, il dottor Giovanni Quaglia, vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Roberto Ravello, Assessore Regionale alla Protezione Civile. Nei loro interventi i relatori hanno sottolineato come la Fondazione C.R.T. sia da anni impegnata nel sostegno del sistema protezione civile del Piemonte e della Valle d'Aosta attraverso la messa a punto di progetti e l'assegnazione di contributi che coprono i vari ambiti di questo settore (Dotazione di attrezzature e mezzi, esercitazioni, piani di emergenza, corsi di educazione alla sicurezza e tutela del territorio) che sono destinati ai soggetti impegnati in attività di protezione civile.

In particolare con il progetto "Safety Vehicle" la Fondazione assegna, attraverso un bando, risorse destinate all'acquisto di veicoli compatti idonei ad un monitoraggio capillare di un territorio articolato come quello piemontese e valdostano.

Sono beneficiari del progetto Comuni ed Unioni di Comuni dotati di gruppi Comunali e Intercomunali di Protezione Civile e Associazioni di Volontariato. Safety Vehicle ha erogato nei primi quattro anni 230 contributi per un totale di 2,8 milioni di euro. Solo quest'anno sono stati assegnati oltre un milione di euro che hanno permesso alle varie organizzazioni beneficiarie di dotarsi di un centinaio di mezzi. Numerosissime sono state le richieste avanzate dai partecipanti al

concorso, il che fa comprendere come la dotazione di veicoli (anche di piccole dimensioni come quelli oggetto del bando) sia una delle esigenze prioritarie del mondo del Volontariato e della protezione Civile. Un volontariato "maturo" per quanto riguarda le risorse umane (e cioè il numero e la preparazione dei volontari) ma che ha difficoltà a reperire risorse economiche per dotarsi di attrezzature e mezzi.

Dal punto di vista tecnico i mezzi sono dotati di lampeggianti, sirena, altoparlanti, gancio traino, estintore e kit completo di primo soccorso. Inoltre sono predisposte per emergenze sanitarie con la possibilità di essere dotate di defibrillatore e attrezzate per il trasporto urgente di plasma e organi.

Il Gruppo Presidio Volontario Protezione Civile della Provincia di Vercelli che si è aggiudicato il contributo per dotarsi del veicolo, nasce dall'aver colto l'esigenza di garantire, attraverso un costante presidio, la sicurezza del territorio in relazione al rischio idraulico ed idrogeologico. Inoltre, in relazione alle specifiche competenze e professionalità in possesso dei volontari, il gruppo svolge la propria attività primariamente nell'ambito dei settori tecnico-operativo, tecnico-logistico e segreteria, ponendo particolare attenzione agli aspetti organizzativi e di standardizzazione, soprattutto relativamente alla informatizzazione e alla razionalizzazione delle attività di gestione delle emergenze. I volontari del gruppo, sono stati chiamati ad operare in occasione di numerose emergenze , sia in ambito provinciale sia che a livello regionale e nazionale, tra le quali il terremoto in Abruzzo, la campagna antincendio boschiva in Puglia e gli eventi alluvionali e legati al maltempo in Liguria e Sardegna. Essere preparati ad fronteggiare le emergenze presuppone che queste siano provate e riprovate e per questo il Gruppo di Presidio Volontario insieme a tutte le altre componenti della P.C. ha svolto e continua a svolgere numerosissime esercitazioni e simulazioni oltre a corsi di approfondimento e specializzazione, che rappresentano, fortunatamente, l'attività principale della Protezione Civile.

Per il Presidente del G.P.V. Maurizio Balossino "...l'assegnazione di questo mezzo, oltre a rappresentare un

riconoscimento dell'impegno e delle capacità del Gruppo, offre l'opportunità di una sempre maggiore integrazione nel sistema di Protezione Civile di cui il volontariato rappresenta ormai una componente fondamentale e autentico fiore all'occhiello a beneficio di tutta la collettività".

Michele Catalano - Coord. Associazioni di Volontariato di Protezione Civile di Vercelli Profilo Volontari AIB Alice

18-10-2010

Il Giornale della Protezione Civile

"Safety Vehicle 2010": un mezzo ai volontari di Vercelli

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La comunità scientifica è divisa tra chi vuole studiare i meccanismi delle eruzioni e chi teme per gli eventuali pericoli dell'esperimento. Oggi riunione tecnica al Dipartimento della Protezione Civile

Lunedi 18 Ottobre 2010 - Attualità

Dovrebbe partire a breve il progetto 'Campi Flegrei Deep Drilling Project', il più importante esperimento al mondo di perforazione profonda in una delle aree vulcaniche a più alta esplosività, i Campi Flegrei, una vasta area di origine vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli in prossimità di numerosi centri abitati. Ed è anche per questo che il progetto divide la comunità scientifica: da un lato c'è che chi assicura che non si corrono pericoli e che l'obiettivo è quello di ridurre il rischio vulcanico; dall'altro c'è chi teme reazioni incontrollabili del magma, che possono provocare scosse sismiche o eruzioni localizzate.

Il progetto, finanziato finanziato dall'ICDP - Consorzio Internazionale per le Perforazioni Profonde Continentali - e guidato dall'INGV - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - è diviso in due fasi: la prima, quella che sta

scatenando le polemiche in questi giorni, prevede una perforazione fino ad una profondità di 500 metri, un banco di prova per la seconda fase del progetto, che porterà la perforazione a 4 chilometri di profondità. Scendendo nel 'cuore' del supervulcano, gli scienziati potranno studiare la caldera flegrea dal punto di vista vulcanologico e geotermico, e approfondire così la conoscenza dei meccanismi che generano eruzioni e fenomeni bradisismici (sollevamento e abbassamento del suolo), monitorare il rischio di terremoti ed eruzioni e capire inoltre come sfruttare le potenzialità dell'energia del sottosuolo, che potrebbe essere in grado di sostituire anche in termini quantitativi i combustibili fossili e il nucleare. Nel pozzo saranno inoltre installate delle fibre ottiche, che consentiranno di monitorare le temperature e le deformazioni delle rocce, mentre altri strumenti permetteranno di prelevare acqua e gas per l'analisi delle variazioni geochimiche dei fluidi.

Il mondo scientifico però è diviso: nonostante il cuore magmatico dei Campi Flegrei sia situato a non meno di 7500 metri di profondità, secondo alcuni esponenti della comunità scientifica internazionale esiste la possibilità di incontrare alcune sacche di minori dimensioni durante le trivellazioni; inoltre, un utilizzo accidentale delle trivelle potrebbe compromettere l'equilibrio delle falde acquifere, innescando - nella peggiore delle ipotesi - reazioni geologiche come piccole scosse di terremoto o vere e proprie eruzioni. Il Sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, nei giorni scorsi ha chiesto accertamenti sulla reale pericolosità degli esperimenti, allertando anche la Protezione Civile, responsabile a livello nazionale della prevenzione dei rischi, e dichiarando che "senza la certezza che non ci sono pericoli non si trivella da nessuna parte".

L'INGV ha definito come "prive di fondamento e diffuse da persone che non sono a conoscenza dei fatti" le notizie allarmistiche e le preoccupazioni circolate riguardo al progetto, cui prendono parte i migliori vulcanologi del mondo.

Inoltre questa prima trivellazione fino ai 500 metri servirà proprio come banco di prova: se non ci saranno problemi allora si procederà con la seconda trivellazione più in profondità.

Quello delle trivellazioni nell'area dei Campi Flegrei è quindi un argomento che fa discutere. Per approfondirlo, si terrà oggi una riunione tecnica a Roma presso il Dipartimento della Protezione Civile, cui prenderanno parte i rappresentanti della Regione Campania, del Comune e della Provincia di Napoli e dell'INGV - Istituto Nazionale di Geofisica e

Vulcanologia - Osservatorio Vesuviano, autori del progetto e che ne presenteranno dettagliatamente attività e finalità. "Un incontro necessario" - spiega una nota del Dipartimento - "poiché - contrariamente a molti altri studi promossi e realizzati dall'INGV che si avvalgono di risorse economiche del Dipartimento della Protezione Civile - il progetto che prevede le attività di trivellazione ai Campi Flegrei non è tra quelli che vede coinvolto il Dipartimento".

Elisabetta Bosi

18-10-2010

Il Giornale della Protezione Civile

Trivellare i Campi Flegrei Un progetto che divide

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I Comuni del Sud di Milano hanno testato le loro strutture di emergenza con una esercitazione di Protezione Civile intercomunale

Lunedi 18 Ottobre 2010 - Presa Diretta

Si è svolta dal 15 al 17 ottobre l'undicesima edizione di "Oktober Test": un'esercitazione intercomunale in cui, come ogni anno, i Comuni del Sud Milano, da Corsico al Ticino, testano le loro strutture di emergenza con una esercitazione di Protezione Civile. Lo slogan di quest'anno era: "11 anni di cultura di Protezione Civile". L'esercitazione ha visti coinvolti oltre ; il Campo principale era allestito ad Abbiategrasso, in località "Colonia Enrichetta", altri campi tematici invece erano installati a Motta Visconti e Besate.

Redazione

18-10-2010

Il Giornale della Protezione Civile

"October test 2010": oltre 350 volontari coinvolti

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Le opinioni di geologi ed esperti durante il convegno 'Le frane in casa: Atrani 9 settembre'. Gianvito Graziano (Presidente dell'Ordine dei Geologi della Sicilia): "Bisogna passare dall'emergenza alla previsione"

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Mercoledi 13 Ottobre 2010 Rischio idrogeologico Emilia Romagna in testa Venerdi 8 Ottobre 2010 Bergamo e Brescia le peggiori La classifica dei territori a rischio Mercoledi 6 Ottobre 2010 Frane e alluvioni

Piemonte ad alto rischio

tutti gli articoli » Lunedi 18 Ottobre 2010 - Attualità

Come hanno dimostrato i recenti avvenimenti, così come gli studi effettuati sia da Legambiente (con l'indagine ' Ecosistema Rischio 2010') che dal CNG - Consiglio Nazionale dei Geologici ('Terra e sviluppo. Decalogo della Terra 2010'), il problema del dissesto idrogeologico e delle frane è attuale e riguarda tutti. Ne hanno parlato geologi, esperti e professori durante il convegno "Le frane in casa: Atrani 9 settembre", che si è svolto la settimana scorsa a Salerno, dove erano presenti anche i Presidenti dei Geologi della Campania, Francesco Peduto, e della Sicilia, Gianvito Graziano, due regioni accomunate da episodi simili per quanto riguarda frane e alluvioni: basta pensare a quello che è successo ad Atrani e a Giampilieri.

"Il dissesto idrogeologico è una priorità nazionale e come tale andrebbe affrontata" - ha dichiarato Peduto, aggiungendo che da una tragedia come quella di Atrani bisogna imparare, per evitare che si ripeta. Già dopo quello che successe a Sarno nel 1998, quando un'alluvione provocò 160 morti e centinaia di sfollati, "furono emanate norme che dovevano sancire il passaggio ad una cultura di previsione e prevenzione, che includevano misure ed azioni quali il presidio territoriale, piani di emergenza, sistemi di allerta ed allarme, delocalizzazione delle attività produttive e di abitazioni edificate nelle aree a rischio, potenziamento degli uffici geologici regionali" - ha spiegato Peduto - "Ma oggi, a distanza di 10 anni dall'emanazione di queste norme, non è ancora stato fatto nulla". Così come "nulla è cambiato dopo i 37 morti di Giampilieri e Scaletta Zanclea" - ha aggiunto Gianvito Graziano, Presidente dell'Ordine dei Geologi della Sicilia, sottolineando che quello che serve è "un cambio di rotta che sia fondamentalmente culturale".

"Vorremmo passare da una fase di sola emergenza ad una fase di previsione" - ha continuato, spiegando che al momento ci sono 12 presidi territoriali "grazie ad una convenzione stipulata tra Ordine Regionale della Sicilia e Protezione Civile:

appena scatta l'allerta meteo vengono chiamati i geologi del luogo per controllare il territorio. Si tratta di un'azione sociale e di affermazione del geologo come conoscitore e sentinella. Dunque di un geologo che capisce il territorio". Anche in Campania si sta perfezionando l'intesa tra geologi e Protezione Civile: come ha spiegato Peduto sarà infatti costituita "una lista di geologi da affiancare alla Regione".

È chiaro quanto sia importante la collaborazione tra le diverse parti coinvolte, "sfruttare i bravi geologi, i bravi ingegneri, i bravi architetti della pubblica amministrazione e farli lavorare insieme" - ha aggiunto Graziano, chiedendosi quanto il problema del dissesto idrogeologico sia in realtà sentito dalla classe politica, dato che ci si aspettava che "almeno per un senso di dovere nei confronti di chi ha perso la casa e la vita si facesse qualcosa, ma in realtà non si è fatto nulla".

Elisabetta Bosi

18-10-2010

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Il dissesto idrogeologico: l'importanza della prevenzione

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articolo di martedì 19 ottobre 2010

Ancora scontri per i rifiuti a Napoli: ridateci Bertolaso di Salvatore Scarpino

Terzigno s'infiamma e l'emergenza rifiuti a Napoli torna alla ribalta, come se il nastro della cronaca si riavvolgesse all'indietro. Nel paese vesuviano si scatena la violenza degli oppositori della discarica: camion incendiati, altri fermati sulla strada o costretti a tornare indietro col loro carico di «monnezza». E poi scontri, sassaiole, sbarramenti di fiamme con l'Italia che subisce tumulti che si potevano evitare.

E Napoli rischia di esplodere perché si accumula l'immondizia che non è possibile collocare proprio per la reazione (...) (...) registrata a Terzigno, nelle discariche. Anche i comuni vicini all'epicentro dei disordini scelgono la linea dura ed è un fiorire di blocchi e presidi che ci riporta indietro nel tempo.

Il governo due anni fa aveva risolto un'emergenza rifiuti ben maggiore, con determinazione e fermezza, conferendo al capo della Protezione civile Guido Bertolaso i poteri necessari per vincere resistenze di cittadini in buona fede e di camorristi in affari.

Dall'intesa fra la volontà del premier e l'impegno di Bertolaso era nato un meccanismo efficace, anche spiccio, che prevedeva l'impiego dell'esercito e la neutralizzazione dei poteri di interdizione così frequentemente esercitati dagli enti locali. Sotto questo profilo tutti i comuni sono uguali, preferiscono che centrali, carceri e discariche siano collocate in un comune diverso. Ogni borgo italiano può ostentare le sue querce secolari e i suoi pioppi storici che devono essere tutelati dalle presunte arie mefitiche delle discariche e degli impianti in cui si trattano i rifiuti. Rifiuti che ognuno di noi produce e disconosce, come sgradevoli figli bastardi del nostro benessere.

Il metodo Bertolaso ha funzionato - questo è sotto gli occhi del mondo che aveva fatto dei rifiuti di Napoli una cartolina nera -, ma è caduto sotto la lente di ingrandimento di una magistratura a corrente alternata, che si attiva in certe situazioni e in altre dorme, a seconda della qualità politica dei possibili indagati.

Bertolaso è finito sotto inchiesta e il rinnovo del suo metodo per sconfiggere l'emergenza rifiuti è all'esame del

Parlamento. L'iniziativa dei pubblici ministeri ha avuto un effetto devastante: da una parte, ha eccitato i rappresentanti di certi comuni a scendere in campo con maggiore energia perché il «nemico» era sotto attacco; dall'altra, ha indotto gli esponenti dell'opposizione a cavalcare la sfortuna giudiziaria di Bertolaso e a lasciare lettera morta le uniche norme che potevano risolvere il problema rifiuti. Con le leggi rispettose degli andazzi ritardatari e dei poteri spropositati dei Comuni, in talune materie, non si eliminano migliaia di tonnellate di «monnezza». Al massimo si finisce davanti al Tar.

All'opposizione fa piacere un Bertolaso azzoppato e un governo privato degli strumenti necessari a rispondere alle esigenze vere dei cittadini. Che vogliono strade pulite e impianti di smaltimento efficienti e non fanno calcoli politici sul fetore dei cassonetti.

A ridatece Bertolaso, si restituisca allo Stato la possibilità di essere realmente tale, si risparmi ai cittadini l'immagine di una cosa pubblica slabbrata e impotente.

Le inchieste vadano pure avanti, ma nessuno le prenda a pretesto per tornare indietro, ai tempi della piccola peste tollerata dagli amministratori campani. Allora progressisti, va da sé.

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Ancora scontri per i rifiuti a Napoli:...

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articolo di lunedì 18 ottobre 2010

Terzigno, polizia carica Sassi contro gli agenti Iervolino: "Seri rischi"

di Redazione

Prosegue la protesta degli abitanti che impediscono ai camion di raggiungere la discarica. Barricate di terra, blocchi stradali con auto incendiate. Danneggiati 16 autocompattatori. Scontri con la polizia (le immagini). Poi i blocchi tornano.

Il sindaco scrive al governo: "Emergenza per la salute"

Napoli - Si infiamma la "guerriglia" per la discarica di Terzigno. I manifestanti occupano ancora la strada con barricate improvvisate. E la polizia risponde con cariche per rimuovere il blocco dei manifestanti che stanno occupando la rotonda di via Panoramica. I manifestanti avevano realizzato una barricata di fuoco e ostacoli di terra. Da parte dei manifestanti c'é stata una sassaiola e il lancio di bottiglie nei confronti delle forze dell'ordine. Dopo l'intervento degli agenti, però, i residenti hanno sistemato altre barriere nella rotonda.

Rotto il blocco Quattro camionette di polizia e dei carabinieri, con altre tre auto, sono riuscite, dopo scontri e momenti di fortissima tensione, a passare il blocco che i manifestanti avevano realizzato in via Zabatta. Alla rotonda di via

Panoramica resta un presidio formato da oltre 200 persone. "Hanno caricato donne con le mani alzate", dice uno dei manifestanti, "una donna si è sentita male ed è stata soccorsa con l'ambulanza".

Il legale "Stavamo occupando la rotonda quando quattro camionette della polizia sono giunte e hanno forzato il blocco stradale che avevamo messo su con cumuli di arbusti, legna e suppellettili". Lo denuncia l'avvocato Lucio Pisacane, che abita in via Panoramica, vicino alla rotonda dove si sono verificati gli scontri tra polizia e manifestanti. "Ci siamo distesi a terra, sotto le camionette, ma siamo stati presi di forza e picchiati con i manganelli - racconta Pisacane - tra di noi c'é anche una donna incinta e un invalido. La donna è svenuta mentre l'invalido è in preda a una crisi". "Ci hanno detto che dovevano raggiungere la discarica per dare il cambio ai colleghi - aggiunge Pisacane - e poi hanno reagito al blocco forzandolo con dei mezzi corazzati". Secondo quanto riferiscono alcuni manifestanti, una decina di persone finora estranee alla protesta "sta accumulando materiale come bottiglie e pietre".

Ricostruite le barricate L'area della rotonda di via Panoramica è stata nuovamente bloccata nelle strade di accesso da una serie di barricate formate da arbusti, pezzi di marmo, e sedie di plastica. Nell'area c'é l'odore acre del fumo di foglie secche date alle fiamme. La zona è presidiata da un gruppo di manifestanti. In tutta l'area ci sono striscioni con slogan contro l'apertura della seconda discarica nel parco nazionale del Vesuvio.

Le proccupazioni del sindaco La "gravissima situazione che negli ultimi giorni ha seriamente compromesso il regolare funzionamento del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani nell'ambito cittadino e provinciale" è stata segnalata dal sindaco di Napoli, Rosa Iervolino, con una lettera inviata al premier Berlusconi, ai sottosegretari Letta e Berolaso, ai presidenti di Regione Campania e Provincia di Napoli, al generale Morelli, coordinatore dell'unità operativa per

l'emergenza rifiuti, nonché al prefetto di Napoli. L'impossibilità di conferimento presso la discarica di Terzigno ha infatti impedito di smaltire notevoli quantità di rifiuti che ora giacciono lungo le strade della città. "Tale quantità è giunta oggi a 520 tonnellate alle quali vanno aggiunte le 600 tonnellate contenute in 80 compattatori carichi di rifiuti che non hanno potuto essere conferiti. Si tratta di un grave rischio igienico e sanitario e di un pericolo per l'ordine pubblico che richiedono l'immediato intervento delle autorità nazionali e locali" dice la Iervolino. Il sindaco ha chiesto al prefetto di Napoli un incontro urgente con i presidenti della giunta regionale e provinciale e ha invitato il governatore Caldoro "a voler offrire ogni utile contributo per superare l'attuale fase di difficoltà nell'ambito dei poteri a lui conferiti dalla legge".

La barricata Blocchi stradali con cumuli di terreno alti circa un metro e mezzo sono stati attuati sulle strade che conducono alla discarica "Sari" di Terzigno. In altri punti della strada i blocchi sono stati attuati dai manifestanti sistemando di traverso sulla carreggiata auto chiuse a chiave, mentre sulla strada che collega San Giuseppe Vesuviano a Terzigno un camion, danneggiato nei giorni scorsi, è stato spostato di traverso sulla strada e adesso impedisce il passaggio di altri veicoli. La discarica sarebbe al momento irraggiungibile a causa di questi posti di blocco, cinque in tutto. A farne

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Terzigno, polizia carica Sassi contro gli agenti Iervolino: "Seri rischi"

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le spese anche una persona bisognosa di cure che abita all'interno dell'area: l'ambulanza non riesce a raggiungere la sua abitazione e adesso alcuni cittadini si sono attivati per fare in modo che il mezzo di soccorso possa prelevare il malato e portarlo urgentemente all'ospedale.

I camion tornano pieni Già dalla notte centinaia di autocompattatori non hanno potuto sversare i rifiuti nella discarica. Il presidio è stato attuato dai dimostranti intorno alle 6 in via Passanti, all'altezza di via Cavour, in direzione della stradale statale 268. Centinaia di camion colmi di rifiuti, dopo essere rimasti fermi per ore all'uscita Palma Campania

dell'autostrada A3, stanno adesso tornando negli autoparchi delle rispettive aziende senza avere potuto sversare il loro carico. Solo una decina di camion, intorno alle 4, è riuscita a depositare il carico nella discarica. Subito dopo sono stati bloccati e danneggiati alle ruote dai dimostranti.

Mezzi danneggiati Sono 16 i mezzi per la raccolta dei rifiuti che risultano danneggiati a causa degli episodi di violenza scoppiati a Terzigno tra ieri pomeriggio e le prime ore di oggi. Tra questi figura anche un autocompattatore, appartenente alla ditta beneventana Vrenta, distrutto dalle fiamme appiccate da ignoti. Nove sono, invece, quelli danneggiati alle ruote in via Zabatta, sempre a Terzigno. Cinque camion sono stati danneggiati all'altezza della fermata della circumvesuviana del comune vesuviano mentre un altro è stato compromesso nelle immediate vicinanze della stessa fermata

Cumuli di rifiuti in centro Restano, e crescono, i cumuli di rifiuti a Napoli, lungo le strade di numerosi quartieri della città. Particolarmente colpito il centro storico. L'assessore all'Igiene Urbana del Comune, Paolo Giacomelli, è in procinto di incontrarsi con il sindaco della città Rosa Iervolino Russo per fare il punto della situazione.

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Daniela De Crescenzo Solo materiale secco nella cava di Terzigno: potrebbe essere questa la soluzione trovata dagli esperti per evitare la nuova e più grave emergenza rifiuti che incombe ormai sulla Campania. Una soluzione alla quale sta lavorando anche la A2A con il suo presidente Giuliano Zuccoli. L'impresa già la applica in alcuni siti della Lombardia, ma anche della Gran Bretagna. Dell'ipotesi si sarebbe parlato anche in una serie di incontri con la Protezione Civile.

L'ennesimo tentativo di fermare la valanga che rischia di travolgere la Campania. Della necessità di rimettere in sesto gli stir ha parlato più volte l'assessore regionale Giovanni Romano che punta sulla biostabilizzazione dei rifiuti. La tecnica avanzata dalla Ecodeco, l'azienda della A2A che si occupa delle discariche, sarebbe in grado, invece, di lavorare sull'intera massa dei rifiuti e non solo sulla frazione umida. In Campania, però, si punterebbe a stabilizzare soprattutto l'umido. Già nelle settimane scorse l'amministratore delegato dell'Asia, Daniele Fortini, che è anche presidente di

Federambiente, aveva spiegato: «A Terzigno o altrove non ci debbono più essere invasi per rifiuti tal quale, ma finalmente occorre utilizzare quegli spazi secondo le tecniche della landfill maining come già avviene in Lombardia e negli States.

Come il rifiuto urbano che esce dalle nostre case può essere una risorsa, così lo possono essere i rifiuti collocati nelle discariche. In Lombardia ormai, così come in buona paste degli Usa si stanno realizzando impianti sulle vecchie discariche che hanno la caratteristica di accogliere rifiuti per sei - sette anni. Poi queste materie vengono prelevate e trasportate ai forni di incenerimento perché hanno perduto la loro componente organica e possono essere utilizzate agevolmente come combustibile». Ma per il momento, a Terzigno, si cercherebbe più semplicemente di portare un materiale secco che evitare la puzza che ha afflitto gli abitanti della zona nelle ultime settimane. Una soluzione che potrebbe essere l'ultima carta da giocare per evitare una nuova Waterloo, ma che ha già incontrato un ostacolo. Per far partire i nuovi impianti, infatti, bisognerebbe liberare i capannoni degli stir che nel corso di sedici anni di emergenza sono stati utilizzati anche come siti di stoccaggio arrivando a ospitare la bellezza di 61 mila tonnellate di spazzatura, 25 mila solo negli impianti della Provincia di Napoli. Liberare gli stir di Caivano (gestito dalla stessa A2A), Giugliano e Tufino (affidati all'Asia) potrebbe essere, però, più difficile del previsto. Il generale Mario Morelli, responsabile della struttura stralcio e dell'unità operativa, ha infatti spiegato alla commissione ecomafie che l'appalto per portare via le montagne di spazzatura, è stato vinto da una ditta Pugliese. Ma questa per entrare in azione, avrebbe bisogno dell'autorizzazione della Regione Puglia che, per il momento, lo ha rifiutato. E del resto anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, che pure non era stato interpellato, si è fatto avanti per spiegare che non accetterà mai di ricevere la spazzatura che viene dalla Campania. Ma i tecnici sono decisi ad andare avanti. E si continua a lavorare anche sul terreno delle compensazioni. Ai Comuni che hanno ospitato impianti di lavorazione dell'immondizia sono stati promessi 280 milioni di euro, 140 li doveva mettere il governo e altrettanti la Regione. Ma i soldi non ci sono. A Tremonti è stato chiesto di rendere disponibili almeno una quarantina di milioni di euro per distribuirli tra i Comuni del Vesuviano. Per il momento, però, non è arrivato nessun via libera. Tanto che il presidente del consiglio Berlusconi, ha più volte rinviato la promessa visita a Terzigno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Campi flegrei Oggi summit decisivo sulle trivellazioni Trivellazioni a Bagnoli, si continua a discutere sull'opportunità di avviare gli scavi nel sottosuolo vulcanico dei Campi Flegrei. Oggi a mezzogiorno, nella sede romana della Protezione civile, summit di scienziati e tecnici per valutare i livelli di rischio: da questa riunione potrebbe venir fuori l'ultima parola sul progetto. L'incontro Legalità e sviluppo il riscatto dei giovani «I giovani nella legalità per lo sviluppo. Un riscatto sociale», è il tema dell'incontro in programma oggi alle 17 nella sala congressi della Federico II in via Partenope.

L'iniziativa, coordinata da Sandra Cioffi è organizzata dalla Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo generale Ignazio Milillo, assieme alla Fondazione Marotta Onlus del professor Giovanni Delrio, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università, dal Movimento Ecologista Europeo FareAmbiente del professor Vincenzo Pepe e della Fondazione «A voce d'e creature» di don Luigi Merola. il documento Strategie di informazione ecco il piano per Napoli Domani dalle 9.30, nella Sala Compagna di Castel dell'Ovo, sarà presentato il «Piano di sviluppo della società dell'informazione nella Città di Napoli» recentemente approvato dalla Giunta comunale. Il documento programmatico mira a coinvolgere gli operatori pubblici e privati del settore Ict sulla strategia che il Comune di Napoli sta perseguendo per contribuire alla costruzione della società della conoscenza e proprio le principali realta' aziendali del settore

prenderanno parte ai lavori della giornata che sarà aperta dal saluto del Sindaco Rosa Iervolino Russo. Tra gli obiettivi Ict dell'Ente vi è il completamento dell'infrastruttura di rete, la dematerializzazione dei procedimenti amministrativi, la creazione della Server Farm e della «casa dell'informatica cittadina» nel Polifunzionale di Soccavo.

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Campi flegrei Oggi summit decisivo sulle trivellazioni Trivellazioni a

Bagnoli, si continua...

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Martedì 19 Ottobre 2010 Chiudi

ROMA - L'inchiesta sull'assegnazione degli appalti a società del gruppo Anemone per i lavori sui Grandi Eventi resta per competenza alla procura di Perugia. E il Collegio, al quale la difesa ha chiesto di ascoltare le intercettazioni, non è necessariamente tenuto a farlo. Sono queste le conclusioni a cui è giunta la Sesta sezione della Cassazione nel motivare la sentenza dello scorso 23 settembre che ha bocciato l'arresto di Mauro Della Giovampaola, ex funzionario della Protezione civile, e Fabio De Santis, ex provveditore ai Lavori pubblici della Toscana.

Della Giovampaola aveva contestato il provvedimento con il quale il gip di Firenze, a febbraio, aveva disposto gli arresti, per poi trasmettere gli atti al capoluogo umbro per il coinvolgimento dell'allora procuratore aggiunto di Roma Achille Toro; e insieme a De Santis aveva impugnato l'ordinanza del Tribunale perugino, che confermava la decisione del gip. La Cassazione ha però definito «del tutto infondata» la tesi secondo la quale «erroneamente il gip fiorentino avrebbe indicato l'autorità giudiziaria perugina ai sensi dell'articolo 11 del Codice di procedura penale». Per i giudici «è pienamente legittima l'indicazione immediata di un giudice diverso da quello che sarebbe territorialmente competente in relazione all'accertato luogo di consumazione del reato per cui si procede, quando anche solo ragioni di connessione conducano all'applicazione contestuale dell'articolo 11».

Il collegio ritiene poi «infondata» la questione sollevata nei ricorsi di una insussistenza della connessione tra gli addebiti contestati a Della Giovampaola e a Toro. Nelle motivazioni si ricorda il coinvolgimento di vari indagati per acquisire dal magistrato informazioni che interessavano il costruttore Diego Anemone. «Tali notizie - scrivono ancora i Supremi giudici - erano fornite in un contesto di stretti e intrecciati rapporti richiamati anche dal Tribunale (quello del riesame di Perugia, ndr), che commentava come anche Della Giovampaola fosse stato tempestivamente informato».

Red.Giu.

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Continua allerta della Protezione Civile per avverse condizioni

(ANSA) - ROMA, 18 OTT - In arrivo temporali, venti forti e mareggiate al Centro-Sud. Lo indica la Protezione civile.

L'instabilità annunciata ieri proseguirà anche nelle prossime ore con precipitazioni temporalesche al Sud. E' prevista, inoltre, una marcata intensificazione dei venti sempre sulla gran parte del centro-sud e sulle isole, con forti mareggiate. Si prevedono venti molto forti, con raffiche intense su Sicilia e Sardegna e sulle regioni adriatiche e tirreniche.

18-10-2010

Il Nuovo.it

Maltempo: ancora temporali al sud

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Risarcimento in cinque anni alle famiglie colpite dal disastro

(ANSA) - BUDAPEST, 18 OTT - La societa' Mal, responsabile del peggiore disastro ambientale mai avvenuto in Ungheria, e' pronta a pagare 5,5 milioni di euro di indennizzi agli abitanti sinistrati dell'esondazione di fango rosso avvenuta il 4 ottobre ad Ajka, nell'ovest del Paese. Il risarcimento avverrebbe in 5 anni, in rate di 300 milioni di fiorini l'anno. Inizialmente la Mal aveva proposto risarcimenti complessivo per 110.000 euro, somma che le famiglie colpite giudicavano assolutamente insufficienti, un'elemosina.

18-10-2010

Il Nuovo.it

Fango tossico, azienda offre 5,5 mln

Argomento:

NAZIONALE

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Tags: miniere cina asfissia salvataggio Lascia un commento (Credits: LaPresse/Yan Fei)

È salito a 30 morti il bilancio dellesplosione di grisù nella miniera di Pngyu, situata a Yuzhou, nella provincia cinese di Henan. Sabato scorso lo scoppio, e stamattina lautorità per la sicurezza di Pechino ha aggiornato il numero delle vittime, confermando che sette uomini sono ancora intrappolati nelle viscere della miniera e rischiano di morire per asfissia.

Dopo il salvataggio dei minatori cileni, un altro incidente focalizza lattenzione della comunità internazionale sulla sorte dei minatori. La miniera di Henan è di proprietà della Pingyu Coal & Electric Company Limited, una delle più grandi del territorio cinese. Secondo fonti da Pechino, le operazioni di soccorso ai 7 minatori ancora in trappola sono al momento rese difficili dalla nube di polvere che forma un vero e proprio tappo allingresso del pozzo.

Le miniere cinesi vengono considerate tra le più pericolose del mondo, per una serie di motivi che vanno dalla negligenza in materia di sicurezza, legata a una prassi caratterizzata da un alto tasso di corruzione, al disinteresse riguardo alla salute degli operai, sacrificata alla priorità produttiva. Secondo le stime ufficiali diffuse da Pechino, lanno passato sarebbero morti circa 2900 minatori, ma secondo il bollettino di informazione AsiaNews, che cita fonti ufficiose, il numero reale sfiorerebbe invece i 20mila morti.

I proprietari delle miniere tendono, infatti, a insabbiare gli incidenti per non fermare la produzione, e spesso anche le famiglie delle vittime vengono zittite attraverso il pagamento di somme di denaro, che vanno dai 30 ai 40mila yuan.

Lequivalente di 3-4mila euro per ripagare la perdita di un congiunto morto nei pericolosi sotterranei.

anna.mazzone Lunedì 18 Ottobre 2010

18-10-2010

Panorama.it

Cina, 30 morti in miniera ed è corsa contro il tempo per salvare i 7 ancora in

vita

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Pagina V - Napoli

Campi Flegrei, Bertolaso frena

La Protezione civile chiede una relazione sulla trivellazione BIANCA DE FAZIO

Il calendario per le trivellazioni ancora non c´è. «L´ultima parola spetta al sindaco di Napoli e manca ancora il passaggio di un´ulteriore relazione, prima dell´ok definitivo», spiega il direttore della sezione napoletana dell´Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Marcello Martini. Ma dopo l´incontro di ieri mattina presso la Protezione civile a Roma, il progetto di trivellazioni dei Campi Flegrei sembra destinato a procedere spedito. Almeno per la prima perforazione, quella che deve raggiungere i 500 metri di profondità. «Sono decisamente ottimista», afferma Martini.

Era stato il sindaco Rosa Russo Iervolino a chiedere delucidazioni, sul progetto Campi Flegrei Deep Drilling, alla Protezione civile. Delucidazioni e rassicurazioni. Giunte ieri, con la riunione tecnica alla quale hanno partecipato, oltre agli esperti dell´Ingv, il sottosegretario Guido Bertolaso, l´assessore regionale alla Protezione civile Edoardo Cosenza, rappresentanti di Comune e Provincia e del ministero per lo Sviluppo economico. Attorno ad un tavolo «con l´obiettivo di acquisire tutti gli elementi utili ad approfondire i termini del progetto». Deep Drilling sotto la lente d´ingrandimento, sia sul fronte delle finalità (dall´uso dell´energia geotermica allo studio dei minerali all´esame della situazione vulcanica) sia sulle «attività da porre in essere nell´area».

«Abbiamo fornito i dettagli tecnici del progetto - spiega il direttore dell´Osservatorio vesuviano - e le modalità della realizzazione delle trivellazioni. Operazioni alle quali procederemo con estrema cautela». Operazioni che non potranno partire, comunque, prima di ulteriori passaggi: la Protezione civile ha chiesto, ieri, «una relazione tecnica, supportata dalle analisi e dai pareri dei rappresentanti delle università e dei centri di ricerca sia italiani che esteri coinvolti nel progetto».

«La relazione - si legge in un comunicato della Protezione civile - rappresenta un ulteriore fondamentale e definitivo passaggio». Perché siano nero su bianco gli obiettivi e le tecniche di trivellazione, e perché si abbia «un quadro dell´attuale contesto ambientale».

Il Dipartimento della Protezione civile ha risposto alle sollecitazioni del sindaco, ma proprio ieri ha ribadito che «non è direttamente coinvolto nell´iter autorizzativo del progetto». Le autorizzazioni, aveva spiegato Martini nei giorni scorsi, già ci sono. Come si è verificato anche ieri, quando durante la riunione «è emerso che la società pubblica BagnoliFutura, che è titolare dell´area interessata e di cui il Comune di Napoli detiene la maggioranza, ha già sottoscritto un accordo che autorizza le attività relative al Deep Drilling».

Ed oggi pomeriggio, alle 17, gli scienziati incontreranno la cittadinanza nella sede della circoscrizione di Bagnoli. «La popolazione - aggiunge Martini - sarà tenuta costantemente informata».

19-10-2010

La Repubblica

campi flegrei, bertolaso frena - bianca de fazio

Argomento:

NAZIONALE

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- Cronaca Il pericolo L´intoppo Il pericolo L´intoppo

Il sindaco Iervolino "chiama" Berlusconi. La Protezione civile replica: le competenze sono degli Enti locali

"Campania aiutaci, non siamo come i leghisti"

Il premier Berlusconi deve intervenire immediatamente C´è un grave rischio igienico sanitario e un pericolo per l´ordine pubblico

La Regione non ha un sistema per i rifiuti strutturato. È tutto molto rigido e quindi molto fragile. Così al minimo intoppo salta tutto

CRISTINA ZAGARIA

NAPOLI - Via Duomo, a pochi passi dal tesoro di San Gennaro un cumulo di rifiuti invade il marciapiede. Passano le ore e i sacchetti sono anche per strada. Le auto devono fare lo slalom. Un isolato più avanti sei bambini giocano a calcio.

Napoli, ore 12 di ieri. Il sindaco Rosa Russo Iervolino lancia l´allarme: «Il premier Berlusconi deve intervenire. Si tratta di un grave rischio igienico e sanitario e di un pericolo per l´ordine pubblico che richiedono un intervento immediato».

Richiesta a cui risponde, a stretto giro, con una nota il dipartimento Protezione Civile: «L´intera materia è di competenza delle amministrazioni territoriali che detengono in via esclusiva l´intero ciclo della gestione dei rifiuti».

Sindaco, cosa accade a Napoli?

«La discarica di Terzigno è bloccata. E il termovalorizzatore di Acerra non funziona a pieno ritmo. Per le strade giacciono 520 tonnellate di immondizia, alle quali vanno aggiunte le 600 tonnellate contenute in 80 compattatori ancora carichi di rifiuti. Totale: oltre 1100 tonnellate. La Regione non ha un sistema per i rifiuti strutturato. È tutto molto rigido e quindi molto fragile. Così al minimo intoppo salta tutto».

La protezione civile dice che la gestione dei rifiuti è compito degli enti locali. Lei cosa chiede?

«Il Comune può fare poco da solo. Nell´immediato chiedo un accordo di solidarietà. Per sei giorni, come suggerito dal Prefetto, Napoli dovrà poter smistare i suoi rifiuti nelle province campane. Sul lungo periodo, invece, è indispensabile realizzare il termovalorizzatore di Salerno e quello di Napoli e creare discariche dislocate nell´interno della regione».

Caserta ha già detto che non accetterà i rifiuti di Napoli.

«Caserta sbaglia per tre motivi. Uno: Napoli per anni è stata la discarica di tutta la Regione. Due: c´è una legge che, prevedendo la provincializzazione dei rifiuti, non ha calcolato il rapporto tra popolazione e territorio: il 53 per cento della popolazione della Campania risiede nell´8 per cento del territorio, quello della provincia di Napoli. Tre: ci scandalizziamo se il Veneto fa storie per darci una mano e poi non tra di noi non ci aiutiamo? Ma siamo tutti leghisti?».

Napoli però ha una raccolta differenziata molto bassa.

«Siamo passati dal 17 per cento del 2007 al 19 per cento del 2009. Nel 2010 dovevamo arrivare al 21, ma l´obiettivo non è stato raggiunto per la mancata erogazione del finanziamento regionale di 8.250.000 euro e perché la Provincia non ci ha pagato gli 11 milioni di spese per la gestione degli Stir di Giuliano e Tufino. Non parlo di fondi straordinari, ma di soldi dovuti».

19-10-2010

La Repubblica

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"campania aiutaci, non siamo come i leghisti" - cristina zagaria

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