Inchiesta Ecoambiente, in venti dinanzi al Gup
“Affaire” rifiuti, in venti ieri mattina sono comparsi dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Gennaro Mastrangelo chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio inoltrata dal sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia Silvio Marco Guarriello, titolare del fascicolo investigativo inerente Ecoambiente Tra i venti indagati solamente Marco Senatore ha chiesto di essere processato con il rito dell’abbreviato. Rito alternativo che è stato già ammesso dal Gup e che dovrebbe celebrarsi probabilmente a dicembre. La richiesta di rinvio a giudizio, inoltre riguarda i vertici di Ecoambiente (partecipata della provincia) Gianluca De Santis (direttore generale), Attilio De Nigris (membro della commissione di gara), Maurizio Buccella (direttore dei lavori), Berto Aroldo legale rappresentante e amministratore della Gel spa, azienda che ha un ruolo chiave nell’inchiesta, Vincenzo De Vizia, socio e presidente del cda dela De Vizia Transfer, Marisa Lombardi, socio della DeVizia Transfer; Mario Capo, Giuseppe D’Acunzi, Vincenzo Manzo, Sara Fariello, Roberto Bellizia, Giovanni D’Antonio, Vincenzo Albini, Marco Lauretti, Walter Elizzi e Vincenzo De Prisco, Cosimo Montefusco e Domenico Ruggiero. L’inchiesta parte dall’appalto per la realizzazione di un impianto per il trattamento del percolato prodotto dalla discarica di Macchia Soprana, a Serre. Gli inquirenti avrebbero accertato una serie di rilevanti irregolarità. Ecoambiente avrebbe adottato procedure illecite per favorire la Gel Spa ammettendola alla gara nonostante un’offerta tecnica ritenuta anomala. Per la dda la Gel spa (azienda che ha poi vinto il bando), sarebbe stata ammessa alla gara nonostante la sua offerta tecnica risultasse anomala, perché prevedeva la realizzazione di un impianto sovradimensionato rispetto al capitolato. Ma non solo. Per gli
investigatori, il contratto sarebbe stato snaturato. Infatti, rispetto alle previsioni sulle potenziali quantità di materiale trattato ogni giorno (120 metri cubi), e nell’arco dei cinque anni previsti (180mila metri cubi), è stato autorizzato un incremento del 20%, quando venne attribuita ad Ecoambiente la gestione della discarica Parapoti, venne modificato l’oggetto del contratto estendendolo anche al nuovo sito nonostante la necessità di tecniche diverse e così, al posto di redigere una nuova gara,venne esteso «in modo illegittimo» (secondo la procura) l’originario appalto. Nel mirino della magistratura salernitana anche la gara d’appalto per i servizi dei rifiuti speciali prodotti dallo Stir di Battipaglia e dalla discarica di Campagna.
Approvato il bilancio d’esercizio, La crisi diventa un ricordo
di Erika Noschese
Sembra finalmente essere uscita dalla crisi in cui riversava la società EcoAmbiente Salerno Spa che ha approvato il bilancio di esercizio relativo all’anno 2018 con un risultato positivo pari a 952.835 euro. All’incontro erano presenti il presidente Provincia di Salerno, Michele Strianese, il consigliere provinciale alle Società Partecipate, Luca Cerretani, e il liquidatore unico di EcoAmbiente Salerno Spa, Vincenzo Petrosino. Con loro anche i rappresentati dell’Eda, Ente d’Ambito Salerno per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti: il presidente, Giovanni Coscia, e il direttore Generale, Bruno Di Nesta. E proprio Strianese e il direttore
Eda hanno incontrato i lavoratori del Consorzio di Bacino Salerno 2, ormai da tempo in stato di agitazione a causa delle problematiche relative alle mensilità: dal mese di marzo, infatti, i lavoratori non percepiscono lo stipendio e sono senza percepire la busta paga. «Nei giorni scorsi EcoAmbiente ha approvato il Bilancio e la Relazione sulla Gestione dell’esercizio sociale chiuso il 31 dicembre 2018, che evidenzia un risultato positivo di Euro 952.835, con una netta inversione rispetto all’esercizio precedente. La società raggiunge questo dato grazie ai consistenti risparmi conseguiti a seguito delle transazioni portate a termine con i fornitori, unitamente a una gestione virtuosa rispetto al passato – ha dichiarato il presidente Strianese – Non dimentichiamo tra l’altro che, per andare incontro alle difficoltà dei Comuni del nostro territorio, sono state mantenute, per l’esercizio 2018, le tariffe ancorate ai costi 2014, quindi non in grado di coprire i costi di gestione. Il pareggio operativo potrà essere raggiunto solo con l’approvazione della nuova tariffa. Eppure malgrado ciò, la società EcoAmbiente Salerno in liquidazione, con un grande attività di squadra, per cui ringrazio tutti i lavoratori, ha lavorato alla ristrutturazione del debito, focalizzandosi sulla propria mission, cioè soddisfare il bisogno della comunità provinciale di allocare i rifiuti indifferenziati con i l m i n o r i m p a t t o a m b i e n t a l e p o s s i b i l e e n e l m o d o economicamente più efficiente». In merito alle difficoltà che vivono ancora i lavoratori del Corisa2, il presidente di Palazzo Sant’Agostino ha ascoltato le loro istanze, «pur non essendo una questione di specifica competenza dell’Ente Provincia, ma consideriamo fondamentale rinforzare la filiera istituzionale dando anche il nostro contributo per la definizione di un piano di ricollocamento.
La Corisa2 si impegna a versare gli arrestrati a tutti i dipendenti
“Il Corisa2 si impegna a versare gli arretrati ai lavoratori
del settore rifiuti, dopo il pagamento della fattura di Ecoambiente”. Lo ha annunciato il segretario della Csa Fiadel Angelo Rispoli in merito alla difficile situazione in cui versano i lavoratori del Consorzio. Lo sblocco imminente dei fondi, secondo Rispoli, è tra le notizie più importanti emerse nel confronto tra maestranze e vertici istituzionali alla Provincia di Salerno. “Qui è andata in scena una nuova manifestazione dei dipendenti da mesi non retribuiti, prima della conferenza con i vertici di Palazzo Sant’Agostino e dell’Eda per illustrare il bilancio positivo di Ecoambiente”, ha poi aggiunto Rispoli. Al termine dell’incontro, i lavoratori, grazie all’opera di mediazione della Digos, hanno avuto un faccia a faccia con il presidente della Provincia, Michele Strianese, e il direttore generale dell’Eda, Bruno Di Nesta. Entrambi hanno annunciato l’ultimazione del piano per la ricollocazione dei dipendenti in difficoltà. L’attesa è ora per la convocazione della Regione Campania. Sul fronte delle spettanze, Strianese e Di Nesta hanno interloquito con il commissario liquidatore del Consorzio, Giuseppe Corona, il quale si è impegnato a erogare gli arretrati e le buste paga.
Questo a seguito del pagamento dell’ultima fattura di Ecoambiente al Corisa2, ovvero la somma di 200mila euro che sarà interamente utilizzata per versare gli stipendi.
Mercoledì prossimo, le parti avranno un nuovo confronto in Provincia alle 10. «Diamo atto di questo impegno reale messo in campo dal presidente Strianese e dal direttore Di Nesta, gli unici elementi istituzionali presenti – sottolinea Angelo Rispoli, segretario Fiadel – Latita ancora la Regione Campania. Confidiamo in una convocazione a breve da parte del vicegovernatore e assessore all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola, al quale rivolgiamo un appello per rendere concreti gli sforzi».
«Ecoambiente passi sotto la gestione della Regione Campania»
Erika Noschese
La Regione Campania si occupi della società Ecoambiente. E’
l’appello lanciato dal sindaco di Bellizzi, nonché consigliere provinciale Mimmo Volpe nel consiglio tenutosi ieri mattina.
All’ordine del giorno, oltre all’approvazione dei verbali delle sedute precedenti, la presa d’atto dell’avvio della procedura di liquidazione deliberata dall’assemblea straordinaria della società per azioni “Ecoambiente Salerno Spa”, in liquidazione; il conferimento del mandato al presidente della Provincia, Giuseppe Canfora, per quanto riguarda il bilancio relativo al 2017 e l’approvazione del bilancio consolidato relativo all’anno 2016. Minoranza completamente assente se non per la presenza di Fulvio Mormile, neo iscritto a Forza Italia. Prima di procedere con le varie votazioni, l’ingegnere Rizzo legge una lunga relazione in cui si evincono tutte le difficoltà patite dalla società che gestisce il ciclo dei rifiuti urbani nella provincia di Salerno, a causa del mancato controllo del comitato per la Sorveglianza che avrebbe dovuto riscuotere i debiti contratti dai Comuni con cui Ecoambiente aveva contratto debiti. Il processo di messa in liquidazione, come ha sottolineato Rizzo, altro non è che una procedura in linea con la legge regionale. «Fino al 2016 era impossibile accedere ai bilanci della società Ecoambiente – ha più volte sottolineato il presidente Giuseppe Canfora – Solo dopo i vari esposti presentati è stato possibile accedervi, con l’intervento della magistratura». La società che gestisce il ciclo dei rifiuti in Regione Campania, attualmente, vanta un amministratore unico che, a partire dalla prossima delibera, avrà degli indirizzi che dovrà rispettare in quanto
Ecoambiente non dipenderà più dalla Provincia ma lavorerà per conto proprio. I bilanci della Ecoambiente hanno registrato perdite continue a partire dal 2015, fino a sforare gli oltre 4milioni nel 2016 anche a causa dei Comuni salernitani che non avrebbero pagato le spettanze circa il conferimento dei rifiuti, il tutto aggravato dall’assenza di controllo circa un eventuale recupero crediti che avrebbe portato la Ecoambienti a chiedere una cessione alla Sistemi Spa per tentare di far fronte alle criticità. «Nel corso degli anni non ci sono stati controlli da parte del Comitato di sorveglianza – ha attaccato il consigliere provinciale Mimmo Volpe – Ho le mie perplssità al riguardo ma il documento va approvato perchè è un atto di responsabilità, fermo restando che quando subentra la magistratura è sempre una sconfitta della politica». Volpe chiede dunque che l’Ato vada a Regime e che decida, con l’assemblea dei sindaci, i prezzi per Ecoambiente e non il contrario, oltre a chiedere che il Sistema Integrato dei Rifiuti passi sotto il controllo della Regione Campania, così che la società possa essere assorbita da Campania Ambiente, poichè «il bilancio squilibrato della Provincia è dovuto sia a i p r o b l e m i r e l a t i v i a d E c o a m b i e n t e s i a all’Arechimultiservice», ha aggiunto Volpe che ha avuto uno scontro acceso proprio con Mormile dopo che quest’ultimo ha sollevato perplessità sulla gestione del ciclo dei rifiuti, tanto da astenersi nella votazione dei punti all’odg ma
“accusando” il colpo della maggioranza che ritiene colpevole il partito degli azzurri poiché la nomina del comitato di sorveglianza era ad opera di Forza Italia. Rinviata l’approvazione del bilancio consolidato del 2016 che vieta, di fatto, alla società Ecoambiente di assumere dipendenti fino all’approvazione che dovrebbe avvenire entro un mese.
Ecoambiente, il ruolo di Ruggiero Spuntano anche il politico e la coop
Andrea Pellegrino
Al centro dell’inchiesta Ecoambiente c’è l’ingegnere Domenico Ruggiero. Già finito al centro di un’inchiesta napoletana (nel 2008 finì ai domiciliari), l’ingegnere è uno degli interlocutori privilegiati di Mario Capo, all’epoca dei fatti contestati dalla Procura di Salerno, amministratore delegato della società provinciale. Ruggiero, in Procura, sostiene di
«non aver nessun potere economico» ma tra le testimonianze c’è chi descrive il ruolo dell’ingegnere: «interloquiva direttamente con Mario Capo (che il potere economico lo aveva) il quale “ordinava” al direttore generale e al dottor Roberto Muscariello (responsabile amministrativo) quali pagamenti fare e di quale importo». Ed anche sull’appalto con Gel spa – finito al centro dell’inchiesta – Ruggiero gioca un ruolo fondamentale. Ed è Gianluca De Santis, all’epoca dei fatti direttore generale di Ecombiente, a raccontare al pubblico ministero Marco Guarriello tutti i particolari. Ed è sempre Ruggiero che, secondo i testimoni, pare «abbia pilotato l’allocazione dei fondi regionali, quindi pubblici, dedicati all’impianto di compostaggio per risolvere il problema di EcoAmbiente» e che per far bella figura agli occhi di Belgiorno (consulente di De Luca in Regione Campania) ed il vicepresidente Fulvio Bonavitacola abbia «fatto “copia e incolla” dei progetti da altri impianti fatti da altre società provinciali». Ma il caso Ruggiero scoppia anche ad Eboli. Ed è il consigliere comunale Damiano Cardiello a scoprire le carte e chiedere la revoca degli incarichi. L’ingegnere è infatti a capo del sito di compostaggio di Eboli. Un affidamento diretto, poi una proroga. Infine la gara: ma è l’unico a partecipare. «Alla luce dell’avviso di garanzia ricevuto per
la vicenda Ecoambiente – spiega l’avvocato Cardiello – e dell’iter utilizzato dal Comune di Eboli ho chiesto già mesi fa la revoca immediata dell’incarico affidato a Ruggiero». Ma la lente d’ingrandimento della Procura è anche sul servizio di brokeraggio e sulle assunzioni. Per il primo spunterebbe un nome eccellente di un attuale politico, per le assunzioni invece una cooperativa. Entrambi vicini politicamente alla governance dell’epoca.
Ecoambiente, nuovo bando per le ecoballe in provincia
Vincenzo Senatore
L’attività degli impianti aumenta e Ecoambiente corre ai ripari. La società partecipata dalla Provincia di Salerno e in liquidazione avvia un’indagine di mercato per individuare aziende alle quali commissionare la fornitura delle bobine per ecoballe. La maggior parte del carico è destinata allo Stir di Battipaglia, dove i volumi di smaltimento sono aumentati dopo che il liquidatore di Ecoambiente, Vincenzo Petrosino, ha chiuso un accordo con i vertici di Samte, società partecipata dalla Provincia di Benevento, per accogliere nella Piana parte dei rifiuti non più trattabili a Casalduni in seguito all’incendio del 23 agosto scorso. Secondo quanto risulta ai tecnici di Ecoambiente bisogna acquistare circa 120mila chili di pellicola per imballaggi,costo stimato 200mila euro. Lo Stir di Battipaglia, ora impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani indifferenziati, sarà il destinatario quasi esclusivo di questa fornitura, che avrà peraltro la durata di un anno a partire dalla sottoscrizione del contratto. Per il momento, comunque, si punta a
individuare le aziende specializzate, successivamente verrò loro inviata una lettera d’invito e solo dopo questi passaggi sarà possibile espletare la gara. Il che significa che non c’è grande urgenza anche se i tempi non sono proprio dilatati. Del resto lo stato di emergenza, seppure latente, è dato dal fatto stesso che sia Ecoambiente, seppure in liquidazione, a gestire le gare d’appalto benché si tratti di un’attività abbastanza irrituale, considerata la condizione in cui si trova.
Attenzione all’accordo con la Samte, però. Perché dopo che Ecoambiente ha dato la propria disponibilità ad accogliere l’indifferenziato presso il sito di Battipaglia Samte ha inviato una comunicazione ai sindaci dei 78 Comuni della provincia di Benevento che fino a qualche settimana fa conferivano i rifiuti a Casalduni. Questo per dire che Battipaglia non sa con quali quantitativi dovrà fare i conti, il che significa che sul bando per la fornitura della pellicola per ecoballe potrebbe esserci un’accelerazione. Di sicuro la gestione dello smaltimento dei rifiuti a Salerno e provincia diventa sempre poù una questione molto delicata.
Emergenza rifiuti, i sindaci in Prefettura e De Luca jr incontra i sindacati
Un Tavolo in Prefettura ieri mattina, per cercare una soluzione al problema e all’emergenza rifiuti in tutta la provincia di Salerno, che coinvolge lo Stir di Battipaglia e soprattutto la società EcoAmbiente. Punto fondamentale dell’incontro con il vicario Forlenza, la richiesta alla Regione Campania di sospendere l’atto di pignoramento notificato ai Comuni. Presenti all’incontro il Commissario
liquidatore della società Petrosino, il consigliere delegato della Provincia Strianese, il Presidente dell’Ente d’Ambito Giovanni Coscia, oltre agli amministratori dei Comuni di Salerno, Battipaglia, Cava de’ Tirreni, Eboli, Nocera Inferiore e Pontecagnano Faiano. “Dopo ampia disamina delle criticità registratesi – si legge nella nota inviata dagli uffici della Prefettura – gli intervenuti hanno rappresentato la necessità di richiedere alla Regione Campania, una temporanea sospensione dell’atto di pignoramento recentemente notificato ai Comuni con conseguente svincolo delle somme presso i terzi debitori. E’emersa, poi, l’opportunità di proporre l’attivazione di un tavolo di coordinamento dei flussi di conferimento dei rifiuti solidi urbani sull’intero territorio regionale al fine di prevenire eventuali criticità di carattere igienico sanitario in considerazione dell’approssimarsi della stagione estiva. Infine, si è convenuto sulla necessità di intensificare le iniziative di sensibilizzazione e di intervento per incrementare in modo significativo la raccolta differenziata, di qualità, sui territori”. Ma la questione ancora aperta, è quella su una paventata emergenza sociale, che potrebbe verificarsi di qui a breve. La problematica dei lavoratori infatti rimane in piedi.
A rischiare il posto sono infatti circa 80 lavoratori con contratto a tempo indeterminato e 6 con contratto a tempo determinato. E ieri l’incontro dei sindacati con l’onorevole Piero De Luca, in sede istituzionale. De Luca jr si è infatti interessato alla questione per capirne problematiche ma soprattutto per mediare cercando una soluzione che non lasci circa 86 famiglie sul lastrico. Così come già anticipato dal presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora. Ma dalla Cgil hanno dato l’ultimatum. Se entro fine settimana non si riesce a delineare una situazione chiara infatti, lo sciopero è dietro l’angolo. “Abbiamo chiesto risposte celeri – ha dichiarato il delegato Cgil Erasmo Venosi, che si sta occupando della questione – se queste non arriveranno entro fine settimana avvieremo subito la procedura di scioperto per i lavoratori di EcoAmbiente”. Uno sciopero, dunque, che
potrebbe portare ad un nuovo “stop” e ad una nuova emergenza rifiuti, come un cane che si morde la coda.
Dipendenti minacciano di lanciarsi dal tetto dell’azienda per avere lo stipendio
Erika Noschese
Dipendenti senza stipendio da tre mesi chiedono un incontro con il commissario e salgono sul tetto dell’azienda per chiedere di essere ascoltati. E’ quanto sta accadendo all’interno della IsoAmbiente di Salerno, società partecipata del consorzio di Bacino Salerno 2. A denunciarlo è il segretario generale della Csa Fiadel di Salerno, Angelo Rispoli, secondo cui i lavoratori del consorzio avanzerebbero ancora metà della tredicesima mentre ai dipendendi di IsoAmbiente spetterebbe non solo metà tredicesima ma tre mensilità e, a breve, dovrebbe scattare la quarta. Rispoli ha inoltre spiegato che stamattina un gruppo di dipendenti ha chiesto un incontro al commissario Giuseppe Corona che non ha potuto riceverli in quanto impossibilitato. A dialogare con i lavoratori è stato invece il commissario liquidatore Pietro Antonio Vitiello. La IsoAmbiente Salerno dovrebbe avere dalla Provincia circa 3 milioni di euro, oltre ad alcuni milioni di euro che dovrebbe invece incassare da Ecoambiente, la società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti urbani nella provincia di Salerno.Dipendenti senza stipendio da tre mesi chiedono un incontro con il commissario e salgono sul tetto
dell’azienda per chiedere di essere ascoltati. E’ quanto sta accadendo all’interno della IsoAmbiente di Salerno, società partecipata del consorzio di Bacino Salerno 2. A denunciarlo è il segretario generale della Csa Fiadel di Salerno, Angelo Rispoli, secondo cui i lavoratori del consorzio avanzerebbero ancora metà della tredicesima mentre ai dipendendi di IsoAmbiente spetterebbe non solo metà tredicesima ma tre mensilità e, a breve, dovrebbe scattare la quarta. Rispoli ha inoltre spiegato che stamattina un gruppo di dipendenti ha chiesto un incontro al commissario Giuseppe Corona che non ha potuto riceverli in quanto impossibilitato. A dialogare con i lavoratori è stato invece il commissario liquidatore Pietro Antonio Vitiello. La IsoAmbiente Salerno dovrebbe avere dalla Provincia circa 3 milioni di euro, oltre ad alcuni milioni di euro che dovrebbe invece incassare da Ecoambiente, la società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti urbani nella provincia di Salerno.Debiti, questi, che se non risanati , non permettono alla società di poter pagare gli stipendi ai lavoratori della IsoAmbiente. «Operai messi in ginocchio dall’indifferenza della politica. Pronto a presentare un report sul caso alla Procura di Salerno», ha dichiarato il segretario generale Angelo Rispoli, parlando di «ennesimo dramma del lavoro» che «non può passare inosservato a Salerno». Il segretario generale della Csa Fiadel di Salerno, in queste ore è in stretto contatto con i lavoratori della IsoAmbiente che, senza stipendio da tre mesi, sono saliti sul tetto dell’azienda minacciando di dare vita a gesti estremi se non sarà fatta chiarezza sulla vertenza che, da tempo, vede coinvolta la propria ditta. «Dalle notizie che mi giungono sono cinque i lavoratori saliti sul tetto, tra cui il nostro delegato sindacale», ha detto Rispoli. Si tratta di persone che hanno subito lo sfratto di casa e che non possono fare la spesa. «Siamo solidali con loro, anche se questi gesti mi lasciano perplessi. Tuttavia, la colpa è dei rappresentanti politici del territorio, inermi su quanto accade a questi lavoratori», ha detto ancora Rispoli, spiegando che tre dipendenti avrebbero già ricevuto l’avviso di sfratto per
morosità perchè non pagano l’affitto di casa da mesi. Infine l’appello a magistratura e istituzioni: «Sono disponibile, sin da subito, a spiegare quanto sta accadendo all’interno della IsoAmbiente al capo della Procura della Repubblica di Salerno, Corrado Lembo. Parliamo di un’azienda che vanta svariati crediti dall’Ente Provincia e dall’EsoAmbiente, ma tutto è fermo al palo. Da sindacalista sono pronto a presentare un ampio dossier alla magistratura nel caso in cui mi venga richiesto. Infine, dal presidente della Provincia, Giuseppe Canfora, e da Tonino Cuomo, capo di EcoAmbiente, auspico un a t t e g g i a m e n t o p i ù r e s p o n s a b i l e n e i c o n f r o n t i d e i lavoratori».Intanto, nella giornata di oggi EcoAmbiene dovrebbe tenere un’assemblea per chiarire le difficoltà che ormai da tempo stanno vivendo i lavoratori e trovare soluzioni concrete affinchè si risolvano le questioni.
Otto mesi per svuotare lo Stir ma Ecoambiente non ha i soldi
Andrea Pellegrino
Occorrerebbero circa 8 mesi per svuotare il capannone dello Stir di Battipaglia dove dovrebbe essere realizzato l’impianto di compostaggio. Qui ci sono, allo stato, ottomila tonnellate di rifiuti umidi stabilizzati che sostanzialmente hanno bloccato la posa della prima pietra dell’impianto voluto dalla Regione Campania di Vincenzo De Luca e contrastato duramente dall’amministrazione comunale e dai cittadini. La ditta vincitrice dell’appalto per la realizzazione del Compostaggio sarebbe già nelle condizioni di chiedere i danni per la
mancata consegna dell’area da parte di Ecoambiente (stazione appaltante) e la situazione è destinata ad aggravarsi perché per svuotare il capannone occorrerebbero dai agli 8 mesi.
Sempre che si riuscisse a trovare l’impresa che sia disposta a svuotarlo perché l’ultima gara indetta da Ecoambiente è andata deserta. Al momento, secondo le prime informazioni, la società provinciale non ha indetto nessuna gara neppure per i rifiuti prodotti quotidianamente per mancanza di risorse finanziarie e per evitare una emergenza sempre più vicina dallo Stir vengono inviati ogni giorno due/tre carichi di rifiuti per il termovalorizzatore di Acerra. Quindi ad Acerra si sta bruciando l’umido con gravi danni per l’ambiente (aumento di emissioni in atmosfera e aumento di ceneri) e con sempre più rilevanti costi. Un primo studio prevede lo smaltimento delle 8mila tonnellate di rifiuti nella discarica casertana di San Tammarano che però è già satura. Oltre San Tammaro l’unica discarica attiva in tutta la Regione è quella di Savignano Irpino che versa nelle stesse condizioni e cioè è prossima all’esaurimento. Tra pochi mesi, quindi, la Campania non avrà più nessuna discarica attiva e anche le provincie di Caserta e Avellino andranno in grave crisi. Una emergenza che da tempo viene preannunciata dall’ex assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano che in più sedi ha lanciato l’allarme.
Il compostaggio di Battipaglia? Bloccato dai rifiuti dello Stir
Andrea Pellegrino
Potrebbero essere gli stessi rifiuti a bloccare l’impianto di
compostaggio a Battipaglia. La vicenda ha tratti paradossali e , s e c o n f e r m a t a , p o t r e b b e c o n f e r m a r e i n p i e n o l e preoccupazioni dei cittadini battipagliesi. Secondo il cronoprogramma dei lavori per la realizzazione del contestato impianto di trattamento dei rifiuti, durante la prossima settimana dovrebbe essere posata la prima pietra. Il contratto per l’inizio dei lavori già c’è solo che pare non sia possibile iniziare l’intervento perché l’area (all’interno dello Stir) è stracolma di rifiuti che la società provinciale Ecoambiente non riesce a smaltire per mancanza di soldi.
«Questa circostanza, spiega l’ex assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano, conferma che il sistema dei rifiuti è in grave crisi. Hanno ragione i cittadini Battipaglia a non volere l’impianto perché lo Stir – prosegue – non è sufficiente stante già la necessità di abbancare i rifiuti trattati nella fase ordinaria». Ed ancora ricorda:
«Nel piano della precedente giunta Caldoro era prevista la sostituzione dello Stir con l’impianto di compostaggio, non una aggiunta». «Dalla nostra – prosegue Giovanni Romano – a b b i a m o p r o p o s t o d e l l e m o d i f i c h e d a n o i r i t e n u t e indispensabili, tra cui l’eliminazione dei grandi impianti per il trattamento della frazione organica (come quello previsto allo Stir di Battipaglia) viste le opposizioni delle comunità locali. Secondo noi occorre realizzare impianti di compostaggio aerobico di piccola taglia lasciando ai Sindaci nei sub-ambiti il compito di scegliere dove realizzarli in modo da evitare che i territori scelti vengano gravati da un carico inquinante sproporzionato. A Battipaglia, quindi, potrebbe essere realizzato un impianto di sole 5.000 tonnellate per le esigenze della Città». Intanto non manca la replica di Vincenzo De Luca che continua a difendere l’impianto di Salerno città, nonostante le indagini in corso e il blocco ormai di un anno delle attività: «Il compostaggio in città, unico in Campania ha avuto riconoscimento come migliore pratica in Ue e l’Anac riconosce che è impianto di eccellenza ma gestito male negli ultimi tempi».
Ecoambiente, il pm convoca De Santis
Andrea Pellegrino
Il 22 novembre Gianluca De Santis, direttore generale di
“Ecoambiente”, dovrà essere ascoltato dal pm Silvio Marco Guarriello nell’ambito dell’inchiesta sulla società
provinciale che si occupa di rifiuti. E’ uno dei ventuno iscritti sul registro degli indagati e che dovranno rispondere a vario titolo di abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Due sono l e g a r e d ’ a p p a l t o c h e s o n o f i n i t e s o t t o l a l e n t e d’ingrandimento della Procura di Salerno. Entrambe portate a termine durante la gestione Capo: una riguarda il trasporto dei rifiuti, l’altra il percolato. Tra le accuse si contesta la procedura utilizzata, con particolare riferimento all’istituto delle proroghe. L’inchiesta penale nascerebbe, o l t r e c h e d a u n a s e r i e d i e s p o s t i p r e s e n t a t i dall’amministrazione Canfora, anche dal lavoro effettuato dall’ultimo management, con a capo Marilena Russo, ex magistrato, subentrata alla guida della società dopo la rinuncia di un altro ex magistrato Alfredo Greco, che preferı̀
non assumere l’incarico per le precedenti indagini da lui stesso compiute. Russo, affiancata da Giovanni D’Antonio, ha avuto il compito di far chiarezza su conti ed atti della società, informando la Procura della Repubblica.Tra gli indagati, oltre l’allora presidente della società provinciale Mario Capo ed il direttore generale De Santis, compare anche l’ex revisore dei conti Roberto Bellizia, oltre che il dirigente provinciale D’Acunzi, funzionari, tecnici e consulenti.