• Non ci sono risultati.

2 Le codifiche della luce infrarossa

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "2 Le codifiche della luce infrarossa"

Copied!
15
0
0

Testo completo

(1)

2 Le codifiche della luce infrarossa

2.1 La luce infrarossa

2.1.1 La scoperta

Nel 1800 il fisico William Herschel pose un termometro a mercurio nello spettro prodotto da un prisma di vetro, per misurare il calore delle differenti bande di luce colorate. Scoprì che il termometro continuava a salire anche dopo essersi mosso oltre il bordo rosso dello spettro, dove non c'era più luce visibile. Fu il primo esperimento che mostrò come il calore poteva trasmettersi grazie ad una forma invisibile di luce.

2.1.2 Descrizione

La radiazione infrarossa (IR) è una radiazione elettromagnetica con lunghezza d'onda maggiore della luce visibile, ma minore delle microonde. Il nome significa "sotto il rosso" (dal Latino infra, "sotto"), perché il rosso è il colore visibile con la lunghezza d'onda più lunga. La radiazione infrarossa ha una lunghezza d'onda compresa tra 700 nm e 1 mm. Lo spettro infrarosso è spesso suddiviso in infrarosso vicino (NIR, 0,7-5 µm), medio infrarosso

(2)

(MIR o intermediate-IR, 5-30 µm) e infrarosso lontano (FIR, 30-1000 µm). Questa divisione non è molto precisa, ma intesa solo per dare un'idea generale della lunghezza d'onda di cui si sta parlando.

Figura 2.1: Spettro elettromagnetico

La radiazione infrarossa è spesso legata al calore, perché gli oggetti alle normali temperature quotidiane emettono spontaneamente radiazione di questo tipo (più che altro concentrata nel medio e lontano infrarosso) a causa dell'agitazione termica delle loro molecole. Circa la metà dell'energia raggiante proveniente dal Sole è costituita da infrarosso, e una lampada elettrica ordinaria emette molto più infrarosso che luce visibile. Fortunatamente per noi, il calore è concentrato nello spettro del medio-lontano infrarosso, mentre lo spettro utilizzato dai normali telecomandi è il vicino infrarosso. Questo limita il fenomeno dell’interferenza e di conseguenza la creazione di errori.

2.2 La codifica del segnale IR

Viste le molte fonti da radiazione IR presenti nell’aria, viene da chiedersi come la nostra TV faccia a capire verso quali stimoli reagire. La risposta sta nella modulazione del

segnale. In un sistema dotato di telecomando, i dati vengono inviati e ricevuti tramite

opportune codifiche introdotte dai produttori. Trasmettitore e ricevitore sono accordati sulla stessa frequenza (tipicamente compresa tra 35 kHz e 40 kHz) e adottano lo stesso tipo di codifica/decodifica dei dati. Ad ogni dispositivo viene assegnato un indirizzo che lo distingue, qualora ci siano due prodotti che adottano la stessa codifica vicini tra loro.

(3)

Inoltre ogni comando impartibile dall’utente viene codificato su un numero di bit variabile e dipendente dalla codifica utilizzata.

Figura 3.2: Operazioni per l'esecuzione di un comando

2.3 Panoramica sui tipi di modulazione impiegati

2.3.1 Cos’è la modulazione

La modulazione consiste nel variare una delle grandezze caratteristiche (ampiezza, frequenza o fase) di un segnale periodico, detto portante, in base a una legge temporale dipendente dalle variazioni di un altro segnale detto modulante (colui che contiene l’informazione da trasmettere). Ci sono moltissimi tipi di modulazione dipendenti dalla natura dei segnali (digitali o analogici) e dal parametro della portante che viene modificato (modulazione di ampiezza, di frequenza, di fase). Ovviamente laddove abbiamo una

(4)

modulazione, dovremo avere anche una demodulazione ovvero la ricostruzione del segnale modulante originale. Per fare la modulazione/demodulazione esistono diversi circuiti dedicati il cui prezzo può variare molto.

2.3.2 Modulazione Bi-fase

Questa modulazione è basata sulle transizioni dal livello logico alto a quello basso e viceversa. Infatti i bit hanno durata costante e vengono codificati secondo il tipo di transizione: dal basso verso l’alto o viceversa. Di norma la transizione avviene a circa metà del periodo del bit.

Figura 2.4: Esempio di codifica bi-fase

Questo tipo di codifica è usata piuttosto frequentemente e l’esempio più conosciuto è il protocollo RC-5 della Philips.

2.3.3 Modulazione PWM

Il nome PWM significa Pulse Width Modulation ovvero modulazione a larghezza di impulso. In questa modulazione la durata del singolo bit è variabile e dipende dallo stato logico del bit stesso. Di solito il bit più lungo è associato al bit 1 mentre il più corto al bit 0. A seconda del tipo di protocollo nel bit più lungo possiamo avere una sezione a livello logico alto più ampia o meno ampia della sezione a livello basso. Ovviamente, data la

(5)

diversa durata dei bit, non possiamo stabilire a priori la durata di un messaggio trasmesso con tale codifica.

Figura 2.5: Esempio di codifica PWM

Questo tipo di codifica è utilizzata da molti costruttori quali Sony, NEC, Daewoo, Pioneer e tanti altri.

2.4 Descrizione di alcuni protocolli di comunicazione

La trasmissione IR non ha nessuno standard di riferimento. Nel mondo esistono un numero enorme di protocolli di trasmissione utilizzati dai prodotti dotati di controllo remoto. Possiamo affermare che molti marchi importanti (quali Sony, Philips, NEC, Nokia e tanti altri) hanno il loro protocollo, ma questo non vuol necessariamente dire che un prodotto di un dato marchio adotti il protocollo proprietario.

(6)

Nella figura precedente vediamo il messaggio inviato dal telecomando universale dopo essere stato programmato per due diversi televisori di marca Sony. Possiamo notare come i due messaggi siano completamente diversi: il segnale bianco ha la struttura del protocollo Sony (illustrato all’interno di questo capitolo) mentre l’altro non rispecchia tale codifica. Questo ci aiuta a capire quanto sia vasto e vario il mondo delle comunicazioni infrarosse. Vediamo adesso più in dettaglio alcuni dei protocolli maggiormente utilizzati.

2.4.1 Protocollo Philips

Sviluppato dalla Philips, adotta una codifica bifase con portante a 36 kHz.

2.4.1.1 Codifica del bit

Il bit “1” è rappresentato da una transizione del segnale dal livello basso a livello alto, ovvero viene acceso il LED per la trasmissione. Il bit “0” ha una codifica inversa, ovvero si basa su una transizione dal livello alto al livello basso. Ogni bit ha una durata complessiva di 1.778 ms.

Figura 2.7: codifica del bit 0 (a) e del bit 1 (b)

2.4.1.2 Formato del dato

Il messaggio inviato dal trasmettitore è formato da 14 bit:

AGC CTRL TOGGLE

(7)

Descriviamo brevemente il significato dei vari campi del messaggio:

• AGC: ha durata di 1 bit e serve per aggiustare il controllo automatico di guadagno • CTRL: questo bit è stato aggiunto per ampliare la lista dei possibili comandi. • TOGGLE BIT: lungo un bit, serve per il controllo sugli errori.

• BIT DI SISTEMA: sono 5 (MSB...LSB) ed indicano il codice dispositivo.

• BIT DI COMANDO: implementano la codifica del tasto premuto. Sono 6 e vengono trasmessi a partire dal più significativo.

Figura 2.8: Dato con codifica Philips

Un messaggio completo dura circa 24 ms mentre il tempo di ripetizione è di circa 114 ms.

2.4.2 Protocollo NEC

Il codice NEC è adottato da molte ditte ed è basato su una portante a 40 kHz e adotta una codifica PWM.

2.4.2.1 Codifica del bit

Il bit “1” è formato da 550 µs di luce seguiti da 1650 µs di buio, mentre il bit “0” è formato da un livello alto di 550 µs e uno basso di ugual durata. Da notare che per minimizzare il consumo del dispositivo, nella codifica del bit “1” il periodo di non emissione è più lungo di quello di emissione.

(8)

Figura 2.9: Codifica del bit 1 (a) e del bit 0 (b)

2.4.2.2

Formato del dato

Un dato trasmesso usando questa codifica è formato da 32 bit più uno start bit.

START BIT CODICE

DISPOSITIVO COMPL. COD. DISPOSITIVO CODICE TASTO COMPL. COD. TASTO

Lo Start Bit è formato da un impulso alto da 8800 µs seguito da un impulso basso di 4400 µs. I restanti campi sono tutti di 8 bit e vengono trasmessi partendo dal bit meno significativo: codice dispositivo, codice dispositivo negato, codice tasto, codice tasto

negato. La trasmissione dei campi negati avviene sia come prevenzione verso gli errori, sia

per rendere costante la durata di un messaggio.

Figura 2.10: Esempio di un comando inviato con codifica NEC

Il tempo di ripetizione è di 110 ms.

2.4.3 Codice Sony

Questo codice è usato di base sui moltissimi prodotti Sony. È basato su una codifica PWM con portante a 40 kHz. La particolarità di questa codifica è quella di avere il codice dispositivo di lunghezza variabile. Infatti esso può spaziare da 5 fino a 20 bit.

(9)

2.4.3.1 Codifica del bit

Essendo una modulazione PWM, avremo una durata diversa per i due bit.

Il bit “1” è formato da un impulso alto della durata di 1200 µs seguito da un impulso basso di 600 µs. Il bit “0” è formato da due impulsi (nell’ordine alto – basso) di 600 µs.

Figura 2.11: Codifica del bit 1 (a) e del bit 0 (b)

2.4.3.2 Formato del dato

Un comando inviato su un TV che adotta questa codifica ha il seguente formato:

START BIT CODICE TASTO CODICE DISPOSITIVO

Lo start bit è formato da un impulso alto della durata di 2400 µs seguito da un impulso basso di 600 µs. Il codice tasto è su 7 bit e viene trasmesso partendo dal LSB. Anche il

codice dispositivo viene trasmesso partendo dal LSB ma la sua lunghezza è variabile e

dipende dal tipo di dispositivo.

Figura 2.12: Esempio di un messaggio con codifica Sony

Il tempo di ripetizione del messaggio, qualora l’utente continui a premere il tasto, è di 45 ms.

(10)

2.5 Verifiche pratiche

Dopo aver visto una carrellata di alcuni protocolli di comunicazione, facciamo una prova pratica per verificare l’autenticità delle informazioni fornite.

Le prove pratiche vengono effettuate utilizzando un telecomando, due semplici circuiti di ricezione e un oscilloscopio digitale.

Il telecomando è un comunissimo telecomando universale da pochi euro, mentre per il circuito di ricezione abbiamo usato un fotodiodo per rilevare la portante e il VISHAY TSOP1738, un ricevitore-demodulatore IR operante sulla frequenza di 38 kHz per implementare il codice ricevuto.

Figura 2.13 Circuito di ricezione

Da notare che, pur utilizzando un ricevitore-demodulatore centrato sulla frequenza di 38 kHz, abbiamo potuto ricevere sia segnali con portante di 36 kHz, che segnali con portante di 40 kHz.

Un altro appunto riguarda l’inversione dei segnali ricevuti; infatti il Vishay TSOP1738 genera in uscita un livello logico alto quando non riceve segnale, mentre va a livello basso quando riceve un segnale.

(11)

2.5.1 Codice Philips

Come prima verifica vediamo che la frequenza della portante sia di 36 kHz.

Figura 2.14: Frequenza della portante con codifica Philips

Con l’ausilio dell’oscilloscopio abbiamo misurato il periodo del segnale portante che è risultato essere 27,8 µs. Tale valore risulta in linea con quanto esposto: infatti corrisponde ad una frequenza di 35,97 kHz.

Passiamo ora alla verifica del codice premendo due diversi tasti e confrontando i codici ottenuti con l’ausilio dell’oscilloscopio.

(12)

Figura 1.15 In verde il codice del tasto vol+, in bianco il tasto ch+

Il telecomando è stato programmato sul dispositivo RC5300 ( TV ). Come vediamo dalla figura, il codice dispositivo è 0 espresso su 5 bit ed è costante in entrambi i messaggi. Viceversa il codice comando varia: 010000 per il tasto VOL+ e 100000 per il tasto CH+.

2.5.2 Codice NEC

Verifichiamo la frequenza della portante.

(13)

Come possiamo vedere la frequenza è 40 kHz, coincidente con quanto precedentemente esposto.

Dopo aver programmato opportunamente il nostro telecomando universale, controlliamo che la durata del bit 1 sia quella prevista. Questo ulteriore controllo viene fatto in quanto il messaggio trasmesso è particolarmente lungo e la figura esposta non risulta molto leggibile.

Figura 2.17 Durata del bit 1: 2.24ms

Osserviamo che la durata è uguale ( a meno di 0.04 ms ) a quella prevista (2,2 ms). Andiamo adesso a confrontare due messaggi ottenuti con la pressione di due tasti diversi sul telecomando.

(14)

Figura 2.18 Confronto tra messaggi NEC

Nella figura osserviamo i codici prodotti dal telecomando programmato sul dispositivo NEC RB34-P (un VCR). Il messaggio giallo corrisponde alla pressione del tasto PLAY, mentre quello bianco viene spedito col tasto STOP.

I due codici hanno la prima parte uguale (in quanto si riferiscono allo stesso dispositivo, quello con indirizzo 10011000 invertito, ovvero 11001), mentre si differenziano nel codice tasto: per il tasto PLAY abbiamo 05H (l’inversione di 10100000), mentre per il tasto STOP abbiamo 04H. Anche i campi dei codici complementari sono giusti: abbiamo 01100111 per il campo dispositivo, 01011111 per il tasto PLAY e 11011111 per il tasto STOP.

Infine possiamo notare come grazie alla trasmissione dei codici complementari, entrambi i messaggi abbiano la stessa durata pur utilizzando la modulazione PWM.

2.5.3 Codice Sony

Per queste prove abbiamo programmato il telecomando sul dispositivo RM-836, un semplice televisore con codice dispositivo a 5 bit.

(15)

Figura 2.19: Periodo del segnale portante con codifica Sony

Vediamo ora i codici generati dalla pressione dei tasti PWR e CH6.

Figura 2.20 messaggi trasmessi con codifica Sony

Possiamo notare come cambi la parte relativa al codice tasto mentre rimane invariato lo start bit e la parte finale del messaggio relativa al dispositivo indirizzato. Notiamo inoltre che la durata dei messaggi è diversa: essa infatti dipende dal numero di bit 1 e 0 presenti in quanto il tempo di trasmissione dei bit è diverso.

Figura

Figura 2.1: Spettro elettromagnetico
Figura 3.2: Operazioni per l'esecuzione di un comando
Figura 2.4: Esempio di codifica bi-fase
Figura 2.6: Confronto tra due segnali per dispositivi Sony
+7

Riferimenti

Documenti correlati

Ogni singolo fotone va a sistemarsi in un punto ben preciso dello schermo, non produce una sbiadita figura di interferenza. La maggior parte dei fotoni finiscono sullo schermo nei

Una funzione calcolabile è una funzione per la quale esiste un algoritmo che permette di calcolare il valore della variabile dipendente, in corrispondenza di ogni elemento del

Available Open Access on Cadmus, European University Institute Research Repository... European University

In the face of the ugliness of the Hungarian situation, perhaps also French action regarding the expulsion of ‘clandestine’ Roma in France which was the

Alternatively, one might say that the right of humanitarian intervention for the Security Council is a bundle of rights, because embedded in the notion of the right are the

The urban level is the intermediate one between local and global, and if from one side this leads to a double attack to it – from above and from below – this also means that it

• riconoscere protocolli e standard di sicurezza legati al commercio e delle transazioni on-line (SET, Secure Electronic Transaction, SSL, Secure Socket Layer e TLS Transport Layer

Ovviamente se una reazione ha una costante di equilibrio estremamente piccola all’equilibrio risultano presenti quasi esclusivamente i reagenti e non può essere spostato verso la