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Dati epidemiologici sulla meningite in Italia

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Academic year: 2021

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Capitolo 3

Dati epidemiologici sulla meningite in Italia

I dati che vengono elaborati in questo capitolo riguardano le notifiche di meningite, sia di origine batterica che di altri agenti infettivi, avvenute in Italia nel periodo 1994 - 2006, aggiornate al 18 maggio 2006; i dati relativi agli anni 2005 e 2006 sono incompleti. Essi sono disponibili su Internet tramite il Sistema Informatizzato Malattie Infettive (SIMI) del Ministero della Sanità, all'indirizzo http://www.simi.iss.it/dati.htm.

3.1 Meningococco ed altri agenti eziologici

Per valutare la rilevanza del meningococco nel panorama degli altri patogeni responsabili di casi di meningite, presentiamo innanzitutto il grafico 3.1, in cui viene mostrata la proporzione dei casi di notifica provocati dai vari agenti eziologici nel 2004 e nel 2005. E' evidente come il meningococco e lo pneumococco siano i due batteri più significativi per questa patologia, del quale rappresentano la quasi totalità dei casi identificati. I casi restanti sono molto frammentati tra una serie di altri agenti infettivi. L'haemophilus influenzae, che rappresentava un buon 15% dei casi fino al '96, e l'11% fino al '98, ha oggi una importanza largamente ridotta, probabilmente a causa dell'introduzione del vaccino che ha limitato notevolmente i tassi di carriage nella popolazione.

Vista l'importanza quasi paritaria del meningococco e dello pneumococco, riportiamo nel grafico 3.2 l'evoluzione temporale dei casi di notifica di meningite per i due agenti infettivi; quella del meningococco mostra due picchi piuttosto marcati: uno nel 1999, mantenuto in parte nel 2000, e uno nel 2004, dopo un'ascesa iniziata a partire dal 2002. I dati del 2005 non sono ancora definitivi, ma si mantengono sull'ordine di grandezza del 2004. La media fino al 2004 è di 221 casi annui, con una deviazione standard di 58.

Il numero di casi di pneumococco negli anni è rimasto su valori simili a quelli dovuti al meningococco (eccetto negli anni 1997 e 1998 in cui lo scarto a favore dello pneumococco è considerevole), e con picchi più o meno negli stessi anni. Per entrambi si evidenzia un sostanziale trend di crescita negli 11 anni considerati ed un alto tasso di correlazione.

Secondo alcune ipotesi epidemiologiche presentate nel capitolo precedente, il carriage e la manifestazione della malattia potrebbero essere favoriti dalle condizioni atmosferiche e dalla coinfezione da parte di patogeni del tratto nasofaringeo, come i virus influenzali. Sarebbe interessante valutare questa ipotesi confrontando gli andamenti del grafico 3.2, abbastanza coerenti tra loro, con altre grandezze come l'andamento delle temperature medie invernali o il numero di casi di influenza in questi anni. D'altra parte, ciò è reso più complesso dalla ripartizione dei casi in anni solari anziché in anni epidemiologici: nei paesi ricchi infatti la maggior parte dei casi avviene durante i mesi freddi, tra novembre e marzo, e questa ripartizione rende impossibile discriminare i

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Nel grafico 3.3 viene riportata l'evoluzione della frazione di casi di meningite meningococcica rispetto al totale dei casi. Si nota che il 1998 è l'anno in cui si registra il minimo della percentuale dei casi di meningite meningococcica rispetto al totale, in corrispondenza della maggiore prevalenza dovuta allo pneumococco (v. grafico 3.2). Il 2004 e il 2005 (non definitivo) mostrano una proporzione di questo batterio significativamente superiore alla media (valor medio: 26%, deviazione standard: 5%). In particolare, il numero totale di casi di meningite nel 2003 e nel 2004 è molto simile (967 contro 978), ma il numero di casi di meningococco è aumentato (278 contro 342, +23%).

Negli ultimi anni, dunque, il meningococco sta assumendo in Italia una maggiore importanza che giustifica un maggiore livello di attenzione e l'ipotesi di attuare delle strategie di controllo.

32,06% 28,47% 2,65% 3,17% 1,27% 2,75% 8,78% 20,85%

2004

meningococco pneumococco streptococcus agalac-tiae haemophilus in-fluenzae mycobacterium tu-bercolosis batteri Listeria altri non identificati 34,97 30,57 3,48 1,841,64 3,58 6,75 17,18

2005

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Grafico 3.2: Evoluzione temporale del numero di casi dovuti a meningococco o a pneumococco 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 0 25 50 75 100 125 150 175 200 225 250 275 300 325 350 Meningococco Pneumococco

Grafico 3.3: Evoluzione temporale della frazione di casi di meningite meningococcica rispetto al totale dei casi

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 0 0,025 0,05 0,075 0,1 0,125 0,15 0,175 0,2 0,225 0,25 0,275 0,3 0,325 0,35

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La distribuzione regionale del numero dei casi è piuttosto variabile con gli anni, ma la Lombardia è la regione mediamente più colpita, seguita dalle regioni del Nord e del Centro: Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Trentino Alto Adige e Toscana.

Negli ultimi anni il Trentino ha rilevato un numero di casi più basso (v. grafico 3.4) rispetto alla media nel periodo 1994-2004 (pari a 15,18 casi/anno). Nonostante questo il tasso di attacco per 100.000 abitanti (grafico 3.5) rimane in questa regione relativamente alto rispetto al resto d'Italia.

L'andamento regionale del tasso di attacco rispecchia abbastanza bene quello del numero dei casi, eccezion fatta per alcuni 'picchi' in alcune piccole regioni (Umbria, Molise, Basilicata, Val d'Aosta), in cui un solo caso in più o in meno può far variare radicalmente questo indicatore.

Al Sud l'incidenza è ovunque al di sotto della media nazionale, anche in regioni popolose come la Sicilia, la Puglia e la Campania, come si vede sia dal grafico sui casi annuali, sia, in modo più evidente, da quello sui tassi di attacco.

Il grafico 3.6 mostra come nel 2004, le quattro regioni più colpite (Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana) hanno registrato oltre la metà dei casi nazionali; se ad esse si aggiungono Campania, Emilia Romagna, Veneto e Sardegna, si arriva all'80%. Questo grafico conferma la maggiore concentrazione di casi al Nord e al Centro-Nord, caratterizzate da migliori condizioni socio-economiche medie: ciò è apparentemente in contrasto con i dati che rilevano la maggioranza dei casi concentrate nelle fascie meno abbienti della popolazione, anche nei contesti endemici.

Si evidenzia inoltre una certa continuità geografica tra alcune delle regioni più colpite che potrebbe far pensare a delle macro-aree principali di espansione (ad esempio Piemonte – Lombardia – Veneto – Emilia Romagna o Emilia Romagna – Toscana – Lazio).

Nel grafico 3.7 si confrontano le distribuzioni spaziali dei tassi di attacco di meningite in corrispondenza dei due anni in cui si sono registrati i picchi nei casi di meningite, il 1999 e il 2004. Si vede che nel 1999 si sono registrati tassi di attacco molto alti in Trentino Alto Adige, mentre nel 2004 sono state molto più colpite le regioni del Centro e del Nord-Ovest: Sardegna, Umbria, Molise e Piemonte, Liguria e Toscana.

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Grafico 3.4: Distribuzione dei casi di notifica per regione LOM BA R D IA VE N E T O LAZ IO EM IL IA R . PI E M O N T E T R EN T IN O A. A. T O SC AN A C A M PA N IA SI C IL IA PU G LIA SA R D EGN A LI GU R IA M A R C H E U M BR IA F R IU LI V . G. AB R U Z Z O C A LAB R IA M OL IS E BA SI LIC A T A VA L D ’A O S T A 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 2004 2003 2002

Regione

C

a

si

di

n

ot

ifi

ca

Grafico 3.5: Distribuzione geografica dei tassi di attacco per 100.000 abitanti (anni 2002-2004)

LO M B A R D IA V E N E T O LA Z IO E M IL IA R . P IE M O N T E T R E N T IN O A . A . T O S C A N A C A M P A N IA S IC IL IA P U G L IA S A R D E G N A LIG U R IA M A R C H E U M B R IA F R IU LI V . G . A B R U Z Z O C A L A B R IA M O L IS E B A S IL IC A T A V A L D ’A O S T A 0 0,25 0,5 0,75 1 1,25 1,5 1,75 2 2,25 2,5 2002 2003 2004 T a ss i d i a tta cc o p e r 1 0 0 .0 0 0 a b ita n ti

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Grafico 3.6: Distribuzione per regioni dei casi di meningite meningococcica in Italia

Grafico 3.7: Distribuzione regionale del tasso di attacco negli anni di picco del meningococco

77 33 30 27 25 25 21 20 6 58 LOMBARDIA PIEMONTE LAZIO TOSCANA CAMPANIA EMILIA R. VENETO SARDEGNA TRENTINO A. A. ALTRE LO M B AR D IA V EN E T O LAZ IO E M IL IA R . P IEM O N T E T R EN T IN O A. A . T O S C A N A C A M PA N IA S IC IL IA PU G LI A SA R D E G N A LIG U R IA M A R C H E U M BR IA F R IU LI V . G . A BR U Z Z O C A LAB R IA M O LI S E BA SIL IC A T A V AL D ’A O S T A 0 0,25 0,5 0,75 1 1,25 1,5 1,75 2 2,25 2,5 2,75 3 3,25 2004 1999 T a ss o d i a tt a cc o p e r 10 0. 00 0 a b ita nt i

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3.3 Distribuzioni nelle fasce di età e per serogruppi

La distribuzione per fasce di età, mediata sugli anni 1994-2004 e normalizzata per l'ampiezza della fascia di età (ipotizzando cioè uniforme la distribuzione all'interno delle singole fasce), ricalca l'andamento già noto in letteratura, con un picco nel primo anno di vita, mantenuto anche nei successivi 4, ed un secondo picco, meno intenso, nella fascia tra i 15 e i 24 anni (grafico 3.8). Un andamento analogo si rileva anche se si ricava lo stesso grafico per i singoli anni epidemiologici, anziché per la media dei casi.

Dal 1994 al 2004 si nota (grafico 3.9) una significativa diminuzione nella percentuale di casi di meningite dovuti alla voce 'altri', che comprende gruppi diversi dal gruppo B e dal gruppo C e gruppi non identificati; tale tendenza sembra confermata dai dati (non definitivi) del 2005 e dei primi mesi del 2006. E' probabile che siano principalmente i casi non identificati ad essersi ridotta nel tempo, giacché solo altri tre gruppi (A, W-135, Y), peraltro largamente minoritari in Italia, sono noti a livello mondiale per essere altamente patogenici, e non è ammissibile che essi abbiano causato oltre il 60% dei casi nel 1994 ed oltre il 30% nel 2005.

Il grafico mostra come non ci sia stato un significativo incremento del gruppo B, che rimane su livelli costanti, a fronte di un aumento del gruppo C da un minimo del 6% nel '95 ad un massimo di 29,82% del 2004; la frazione non confermata per il 2005 è del 37,6% (superiore a quella del gruppo B).

Nei due anni corrispondenti ai picchi nei casi di notifica (1999 e 2004) si ha un rapporto gruppo B: gruppo C rispettivamente di 98:27 e di 76:102. Il primo picco è quindi dovuto ad un aumento assoluto dei casi di gruppo B, mentre quello del 2004 è determinato dal notevole aumento, sia assoluto che relativo, dei casi di gruppo C.

Scomponendo il grafico 3.8 sulla distribuzione di casi normalizzata per fasce di età nei suoi omologhi relativi ai gruppi B e C, si ottiene il grafico 3.10. E' evidente la maggiore concentrazione del gruppo B rispetto al C nel primo anno di età, e un picco che inizia precocemente nella fascia 10-14 anni per il gruppo C; entrambe queste caratteristiche sono coerenti con quanto rilevato nella letteratura epidemiologica.

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0 01-04 05-09 10-14 15-24 25-64 >64 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 Media '94-'04 gruppo B Media gruppo B ± 1 std Media '94-'04 gruppo C Media gruppo C ± 1 std Grafico 3.8: Distribuzione dei casi di meningite meningococcica mediata sul periodo 1994-2004 e normalizzata

rispetto alle fasce di età

0 1 – 4 5 – 9 10 – 14 15-24 25-64 >64 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Grafico 3.9: Frazione di meningite meningococcica relativa ai vari serogruppi, anni 1994-2006 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 * 2006* 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 %altri %C %B

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