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Capitolo 8: Dati Geoelettrici

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Academic year: 2021

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Durante la campagna del settembre 2011, sono state eseguite cinque stese per indagini geoelettriche con lo scopo di rintracciare manufatti antropici sepolti, ed avere ulteriori informazioni sulla geometria dei corpi sedimentari (Fig. 8.1).

Una volta che le linee geoelettriche sono state georeferenziate e immesse nel database Gis, i dati di resistività sono stati tarati con i dati stratigrafici provenienti dai log delle trincee e dei sondaggi. In allegato B sono presenti le linee geoelettriche a maggior ingrandimento.

Fig. 8.1:Ubicazione delle tomografie elettriche nel sito archeologico. I cerchi indicano i sondaggi, le stelle le trincee utilizzate per la taratura del dato di resistività.

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Linea S2

Questa tomografia scorre relativamente vicina a numerose trincee e sondaggi (Fig.8.1) e per questo motivo S2 è stata scelta come prima linea da interpretare. Questa tomografia attraversa tutto il sito archeologico, partendo a monte della struttura quadriporticus da una quota -204,7 m e terminando poco prima della scarpata, ad una quota di -207,23 m per una lunghezza totale di 88 m (Fig.8.2).

Fig. 8.2: Linea geoelettrica S2, espressa in Ohm*m. Sono evidenziati i dati provenienti dalle trincee e dai sondaggi, con la quota e la distanza dal punto di proiezione.

La linea mostra, in linea di massima, valori di resistività più alti nelle zone superficiali rispetto alle zone più profonde, specialmente nel tratto più ad E. Infatti dalla coordinata 248615 m in poi raramente si trovano valori di resistività superiori ai 30 Ωm al di sotto dei -213 m, mentre tra 248585 m e 248615 m si trovano valori più alti, compresi tra 30 e 60 Ωm ad una profondità media di -212 m. Inoltre nelle zone superficiali, in corrispondenza delle coordinate 248594 m e 248605 m si registra un brusco calo nei valori di resistività, molto limitati nello spazio; un andamento simile si riscontra anche intorno a 248627 m. Spostandoci sempre più verso E spicca un punto di alta resistività superficiale, tra -208 e -210 m, nella zona compresa tra le coordinate 248630 m e 248633 m, a cui segue in altro picco a 248640 m; la linea S2 termina con valori di resistività superficiali alti, a partire da 248656 m.

Affiancando i dati provenienti dalle trincee, è possibile ipotizzare che il picco di resistività compreso tra 248630 m e 248633 m (fino a 165 Ωm) corrisponda a materiali litoidi corrispondenti a strutture antropiche (Fig. 8.3): in particolare la geometria del contouring delle

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isolinee di resistività sembra definire un' area debolmente inclinata coerente con il complesso della piattaforma descritta da Sarti (Sarti et al., 2013) e da De Luca (De Luca S., 2009).

Dai dati disponibili questa piattaforma è costituita da ciottoli medio - piccoli, scarti antropici ed elementi litici più grossolani, compattati a formare una struttura spessa circa 1 m, leggermente E vergente (De Luca S., 2009). Nella tomografia non è possibile identificare chiaramente i depositi di bacino protetto (ritrovati nelle trincee F19 e F18) a causa del loro scarso spessore (inferiore alla risoluzione verticale dell'indagine) ma è comunque interpretabile la variazione di resistività a -210/-211 m come il passaggio fra la struttura antropica della piattaforma e i sedimenti sottostanti (da litologie più grossolane, come ghiaia e ciottoli, compattati artificialmente si passa a sabbie limose e limi sabbiosi) (Fig. 7.8).

Fig. 7.8: Struttura del porto evidenziata dalla linea S2.

La zona che presenta alta resistività presso coordinata 248640 non è facilmente interpretabile in quanto durante la campagna di raccolta dati, non è stato evidenziato nessun tipo di manufatto antropico. Per questo motivo, una risposta del genere con valori che si aggirano intorno ai 110 Ωm, potrebbe suggerire la presenza di un “muro” sepolto, o più probabilmente un accumulo gravitativo di materiale grossolano formatosi alla base di uno “slope” (vedi Fig. 8.2). E’ bene evidenziare che in questa zona sussiste il fronte dello scavo archeologico, soggetto a rimaneggiamento ed successive operazioni di contenimento.

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Continuando a muoversi verso E, si arriva al punto di proiezione di MIV (Fig. 8.4): anche in questo caso la risoluzione della tomografia non permette di vedere il livello fine che è stato identificato attraverso le analisi granulometriche (che si presenta con uno spessore di 15 cm) ma dovrebbe essere visibile il passaggio tra le ghiaie e le sabbie. Se tale passaggio è quello evidenziato in figura 8.4a, allora le ghiaie non sono continue tra F18 e MIV o cambiano caratteristiche tra questi due punti. Un’altra interpretazione potrebbe essere collegata all’inclinazione del corpo ghiaioso rispetto alla stesa tomografica: andando a confrontare i livelli di base sulle trivellazioni MIV e MVI, si nota come questa litofacies sia inclinata leggermente verso sud (MIV bottom: -209,78 m ; MIII bottom: -209,92 m)(Fig. 8.4b). Per questo motivo quando si cerca di riportare il dato stratigrafico di MIV sulla linea S2, non è facile creare una correlazione: quindi un’ipotesi che potrebbe essere valida vede le zone superficiali caratterizzate da più alta resistività (248644 m, 248652 m, 248657 m, 248663 m) come il corpo ghiaioso, “smembrato”, dislocato nello spazio in modo non continuo.

Fig. 8.4: Proiezione del sondaggio MIV sulla tomografia S2, valori espressi in Ohm*m. A sinistra ipotesi a; a destra ipotesi b.

Le zone superficiali con bassa resistività che si trovano intorno a coordinate 248593 m a 248608 m (zona occidentale della linea) possono essere collegate all’attività antropica: infatti se si uniscono i dati provenienti dalla trincea E5 (scavata all’interno di una vasca di decantazione delle

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acque di scarico cittadine) si può notare come alla base di questa si ritrovi un livello più grossolano, composto da ghiaie, la cui quota è paragonabile al passaggio che viene registrato dalla tomografia (Fig. 8.5).

Fig.8.5: Proiezione della trincea E5 sulla tomografia S2, con valori espressi in Ohm*m.

E’ quindi ipotizzabile che le zone superficiali a bassa resistività che si riscontrano in questa parte della linea tomografica siano potenzialmente delle vasche antropiche riempite da sedimenti più fini rispetto ai materiali circostanti. Inoltre la trincea E5 ci può dare anche indicazioni sulle caratteristiche del corpo resistivo che si trova sepolto sotto le “vasche” sopra identificate: quelle ghiaie che si ritrovano alla base di E5 potrebbero costituire tale corpo producendo valori di resistività variabili da 40 a 65 Ωm (vedi Fig. 8.2).

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Linea S1

Questa linea si posiziona a sud della struttura del quadriporticus, partendo da una quota di -206,66 m e terminando sotto la scarpata, ad una quota di -210,92 m, per una lunghezza totale di circa 110 m (Fig. 8.6). Questa linea ha orientamento circa WSW-ENE, in quanto durante il passaggio lungo la scarpata, si è avuta una leggera deviazione rispetto alla direzione originaria (vedi Fig. 8.1)

Fig. 8.6: Linea geoelettrica S1, con valori espressi in Ohm*m. Sono evidenziati i dati provenienti dalle trincee e dei sondaggi, con la quota e la distanza dal punto di proiezione.

Nel complesso la linea S1 mostra valori di resistività abbastanza bassi, fatta eccezione per due zone; la prima si colloca nella porzione più occidentale della stesa, tra 248605 - 248645 m, ad una quota compresa tra -210 e -214 m, i cui si registrano valori di resistività massimi intorno ai 60 Ωm. La seconda zona si colloca nella zona centro-orientale della stesa, tra le coordinate 248664 – 248711 m, ad una quota sempre superiore a -213 m.

Per tarare questa linea si utilizzano i log ottenuti dai sondaggi MIII e MVI. La trincea F25 non viene utilizzata in quanto la risposta della linea S1 nell’intorno della coordinata 248646 m (dove si riporterebbe questa trincea) è quella di bassa resistività molto diffusa, che mal si raffronta con le strutture antropiche presenti in F25. Per questo motivo è logico pensare che le strutture presenti nella trincea F25 terminino più a N della S1, e che la risposta di questa linea geoelettrica indichi altri corpi geologici e strutture sedimentarie.

Il log stratigrafico del sondaggio MVI può essere utilizzato per tarare la linea S1 nella zona intorno a coordinata 248685 m (Fig. 8.7): la risoluzione della stesa tomografica rende impossibile l’individuazione del livello più fine, che si presenta con spessore di 15 cm. Tuttavia il corpo caratterizzato da elevata resistività posto a pochi metri dalla superficie e che raggiunge valori

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anche di 220 Ωm, potrebbe essere composto da litologie grossolane che nel log corrisponderebbero all’unione di detrito e di ghiaie (Fig. 8.7a). La base di questo corpo alto resistivo e il passaggio alle sabbie sottostanti sembra essere rilevato ad una profondità maggiore rispetto a quella rappresentata nel log stratigrafico, ma questo fenomeno potrebbe essere legato ad una leggera inclinazione verso Sud del corpo ghiaioso o ad un effetto legato alla grande distanza di proiezione (15,70 m). Una seconda possibilità (Fig. 8.7b) vede il corpo alto resistivo composto da una serie di materiali grossolani che nel log non sono stati rintracciati; l’evidente salto resistivo sarebbe quindi tra materiale detritico e le porzioni più ghiaiose.

Fig. 8.7: Proiezione del sondaggio MVI sulla tomografia S1, con valori espressi in Ohm*m. Ipotesi a, a sinistra, e ipotesi b a destra.

Anche il sondaggio MIII può essere adoperata per la taratura della linea geoelettrica S1 sebbene con grosse approssimazioni: infatti l’elevata distanza di proiezione (16,67 m) rende la correlazione log/linea tomografica molto complessa. Sebbene nel log stratigrafico siano presenti depositi ghiaiosi, spessi circa 1,50 m, intorno alla coordinata 248667 m punto di proiezione di MIII non si registra la solita risposta alto resistiva, che caratterizzava le zone superficiali di MVI. La risposta della linea geoelettrica alla presenza di questi corpi ghiaiosi, potrebbe essere quella proposta in Fig. 8.8, dove si presenta un corpo con resistività media caratterizzato da valori intorno a 50 – 70 Ωm. Di conseguenza le sabbie e le sabbie siltose che si ritrovano nella porzione più profonda del

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log MIII, potrebbero corrispondere alla zona basso resistiva che si ritrova a partire dalla profondità di -212 m.

Fig. 8.8: Proiezione del sondaggio M III sulla tomografia S1, con valori espressi in con valori espressi in Ohm*m.

Il corpo resistivo che si trova sepolto tra -210 e -214 m (tra le coordinate 248609 – 248625 m) non può essere tarato direttamente, a causa dell’assenza di trincee o trivellazioni vicine: tuttavia se confrontata la tomografia S2 precedentemente analizzata, si nota come entrambe siano caratterizzate da un corpo sepolto, posto peraltro alle medesime quote. E’ quindi logico pensare che queste due risposte , simili nella forma e nella quota, appartengano ad un unico corpo, composto da litologie più grossolane rispetto a quelle circostanti (che sono rappresentate nelle tomografie da valori di resistività più bassi).

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Linea S3

La tomografia S3 indaga la porzione di terreno della piana che si trova subito a Nord del sito archeologico partendo da una quota di -207,49 m, passando per la scarpata, e finendo sulla pianura costiera poco inclinata ad una quota di a -210,95 m (vedi Fig. 8.1). Tutta la stesa geoelettrica è lunga circa 90 m.

La linea si presenta con una serie di zone superficiali caratterizzate da valori di resistività elevati, poste quasi sempre al di sopra dei -213 m; queste zone sembrano essere più o meno continue a partire dalle zone più occidentali della stesa, fino ad arrivare alla zona della scarpata.

Intorno a coordinata 248629 m si ha un primo aumento della resistività, che evidenzia una zona di circa 10 m, con uno spessore limitato (circa 1 m), mentre un secondo picco di resistività si ritrova ancora più ad E, intorno a coordinata 248644 m, dove i valori passano nel giro di pochissimi metri da 70 ad un massimo di 250 Ωm circa (Fig. 8.9)

Fig. 8.9: Linea geoelettrica S3, con valori espressi in Ohm*m. Sono evidenziati i dati provenienti dalle trincee e dai sondaggi, con la quota e la distanza dal punto di proiezione.

Questa linea può essere tarata attraverso le informazioni stratigrafiche ottenute dai sondaggi MII, MI e MVIII.

Il sondaggio MII, eseguito a monte della scarpata, ci può dare alcune informazioni riguardo il corpo ad alta resistività presente in quella zona: sebbene nelle altre linee analizzate fino a questo punto, zone a così alta resistività erano associate a depositi grossolani, nel log stratigrafico del sondaggio MII questa tipologia di sedimenti manca. E’ quindi ipotizzabile che all’interno del

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materiale detritico che caratterizza i primi metri del log, sia presente una porzione fortemente ghiaiosa che non è stata identificata, e di cui non abbiamo campioni.

Nella linea però è visibile un cambio brusco di resistività intorno a -212,41 m che potrebbe rappresentare il passaggio dalle sabbie al materiale fine sottostante (Fig. 8.10).

Fig. 8.10: Proiezione del sondaggio M II sulla tomografia S3, con valori espressi in Ohm*m.

La zona a valle della scarpata, può essere tarata con i log stratigrafici i sondaggi M I e M VIII: in questa zona però mancano i grandi contrasti resistivi che caratterizzano la linea S3 al di sopra di questa. Nella porzione orientale della linea S3, infatti, si assiste ad una scarsa definizione delle elettrofacies, forse dovuta alla poca differenza tra le litologie presenti: in entrambi i log stratigrafici (Fig. 8.11) il passaggio litologico più spinto si ha tra sabbie e sabbie limose. Il sondaggio M VIII viene proiettato da una distanza considerevole (12,22 m).

In linea di massima è possibile dire che la linea tomografia S3 descrive nella sua porzione più orientale una serie di piccoli corpi leggermente più resistivi rispetto all’andamento generale a quelle profondità (con variazioni dai 35 ai 20 Ωm), che potrebbero essere interpretati come livelli più sabbiosi all’interno di un sistema più fine (come evidenziato dai log dei sondaggi MI e M VIII).

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Fig. 8.11: Proiezione del sondaggio M I (a sinistra) e M VIII (a destra) sulla tomografia S3, con valori espressi in Ohm*m.

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Linea S4

La linea S4 si colloca molto più a Nord rispetto alla linea S3 (Fig. 8.1), e per questo motivo non presenta alcuna trivellazione o trincea da utilizzare per la taratura: tuttavia la semplice descrizione dei valori di resistività e della loro disposizione nello spazio potrebbero fornire informazioni utili. Questa linea inizia a monte della scarpata, da una quota di -207,82 m, e scendendo lungo questo elemento morfologico, arriva alla piana sottostante, terminando ad una quota di -210,95 m per una lunghezza complessiva di circa 110 m (Fig. 8.12).

Fig. 8.12: Linea geoelettrica S4, con valori espressi in Ohm*m.

In generale i valori di resistività sono molto bassi, soprattutto nelle zone più profonde della linea (oltre i -213 m) e nella sua porzione più orientale, dove i valori di resistività sono quasi sempre sotto i 25 Ωm. Valori di resistività più elevati si ritrovano nelle zone sopra la scarpata, tra le quote -208 m e -213 m circa, con valori che passano da circa 60 Ωm per le zone più occidentali fino a valori di 130 Ωm, con alcuni picchi lungo la scarpata che arrivano anche ad oltre 200 Ωm. E’ inoltre bene far notare la presenza di una serie di piccole risposte “più resistive” sepolte ad una quota di -213 m, intorno a coordinata 248697 m.

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Linea S5

La linea S5 è la più corta (45 m circa) e la più occidentale tra tutte le linee eseguite durante la campagna del 2011: questa è stata realizzata a monte del sito archeologico, nella zona compresa tra i sito e la strada (Fig. 8.1). Questa linea parte da una quota di -204,95 m e termina ad una quota di circa -208,10 m (Fig. 8.13). Anche in questo caso la grande distanza dalle trincee e dalle trivellazioni rende difficile eseguire una taratura adeguata.

Fig. 8.13: Linea geoelettrica S5, con valori espressi in Ohm*m. Sono evidenziati i dati provenienti dalle trincee e dei sondaggi, con la quota e la distanza dal punto di proiezione.

Nella porzione più occidentale, da 248538 m a 248562 m, si ritrovano dei corpi alto resistivi a pochi metri sotto il piano campagna ad una profondità media di circa -206 m. Questi presentano valori di resistività variabili dai 30 ai 70 Ωm, con una risposta abbastanza continua per tutti i 24 metri (fatta eccezione per una zona intorno a 248550 m). Spostandoci verso E nelle zone più superficiali si ha un cambiamento brusco a partire da 248562 m, con risposte basso resistive e piccole zone alto resistive (248656 m, 248568 m).

Questa zona basso resistivo si collega con un corpo con le medesime caratteristiche resistive, che si ritrova lungo tutta la linea compreso tra -208 e -211 m circa. Ancora più in profondità si ritrova una zona a più alta resistività, caratterizzata da ampia estensione e valori variabili tra 30 e 60 Ωm. Il sondaggio M V è stato riportato, anche se la grande distanza esistente tra linea e punto indagato (28,66 m) potrebbe inficiare sulla bontà del dato (Fig. 8.14): dal paragone del log stratigrafico con i dati geoelettrici, si potrebbe ipotizzare che le anomalie superficiali siano da imputare a corpi

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ghiaiosi, mentre la facies geoelettrica poco resistiva sottostante potrebbe corrispondere ai limi ed argille sondate in M V.

Figura

Fig. 8.1:Ubicazione delle tomografie elettriche nel sito archeologico. I cerchi indicano i sondaggi, le stelle le trincee  utilizzate per la taratura del dato di resistività
Fig. 8.2: Linea geoelettrica S2, espressa in Ohm*m. Sono evidenziati i dati provenienti dalle trincee e dai sondaggi,  con la quota e la distanza dal punto di proiezione
Fig. 7.8: Struttura del porto evidenziata dalla linea S2.
Fig. 8.4: Proiezione del sondaggio MIV sulla tomografia S2, valori espressi in Ohm*m.
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Riferimenti

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