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F FCapitolo 3Analisi del contesto

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Academic year: 2021

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FCapitolo 3

Analisi del contesto

3.1 Catalogo

( consulare Catalogo TMA)

3.2 Presentazione dei dati qualitativi e quantitativi

I dati di seguito riportati sono dati relativi al solo vasellame fine da mensa rinvenuto, allo stato attuale delle nostre conoscenze, nelle Unità Topografiche censite e studiate. Essi necessitano, per una comprensione ed una interpretazione corretta ed esaustiva del dato topografico, di essere incrociati e confrontati con i dati derivanti dalle altre classe di materiali.

3.2.1 Sigillata italica e tardo italica

Le classi della sigillata italica e della tardi italica sono presenti nelle UT con un attestazione di cinquantacinque esemplari riferibili a venti differenti tipi: Consp B 1.8, Consp B 1.10, Consp B 1.11, Consp B 2.5, Consp B 3.12, Consp B 3.13, Consp 9, Consp 9.1.1, Consp 9.1.2,Consp 9. 3 (*), Consp 17, Consp 23.2, Consp 28, Consp 28.3.1, Consp 34.2.2, Consp 36, Consp 38.3, Forma XII , Forma XXXI , Forma XXXIX .Il repertorio tipologico rimanda ad una preferenza esclusiva per le forme aperte, Dal punto di vista tipologico abbiamo una prevalenza di coppe, coppette e tazze, su piede e troncoconiche, con una preferenza per le forme modanate destinate ad un chiaro uso potorio. Non mancano i raffinati piatti, su piede o a fondo piatto, decorati a rotella e le scodelle ad orlo estroflesso. L’arco cronologico di tali esemplari è quanto mai esemplificativo, anche se in scala ridotta, del fenomeno commerciale delle officine aretine e pisane, presenti con diciannove esemplari, e delle produzioni campane, presenti con quindici esemplari.

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3.2.3 Sigillata padano/adriatica

La classe tecnologica della sigillata padano/adriatica è presente nelle UT con un attestazione di ventisette esemplari, di cui solo cinque riconducibili a tipi di coppe noti: Consp 9, con le varietà 9.1.1 e 9.2.1, Consp. 36 e Forma XII. Tali tipi sono databili tra il I – II sec. d.C. Il repertorio formale è tutto riferibile a forme aperte, coppe e piatti, con e senza piede. I restanti ventidue esemplari mostrano un elevato stato di frammentarietà e nessuna delle caratteristiche decorative o dipinte che possano ricondurli a tipi noti, in più spesso si tratta di pareti.

3.2.4 Sigillata Africana

La ceramica Sigillata Africana è presente nelle UT con un attestazione di centoventuno esemplari distribuibili in tre produzioni riconosciute: A – C – D e, all’interno di esse, nelle sette fabbriche individuate: A1, A2, C1, C2, C3, D1, D2.

Per una più chiara e apprezzabile esposizione si è scelto di analizzare singolarmente ciascuna produzione con le rispettive fabbriche.

3.2.4.1 PRODUZIONE A

Le produzioni della ceramica sigillata africana A1 e A2 sono presenti con un attestazione rispettiva di sei e diciannove esemplari. Gli esemplari sono pertinenti ai tipi: Hayes 8 B = Lamb 1 c

,

Hayes 14 A = Lamb. 3 a, Lamboglia 2/9 = Hayes 7, Hayes 31.

Si tratta di un repertorio tipologico esclusivamente di forme aperte: coppe, scodelle e zuppiere avente un uso funzionale al consumo dei cibi.

I tipi si distribuiscono lungo un arco cronologico che va dall’inizio del I sec. d.C. a tutto il II sec. d.C., quando vediamo il progressivo affermarsi dei prodotti della fabbrica A2, che arriva a coprire per intero il III sec. d.C.

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3.2.4.2 PRODUZIONE C

La produzioni della ceramica sigillata africana C sono presenti con un attestazione di ventisei esemplari così distribuiti nelle tre produzioni attualmente attestate nell’ager Firmanus: C1: diciannove esemplari; C2: tre esemplari, C3: quattro esemplari.

Gli esemplari afferiscono ad un repertorio tipologico di undici tipi. Produzioni C1 e C2: Hayes 45, Lamboglia 40 = Hayes 50 B, Lamboglia 40 bis, Lamboglia 43, Hayes 49, Hayes 48 B. Produzione C3: Lamboglia 53 bis, Lamboglia 54, Hayes 50, Hayes 52 B, Heyes 53.

Gli esemplari si dispongono lungo un arco cronologico che va dalla prima metà del III sec. d.C., quando i prodotti delle officine della C si affiancano ai prodotti della fabbrica A2, concorrendo con essa, fino a divenire preponderanti intorno al 300 – 320 d.C. ; lo loro presenza arriva a coprire tutto il IV secolo d.C. , proprio quando iniziano a comparire ( o ricomparire, in termini di provenienza geografica) le fabbriche che produrranno vasellame in Sigillata Africana D. La produzione della C3 continua ad essere presente nelle UT fino al terzo venticinquennio del V sec. d.C.

3.2.4.3 PRODUZIONE D

La produzione della ceramica sigillata africana D è presente con un attestazione complessiva di settanta esemplari, così distribuiti: D1: trentuno esemplari; D2: 39 esemplari. Gli esemplari afferiscono ad un repertorio di undici tipi: Atlante XXXVI, Hayes 67 = Lamb 57 , Hayes 60, Hayes 61 , Hayes 65, Hayes 67 per la produzione D1; Hayes 69, Hayes 73 A VAR, Hayes 91, Hayes 91 B, Hayes 99 per la produzione D2. Il repertorio tipologico presenta esclusivamente forme aperte, talvolta di grandi dimensioni, legate esclusivamente ad uno specifico uso funzionale alimentare; esso è costituito essenzialmente di scodelle di grandi dimensioni, a cui frequentemente sono associate le coppe, parte del servizio, e i piatti.

Gli esemplari della D1 si dispongono lungo un ampio arco cronologico che va, orientativamente, dal 320 d.C. fino al 440 d.C. Il massimo delle attestazioni, che

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soppiantano la produzione C si ha negli anni intorno al 360 – 440 d.C. , quando inizia ad essere consistente la presenza delle fabbriche della D2.

L’arco cronologico in cui si dispongono le attestazioni della produzione D2 va dal 325 d.C. circa; diventa preponderante nel corso del IV sec. d.C. affiancando la produzione in D1 e diviene esclusiva nel V sec. d.C.

3.2.5 La Sigillata Focese (LRC).Notazione preliminare

La sigillata Focese è presente nelle UT dell’ager con un’attestazione di tre frammenti, di cui due pertinenti alla forma 3, variante B e variante C; e un esemplare di forma 4. Le forme sono le più diffuse della classe, nel contesto mediterraneo e soprattutto nord – adriatico. Sia gli esemplari di forma 3, che l’esemplare di forma 4, sono collocabili in un orizzonte di pieno V sec d. C., tra il 450 e il 490 d.C. . Essi presentano un’argilla rossa, dalla grana fine e compatta, ben cotta, dalle fratture nette, la superficie è ricoperta da un rivestimento rosso – violaceo, molto sottile e aderente, opaco.

La presenza di tali esemplari nel Piceno meridionale, in prossimità della costa adriatica potrebbe essere messa in relazione con la rotta commerciale che riforniva secondariamente Ravenna e Classe, attraverso i porti di Cartagine e della Sicilia orientale. Gli esemplari fermani contribuiscono ad aumentare il numero di siti noti in Italia che attestano tale produzione ceramica1

3.3 Tabelle di quantificazione

I dati di seguito riportati sono dati relativi al solo vasellame fine da mensa rinvenuto, allo stato attuale delle nostre conoscenze, nelle Unità Topografiche censite e studiate. Essi necessitano, per una comprensione ed una interpretazione corretta ed esaustiva del dato topografico, di essere incrociati e confrontati con i dati derivanti dalle altre classe di materiali.

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Totali Provenienza Conteggio Nord Africana 121 Nord Italia 27 Campania 25 Etruria 30 Anatolia 3 Tipologizzati Classe Conteggio

terra sigillata italica 32

terra sigillata 22

terra sigillata tardo italica 2 terra sigillata africana A 1 terra sigillata africana A1 1 terra sigillata africana A2 10 terra sigillata africana C1 15 terra sigillata africana C2 1 terra sigillata africana C3 4 terra sigillata africana D 6 terra sigillata africana D1 17 terra sigillata africana D2 24

terra sigillata focese 2

Forma Conteggio

coppa 52

scodella 47

piatto 33

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