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(1)1 Data Pagina Foglio D Sole/2 11S UNA NUOVA CULTURA DEL LAVORO IN ARRIVO di Donato Ferri R emote working, smart working

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Data Pagina Foglio

28-08-2020 16

D Sole/2

11S

UNA NUOVA CULTURA DEL LAVORO IN ARRIVO

di Donato Ferri

R emote working, smart

working... stiamo cer- cando di interpretare con parole "simbolo" un fenomeno che prima an- cora di essere economi- co, è sociale e culturale.

Le aziende prima dell'emergenza stavano cercando di adattare il pro- prio modello lavorativo in una moda- lità smart o agile, ritrovandosi poi con la pandemia in una situazione di lavo- ro da remoto "totale". Ora sono con- fuse nella scelta dei modelli da adot- tare: il 90% delle aziende sta deciden- do tra modelli ibridi, ritorni scaglio- nati o altre alternative possibili. E i lavoratori? Prima di tutto non voglio- no tornare a lavorare come prima (1'8o% di questi si dichiara soddisfatto delle nuove modalità) e nonostante questo non se la stanno passando tanto bene: uno su due si dichiara esausto e a corto di energie. Di fronte a questi scenari che futuro ci aspetta?

Stiamo vivendo un grande cambia- mento di tipo culturale, e quindi come tale può avvenire positivamente se si verificano due condizioni: convergono gli interessi degli attori coinvolti e si è in grado di gestire senza improvvisa- zioni la fase di transizione (gli antro- pologi parlano di "limen") che stiamo vivendo. Nella situazione attuale stan- no iniziando a mancare sia l'uno che l'altro presupposto.

Durante la pandemia non si avevabi- sogno di un significato convergente perché si poteva ragionare solo a"senso unico", ovvero stare a casa. Orale azien- de sono confuse e i lavoratori sono in

"ordine sparso" a seconda delle situa- zioni familiari, logistiche, dei ruoli aziendali e di molti altri fattori. In questo scenario il rischio è che la fase di transi- zione non venga organizzata e che si congelino delle condizioni che diventa- no inamovibili, anzi dei veri rifiuti ad ab- bracciare qualsiasi cambiamento.

Il fatto è che questa situazione ha col- to il sistema del lavoro, aziende, lavora- tori, sindacati e chi fate regole," in ritar- do di preparazione". È stato più facile mettere in campo soluzioni provvisorie con le tecnologie, che per loro natura so- no più avanti dell'uso che si è capaci di fame, dando anche l'illusione che fosse-

ro risolti i problemi delle competenze di chi doveva utilizzarle.

Per tracciare una guida utile, l'osser- vatorio sul lavoro "New Shape of Working" di EY e SWG sta provando a fornire delle evidenze scientifiche sui fenomeni in atto e alcune indicazioni per indirizzare la fase di transizione ver- so dinamiche positive. II metodo diana- lisi è stato ottenuto combinando le più moderne tecniche di indagine di opinio- ne con le metodiche più comprovate della psicologia del lavoro (sociale e in- dividuale) e delle neuroscienze, nella convinzione di dover cercare la radice e le ragioni dei comportamenti e delle percezioni delle persone.

È interessante vedere che, a livello esplicito, le persone intervistatesul lavo- ro che li aspetta sperimentano emozioni negative, come l'incertezza (73% dei la- vorato ri) e lavulnerabilità (43%). Tutta- via, a livello più implicito la rilevazione atti averso il test neuroscientifico dimo- strache le stesse persone registrano vis- sutipiùpositivi, come la speranza (64%

degli intervistati) e la tranquillità (65%).

Questo è un primo dato che dimostra quanto sia importante la qualità della narrazione e delle informazioni che cir- colano sul lavoro che non devono ali- mentare inutilmente scenari negativi.

Sono stati mal tollerati i limiti im-

METODICHE

DI NEUROSCIENZE E PSICOLOGIA PER CAPIRE

COMPORTAMENTI E BISOGNI

posti dal "distanziamento sociale" che ha creato un forte elemento di esauri- mento energie: un lavoratore su due a giugno si definiva "esausto" con qual- che incidenza più marcata per le don- ne (causa la difficoltà di conciliare vita domestica e lavorativa) e sorprenden- temente, ma fino ad un certo punto dato il rischio di eccesso di connessio- ne digitale, i più giovani. Una conse- guenza indiretta di questa "distanza"

è rappresentata dalla diminuzione drastica della fiducia dei lavoratori nelle aziende: solo il 31% ritiene queste ultime capaci di creare condizioni mi- glioriper il futuro. I capi (uno su tre) in

molti casi hanno avuto responsabilità in questo processo.

Chi ha reagito meglio alla situazione?

I lavoratori con alcune caratteristiche che in psicologia si riferiscono alle risor- se personali o al capitale psicologico, si sono dimostrati in grado di agire apre - scindere dai contesti e dagli strumenti con il massimo livello di produttività, motivazione e benessere. Questi dati aprono uno spazio nuovo di convergen- za di interessi per aziende e lavoratori affinché questi elementi entrino in gio- co positivamente.

D a parte nostra è possibile tracciare una prima considerazione: il progetto del lavoro del futuro passa da un model- lo rovesciato costruito sulle persone in grado di osservare la produttività atti a- verso lalente della crescita delle compe- tenze, e della cura della motivazione e del benessere dei lavoratori. Per far que- sto occorre una nuova cultura del lavoro altrimenti si riscliia di entrare in una zo- na d'ombra con effetti negativi su pro- duttività e posti di lavoro.

La narrativa degli ultimi anni su que- sti temi ha fatto ricorso a spettriingiusti- ficati come l'automazione e la tecnolo- gia, distogliendo dagli elementi reali già presenti sul tavolo. I leader si sono spes- so fermati al primo livello della discus- sione, quello sul mismatch delle compe- tenze. Il lavoro è prima di tutto un siste- ma di sensibilità collettive, governato da complesse motivazioni economiche e sociali. Senza una visione positiva del futuro, e dati e modelli che diano fiducia e confidenza ai lavoratori e alla colletti- vità si rischia di perdere una grande op- portunità. Nei prossimi mesi continue- remo a raccontare cosa sta succedendo nel mondo del lavoro con dati e indica- zioni per tutti i soggetti interessati, con- sapevoli che in Italia si sono spesso an- che anticipati positivamente i muta- menti sociali e culturali e che se ognuno farà al meglio propria parte potremmo essere un avamposto di civiltà e di mo- delli di lavoro innovativi e sostenibili.

Med Consulting Leader di EY

-F- RI PRODUZIONE R,SERVATA

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