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Biologia Ambientale n

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Academic year: 2021

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Editoriale 1

Biologia Ambientale n

o

6/1997

EDITORIALE

a fine dell’anno è tradizionalmente occasione di bilanci e di esame delle prospettive future. È d’obbligo quindi una rassegna degli avvenimenti che abbiamo vissuto ed un’autocritica impie- tosa del nostro comportamento per cercare di redigere una sorta di bilancio consuntivo di quanto abbiamo realizzato, raffrontandolo con quanto avevamo pensato di poter realizzare.

È stato un anno, come altri, ricco di notizie di cronaca belle, brutte, molto spesso fastidiose.

Poche cose sono da ricordare per la loro risonanza internazionale, tra

le quali la fine terrena di Madre Teresa di Calcutta e quella, per troppi

aspetti ancora misteriosa, di Diana d’Inghilterra. Per quelle di importan-

za nazionale, è ancora vivo il dramma delle popolazioni dell’Umbria e

delle Marche colpite dal terremoto prima e dai rigori dell’inverno poi, e

il dolore per i danni subiti dal patrimonio artistico nazionale colpito

duramente ad Assisi, a Foligno e in tante altre località. Com’è ancora

vivo il ricordo della tragedia del Galeazzi di Milano con la morte di dieci

malati ed un infermiere, e della solita partita di ping-pong fra tutti coloro

che avevano responsabilità, come sempre avviene nel nostro Paese.

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2 Editoriale

Biologia Ambientale n

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6/1997

Forzatamente, la fine dell’anno impone anche l’esame dell’attività della nostra Associazione e la redazione del bilancio di quanto è stato realizzato.

Vorremmo tanto potervi assicurare che il CISBA è un’officina di programmi, è un laboratorio di idee, è un nucleo operativo impegnato a studiare e risolvere problemi piccoli e grandi relativi alle tematiche ambientali.

Vorremmo poter scrivere che discutiamo solo di progetti e di come attuarli e che, dopo averne discusso, tentiamo di tradurli in realtà consci del fatto che potremo riuscirci o no, ma avremo almeno il conforto di averci provato.

L’anno appena trascorso ha segnato, invece, una sorta di battuta d’arresto: dodici mesi passati senza promuovere azioni concrete, senza esplorare nuovi percorsi.

Abbiamo sprecato tempo, ma sprecare tempo è un peccato che non possiamo e non vogliamo più consentirci.

Ci proponiamo, dunque, di aprire il nuovo anno con rinnovata ener- gia, di discutere per promuovere azioni concrete, dimostrare la nostra capacità di affrontare la realtà che ci circonda ed i suoi problemi: in poche parole, esprimere l’utilità della nostra esistenza.

È certo che così facendo, se anche uno solo dei nostri progetti

diventerà realtà, il nostro tempo non sarà stato sprecato.

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