Di Napoli, Valagussa – Prospettive GEOGRAFICHE
IRAN
Superficie (in migliaia di km2) 1.648 Popolazione (in milioni di abitanti) 72,2
Densità (abitanti/km2) 44
Forma di governo Repubblica islamica
Capitale Teheran
Lingua (ufficiale) Farsi (Persiano)
Religione musulmana
Speranza di vita (maschi/femmine) 69/72
PIL/abitante (in $ USA) 4.732
L’Iran è uno Stato mediorientale che si estende per oltre 1 milione e 600 mila km². Confina con il Pakistan, l’Afghanistan, il Turkmenistan, l’Azerbaigian, l’Armenia, la Turchia e l’Iraq. Le sue coste settentrionali sono bagnate dal Mar Caspio, quelle meridionali dalle acque del Golfo Persico e del Golfo dell’Oman.
Il territorio è costituito da un altopiano orlato a nord dalla catena dell’Elburz e a ovest dai Monti Zagros.
A sud-ovest (lungo la costa) si estende la grande e fertile pianura alluvionale del Khuzistan. Al centro del Paese il clima è continentale secco e il paesaggio desertico, con rare boscaglie o bacini salati. Le zone più fertili e coperte da una verde vegetazione sono quelle ai piedi delle catene montuose, irrigate da sorgenti sotterranee, e quelle della pianura sud-occidentale, attraversata dagli affluenti del fiume Tigri. In queste aree si verificano anche le maggiori precipitazioni.
L’attuale Iran corrisponde all’antica Persia e fu sede di famose dinastie, come gli Achemenidi e i Sasanidi.
Subì l’invasione araba nel VII secolo e fino al 1300 fu il maggiore centro culturale e artistico della civiltà islamica. In seguito la regione fu occupata dai turchi selgiuchidi e dai mongoli di Tamerlano. Nel XVI secolo la dinastia dei Safawidi fece della confessione sciita la religione ufficiale della Persia e un elemento distintivo dell’identità nazionale, che distingue i persiani dalla maggioranza dei musulmani (che sono sanniti). Tra il XVIII e il XX secolo, inglesi e russi si contesero il controllo del Paese.
Nel 1921 un colpo di Stato portò al potere Reza Khan che, nel 1925, depose la dinastia regnante (quella dei Qajar) e si fece incoronare imperatore (scià). Con lui iniziò il dominio dei Pahalavi e un governo autoritario che mirava a rafforzare il potere centrale, a modernizzare il Paese e ad affrancarlo dall’influenza delle potenze europee. Nel 1935 il nome dello Stato passò da Persia a Iran.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, per impedire una possibile alleanza con la Germania di Hitler, il Regno Unito e l’Unione Sovietica invasero l’Iran e costrinsero lo scià ad abdicare in favore del figlio Muhammad Reza.
Nel secondo dopoguerra il governo allacciò rapporti di collaborazione con gli Stati Uniti, ma nazionalizzò le riserve petrolifere, rendendole di competenza esclusiva dello Stato. Muhammad Reza meccanizzò l’agricoltura, intraprese l’industrializzazione del Paese, diffuse l’istruzione, migliorò i servizi sanitari e liberalizzò i costumi e la condizione della donna. La riforma agraria espropriò anche molte terre ai ricchi latifondisti e alle associazioni religiose per distribuirle ai contadini più poveri. Ciò creò malcontento nella classe dirigente.
Una crisi economica, nel biennio 1976-77, diede al clero sciita l’appiglio per convincere la popolazione a protestare contro lo stravolgimento delle tradizioni. Tra il 1977 e il 1979 una rivoluzione costrinse lo scià ad abbandonare la propria patria e riportò in Iran l’ayatollah (il capo religioso) Khomeini, da anni esiliato in Francia.
La guida sciita salì al potere e dichiarò lo Stato una repubblica islamica. Dal 1980 al 1988 l’Iran fu in guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein (preoccupato che il nuovo governo potesse spingere gli sciiti iracheni alla rivolta). Il motivo ufficiale fu, però, un contenzioso territoriale. La guerra si concluse con il mantenimento della situazione del 1980.
Alla morte di Khomeini, nel 1989, il suo posto fu preso dall’ayatollah Ali Khamenei ed eletto presidente Hashemi Rafsanjani. Il nuovo governo rese meno ferree le imposizioni religiose e liberalizzò l’economia. Nel 1997 divenne presidente il moderato Mohammad Khatami che continuò la politica di liberalizzazione dei costumi e di
avvicinamento al mondo occidentale iniziata dal suo predecessore. Nel 2005, però, è salito alla presidenza Mahmoud Ahmadinejad, esponente della fazione ultraconservatrice, che ha interrotto le riforme modernizzatici e si è schierato apertamente contro il mondo capitalista guidato dagli Stati Uniti. Questi ultimi, inoltre, hanno accusato il governo iraniano di appoggiare il terrorismo islamico e di ambire all’armamento atomico. La politica interna ha visto un aumento dell’autoritarismo, con la ripresa di esecuzioni capitali, della tortura nelle carceri e della limitazione della libertà di stampa e dell’uso di Internet come fonte di informazione: tutti segni della difficoltà del governo a mantenere il consenso.
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La popolazione si concentra nelle poche zone fertili e ricche di acqua. Un fenomeno di intenso inurbamento ha anche portato il tasso di urbanizzazione oltre il 66%. L’economia si basa sull’estrazione del petrolio e del gas naturale, i cui proventi hanno permesso una diffusa industrializzazione. L’agricoltura, invece, non soddisfa il fabbisogno interno perché sono pochi i terreni coltivabili. La guerra con l’Iraq ha creato gravi danni non ancora del tutto riparati nonostante l’intensa attività di ricostruzione degli anni Novanta. La qualità della vita è discreta, benché gli analfabeti siano quasi un quarto della popolazione e l’assistenza sanitaria non sia ovunque
soddisfacente.
Bibliografia
• Croce Marcella, Oltre il Chador: Iran in Bianco e Nero, Editrice Medusa, Milano, 2006
• Duranti Andrea, Il rosso e il nero e la rivoluzione della modernità. B eve storia del pensiero iraniano contemporaneo, Aracne Editrice, Roma, 2007 r
• Sabahi Farian, Storia dell’Iran, Bruno Mondadori, Milano, 2006 Filmografia
• Farhadi Asghar (regia di), Chahar Shanbeh Souri, Iran, 2006 Siti interessanti
• www.iran.splinder.com/
• iran.blogosfere.it/
• web.tiscali.it/iranian/hp.htm
• it.wikipedia.org/wiki/Iran