prof. Francesco Ragusa Università di Milano
Interazioni Elettrodeboli
anno accademico 2020-2021
Lezione n. 15
17.11.2020
Struttura del gruppo di Lorentz
Trasformazione dei covarianti bilineari θ−τ puzzle e violazione della parità
La vita media
y Infine possiamo calcolare la vita media
y Assumendo assenti i termini di interferenza ( κ = 0 ) abbiamo ( Fermi )
y Abbiamo inoltre visto che è presente solo il termine vettoriale (CS = 0)
y Analogamente nelle transizioni di Gamov-Teller è presente solo il termine assiale (CT = 0) e pertanto risulta
y In un decadimento in cui sono presenti entrambi i termini abbiamo
y Conviene riscrivere l’ultima equazione come
La vita media
y La larghezza totale è data pertanto dall’integrale
y Notiamo le dimensioni dell’integrale
y In realtà per misure di precisione occorre tenere conto di effetti che per semplicità finora abbiamo trascurato y Elemento di matrice nucleare
y Effetti del campo coulombiano y Nell’elemento di matrice nucleare
abbiamo assunto (semplificando)
y Per tenere conto degli elementi di matrice nucleari si definisce (e si calcola)
y Ovviamente con la sola misura di Γ non è possibile separare G e CV y Ritorneremo in seguito sul rapporto CA/CV
La vita media
y Per tenere conto dell’effetto del campo coulombiano che modifica le funzioni d’onda dell’elettrone (abbiamo usato le funzioni d’onda di particelle libere) si introduce la funzione di Fermi F(Z,Ee)
y La funzione F(Z,Ee) moltiplica l’integrando y Si definisce
y Abbiamo in definitiva
y Sperimentalmente si studia
y Misurando la vita media di un decadimento di un nucleo e calcolato il valore di ξ per quel nucleo si ottiene Gβ
y Il valore di Gβ misurato e mediato su tanti decadimenti è
Il gruppo di Lorentz
y La richiesta che le leggi fisiche siano le stesse in tutti i sistemi inerziali implica che le grandezze fisiche abbiano ben precise leggi di trasformazione rispetto alle trasformazioni di Lorentz
y In particolare i 4-vettori
y Ad esempio il 4-vettore energia-impulso pμ
y I 4-vettori hanno un modulo invariante per trasformazioni m2 = gμνpμpν
y Matematicamente le trasformazioni di Lorentz possono essere definite come le trasformazioni che lasciano invariata la forma quadratica gμνxμyν
y Abbiamo visto che la condizione necessaria e sufficiente perchè ciò accada è che la matrice Λ che rappresenta la trasformazione abbia la proprietà
y Può essere scritta in modo equivalente come ΛμαΛμβ = δβα
y Questo significa anche la matrice inversa Λ−1 è data da (Λ−1)μν = Λνμ y Si tratta di una trasposizione e di cambi di segno (elementi Λ0i e Λi0) y Le matrici Λ che soddisfano le condizioni enunciate formano un gruppo
Il Gruppo di Lorentz
Il gruppo di Lorentz
y Ricordiamo le proprietà di un gruppo
y Chiusura: se Λ1 e Λ2 appartengono al gruppo anche Λ1 Λ2 appartiene ad esso
y Associatività: Λ1 Λ1 Λ3 = (Λ1 Λ2) Λ3 = Λ1(Λ2 Λ3) y Il prodotto di matrici è associativo
y Identità: la matrice identità appartiene al gruppo
y La matrice I appartiene evidentemente al gruppo: ITGI = G
y Inversa:ogni elemento Λ ha un’inverso Λ−1 appartenente al gruppo e Λ−1 Λ=I y Abbiamo visto che ΛTGΛ = G mostra come scrivere l’inversa (Λ−1)μν = Λνμ y Più formalmente
y Dimostriamo che Λ ha determinante non nullo y Quindi Λ ha un’inversa Λ−1
y Dimostriamo che Λ−1 appartiene al gruppo
Il gruppo di Lorentz
y Il gruppo definito in modo astratto nella diapositiva precedente contiene molto di più che le semplici trasformazioni di Lorentz (boost)
y Ovviamente contiene le rotazioni
y Contiene gli operatori di inversione temporale T e inversione spaziale P
y Gli operatori T e P sono di natura diversa rispetto alle trasformazioni di Lorentz fin qui studiate
y Non si possono costruire a partire dall’identità come somma di operazioni infinitesime
y Non possono essere “connesse” con continuità all’identità y Sono trasformazioni discrete
y Una qualsiasi trasformazione del gruppo di Lorentz può essere costruita combinando
y Boost, Rotazioni, Inversioni T, Inversioni P
Classificazione del gruppo di Lorentz
y Esaminiamo in maggiore dettaglio la struttura del gruppo di Lorentz
y Una prima classificazione viene fatta sulla base del segno del determinante y Abbiamo visto che
y Si definiscono i due seguenti tipi di trasformazioni y Se det[Λ] = +1 → Trasformazioni di Lorentz proprie y Se det[Λ] = −1 → Trasformazioni di Lorentz improprie
y Notiamo che il prodotto di due trasformazioni proprie è ancora una trasformazione propria
y Questa proprietà non vale per le trasformazioni improprie
y La seconda classificazione viene fatta sulla base del segno dell’elemento Λ00 y Specializziamo la relazione ΛTGΛ = G all’indice 00 di G
y Si definiscono i due seguenti tipi di trasformazioni
y Se Λ00 ≥ +1 → Trasformazioni di Lorentz ortocrone
y Se Λ00 ≤ 1 → Trasformazioni di Lorentz non-ortocrone
Classificazione del gruppo di Lorentz
y Le trasformazioni del gruppo di Lorentz sono pertanto classificate y Per il segno del determinante
y Per il segno del termine Λ00 y Nella tabella
y Λ(po) → trasformazione propria e ortocrona
y Le trasformazioni delle altre classi si ottengono combinando Λ(po), T e P È facile verificare che
y I è propria e ortocrona y P è impropria e ortocrona y T è impropria e non ortocrona
y Le trasformazioni Λ(po) sono un sottogruppo y Le trasformazioni proprie sono un sottogruppo y Le trasformazioni ortocrone sono un sottogruppo
y L’insieme delle trasformazioni proprie ortocrone e delle
trasformazioni improprie e non-ortocrone sono un sottogruppo y NB: I boost non sono un sottogruppo
y Due boost in direzioni diverse sono equivalenti ad un boost più una rotazione Generatori …
Inversione degli spinori
y In precedenza abbiamo visto come costruire le trasformazioni di Lorentz per uno spinore
y Erano trasformazioni associate a trasformazioni proprie e ortocrone
y Costruite come somma di trasformazioni infinitesime a partire dall’identità y Ricordiamo la condizione di invarianza della equazione di Dirac
y La trasformazione S(Λ) e le matrici γ avevano la seguente proprietà
y Vogliamo adesso trovare la trasformazione SP { S(P) che corrisponde all’inversione spaziale P
y Scriviamo per esteso le condizioni sulle matrici γ per l’invarianza
y L'operatore SP si trova facilmente definendo
y Infine richiediamo
scegliamo
Trasformazione dei covarianti bilineari
y Nel calcolo dell’elemento di matrice dell’interazione di Fermi generalizzata abbiamo trovato le seguenti quantità (bilineari covarianti)
y Per ogni matrice Γ la quantità f è un numero y Le matrici ΓX possono avere indici
y Ad esempio γμ, nel qual caso anche f ha gli stessi indici
y Le matrici Γi sono combinazioni di matrici γ che inducono ben precise proprietà di trasformazione di Lorentz per le quantità f
y ΓS = 1 Scalare
y ΓV = γμ Vettore
y ΓA = γ5γμ Vettore Assiale y ΓT = σμν = i/2 [γμ,γν] Tensore
y ΓP = γ5 Pseudoscalare
y Verifichiamo adesso le proprietà di trasformazione delle grandezze f y Per trasformazioni di Lorentz proprie e ortocrone S(Λ)
y Per inversione spaziale SP
Trasformazione dei covarianti bilineari
y Matrice scalare ΓS = I
y Trasformazione di Lorentz y Inversione spaziale
y Matrice vettoriale ΓV = γμ y Trasformazione di Lorentz y Inversione spaziale
y Matrice vettoriale assiale ΓA = γ5γμ y Trasformazione di Lorentz
y Inversione spaziale
}
attenzione Vettore polare
Vettore assiale
Trasformazione dei covarianti bilineari
y Matrice tensoriale ΓT = γμγν , μ ≠ ν y Trasformazione di Lorentz
y Inversione spaziale
y Se i,j =1,2,3
y Se μ = 0, i = 1,2,3
y Matrice pseudoscalare ΓP = γ5 y Trasformazione di Lorentz y Inversione spaziale
Analogamente per γjγ0
Inversione spaziale
y Vediamo adesso come si formalizza l’effetto dell’inversione spaziale nella teoria quantistica dei campi
y Lo stato di un sistema descritto da un vettore dello spazio di Fock y Ad esempio, una particella libera
y Le classificazione delle particelle è fatta in base alle proprietà di trasformazione delle loro funzioni d'onda quando soggette a rotazioni y Scalari o pseudoscalari spin 0
y Spinori spin ½
y Vettori o pseudovettori spin 1
y Tensori spin 2
y Nella Teoria Quantistica dei Campi queste proprietà si riflettono sulle proprietà di trasformazione degli operatori di creazione
y Facciamo solo l’esempio delle particelle di spin 0 y Possiamo avere due comportamenti
y Scalare |p> o +|−p>
y Pseudoscalare |p> o −|−p>
Inversione spaziale
y Con notazione unificata
y P è l’operatore di inversione e ξP è la parità intrinseca della particella y Deduciamo adesso l’effetto dell’operatore P sugli operatori a e a† a partire
dalle proprietà di trasformazione di uno stato di una particella
y Assumiamo
y Otteniamo pertanto
y Confrontando con la definizione di P
y Dal confronto concludiamo
y Inoltre, considerando l’aggiunto hermitiano di questa equazione (assumiamo ξ∗ = ξ)
y Utilizzando queste relazioni si dimostra facilmente che
Inversione del campo scalare
y Calcoliamo adesso il risultato dell’operatore di inversione sul campo scalare reale
y Cambiamo la variabile di integrazione k o k
Il “θ − τ puzzle”
y Nel periodo iniziale delle scoperte delle particelle strane succedeva che modi di decadimento diversi venissero confusi per particelle diverse
y Tuttavia, con l’aumento della precisione sulla misura delle masse si comprese di cosa si trattava
y Per qualche tempo rimase un paradosso: il “θ−τ puzzle”
y Due particelle (oggi si sa che è la stessa particella K+):
y Stessa massa
y Stessa vita media
y Differenti parità intrinseche
y Consideriamo infatti la particella θ (di spin S ) y Nello stato finale due particelle di spin 0 y Parità dello stato finale ξπ ξπl = l
y Poichè S = l la particella θ può avere solo spin-parità: ξθ S
Il “θ − τ puzzle”
y Consideriamo ora la particella τ che decade in 3 pioni
y Chiamiamo l il momento angolare orbitale dei due pioni positivi y Chiamiamo L il momento angolare orbitale del pione negativo
rispetto agli altri due
y Se lo spin della particella τ fosse S = 0 allora
y Quindi se θ e τ avessero spin S = 0 avrebbero parità differente ( ξθ = (−1)S )
π
π π
l L
Il “θ − τ puzzle”
y Per altri valori dello spin non è detto che L = l
y Selezioniamo 2 configurazioni cinematiche che assicurino che L e l abbiano valori ben definiti anche se lo spin S non è nullo
y Sulla base di queste osservazioni Dalitz concluse che
y Se la particella τ decade in queste regioni cinematiche allora la sua parità è differente da quella della particella θ
y Occorre misurare l’elemento di matrice y Dalitz Plot
y π− ha la massima energia
y ππ relativamente a riposo y l o S L
y π− ha la minima energia (Eπ= 0)
y π a riposo rispetto a ππ y L o S l
π
π π
π
π π
Il Dalitz Plot
y Abbiamo già studiato la cinematica del decadimento a 3 corpi
y Abbiamo visto che lo spazio delle fasi espresso in funzione delle energie di due particelle è popolato uniformemente
y Pertanto
y Si misurano le energie dei prodotti di decadimento
y Si studia la distribuzione di questi decadimenti nel piano E1 – E2 y La distribuzione è una misura dell’elemento di matrice
s23 s12
Dalitz Plot
y Spesso il Dalitz Plot viene rappresentato all’interno di un triangolo equilatero y Un evento è rappresentato da un punto all’interno
del triangolo
y La distanza dai lati è proporzionale all’energia cinetica y Si utilizza la proprietà dei triangoli
equilateri per esprimere la conservazione dell’energiaT1 T2 T3 Q
y In un’approssimazione non relativistica la regione fisica è interna alla circonferenza y Inoltre dobbiamo avere simmetria fra π1 e π2 y Il ragionamento di Dalitz era:
y Se il decadimento della particella τ popola le regioni cinematiche allora la sua parità è differente da quella della particella θ
y L’osservazione sperimentale mostra che le regioni sono popolate
y Pertanto:
y O sono particelle diverse y O la parità non è conservata
Esperimenti allo Specchio
y Le leggi della fisica classica possiedono una proprietà di invarianza a prima vista ovvia y Consideriamo un esperimento possibile
y Ad esempio il moto di un oggetto sotto l’effetto del campo gravitazionale
y Ciò che si ottiene osservando l’esperimento allo specchio è anch’esso un esperimento possibile e realizzabile
y In tutti e due gli esperimenti la forza di gravità si calcola allo stesso modo:
y È diretta verso il centro della terra o, approssimativamente, verso il basso
y Il moto di una massa sotto l’effetto del campo gravitazionale è invariante per riflessioni
spaziali
x y z y x z
Esperimenti allo Specchio
y Un altro esperimento possibile è il moto di una particella carica in presenza di un campo
magnetico
y La spira genera un campo magnetico (regola della mano destra)
y La Forza di Lorentz sulla carica si calcola con la regola della mano destra
y Se osserviamo lo stesso esperimento allo specchio …
y Vediamo un esperimento realizzabile
y Anche nello specchio la spira genera un campo magnetico (calcolabile con la regola della mano destra)
y La Forza di Lorentz si calcola con la regola della mano destra
y Si sarebbe potuta usare la mano sinistra y Usare la mano destra è una convenzione
y Anche la deflessione di una particella in campo magnetico è invariante per riflessione spaziale
x y y z
x z
v B F
L’esperimento di Wu et al.
PHYSICAL REVIEW VOL 105 PAG. 1413 (1957)
x y z y
x z
B B
μ μ σ
σ y La prima verifica sperimentale della viola-
zione della parità nel decadimento β
y Si allineano gli spin con un campo magnetico y Si scopre che il cobalto emette elettroni
prevalentemente verso il basso in direzione opposta allo spin
y Nell’esperimento speculare (x o −x) y Il campo magnetico Bz cambia segno;
y La direzione del momento magnetico μ (allineato al campo B) cambia segno
y Ci aspetteremmo pertanto che gli elettroni vadano prevalentemente verso l’alto
y Invece, evidentemente, nell’esperimento riflesso nello specchio vanno verso il basso y L’esperimento visto allo specchio è impos-
sibile. Ciò è dovuto al fatto che nell’es- perimento reale si osserva una asimmetria
L’esperimento di Wu et al.
rivelatore elettroni
rivelatore fotoni rivelatore
fotoni
60Co
60Ni*
γ β
B
non dipende dal segno di B
dipende dal segno di B
y Per allineare gli spin occorre utilizzare temperature molto basse e un campo magnetico intenso
y Il grado di polarizzazione è misurato tramite la asim- metria delle emissioni γ nel decadimento del 60Co
La violazione di C
x y z
B B
P P V
V
x y z
non è uno specchio y Il decadimento β viola anche la simmetria fra
particelle e antiparticelle
y La distribuzione angolare degli elettroni rispetto allo spin è
y Il coefficiente α
y È negativo per la materia y È positivo per l’antimateria
y Se nel nostro esperimento sostituiamo la materia con l’antimateria
y Il campo magnetico cambia direzione: la corrente è di antielettroni
y Il momento magnetico si allinea a B
y Lo spin è in direzione opposta al momento magnetico: è un antinucleo (Q < 0)
y Il coefficiente α diventa positivo
y Nell’antimondo gli elettroni vanno verso l’alto
α !
α
Nel verso
Invarianza per trasformazioni CP
x y z
B P B
P V V
è uno specchio
y x z
α >
α < y Se si applicano contemporaneamente le due
trasformazioni C e P si ottiene un esperimento possibile che produce un risultato identico
all’originale
y L’esperimento originale …
y L’esperimento allo specchio e fatto di antimateria …
y Il campo magnetico punta verso l’alto y La spira è percorsa in senso inverso y La corrente è composta da antielettroni y Il momento magnetico punta verso l’alto
y Si allinea a B
y Lo spin punta verso il basso y È un antinucleo
y Dato che si tratta di un antinucleo α !
y Gli elettroni vanno nella direzione dello spin verso il basso
y L’interazione debole è invariante per CP
La violazione della parità
y La scoperta che la parità è violata nei decadimenti β impone una revisione dell’Hamiltoniana
y In particolare la richiesta che i singoli termini debbano essere scalari non ha più una motivazione fisica
y L’Hamiltoniana più generale non deve necessariamente conservare la parità y Ogni termine può avere sia una parte scalare sia una parte pseudoscalare
y Pertanto l’Hamiltoniana risulta composta da due termini
y La parte PV dell’Hamiltoniana contiene termini pseudoscalari
La violazione della parità
y Il termine PC (Parity Conserving) è quello che abbiamo studiato fino ad ora ed è pari per trasformazioni di inversione
y Il nuovo termine PV (Parity Violating) contiene prodotti di grandezze dispari per trasformazioni di inversione
y Ricordiamo che l’ampiezza di transizione è costruita con una serie perturbativa in funzione di H′
y In particolare al primo ordine
y Una transizione è permessa se l’elemento di matrice di H' è non nullo y Una transizione è proibita se l’elemento di matrice di H' è nullo
y Consideriamo due autostati di P |a> e |b> con parità diversa y Dimostriamo che
La violazione della parità
y Cominciamo con l’elemento di matrice del termine PC fra due autostati di P
con parità diversa
y Quindi
y Calcoliamo adesso l’elemento di matrice del termine PV fra due autostati di P
con parità diversa
y Quindi è possibile che
y Analogamente si può dimostrare che per due autostati di P con la stessa parità, ad esempio
Conseguenze Fenomenologiche
y Le modifiche introdotte non alterano la parte nucleare e pertanto y Si mantiene la classificazione dei vari termini di interazione
y Transizioni di Fermi e transizioni di Gamov-Teller con le regole di sele- zione sugli spin nucleari dedotte precentemente
y Fino a quando non si studiano processi con polarizzazione del nucleone iniziale non si hanno termini di interferenza SA, ST, VA, VT
y Gli elementi di matrice si calcolano sempre utilizzando la tecnica delle tracce y In particolare ricordiamo il calcolo dell’elemento di matrice di Fermi
y Assumendo mν = 0 diventa (ipotesi non essenziale)
Conseguenze Fenomenologiche
y Fare attenzione al segno del secondo operatore di vertice
y Ricordiamo infatti che la somma sugli stati di polarizzazione dava
y Abbiamo allora
y E anche
Gli elementi di matrice
y Le tracce possono essere semplicemente sviluppate ricordando le proprietà
y Per gli elementi di matrice si ottiene
Conseguenze Fenomenologiche
y Consideriamo ad esempio l’elemento di matrice di Fermi
y L’assenza del termine di interferenza, dedotta dallo studio della forma dello spettro, ha conseguenze meno dirette
y CS CV ( 1 – αS αV ) = 0
y Questo può succedere per una delle 3 condizioni
y Pertanto risulta più complicato trarre conclusioni dagli esperimenti già visti y Per le correlazioni angolari non ci sono sostanziali differenze
y Infatti cambia solo il valore numerico delle due costanti di accoppiamento
y Occorre inventare nuovi esperimenti per determinare le nuove costanti y L’esperimento di Wu et al. fornisce le nuove informazioni necessarie y I calcoli per interpretare gli esperimenti sono però un po’ più lunghi
y I nuclei sono polarizzati
y Non si annullano i termini di interferenza Fermi/Gamov-Teller