• Non ci sono risultati.

COSTRUIAMO INSIEME UN PROGETTO ALTERNATIVO ALLA DESTRA PER IL FUTURO DI VERONA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "COSTRUIAMO INSIEME UN PROGETTO ALTERNATIVO ALLA DESTRA PER IL FUTURO DI VERONA"

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

ELEZIONI AMMINISTRATIVE - VERONA 2022

COSTRUIAMO INSIEME UN PROGETTO ALTERNATIVO ALLA DESTRA PER IL FUTURO DI VERONA

BOZZA

PREMESSA

Condividiamo con voi queste riflessioni e questa proposta come inizio di un percorso che vorremmo fare insieme. L’anno trascorso ha cambiato drammaticamente le nostre vite. Ma non c’è normalità alla quale ritornare perché è la “normalità” il problema. Non è solo uno slogan: il nostro modo di vivere è diventato incompatibile con la vita stessa e solo la cura dell’ambiente, dei territori e dei diritti delle persone su basi completamente nuove, a livello globale come locale, ci farà uscire da questa crisi.

E’ da questa consapevolezza che vorremmo partire.

Questo documento si propone di definire una base culturale e programmatica e uno schema di percorso organizzativo in vista delle prossime elezioni amministrative del comune di Verona del 2022.

Non è un programma elettorale. E’ indirizzato per ora a voi come persone con cui in questi anni abbiamo costruito contatti e relazioni, per chiedere la vostra disponibilità a partecipare da protagonisti a questo percorso.

Sarà compito dell’assemblea e del coordinamento politico che sarà eletto, definire, con le modalità che assieme decideremo, il programma per le elezioni amministrative e l’appello al voto da rivolgere alle cittadine e ai cittadini di Verona.

IL QUADRO POLITICO E SOCIALE RICHIEDE CAMBIAMENTI RADICALI

La situazione politica che si è determinata negli ultimi anni, con una crescente e preoccupante ascesa della destra populista e antieuropea, rende sempre più necessario costruire un campo ampio e coeso di forze politiche, sociali e civiche capace di contrastare tali posizioni e di affermare quei principi costituzionali sui quali il nostro Paese si fonda. All’interno di una nuova visione europea che superi i limiti attuali per arrivare a forme di vera unione politica ed economica, fondata non sull’esclusione e sui muri, ma sulla lotta alle diseguaglianze, sulla solidarietà e sull’apertura culturale. Questa esigenza è ancora più forte nelle condizioni drammatiche create dalla pandemia, anche in relazione all’evoluzione della situazione politica nazionale che, dopo la crisi di governo, ha visto il configurarsi, nelle condizioni di emergenza che si sono venute a creare, di un’inedita e problematica maggioranza, guidata da Mario Draghi. La nuova situazione richiede uno sforzo comune delle forze politiche e dei movimenti che si considerano alternativi al centro destra per cercare di realizzare quelle azioni necessarie per fronteggiare la pandemia e uscire dalla grave crisi che essa ha amplificato, utilizzando al meglio le risorse resesi disponibili, anche grazie a una revisione, quanto mai necessaria, della precedente linea politico-economica della UE. Diventa sempre più necessario, insieme alle cittadine e ai cittadini, costruire un progetto, a partire da un lavoro approfondito sul piano culturale e programmatico, capace di dare prospettive concrete alla speranza di un cambiamento radicale di un sistema economico e sociale che la pandemia ha rivelato essere profondamente ingiusto e inefficiente. Da questa consapevolezza bisogna partire.

1

(2)

Non si tratta oggi di ricostruire la situazione precedente. Bisogna ripensare radicalmente le scelte economiche, sociali, ambientali e rimettere al centro della politica la persona e non il profitto e lo sviluppo quantitativo. Servono scelte radicali nel senso letterale del termine, che vadano, cioè, alla radice del problema, abbandonando l’illusione che sia possibile adottare semplici aggiustamenti alla situazione precedente. Questa è la sfida che ci dovrà vedere protagonisti/e, impegnati e impegnate in un percorso che si sviluppi a livello locale ma che abbia solidi agganci con i processi politici in atto a livello nazionale e internazionale.

È necessario saper esprimere nel nostro progetto la consapevolezza di quanto sia mutato nella realtà a seguito della pandemia. Il programma che dovremo costruire, con il più ampio contributo di persone competenti, comitati, associazioni e quanti vorranno discutere con noi, prima ancora che un elenco di proposte concrete dovrà rendere visibile la nostra determinazione ad affrontare i problemi che la pandemia ha reso evidenti ed esplosivi. In primo luogo, un modello di sviluppo basato solo su parametri quantitativi e di sfruttamento e distruzione dell’ambiente e delle risorse naturali ha mostrato tutta la sua ingiustizia e fragilità, provocando disastri economici e sociali e l'aumento delle disuguaglianze. Il cambiamento climatico causa sempre più frequenti catastrofi ambientali che non possono più essere considerate di carattere emergenziale e occasionale. La concezione tutta economicistica del welfare ha messo in difficoltà le popolazioni e, in particolare, le persone più deboli. I tagli della sanità e della scuola hanno prodotto l'incapacità di rispondere adeguatamente alle emergenze, provocando vittime che potevano essere evitate e allargando le distanze tra chi aveva o non aveva le condizioni economiche, culturali e sociali per cercare di fronteggiare la crisi. I temi della cura, a tutti i livelli, e della riproduzione sociale, considerati a torto marginali, si sono invece dimostrati essere centrali e la diffusa impreparazione in proposito è emersa con grande evidenza. Vogliamo colmare questa gravissima lacuna culturale e far entrare questa consapevolezza nel cuore del programma e delle singole proposte. Infine, il ruolo dello Stato e delle istituzioni pubbliche è risultato determinante e ripropone l'esigenza di un ripensamento profondo del suo ruolo in termini positivi.

LA CITTÀ DI VERONA MERITA UN’AMMINISTRAZIONE ALL’ALTEZZA DELLE SFIDE DEL FUTURO

Già prima dello scoppio della pandemia, che ha inevitabilmente aggravato la situazione, Verona e il suo prezioso tessuto sociale erano fortemente in crisi a causa delle scelte politiche disastrose della destra che la governa da troppo tempo e, in particolare, negli ultimi 15 anni.

Chi ha governato la città ha dissipato tutto quello che avrebbe dovuto amministrare nell’interesse comune:

dalla incessante cementificazione del territorio, con la pianificazione urbanistica lasciata in mano agli interessi privati, alla svendita dei palazzi storici; dalla continua promozione di “eventi” privi di qualità all’incapacità di una seria politica culturale; dalla distruzione del patrimonio verde all’aumento degli attrattori di traffico. Tutto ha contribuito a disegnare una città in cui si è distrutto quello che si aveva e non si è costruito nulla per il futuro. Una città che ha ignorato i diritti delle persone, specialmente di quelle più vulnerabili e non ha costruito un welfare locale capace di rispondere a vecchi e nuovi bisogni.

Con una assenza di visione strategica anche nel campo economico e del lavoro, che ha impedito di difendere le proprie imprese, le lavoratrici e i lavoratori e di attrarre aziende innovative che potrebbero offrire possibilità di occupazione qualificata per la popolazione più giovane.

In un contesto cittadino bistrattato e svuotato delle proprie potenzialità economiche, sociali, ambientali e relazionali, la qualità della vita di chi lo abita è peggiorata. E’ peggiorata nel centro storico svuotato di abitanti e ridotto a quinta scenografica solo a favore del turismo, delle catene commerciali e degli interessi predatori dei privati ed è peggiorata nei quartieri periferici privi di qualità urbanistica, di servizi, di spazi per la socialità, di negozi di vicinato e di un trasporto pubblico adeguato. E durante la pandemia tutto questo è

2

(3)

risultato ancora più evidente ed insopportabile: tolto il turismo e lo shopping, il centro si è trasformato in un deserto, mentre i quartieri dove si concentra la vita delle persone si sono rivelati privi di tutto quello che sarebbe stato necessario.

A ciò si aggiunge che la vita e la salute delle cittadine e dei cittadini veronesi sono esposti ogni giorno a rischi sempre più gravi. Con indici di inquinamento atmosferico tra i più alti d’Europa, Verona non è stata capace di dotarsi di una rete di trasporto pubblico e di mobilità alternativi all’auto che la mettano al livello delle grandi città europee in termini di sostenibilità ambientale. Mentre ovunque si discute e ci si interroga sul mondo che lasceremo alle nostre figlie e ai nostri figli, Verona ha perso 15 anni parlando di traforo delle Torricelle, senza contare la sciagurata vicenda del filobus.

Per questo è necessario puntare senza incertezze a imprimere una svolta significativa alle politiche comunali, per ricostruire un vero legame tra amministratori e cittadinanza e per ricomporre le molte fratture e tensioni sociali causate da anni di giunte pessime, sotto tutti i punti di vista. Per fare ciò serve operare per costruire un ampio schieramento di forze, sulla base di un preciso programma definito collettivamente su alcune linee essenziali.

Il nostro riferimento resta il prezioso lavoro svolto in questi anni a partire dal 2017. Se pur con una presenza limitata nel Consiglio comunale e nelle Circoscrizioni crediamo di avere fatto un buon lavoro, coerente con le nostre impostazioni. In particolare ci siamo impegnati, e continueremo a farlo in futuro attorno a tre assi fondamentali:

 la salvaguardia del territorio in tutti i suoi aspetti;

 il lavoro e la qualità dello sviluppo;

 la valorizzazione a tutti i livelli della qualità della vita personale e sociale e la difesa e la promozione dei diritti di tutte le soggettività

Particolare attenzione vogliamo porre fin da subito al tema della cultura promuovendo un'azione di rilancio che coinvolga tutti gli operatori del settore e che possa donare alla città il valore aggiunto che nell'ultimo periodo si è troppo spesso sacrificato.

Accanto a questi temi ci siamo battuti e ci batteremo per migliorare la qualità delle persone chiamate a rappresentare i cittadini e le cittadine a livello amministrativo nei Consigli comunale e circoscrizionali e nelle società di servizio, di diretta emanazione o partecipate dal comune, di Verona Analogo impegno è stato dedicato e lo sarà in futuro per promuovere la più ampia partecipazione

democratica e responsabile da parte della cittadinanza.

LA NOSTRA PROPOSTA ORGANIZZATIVA SI BASA SULLA

PARTECIPAZIONE RESPONSABILE DELLE CITTADINE E DEI CITTADINI

Riteniamo sia indispensabile operare da subito per creare le condizioni per costruire questo progetto, mettendo a disposizione le elaborazioni programmatiche, le positive esperienze di opposizione fatte in Consiglio comunale e nelle circoscrizioni, i rapporti con le associazioni e con la cittadinanza a partire da proposte concrete, tutto il bagaglio di esperienze umane e di relazioni costruite in questi anni. Con spirito di collaborazione, rispetto per gli interlocutori, disponibilità a privilegiare ciò che unisce, in un quadro di estrema chiarezza circa la volontà di proporsi e di essere in alternativa alla destra in tutte le sue articolazioni, senza camuffamenti di sorta. Ci proponiamo di realizzare incontri di approfondimento, chiamando a discutere quanti e quante siano consapevoli di questa esigenza e vogliano essere protagonisti di un progetto di radicale cambiamento anche a livello locale. A questo fine diventa indispensabile organizzare e sviluppare al più presto un’iniziativa politica che renda esplicito il nostro progetto .

3

(4)

La proposta di lavoro viene presentato dalle tre persone del comune di Verona che si sono candidate alle ultime elezioni regionali nella lista "Il Veneto che vogliamo", animata da forte spirito unitario e collaborativo, e dalle consigliere e dai consiglieri di circoscrizione che condividono questo percorso, con il sostegno esplicito delle forze politiche -Sinistra Italiana, Articolo Uno e Possibile- che si riconoscono in questo progetto. Partendo da questa nostra iniziale proposta, dovrà svilupparsi un confronto con le tante realtà che si muovono a Verona e con la cittadinanza per arrivare a configurare un progetto di lista civica, progressista, ambientalista, femminista e antifascista con una precisa connotazione politica alternativa alla destra che ci permetta di essere un soggetto attivo e propositivo. Il nome e il simbolo della lista andranno discussi e valutati dall'insieme delle forze disponibili, senza pregiudiziali. Per parte nostra pensiamo a una proposta organizzativa adeguata, che renda realmente protagonisti tutte e tutti i partecipanti al progetto, con garanzie e regole precise per l'assunzione delle decisioni collettive.

Durante questo percorso partecipativo andranno pianificati e realizzati incontri con altre forze politiche e sociali, associazioni, realtà organizzate di cittadine e cittadini per far conoscere e proporre il nostro progetto, chiedendo loro osservazioni e contributi per costruire assieme il percorso. Vanno individuate per tempo persone disponibili a mettersi in gioco e a candidarsi offrendo loro un adeguato sostegno con un’attività di formazione sui temi politici e amministrativi. Anche le candidature dovranno rendere evidente la nostra volontà di affrontare in termini fortemente innovativi i problemi che ci stanno davanti. In questo quadro un'attenzione particolare sarà riservata alla figura del possibile candidato/a alla carica di sindaco. Chiariamo subito che deve nascere da un percorso condiviso e non da iniziative estemporanee. Non ci possono essere pregiudiziali se non quella di chiedere a chi verrà proposto/a di essere disponibile a onorare l'impegno in ogni caso, rimanendo in Consiglio e rendendosi protagonista del percorso di collaborazione e aggregazione che deve continuare tra le forze che sosterranno la candidatura, sia in caso di vittoria, sia in caso di sconfitta.

Verona, aprile 2021

IL COMITATO PROMOTORE

Questo documento viene proposto da:

Bertucco Michele, Consigliere comunale di Verona di “Verona e Sinistra in Comune”

Bragaja Francesca, Candidata del comune di Verona alle ultime elezioni regionali con “Il Veneto che Vogliamo”

Cugini Jessica, Candidata del comune di Verona alle ultime elezioni regionali con “Il Veneto che Vogliamo”

De Pasquale Marco, Consigliere della Terza Circoscrizione di “Verona e Sinistra in Comune”

Marini Stefania, Consigliera della Sesta Circoscrizione di “Verona e Sinistra in Comune”

Premi Francesco, Consigliere della Seconda Circoscrizione di “Verona e Sinistra in Comune”

Righetti Giorgio, Consigliere della Quarta Circoscrizione di “Verona e Sinistra in Comune”

Salbego Jack, Consigliere della Settima Circoscrizione di “Verona e Sinistra in Comune”

Stevanoni Cristina, Consigliera della Prima Circoscrizione di “Verona e Sinistra in Comune”

All’interno del Comitato Promotore hanno lavorato alla stesura del documento Sinistra Italiana, Articolo Uno e Possibile.

La proposta è aperta a tutte le forze politiche e sociali che vorranno

condividere la proposta ed essere protagoniste del percorso delineato.

(5)

PROPOSTA DI STRUTTURA ORGANIZZATIVA

ASSEMBLEA

• L’Assemblea è il luogo di confronto di tutti gli/le aderenti.

• L’Assemblea è il luogo centrale di discussione e di decisione e opera e delibera sulla base del principio “una testa un voto”. Non è ammesso il voto per delega.

• Costituiscono l’Assemblea e godono dei diritti di elettorato attivo e passivo tutte le persone, maggiori di 15 anni che abbiano sottoscritto questo documento e versato la quota di adesione

• L’Assemblea elabora e decide l’indirizzo politico, si esprime su eventuali proposte di alleanza, indica le persone che avranno la delega per le eventuali trattative, definendone il mandato, approva la composizione delle liste, approva documenti programmatici e programmi elettorali, il nome della lista e il simbolo.

• Le deliberazioni dell’Assemblea vengono approvate:

• a. nel caso di 1 o 2 proposte, con una sola votazione a maggioranza semplice dei votanti;

• b. nel caso di 3 o più proposte, con una prima votazione e, qualora nessuna delle proposte raggiunga la maggioranza assoluta delle persone votanti, con un successivo ballottaggio fra le due più votate;

• L’assemblea elegge il coordinamento politico al suo interno.

• Istituisce i gruppi di lavoro tematici e i gruppi territoriali e discute le proposte che vengono sottoposte dai singoli gruppi.

COORDINAMENTO POLITICO

• Il Coordinamento politico è eletto dall'Assemblea, nel rispetto della parità di genere, tra le persone che hanno sottoscritto l’appello ed è formato da un minimo di 9 persone a un massimo da definire nella prima convocazione dell’Assemblea. Se il numero dei candidati/e indicato dall’Assemblea dovesse eccedere il numero massimo di componenti previsto si procederà alla votazione su lista aperta con doppia preferenza di genere.

• Nella composizione del Comitato Politico si terrà conto della pluralità delle realtà che hanno promosso il progetto e/o aderiranno a esso.

• Il Coordinamento Politico opera ricercando i punti più avanzati di sintesi condivisa da proporre al dibattito e alle deliberazioni dell’Assemblea al fine di preservare e rafforzare il percorso unitario. Le decisioni del Coordinamento politico vengono prese preferibilmente per consenso e quando ciò non risulti possibile, a maggioranza dei presenti.

• Il Coordinamento politico resta in carica un anno. Durante le sedute dell’Assemblea è possibile integrarlo con nuovi membri e/o surrogare componenti dimissionari.

• Il Coordinamento politico elegge al suo interno una persona in qualità di tesoriere.

• Compiti del Coordinamento politico sono convocare l’Assemblea, definirne l’ordine del giorno sulla base delle proposte ricevute e coordinare e presiedere l’Assemblea. Dà esecuzione alle delibere assembleari, propone atti di indirizzo all’Assemblea, compie tutti gli atti di amministrazione e rappresentanza che l'Assemblea gli affida dandone puntuale resoconto. Ha la responsabilità delle decisioni urgenti, del rapporto con le istituzioni e con le forze politiche in qualsiasi forma organizzate, delle dichiarazioni pubbliche, relativamente alle quali si coordina tempestivamente con i gruppi preposti, allo scopo di garantire una corretta e completa circolazione delle informazioni.

GRUPPI DI LAVORO

Si costituiscono su temi specifici con almeno 5 partecipanti. Eleggono al loro interno un/una coordinatore/coordinatrice, definiscono un programma di riunioni e di incontri a cui possono invitare persone che non hanno sottoscritto l’appello.

GRUPPI TERRITORIALI

Si costituiscono su base territoriale (circoscrizioni) con almeno 5 partecipanti. Eleggono al loro interno un/una coordinatore/coordinatrice, definiscono un programma di riunioni e di incontri a cui possono invitare persone che non hanno sottoscritto l’appello.

Riferimenti