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COMUNE DI SASSARI. Settore urbanistica ed Edilizia Privata Dirigente: Servizio PUA: Arch.Roberta Omoboni Servizio cartografia : Geom.

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RELAZIONE GENERALE

1:200 1:500 1:20

COMUNE DI SASSARI

1:500

CST

ARCHITETTURA

Cenami Simonetti Ticca

Settore urbanistica ed Edilizia Privata

Dirigente: Dott. Claudio Castagna Servizio PUA: Arch.Roberta Omoboni Servizio cartografia : Geom. Sebastiano Frau

Responsabile del Progetto Arch.Elena Cenami

Il Dirigente

A

1:1000 1:2000 1:4000 1:5000 1:10000

data

giugno 2016 agg.

ELABORATI TESTUALI

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PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO DI SASSARI

RELAZIONE GENERALE

1. Premessa sugli indirizzi di metodo operativo

Questa relazione illustra i contenuti e il metodo operativo del Piano particolareggiato del Centro Storico del Comune di Sassari.

Il Piano Quadro predisposto per l’Amministrazione Comunale nel 19941 individua gli indirizzi di metodo operativo per il progetto della città storica di Sassari che riporta le motivazioni da cui si è mosso il progetto di recupero; tra esse particolare rilevanza è attribuita al recupero della scala locale della vita urbana, che nella città storica è imperniata sul rapporto inscindibile tra civitas e urbs. Il piano quadro riconosce il centro storico come bene culturale e bene economico che la società contemporanea intende conservare e tramandare a quella futura in quanto manufatto complesso che rappresenta nella propria fisicità la storia di una società locale, la sua provenienza dal tempo, una diffusa autenticità, in un certo senso un controspazio positivo della città contemporanea, la quale stenta a trovare la capacità di costruire un ambiente propizio alla vita organizzata.

Il recupero della città storica ha necessità di un progetto pubblico, un progetto inteso come una forma d’azione mirata a uno scopo, che si realizza come processo cooperativo tra differenti attori della città (abitanti, comune, università, diocesi, associazioni di categoria, associazioni di volontariato, ecc.), un progetto che non può essere indirizzato soltanto sullo spazio fisico, ma sulla società e l’economia attraverso interventi orientati alla costruzione di spazi - anche micro - di socialità e di imprenditorialità.

In questo senso, la correlazione di interventi dalla scala minima a quelle di maggiore consistenza sullo spazio fisico, sulla società e sulle attività tende progressivamente a innescare processi urbani virtuosi non individuabili a partire da elementi tradizionalmente definiti quali l’unità di vicinato o il quartiere.

In quest’ottica, il piano del centro storico non è stato affrontato come un ipotesi di ricerca di rifondazione globale che pretenda di esaurire tutte le possibilità e ogni variabile realizzativa. Con l’assunto inoltre che i fini si modificano nel corso di piano conferendo all’attività un significato aggiuntivo e direzionale al suo ulteriore corso, si può evitare sotto il profilo del metodo operativo un sistema generalizzato di analisi a tappeto e di tipo neutrale, mentre sarà sempre utile costruire un quadro di riferimenti intrecciati dei problemi sui fini della crescita urbana complessiva a sostegno di       

1 Il Piano Quadro è stato elaborato nell’ambito dello Studio di Prefattibilità per il Recupero del Centro Storico di Sassari (redatto da G. Maciocco, E. Cenami, E. Zoagli, G.M. Cannas, M. Tavera, L.Bua, M. Porcu Gaias – CIS SERVICE)

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progetti attuativi di microambito da adottare come sonde conoscitive delle dinamiche complesse che interessano la popolazione, le attività e i luoghi del centro storico. Si tratta, cioè, di un’attività continua e faticosa che è necessaria per favorire l’apprendimento sociale degli abitanti e la motivazione collettiva alla riqualificazione urbana. Il piano particolareggiato si colloca in questo senso nell’ambito di una strategia generale, che ha previsto in successione l’elaborazione di:

- un Piano quadro della Città storica, che contiene la conoscenza di sfondo delle situazioni del centro storico da cui partire per l’individuazione e lo sviluppo di programmi attuativi di intervento, che si articola secondo modi e tempi adeguati ad affrontare la complessità e la differenziazione delle situazioni del centro storico.

- Al Piano Quadro è seguita una attività pianificatoria che ha visto la predisposizione di n°8 Piani particolareggiati nell’arco di cinque anni dal 2006 al 20112 che ne costituiscono la specificazione operativa e che rappresentano il riferimento degli interventi di recupero:

 Piazza Mazzotti - approvato definitivamente con Delibera di C.C. n. 23 del 14/03/2006; 

 S. Apollinare - approvato definitivamente con Delibera di C.C. n. 119 del 15/12/2006; 

 Quadrato Frasso - approvato definitivamente con Delibera di C.C. n. 94 del 13/11/2008; 

 S. Donato - approvato definitivamente con Delibera di C.C. n. 93 del 13/11/2008; 

 Duomo Frumentaria - approvato definitivamente con Delibera di C.C. n. 100 del 24/11/2009; 

 Via Turritana / Piazza Castello / Corso Vittorio Emanuele / Via Mercato /Piazza Tola - approvato definitivamente con Delibera di C.C. n. 117 del 23/12/2009; 

 Università / Arcivescovado - approvato definitivamente con Delibera di C.C. n. 116 del 23/12/2009; 

 Trinità - approvato definitivamente con Delibera di C.C. n. 32 del 03/05/2011 (non pubblicato sul BURAS); 

L’imprescindibilità di riprendere l’attività di pianificazione sul Centro Storico deriva da vari ordini di motivi:

 L’approvazione di un nuovo PUC che non da prescrizioni specifiche per il Centro Storico ma rinvia la definizione degli interventi al momento della pianificazione attuativa. Pertanto va previsto un adeguamento dei PP in attuazione del PRGC al PUC.

 la necessità di rilevare le mutazioni intervenute (dal punto di vista fisico: operazioni edilizie effettuate, degrado, patrimonio occupato e non occupato, modalità di utilizzo). Ad esempio

      

2 I piani particolareggiati sono stati redatti dal Laboratorio Centro Storico del Comune di Sassari – coordinamento scientifico della Facoltà di Architettura di Alghero (prof. G. Maciocco), coordinamento operativo Arch. Elena Cenami.

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si è notato che gli interventi effettuati nel tempo sono legati ad un utilizzo essenzialmente residenziale (es. trasformazione da magazzino a residenza).

 Cambiamenti importanti relativamente agli interventi pubblici:

 Programmi universitari con recupero complessivo dell’ex Estanco che di fatto fa cadere l’ipotesi dell’aula per studenti sotto la piazza.

 L’elemento qualificante in corso Vico con previsione di un Ostello della Gioventù vanificato dallo stallo di realizzazione del Centro Intermodale e, come ipotesi di intervento unitario, superato da parziali interventi già realizzati.

 Necessità di avere un unico Piano Particolareggiato della Città Murata, con prescrizioni normative omogenee.

   

2. Il dispositivo di piano: le unità urbanistiche di intervento

Il piano particolareggiato fa riferimento a un dispositivo areale di articolazione del centro storico e del tessuto di relazione secondo comparti di intervento che a loro volta includono più unità urbanistiche.

I comparti e le unità urbanistiche vengono individuati come parte di territorio del centro storico e del suo intorno, che siano dotati di identità e che presentino condizioni d'intervento differenti, ma con possibilità di costituire sinergie per l'azione di recupero. In questo senso l'unità urbanistica delimitata ha valenza prevalentemente programmatica in quanto si possono calibrare programmi specifici d'intervento.

Le unità urbanistiche vengono individuate sulla base della genesi costitutiva, il successivo strutturarsi in conseguenza degli interventi che hanno rispecchiato i mutamenti storici, economici e sociali e gli indirizzi urbanistici (intenzionali e non) nelle diverse epoche, nonché le diverse funzioni. La ricognizione ha messo prevalentemente l'accento su quelli che sono stati definiti

"contenitori di servizi", oggetto di intervento pubblico, sulle principali persistenze architettoniche, sulle trasformazioni e sui cosiddetti "connettori", al fine di dare all'operazione di recupero un significato che si leghi con la storia dei luoghi. Essa, infatti, è essenzialmente mirata a porre in risalto la presenza di significative memorie storiche anche nel tessuto minore del centro storico e di funzioni ancora vitali o rivitalizzabili, pur nel presente degrado.

Le condizioni d'intervento all'interno delle unità urbanistiche vengono fatte corrispondere a sub- unità così definibili:

a1) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi pubblici e/o privati per attrezzature di servizio puntuale;

a2) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici di tipo areale o lineare (piazze, slarghi, strade, spazi pubblici liberi ecc.);

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a3) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente privati negli spazi di relazione di cui i punti a1 a2;

a4) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi pubblici sovvenzionati in aree prevalentemente residenziali (San Donato, Quadrato Frasso ecc.);

Nelle sub-unità di tipo a1) sono previsti interventi progettuali di grande scala finalizzati ad un’intensa e rapida riqualificazione urbana e che possono essere realizzati anche attraverso iniziative a partecipazione privata. L’individuazione delle sub-unità di cui in a1) riguarda alcune parti di tessuto molto degradate, ma con forti potenzialità di recupero, in particolare per le possibilità di intervento ad uso pubblico in aree strategiche.

I criteri relativi alle priorità d'intervento possono essere in via preliminare cosi' individuati:

- la praticabilità dell'intervento in relazione ai tempi, ai modi di attuazione e alle risorse finanziarie disponibili;

- la praticabilità degli interventi di cui alle sub-unità a1) e a2);

- l’esemplarità degli interventi in relazione alla possibilità di utilizzo dei risultati;

- l'urgenza degli interventi per la soluzione di situazioni di disagio sociale e degrado fisico;

- il significato urbano degli interventi in relazione al recupero della centralità funzionale e culturale del centro storico nel quadro urbano complessivo;

- l'opportunità degli interventi di riqualificazione degli spazi contigui di relazione tra il centro storico e la città complessiva ai fini del recupero urbano del centro storico;

- l'opportunità di privilegiare gli interventi in tessuti complessi che comprendano attività abitative, produttive e di servizio al fine di stimolare la vitalità del centro storico;

- l'opportunità di privilegiare gli interventi che favoriscano l'integrazione sociale.

La fase progettuale vera e propria dovrà contemplare una parcellizzata analisi di dettaglio, all'interno di ogni singola unità, che potrà rivelare ulteriori, interessanti elementi e sarà finalizzata ad indirizzare gli interventi di recupero puntuali e areali, pubblici e privati.

I comparti individuati riuniscono più unità urbanistiche per affinità tipologiche e di funzione, per contiguità fisica. Essi vengono di seguito elencati con le unità urbanistiche che racchiudono.

Comparto n°1 – Piazza Mazzotti con

 Unità Urbanistica di Intervento 10 - Piazza Monsignor Mazzotti Comparto n°2 – S. Apollinare con

 Unità Urbanistica di Intervento 14 - S. Apollinare

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Comparto n°3 – Quadrato Frasso con

 Unità Urbanistica di Intervento 9 - Quadrato Frasso Comparto n°4 – Duomo con

 Unità Urbanistica di intervento 7 - Duomo Comparto n°5 – Università con

 Unità Urbanistica di Intervento 1 – Università

 Unità Urbanistica di Intervento 8 - Arcivescovado Comparto n°6 – Piazza Azuni/Mercato con

 Unità Urbanistica di Intervento 2 - Via Turritana

 Unità Urbanistica di Intervento 3 - Piazza Castello

 Unità Urbanistica di Intervento 4 - Corso Vittorio Emanuele

 Unità Urbanistica di intervento 5 - Rosello

 Unità Urbanistica di intervento 6 - Piazza Tola Comparto n°7 – Frumentaria con

 Unità Urbanistica di Intervento 11 – Frumentaria Comparto n°8 – San Donato con

 Unità Urbanistica di intervento 13 - San Donato Comparto n°9 – Corso Trinità con

 Unità Urbanistica di Intervento 12 - Corso Trinità

Le Unità Urbanistiche rappresentano l’ambito di riferimento per la verifica dei parametri del Piano Particolareggiato ai sensi del D.A n.2266/U del 20.112.1983.

Gli interventi previsti dal Piano Particolareggiato producono indici fondiari (If) non superiori a quello medio dell’Unità Urbanistica. In questo senso anche gli interventi di nuova costruzione sono stati dimensionati in modo da non superare l’indice fondiario massimo dell’Unità Territoriale, così come previsto dal decreto citato.

3. Requisiti normativi

Il Piano Particolareggiato è a tutti gli effetti Piano Attuativo ai sensi della legge regionale 29 del 10/09/98 sulla tutela e valorizzazione dei centri storici della Sardegna e in questo senso si inserisce tra gli strumenti di intervento di cui all’art. 4 della legge medesima e cioè: programmi integrati, piani degli interventi di riqualificazione urbana, interventi di recupero primario.

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4.1 Caratteristiche dell’edificato e destinazioni d’uso – 4.2 Il progetto urbano

Comparto 1 - Piazza Colonna Mariana (piazza Mazzotti) 4.1.1 Caratteri dell’edificato.

La presenza di consistenti complessi edilizi: il Convento delle Clarisse, il Convento delle Monache Cappuccine, l’insieme della Chiesa di san Giacomo con l’annessa casa del Rettore, hanno fortemente condizionato la forma del tessuto urbano circostante. L’edificazione di questi grossi episodi la cui realizzazione ha coperto un lungo arco temporale ha impedito che l’intorno assumesse una sua fisionomia, in cui un ordine , anche se non programmatico a livello edificatorio, apparisse leggibile; così con una trama viaria piuttosto casuale, che in parte deriva dall’allargamento di quella sorta intorno al Pozzo di Villa, si è determinata un’edilizia assai discontinua.

Accanto ad edifici di qualche piano che prendono l’aspetto di palazzotti sono edifici a solo piano terra, originariamente con una commistione assoluta dell’uso, insieme di ricovero per animali, deposito ed abitazione.

Su questo tessuto storicamente determinato sono intervenute pesantemente le demolizioni del periodo fascista, tanto forti da determinare il vuoto urbano ancora oggi comunemente identificato come Piazza Demolizioni. Se questo ha significato l’inserimento di nuovi e consistenti episodi edilizi, che pur fuori scala e fuori contesto hanno una loro definizione logica ha anche aumentato il disordine del tessuto edilizio; i bordi della Piazza Demolizioni vedono edifici che non hanno un allineamento stradale e non creano un fronte, con dimensioni variate, tra l’altro modificate nel tempo da interventi di sopraelevazione e/o ampliamenti. Persino l’isolato compreso fra il Corso Vittorio Emanuele, la via Pais e la piazza, se è ordinato sul corso con il palazzo di San Sebastiano che da un’impronta nobile, sul fronte posteriore contribuisce al disordine complessivo con corpi vari e l’accesso mediante scalinata all’ex cinema ricavato all’interno.

Fatta eccezione per i consistenti interventi moderni su via Pais, sulla piazza e sul fronte del Corso Vittorio Emanuele con piano terra a destinazione commerciale e ai piani superiori mista residenza e uffici, nella restante parte dell’edificato si ha un uso prevalente residenziale anche ai piani terra.

Per quanto riguarda lo stato di conservazione degli edifici vi è un netto divario fra quelli su cui vi sono stati interventi di sopraelevazione e/o ampliamenti che appaiono in “discreto” o “buono stato”, ma con l’utilizzo di materiali assolutamente impropri - intonaci al quarzo, infissi in alluminio anodizzato, cornici e marcapiani improbabili - e quelli, numerosi , su cui non vi è stato alcun intervento che appaiono in mediocre stato.

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Per la valutazione dello stato di degrado sono stati assunti come parametri di giudizio le condizioni statiche, lo stato delle finiture ed anche gli interventi realizzati in totale contrasto con le caratteristiche originali dell’edificio, che comportano comunque opere onerose per la riqualificazione dell’immobile.

4.2.1. Il progetto urbano

Il quadro storico sopra delineato e i risultati degli scavi recenti forniscono le motivazioni della situazione spaziale dell’area, una situazione indefinita, propria della mancata attuazione del piano Petrucci.

L’immagine che vi corrisponde è quella di uno spazio degradato, con edifici antichi e recenti che si fronteggiano senza dialogare in uno spazio ibrido privo di carattere urbano.

L’area richiama al tempo stesso la figura di un vuoto urbano per l’inconsistenza delle funzioni presenti, una specie di terrain vague, una forma dell’assenza della città.

Rispetto a caratteri così critici dell’ambiente fisico va rilevata negli spazi di relazione una vitalità sociale i cui caratteri, descritti in premessa, richiedono interventi che ne coinvolgano l’energia per alimentare la vita spaziale della città storica.

Il progetto urbano di Piazza Colonna Mariana parte dalle considerazioni fin qui svolte secondo una serie di mosse progettuali, che si propongono sia la definizione del carattere urbano dell’area, sia la costituzione dell’area come presidio di funzioni pubbliche o di uso pubblico rilevanti per favorire la coesione e la motivazione sociale alla vita urbana nel centro storico.

L’Unità urbanistica 10 viene suddivisa in tre sub unità,ordinate secondo le priorità di attuazione:

 sub unità urbanistica a3, nella quale sono previsti interventi prevalentemente privati negli spazi di relazione di cui in a1 e a2. Tali interventi sono finalizzati alla riqualificazione urbana dell’area. Si concretizzano in modeste azioni di ristrutturazione urbanistica che investono situazioni ormai compromesse in modo pesante e poco significative sotto il profilo storico tipologico. Insieme a tali interventi sono previste azioni puntuali di recupero degli edifici, con un dettaglio delle categorie e delle modalità di intervento.

 sub unità urbanistica a2, che comprendono interventi di tipo areale o lineare. Tali interventi prevedono nella fattispecie:

la definizione di una piazza, un’enclave moderna nel centro storico, che riprende in un certo senso l’ipotesi del piano Petrucci, ma evitandone le azioni radicali che Petrucci proponeva per lo spazio di relazione;

la costruzione di un parcheggio interrato pluripiano, le cui metriche spaziali e strutturali sono coerenti con la configurazione della piazza e degli edifici che ne definiscono lo spazio;

la creazione di un grande spazio verde, una sorta di giardino archeologico, destinato alla fruizione delle testimonianze dell’insediamento antico nell’area ritrovate negli scavi recenti

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sopra descritti, che segnalano la rilevanza storica dell’ambito e individuano nel caso specifico i confini del giardino del complesso conventuale delle monache Cappuccine;

 sub unità urbanistica a1, nella quale sono previsti interventi per attrezzature di servizio puntuale. Tali interventi prevedono:

la proposta di un edificio con destinazione mista per servizi pubblici e/o privati e residenza che completa la quinta moderna nel lato orientale della piazza e al tempo stesso, quasi come una porta della piazza, apre al collegamento urbano con il centro storico nella direzione dell’unità urbanistica del Corso Vittorio Emanuele;

la sostituzione dell’edificio che definisce la piazza verso est, realizzato negli anni ’50 del ‘900 con una architettura dalla qualità molto modesta e caratteristiche funzionali non rispondenti alle esigenze attuali.

Comparto 2 - SANT’APOLLINARE 4.1.2 Caratteristiche dell’edificato

L’area urbanistica in oggetto comprende una porzione del tessuto urbano facente capo, in antico, alla parrocchia di S. Apollinare, la quinta della diocesi medioevale, secondo la ripartizione attuata dal vescovo Torgotorio nel 1278, segno del rapido inurbamento verificatosi nella città del XIII secolo.

Fin dalle origini, l'area fu sede di abitazioni dei ceti popolari, di contadini, artigiani e piccoli commercianti: lo rivelerebbe la disposizione delle case a schiera, disposte in file parallele, ortogonali rispetto alla cinta muraria, dalla via Sisco fino alla via Pinna, probabilmente per favorire il deflusso delle acque.

Differente fisionomia hanno invece gli isolati compresi fra la via Sisco e la via San Carlo e il Corso Vittorio Emanuele, costituiti prevalentemente da basse case e magazzini irregolarmente disposti intorno a piccole corti. Questa area ingloba una delle più interessanti ed integre torri merlate della cinta muraria medioevale, quasi in angolo con la piazza S. Antonio.

Una diversa fisionomia caratterizza il consueto fronte compatto lungo il Corso che, dalla via S.

Apollinare fino alla via Monache Cappuccine, presenta numerose persistenze cinque-seicentesche modeste sotto il profilo architettonico, mascherate dagli "abbellimenti" ottocenteschi.

Aspetto composito presentano gli edifici prospicienti il tratto della via S. Apollinare incluso in questa unità. Si tratta, in generale, di modesti edifici multipiano di tipologia non facilmente classificabile per i successivi rifacimenti.

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4.2.2 - Il progetto urbano

Il quadro storico sopra delineato e le attuali condizioni contestuali forniscono le motivazioni per il progetto urbano dell’area, che si costruisce nella considerazione che rispetto a caratteri così critici dell’ambiente fisico va rilevata negli spazi di relazione una vitalità sociale i cui caratteri, descritti in premessa, richiedono interventi che ne coinvolgano l’energia per alimentare la vita spaziale della città storica.

Il progetto urbano di Sant’Apollinare parte dalle considerazioni fin qui svolte secondo una serie di mosse progettuali, che si propongono sia il miglioramento della qualità della vita urbana nell’area, sia il rafforzamento dei rapporti di relazione con il quadro urbano complessivo.

In questo senso il progetto prevede sia interventi di recupero puntuale con la localizzazione di servizi sociali, come – nel caso specifico – una scuola materna con ludoteca nel largo Sebastiano Branca (o comunque un’attrezzatura di interesse pubblico per lo svago e lo sport), e una struttura con funzione di attrezzatura collettiva sul Corso Vico, sia interventi di recupero diffuso degli edifici residenziali negli spazi di relazione dei servizi puntuali. Questi interventi hanno come obiettivo la creazione di nuclei di urbanità in un tessuto molto degradato sotto il profilo fisico e con problemi di integrazione nella vita urbana.

La definizione specifica degli interventi viene qui di seguito riferita alla unità urbanistica di intervento interessata: l’Unità Urbanistica 14

L’Unità Urbanistica 14 comprende sub-unità così definibili:

a1) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi per attrezzature di servizio puntuale.

Questa sub-unità ha a sua volta un’ulteriore articolazione:

a1.1) L’area comprende l’intero isolato tra la via Francesco Cano e il largo Sebastiano Branca, per il quale è prevista una ricostruzione con un nuovo edificio che riproponga fedelmente volume e assetto planimetrico dell’isolato da destinare a struttura per l’infanzia (scuola materna, ludoteca) in collegamento con la vicina scuola elementare di Sant'Apollinare, od altra attrezzatura di quartiere pubblica o di uso pubblico destinata allo svago ed al tempo libero (esempio palestra).

L’edificio si dovrà presentare con una grande trasparenza verso il largo Sebastiano Branca mentre verso la via Francesco Cano l’edificio dovrà avere una cortina muraria in pietra o altro materiale, col minor numero di aperture possibili.

a2) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici di tipo areale o lineare, come la sistemazione di piazze e vie, ma anche di aree verdi strutturate, che nel caso specifico riguardano ad esempio l’alberata di Corso Vico e la piazzetta che si attesta su Corso Vico in corrispondenza del terminal degli autobus.

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a3) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente privati negli spazi di relazione di cui ai punti a1 a2. Tali interventi si concretizzano in modeste azioni di recupero degli edifici e del tessuto residenziale con un dettaglio delle categorie e delle modalità di intervento.

a1/a3) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi di interesse pubblico per attrezzature di servizio puntuale, che possono essere sia di realizzazione pubblica che privata. L’area comprende la parte dell’isolato 4, che si attesta su Corso Vico.

Si deve prendere atto delle condizioni mutate dell’area. Il previsto centro di scambio intermodale, con attrezzature a corredo, non ha visto la luce e non se ne danno previsioni sulla tempistica. Per altro il fronte edificato lungo il Corso Vico ha visto diversi interventi puntuali di recupero di palazzotti che hanno acquistato una loro dignità. Per questo motivo non è ipotizzabile un intervento unitario che vada a coinvolgere un esteso fronte stradale ma è prevedibile la sostituzione dell’edificato, improprio, e che ha perso la funzione originaria, con una struttura per attrezzature collettive.

Comparto 3 - QUADRATO FRASSO 4.1.3 Caratteristiche dell’edificato e destinazioni d’uso

Da un’analisi puntuale sullo stato dei luoghi sono state ricavate una serie di elaborazioni tematiche significative ed utili a comprendere funzioni, rapporti tra luogo e attività, nonché lo stato di affezione della popolazione al luogo.

Il sistema areale degli spazi pubblici si può così schematizzare: il comparto, coincidente con l’unità urbanistica, ha un “cuore” rappresentato dalla Piazzetta di Quadrato Frasso; intorno ad esso un sistema di strade all’interno del quale emergono alcune direttrici principali: la Via S.Elisabetta, la Via Maddalenedda che si incrocia con essa quasi perpendicolarmente e la Via Maddalena, che anche per il suo ruolo di accesso veicolare a Piazza del Duomo rimane un po’ periferica rispetto al resto del quartiere.

La destinazione d’uso prevalente anche nei piani terra è quella residenziale; destinazioni diverse (esercizi commerciali e artigianato) si concentrano su Corso Vico, mentre in Via Maddalena i piani terra non usati come residenza, sono prevalentemente depositi e magazzini.

Sulle direttrici viarie sopra citate si attestano gli edifici con maggior consistenza edilizia, prevalentemente a tre piani con qualche presenza anche di edifici a quattro piani. Nelle rimanenti aree prevalgono gli edifici monofamilari a due piani, chiaramente originati dalla sopraelevazione del tipo a solo piano terra, di cui ancora esiste qualche esempio.

Per quanto concerne lo stato di conservazione degli edifici esso appare prevalentemente

“discreto”; pochissimi quelli in “buono stato”, piu’ numerosi quelli in “mediocre” stato di conservazione; infine alcuni appaiono fatiscenti. Generalmente lo stato di maggior degrado è associato agli edifici con più elevata consistenza edilizia (plurifamiliari) con proprietà molto

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frazionate, o di proprietari non residenti. Anche gli edifici a solo piano terra che non hanno la dimensione minima per una unità residenziale funzionale o con destinazione non residenziale sono generalmente in stato di abbandono.

Per la valutazione dello stato di degrado sono stati assunti come parametri di giudizio le condizioni statiche, lo stato delle finiture ed anche gli interventi realizzati in totale contrasto con le caratteristiche originario dell’edificio, che comportano comunque opere onerose per la riqualificazione dell’immobile.

4.2.3 Il progetto urbano

Il quadro storico e le attuali condizioni contestuali forniscono le motivazioni per il progetto urbano dell’area, che si costruisce nella considerazione che rispetto a caratteri così critici dell’ambiente fisico va rilevata negli spazi di relazione una vitalità sociale i cui caratteri, descritti in premessa, richiedono interventi che ne coinvolgano l’energia per alimentare la vita spaziale della città storica.

Il progetto urbano di Quadrato Frasso parte dalle considerazioni fin qui svolte secondo una serie di mosse progettuali, che si propongono sia il miglioramento della qualità della vita urbana nell’area, sia il rafforzamento dei rapporti di relazione con il quadro urbano complessivo.

In questo senso il progetto prevede un ordine di interventi a scala urbana, che interessa la scala di microambito con la localizzazione di servizi sociali. Nel caso specifico, si tratta di una piccola biblioteca, od altra attrezzatura di quartiere, che funziona anche come spazio di comunicazione sociale, in via Largo del Vaglio. Questo intervento ha come obiettivo la creazione di un nucleo di urbanità in un tessuto molto degradato sotto il profilo fisico e con problemi di integrazione nella vita urbana.

La definizione specifica degli interventi viene qui di seguito riferita alla Unità urbanistica di intervento 9.

L’Unità Urbanistica 9 comprende sub-unità così definibili:

a1) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi per attrezzature di servizio puntuale, come l’attrezzatura citata.

a2) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici di tipo areale o lineare, come la sistemazione di piazze e vie, ma anche di aree verdi strutturate, che nel caso specifico riguardano la piazzetta di Quadrato Frasso;

a3) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente privati negli spazi di relazione di cui ai punti a1 a2. Tali interventi si concretizzano in modeste azioni di recupero degli edifici e del tessuto residenziale con un dettaglio delle categorie e delle modalità di intervento.

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Comparto 4 - DUOMO 4.1.4 Caratteristiche dell’edificato e destinazioni d’uso

Da un’analisi puntuale sullo stato dei luoghi sono state ricavate una serie di elaborazioni tematiche significative ed utili a comprendere funzioni, rapporti tra luogo e attività, nonché lo stato di affezione della popolazione al luogo.

L’unità urbanistica 7 – Duomo è strutturata dal percorso monumentale imperniato sul sistema del Duomo e dei monumenti religiosi e civili che caratterizzano uno spazio di grande qualità urbana.

Esso si dilata verso nord nell’ambito che è centrato sulla Frumentaria, contenitore urbano di servizi rari per la cultura.

In questa unità urbanistica – peraltro come nell’unità urbanistica 11 Frumentaria - la configurazione dello spazio segnala la possibilità di un uso semi-pubblico e può delineare una prospettiva di caratterizzazione mista commerciale. In altri spazi, ancora, l'articolazione più minuta e appartata potrà corrispondere a una caratterizzazione prevalentemente residenziale.

Per quanto concerne lo stato di conservazione degli edifici esso appare prevalentemente

“discreto”; ma numerosi sono quelli in “mediocre” stato di conservazione. Anche in questo caso, per la valutazione dello stato di degrado sono stati assunti come parametri di giudizio le condizioni statiche, lo stato delle finiture ed anche gli interventi realizzati in totale contrasto con le caratteristiche originarie dell’edificio, che comportano comunque opere onerose per la riqualificazione dell’immobile.

4.2.4 Il progetto urbano

Le considerazioni fin qui svolte e il quadro storico delineato orientano i requisiti progettuali del Piano Particolareggiato per il Comparto n°4 - Duomo.

Un primo punto qualificante del progetto, che peraltro caratterizza l’intero piano particolareggiato del Centro Storico, è la definizione puntuale degli interventi possibili nelle aree a1, a2, a3(residenze). Una indicazione, questa, che anche attraverso il dettaglio tende a favorire la consapevolezza della qualità del patrimonio, spesso latente, e spingere gli abitanti verso un attaccamento affettivo alla città, che è connesso costitutivamente con il “prendersi cura”.

Un secondo punto ha a che fare con il riconoscimento della vocazione tipologica e morfologica degli spazi pubblici esistenti e delle prospettive di attualizzazione in relazione alla necessità di stimolare la vita urbana. Questo è il senso della classificazione operata dal progetto degli spazi, strade e slarghi, per favorire lo sviluppo di destinazioni compatibili e vitali. Sono stati perciò individuati:

- spazi riqualificabili come spazi pubblici con caratterizzazione prevalente commerciale e artigianale;

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- spazi riqualificabili come spazi semipubblici con caratterizzazione mista commerciale/artigianale e residenziale;

- spazi riqualificabili come spazi con caratterizzazione prevalentemente residenziale

Un terzo sistema di interventi al quale può essere attribuito un ruolo decisivo è incentrato sul sistema culturale monumentale che ha come centro di riferimento il Duomo e la sua Piazza, ma che si articola in modo complesso coinvolgendo i diversi monumenti e contenitori culturali, come i complessi di Piazza Santa Caterina, l’ex Convitto Canopoleno, la Chiesa di S.Caterina, Palazzo Ducale, l’ex Archivio notarile. Si tratta di un sistema piuttosto complesso, di rilevante qualità urbana, destinato a funzioni religiose e civili culturali di livello urbano e sovraurbano.

La definizione specifica degli interventi comprende sub-unità così definibili:

a1) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici per attrezzature di servizio puntuale.

Comprendono il Duomo, il Palazzo Ducale, l’ex Convitto Canopoleno, la Chiesa di S.Caterina, ex Archvio notarile, per i quali oltre agli interventi di restauro conservativo si prevedono interventi finalizzati alla realizzazione di un sistema monumentale – culturale.

a2) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici di tipo areale o lineare (piazze, slarghi, strade, spazi pubblici liberi ecc.).

Si prevede la conservazione di aree verdi strutturate nella Piazza del Duomo con la relativa sistemazione a verde, per la quale sono previsti interventi di conservazione e manutenzione degli elementi vegetazionali esistenti. Questo tipo di interventi è previsto anche nel giardino di Vicolo del Campanile, nella Piazza del Comune col giardino antistante, nel giardino annesso all’ex Archivio Notarile, ora adibito ad Archivio Storico del Comune per il quale sono previsti interventi di conservazione e recupero degli elementi vegetazionali esistenti, nonché di integrazione con essenze idonee. E’ consentita la realizzazione di aree di sosta per la fruizione del giardino, pavimentate con elementi lapidei, o altri materiali naturali quali il legno. Gli elementi di arredo dovranno essere realizzati con disegni e materiali tradizionali.

a3) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente privati negli spazi di relazione di cui ai punti a1 a2. Tali interventi si concretizzano in modeste azioni di recupero degli edifici e del tessuto residenziale con un dettaglio delle categorie e delle modalità di intervento.

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Comparto n°5 - ARCIVESCOVADO – UNIVERSITA’

4.1.5 Caratteristiche dell’edificato e destinazioni d’uso

Da un’analisi puntuale sullo stato dei luoghi sono state ricavate una serie di elaborazioni tematiche significative ed utili a comprendere funzioni, rapporti tra luogo e attività, nonché lo stato di affezione della popolazione al luogo.

Le due unità sono strutturate dai due complessi dell’Università e dell’Arcivescovado, grandi contenitori di funzioni rare della città. In contiguità a questi complessi si articola un tessuto edificato minuto che in particolare nell’unità dell’Università articola un sistema di vie che convergono nella piazza dell’Università, vero cuore dell’area. Via Università e Via Arborea, vie pubbliche per eccellenza dell’area descrivono in un certo senso la gerarchia della viabilità che assume quasi un carattere più locale nelle piccole vie che sfociano nella piazza. Più introversa appare la parte di città imperniata sul complesso dell’Arcivescovado, un complesso di per sé appartato che si affaccia sul grande cortile interno. Gli isolati che completano l’unità hanno anch’essi spazi interni di particolare interesse che il piano si propone di rivelare e rendere accessibili alla città. La contiguità delle unità con una importante parte della città, che è caratterizzata dal grande fuso verde dei giardini pubblici e dai servizi che vi si attestano in contiguità, apre importanti prospettive al progetto delle unità urbane e, in particolare all’area dell’Università, che il progetto può coinvolgere in una sequenza di spazi destinati a valorizzare il rapporto tra l’Università e la città.

Al tempo stesso i caratteri tipologici e morfologici dell’edificato che insiste sulla Piazza Università e che configura al suo interno spazi che possiamo definire più intimi, si presta a una sperimentazione di azioni pubbliche che contrastino la “gentrificazione”, cioè la sostituzione degli abitanti a basso reddito con quelli a reddito medio-alto. Queste azioni possono essere di iniziativa comunale, sia di cooperazione con altri soggetti pubblici che hanno una specifica competenza sul settore dell’edilizia sociale.

Anche in questo caso, in entrambe le unità, la configurazione dello spazio segnala possibilità di un uso semi-pubblico e può delineare una prospettiva di caratterizzazione mista commerciale. In altri spazi, ancora, l'articolazione più minuta e appartata potrà corrispondere a una caratterizzazione prevalentemente residenziale.

Per quanto concerne lo stato di conservazione degli edifici esso appare prevalentemente

“discreto”; numerosi quelli in “mediocre” stato di conservazione. Anche in questo caso, per la valutazione dello stato di degrado sono stati assunti come parametri di giudizio le condizioni statiche, lo stato delle finiture ed anche gli interventi realizzati in totale contrasto con le caratteristiche originarie dell’edificio, che comportano comunque opere onerose per la riqualificazione dell’immobile.

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4.2.5 Il progetto urbano

Le considerazioni fin qui svolte e il quadro storico delineato orientano i requisiti progettuali della parte del Piano Particolareggiato che riguarda Piazza Università e Arcivescovado.

Un primo punto qualificante del progetto, che peraltro ha caratterizzato tutto il piano particolareggiato del Centro Storico, è la definizione puntuale degli interventi possibili nelle aree a1, a2, a3(residenze). Una indicazione, questa, che anche attraverso il dettaglio tende a favorire la consapevolezza della qualità del patrimonio, spesso latente, e spingere gli abitanti verso un attaccamento affettivo alla città, che è connesso costitutivamente con il “prendersi cura”.

Un secondo punto ha a che fare con il riconoscimento della vocazione tipologica e morfologica degli spazi pubblici esistenti e delle prospettive di attualizzazione in relazione alla necessità di stimolare la vita urbana. Questo è il senso della classificazione operata dal progetto degli spazi, strade e slarghi, per favorire lo sviluppo di destinazioni compatibili e vitali. Sono stati perciò individuati:

- spazi riqualificabili come spazi pubblici con caratterizzazione prevalente commerciale e artigianale;

- spazi riqualificabili come spazi semipubblici con caratterizzazione mista commerciale/artigianale e residenziale

- spazi riqualificabili come spazi con caratterizzazione prevalentemente residenziale

Un terzo sistema di interventi al quale può essere attribuito un ruolo decisivo è incentrato sulla Piazza Università che come sottolineato, investe la qualificazione e il rafforzamento del rapporto tra Università e Città. Si tratta di un sistema di interventi piuttosto complesso, di rilevante livello urbano, che ha come perno la realizzazione di un grande parcheggio sotterraneo anche su più livelli con accesso/uscita dalla via Porta Nuova, che risulta ad un livello molto più in basso del calpestio della piazza. Questo consente di liberare l’ampio spiazzo antistante l’Università, rendendolo un connettore pedonale fra gli edifici universitari che affacciano sulla piazza dal palazzetto di largo Porta Nuova alla Centrale, al cortile dell’ex Estanco, all’imbocco verso via Arborea, al palazzo Zirolia e via del Fiore Bianco. La piazza recuperata come spazio attrezzato avrebbe, la possibilità di percorso carrabile soltanto per mezzi di servizio e soccorso da largo porta nuova a via Torre Tonda; diventa il centro di un sistema di relazioni che si realizza attraverso le connessioni spaziali con Palazzo Zirolia e – attraverso il giardino - con Via Arborea e l’edificio ex Bagni pubblici di proprietà dell’Università, ma anche attraverso il collegamento con Corso Margherita di Savoia dal Palazzo dell’Università, che implica la riqualificazione del complesso dell’ex Estanco anche attraverso la demolizione e ricostruzione dei fabbricati moderni con una nuova area di sedime che “liberi” la Torre Tonda. Si tratta in questo caso di una connessione di grande rilevanza spaziale e funzionale in quanto apre un collegamento vitale attraverso i giardini pubblici con il complesso universitario del Quadrilatero e, più oltre, con i nuclei universitari del Policlinico e del Polo Bio-naturalistico di Piandanna.

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Un quarto ordine di interventi interessa l’Unità urbanistica di intervento dell’Arcivescovado. In quest’area è prevista la riqualificazione del giardino retrostante il Marianum, anche con la ridestinazione come spazio pubblico che viene reso accessibile sia attraverso l’edificio del Marianum da ristrutturare, sia dal vicolo retrostante, dove è già presente uno spazio libero derivante da una demolizione, che può funzionare come spazio introduttivo al giardino.

Infine, un sistema di interventi particolarmente qualificante, le cui ragioni sono state già illustrate in precedenza, riguarda l’individuazione di un comparto destinato all’edilizia residenziale pubbica.

Sono interessati in questo senso gli isolati 113 e 116/parte e le piazzette di collegamento, come Largo Casalabria e lo slargo su cui confluisce via Arcivescovado.

La definizione specifica degli interventi viene qui di seguito riferita alle Unità urbanistiche di intervento 1 e 8, che comprende sub-unità così definibili:

a1) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici per attrezzature di servizio puntuale, come ad esempio lo spazio pubblico di Piazza Università;

a2) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici di tipo areale o lineare, come la sistemazione di piazze e vie, ma anche di aree verdi strutturate, come ad esempio lo spazio di connessione tra Piazza Università e Via Arborea o il giardino del Marianum;

a3) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente privati negli spazi di relazione di cui ai punti a1 a2. Tali interventi si concretizzano in modeste azioni di recupero degli edifici e del tessuto residenziale con un dettaglio delle categorie e delle modalità di intervento. Il Piano Particolareggiato ha tenuto conto della classificazione del PAI che individua ai margini di Piazza Università un’area classificata HG4. In detta area gli interventi privati sono limitati ad opere di recupero e ristrutturazione;

a4) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi pubblici in aree prevalentemente residenziali; i comparti sono stati individuati sulla base della effettiva realizzabilità dell’intervento, infatti si tratta di aree in cui è possibile prevedere un incremento volumetrico ed una discreta trasformabilità dell’esistente. Per contro necessitano di un intervento di riqualificazione che non può essere affidato al singolo privato, ma si deve realizzare in un comparto unitario comprendente anche gli spazi esterni.

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Comparto n°6 - PIAZZA AZUNI – MERCATO 4.1.6 Caratteristiche dell’edificato e destinazioni d’uso

Da un’analisi puntuale sullo stato dei luoghi sono state ricavate una serie di elaborazioni tematiche significative ed utili a comprendere funzioni, rapporti tra luogo e attività, nonché lo stato di affezione della popolazione al luogo.

Le unità sono strutturate da alcuni complessi di grande rilevanza urbana:

- il grande isolato di confine della città murata che si attesta su Viale Umberto, che ha come testata settentrionale il Mercato Civico e, come testata meridionale lo spazio complesso del Teatro Verdi, comprendendo una ricca articolazione interna di spazi liberi ed edificati che coinvolge: il Palazzo di S.Sebastiano col suo giardino storico; il complesso del Carmelo con la chiesa, il convento, il museo e lo spazio di relazione;

- la Piazza Tola che insieme alla Piazza Azuni costituiscono i perni del sistema di collegamento tra il Corso ed il sistema monumentale che si sviluppa anche attraverso l’organizzazione della viabilità di connessione trasversale minore;

- la Via Mercato che attraverso la ricostruzione del Mercato Civico apre la possibilità della realizzazione di una luogo di connessione con la Chiesa della Trinità e la grande rampa che conduce alla fontana di Rosello operando così una reintegrazione delle varie parti del tessuto storico della città.

Al tempo stesso i caratteri tipologici e morfologici dell’edificato si prestano a una sperimentazione di azioni pubbliche che contrastino la “gentrificazione”, cioè la sostituzione degli abitanti a basso reddito con quelli a reddito medio-alto. Queste azioni possono essere di iniziativa comunale, sia di cooperazione con altri soggetti pubblici che hanno una specifica competenza sul settore dell’edilizia sociale.

Anche in questo caso, la configurazione dello spazio segnala possibilità di un uso semi-pubblico e può delineare una prospettiva di caratterizzazione mista commerciale. In altri spazi, ancora, l'articolazione più minuta e appartata potrà corrispondere a una caratterizzazione prevalentemente residenziale.

Per quanto concerne lo stato di conservazione degli edifici esso appare prevalentemente

“discreto”. Anche in questo caso, per la valutazione dello stato di degrado sono stati assunti come parametri di giudizio le condizioni statiche, lo stato delle finiture ed anche gli interventi realizzati in totale contrasto con le caratteristiche originarie dell’edificio, che comportano comunque opere onerose per la riqualificazione dell’immobile.

4.2.6 Il progetto urbano

Le considerazioni fin qui svolte e il quadro storico delineato orientano i requisiti progettuali del Piano Particolareggiato per le Unità Urbanistiche 2 - Via Turritana, 3 - Piazza Castello, 4 - Corso Vittorio Emanuele, 5 - Via Mercato e 6 - Piazza Tola.

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Il progetto di riqualificazione dell’area prevede in primo luogo il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo urbano del grande isolato di confine della città murata che si attesta su Viale Umberto, che ha come testata settentrionale il Mercato Civico, come testata meridionale lo spazio complesso del Teatro Verdi. Questo isolato ha una ricca articolazione interna di spazi liberi ed edificati che coinvolge: il Palazzo di S. Sebastiano col suo giardino storico; il complesso del Carmelo con la chiesa, il convento, il museo e lo spazio di relazione.

L’isolato di confine rappresenta anche la testata urbana di cerniera con il Fosso della Noce e gli ambiti del Colle Cappuccini.

In questo scenario si chiarisce il ruolo della Piazza Tola che con la Piazza Azuni costituiscono i perni del sistema di collegamento tra il Corso ed il sistema monumentale che si sviluppa anche attraverso l’organizzazione della viabilità di connessione trasversale minore. In questo modo la trama viaria secondaria, finora marginale rispetto ala vita urbana, si rivela alla città traguardando interessanti prospettive di riqualificazione.

Questo sistema, che allo stato attuale si presenta solo come un insieme di potenzialità, può concretizzarsi attraverso una serie di interventi mirati articolati nelle differenti unità urbanistiche.

Nella Unità Urbanistica Via Mercato la ricostruzione del Mercato Civico ha dato la possibilità della realizzazione di una piazza belvedere che è quasi la testata naturale della via Rosello e per la quale l’orografia del terreno ha consentito la realizzazione dello spazio commerciale del Mercato sotto la piazza e del parcheggio a servizio sia del mercato che dell’intero ambito. Il belvedere realizza anche una connessione visiva con la Chiesa della Trinità e la grande rampa che conduce alla fontana di Rosello operando così una reintegrazione delle varie parti del tessuto storico della città.

Nella testata a monte del medesimo isolato è previsto un sistema di interventi orientato sia alla ridestinazione del complesso del Teatro Verdi, sia alla destinazione pubblica o di uso pubblico del giardino storico del palazzo di S.Sebastiano, sia alla connessione spaziale di queste due parti per formare un complesso sistema di funzioni urbane altamente qualificate. In questo senso il complesso del Teatro Verdi può configurarsi come il più importante polo culturale della città in quanto la ricchezza della sua tipologia e la compenetrazione di spazi interni ed esterni può consentire un ricco e articolato processo di attività culturali all’interno e all’aperto.

Nella Piazza Tola così come nella Piazza Azuni gli interventi sono finalizzati al riconoscimento del ruolo cardine che queste piazze coadiuvate dalla viabilità trasversale minore rivestono nella riconnessione urbana del quadrante sud-orientale della città murata, togliendo da una situazione di enclave l’isolato di confine per restituirlo riqualificato alla città e ricco di funzioni importanti.

Lo stesso piano creerà le condizioni propizie per le ricadute positive di questi interventi attraverso indicazioni specifiche sulla specializzazione della viabilità minore di connessione. Nello spazio di relazione degli interventi di cui si tratta in cui proprio per la qualità degli interventi stessi ci sarà un

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incremento della rendita urbana il piano prevede una serie di misure e azioni mirate alla protezione della popolazione insediata a basso reddito attraverso interventi di edilizia pubblica.

Comparto 7 - FRUMENTARIA 4.1.7 Caratteristiche dell’edificato e destinazioni d’uso

Sono state ricavate una serie di elaborazioni tematiche significative ed utili a comprendere funzioni, rapporti tra luogo e attività, nonché lo stato di affezione della popolazione al luogo.

L’unità urbanistica 7, che può essere intesa come prosecuzione del percorso monumentale imperniato sul sistema del Duomo dilatato verso nord, è centrata sulla Frumentaria, contenitore urbano di servizi rari per la cultura. Nello spazio di relazione si articola un tessuto edificato minuto che in questa unità è gerarchicamente strutturato dalla Via Rosello, che ha un tradizionale ruolo di strada commerciale di grande rilevanza. Gli isolati che completano l’unità hanno anch’essi spazi interni di particolare interesse che il piano si propone di rivelare e rendere accessibili alla città. La contiguità dell’unità Frumentaria con l’area del Mercato apre importanti prospettive alla rigenerazione della vita urbana nel Centro storico.

Al tempo stesso i caratteri tipologici e morfologici dell’edificato dell’unità urbanistica d’intervento Frumentaria che configura al suo interno spazi che possiamo definire più intimi, si prestano a una sperimentazione di azioni pubbliche. Queste azioni possono essere sia di iniziativa comunale, sia di cooperazione con altri soggetti pubblici che hanno una specifica competenza sul settore dell’edilizia sociale.

In alcuni casi la configurazione dello spazio segnala possibilità di un uso semi-pubblico e può delineare una prospettiva di caratterizzazione mista commerciale. In altri spazi, ancora, l'articolazione più minuta e appartata potrà corrispondere a una caratterizzazione prevalentemente residenziale.

Per quanto concerne lo stato di conservazione degli edifici esso appare prevalentemente

“discreto”, ma numerosi quelli in “mediocre” stato di conservazione. Anche in questo caso, per la valutazione dello stato di degrado sono stati assunti come parametri di giudizio le condizioni statiche, lo stato delle finiture ed anche gli interventi realizzati in totale contrasto con le caratteristiche originarie dell’edificio, che comportano comunque opere onerose per la riqualificazione dell’immobile.

4.2.7 Il progetto urbano

Le considerazioni fin qui svolte e il quadro storico delineato orientano i requisiti progettuali del Piano Particolareggiato per la zona comprendente la Frumentaria.

Un primo punto qualificante del progetto, che peraltro caratterizza l’intero piano particolareggiato del Centro Storico, è la definizione puntuale degli interventi possibili nelle aree a1, a2, a3(residenze). Una indicazione, questa, che anche attraverso il dettaglio tende a favorire la

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consapevolezza della qualità del patrimonio, spesso latente, e spingere gli abitanti verso un attaccamento affettivo alla città, che è connesso costitutivamente con il “prendersi cura”.

Un secondo punto ha a che fare con il riconoscimento della vocazione tipologica e morfologica degli spazi pubblici esistenti e delle prospettive di attualizzazione in relazione alla necessità di stimolare la vita urbana. Questo è il senso della classificazione operata dal progetto degli spazi, strade e slarghi, per favorire lo sviluppo di destinazioni compatibili e vitali. Sono stati perciò individuati:

- spazi riqualificabili come spazi pubblici con caratterizzazione prevalente commerciale e artigianale;

- spazi riqualificabili come spazi semipubblici con caratterizzazione mista commerciale/artigianale e residenziale

- spazi riqualificabili come spazi con caratterizzazione prevalentemente residenziale

Un terzo sistema di interventi al quale può essere attribuito un ruolo decisivo è incentrato sul sistema culturale monumentale che coinvolgendo i diversi monumenti e contenitori culturali si sviluppa con il Palazzo di Città, la Frumentaria, le Antiche Mura, la Chiesa di S.Donato, la Chiesa di S.Sisto, la Chiesa di S. Andrea. Si tratta di un sistema piuttosto complesso, di rilevante qualità urbana, destinato a funzioni religiose e civili culturali di livello urbano e sovraurbano.

Infine, un sistema di interventi particolarmente qualificante, le cui ragioni sono state già illustrate in precedenza, riguarda l’individuazione di un comparto destinato all’edilizia residenziale pubblica.

Gli interventi interessano in parte gli isolati 137, 139, 141, 142, 143, 144.

La definizione specifica degli interventi viene qui di seguito riferita alla Unità urbanistica di intervento 7 , che comprende sub-unità così definibili:

a1) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici per attrezzature di servizio puntuale.

Comprendono la Frumentaria, le Antiche Mura, la Chiesa di S. Donato, la Chiesa di S. Sisto, la Chiesa di S.Andrea, per i quali oltre agli interventi di restauro conservativo si prevedono interventi finalizzati alla realizzazione di un sistema monumentale – culturale.

a2) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici di tipo areale o lineare (piazze, slarghi, strade, spazi pubblici liberi ecc.).

Questo tipo di interventi interessa la Piazza della Frumentaria, così come il tratto di Via Ramai, inserito in un comparto di edilizia pubblica. La parte superficiale dell’area deve essere destinata a piazza con disegno, uso dei materiali, scelta delle essenze vegetali coerenti con le peculiarità del Centro Storico, avendo come riferimento quanto previsto dal Piano quadro per il ripristino delle pavimentazioni di strade e piazze nel Centro Storico di Sassari. Si dovrà tener conto della caratterizzazione come spazio prevalentemente residenziale e delle necessità di fruizione da parte

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degli abitanti del comparto. E’ consentita anche la realizzazione di un piano interrato di parcheggi, da destinare esclusivamente ai residenti.

La riqualificazione di aree verdi strutturate riguarda anche il tratto di Via S.Cristoforo e Traversa di Via S.Cristoforo , inseriti in un comparto di edilizia pubblica. Si dovrà tener conto sia della caratterizzazione come spazio semipubblico commerciale e artigianale dello slargo su Traversa S.Cristoforo e sia delle necessità di fruizione da parte degli abitanti del comparto. E’ consentita anche in questo caso la realizzazione di un piano interrato di parcheggi, da destinare esclusivamente ai residenti.

Lo stesso tipo di interventi, compresa la realizzazione di un piccolo parcheggio interrato è previsto nel tratto di Via Corte Larga, inserito in un comparto di edilizia pubblica.

a3) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente privati negli spazi di relazione di cui ai punti a1 a2. Tali interventi si concretizzano in modeste azioni di recupero degli edifici e del tessuto residenziale con un dettaglio delle categorie e delle modalità di intervento.

Comparto 8 - SAN DONATO 4.1.8 Caratteristiche dell’edificato e destinazioni d’uso

Il sistema areale degli spazi pubblici si può così schematizzare: l’unità urbanistica, che ha un

“cuore” rappresentato dalla Scuola elementare di San Donato, è strutturata da un sistema di vie principali parallele: il corso Vittorio Emanuele, la via Lamarmora e la via delle Muraglie. Da queste vie si dirama un sistema secondario dell'accessibilità che disegna un'interessante tessuto di piccole vie e slarghi con interessanti potenzialità di articolazione della gerarchia degli spazi che si sviluppa dal pubblico al privato con una complessa trama di spazi intermedi.

Queste potenzialità fanno intravedere in alcuni spazi una destinazione pubblica prevalentemente commerciale e artigianale, con l'obiettivo di una rigenerazione degli spazi di relazione. In altri spazi, la cui configurazione segnala possibilità di un uso semi-pubblico dello spazio, si può delineare una prospettiva di caratterizzazione mista commerciale. In altri spazi, ancora, l'articolazione più minuta e appartata potrà corrispondere a una caratterizzazione prevalentemente residenziale.

La destinazione d’uso prevalente anche nei piani terra è quella residenziale; destinazioni diverse (esercizi commerciali e artigianato) si concentrano sul corso Vittorio Emanuele, mentre in via delle Muraglie, così come nelle vie minori, i piani terra sono usati prevalentemente come residenza; in Via Lamarmora in parte sono usati come residenza in parte come depositi e magazzini, pochi gli esercizi commerciali. In un confronto fra l’analisi dello stato dei luoghi effettuato nel P.P. di San Donato del 2008 e l’attuale revisione si rileva un progressivo riuso dei piani terra in modalità residenziale anche lungo vie che in origine non avevano tale vocazione.

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Sulle direttrici del Corso Vittorio Emanuele, di via Lamarmora e di via delle Muraglie si attestano gli edifici con maggior consistenza edilizia, prevalentemente a tre piani con qualche presenza anche di edifici a quattro piani. Nelle rimanenti aree prevalgono gli edifici monofamilari a due piani, chiaramente originati dalla sopralevazione del tipo a solo piano terra, e a piano terra, che sulla base dell'analisi tipologica, si offrono a interessanti accorpamenti che ne possono rigenerare la qualità spaziale.

Per quanto concerne lo stato di conservazione degli edifici esso appare prevalentemente

“discreto”; pochissimi quelli in “buono stato”, piu’ numerosi quelli in “mediocre” stato di conservazione; infine alcuni appaiono fatiscenti, soprattutto gli edifici a solo piano terra che singolarmente non hanno la dimensione minima per una unità residenziale funzionale.

Per la valutazione dello stato di degrado sono stati assunti come parametri di giudizio le condizioni statiche, lo stato delle finiture ed anche gli interventi realizzati in totale contrasto con le caratteristiche originarie dell’edificio, che comportano comunque opere onerose per la riqualificazione dell’immobile.

4.2.8 Il progetto urbano

Il quadro storico sopra delineato e le attuali condizioni contestuali forniscono le motivazioni per il progetto urbano dell’area, che si costruisce nella considerazione che rispetto a caratteri così critici dell’ambiente fisico va rilevata negli spazi di relazione una vitalità sociale i cui caratteri, descritti in premessa, richiedono interventi che ne coinvolgano l’energia per alimentare la vita spaziale della città storica.

Il progetto urbano di San Donato parte dalle considerazioni fin qui svolte secondo una serie di mosse progettuali, che si propongono sia il miglioramento della qualità della vita urbana nell’area, sia il rafforzamento dei rapporti di relazione con il quadro urbano complessivo.

Il progetto prevede alcuni ordini di interventi:

 un ordine di interventi a scala urbana, che riguarda il complesso della scuola elementare di San Donato. L'azione è rivolta a creare uno spazio urbano particolarmente attrattivo, sia attraverso la sistemazione degli spazi esterni e degli spazi urbani contigui, sia attraverso il potenziamento dei servizi urbani collegati alla scuola, come la palestra che viene realizzata in ipogeo con un intervento particolarmente complesso che ne amplifica le funzioni estendendole ai settori della riabilitazione.

 Un ordine di interventi, che investe lo sviluppo delle potenzialità di creazione dello spazio pubblico che sono presenti in alcune situazioni in cui il tessuto urbano si articola in slarghi con interessanti configurazioni. Così come indicato in precedenza, queste potenzialità fanno intravedere in alcuni spazi una destinazione pubblica prevalentemente commerciale e artigianale, con l'obiettivo di una rigenerazione degli spazi di relazione. In altri spazi, la cui configurazione segnala possibilità di un uso semi-pubblico dello spazio, si può delineare una

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prospettiva di caratterizzazione mista commerciale. In altri spazi, ancora, l'articolazione più minuta e appartata potrà corrispondere a una caratterizzazione prevalentemente residenziale.

 Un ordine di interventi, infine, è rivolto a un potenziamento della residenzialità anche attraverso l'accorpamento di tipologie edilizie minori in aree ben individuate attraverso un'accurata analisi tipologica, che indica gli elementi guida della coerenza progettuale.

La definizione specifica degli interventi viene qui di seguito riferita alla Unità urbanistica di intervento 13.

L’Unità Urbanistica 13 comprende sub-unità così definibili:

a1) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici per attrezzature di servizio puntuale, come la Scuola elementare con la palestra annessa;

a2) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente pubblici di tipo areale o lineare, come la sistemazione di piazze e vie, ma anche di aree verdi strutturate;

a3) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi prevalentemente privati negli spazi di relazione di cui ai punti a1 a2. Tali interventi si concretizzano in modeste azioni di recupero degli edifici e del tessuto residenziale con un dettaglio delle categorie e delle modalità di intervento.

a4) sub-unità urbanistiche che comprendono interventi pubblici sovvenzionati in aree prevalentemente residenziali;

Comparto 9 - CORSO TRINITA’

4.1.9 Caratteristiche dell’edificato e destinazioni d’uso

L’analisi urbana dell’area ha individuato alcune componenti caratterizzanti che ne definiscono la peculiarità:

- il tessuto del lungo isolato che si snoda sul Corso Trinità e che è attraversato dagli angusti vicoli di penetrazione verso la valle;

- l’articolata composizione spaziale dell’edificato che stabilisce una particolare modalità del rapporto di prossimità con la valle comprendendo una ricca articolazione interna di spazi liberi ed edificati;

- la dominante ambientale del contesto rappresentata dalla valle di Rosello, che sottolinea il sistema di relazioni costitutive tra il sistema urbano e il sistema ambientale della città, visibile soprattutto nel sistema naturale delle valli.

Le destinazioni d’uso evidenziano il carattere prevalentemente residenziale dell’isolato, la cui felice localizzazione richiama interventi di integrazione finalizzati all’uso pubblico dello spazio, che oggi

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è quasi del tutto assente nell’area, anche per alcuni discutibili interventi di privatizzazione degli spazi. Il degrado fisico rilevante e dell’obsolescenza funzionale caratterizzano lo stato generale degli edifici dell’isolato.

4.2.9 Il progetto urbano

Le considerazioni fin qui svolte e il quadro storico delineato orientano i requisiti progettuali del Piano Particolareggiato di Corso Trinità.

Il progetto di riqualificazione dell’area prevede in primo luogo il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo urbano del grande isolato che fronteggia la città murata che si attesta su Corso Trinità e che ha come testata meridionale il nodo complesso composto dal Mercato Civico, dalla grande rampa di accesso alla valle di Rosello e del Ponte Rosello. Questo isolato lungo come un filamento urbano si presenta sul Corso Trinità come una quinta edificata e ordinata e che al contrario si affaccia sulla valle di Rosello con una cascata di piccoli edifici che seguendo l’orografia del versante crea una ricca articolazione di spazi liberi ed edificati che, al di là del degrado edilizio e urbano rappresenta la vera qualità di quest’area in quanto realizza in modo non banale l’accessibilità della città alla valle.

La successione di spazi pubblici, come i vicoli che tagliano l’isolato, spazi semipubblici, semiprivati e privati testimonia della complessità di questa unità di intervento e richiama il progetto a rivelarne la qualità e le potenzialità urbane.

Per queste ragioni, il progetto non si limita ad una banale discriminazione tra l’edificato e la valle, ma cerca di assecondare la discesa della città attraverso l’inserimento sulla parte bassa del versante di una serie di servizi pubblici e di uso pubblico che hanno lo scopo di restituire alla città uno spazio urbano finora rimosso dalla vita urbana.

In questo senso, nella parte estrema del versante settentrionale dell’isolato è prevista la realizzazione di un complesso di edifici da destinare ad attrezzature di servizio in collegamento e per la fruizione del realizzando Parco dell’Eba Giara – Valle del Rosello. Le modalità di esecuzione dovranno tener conto della valenza ambientale dell’area e potranno essere precisate in fase di progetto esecutivo del Parco.

Il complesso di interventi si avvale anche della ristrutturazione di un vecchio edificio artigianale esistente, per il quale si prevede la riqualificazione e la destinazione ad attrezzature di uso pubblico (mediateca, attività didattiche, strutture museali, ecc.) riferite in particolare alla fruizione della valle.

Oltre al recupero generalizzato dell’area il progetto considera centrali gli interventi su

quelle che possono essere considerate le strutture generative dell’area: il complesso costituito dalla Chiesa e dal convento della SS. Trinità, per il quale è naturalmente previsto il restauro conservativo; le aree verdi strutturate, come le aree di pertinenza degli edifici, per le quali sono

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previsti interventi di restauro conservativo e ripristino degli elementi vegetazionali esistenti, e la parte della vallata di Rosello già destinata a parco pubblico3.

4.3 Gli abachi

E’ stato organizzato un rilievo a tappeto di tutti i particolari architettonici degli edifici dell’intero Centro Storico, suddiviso in comparti comprensivi di più Unità Urbanistiche di intervento: 1. Piazza Mazzotti, Quadrato Frasso, S.Apollinare; 2. S.Donato, Frumentaria, Corso Trinità; 3. Duomo, Università, Arcivescovado; 4. Via Turritana, Piazza Castello, Corso Vittorio Emanuele II, Via Mercato, Piazza Tola.

Si sono presi in esame: balconi (struttura portante e parapetti), finestre, portoni, sopraluce, cornicioni, fasce marcapiano, cornici di finestre. Di tutti i particolari si è operata una classificazione individuando dei “tipi”, quindi si è proceduto a valutare la ricorrenza di un tipo rispetto ad un altro nei varii comparti esaminati; si sono così prodotti dei grafici da cui si vede qual è il tipo maggiormente usato, che sarà quello cui ci si deve maggiormente riferire in caso di sostituzione o ripristino degli elementi. Infatti gli abachi diventano parte integrante della normativa; ad essi fanno riferimento gli articoli che precisano le modalità di intervento.

Analogamente si sono predisposti degli abachi relativi alle caratteristiche costruttive ed i particolari di finitura interni, riferiti al centro Storico nel suo complesso. Infatti essendo difficile accedere all’interno degli immobili abitati, data la giustificata diffidenza degli abitanti, si è potuto ispezionare un numero limitato di unità campione, in genere edifici di proprietà pubblica (Comune, Università, Ersu) o con interventi di recupero in atto.

Si è potuto comunque ricostruire un panorama sufficientemente esaustivo di quelle che sono le caratteristiche costruttive prevalenti, individuando tipi ricorrenti di orizzontamenti a volta, collegamenti verticali (scale e androni), solai, coperture.

Per quanto concerne i particolari di finitura interni si è riscontrata una quasi totale sostituzione dei materiali tradizionali; si è riusciti a costruire un abaco dei pavimenti, che pur non essendo originari, possono essere ritenuti tradizionali (legno, cotto, graniglia) e quindi presi come riferimento per gli interventi di recupero.

      

3 Per essa è stato già redatto il progetto preliminare de “La Strada del verde - Sistema del parco multifunzionale della Valle Eba Giara – Rosello” ove si prevedono interventi di riqualificazione ambientale con l’inserimento di elementi vegetazionali idonei, che richiamino anche l’antica funzione produttiva orticola dell’area. L’area oltre alla funzione ricreativa , con creazione di percorsi ciclopedonali e relativo recupero di edifici esistenti , avrà una funzione didattica – con la creazione di una city farm – e sarà legata alle attività che si svolgeranno nelle attrezzature di servizio da realizzare nelle aree di interfaccia tra il versante edificato e il fondovalle.

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DATI DIMENSIONALI DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO (1) 

COMPARTO N°1 

ISOLATO  VOLUME  ESISTENTE 

VOLUME DI 

PROGETTO  DIFFERENZA 

3  33 262,05  35 609,46  2 347,41 

6  28 074,97  28 074,97  0,00 

12  7 617,82  8 586,10  968,28 

15  7 949,16  8 343,12  393,96 

16  116 526,38  116 662,37  135,99 

17  15 122,37  15 390,56  268,19 

27  1 312,55  1 423,41  110,86 

31  1 018,50  1 408,50  390,00 

64  9 619,43  10 752,23  1 132,80 

67  1 104,05  1 104,05  0,00 

68  8 451,80  8 976,80  525,00 

71  28 179,89  28 179,89  0,00 

72  4 806,75  5 092,15  285,40 

73  7 832,60  7 864,37  31,77 

123  20 951,37  20 951,37  0,00 

129  18 510,30  18 510,30  0,00 

131  2 834,55  2 834,55  0,00 

133  7 650,62  7 650,62  0,00 

TOTALE  320 825,16  327 414,82  6 589,66 

   

   

   

(1) Il volume è riferito alle subunità urbanistiche a3) 

   

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