SUL PASSATO E SUL PRESENTE
DELLA
CLINICA MEDICA IN GENERALE
E DELLA PAVESE IN MODO SPECIALE
BREVI CONSIDERAZIONI
DEL
PEOPESSOBErRANCESCO ORSX
(Discorsoproemiale al corsodi clinicamedica,
per
l'annoisti -72,PRONUNCIATO
dal DETTO
PROFESSORE,IL GlORlfO 25NOVEMBRE
1871,NEL NUOVO
LOCALE DI CLINICA MEDICA DELL'UNIVERSITÀ'DI PAVIA).STABILIMENTO DEI FRATELLI RECHIEDEl
1871
Tolto
dallaGazzetta Medica Italiana
-Lombardia
iSerie VI. -Tomo
IV. -Anno 1871.
In
altre occasionied
in luoghi diversi io ebbia
parlare delleFonti
dellamedicina
clinica (1) e delleAspirazioni ed
attuabilità dellamedicina pratica
(2).Oggi
intendo in- veceinaugurare
codestonuovo
locale clinico col farealcune
considerazioni intorno alla clinicamedica
in generaleed
alla clinicamedica pavese
inmodo
speciale.La
clinicamedica
in generale, e lapavese
in specie,po-
trebbe, 0 signori, esserecontemplata da
tre elevatipunti
di vista, e cioè dalpunto
di vista del passato, del presente e dell'avvenire.Però
i limiti assegnati aquesta
lezione proe-miale non consentendomi
diaccennare che
ai soliprimi due
punti, iosono ben
lieto,per
tale obbligata delimitazione,da che
trovoprudente
evitare dicompiere
la parte delprofeta.Considerando
la clinicamedica
dalpunto
di vista delpas-
sato è lo stessoche
osservarla nel suo jlatoTstorico; quindi nellasua
origine, nelsuo
sviluppo e nelle vicissitudini ,che
nel corso degli anni, avessedovuto eventualmente
subire.Contemplando
invece la clinicamedica
dalpunto
di vista del presente, siha
l'obbligo di rappresentarla sotto imolte-
plici aspetti, ond'è, nell'odierna società, rivestita codesta isti- tuzione. Si
dovrebbe
perciò definire la clinicamedica
, tanto nel suolato materiale-edilizio,che morale -accademico;
e sotto4
quest'ultimo
riguardoconverrebbe
additarne lo scopo, i suoi rapporticon
altre istituzioni sociali, le sue difficoltà, ilme-
todo e le
norme
disciplinarida
seguirsi,durante V
esercizio delle sueimportantissime
e delicate funzioni.Che
semi
trovassi costretto apure
spingere ilmio
cortosguardo
nell'avvenire
della clinicamedica
,mi sarebbe
forzaenumerare
,pronosticando
, tutti quelli ulteriori emassimi
progressi, cui la stessa
potrebbe
attingere, più forse qualeil-luminato, ben provveduto
e liberoinsegnamento
ospitaliere, che qualeangariata
istituzione ufficiale.1.
Noi toccheremo dapprima,
ebrevemente,
al iato storico della clinicamedica
in generale, e della ticinese inmodo
speciale.
La
clinicamedica, com'è
al presente,non ha
un'origine re-motissima.
Se sidovesse anzi starecon due
riputatissimi sto- rici dellamedicina,
loSprengel
(3) e l'Haìler(4), sicrederebbe che
soltantosulprincipiaredellaseconda metà
del secoloXVII
avesse
avuto
origine la clinicamedica,
eprecisamente
nel 1658, in Leida, eper opera
di Silviode
la Boe.Ma
gli studistorici del Rasori, del Cervetto, del
Montesanto,
delDe-Renzi
Salvatore, delPignacca
(5), e di altri; studi,da me scrupo- losamente
controllati,recano
laprofonda
convinzione,che
ilprimo
pensiero della fondazione della clinicamedica, come ramo d'insegnamento
pratico, si è suscitato inuna mente
ita- liana, eprecisamente
in quella di Gr. Batt.Da Monte, deno- minato anche Montano
, il quale nel 1543, diede 1'attuazione alsuo
concetto nell'ospitale di S.Francesco
inPadova
,
presso la cui antica
Università
figurava peruno
deipiù
ri-nomati
professori dellaRepubblica veneta
(6).Morto
ilMontano,
gli allievi dilui, i dott.Oddo
e Bottoni, seguirono le utili tradizioni delmaestro,insegnando
nell'ospi- tale suddetto lamedicina
pratica,e davanti al letto degl'in- fermi, e sulla tavolaanatomica,
e ciò, dal1578
al 1587.Di quest'ultimo
fatto storicorende
pubblica testimonianzail
Sibenburger
(7), ne'suoi atti stampati, intorno ai porta-menti
degli allievi tedeschi, che inquei tempi,erano mandati,
innumero, a
studiaremedicina,
presso l'Università diPa-
dova.Egli e poi
un
fatto storicocome,
inLeida, fossero professori di medicina,contemporanei
al Silviode
laBoe,
certiHeurnio,
5 padre
e figlio, ilprimo
de'quali fu^studente aPadova,
aitempi
dell'Oddo e del Bottoni.È pure
storicocome
lo Stratten(8), sull'esempio dell'insegnamento di clinica, che si era impartito inPadova,
dalMontano, dall'Oddo
e dal Bottoni, dirigeva nel 1643, inUtrech, una
clinicamedica
privata, deicuivan-
taggi, èimpossibilenon
siaprevenuta
lavoce nella vicinaLeida,
eche
perciò, il Silvio de la Boe,non
sia stato spinto a chie- dere al suo governo,che
nel 1658, nella stessa Leida, sifon- dasseuna
clinica medica, a spese dello stato, e fossequindi
rivestita del carattere diinsegnamento
ufficiale Clinicamedica
che si reseancora più
celebredappoi,
pelgran nome
dell'allievo e successore di lui, il
grande Boheraave
(9).L'officialità dell'
insegnamento
di clinicamedica
diLeida
ed inomi
chiarissimi di Silviode
laBoe
e diBoerhaave,
di fronte alla veste quasi privatadell'insegnamento,
impartito interrottamenteinPadova,
dalMontano,
dall'Oddoe dalBottoni, ottimimedici
bensì,ed
ilprimo anche
illustre scienziato,ma
di
fama
inferiore aidue
stranierisummentovati,
furono, ano-
strocredere, le ragioni principalissime per lequali rimase,come
giace tuttavia, presso molti dimenticata,
questa
gloria delpas- sato d'Italia.Checche ne
sia diciò,dopo
lafondazione della clinicamedica
officiale di Leida,
ne
sorseuna
inEdimburgo,
nel 1720; un'al- tra inVienna,
nel1754; equesta
nostra, cuisiassegna
l'epoca del1770
, e la quale in ordine cronologico, figuracome
laquarta
clinica d'Europa
e delmondo,
e la terza,dopo
quella fondatada
Silvio de laBoe.
L'onore
dellafondazione della clinicamedica
pavese, èmeri- tamente
attribuita al Borsieri;però
chiha
pelprimo
ofificial-mente
insegnatola clinicamedica
inPavia, fuG.
Batt. Careno.L'Università di Pavia, fondata nel
1363 da Galeazzo IP,
ri-mase
per quattro secolisenza un'insegnamento
ufficialedime-
dicina pratica.
Fu
soltanto nel1763 che
dalgoverno
diMaria Teresa
si stabilì che gli allievi in medicina, fosseroanche
in- struiti nella clinicamedica,
della quale fu incaricato ilno- minato
prof. Careno,che
l'esercitò presso quest' ospitale dal1763
al1770; epoca
nella quale successe il Borsieri,che
pelsuo gran nome
e le opere preziosissimeda
lui pubblicate, fi-gura qual
vero fondatore della clinicamedica
ticinese (10).Il Borsieri esercitava la clinica nelle sale dell'ospitale e,
7
6
pare,
che anche
nella propria casa raccogliesseuna
voltaallasettimana
gliallievi, per esercitarli nella soluzione di quesiti di clinicamedica,
che amano mauD
loroproponeva.
Chiamato
il Borsieri,come
Archiatro presso la corte vice- reale diMilano,
venne, nel 1781, occupato il suo posto dal Tissot,che primo propugnò
ilvantaggio ed
ottenne chesi co- struisserodue
Sale separate perilservizio della clinicamedica:Sale,
che
soltanto nel1785
furonocompletamente
allestite per tal'uso eper primo
occupate dal Gr. PietroFrank,
il fonda- tore del nostroGabinetto
dianatomia
patologica.Quelle
due memorabili Aule echeggiarono
delle voci di clinici illustri e difama mondiale
, di cui bastinominare
il Tissot, ilG.
PietroFrank
, il Kasori, ilBrera
, eV Hilden- brand
(11).Sino
ache nell'anno
scolastico1865-66,
essendorimasta
scoperta la cattedra di clinicamedica
, pel trasloco diTommasi
,da Pavia
aNapoli
, quellememorande
Sale , le qualierano
destinate aperennemente
ematerialmente
se-gnare
l'epoca della fondazione della clinicamedica
ticinese,senza
un bisogno
assoluto , senzaverun
riguardo alle tradi- zioni gloriose di questa Università e con reale sprezzo perun
cosi prezioso e raromonumento
scientifico, cheancor
po- tevaperfettamente
servire allo scopo,quelleSale, dico, furonoda empie mani inesorabilmente
distrutteSe non
che ai cittadini pavesied
a quegli italiani,che serbano
religiosori- spettopeimonumenti
della scienza, gli odierni e indigenivan-
dalihanno
credutolasciare eun compenso ed un
conforto, collo serbare in piedi ledue
informitorrì, che dalla piazzadique-
sto spedale siveggono luridamente
erigersi nelvuoto
, qualiimpotenti
e tetri avanzi dalla barbarie medioevale.M'accorgo
che andrei troppo per le lunghe, se, nelcenno
del passato della clinicamedica, mi
dovessi oradebitamente
occupareanche
dello sviluppo e delle vicende, cui lamedesima
dovetteandare
incontro colmutamento
dei sistemi dimedi-
cina.
Mi
basta, pelmomento,
di farvi presentecome
il vero spirito della clinicamedica
sia stato, in ognitempo
, rivolto allo studio diligente e sincero delle diversemaniere
delloumano infermare
,ed
a cercare nel progresso di ogniramo
dello scibile ,tutti quegli ausigli, col
mezzo
dei quali si po- tesse perveniread una
ragionevole interpretazione delle di-?
verse manifestazionimorbose,
nel benefico intentodi solleyare,con mezzi
leciti, le sofferenze dell'umanità inferma.I fanatici sostenitori di alcuni sistemi di
medicina ben
rie- scirono, in varie riprese,ad ingannare
gliingenui, facendoloro credere tntt'altra l'indole dellamedicina
clinica.E
ciò seha
potuto recar sfregio al decoro della scienza, edanno all'uman
genere,pure
il vero spirito della clinicamedica, come un
principio,
rimase
erimarrà sempre immutato. Ne varranno
acangiarlo
neppure
i pochi seguaci dell'odierno epuro natura-
lismo clinico,i qualidimenticando
ilproprio essere,scambiano
Iil fine col
mezzo
, econ
assaipoca
serietà e cinismo,credono
di poteremaneggiare,
nella clinica, l'oggetto de' nostri studj,come
simaneggerebbe una
storta nel laboratorio di chimica,od un animale
vivente, presso il gabinetto di fisiologiaspe-
rimentale.IL Occupiamoci
adesso esfuggevolmente
, dellaseconda
parte deltema che
cisiamo
proposti.Si è già detto
come
nelcontemplare
la clinicamedica
dalpunto
di vista del presente sarebbe necessario analizzarlanelle diversesembianze,
sotto le quali ci sipresenta
nell'epoca at- tuale e presso codesta Università,e cioètanto nell'ordinema-
teriale, edilizio, che
morale accademico.
NelFordine
materiale, edilizio,la clinicamedica
consta,come
si vede, di locali,
ove sono
ricoverati e curati degli infermi.Neil'ordine
morale
,accademico
,può
considerarsicome un
Istituto misto, di pubblica beneficenza e di istruzione
univer-
sitaria.
Circa il
puro
lato materiale-edilizio,non
visarebbe
biso-gno
diun
locale speciale per l'esercizio della clinicamedesi-
ma
;ma potrebbe
bastare, e riescirebbe anzimeglio
allo scopo, se per taluso fosse assegnato,un completo
riparto ospitaliero, nelle ordinarie infermeriemediche,
diuno
spedaleassaipopo-
lato di malati,com'
è il nostro.A
patto peròche
il riparto suddettofosseprovveduto
e diun
anfiteatro, e diun
gabinetto, elargamente
de*mezzi
di diagnostica clinica e di applicazioni terapeutiche , e di personale direttizio e di serviziocomune.
Le
storiche e ornai distrutteSalecliniche,persemedesime
e dalsololatoedilizio,non
lasciavanoverun
requisitoda
deside- rare.Mentre
codestonuovo
localenon può
dirsiscevro di di- fetti,siaconsiderato nelsuo
insieme,che
nellesingolesue parti.s
E siccome
il fabbricato,che
noi oraoccupiamo
, si eressenelprossimo
decorsoanno
scolastico, cosi io sento il dirittoed
ildovere
di scaricarmi davanti la storia dell'universita ticinese, diqualunque
responsabilità,per
gli appunti,che
la piùmo-
derata e
sana
criticapotrebbe
rivolgere a codesto localeme-
desimo.
Il tipo architettonico di questo
nuovo
locale clinico,non
solo
non
fuda me
ideato,ma neppur pervenne a mia
cono- scenza intempo
utile, e colla facoltà,che mi
sidoveva
con- cedere, dipoterglifarsubire radicalimutamenti
(12).E mi
pare d'avere potuto ciipire,che pure
l'ingegnere architetto, nell'ese- cuzione di quest'opera edilizia, abbiadovuto perentoriamente
obbedire al concetto prestabilitoda
chi piìinon
esisteva,ma
i cui progetti,
per quanto
difettosi,dovevano, per un malin-
teso rispetto, esserescrupulosamente
tradotti in atto.E perchè
ilmio
direnon sembri
a talunouna mormorazione mi
affretto a farvi rilevare ciò,che avrà
di già «jolpito i vo- stri sensi.— Voi
trovate questonuovo
locale clinico erettosu due
piani,mentre
era necessarioche
fosse stato costrutto soprauno
soltanto, per poterlo così dividere in un'ala destra 0 Sezione maschile,ed
in un'ala sinistra, o Sezione femminile,con
al centro un'anfiteatro per le diagnosi eleconferenze cli- niche.In ambo
lesezioni di questonuovo
istituto voi vedete bensì euna camera
edue
stanzette,ma
in ciascuna delledue
sezioni voi cerchereteinvano
,una
sala spaziosa, alta,armo-
nica, 1'apertura delle cui finestre
non
venisse,come
qui, a coincidere col livello deiletti degli infermi.Voi
cercate l'an- fiteatro e trovate un' andito; voi avreteindagato
di consta- tare l'esistenza diun Gabinetto per
le osservazionimicrosco-
piche e cliniche, e il qualepoteva ben
farsia canto
all'an- fiteatro ,ma
sarete statifortemente meravigliati
d'aver ri- scontrato, insuo
luogo,due
stanzuccie gelide, della capacitàappena
sufficiente pelmobiglio che
racchiudono.Ma
se codestonuovo
locale,materialmente
parlando,ci rap- presentasseun
veromodello
di Istituto di clinicamedica,
iosono
dolente didovere lamentare, pure
in questoanno
scola- stico, l'estremoed
umiliante difetto dimezzi
per le osserva- zioni cliniche e le applicazioni terapeutiche, e dei necessari fondi per provvederli (13).Per
ciòche
tocca all'ordinemorale
dell*instituzioneclinica,9
I
mi
limiteròa
considerarla dal latoaccademico. Da
questopunto
di vista la clinicamedica
sipotrebbe
definire «per qual ramo
4
delV insegnamento medico-
chirurgico^die ha per
oggetto,« lo studio
pratico
dellemalattie
strettamentemediche^
e aFarle
dicurarle
».I
Qualificando la clinica
medica per un'insegnamento
pratico delle malattiemediche, implicitamente
è inteso,che
coloro, iquali
accedono
a tale studio,devono
essere forniti di sufficienti cognizioni in tutti queirami
dellescienze naturali, dalle qual*, soltanto si
può
essere al fatto delle condizioninormali
del-Torganismo
nostro, e delle molteplicimaniere, con
cuiinge-
neralepuò ammalarsi,
ridursi allenorme
di vivere, o perire.La
clinicamedica
pertantoha
necessari rapporticoU'anatomia, umana
,normale
e patologica,macroscopica
emicroscopica
, topografica ecomparata; ha
rapporti collafisiologia, colla far-macologia,
colla patologia e la terapia generale.Le
quali scienze alla loro volta,sono intimamente
legate colla fisica,I
colla
meccanica,
colla zoologia, colla mineralogia,collachimica
e colla botanica. Sipotrebbe
anzi direche
nell' esercizio della clinicamedica
tutte le ormentovate
scienzefunzionano
quali ancelle al servizio della diagnosticamedica
edella terapeutica applicata.Dovendosi
nell'esercizio clinicomettere
a contribuzione tutto lo scibile digià acquistato nei precedentistudi fatti,la clinicamedica
divieneuna branca
delloinsegnamento medico-
chirurgico^che
moi^tra le piùgrandi
difficoltà, cosìda
parte di chi è inca- ricato di fareda
guida,come da
partedi coloro, i quali inten-dono
percorrere lalunga
e disagevole via,che conduce
a quello scopo, che,pur
a costo di molti stenti,non
sipuò mai,
0 quasimai, raggiungere per
intero.Così nell'insegnante
che
nell'apprendente
di clinicamedica, ammessa necessariamente
lanormalità
dei sensi, si esige,che
! le doti intellettuali e la coltura letteraria e scientifica sieno
;
fortemente
superateda un grande
trasporto per l'arte delco- .noscere e del curare i mali.Colui
che
insegna,come
coluiche apprende
la clinicame-
dica,
devono
altresì essereindispensabilmente
forniti di quel- l'indole pratica, e di quella finaed
elastica attitudineper
le cosemanuali
ed applicative,che
caratterizzano ilbravo
ar- tefice.10
Gli spiriti
soverchiamente
speculativi e spogli delle qualitàsummentovate, non potranno assolutamente ùre buona
riesciti, in talegenere
di studio.E
se tale difetto si riscontrasse nel-r
insegnante, dessonon
potrebbe dare di se, che ilcompasH
sionevole spettacolo dello sterile e vuoto dottrinario, che roi-vina
l'educazione scientifico-pratica della scolaresca, a luiagì|- data.Che
se lamancanza
suddetta siavverasse
nell' allievi) di clinica medica, sidovrebbe fondatamente
presagire, che d^lmedesimo non
sarebbeper
escireun
sanitario, alla societjavantaggio
so.Le
difficoltà della clinicamedica non hanno solamente rap-
porto colle qualità richieste nello studioso,ma vanno
altresì ricercate nel difettosoorganamento
degli studj medici,che
è ancora in vigore , presso lamaggior
parte dell' Università . d' Italia.Però
lemassime
difficoltàsono
dinatura
intrinse-che
alla specialità dellamateria
di studio; e cioèderivano
dall'oscurità e dalla estensione del
suo
oggetto.Le
malattie,convenzionalmente
appellate chirurgichd od i esterne, sono studiate in varie cliniche separate, e diretteda
varj insegnanti.Le
afTe/ionimediche od
interne, ch(3 su-perano
dinumero
tutte le esterne,sommate
insieme, sidevono
studiare,
almeno
qui, inuna
sola clinica eda un
unicoistrut- tore.E
ciò in onta al considerevolenumero
degli alli(3vi, ed'
al
marcatissimo
sviluppo,ormai
raggiunto, dallevarie £;pecia- lità di clinicamedica,
che, nelle frequentate universitàalmeno, dovrebbero
essere rappresentate (14).Ma
viha
di piìi, al letto dell'ammalato
lo studio delle malattie esternepuò
essere fatto nelle loro estrinsecazionimor-
bose evidenti, dirette, materiali, e direianche
patognoììioniche;mentre
le malattie interne sidevono
il più delle volte disco- prire per le tortuose e incerte vie deisintomi
indiretti, ri-'flessi, e della
ingannevole
induzione. !Ne per
alcune contingenze di clinicamedica, può
essere detto,che
l'appoggio dell'anatomianormale
e patologica e della fisiologia, riescaun
saldo sostegno.Dappoiché
in certi casi dianomalie
congenite, straordinariamente rare onon
per^anco' registrate,ci potrebbero giovare poco, opur
nullaaffatto le no- zioni dianatomia normale
e topografica:come
citroveremmo
perfettamente
albujo,oframezzo ad un'ingannevole
crepuscolo, perquante
invocazioni facessimo allaanatomia
patologica ed11 alla fisiologia, perchè ci recassero
lume
sulla condizionema-
teriale di certi processi
morbosi
e sullamaniera
difunzionare di certi organi e tessuti.La
clinicamedica,
consideratacome
scuola d*applicazione»esige,
almeno
pei signori del 4.*^ corso, la rivelazione delmetodo, che
sarà seguito , nella attuazione dellamedesima.
Siccome
poisono
diversi e delicati i rapportiche
ripassano tra gli studiosi di clinicamedica
elo stabilimento d'istruzione e l'oggetto de'propri studi, cioè gì' infermi, così ci è forza dipur accennare
a quellenorme
disciplinariche
tali rapportidovranno
regolare.Nella mattina
di tutti i giorni,meno
idì festivi, dalle ore9
alle10 saranno
date lezioni di clinicamedica
, e dalle9
alle10
ant. dei giorni di festa e nelpomeriggio
, dalle ore3
alle
4
sifaranno regolarmente
egiornalmente
le semplici vi- site degli infermi.Alle lezioni
ed
alle visite cliniche interverranno indistin-tamente
i signori del 4.°, del 5.° e del 6.*^anno
di corso.Di qualunque
casomorboso, che
amano
amano
occorrerà alla clinica, sarà fatta l'illustrazione, relativa allasua impor- tanza
etiologica, sintomatica, diagnostica, pronostica e cura- tiva, e,nei casi infausti,anche
necroscopica.Nello
studio dell'ammalato
noiseguiremo scrupolosamente
il
metodo anatomico,
la cui applicazione saràpreceduta
dalla registrazione diligente dei relativi dati anamnestici.I signori del 6.° e del 5.°
anno
di corsodovranno, duran-
te l'anno scolastico, studiare inmodo
speciale, più diun ma-
lato, che sarà loro affidato, e di cui sarà
da
loro stesaaccu-
rata storia clinica,ed
all' occasione,anche
l'^anatomo-patolo- gica.E una
storia clinica potrà essere destinata qualedocu- mento
indispensabileda
produrre, pelconseguimento
della lau- rea.Le
altre storie resteranno alla clinica,esaranno
calcolate,secondo
il loro valore rispettivoed
ilnumero, come
titoli di classificazione.Sarebbe pure
desiderabileche dopo
ilprimo
trimestre del- l'anno scolastico,anche
isignori del 4.°anno
di corso eseguisse- ro,perelezione, ciòche
èobbligatorio pei signori del5.® edel 6.°Lo
studio di clinicamedica, non potendo
eseguirsi passiva-mente,
e cioè col solo stare avedere
altriad
operare ead
udire altri ajparlare, così ciascuno di loro signorideve
ripe-12
tere gli atti
che ha
vistoad
eseguirsida
altri, edeve
cercare di constatare la esistenza de'fattimorbosi
asseriti.Perciò cia-scuno
di loro signoriconviene pure che
interroghi edesamini
gliammalati. E siccome
codesti oggetti de' nostri studjnon
sono enti insensibili;siccome
dessisono
nostri simili,che
per la loro condizione sventuratameritano
assai più i nostri riguardi pietosi;siccome
scopo della clinicamedica
è quello di sollevare le sofferenzeumane,
anzichéaggravarle
; così l'e- sigenza dell'insegnamento clinicodeve
controbilanciarsicoido- veriche abbiamo
versol'umanità
inferma.Da questa semplice
e giusta considerazione sull' esigenza.
educativa clinica e sui doveri,
che pure abbiamo
versol'uma-
nità inferma,lampantissima emerge
la necessità di più Isti- tuti di clinicamedica,
presso quelle università,ove
ilnumero
degli allievi di
medicina
superasse il centinajo.Ed
èbene qui
notarecome
ilnumero
degli allievi diquesta
nostra cli- nica superi, inmedia,
i cento e cinquanta.Infine per toccare
ad
alcunenorme
disciplinari, crederei di far torto all'animo delicato e gentile di loro signori, se io volessi loroanche
solo ricordareilportamento
rispettoso' e ve-recondo che
noidobbiamo
serbare verso gliammalati
in genere, e verso leinferme
in specie.'
^
Onde
adattarsi poi alle esigenze del regolare servizio del-l'istituto ospitaliero e clinico, sarà
bene che da
loro signori, soltanto nelle indicate ore delle lezioni e delle visite cliniche',od
in prossimità dellemedesime,
si entri nel locale diclinica.'Sarà
fatta eccezione pei signori che fossero obbligati di rac- coglierel'anamnesi
degli infermi, a loroaffidati.Però nessuno
dovrà
penetrare nello stabilimento, emassime
nella Sezione femminile, nelle ore notturne, enessuno
di loro signori potrà eseguirel'esame
speciale, che le malattie di certeinferme
ri- chiede,senza
la presenza del direttore clinico o delsuo rap-
presentante e didue
infermiere.IS
(1) Fonti dellamedicina clinica.
—
Proiasione al corsodi clinicame-
dica nella R. Università di Genova, letta il7aprile1864 {Sulla Liguria medica, 1864).
(2) Aspirazioni ed attuabilità della medicina pratica.
—
Prolusioneal corsodi patologia speciale medica e di clinica medica, presso la R.
Università di Pavia, letta il 10 gennajo 1867; {Sul giornaledianatomia
efisiologia 'patologica di Sangalli. Pavia, tipografìa Fusi, 1867), (3) Sprengel Curzio. Storia
prammatica
della medicina, traduzione italiana. Venezia, 1834, voi. 8.® pag. 702.(4) HallerAlberto,BibJiotheca Medicincepracticcs voi. 2. pag. 627. Ba- sileae, 1779. L'|A. nello stesso volume e a pag. 76, parlando di G-. B.
Da
Monte scrive bensì: « /. Batta. Montanus, Veronensis, clinicus; prò- fessor Patavinus,demum
in villam se recepit, vir suo cevosummot
fam(e illustrissimorum moedicorum prceceptor»;ma
nonfa cennocome
avrebbe dovuto fare, che il Montano avesse esercitato la clinica medica, prima di Silvio de la Boe.(5) Rasori. Opuscoli di medicina, Milano, 1830, in-8, voi. II.
— Mon-
tesanto. Dell'origine della clinica medica di
Padova
, Padova, 1827.—
Cervetto.
Di
Giv'. Battisi*Da Monte
e della medicina italiana, ecc.Verona, 1829.
— De
Renzi S. Storia della medicina italiana, Napoli,1848.
—
Pignacca A. Dellaprima
istituzione della clinica medica, le- zione deldicembre 1850. Pavia, Tipografia Bizzoni.VeggasialtresìilFla- jani:Saggiofilosofico intornoaglistabilimentiscientifici.Roma,
1807.—
Sangiorgio. Cenni storicisulV Università di
Pavia
ediMilano, Milano, 1831.—
Ugoni. Della letteratura italiana, ecc. Brescia. 1821.—
Brute.Essai sur Vhistoire et lesavantages des Instilutions cliniques, Paris
,
1803.
(6) Il Rasori trasse ildocumento storico di tale notiziadaunlavoro del dottor Vincenzo Casali, che fu allievo del
Da
Monte, e che ha stampato tre anni dopo la mortedel maestro, in Parigi, cosììntìtoldito:Exploratio locorum medicinae, sinequorum
intelligentiaeam nemo
^ecte sxer- cere pntest. Parisiis, 1554.(7) MoDtesanto, Op. cit.
(8) Cervetto. Op. cit.
(9)
De
Renzi. Op. cit.14
(10) Borsieri prima di essere stato incaricato delloinseguamentodi me- dicina pratica, si erareso già celebre nell'insegnamento, che aveva dato in questa Università, nella chimica e nella farmacologia. Nel
mondo me-
dico però il Borsieriè riconosciuto e stimato per lesue immortali Insti- tutiones medicinae praticae.
(11) Eccolospecchio cronologico degli insegnanti della Clinicamedicain Pavia, dallasua prima fondazione sino al presente.
Dal 1763 al 1770
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Giov. Battista Careno.» 1770 » 1778
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Giov. Battista Borsieri.7> 1779 » 1781
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Carlo Gallarati, supplente.» 1781 » 1783
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Tissot.» 1783 » 1784
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B. Carminati.» 1785 » 1794
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Giov. Pietro Frank.» 1795 » 1796
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Giuseppe Frank, supplente.» 1796 » 1798
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Valeriano Luigi Brera, supplente.Dal 1798 al1799 -- Giovanni Rasori.
» 1799 » 1800
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Moscati, che ha però esercitatolaclinica nel solomese di aprile. .
.
» 1800 » 1801
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Panazzi.» 1801 » 1802
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Raggi, supplente.» 1802 » 1803
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Raggi e Carminati.» 1803 » 1816
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Raggi.» 1816 » 1817
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Racchetti (per soli tre mesi).» 1817 » 1830
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Hildeubrand.» 1831 » 1832
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Fantonetti, supplente.» 1832 » 1843
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Corneliani.» 18i3 » 1848
— Helm
(che occupò il posto sino al marzo 1848, essendo stato surrogato nei rimanenti mesi dell'anno scolastico 1847-48, da Francesco Casorati).» 1850 » 1858
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A. Pignacca, supplente,» 1858 » 1859
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G. Dagna, supplente e Concaio, il quale ultimo nominato professore straordinario (nell'immi- nenzadelleoétilità dell'Austria colPiemonte, alleato della Francia), non ha potuto funzio- nare da clinico, per aver trovata chiusa l'U- niversità ed anche la clinica medica.» 1859 » 1865
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S. Tommasi.» 1865 » 1866
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G.Dagna, supplente.» 1866 » 1871
~
Francesco Orsi.(12) Io venni bensì invitalo, pressoilRettorato diquest'Università edin presenza del Rettore, del Preside della Facoltà medico-chirurgica, del Delegato del Consiglio ospìtaliero, e dell'Ingegnere architetto per l'esame della pianta disegnata del futuro locale clinico.
Ma
conosceva perfetta- mente che si era chiesto il mio intervento prò forma,e per la necessità di ottenere la legale autorizzazione di dar corso esecutivoaW
Ì7nmutabìle progetto. Io stanco di esercitare la clinica, per più di 4 anni, in quella angusta ed orrida catapecchia, che è la e.o casa Ghislanzoni, sarei stato corrivo a concedere lamiafirma probativaa quel qualunque progetto, che15
oltre ad essere non soverchiamente diflettoso,avesseilmeritodellapronta attuazione. In onta però a questa mia buona disposizione, io ho parlato chiaro e vivacemente davanti al suaccennato Consesso, sul valore del tardivo invito a
me
fatto.Ed
al signore (fraisumentovati),ilqualevoleva a parole, mostrarmi l'erroneità dei miei apprezzamenti in proposito, feci tostotoccare conmano
come in tale circostanza io non era investito di veruna facoltà, radicalmente modificatrice del progetto,chemisimostrava sulla carta,ma
che anzi si esercitava sudime
unaspecie diviolenzamo-
rale perchè di buono o di cattivo animo dovessi lasciarlo attuare,
come
fu fatto.
(13) Perchè il lettox'e, si formiunagiusta idea del difetto dimezzi d'in- dagine clinica e di applicazioni terapeutiche, che si ebbe a lamentare nella nostra clinica, bastiilsemplice raccontodeiseguentifatti.
—
Quando (gennai 0 1867) venni qui, da Genova, aprendere possesso della nuovamia
carica, non
mi
fu datodi trovare nè uno speculum vaginae, nèunasonda uterina, nè un laringoscopo, nè un oftalmoscopo, nè un microscopio,
né un urometro, nè un polverizzatore, nè una macchina elettrica. Esi- stevano bensì due speculi antichi, un microscopiodi Belthle (piccolo
mo-
dello), tre polverizzatori ed un'apparato elettrico,
ma
erano assoluta- mente inservibili.—
Chiedendo allora d'urgenzaallaDirezione ospitaliera la provvista di tali cose e di altri mancanti e necessarie, mi si rispose che l'Opera pianon era tenuta a provvedere oggetti scientiAci. Quasi che gli strumenti che rischiarano e rendono possibile la diagnosi di una ma-lattìa, non riescano indirettamente anche mezzi di cura; quasi che si po- tesse debitamente curare senza conoscere le affezioni.
Non
è poi neces- sario di far rilevare la saggezza di simile risposta, rispetto al polve- rizzatore ed alla macchina elettrica.—
In onta a tale rifiuto, spinto dalla necessità, ordinai egualmente al Baldinelli la spedizione di varj Strumenti, dell'ammontare di circa Lir. 200,lequali, dopo due anni venneropagate, nondallo Spedale,ma
dalRettoratodi qui.É
poi unfatto che se ioedil mio assistente non avessimo messo il nostromicroscopioal serviziodellaclinica,non sarebbestatopossibiledifare,nellamedesima,ve- runadimostrazioae microscopicadidiagnosticaclinica.E
dal 1867in poi,pos- sodire,cheilConsiglio Ospitalieronon abbia derogatodimolto(rispettoalla clinica medica almeno) dalla linea di condotta, che era seguita al tempo del defunto Cav. dottor Giovanni Zannini. L' Ospitale di Pavia cheè ob- bligato di sostenere le spese dello esercizio di clinica medica,ha sempre creduto forse di soddisfare completamente al legato accollatogli,colsom- ministrare soltanto ralimentazione e le medicine agli ammalati clinici.Ma
se ciò era dicevole il fare ai tempidi Maria TeresaediGiuseppeII,non è più tollerabile in oggi, in cui, inordine economico-ammini?trativo
—
alimentareuna
clinica medica—
dovrebbe significare—
fornirla di tutti imezzi materiali, che sono richiesti dalle attuali esigenze diuna
scuola di medicinapratica. Speriamo anziche le desiderate rifor-me
sociali abbiano a far sentire ben presto tali esigenze, anchenelle or- dinarie infermerie di tutti i ricchi e popolati ospitali; e si riesca alfine a rendere, come dovrebbero essere questi istituti, veri centri di benefi- cenza e di istruzione medico-chirurgica.(14) Presso l'Universitàdi Paviasihannoinfatti ed unaclinica sempli-
16
cemeiUe chirurgica equellachedicesi operatoria,unaclinicad'oculistica^ii
una clinica ostetrica, una clinica delle malattie sifilitiche e cutanee, lai
quale ultima, per quanto possa spettare anche al foro medico, toccai piuttosto il chirurgico: si hanno pertanto cinque clinicheper le malattit) esterne, dirette da altrettanti insegnanti.
E
per le malattie internenon vi ha che un'unica clinica medica, fornita di soli 32letti, conunsolo pro- fessore, obbligato a fare anche 1'insegnamento di patologia speciale mei- dica, con un solo assistente, e senza interni.Dissiun'unicaclinicamedica senza tenere a calcolo quella delle malattie mentali,chenon funziona che quattro mesi all'anno e pei soli studenti del 6.° anno di corso, senza ve- run obbligo, da parte loro di dare esami. Questa ultima clinica potrebbe essere assai vantaggiosa, se non fosse ristretta all'esclusivoramo
della cosi dette psicopatie,ma
rappresentasse realmente una clinica delle affe- zioni nervosein genere, l'esercizio dellaquale non avesseuna durata cosi insufficiente e nellaquale potrebbe cumularsiil ramo clinico dell'elettro- jatria. Presso la nostra Università potrebbero ben essere attuate anchele specialità clinichedi otojatria,dipediatria ediginecologia. Di quest'ul- tima specialmenteèsentitoilbisogno. Iomiadopro difareunaesposizione dottrinale, abbastanza diffusa, delle affezioni speciali alledonne, ecerco di accogliere casi clinici analoghi,
mano mano
che capitano nell'ambu-
lanza clinica e nello Spedale;
ma
dovendo io darelezioni di clinica me- dica generale, non posso accettarne quanti ne abbisognerebbero per con- cedere, senza danno delle inferme, ai centocinquanta e più allievi di cli- nica, laesecuzioneistruttivadellaesplorazione digitaleed isirumentale,che diventa perciò esclusivitàdeipiùdiligentifraisignori del6.°annodicorso.Se (da che rimane, qui, unasola clinica medica),ildirettore clinico po- tessealmeno disporre di un completo riparto medico dell'Ospitale, ove
il medesimo figurasse anche quale medico primario; se glifosseconcesso un'assistente-capo, con due altri assistenti, allora sì che anche con una
•ola clinicamedica tutte le malattie interne potrebbero essere estesa- mente e praticamente studiate.
Presso le Università principali,sidovrebbepoi stabilireancheilposto di professore incaricato delle osservazioni clinico-chimiche;postoche sarebbe da affidarsi ad un medico, praticamente assai versato nella chimica or- ganica e nella microscopia, e fosse riconosciuto di indiscuttibile probità scientifica (Giudici). Dedicandosi cosi, taleinsegnante,nelle difficilielun- ghe analisi, richieste
mano
amano
dai clinici, si potrebbe ben sperare che a poco a poco si diradasse la densanebbia, da cui sonoavvolti molti processi morbosi.ALTRE MEMORIE PURBUC4TE DALL' AUTORE
1.* Sulle affezioni cutanee parassitarie.
(Sul Morgagni. — Na-
poli, 1861).
8.*
Willam
ed Alibert ossiaBreve
cenno storico di dermatologia.(Sugli
Annali
universali delle scienze, ecc.— Milano
1863).3.* Analisi critica sulla dottrina dell'erpetismo.
—
(SugliAnnali univer
sali dellescienze, ecc.— Milano
1863, q^x\\Morgagni).
4.* Dell'
anemia
, della clorosi e della melanemia.— Memoria
di concorso,pertitolied esami,pelpostodi clinico edico,presso l'Università diGenova, stampata
in Milano, presso la tipo- grafiaBernardoni,
1863.5.^ Fonti della medicina clinica.
—
Prolusionealcorso di clinicamedica
nellaR.
Università diGenova;
letta il7aprile 1864.(Sulla
Liguria
medica).5.*
Hota
intornoacerti corpuscoli trovati sul reticoloMalpìgMano
di
un
individuomorto
per pemfigo cronico. (SulGiornale
dianatomia
e fisiologiapatoU
gica.—
Pavia, 1865).7.* Analisi critica della dottrina di
Bazin
sulle artritidi.— (Su-
gli
Annali
universali.— Milano
1865).Sulle malat::ie del sangue.
— Genova,
1866. Tipografia delR.
1. dei
Sordo
muti.Memoria
presentata pel concorso per ti- tolied
esami, pel posto di patologia specialemedica
e cli- nicamedica
presso laR. Università
diPav
a.1.^
Aspirazioni edattualbilità^dollamedicinapratica.
—
Prolusione al corso di patologia specialemedica
e di clinicamedica
,
presso la
R.
Università di Pavia, letta il 10 gennaio 1867, estampata
sulQiorvMe
dianatomia
efisiologiapatologica, Pavia, 1867.0.^ Caso di
tumore
intracranico, diagnosticato nella sua precisa sede. (SullaGazzetta medica Lombarda,
1869).11. * Caso gravissimo e complicato di
empiema
sinistro,felicementetrattato colla toracentesi. (Sulla
Gazz. medica Lombarda
,1869).
12.*
Frammenti
di patologia e terapia generale.—
A.Patologia
e terapia delViperemia. (Sulla
Gazzetta medica Lombarda^
1868).
13. * Idem.
—
B.Patologia
e terapia dell'emorragia.
(Idem).14.*
Un
casodiparaplegiaisterica,trattatae rapidamente guarita coU'elettricità.(Idem
1869).15.* Notizie sull'esito definitivo del caso di
empiema
sinistro, ecc.(Idem, 1869).
16. * Caso di antropoleopardalisdermia. (Sul
Giornale
dellema-
lattie
cutanee
e sifilitiche e sullaGazz. medica Lombarda,
1869).
17. * Caso di triclorcsi. (Sai
Giornale
delle malattiecutanee
e sifilitiche^ Milano, 1870).18. * Caso di