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08 lunedì 04 gennaio 2016 L Esodo Il pellegrinaggio

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08 lunedì 04 gennaio 2016 L’ Esodo

Il pellegrinaggio

IL PELLEGRINAGGIO

Oggi si tende a confondere il pellegrinaggio con il turismo religioso.

Si va ad un santuario o luogo della fede, organizzandoci in pullman, auto, treno, aereo o crociera Si cerca un buon albergo che ci possiamo permettere

Ci confessiamo e comunichiamo, ma lo viviamo da turisti Organizzati o turisti fai da te, ma facciamo turismo religioso Il pellegrinaggio vero e proprio è a piedi

Tutte le volte che ci rechiamo ad un luogo delle fede, prima di entrarvi, dovremmo aver fatto un consistente tratto a piedi.

Il pellegrinaggio è memoria, penitenza e comunione.

COMUNIONE: anche se soli noi siamo un corpo,

comunque sarebbe meglio sempre in gruppo al limite almeno due, si impara a tenere lo stesso passo, lo stesso ritmo,

si impara ad aiutarci, si impara ad affrontare le difficoltà insieme, a condividere, a sopportarci, ad accettarci, a convertirsi all’altro.

PENITENZA: già essere costretti a fare comunione è penitenza.

Il cammino deve essere congruo per sentire la fatica, non troppo comodo per sentire il disagio.

Con momenti di silenzio per meditare su cosa confessare e quindi convertirmi.

Con momenti di preghiera, insieme, per condividere i pesi gli uni degli altri, tutti siamo peccatori.

Con canti o salmi di lode perché al termine della fatica il Padre ci accoglierà con gioia e farà festa con i figli che tornano a casa.

MEMORIA: la fatica ed i disagi del pellegrinaggio ci ricordano che la vita, la natura, il mondo, è segnata dal peccato che produce dolore

ed il cristiano è chiamato a prendere ogni giorno la propria croce.

Il camminare a piedi, passo, passo ci ricorda che il cristiano vive appieno il presente, ogni momento è chiamato a scegliere o con Cristo o contro di Lui.

Il camminare verso una meta ci ricorda che la vita del Cristiano è un cammino dietro Gesù.

Il camminare verso una meta ci ricorda che la vita del Cristiano è un esodo che inizia il giorno del battesimo o almeno il giorno in cui ci rendiamo conto di essere dei battezzati, e ci porta alla terra promessa, al luogo che Gesù è andato a prepararci.

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IL NOSTRO PELLEGRINAGGIO – ESODO CON GIOVANNI

Siamo partiti dalla pianura, dalla Babele del mondo. Siamo partiti da Cogne.

Abbiamo visto da lontano il Gran Paradiso, ci ha stupito è bellissimo.

Qualcuno ci ha detto che dai casolari dell’Herbetet è una visuale paradisiaca…un’esperienza.

La strada all’inizio è in dolce salita, poi passa per un bosco e qui la salita si fa dura, a tratti difficile Ma ne vale la pena, vedi il Paradiso in faccia.

Allora ci siamo recati a Valnontey, inizia la valle, in leggera ascesa, stretta da due catene montuose Nel primo incontro abbiamo contemplato quella di destra:

L’Unigenito si è fatto Primogenito, per ricreare in noi l’immagine a somiglianza del Padre.

Il Figlio e la madre sono il modello perfetto nel quale ricrearci

La Chiesa è la madre, è il Figlio, è l’umanità ad immagine e somiglianza di Dio La croce è il mezzo, lo spirito per compiere la ricreazione.

Per arrivare alla meta un certo Giovanni, detto il Battista, ci ha mandato da Gesù di Nazareth, il quale ci ha detto: “VENITE e VEDRETE”! per arrivare lassù bisogna camminare, passo, passo.

Nel terzo incontro, avendo a disposizione un corso d’acqua che nasce dal ghiacciaio e va a formare il Grand Eyvia (grande acqua), il fiume di Cogne,

abbiamo rivissuto il nostro battesimo, vero inizio del nostro cammino, esodo, verso la casa di Dio.

Gesù ci ha portati a Cana, dove l’abbiamo riconosciuto come lo Sposo con cui condividere la vita,

il pellegrinaggio, l’esodo dal mondo alla casa del Padre.

Sempre a Cana ci ha mostrato il suo potere, ma anche che come nel Getsemani

Possiamo chiedere tutto…ma non la mia, la Tua volontà.

Alla piscina di Betzazida ci ha mostrato che se lo vogliamo Lui guarisce la nostra volontà

Volontà che è guarita quando coincide la volontà del Padre. (guardiamo con gli stessi occhi) Infine, l’ultima volta, ci ha dato il “pan di via” , citazione del “Signore degli anelli”, il pan di via è il cibo che gli elfi danni agli Hobbit per compiere il lungo viaggio verso la distruzione

dell’anello del male che avverrà il 25 marzo. Chiara allusione all’Eucaristia che ci accompagna fino

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a distruggere il peccato dicendo con Maria: sia fatta la tua volontà.

per il nostro cammino: LA PAROLA che si fa EUCARISTIA, la MESSA è pan di via.

L’ESODO

Oggi ci fermiamo un momento e contempliamo la catena di sinistra: l’esodo.

Nel vangelo di Giovanni dopo il tema della ricreazione, è il tema dell’esodo che ci guida.

L’esodo è il mezzo necessari per rigenerare l’umanità ed essere una cosa sola con l’unigenito che diventa primogenito di un popolo in comunione con il Padre:

Gv 17, 22-24 E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.

L’esodo inizia con una Pasqua, per noi Cristiani giorno privilegiato per il Battesimo.

Al centro del pasto Pasquale c’è l’Agnello:

Gv 1, 29 Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!

Gv 19, 33 Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe.

L’agnello pasquale non deve aver nessun osso spezzato.

Mosè inizia l’esodo dopo aver passato il mare, anche Gesù ha passato il Mare, (Gv 6,1) Mosè salì sul Sinai, anche Gesù sale sulla montagna, (Gv 6,3), per una nuova alleanza Dai comandamenti alle beatitudini. Dalla legge antica alla nuova legge dell’Amore.

Gv 13, 34-35 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».

Gv 15, 12-17 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Con Gesù Dio è veramente l’Emmanuele. Come nell’esodo era presente nella tenda-santuario ora è

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presente incarnato in Gesù: Gv 1, 14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Anzi più che tra noi, in noi: Gv 14, 15-17. 23-26 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo

conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

Non più la tenda santuario, ma un nuovo tempio Gesù presente nel suo corpo mistico: Gv 2, 19-22 Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai

risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Come nel deserto si costituì il popolo di Dio,

così Gesù è venuto ad instaurare il nuovo popolo di Dio:

Gv 10, 16 E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre;

ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.

Gv 11, 52 e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.

Gv 21, 15-17 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse:

«Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose:

«Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.

Come nel deserto fu innalzato il serpente di bronzo per salvare il popolo dai serpenti ora per la salvezza bisogna volgere lo sguardo al Crocifisso: Gv 3, 14-16

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

Nel deserto il popolo ebbe fame e Dio mandò la manna. Abbiamo visto la volta scorsa, nella seconda parte del cap. 6, che Gesù, il Verbo incarnato è la vera manna.

Nel deserto il popolo ebbe sete e Dio fece scaturire acqua dalla roccia, Gesù è la vera sorgente:

Gv 7, 37-39 Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva

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sgorgheranno dal suo seno».Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.

Gv 19,34 ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

Per la Pasqua, abbiamo già visto un accenno nella moltiplicazione dei pani:

la Pasqua era vicina. (Gv 6,4)

ma torneremo sull’argomento Pasqua:

comunque per Giovanni la Pasqua è il cammino di esodo dal Mondo a Dio.

Tutto il vangelo è una veglia Pasquale:

LUCERNARIO: il prologo ce lo presenta come la luce che squarcia le tenebre

LITURGIA DELLA PAROLA: il vangelo inizia dichiarando che lui è il Verbo fatto carne BATTESIMO ed EUCARISTIA: tutto il vangelo tratta di questi due sacramenti

In ultimo Mosè condusse il popolo, anche Gesù conduce il nuovo popolo, ma non come condottiero, ma come il Buon Pastore, cfr Gv 10, 1-16.

Israele si ribello spesso a Mosè, tanto che di quella generazione si salvò solo Giosuè Ci vollero 40 anni, una vita di purificazione peregrinando nel deserto.

Brevemente, aiutandoci con il Sal. 23, vedremo quanto siamo docili al Buon Pastore:

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;

• La fede è un atto di volontà, l’adesione a dogmi che sono misteri

Misteri scrutabili, ma mai compresi fino in fondo…mi fido e mi abbandono

Allora il mistero diviene certezza della fede: il Signore è il mio pastore?

Con Lui mi sento pieno…ho la pienezza della vita?

su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce.

• Mi fido che mi conduce verso la pace interiore e con i fratelli, verso la felicità?

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,per amore del suo nome.

• Mi fido che lui è la Via? Che con lui sono sul giusto cammino?

Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

• La (mia) valle oscura è il mondo? Affronto ogni paura nel nome del Signore? È Lui il bastone che mi guida? Il vincastro che mi riporta sulla retta via?

Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo.

Il mio calice trabocca. Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

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• Cammino dietro a Gesù desiderando di arrivare in cima? All’Eden? Al banchetto eterno?

La vita cristiana è un esodo che dura tutta la vita,

una strada spesso difficile come attraversare un deserto o come andare in montagna;

difficile come una conversione della vita,

come passare dal principe di questo mondo alla signoria di Gesù, ma è in gioco la vera libertà.

La libertà fondamentale perché è la libertà di scegliere la vita:

restare in pianura o andare a vedere cosa c’è in cima al monte.

I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini.

Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale.

La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri.

Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale.

Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri.

Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera.

Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati.

Mettono in comune la mensa, ma non il letto.

Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne.

Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo.

Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi.

Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati.

Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere.

Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano.

Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti.

Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano.

Facendo del bene vengono puniti come malfattori;

condannati gioiscono come se ricevessero la vita.

Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell'odio.

A dirla in breve, come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani.

L'anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra.

L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo;

i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo.

Lettera a Diogneto 5.6,2

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