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Gruppo Solidarietà

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Academic year: 2022

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Osservazioni e proposte

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell'indicatore della

situazione economica equivalente (ISEE)

Il testo del nuovo ISEE (indicatore della situazione economica equivalente), che è stato presentato l’11 luglio scorso alle Commissioni Parlamentari, è l’esito di un intenso lavoro di concertazione tra Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ed Organizzazioni Sindacali. Grazie a questo lavoro congiunto, rispetto all’originario testo governativo, Cgil Cisl e Uil e le rispettive Federazioni dei Pensionati hanno richiesto di apportare una serie di modifiche migliorative al progetto iniziale di riforma dell’indicatore, che deve essere considerato un livello essenziale.

In particolare la nostra attenzione è stata posta alla garanzia dei diritti, alla salvaguardia della prima casa nel computo del patrimonio e del reddito, alla protezione dei nuclei con disabili e non autosufficienti, alla considerazione particolare delle famiglie numerose e con presenza di anziani soli, a rendere efficace il sistema dei controlli. Il testo che ne è scaturito, pur non accogliendo completamente le nostre sollecitazioni, ci sembra soddisfare le principali esigenze di riforma dell’indicatore emerse negli ultimi anni.

Alla luce della profonda trasformazione dell’Isee operata dal Decreto della Presidenza del Consiglio, sia per quanto riguarda l’Indicatore che per il sistema che ne deve garantire l’operatività, ci sembra necessario prevedere uno stretto confronto tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le rappresentanze delle Regioni e delle Autonomie Locali e le Organizzazioni sindacali attraverso la creazione di in un Tavolo formale di monitoraggio continuativo sull’implementazione della normativa. L’obiettivo è quello di monitorare efficacemente la fase di transizione dal vecchio al nuovo indicatore, che necessariamente comporterà un impegnativo processo di adeguamento, e di garantirne l’equità.

E’ importante quindi che, anche tramite l’azione operata in quella sede (tavolo di monitoraggio), venga garantito all’indicatore il mantenimento della natura di livello essenziale per regolare la partecipazione alla spesa e le prestazioni sociali agevolate. Ciò perché il testo approvato dalla Conferenza Unificata contiene modifiche che potrebbero mettere in discussione tale principio, fermi restando legittimi margini di manovra migliorativi previsti dallo stesso Decreto che, nell’ambito della loro autonomia, Regioni ed Enti Locali riterranno di poter prendere per meglio adattare l’indicatore alle singole realtà territoriali.

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Ci preme inoltre sottolineare che l’intera innovativa riforma dell’indicatore potrà avere piena efficacia solo qualora i dati dichiarati nelle DSU (dichiarazioni sostitutive uniche) risulteranno sostanzialmente coincidenti con quelli effettivi. A prescindere dunque dal potenziamento dei controlli ex post necessari per scovare eventuali dichiarazioni mendaci, risulta importante l’utilizzo ex ante per le DSU di tutti i dati già a disposizione o facilmente reperibili da parte dell’Agenzia delle entrate e dell’INPS, in modo da minimizzare il ricorso alle autodichiarazioni. Fondamentale risulterà l’emersione del patrimonio mobiliare allo scopo di evitare che la selezione effettuata dall’indicatore sul patrimonio sia limitata in sostanza alla sola componente immobiliare, così come purtroppo avviene con l’ISEE vigente. A questo scopo potrebbero ad esempio risultare assai utili i dati desumibili dall’Imposta di bollo sulle attività finanziarie introdotta dal DL 201/2011.

Occorrerà infine tenere una particolare attenzione al processo di revisione dell’IMU (nonché delle rendite catastali), in quanto la quantificazione del patrimonio immobiliare nell’indicatore si basa sul sistema di calcolo di tale imposta. E’ importante infatti evitare il rischio che le modiche introdotte per quest’ultima possano determinare ricadute negative sull’Isee.

Roma 31 luglio 2013

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