Editoriale Giornalidea s.r.l. - Piazza della Repubblica, 19 - 20124 Milano
Focus
Ticket a macchia di leopardo
Nel cuore dell’Europa
PROFESSIONE Dal notaio, ma come?
CONSUMI
I farmaci del Covid-19 GESTIONE
Peace & love:
la scissione dell’azienda INTERVISTA
Roberto Tobia
Anno 31 n. 3 Marzo 2022
L’ editoriale
3
n. 3 - 2022 Ha ancora senso parlare di equità e uguaglianza nell’assistenza farmaceutica? Se l’è chiesto Nello Martini -presidente della Fondazione ReS ed ex dg dell’Aifa- par- lando alla commissione Affari sociali della Camera, citando l’esempio del diabetico che in Emilia Romagna deve andare in ospedale per prendere il farmaco, mentre in Lombardia lo trova nella farmacia sotto casa. E ce lo chiediamo anche noi affron- tando il tema dei “Ticket a macchia di leopardo” (vedasi l’articolo da pag. 14), e analizzando come il farmaco costi al paziente in modo differente da zona a zona.
Il XVII Rapporto Crea Sanità, infatti, fotografa una realtà diversa da Regione a Regione in merito alla compartecipazione del cittadino alla spesa farmaceutica e così l’equità di accesso ai servizi farmaceutici, grazie alla riforma del Titolo 5 della Costituzione, rimane completamente disattesa. Con il risultato che ogni Regione stabilisce specifiche modalità (alla faccia dei tre principi fondamentali del Ssn -universalità, uguaglianza ed equità-), creando situazioni assai diversificate, proprio “a macchia di leopardo”.
Perché -chiede Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria- rimangono in Dpc farmaci che, essendo destinati a malati cronici e non richiedendo specifici controlli, potrebbero benissimo rientrare nella distribuzione convenzionata? Abbia- mo sempre pensato che il motivo fosse unicamente il risparmio legato all’acquisto scontato di almeno il 50% sul prezzo ex factory, ma c’è per le Regioni ben altra convenienza, suggerita da Nello Martini. I farmaci in Dpc vengono caricati sul- la spesa degli acquisti diretti, il cui sfondamento viene poi ripianato dal payback, cioè dall’industria, per il 50%. La spesa convenzionata, invece, se viene tenuta bassa risulta inferiore al tetto, garantendo così ogni anno un risparmio che le Regioni possono usare per altre voci e altri scopi, al di fuori quindi dell’assistenza farmaceutica. Un bel “tesoretto” a disposizione, e non importa allora se questo poi genera diseguaglianze e disagi ai pazienti.
Inoltre, se è giustificata la distribuzione diretta per i farmaci innovativi e comples- si, tali da richiedere il controllo costante del paziente, non lo è certo per i normali trattamenti ai cronici. Ma come si risolve allora il problema del risparmio legato all’acquisto scontato del 50%? Lo si supera subito adottando la nuova remunera- zione che da tempo i farmacisti propongono, cioè a quota fissa più margine, con tanto di onorario professionale, indipendentemente quindi dal prezzo del farmaco.
Così si potrebbe eliminare una discrezionalità regionale che crea inutili disparità ed enormi disagi ai pazienti.
* * *
Avere un italiano al timone del Pgeu, l’organizzazione dei farmacisti europei che opera a Bruxelles, è senza dubbio un grande onore per tutta la categoria. È Roberto Tobia il presidente 2022 e a lui abbiamo rivolto alcune domande, per capire come a livello comunitario si cerchi di risolvere alcuni problemi che affaticano il la- voro in farmacia. Pensiamo all’annosa questione della carenza dei farmaci, oppure al nuovo Regolamento Ue sui veterinari, o al tema dell’antibiotico-resistenza che colpisce soprattutto l’Italia. Le sue risposte sono un invito ad affrontare con fiducia le sfide che il futuro impone anche alla professione.
Lorenzo Verlato
Che fine ha fatto l’uguaglianza?
Sommario
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ISSN 2531-6109 (Online) ISSN 2531-6346 (Print)
Anno 31 n.
3
Marzo 20223 EDITORIALE
Che fine ha fatto l’uguaglianza?
6 LETTERE, OPINIONI
10 INTERVISTA A ROBERTO TOBIA Nel cuore dell’Europa
14 FOCUS
Ticket a macchia di leopardo
18 PROFESSIONE
Dal notaio, ma come?
24 GESTIONE
Peace&Love:
la scissione d’azienda
28 MARKETING
Il responsabile dell’esposizione
32 MERCATO
Cronicità e sanità digitale
36 ESTERO
Italia e Francia:
la ripresa dell’Otc
40 CONSUMI
I farmaci del Covid-19
42 FINANZA
Il recupero degli interessi
RUBRICHE
Recensioni, L’avvocato, Sanità e Legge, Aziende
& prodotti, Sanità e mercato
Lettere
A cura dellaRedazione
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n. 3 - 2022Mi hanno detto che la remunerazione della farmacia, prati- cata in percentuale sul prezzo del farmaco, viene attuata sola- mente in Italia, mentre nei principali Paesi europei ormai da tempo viene adottato un sistema misto, che prevede, cioè, sia una percentuale sul prezzo, sia una quota fissa. Sinceramente ero convinto che il nostro sistema fosse più diffuso e non mi stupisce, quindi, che i nostri rappresentanti di categoria chie- dano da tempo di modificare la metodologia di remunerazio- ne. In attesa che questo avvenga, come peraltro promesso, mi potete dire come viene ricompensato il farmacista sul prezzo del farmaco con un raffronto con gli altri Paesi?
Lettera firmata Partiamo dall’Italia: qui il prezzo del farmaco Ssn viene così ri- partito: il 66,65% va all’industria produttrice, il 3% ricompensa la distribuzione intermedia e il 30,35% va al farmacista che lo spedisce. Quest’ultima, però, è una quota lorda, in quanto il margi- ne per la farmacia è regressivo, con sconti a scalare praticati al Ssn in base al prezzo del farmaco. Si va da uno sconto fisso dell’1,5%
(praticato alle farmacie rurali sussidiate con fatturato Ssn inferiore ai 450mila euro), fino a un massimo del 21,25% (sui farmaci con prezzo superiore a 154,94 euro). Le farmacie con fatturato Ssn infe- riore a 150mila euro sono esenti da qualsiasi sconto.
Tutti gli altri Pesi europei prevedono, invece, modelli di remunerazio- ne misti. Vediamone alcuni:
• Francia: la quota fissa va da 0,31 a 3,57 euro, in conformità alla dispensazione. È poi previsto un margine a percentuale che va da 0 al 10%, in modo inversamente proporzionale al prezzo del farmaco.
• Spagna: il compenso fisso va da 38,37 a 48,37 euro in base al prezzo del farmaco, a partire dai prodotti che costano più di 91,63 euro. Viene invece applicato un margine del 27,90% sul prezzo dei farmaci che costano meno di 91,63 euro.
• Germania: la quota fissa va da 8,35 euro in su, in base al tipo di delivery e al farmaco spedito, mentre il margine percentuale varia dal 3% a 3,15%, in base al prezzo del prodotto.
• Svizzera: il compenso fisso va da 4 a 240 euro, in base al prezzo del farmaco spedito, mentre il margine percentuale varia da 0 al 12%, sempre in modo inversamente proporzionale al prezzo del prodotto.
I vari modelli di remunerazione del farmaco
Un collega mi dice che avete pubblicato un decalogo sulle regole da seguire per evitare di subire truffe quando si acqui- stano prodotti online. L’ho cercato, ma non sono riuscito a trovarlo. Siccome sono interessato al problema, potreste ripubblicarlo?
Lettera firmata
Abbiamo pubblicato non su “Farma Mese”, bensì sul sito www.farma7.it un vademecum con pratici consigli elaborati da Optime, Osservatorio per la Tutela del mercato dell’elettronica in Italia. Non so se il suo collega facesse riferimento a questo, che comunque offre “10 buone regole per evitare brutte sorprese acqui- stando in rete”. Gliele riproponiamo.
1. Verifica che siano correttamente riportati i dati della società titolare dell’attività commerciale (nome della società e sede, numero di Partita Iva, numero di registrazione al Rea).
2. Controlla il metodo di pagamento: se sul sito sono inseriti i loghi delle principali carte di credito, ma poi si può comprare solo tramite bonifico bancario, questo è un campanello d’al- larme.
3. Presta attenzione alla scontistica: se c’è una differenza enorme
(magari di 3 o 4 volte) tra il prezzo di partenza e il prezzo di vendita può esserci qualcosa che non va.
4. Non fidarti mai al 100% delle recensioni: soprattutto quando sono positive. Cerca di capire se l’utente che ha dato 5 stelle sia una persona reale.
5. Controlla che le modalità di recesso e ripensamento, così come le condizioni per la garanzia, siano chiare e inequivocabili.
6. Bada che nell’acquisto di materiale elettronico, sia specificato il diritto al ritiro del vecchio apparecchio senza altri costi.
7. Ricorda che l’etichetta energetica per alcuni prodotti, come te- levisori, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e aspirapolvere, è ob- bligatoria. Questa indicazione non è, invece, richiesta per al- cuni prodotti più piccoli, come smartphone, tablet, Pc e rasoi.
8. Ogni televisore deve disporre dello standard tecnico T2 con Hevc. Qualora non fosse specificato, ci troviamo in presenza di un prodotto probabilmente non a norma.
9. Diffida se ti vengono proposti accordi “strani” o formule di marketing piramidali, per le quali è previsto un bonus. Il mec- canismo “invita un amico” è legittimo, ma spesso non sono chiare le modalità e ci possono essere problemi.
10. Un campanello d’allarme piuttosto evidente sono le somiglian- ze, nel nome e nella grafica, con società molto note. Diffida:
sono studiate appositamente per carpire la tua fiducia.
Il vademecum per evitare le truffe online
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n. 3 - 2022 A cura di
Roberto Valente
Sono due parole che si prestano a diverse formulazioni:
fiducia è cambiamento? Fiducia nel cambiamento? O cam- biamento nella fiducia? Come in ogni inizio anno, siamo all’appuntamento con Edelmann e con il suo Trust Baro- meter, la ricerca che viene svolta in 28 Paesi del mondo su oltre 36.000 persone e che monitora l’andamento globale della fiducia dei cittadini nei confronti di istituzioni, me- dia, Ngo (o Ong, organizzazioni non governative), business.
Ora, uno dei dati interessanti riguarda proprio la perfor- mance dell’Italia, che mostra un incremento di un punto nell’indice globale, il che la fa passare da 52 a 53, mante- nendola ancora in fascia neutra (si può parlare di fiducia da 60 in su). Ma questo aumento è do- vuto a una maggiore fiducia nei confron- ti delle Ngo, mentre business e media rimangono invariati e la fiducia nel governo diminuisce.
Certo, questo valore di 53 può sembrare basso -e lo è- se para- gonato a Paesi come India, Cina o Uae (Emirati Arabi Uniti), in cui si toccano cifre tra 74 e 83. Al tempo stesso, però, ci fa riflettere se guardiamo a realtà vicine di casa, o appartenenti a economie più simili alla nostra: la Germania, per esempio, fa un tonfo verso il basso passando da 53 a 46, UK da 45 a 44, Usa da 48 a 43.
Bene, ora proviamo a entrare un po’ più nel merito di alcuni dati, semplicemente per capire i cambiamenti feno- menologici e avvicinarci al nostro mondo.
Un’informazione interessante, per esempio, è quella che riguarda il divario, in termini di fiducia, in base alla fascia reddituale: chi si colloca in una fascia alta tende ad avere più fiducia (con progressiva lieve crescita anno su anno), mentre chi ha un reddito più basso tende ad avere meno fiducia, con una tendenza alla decrescita dell’indice. Tra le due fasce reddituali si arriva ad avere una media di 15 punti di differenza. La buona notizia, però, è che l’infor- mazione può permettere di colmare questo divario: per- sone con reddito basso, ma ben informate, aumentano,
infatti, notevolmente il loro indice di fiducia.
E da dove deve provenire l’informazione? Un solo dato valga per tutti: la fiducia nei social media continua, anno dopo anno, a perdere punti. E qui viene fuori uno (dei tanti) ruoli del farmacista: quello di informare. E di in- formare in modo trasparente, perché un’altra delle parole chiave che si lega al tema della fiducia è proprio la traspa- renza.
Ci sono, poi, altri dati che giocano a favore del mondo della farmacia: per esempio il fatto che i business fami- liari godono di maggior fiducia rispetto alle grandi realtà
(se poi la proprietà delle grandi aziende è pubblica, ancora una volta l’indice cala). In generale, ci si aspetta che i Ceo e i capi delle aziende si espongano, prendano posizione su diverse questioni che vanno anche al di là del mero business: si par-
la di atteggiamento nei confronti dei cambiamenti climatici, della sostenibilità, delle disuguaglianze.
E quando si fa riferimento alla farmacia è, quindi, compito del titolare definirne la missione; e poi comunicarla e perseguirla.
Si badi: queste possono sembrare pa- role astratte e molto distanti dalle realtà quotidiane che i farmacisti stanno vivendo, frastornati da vaccini, tamponi e pazienti/clienti iste- rici. Ma non bisogna commettere l’errore di concentrare tutte le energie sul fare, senza dedicare tempo al pensare, a riflettere sul futuro e su come il mondo sia cambiato.
Chi entra in farmacia (o non entra) ha e avrà bisogni e richieste sempre diversi, che andranno oltre la semplice necessità di un prodotto. Il prodotto progressivamente si trasformerà in servizio, ma alla base del suo acquisto ci sarà, a maggior ragione, sempre lo stesso tema: la fiducia.
Due anni di rottura delle consuetudini hanno profonda- mente cambiato molte persone e non possiamo semplice- mente aspettare che tutto ritorni come prima, perché il passato è passato, e non torna più indietro.
Ora bisogna costruire il futuro. Q
FIDUCIA E CAMBIAMENTO... OGGI
Opinioni
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n. 3 - 2022U.labs, la divisione Farma di Unilever
U
nilever, azienda multi- nazionale che opera nei settori alimentare, prodotti per l’igiene personale e per la casa, con l’obiettivo di impiegare le pro- prie expertise tecniche e com- merciali per ideare nuove linee di prodotto dedicate a esigen- ze specifiche, ha deciso di estendere il portfolio di prodotti e canali di vendita focalizzan- dosi anche sul canale farma- ceutico/consumer healthcare, offrendo prodotti e servizi dedi- cati esclusivamente alla farma- cia.La Business-Unit indipendente si chiama U.labs ed è compo- sta da professionisti provenienti unicamente dal settore farma-
ceutico e consumer healthca- re. Dopo il successo raggiunto in Francia e Spagna, U.labs ha fatto il suo debutto in Italia a lu- glio 2021 e, grazie a una valida ed efficiente rete di venditori e partner commerciali, è ora in grado di coprire tutte le far- macie e parafarmacie italiane, incluse quelle appartenenti a catene e gruppi.
U.labs Italia propone un por- tafoglio ampio e in continua espansione, costituito da mar- chi e prodotti esclusivi per la farmacia. A oggi le catego- rie coperte sono le seguenti (ma non escludiamo l’ingresso a breve di nuovi brand in altri segmenti di mercato):
• igiene orale (con i marchi
Regenerate, Zendium, Menta- dent Sensitive Mineral Active)
• cura della persona (Intibio- me, Dove, Lashivia)
• integratori (Syrio, Armores Na- tura)
• dermocosmesi (B-lift)
• disinfezione (Lysoform Medi- cal).
L’obiettivo di U.labs Italia è portare nel mercato della far- macia i migliori marchi, i più innovativi servizi e i più avan- zati piani di comunicazione per stabilire rapporti forti e du- raturi con farmacisti, professio- nisti e consumatori. Questa rete rappresenta per Unilever e per il mondo delle farmacie e pa- rafarmacie un’opportunità sia per generare nuovo sell-out e
O PEN S PACE
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n. 3 - 2022
aumentare il profitto del cana- le, sia per raggiungere effica- cemente i consumatori.
La mission di Ulabs non si limita, però, all’offerta di un portafo- glio specifico verso i bisogni dei consumatori, ma offre alle farmacie anche un denso pro- gramma di attività e visibilità volto a rafforzare la presenza dei marchi gestiti, supportando allo stesso tempo l’attività com- merciale dei farmacisti partner con servizi professionali e inno- vativi. Il programma si snoda attraverso due principali aree tematiche: la prima è dedicata alla visibilità sul punto vendita e prevede eventi in-store e un piano di visibilità con incentivi e materiali customizzati. La se- conda area tematica è focaliz- zata su un sistema incentivante per i farmacisti partner, con la possibilità di usufruire di mo- derni servizi digitali per la far- macia, servizi a supporto delle competenze professionali del farmacista (come Fad, Ecm e webinar) e un catalogo loyalty per premiare la loro fedeltà.
Per U.labs anche la formazione ai professionisti è importante, tanto da avere messo a punto una complessa e capillare at- tività di informazione scientifica che attualmente raggiunge
migliaia di dentisti italiani e che a breve si estenderà anche ai ginecologi.
Unilever si distingue, infine, sul mercato non soltanto per il ric- co portfolio e un impatto posi- tivo nel mondo, ma anche per un forte commitment verso i problemi ambientali: la purpo- se di Unilever, infatti, è rendere la sostenibilità una consuetu- dine, lavorando per aiutare a ridurre l’impatto ambientale, mantenendo come obiettivo principale il benessere delle persone. È al fianco dei part-
ner e dei loro clienti per guidarli verso scelte “planet positive”, azioni concrete contro il cam- biamento climatico e rigenera- zione della natura. Tutti i marchi Unilever sono a basso impatto ambientale, propongono for- mulazioni in continua evolu- zione, imballaggi rinnovabili e si impegnano costantemen- te nell’utilizzo di ingredienti e materiali di origine sostenibi- le, biodegradabili e riciclabili.
Prendersi cura del pianeta e del consumatore è l’obiettivo di Unilever.
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n. 3 - 2022I NTERVISTA
UN ITALIANO, ROBERTO TOBIA, AL TIMONE DEL PGEU, L’ORGANIZZAZIONE CHE RAPPRESENTA I FARMACISTI EUROPEI A BRUXELLES, IN SENO ALLA COMMISSIONE E AL PARLAMENTO UE.
ECCO QUALI SONO I PRINCIPALI PROBLEMI SUL TAPPETO E QUALI I SUOI PROGRAMMI OPERATIVI:
DALLE CARENZE DEI FARMACI, AI VETERINARI, ALL’ANTIBIOTICO- RESISTENZA E COSÌ VIA
di Patrizia Prezioso
Nel cuore dell’Europa
U
n italiano al timone del Pgeu, l’organizzazione dei farmacisti europei con sede a Bruxelles. È un onore senza dubbio, ma anche una responsabilità e un grande impegno per Roberto Tobia, eletto presiden- te per il 2022 del Raggruppamento che riunisce 41 Associazioni profes- sionali di 32 Paesi europei (per l’Ita- lia partecipano Federfarma e Fofi).Il Pgeu, infatti, è il portavoce delle istanze professionali dei farmacisti di tutt’Europa presso la Commis- sione europea e il Parlamento Ue e, quindi, il suo ruolo è rilevante nell’elaborazione della legislazione farmaceutica che poi i singoli Paesi dovranno recepire.
D’altra parte, Roberto Tobia vanta una grande esperienza, matura- ta nell’Associazione di Palermo, ai vertici dell’Utifar e come segreta- rio nazionale di Federfarma, e non mancherà quindi di far sentire la voce dei farmacisti italiani in seno all’Europa.
QDottor Tobia, come affron- ta questo nuovo compito, con che emozione ma anche con quanta disponibilità, visti i suoi numerosi impegni?
La presidenza del Pgeu rappresen- ta per me un grande onore e una grande responsabilità.
È un compito che mi emoziona e che affronto con determinazione e impegno. Grazie alla tecnologia che ci aiuta ad accorciare le distan- ze, organizziamo facilmente incon- tri settimanali con gli altri membri dell’Associazione. Inoltre, posso contare sul supporto a Roma del responsabile dell’Ufficio affari in- ternazionali di Federfarma, il dot- tor Mauro Lanzilotto, e a Bruxelles del segretario generale del Pgeu, la dottoressa Ilaria Passarani, con i quali ho una collaborazione gior- naliera. Essere il terzo presidente italiano del Pgeu e succedere a col- leghi dello spessore di Max Liebl e Giacomo Leopardi, quest’ultimo un vero e proprio monumento della farmacia italiana, è per me un mo- tivo di grande orgoglio.
QStare al timone del Pgeu si- gnifica poter godere di un am- pio osservatorio sulla farma- cia europea. Come emerge la farmacia italiana nel raffronto con gli altri Paesi?
Come presidente del Pgeu ho una visione d’insieme dei diversi sistemi sanitari, a livello farmaceutico e non solo, in tutta Europa. La farmacia italiana ha dimostrato la sua effica- cia ed efficienza nell’affrontare una crisi pandemica che, se da un lato
A Roberto Tobia, presidente 2022
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n. 3 - 2022
del Raggruppamento dei farmacisti europei
ha messo a nudo le carenze struttu- rali del sistema sanitario “ospedalo- centrico”, dall’altro ha evidenziato come la capillare rete delle farmacie e i nostri farmacisti siano stati pron- ti a rispondere alle nuove esigenze della comunità, adeguandosi pron- tamente ai cambiamenti.
Purtroppo l’Italia è stata il primo Paese europeo a essere colpito du- ramente dalla pandemia. La nostra esperienza ha fatto da apripista nel resto d’Europa allo sviluppo di nuovi servizi sanitari in risposta ai bisogni di salute portati dall’emer- genza. Sono convinto che la mia elezione come presidente del Pgeu sia in qualche modo un riconosci- mento, da parte dei colleghi euro- pei, dell’impegno e dello spirito di servizio dei titolari di farmacia e di tutti i farmacisti italiani.
QIl Pgeu elabora interessanti
“Report” e “Position paper”, che affrontano i più stringen- ti problemi della categoria.
Analizziamo alcuni punti caldi e partiamo dal recente studio sulla carenza dei farmaci: al riguardo, che cosa si fa a Bru- xelles e che cosa in Italia?
Ogni anno il Pgeu effettua un ac- curato monitoraggio dell’indispo- nibilità dei farmaci attraverso un questionario rivolto alle associazio- ni di farmacia dei 27 Paesi europei che ne fanno parte. I dati raccolti quest’anno confermano come le indisponibilità rappresentino un problema rilevante nell’attività quo- tidiana delle farmacie di comunità, che rimane uno dei punti cardine nell’agenda del Pgeu. Infatti la si- tuazione è preoccupante, consi-
derato che tutte le associazioni di categoria intervistate hanno ripor- tato indisponibilità di farmaci negli ultimi 12 mesi, e nel 75% dei casi il problema interessa anche i disposi- tivi medici. Tutto questo si traduce in un diffuso disagio per i pazienti, che nel migliore dei casi si trovano costretti a spese aggiuntive per pro- seguire le terapie con un farmaco non mutuabile, in sostituzione del medicinale Ssn non disponibile. I farmacisti europei impiegano me- diamente 6 ore a settimana per ge- stire le problematiche connesse alle indisponibilità, solo per garantire la terapia farmacologia dei propri pa- zienti. Sono certo che questo tem- po prezioso potrebbe essere meglio impiegato nella consulenza e nel supporto all’aderenza terapeutica, attività professionale nella quale
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n. 3 - 2022NEL CUORE dell’Europa
da sempre i farmacisti svolgono un ruolo fondamentale.
La revisione attualmente in corso della legislazione farmaceutica a livello europeo rappresenta una grande opportunità per i decisori politici nell’ottica della creazione di un quadro normativo adeguato alle nuove esigenze di monitorag- gio, gestione e mitigazione delle indisponibilità. Come Pgeu abbia- mo accolto con favore il recente aggiornamento del mandato dell’E- ma da parte del Consiglio e del Par- lamento europeo che ne rafforza sensibilmente il ruolo e l’efficacia operativa. L’Ema potrà, infatti, mo- nitorare in tempo reale e possibil- mente attenuare le indisponibilità di medicinali e dispositivi medici in caso di momenti emergenziali, nonché facilitare un’approvazione più rapida di medicinali considerati utili alla cura o alla prevenzione di una malattia. In questo processo di rafforzamento saranno coinvolti in maniera diretta tutti gli attori della catena distributiva, con la consu- lenza di esperti, rappresentanti dei pazienti e professionisti del settore medico, nonché titolari di autoriz- zazioni all’immissione in commer- cio, distributori all’ingrosso e altri professionisti dell’assistenza sanita- ria. L’Ema avrà, inoltre, la responsa- bilità di una piattaforma digitale di monitoraggio a livello continentale per facilitare la raccolta, in tempo reale, dei dati sulle indisponibilità.
Questo fondamentale potenzia- mento del suo ruolo rappresenta la concreta volontà, a livello europeo, di istituire un sistema di raccordo unificato per un coordinamento e una comunicazione più efficien- ti fra tutti gli attori della sanità sul piano nazionale. È un passo impor- tante che va nella giusta direzione.
Tra gli Stati membri, infatti, ci sono ancora troppe differenze nella rac-
colta di informazioni sulle carenze e le indisponibilità.
QAltro tema di grande inte- resse riguarda il farmaco vete- rinario. L’Ue ha recentemente emanato un nuovo Regolamen- to: quali sono i suoi riflessi sul- la normativa italiana?
La Camera dei Deputati ha recen- temente approvato in via definitiva la Legge europea n. 238/2021, en- trata in vigore lo scorso 1° febbraio, che introduce, fra i vari provvedi- menti, importanti novità in merito alla problematica delle vendite onli- ne illegali di farmaci veterinari, pro- dotti cosmetici e biocidi, fenomeno con il quale la farmacia italiana deve fare i conti ogni
giorno. Il provvedi- mento rappresenta, unitamente alla leg- ge di delegazione europea, uno dei due strumenti pre- disposti dalla Leg- ge n. 234/2012 per adeguare periodica- mente l’ordinamen- to nazionale a quel-
lo dell’Unione europea. Con questo nuovo strumento il ministero della Salute ha quindi finalmente la pos- sibilità di bloccare i siti che vendono illegalmente farmaci veterinari. È un passo in avanti importante che, finalmente, mette sullo stesso pia- no farmaci per uso umano, la cui vendita tramite siti illegali viene perseguita dalle autorità pubbliche, e farmaci per uso veterinario.
QE che cosa ci dice in tema di antibiotico-resistenza, che nella sola Europa causa più di 10 mi- lioni di morti?
È entrato in vigore, il 28 gennaio di quest’anno, il nuovo Regolamento Ue che rappresenta un testo unico
europeo in materia di produzione, distribuzione e impiego dei farmaci veterinari. Uno degli obiettivi fon- damentali del nuovo Regolamento è proprio la lotta alla resistenza agli antibiotici, la categoria di medici- nali più venduta e utilizzata a uso umano e veterinario, amplificata e accelerata da un loro uso impro- prio. L’abuso di antibiotici nel setto- re veterinario e negli allevamenti in- tensivi, per esempio, comporta un rischio significativo di contamina- zione ambientale e rischi compro- vati per allevatori e veterinari di tra- smissione attraverso l’esposizione diretta ai mangimi “medicati”, cioè preparati con l’aggiunta di antibio- tici a uso orale. Nell’aprile del 2010
l’Ema ha avviato il progetto Esvac (Eu- ropean Surveillance of Veterinary Anti- microbial Consump- tion), al quale parte- cipa anche il nostro Paese, a seguito del mandato della Com- missione europea di sviluppare un ap- proccio armonizzato per la raccolta e rendicontazione dei dati sull’uso di agenti antimicro- bici negli animali all’interno degli Stati membri. Per quanto riguarda l’impegno dell’Italia nel progetto Esvac, gli obiettivi governativi risul- tano pienamente rispettati, anche oltre la soglia di riduzione del 30%
sul consumo totale di antibiotici negli allevamenti. Credo sia giusto sottolineare un aspetto importan- te: le farmacie italiane si attengo- no puntualmente a consolidate ed efficaci procedure di tracciamento tramite Rev (Ricetta elettronica ve- terinaria). Gran parte del problema deriva, infatti, dalla vendita incon- trollata attraverso i canali online.
Inoltre, l’Ue sostiene e collabora
La farmacia italiana è pronta a rispondere
alle nuove esigenze
post pandemia
I NTERVISTA
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n. 3 - 2022 attivamente con organizzazioni in-
ternazionali quali Oms, Oie, Fao e la Commissione del Codex alimenta- rius. Il controllo di questo fenome- no deve essere affrontato a livello internazionale, tramite strategie condivise per garantire l’elaborazio- ne e l’attuazione di misure globali finalizzate a contenere lo sviluppo e la diffusione della resistenza an- timicrobica.
In Italia, con l’emanazione del Pia- no nazionale di Contrasto all’anti- microbico-resistenza (in sigla Pncar 2017-2020) la strategia sull’uso sostenibile dei farmaci veterinari è ora integrata in un contesto più ampio, nel rispetto dell’approccio One Health. Il settore veterinario concorre, infatti, al raggiungimen- to dell’obiettivo generale comune, ossia la riduzione della frequenza delle infezioni da microorganismi resistenti, e un rafforzamento della sorveglianza delle vendite e dell’u- so dei medicinali veterinari conte- nenti sostanze antibiotiche. Tutti gli studi effettuati in materia di antibiotico-resistenza confermano come limitare l’impiego di agen- ti antimicrobici sia fondamentale per tutelare la salute pubblica. Gli obiettivi possono essere raggiunti coinvolgendo tutti gli attori della filiera produttiva: autorità sanitarie centrali, regionali e locali, medici veterinari, allevatori, operatori del settore alimentare, associazioni di categoria e farmacisti.
Q C’è un tema che, secondo lei, sarà centrale a Bruxelles, qualcosa che magari avrà con- seguenze dirette, seppur non a breve, sulle nostre farmacie?
Abbiamo già accennato a come la mitigazione delle indisponibilità di farmaci rappresenti un tema por- tante della nuova strategia farma- ceutica a livello europeo e di come
il potenziamento dell’Ema sarà fon- damentale per affrontare il proble- ma con efficacia. In Italia abbiamo già fatto qualche passo in avanti e siamo riusciti a distinguere e cata- logare due fenomeni differenti: le carenze, formalmente riportate dai titolari di farmacia ad Aifa e dovute a problemi di carattere produttivo e regolatorio, e le indisponibilità causate invece da problematiche della supply chain. Federfarma è consapevole della necessità di pro- porre soluzioni efficaci sul piano nazionale e sta lavorando con le
associazioni dei distributori inter- medi per valutare la fattibilità di un progetto che permetta di monito- rare efficacemente le indisponibilità di farmaci registrate a livello distri- butivo. Ciò non sarà utile soltanto per rispondere alle richieste che, a norma di legge, potranno perve- nire dalle autorità competenti, ma fornirà anche un valido ausilio alle nostre farmacie, che potranno di- sporre di importanti informazioni di ritorno sulle indisponibilità effet- tivamente registrate a livello regio- nale, provinciale e sub-provinciale.Q
Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e presidente 2022 del Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union) l’associazione che rappresenta i farmacisti europei a Bruxelles
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n. 3 - 2022IL PRINCIPIO DELL’UGUAGLIANZA, FONDAMENTALE PER IL SSN, VIENE AMPIAMENTE DISATTESO. UN ESEMPIO EMBLEMATICO È FORNITO DAI DIVERSI SISTEMI ADOTTATI DALLE REGIONI, E COSÌ IL FARMACO COSTA AL PAZIENTE IN MODO ASSAI DIFFERENTE DA ZONA A ZONA.
ECCO COME VIENE ATTUATA IN ITALIA LA COMPARTECIPAZIONE ALLA SPESA FARMACEUTICA
di Matteo Verlato
L’emergenza provocata, poi, dall’ar- rivo del Coronavirus ha ben eviden- ziato le caratteristiche di questa diversità di trattamento, frutto non soltanto di ataviche difficoltà in aree tradizionalmente arretrate, ma soprattutto della riforma del Titolo 5 della Costituzione, che ha contri- buito ad aumentare le differenze.
Lo testimoniano, per fare un esem- pio vicino all’attività della farmacia, i modi diversi con cui le varie Regio- ni richiedono la compartecipazione del cittadino alla spesa farmaceuti- ca, dato che i ticket per confezione e/o ricetta sono strumento di esclu- siva competenza regionale. La Leg- ge 388/2000, infatti, ha dato alle singole Regioni la possibilità di rein- tegrare i ticket soppressi e poi, con la Legge 405/2001, la possibilità di far fronte alla copertura del servi-
zio sanitario con misure di conteni- mento della spesa, oltre che con i tributi regionali. Con il risultato che così ogni Regione ha stabilito sue specifiche modalità di applicazione del ticket per confezione e per ri- cetta, creando situazioni diversifica- te, proprio a macchia di leopardo.
Quattro diverse modalità
Ne dà riscontro il XVII Rapporto Crea Sanità, che dedica un’appro- fondita analisi delle diverse situa- zioni dei ticket da Regione a Re- gione, individuando quattro diverse modalità di applicazione:
• ci sono 8 Regioni/Province auto- nome che non prevedono alcun ticket fisso per confezione e/o ricet- ta: precisamente Friuli Venezia Giu- lia, Provincia autonoma di Trento,
TRA I TRE PRINCIPI FONDAMENTALI DEL SERVIZIO SA- NITARIO NAZIONALE -UNIVERSALITÀ, UGUAGLIANZA ED EQUITÀ- IL SECONDO, CIOÈ L’UGUAGLIANZA, ULTI- MAMENTE LASCIA ALQUANTO A DESIDERARE.
Ci sono, infatti, zone dove i servizi risultano lacunosi, dove è carente il personale sanitario o, comunque sia, l’assistenza risulta ben differente rispetto ad altre realtà del Paese. Talvolta non soltanto tra diverse aree, ma addirittura tra le Asl di una stessa Regione cambia la disponibilità dell’offerta.Ticket
a macchia di leopardo
Compartecipazione al costo del farmaco:
F OCUS
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n. 3 - 2022
le troppe differenze a livello locale
Piemonte, Emilia-Romagna, Tosca- na, Umbria, Marche e Sardegna
• altre 7 Regioni/Province prevedo- no un ticket in somma fissa non modulata e cioè Provincia autono- ma di Bolzano, Veneto, Lombardia, Liguria, Campania, Calabria e Puglia
• ci sono, poi, 2 Regioni che preve- dono un ticket in somma fissa per confezione e/o ricetta modulata in base al reddito: Valle d’Aosta e Ba- silicata
• altre 4, infine, adottano ticket in somma fissa modulata però sul prezzo di vendita del farmaco, e cioè Lazio, Abruzzo, Molise e Sicilia.
Dire a questo punto che al cittadi- no italiano viene garantita ovunque uguaglianza di trattamento econo- mico nell’assistenza farmaceutica non sembra più molto veritiero, vi- sto che lo stesso farmaco esce dal- le farmacie delle varie Regioni con costi differenti. E non basta, allora, fare riferimento alla compartecipa-
zione sul prezzo di riferimento dei farmaci a brevetto scadu- to, quella sì uguale in quanto stabilita a livello nazionale. Qui è l’Aifa che mensilmente pub-
blica le liste di trasparenze, con i relativi prezzi di riferi- mento uguali per tutti.
Va anche considerato il progressivo mutamento delle funzioni attribu- ite al ticket. Inizialmente questa compartecipazione mirava a go-
vernare la domanda in modo da garantire l’appropriatezza delle cure, grazie a un utilizzo delle risorse tale da reprimere abusi e favorire una maggiore co-
pertura dei bisogni. Oggi
gli aspetti cosiddetti “morali” ven- gono trascurati e il ticket mira sì a controllare la domanda, ma soprat- tutto con l’obiettivo di far fronte al finanziamento, cioè coprire a livello locale i costi sanitari. A tal fine ogni Regione opera in modo diverso a seconda delle proprie necessità, con quote fisse sulla ricetta o sul- le confezioni oppure in relazione ai redditi degli abitanti o al costo dei prodotti. Così come ben diversa risulta l’individuazione dei pazienti esentati dalla compartecipazione alle spese sia farmaceutiche, sia sa- nitarie.
Ulteriori differenze
Tra l’altro, anche nell’ambito delle diverse modalità di applicazione dei tichet, sopra individuate, si rilevano ulteriori differenze
• tra le Regioni che adottano un ticket a quota fissa su ricetta o con- fezioni, Campania, Calabria e Pu- glia chiedono una partecipazione sia per confezione, sia per ricetta, e la Campania non indica un massi- male per ricetta
• solo la Valle d’Aosta stabilisce un massimale fisso per ricetta in base alla fascia economica di reddito del cittadino
• nelle Regioni dove la quota fissa è definita in base al prezzo di vendita del farmaco (Abruzzo, Lazio, Mo-
lise e Sicilia), soltanto Abruzzo e Molise prevedono un massi- male per ricetta.
E ancora, ulteriori difformità si registrano nel definire l’impor- to di ticket dovuto per i farmaci equivalenti: nel Lazio e in Calabria l’assistito rimborsa soltanto l’even- tuale differenza tra il prezzo del far- maco e quello massimo di rimbor- so, mentre nelle altre Regioni viene richiesto il ticket previsto più la dif- ferenza con il prezzo di riferimento
Ticket a MACCHIA DI LEOPARDO
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n. 3 - 202216
n. 3 - 20220,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0
Italia Campania Puglia Sicilia Molise Calabria Basilicata Lazio Liguria Valle D’Aosta Abruzzo Lombardia Veneto Umbria Marche P. A. di Bolzano Sardegna Toscana Friuli V. G. Emilia Romagna Piemonte P. A. di Trento
regionale. E Molise e Sicilia, infine, fanno una distinzione tra farmaci equivalenti e medicinali coperti da brevetto, definendo specifiche ta- riffe.
L’apporto del ticket
I vari ticket regionali più la differen- za con il prezzo di riferimento han- no comportato una compartecipa- zione alla spesa farmaceutica, da parte dei cittadini, di 1,5 miliardi di euro -come riferisce il XVII Rappor- to Crea Sanità- pari al 15,2% della spesa farmaceutica convenzionata lorda, e al 4,2% della spesa sanita- ria delle famiglie. Valori, però, che variano notevolmente da Regione a Regione, passando dal 9,7% del- la Provincia autonoma di Trento al
20% della Valle d’Aosta.
L’incidenza dei ticket è poi aumen- tata in questi ultimi dieci anni, pas- sando dal 7,7% della spesa con- venzionata lorda del 2010 al 15,2%
del 2020 (+7,5 punti percentuali).
Gli aumenti più rilevanti si registra- no, in particolare, nelle Regioni del Sud e Isole (+9,2 punti percentuali), seguite da quelle del Centro (+7,4) e dalle Regioni del Nord (+6,5). E così il valore medio pro-capite di compartecipazione alla spesa far- maceutica, pari mediamente a 25 euro a livello nazionale (nel 2010 era di 16,7 euro), vede più penaliz- zati gli abitanti di Sud e Isole (31,1 euro cadauno) rispetto ai cittadini del Centro (23 euro) e del Nord (22,9 euro pro-capite).
Anche qui la differenza tra le varie Regioni è notevole, visto che si va
dai 35,4 euro per cittadino della Campania, ai 13 euro degli abitanti della Provincia di Trento. Va preci- sato che il maggior onere che col- pisce i cittadini del Sud e delle Isole va attribuito alla più intensa attività prescrittiva qui registrata. Infatti, il numero delle ricette pro-capite, pari a 9,1 a livello nazionale, risul- ta più alto nel Sud e Isole, con va- lori pari a 10,4 ricette pro-capite, contro le 9,8 ottenute dai cittadi- ni del Centro e le 7,7 da quelli del Nord Italia. Ne consegue una più alta incidenza della quota relativa al prezzo di riferimento dei farma- ci equivalenti e una conseguente ovvia maggior compartecipazione alla spesa farmaceutica pubblica da parte di chi fa maggiore ricorso ai farmaci del Servizio sanitario na- zionale. Q
Compartecipazione pro-capite anno 2020
(valori in euro)
Fonte del grafico: elaborazione su dati Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali. L’uso dei farmaci in Italia. Rapporto Nazionale 2020.
Roma: Agenzia Italiana del Farmaco, 2021 - © C.R.E.A. Sanità
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n. 3 - 2022Quale modalità scegliere per attuare
IL VECCHIO TITOLARE È ORMAI GIUNTO ALL’ULTIMO PASSO: NON RESTA CHE FORMALIZZARE
LA CESSIONE DELLA TITOLARITÀ AL NUOVO TIMONIERE, ADOTTANDO LA MODALITÀ RITENUTA PIÙ IDONEA ALLA SPECIFICA SITUAZIONE:
SOCIETÀ, PATTO DI FAMIGLIA O TRUST?
ANALIZZIAMO LE CARATTERISTICHE DELLE DIVERSE SITUAZIONI, I PRO E I CONTRO
di Lorenzo Verlato
Dal notaio,
ma come?
Ormai si è pronti, quindi, ad andare dal notaio, per formalizzare la ces- sione della farmacia. Ma con quale modalità?
La legge propone alcune opzioni, che vanno attentamente analizzate, per capirne i riflessi non soltanto legali, ma soprattutto fiscali. Prima ancora, quindi, d’andare dal notaio, è bene individuare la soluzione più adatta alle specifiche caratteristiche nostre e dell’azienda. Quindi, cosa sceglie- re? Costituzione di una società, pat- to di famiglia, oppure realizzare un trust? Si può anche non far niente e optare per la successione, ma anche questa deve essere ben predisposta, per non lasciare la famiglia nei guai.
Quindi, trattiamola a parte.
Prima soluzione:
la società
Un tempo la farmacia poteva esse- re trasferita solamente a laureati in farmacia, mentre oggi, con la Legge
124/2017 che ha aperto la titola- rità anche alle società di capitali, si può trasferire l’azienda anche al fi- glio non farmacista, permettendo il passaggio generazionale tra fratelli farmacisti e non farmacisti. Diventa così più semplice sia conservare la farmacia nell’ambito familiare, sia garantire i diritti degli eredi legittima- ri, dovendo semplicemente riservare la direzione tecnica a un farmacista idoneo, anche se non socio.
Oggi il termine ridotto a soli 6 mesi di gestione provvisoria non rappre- senta più una spada di Damocle, ma serve a rimuovere eventuali incom- patibilità previste dalla legge. Per esempio, non possono partecipare a una società di farmacia: a) quanti operano nella produzione, informa- zione scientifica del farmaco o sono medici; b) chi è già titolare, gestore provvisorio, direttore o collaboratore di altra farmacia; c) chi ha un rap- porto di lavoro pubblico o privato.
Quest’ultima incompatibilità, però,
I GIOCHI ORMAI SONO FATTI. TUTTI I PASSI PREVISTI PER UN BUON “PASSAGGIO GENERAZIONALE”, INFATTI, SONO STATI COMPIUTI, CON LA CALMA E LA PONDERA- ZIONE RICHIESTA, COSÌ COME INDICATI NEL PRECEDEN- TE NUMERO DI “FARMA MESE”.
Abbiamo infatti individuato chi dovrà succederci al timone della farmacia, lo abbiamo formato, ben inserito all’interno del team, preparato alla gestione dell’azienda, così come abbiamo rispettato i diritti degli altri eredi legittimari e, infine, assicurato un’equa tutela per una serena vecchiaia.P ROFESSIONE
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n. 3 - 2022
il “passaggio generazionale”
sussiste solamente se si è coinvolti nella gestione della società (non ri- guarda, per esempio, un socio ac- comandante in una Sas, o un socio senza poteri in una Srl).
La società garantisce altri vantaggi, tant’è vero che man mano stanno diminuendo le titolarità individuali e aumentano le forme societarie: per esempio, consente al vecchio titolare di continuare a lavorare in farmacia;
gli dà il tempo per valutare l’ingresso dei nuovi soci; di quantificare il loro peso in relazione al reale apporto.
Ma quale tipo di società scegliere tra quelle di persone (Snc e Sas) e quel- le di capitali (Srl, SpA e Sapa)? Ogni scelta va legata alle specifiche carat- teristiche della farmacia e della fami- glia. Una società familiare forse è più idonea alle dimensioni della farma- cia e garantisce gestioni più snelle e meno onerose, ma possono esserci situazioni che consigliano la società di capitali, dove oneri e obbligazioni ricadono esclusivamente in capo alla
società. Il consiglio è di rivolgersi a un buon commercialista e individuare insieme la soluzione più opportuna.
Quale tipo di società scegliere, in- fatti, dipende spesso, oltre che da questioni gestionali e fiscali, anche dalla circolazione delle quote: nel- la società di persone, per esempio, la partecipazione non è trasferibi- le senza il consenso degli altri soci, e l’erede del socio deceduto non può pretendere di sostituirlo, ma ha solo diritto a essere liquidato. Nelle società di capitale, invece, le azioni sono liberamente trasferibili, salvo clausole statutarie di prelazione o di gradimento. Le opzioni sono, quindi, molte: bisogna considerare le possi- bili future variabili.
Seconda soluzione:
il “Patto di famiglia”
La Legge n. 55 del 14 febbraio 2006 (G.U. n. 50 del 13.3.2006) offre la possibilità di trasferire gratuitamen-
te con atto pubblico un’azienda (nel nostro caso, la farmacia), o quote di partecipazione al capitale, a uno o più discendenti, consentendo così di anticipare il passaggio generaziona- le. Attenzione: dal patto di famiglia sono esclusi il coniuge, i fratelli, le sorelle e i relativi discendenti. Per la sua stipula, che va formalizzata dal notaio, bisogna inoltre rispettare al- cune condizioni. Vediamole:
• All’atto devono partecipare, per evitarne la nullità, sia il titolare del bene, sia il coniuge e tutti gli eredi legittimari, proprio come se si apris- se la successione.
• Sia il coniuge, sia gli altri eredi le- gittimari devono consentire al tra- sferimento del bene, consenso che va espresso in modo palese nell’atto notarile.
• Il discendente si deve impegnare a liquidare, in denaro o in natura, la quota di legittima spettante agli altri eredi legittimari, sempre che non ri- nuncino in tutto o in parte alla com-
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n. 3 - 2022Dal notaio, MA COME?
pensazione.
È il modo per impedire che il patto venga successivamente annulla- to per “lesione della legittima”, a meno che sopravvengano ulterio- ri eredi legittimari, non conosciuti al momento della stipula dell’atto.
In questo caso i nuovi eredi, finora ignoti, potranno chiedere al bene- ficiario di ottenere la loro quota di legittima, aumentata degli interessi legali, minacciando in caso contrario di chiedere e ottenere l’annullamen- to del patto.
L’assegnazione anticipata può esse- re da un lato vantaggiosa, perché rappresenta un anticipo sulla suc- cessione del titolare ed è fiscalmen- te conveniente, ma dall’altro può essere svantaggiosa, in quanto il valore della farmacia o delle quote di partecipazione potrebbero accre- scersi nel periodo che intercorre tra la stipula del patto e l’apertura della successione. Altro problema è che il valore della farmacia è spesso eleva- to e non è facile soddisfare i diritti dei legittimari. Spesso il beneficiario dovrà monetizzare suoi cespiti per- sonali o ricorrere alle banche per un finanziamento.
Il patto di famiglia, inoltre, può esse- re sciolto o modificato da coloro che vi hanno partecipato per effetto di un diverso accordo, con le stesse ca- ratteristiche e gli stessi presupposti, ovvero mediante recesso. La facoltà di recedere deve però essere previ- sta nel contratto e poi deve essere espressa con una dichiarazione agli altri partecipanti, certificata da un notaio.
I vantaggi garantiti dal patto di fami- glia sono innanzitutto fiscali. Mentre la somma di denaro e di beni a favo- re degli altri eredi legittimari è sog- getta a tassazione, il trasferimento della farmacia è esente dall’imposta su successioni e donazioni, come pure dalle imposte ipotecaria e ca-
tastale. Per ottenere questo più fa- vorevole regime fiscale bisogna però che il beneficiario rispetti due con- dizioni:
1) deve proseguire nella titolarità della farmacia per almeno 5 anni dalla data del trasferimento 2) deve impegnarsi alla prosecu-
zione dell’attività, al momento stesso della stipula del patto di famiglia.
Terza soluzione:
il “trust”
Può succedere che diventi difficile pianificare la successione nel pa- trimonio di famiglia. Per esempio, riuscire a individuare chi ha le qua- lità per diventare titolare, oppure a ripartire in modo equo il patrimonio, evitando fratture familiari. Ecco al- lora che si può ricorrere al “Family
SITUAZIONE FAMILIARE E TIPO DI SUCCESSIONE
Ogni passaggio generazionale è diverso dagli altri, per le differenti situazioni familiari. A titolo esemplificativo, analizziamo alcune tipiche situazioni.
• Nessun figlio: vendita dell’azienda
• Un solo figlio:
interessato a subentrare nella titolarità
A) se ritenuto idoneo: passaggio della titolarità della farmacia B) se ritenuto non idoneo: vendita dell’azienda, oppure trust
o gestione affidata a un manager
non interessato a subentrare nella titolarità
A) se ritenuto capace: passaggio dell’azienda con gestione affidata a un manager
B) se ritenuto non capace: vendita della farmacia
• Più figli:
nessuno interessato alla titolarità
A) se ritenuti capaci: ripartizione quote, ma gestione dell’azienda affidata a un manager
B) se ritenuti non capaci: vendita della farmacia un solo figlio è interessato alla titolarità
A) se ritenuto capace: ripartizione delle quote con gestione e maggioranza affidata a quel figlio
B) se ritenuto non capace: vendita dell’azienda o gestione affidata a un manager
tutti o alcuni sono interessati:
A) se tutti sono ritenuti capaci: ripartizione delle quote con gestione e maggioranza a uno; oppure: gestione frazionata tra gli eredi, ma con individuazione di un capofila
B) se un solo figlio è ritenuto capace: ripartizione delle quote con gestione e maggioranza a quel figlio
C) se nessun figlio è ritenuto capace: vendita della farmacia, o trust, oppure ripartizione delle quote, con gestione affidata a un manager esterno.
21
n. 3 - 2022 trust”, istituto di origine anglo-
sassone. Esso prevede un titolare (“settlor” o disponente), che affida il proprio patrimonio o parte di esso (“trust fund”) a un soggetto (“tru- stee” o fiduciario), che si impegna a gestirlo a condizioni ben definite e regolamentate, per poi a trasferir- lo a favore di uno o più determinati beneficiari (“beneficiaries”), espres- samente indicati dal settlor.
In pratica, il trust consente di pro- teggere determinati beni (mobili, immobili, aziende, tra cui la farma- cia) da future vicende personali le- gate al proprietario o dai creditori, propri o dei figli. Il patrimonio esce così dalla sfera giuridica del dispo- nente e non può essere aggredito da eventuali creditori, ma è utilizza- bile soltanto per gli scopi previsti dal trust. È una protezione che consente sia di lasciare il controllo della farma- cia al titolare, sia di difendere il pa- trimonio da eventi futuri e incerti, sia di permettere una gestione flessibile affidata a un soggetto terzo impar- ziale. Solamente all’estinzione del contratto i beni verranno trasferiti ai beneficiari, secondo le modalità pre- viste nell’atto costitutivo.
Il trust, quindi, permette di risolvere situazioni familiari complicate (un fi- glio con “le mani bucate”, o ritenu- to non idoneo a gestire la farmacia, o figli minorenni, o una coppia di fatto, o figli non riconosciuti, ecce- tera). Anche in questo caso però il trust deve rispettare i diritti degli ere- di legittimari e, per evitare eventuali impugnazioni, sarebbe bene affian- care al trust un patto di famiglia, che prevede il consenso di tutti gli eredi legittimari.
Ultima soluzione:
la successione
Parlare di “passaggio generaziona- le” significa prevedere un meditato iter dal vecchio al nuovo titolare,
ma se questo non può avvenire, al- lora non rimane che la successione.
In questo caso bisogna analizza- re che cosa succede in presenza o meno di un testamento.
• Nessun testamento: si deve fare riferimento al Codice Civile, in base al quale vanno individuati i vari eredi e quanto spetta loro in base alla quota di legittima. Chi otterrà la farmacia o sue quote -probabil- mente la parte più sostanziosa- do- vrà garantire equi conguagli agli altri legittimari, ripartizione che spesso causa contestazioni e litigi.
• In presenza di un testamento:
vanno individuati gli eredi e calco- lato il patrimonio, comprese even- tuali precedenti donazioni (mecca- nismo della “collazione”). In ogni caso non vanno lesi i diritti di legitti- ma, che vanno quindi calcolati all’a- pertura della successione. Questo
può rappresentare un problema, perché il valore della farmacia e del rimanente patrimonio può mutare nel tempo e, quindi, le volontà te- stamentarie possono risultare non più adeguate alla situazione patri- moniale definitiva. Inoltre, la suc- cessione mortis causa, oltre a ga- rantire i diritti degli eredi legittimari, deve anche assicurare la continuità dell’azienda farmacia, che richiede preparazione, capacità professio- nali e manageriali. Ecco perché è bene che il passaggio generazio- nale avvenga in modo meditato e preordinato, e non traumaticamen- te alla scomparsa del titolare, come appunto indicato nel precedente articolo di “Farma Mese”. A tal fine suggeriamo di seguire il corso
“Guida al passaggio generaziona- le”, pubblicato sul portale “farma-
manager.academy”. Q
QUALI ERRORI BISOGNA EVITARE
Per garantirsi un soddisfacente passaggio generazionale è opportuno non ca- dere in questi errori.
1) Cambio improvviso nella gestione della farmacia: il processo generaziona- le dev’essere rigorosamente graduale. Strappi improvvisi sono assai pericolosi, a livello sia familiare, sia aziendale.
2) La successione non è un evento, ma un processo: niente fretta, ma pro- cedere a fuoco lento. Il processo generazionale richiede meditata maturazione.
3) Evitare confusione tra famiglia e farmacia: un conto sono gli affetti, un altro è l’azienda. Bisogna poi evitare ogni confusione tra titolarità e gestione della farmacia, che possono non coincidere.
4) Provocare sensi di colpa: l’inesperienza porta il giovane a compiere errori:
rimarcarglieli non serve a farlo crescere, ma lo demotiva e squalifica agli occhi del team.
5) Vivere la successione come un obbligo e non come un’opportunità: un nuovo timoniere, infatti, può rinnovare l’azienda e far crescere la farmacia.
Come tale va vissuto.
6) Evitare imposizioni autoritarie: non fate sentire l’erede come “figlio di papà”, perché sarebbe un virus che, trasmesso al team, può minare il futuro dell’azienda.
7) Non favorire addestramento e dialettica: accompagnare il successore con un addestramento rigoroso, possibile soltanto se tra padre e figlio s’instau- ra una dialettica sana e collaborativa.
P ROFESSIONE
PUÒ ESSERE TOTALE O PARZIALE ED È UN’OPERAZIONE STRAORDINARIA CHE PERMETTE DI RIPORTARE LA PACE
IN FAMIGLIA, QUANDO A ESSERE COINVOLTI NEI DIVERBI RELATIVI ALLA FARMACIA SONO I MEMBRI DI UNO STESSO NUCLEO FAMILIARE.
ECCO COME FUNZIONA E CHE COSA COMPORTA PER L’AZIENDA-FARMACIA
N
onostante la pandemia, ci è comunque concesso ritrovarci a pranzo o a cena, ovviamente in pochi e in genere con i propri fami- liari: tali ristretti momenti conviviali possono contribuire a rafforzare i rapporti oppure a incrinarli, con conseguenze, in quest’ultimo caso, controproducenti anche per la sfe- ra lavorativa, soprattutto quando si lavora insieme ai propri familiari.Con la nostra esperta, Paola Ca- stelli, analizziamo uno strumento, la scissione d’azienda, attraverso il quale è possibile dirimere i diverbi familiari ovvero tra soci, auspican- do così di chiudere, con l’arrivo della primavera, i relativi attriti in bellezza, sotto tutti i punti di vista.
QLe riunioni culinarie intorno a un tavolo, momento in teoria di aggregazione e spensiera- tezza, possono essere foriere di discussioni in famiglia, con effetti “indigesti” in farmacia.
Come se ne esce?
Come sappiamo, ogni persona e ogni testa sono un mondo a sé;
trovarsi intorno a un tavolo può es- sere indolore fintanto che non ven- gono toccati tasti (familiari ovvero lavorativi) dolenti,
a seconda delle prospettive, giuste o sbagliate che sia- no. Ma come si sa, e come diceva mio nonno, “l’eccessiva confidenza fa per- dere la riverenza”;
può, quindi, acca- dere che i familiari si sentano liberi, grazie a tale incon-
tro e al maggior tempo a disposi- zione, di toccare tasti che possono coinvolgere la famiglia o il lavoro e, nella fattispecie, la farmacia.
A questo punto il quieto vivere suggerisce due soluzioni: trovare
punti d’accordo e/o riorganizzare l’azienda di famiglia. Una, ma non unica, possibile soluzione tecnica utile a far sì che in farmacia -e, quindi, anche in famiglia- regni il detto “peace and love” è la scissio- ne d’azienda.
Q Dottoressa Castelli, in che cosa consiste la scissione?
La scissione d’azienda è un’opera- zione straordinaria perché va attua- ta in casi particolari, straordinaria- mente, appunto. Tale operazione può essere posta in essere per ra- gioni economiche e per esigenze di riorganizzazione aziendale.
Cosa succede? Scissione, lo dice la parola: una società, detta società (madre) scissa, trasferisce l’intero suo patrimonio o parte di esso ad altra/e società (figlia/e), con as- segnazione ai soci della prima (la madre) delle azioni ovvero delle quote della/e società (figlia/e) be- neficiaria/e, preesistente/i o di nuo- va costituzione. Il patrimonio della società madre scissa viene, quindi, suddiviso a favore della beneficiaria e le quote della beneficiaria vengo- no assegnate ai soci della società madre scissa.
Questa operazio- ne straordinaria può essere di due tipi: scissione totale o parziale.
Nel primo caso tutto il patrimo- nio della società madre scissa, o meglio scinden- da, viene trasferito a due oppure più società, la società scissa si estingue e l’attività conti- nua in capo alle società figlie be- neficiarie, che assumono i diritti e gli obblighi corrispondenti alla quota di patrimonio loro trasferita.
Nel caso di scissione parziale si
Una soluzione tecnica che permette di
Paola Castelli
G ESTIONE
È una riorganizzazione aziendale con trasferimento di una parte o tutto
il patrimonio
25
n. 3 - 2022
Peace&Love:
la scissione d’azienda
dirimere le controversie tra familiari
assiste, invece, al trasferimento di soltanto una parte del patrimonio della società madre scindenda a fa- vore di una o più ì società. In tal caso, quindi, la società madre og- getto di scissione resta in vita con
un patrimonio ridotto e l’attività relativa alla frazione di patrimonio trasferita continua in capo alla/e società figlia/e beneficiaria/e. Quin- di, diversamente dalla scissione to- tale, nella scissione parziale non si
determina l’estinzione della società scissa.
QCi può fare un esempio pra- tico?
Nell’andare al pratico farò tecni-
26
n. 3 - 2022PEACE&LOVE : la scissione d’azienda
camente riferimento alla scissione parziale con costituzione di una nuova società (NewCo), che è quel- la nella pratica più diffusa.
Pensiamo al caso di una società (una S.n.c., per esempio), titolare di due farmacie (Farmacia A, più di “pregio”, e Farmacia B, ancora
“acerba”, da sviluppare, ma con buone prospettive), partecipata dal padre e dalla madre, quali soci di maggioranza (ognuno socio al 30%), e dai due figli (ognuno so- cio al 20%); i figli, però, hanno una visione completamente diversa da quella dei genitori su come dovreb- bero essere gestite le due farmacie di cui la S.n.c. è titolare.
Cosa fare allora? Come preannun- ciato, una possibilità è dare luogo a una scissione parziale, ossia a una scissione della S.n.c., società ma- dre scindenda, a favore di un’altra
società di nuova costituzione (so- cietà figlia NewCo beneficiaria), che assumerà la titolarità di una delle due farmacie di cui sopra (la Farmacia B, per esempio): la S.n.c.
(società “madre”) continuerà a essere partecipata dai genitori (in questo caso ognuno al 50%) e sarà titolare della “Farmacia A”, mentre la NewCo (anche in questo caso, S.n.c.), società “figlia” beneficiaria della scissione, sarà partecipata dai figli, quali soci ognuno al 50%, e sarà titolare della “Farmacia B”.
In tal caso la scissione parziale è priva di conguaglio, in quanto la società (figlia) beneficiaria (NewCo) sarà partecipata dai figli, che dete- nevano solo il 40% della società madre, e riceverà la “Farmacia B”, il cui valore si presume pari alla quota di partecipazione dei figli (40%) nella S.n.c. madre.
Q Dottoressa, tutto è bene quel che finisce bene. Pace definitivamente fatta, quindi?
Sì, ma per sedare ulteriormente gli animi e le discussioni scaturite dalla stretta convivenza, la prima- vera porta con sé un’altra “venta- ta d’aria pulita”, una bella novità senza dubbio: l’operazione pro- spettata, oltre a dirimere i conflit- ti familiari o, comunque, tra soci, è un’operazione che (articolo 173 Tuir) non dà luogo né a realizzo, né a distribuzione di plusvalenze e minusvalenze dei beni della società madre scissa, incluse quelle relative alle rimanenze e al valore di avviamento. Traduco: l’operazio- ne è fiscalmente neutra e, quindi, tax free. Dulcis in fundo, mettendo tutto sulla bilancia, potremmo dire che la brezza primaverile tutti i pesi spazza via! Q
LA SCISSIONE PARZIALE
S.N.C. MADRE POST SCISSIONE Società titolare della Farmacia A I soci: madre al 50% e padre al 50%
S.N.C. BENEFICIARIA POST SCISSIONE Società titolare della Farmacia B
I soci: figlio 1 al 50%
e figlio 2 al 50%
S.N.C. MADRE ANTE SCISSIONE Società titolare della Farmacia A
e della Farmacia B
I soci: madre al 30%, padre al 30%, figlio 1 al 20% e figlio 2 al 20%