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COM È LA SITUAZIONE IN ITALIA NEL PRIMO DOPOGUERRA?

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IL FASCISMO

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COM’È LA SITUAZIONE IN ITALIA NEL PRIMO DOPOGUERRA?

La crisi economica colpisce

soprattutto operai, impiegati e dipendenti pubblici perché i prezzi delle merci aumentano, ma gli stipendi restano uguali. In particolare cresce moltissimo il prezzo del pane perché l’Italia deve comprare la farina

all’estero.

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COM’È LA SITUAZIONE IN ITALIA NEL PRIMO DOPOGUERRA?

I nazionalisti e i reduci sono delusi perché la vittoria della guerra non ha portato i risultati sperati:

• l’Italia non ha ottenuto tutte le terre promesse all’inizio

della guerra;

• la città di Fiume è stata assegnata al Regno di

Iugoslavia, il nuovo Stato creato nei Balcani con la pace di

Versailles.

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L’IMPRESA DI FIUME

Nel 1919 GABRIELE D’ANNUNZIO, a capo di un gruppo di volontari e soldati, occupa la città di Fiume e ne proclama l’annessione all’Italia.

Tutta la comunità internazionale condanna il gesto.

Nel 1920 Giolitti, tornato al potere, firma il Trattato di Rapallo:

• alla Jugoslavia la Dalmazia,

• all’Italia Zara,

• Fiume “Stato indipendente”.

Ordina poi all’esercito di assediare Fiume per scacciare il governo rivoluzionario di D’Annunzio. L’impresa di D’Annunzio fallisce, ma è molto significativa perché dimostra come le forze di destra sono in grado di organizzarsi e di agire autonomamente anche contro l’autorità del governo.

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COME CAMBIA LA SCENA POLITICA ITALIANA NEL 1919?

Le elezioni politiche del 1919 danno risultati diversi rispetto al passato:

• la coalizione liberale non vince le elezioni e deve allearsi con altri partiti per governare;

• il Partito socialista diventa il partito più forte, ma è diviso tra RIFORMISTI,

disponibili a governare insieme ad altri partiti, e RIVOLUZIONARI, non disponibili ad accordi con altri partiti perché vogliono fare una rivoluzione socialista come in

Russia;

• il Partito popolare italiano ottiene un grande successo. Il PPI è un partito

cattolico fondato dal sacerdote don Luigi Sturzo.

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COME CAMBIA LA SCENA POLITICA ITALIANA NEL 1919?

I “rossi” iniziano a fare paura:

• ai proprietari terrieri,

• agli imprenditori,

• ai ceti medi,

• al governo e al re.

Si teme che in Italia possa scoppiare una rivoluzione comunista, come era successo in Russia. Si diffonde sempre di più tra gli Italiani un grande desiderio di ordine e di sicurezza.

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Le forze politiche faticano a trovare

soluzioni, non collaboravano tra loro e la situazione appare molto instabile. In questo contesto riesce facilmente ad emergere

una nuova forza politica: IL PARTITO FASCISTA.

MUSSOLINI coglie l’occasione per proporre il fascismo come movimento “difensore dell’ordine” e “nemico di ogni

rivoluzione”.

COME CAMBIA LA SCENA POLITICA ITALIANA

NEL 1919?

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CHI E’ BENITO MUSSOLINI?

Nasce nel 1883

È figlio di un fabbro e di una maestra elementare

Diventa maestro elementare

Si iscrive al partito socialista italiano nel 1900 e mostra fin da subito

interesse per una politica attiva Diventa direttore del giornale socialista Avanti

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CHI E’ BENITO MUSSOLINI?

Mussolini a Oneglia I genitori

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CHI E’ BENITO MUSSOLINI?

Viene espulso dal partito socialista nel 1914, a causa delle sue

posizioni interventiste a favore della guerra.

Mussolini fonda allora il Popolo

d’Italia, giornale ultranazionalista.

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I FASCI DI COMBATTIMENTO

Nel 1919, a Milano, Benito Mussolini fonda un nuovo movimento politico, i FASCI DI COMBATTIMENTO.

Ne fanno parte giovani delle classi medie, nazionalisti, ex combattenti, studenti, figli della borghesia.

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LE CAMICIE NERE

Secondo Mussolini, per raggiungere gli obiettivi del movimento fascista, è consentito ogni mezzo, anche la violenza, perciò organizza gruppi armati illegali formati da

volontari: LE

SQUADRACCE O CAMICIE NERE.

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Le camicie nere organizzano spedizioni punitive contro socialisti e sindacalisti.

La polizia non ferma le violenze degli squadristi perché molte persone temono lo scoppio di una rivoluzione socialista.

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COME ARRIVA AL POTERE MUSSOLINI?

Mussolini si mostra come un politico che vuole riportare l’ordine sociale nel Paese e partecipa alle elezioni del 1921, in coalizione con i liberali di Destra.

Il movimento fascista ottiene così 35 deputati in

Parlamento. Dopo le elezioni i Fasci di combattimento

diventano il PARTITO

NAZIONALE FASCISTA (PNF).

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COME ARRIVA AL POTERE MUSSOLINI?

Intanto, i socialisti

rivoluzionari si separano dal Partito socialista e fondano il Partito

comunista italiano (PCI).

Mussolini accusa il governo di essere troppo debole

per fermare i rivoluzionari.

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1922: LA MARCIA SU ROMA

Il 28 ottobre 1922 le

squadracce organizzano la Marcia su Roma e

minacciano di occupare la città con la forza. Il capo del governo Luigi Facta chiede al re Vittorio

Emanuele III di firmare lo stato d’assedio per

chiamare l’esercito a difendere Roma.

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COMINCIA IL VENTENNIO FASCISTA

Il re rifiuta di firmare e il capo del governo si

dimette.

Per evitare altre violenze, il re nomina Mussolini capo del governo. Così, con un colpo di stato legalizzato dal re, Mussolini prende il potere.

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QUALI SONO LE PRIME AZIONI DI MUSSOLINI AL GOVERNO?

All’inizio Mussolini governa insieme a liberali e popolari, ma inizia a gettare le basi per una dittatura:

• trasforma le squadracce in un corpo militare legale, la Milizia volontaria per la

sicurezza nazionale;

• istituisce il Gran consiglio del fascismo, formato da un gruppo di dirigenti (capi) del Partito fascista. Il Gran

consiglio decide le leggi e il Parlamento le approva.

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QUALI SONO LE PRIME AZIONI DI MUSSOLINI AL GOVERNO?

Mussolini (che si fa chiamare Duce) cambia la legge

elettorale per ottenere la maggioranza in Parlamento.

Inoltre, per vincere le

elezioni, Mussolini minaccia i cittadini e usa la violenza

contro gli avversari politici.

Così, nelle elezioni del 1924, il Partito fascista ottiene il 65% dei voti e quindi può

governare da solo senza fare alleanze con gli altri partiti.

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IL DELITTO MATTEOTTI

Il capo dei socialisti Giacomo

Matteotti denuncia in Parlamento brogli elettorali alle elezioni del 1924 e chiede di annullare le elezioni.

Pochi giorni dopo un gruppo di fascisti rapisce e uccide Matteotti.

Per protesta i deputati dei partiti di opposizione (socialisti, liberali,

comunisti, repubblicani) lasciano il Parlamento (secessione

dell’Aventino).

Mussolini si prende la responsabilità della morte di Matteotti e, grazie all’appoggio del re, degli industriali e del Parlamento, rimane in carica.

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1925 – 1926: LE LEGGI FASCISTISSIME

In base a queste leggi:

• tutti i partiti e i sindacati sono vietati:

resta solo il Partito fascista;

• sono abolite la libertà di parola, di associazione e di stampa;

• sono creati una polizia segreta e un tribunale speciale per arrestare e

condannare gli oppositori politici OVRA;

• viene introdotta la pena di morte;

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LE LEGGI FASCISTISSIME

i dipendenti pubblici devono essere iscritti al Partito fascista per poter lavorare;

• gli Italiani possono votare solo persone del Partito fascista;

• il capo del governo (Mussolini) può fare le leggi senza il consenso del Parlamento.

CON LE LEGGI FASCISTISSIME L’ITALIA DIVENTA UNA DITTATURA

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CHE COS’E’ UNO STATO TOTALITARIO?

Uno stato che vuole esercitare il proprio totale controllo sulla società e sugli individui che la compongono, soffocandone ogni autonomia, abolendo ogni libertà attraverso sia l'uso della

violenza sia l'uso degli strumenti atti a produrre consenso

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