Unione Provincie d'Italia Rubrica
8 Corriere della Sera 29/09/2020 RECOVERY FUND, ZINGARETTI PREME: CONCRETEZZA, BASTA
MISURE SPOT (M.Meli)
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7 La Repubblica - Ed. Bologna 29/09/2020 IL CENTROSINISTRA "SOLDI PUBBLICI URGE UNA VERIFICA" (E.Capelli)
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Enti locali e federalismo: primo piano Rubrica
1 Il Sole 24 Ore 29/09/2020 RAPPORTI SVILUPPO SOSTENIBILE - L'ITALIA CERCA UNA VIA
D'USCITA DAL LABIRINTO DEI 587 PROGET (M.Perrone)
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33 Italia Oggi 29/09/2020 NUOVO TUEL PER I FONDI UE (F.Cerisano) 7
5 Domani 29/09/2020 RAGGI VUOLE BALLARE DA SOLA NELLA BATTAGLIA CAPITALE
ROMA RESTA L'OSTAGGIO (D.Preziosi)
8
Pubblica amministrazione Rubrica
30 Corriere della Sera 29/09/2020 UFFICI PUBBLICI, LA SQUADRA PER MISURARE I COMPORTAMENTI 10
Politica nazionale: primo piano Rubrica
3 Corriere della Sera 29/09/2020 Int. a L.Castelli: "PER LE GRANDI RIFORME UN TAGLIANDO CI SUOLE DIA NON SI TORNA INDIETRO ORA ACCELERARE SUL FI (E.Buzzi)
11
1 La Repubblica 29/09/2020 Int. a V.Amendola: AMENDOLA: IL BLOCCO VISEGRAD PUO'
RITARDARE IL RECOVERY (T.Mastrobuoni)
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1 La Stampa 29/09/2020 CONTE LANCIA DUE MESSAGGI ALL'EUROPA (M.Sorgi) 15
1 Il Messaggero 29/09/2020 IL MALE ANTICO DELL'ATTENDISMO NELL'ITALIA CHE DEVE
RIPARTIRE (A.Campi)
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7 Il Messaggero 29/09/2020 Int. a G.De Rita: "AVANTI SOLO METTENDO TOPPE MANCA UNA VISIONE DELPITALIA" (M.Ajello)
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Economia nazionale: primo piano Rubrica
1 Il Sole 24 Ore 29/09/2020 IL MOMENTO DELLE RIFORME (C.Parzani) 20
5 Il Sole 24 Ore 29/09/2020 NADEF, DEBITO VERSO IL 150% IN TRE ANNI (M.Rogari/G.Trovati) 22
6 Il Sole 24 Ore 29/09/2020 COINVOLGERE REGIONI E ASSOCIAZIONI PER FARE LE RIFORME
(D.Marini)
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Sommario Rassegna Stampa
Pagina Testata Data Titolo Pag.
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29-09-2020
CORRIERE DELLA SERA 8
Primo piano
II retroscena
di Maria Teresa Meli
I partiti
Recovery fund, Zingaretti preme:
concretezza, basta misure spot
' Il summit COIl i ministri pd. Il segretario: lxIle i 5 Stelle sul fisco, tavolo di lavoro insieme
ROMA Nicola Zingaretti punta i riflettori del suo partito sul Next generation Ue o Recove- ry fund che dir si voglia. Sono giorni che il segretario del Partito democratico, preoccu- pato per l'attendismo di Giu- seppe Conte e per le fibrilla- zioni nei Cinque Stelle, conti- nua a ripetere ai suoi: «Non possiamo perdere questa oc- casione storici •OrtV I uose:::
maggiore concretezza, niente misure spot. Ci sono ancora troppe lentezze e distanze tra gli alleati che dovrebbero ave- re invece una visione comune.
Dobbiamo costruiremmKvp modello italiano, quindi don possiamo disperdere quegli stanziamenti in mille rivali con interventi a pioggia».
Nasce da queste preoccu- pazioni la decisione di convo- care ieri mattina, in videocon- fe.renza, una riunione in gran- de stile: collegati con Zinga- retti, il suo vice Andrea Orlando, i capigruppo Grazia- no Deirio e Andrea Marcucci, lutti i ministri del Pd e i vertici
I punti chiave L'obiettivo del leader è definire due-tre punti chiave per dare
la linea al governo
degli enti locali, il presidente dell'Emilia--Romagna Stefano Bonaccini per le Regioni, il sindaco di Bari Antonio Deca- ro per l'Anci e Michele De Pa- scale per l'Unione delle Pro- vince italiane.
Già il solo fatto di organiz- z,:ire un incontro del genere a meno di venti giorni dall'av- vio dei negoziati informali della Commissione europea.
Recovery fund è un segna le ben preciso a Conte: in que- sta partita il Pd vuole esserci e giocare un ruolo da protago- nista. Il premier non potrà pensare di fare da solo, se non altro perché due ministri chiave di questa trattativa con la te sono dem: il titolare del- l'Economia Roberto Gualtieri e quello degli Affari e,'ropei Vincenzo Amendola.
Insomma, il Partito demo- cratico continua il pressing su Conte. E chiede di avere voce in capitolo. Inevitabile, so- prattutto dal momento che i grillinï stanno «esplodendo»
anche se in serata arriva un segnale dal Movimento e Zin-
garetti apprezza: «Bene l'orientamento dei 5 Stelle sulla riforma fiscale. Pronti a un tavolo per cominciare a la- vorare insieme»,
In ogni caso, il rischio para- lisi preoccupa non poco il Na- zareno. Quindi meglio agire subito, facendo capire che i dem non aspetteranno ma.
presenteranno delle loro pro- poste: «Due, tre punti caratte- rizzanti», spiega Zingaretti. E lo faranno in un apposito in- contro che verrà convocato prossimamente.
Resta da capire come finirà l'altra partita, quella del Mes.
Amendola in apertura della riunione ha spiegato che sul Recovery fund, «ci sono anco- ra delle trattative da fare con l'Europa». Per il ministro, che conosce bene la materia, la strada non è in discesa: «Ci sono le condizioni poste dai Paesi di Visegrad, quelle dei Paesi frugali...». Ma Gualtieri, cui spettava l'altra relazione sullo stato delle cose, è stato assai prudente sul Mes.
Segretario Nicola Zingaretti, 54 anni, guida il Pd dal marzo 2019
«Avremo i soldi del Recovery fund e non possiamo attivare troppi "mutui" subito, meglio attivare il Mes successiva- mente».
Dunque, più linea Conte che linea Pd. Zingaretti infatti sul Mes si è speso molto e l'al- tro giorno ha avuto la soddi- sfazione di vedere il governa- tore di Bankitalia Ignazio Vi- sco esporsi sull'argomento, avendo dalla sua sponde isti- tuzionali.
Intanto slitta la nota di ag- giornamento al Def. I lavori sono in corso perché non si è ancora deciso se la nota, che dovrebbe fissare il perimetro della prossima finanziaria, la- scerà intendere che l'opzione Mes può essere prevista. E in questo quadro, a metà otto- bre, non solo l'Europa ci at- tende alla prova della presen- tazione della finanziaria, ma anche delle linee guida del.
piano italiano per il Recovery fund. Ecco perché Zingaretti ha deciso di scendere in cam- po.
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OGGI
PUOI PROGETTARE L'ENERGIA DEL FUTURO.
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la Repubblica
Bologna
Bonaccini e Gualmini
Il centrosinistra
"Soldi pubblici urge una verifica"
di Eleonora Capelli
Il governatore Stefano Bonaccini chiede di fare il "ta- gliando" al Reddito di cittadinanza, ribadendo la cen- tralità del «lavoro come fonte di dignità». E incalza il go- verno, die ha già visto il premier Giuseppe Conte affer- mare che la misura va cambiata. Del resto in Emilia c'è l'esperienza del Reddito di solidarietà come pietra di paragone: «Mi piacerebbe una verifica per vedere co- me sta andando — ha detto il presidente della Regione dagli schermi di Rete 4 — : è bene verificare, visto che so- no soldi pubblici». Una settimana fa era scoppiata la po- leInica con l'ex ministro Fabrizio Barca su questo tela, ma Bonaccini tiene il punto. «Avendo introdotto mia cosa simile io con la mia Regione, sono d'accordo con uno stumento che dia un reddito o un sussidio a chi è nella disperazione — ha detto Bonaccini — . Ma cre- do, e non vedo come chi è di sinistra possa non esse- re d'accordo, che è il lavo- ro che dà dignità. Una per- sona che è nella dispera- zione la politica ha il dove- re di aiutarla, ma l'altro do- vere parallelo è quello di trovargli il lavoro il prima possibile».
Bonaccini più volte in
~` ~,~► ,{~l.R passato ha richiamato la
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necessità di «far alzare dal r Elisabetta Gualmini divano la famiglia che per- cepisce il reddito di solida- rietà per andare a lavorare», ed era stata questa posizio- ne a suscitare la dura reazione di Barca («Vergogna per la caparbia convinzione che se sei povero è colpa tela, se non lavori è colpa tua»). Ma l'europarlamentare Elisa- betta Gualmini, già assessore al Welfare della Regione che aveva varato il Res, spiega quale sia la fondamenta- le differenza tra i due strumenti: «Nel Res, e anche nel Reddito di inclusione del Governo Gentiloni, la gestio- ne era in capo ai servizi sociali dei Comuni — dice — che conoscevano il percorso di ogni caso di fragilità. In que- sto caso invece la misura è stata vista nell'ambito delle politiche attive del lavoro, appoggiandosi al sistema dei centri per l'impiego che in Italia funziona pochissi- mo. E stato un grosso errore fare tabula rasa di quegli strumenti appena introdotti per fare spazio al Reddito di cittadinanza, ricominciando ancora da capo».Anche il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, condivide questa analisi: «La lotta alla povertà la fanno i Comuni, non l'Inps — spiega il primo cittadino, che è anche presidente dell'Unione province italiane — e bi- sognerebbe ammettere che non ha prodotto i risultati sperati. Farebbe un errore imperdonabile però chi non considerasse che il Reddito di cittadinanza è stato un grande investimento contro la povertà, così come sba- glierebbe chi non ne vedesse i limiti oggi».
Reddito di eivadinanza in Emilia in scadenza oltre metà degli ai segni
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Occhi sugli Usa.
A New York campeg- gia l'orologio del clima malo Stimulus Package non include la transizione green
Italia
I Paesi
I:Italia cerca una via d'uscita dal labiiinto dei 587 progetti
Dalla Germania, alla Francia, alla Spagna: gli investimenti previsti e gli obiettivi
—Servizi da pagina 3 apagina 7
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Alla cabina di regia continuano ad arrivare ipotesi di interventi non coordinati Il rischio è che il percorso si incagli e diventi una assalto alla diligenza per avere fondi
Il labirinto di 587 progetti (non solo) «green»
Manuela Perrone
a transizione ecologica do- vrà essere la base del nuo- vo modello di sviluppo su scala globale. Per avviarla sarà neces- sario intervenire sia sul lato della do- manda sia sul lato dell'offerta». Nelle linee guida per il piano italiano di ri- presa e resilienza trasmesse dal Go- verno al Parlamento - l'unico docu- mento ufficiale sinora sfornato - quella relativa allo sviluppo sosteni- bile è una delle tre direttrici strategi- che indicate, accanto a modernizza- zione del Paese e inclusione sociale e territoriale. La «rivoluzione verde e transizione ecologica» è conseguen- tementela seconda delle sei missioni in cui il piano si articolerà (dopo digi- talizzazione e prima di infrastrutture per la mobilità, istruzione e forma- zione, equità e salute).
Bisognerà però aspettare almeno l'inizio dei 2021, se non addirittura la scadenza di aprile, per capire quali progetti concreti sostanzieranno il Recovery Plan italiano, occasione unica per rialzare la testa dopo il fla- gello Covid-19. Per ora dai diversi mi- nisteri ne sono planati ben 587 sul ta- volo del Ciae, il Comitato intermini-
steriale per gli affari europei scelto co- me cabina di regia politica. In questi mesi andranno vagliati, accorpati, sfoltiti. Ma l'ottica `verde" «dovrà at- traversare tutto il piano trasversal- mente», come ribadisce al Sole 24 Ore il ministro dell'Ambiente, Sergio Co- sta. Anche perché la Commissione Ue ha stabilito che il 37% dei fondi (quasi 209 miliardi complessivamente di- sponibili per l'Italia, di cui 81,4in sus- sidi e 127,4 in prestiti) dovrà essere speso per ilgreen. E «un investimento è green - ricorda Costa - se miglioraun indicatore verde, come l'impronta idrica, l'impronta di carbonio, le emis- sioni inquinanti, il grado dicircolarità dei prodotti, la quota di energia rinno- vabile, senza peggiorare gli altri».
Qual è il contesto di partenza?
L'Italia, che pure ha registrato pro- gressi nella riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti, dovrà accelera- re. L'obiettivo è quello fissato dal Gre- en Deal europeo: raggiungere la neu- tralità climatica entro il 2050. Un tra- guardo che aiuterà anche la riduzione dell'inquinamento locale: 113,3% degli italiani vive in aree dove vengono su- peratiilimiti delle sostanze inquinan- ti nell'aria stabiliti dalle direttive eu- ropee. Compito del Governo sarà allo- ra quello di realizzare «un ampio pro- gramma di investimenti» per decar- bonizzare il settore energetico, ridefi- nire «drasticamente» il settore dei
trasporti, migliorare la qualità del- l'aria e potenziare le fonti rinnovabili.
Si ritiene inoltre prioritario aumenta- re l'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati e degli insediamenti produttivi, nonché incentivare «una gestione efficace delle aree verdi». Al- tri interventi dovranno riguardare la promozione dell'economia circolare e una gamma di misure per accrescere la re silienza ai cambiamenti climatici, come la gestione integrata del ciclo delle acque e dei rifiuti Senza dimenti- care, naturalmente, la riqualificazio- ne del territorio e gli investimenti per la riconversione delle imprese verso modelli di produzione sostenibile, ap- profittando dei progressi tecnologici.
Si apre adesso la partita più com- plicata: tradurre questi princìpi in progetti che superino l'esame di Bru- xelles. Tra i criteri stringenti di am- missibilità c'è proprio la quantifica- zione dei costi e degli impatti econo- mici, ambientali e sociali di ogni pro- posta. Quelle che comportano basso consumo di suolo e favoriscono l'uso efficiente e sostenibile di risorse natu- rali avranno più chance. Il ministero dell'Ambiente ne ha presentati una ventina, ma Costa sottolinea come i pilastri siano tre: «Economia circola- re, impianti idrici e depurazione delle acque, lotta al dissesto idrogeologico, che da sola metterebbe in piedi can- tieri sostenibili in tutta Italia, creando
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posti di lavoro e ponendo insicurezza il territorio».
Molti progettigreen sono proposti anche dal ministero dello Sviluppo economico, come la proroga e il raf- forzamento del piano Transizione 4.0, la proroga del superbonus llo%
per favorire le riqualificazioni energe- tiche e antisismiche, un piano nazio- nale di rilancio dell'industria siderur- gica sostenibile affiancato da una strategia dell'idrogeno (logico pensa- re al futuro dell'ex Ilva di Taranto) e un
LE SEI MISSIONI
Digitalizzazione, innovazione e competitività
Tra le misure per aumentare la digitalizzazione vengono citati progetti per datacenter e cloud della Pa, identità digitale unica per cittadini e imprese,
completamento della rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica, interventi per lo sviluppo delle reti 5G. Per rafforzare innovazione e competitività si punta su
Transizione X.o, investimenti in R&S, tecnologie emergenti e trasferimento tecnologico.
Rivoluzione verde e transizione ecologica
Investimenti per conseguire gli obiettivi dello European Green Deal; infrastrutture per la graduale decarbonizzazione dei trasporti e mobilità di nuova generazione;
spinta all'economia circolare.
Infrastrutture perla mobilità Completamento dei corridoi TEN- T, alta velocità di rete per
passeggeri e merci; sviluppo della rete stradale e autostradale, ponti e viadotti, smart districts e intermodalità logistica integrata, mobilità pubblica e privata a impatto ambientale sostenibile.
Istruzione, formazione, ricerca, cultura
Interventi a tutto campo perla digitalizzazione della didattica, formazione continua,
politiche per l'aumento di giovani laureati, potenziamento delle scuole d'infanzia.
pacchetto di interventi sulla rete elet- trica nazionale. Non mancano inizia- tive specifiche sull'economia circola- re. E fondi per le imprese che ottengo- no le certificazioni ambientali.
Per il momento si tratta di idee in incubazione, ma restituiscono il sen- so della direzione che l'Esecutivo in- tende intraprendere. Sempre che il percorso non si incagli e non si tra- sformi nell'assalto alla diligenza te- muto da molti. Il premier Giuseppe Conte non perde occasione di ricorda- re che adesso «si deve correre» e che
Equità sociale, di genere e territoriale
Attuazione del piano per la famiglia da raccordare alla riforma Irpef, empowerment femminile, politiche attive per il lavoro, Piano Sud 2030.
Salute
Sostegno alla ricerca medica, digitalizzazione dell'assistenza, integrazione tra politiche sanitarie, sociali e ambientali.
il suo Governo dovrà essere giudicato proprio sulla capacità di presentare e attuare i progetti. In caso di fallimen- to, allora si che «dovremo andare a ca- sa con ignominia». I dubbi riguardano gli atavici mali italiani, come la diffi- coltà di spesa. Ma Costa vede rosa:
«Con il Dl Semplificazioni abbiamo cercato di ovviare ad alcuni blocchi burocratici e passaggi farraginosi. E il ministero è a disposizione degli enti locali che potrebbero avere difficoltà nella progettazione».
< RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro Sergio Co- sta:
«L'ottica verde dovrà attraversare tutto il pia- no trasver- salmente in linea con le indicazioni europee»
Sviluppo sostenibile Rapporti
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Progetti ambiziosi.
La decarbonizza- zione dell'Ava di Taranto (nella foto), è uno dei progetti allo studio.
L'obiettivo è la trasformazio- ne a gas dell'ali- mentazione degli altoforni
IMAGOECONOMICA
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Gli enti in audizione. tipi: 16 rrnld per le opere. Anci: puntare sulle peri . ferie
Nuovo Tue! per i fondi Ue
Recovery fund senza intermediazioni regionali
DI FRANCESCO CERISANO nanziamenti diretti,
senza
l'intermediazio- ne delle regioni, e re- visione del Testo unico degli enti locali, per realizzare un quadro di governance cer- to per comuni, province e città metropolitane. Sono le richie- ste che le province pongono al governo, come pre-condizione per attuare il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che dovrà distribuire le risorse del Recovery fund.In prospettiva della nota di aggiornamento al Def che il governo proporrà al parla- mento entro la prima metà di ottobre, gli enti locali si candi- dano al ruolo di protagonisti nel finanziamento dei proget- ti, visto che i settori di rifor- ma e di sviluppo individuati dalla Commissione europea investimenti per la sostenibi- lità, trasformazione digitale e contrasto alla povertà) riguar- dano strettamente gli ambiti di azione propri dei comuni e degli enti di area vasta.
E' quanto emerso dalle audizioni di Anci e Upi sulle linee guida per il Recovery
fund svoltesi ieri dinanzi alle commissioni riunite bilancio e politiche Ue del Senato.
I comuni, che da soli rap- presentano un quarto della spesa per investimenti del- la p.a. (dati 2019) insistono sulla necessità di ridurre al minimo i passaggi formali e burocratici per l'individuazio- ne ed erogazione dei finanzia- menti. E, come detto, chiedo- no «finanziamenti diretti e non intermediati» a sostegno degli interventi relativi ai tre settori individuati dalla Com- missione europea e finanziati con il Recovery Fund.
Le province, dall'alto dell'immenso patrimonio pubblico loro affidato (7.455 scuole secondarie superiori, 122 mila km di strade e 40 mila ponti, viadotti e galle- rie) sono anch'esse poste in una posizione prioritaria per la gestione dei fondi europei e propongono al governo un piano di investimenti di 16,5 miliardi che dovrà partire dalle scuole per le quali si pianificano investimenti da 9 miliardi per realizzare 4 linee di intervento.
A cominciare dalla costru-
zione di una nuova scuola superiore in ogni provincia e città metropolitana italiana:
100 nuovi edifici con caratte- ristiche di sicurezza struttu- rale, performance energeti- ca, innovazione tecnologica, rispetto dell'ambiente e de- sign, per i quali l'Upi preve- de di spendere in totale di 1,5 miliardi.
Per l'efficientamento ener- getico degli edifici scolastici, l'Upi stima un fabbisogno di 5 miliardi. Per l'ammoder- namento della rete viaria, le province chiedono che le risorse per la manutenzione salgano dagli attuali 3 mila euro a km a 33 mila euro a km, il che porterebbe i fi- nanziamenti necessari per il triennio 2021-2023 a quota 4 miliardi.
Per i 40 mila ponti, viadotti e gallerie dovranno essere spesi 3 mld tra interventi di manu- tenzione (necessari in 5.931 strutture di cui 1918 urgen- ti) e risorse per monitoraggi e indagini tecnico-scientifiche.
Le province, inoltre, si can- didano ad assumere il ruolo di istituzione della sempli- ficazione, della progetta-
zione e degli investimenti locali sul territorio, anche a supporto dei piccoli comu- ni e della promozione dello sviluppo equo e sostenibile.
L'Anci, dal canto suo, rilan- cia con un piano suddiviso in 10 azioni che ruota attorno all'edilizia verde, alla mobi- lità sostenibile, al rilancio delle periferie. Senza dimen- ticare il potenziamento delle reti digitali per far uscire dall'isolamento interi paesi e comunità. Completa l'elenco dell'Anci: un piano straordi- nario per l'edilizia abitativa in attuazione di una politica di contrasto alle povertà e di sostegno alle famiglie; un pia- no per la valorizzazione dei beni culturali e ambientali
«investendo su nuovi servizi e modelli di gestione credibili che permettano il loro mante- nimento nel tempo e che siano occasione di crescita turistica delle città» e un piano per il rafforzamento e il rinnova- mento delle competenze nel- la p.a. con la previsione della istituzione di una City School nazionale per la formazione dei dirigenti pubblici.
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RIFORME
Raggi vuole ballare da sola Nella battaglia Capitale
Roma resta l'ostaggio
Poteri speciali per la città, la sindaca a caccia di slogan per la corsa al Campidoglio Ma non parla con i deputati che propongo la legge. E nel frattempo resta tutto fermo
DANIELA PREZIOSI
ROMA
Un referendum suRo- ma Capitale. Per spin- gere il parlamento a una riforma che dia al- la città `«più poteri legi- slativi e di program- mazione, unico modo per dare ai municipi piena dignità comunale, superare il concetto di decentramento per quello di fede- ralismo metropolitano». La propo- sta di un quesito consultivo comu- nale è di Roberto Morassut, sottose- gretario all'ambiente, dem di peso di Roma, già assessore nella giunta veltroni, eterno innamorato della città e anche eterno papabile candi- dato sindaco (lui stavolta nega gnalciasi intenzione). L'idea è arri- vata domenica dalle pagine del Messaggero. Ma dal Campidoglio tutto tace. Ora il sottosegretario la rilancia: «In questi giorni stiamo assistendo a una fuga dal Campido- glio. Nessuno vuole fare il sindaco.
E si capisce: mancano gli strumen- ti legislativi per il rilancio della cit- tà. Serve una riforma costituziona- le per Roma, Milano e Napoli, le no- stre tre grandi capitali internazio- nali, sul modello tedesco che ha da- to a Berlino, Amburgo e Francofor- te il rango di lande. Il referen- dum convince Monica Cirinnà, al- tra 'papabile' dem, ma non Riccar- do Magi, deputato di+Europa ed ex consigliere comunale radicale.
«Non possono decidere solo iroma- ni su una questione che riguarda tutto il paese. Ma il problema c'è:
non sì può aver paura del senti- mento anti-Roma di una parte del- la classe dirigente del paese. Ma senza strumenti di finanziamento e autonomia legislativa, la campa- gna elettorale èuno scontro solo re- citato. Chiunque vinca di fatto non può governare». Ma la sventurata sindaca continua a non risponde- re.
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La sindaca non risponde Un silenzio strano, all'apparenza Anche perché lo scorso 3 settem-
bre la sindaca grillina Virginia Rag- gi, ad ora unica candidata ufficiale alla corsa per il Campidoglio,inter- vistata su La7 ha usato parole pe- santi proprio sul tema: «Ho chiesto a tuttii governi con cui mi sono in- terfacciata - Renzi, Gentiloni, Con- te - ì poteri speciali per Roma Capi- tale, ci sono ancora tre annidi legi- slatura, si può fare». Eppure delle sue richieste pressanti non si con- serva memoria. Anzi: da due anni è nato un Osservatorio parlamenta- re su Roma Capitale, riunisce una quarantina di personalità esperte, interessate o elette dai collegi della Capitale fra gli altri Morassut eMa- gi i dem Patrizia Prestipino e Wal- ter Tocci, i Fratelli ditalia Fabio Rampelli e Federico Mollicone; Ste- fano Fassina, Loredana De Petris e Rossella Muroni di Leu, la forzista ex presidente del Lazio Renata Pol- verini. E il leghista Claudio Duri- gon, papabile candidato alla regio- ne quindi interessato a partecipa- re alla discussione nonostante lo scetticismo — è un eufemismo — dei suoi colleghi L'osservatorio ha organizzato un incontro a Roma il 2 dicembre 2019. Molti gli invitati, dalle parti sociali fino ai tre rettori delle tre università romane.E natu- ralmente la sindaca Che però non è andata. Tanto che il presidente della Regione Nicola Zingaretti ha preferito inviare un assessore per evitare uno sgradevole squilibrio nella rappresentanza istituziona- le. Nei mesi precedenti l'Osservato- rio aveva chiesto un incontro alla sindaca attraverso il canale forma- le ma anche contatti ufficiosi. Ma anche stavolta nessuna risposta.
Poi siè rivolto alpresidente delcon- siglio Giuseppe Conte. Che in un primo momento ha fatto sapere di essere disponibile. Poi nulla. C'è chi racconta di un veto della sinda- ca, spalleggiata dal ministro Luigi Di Maio. Perché »una legge per Ro- ma Capitale» deve essere uno degli asset della campagna elettorale di Raggi. Da non condividere con nes-
sun altro. Con il rischio che alla fi- ne si arrivi a un nulla dì fatto.
Roma non si celebra
Arriviamo a questi giorni. 1120 set- tembre è stato il 150esimo anniver- sario della Breccia di Porta Pia, la presa di Roma da parte dell'eserci- to italiano. Ma è scivolato via in to- no minore. il Covidha fornito un'i- neccepibile scusa al governo per evitare celebrazioni solenni. Eppu- re è una data importante non solo per chi festeggia il lutto di Pio
IX
e la sacrosanta laicità dello stato ma perché segna un passo cruciale dell'unità del paese. La città è an- nessa al Regno, l'anno successivo diventerà capitale. Fino alla firma dei Patti lateranensi (1930) da par- te di Mussolini, il 20 settembre re- sta festa nazionale. Dallo scorso lu- gliol'Osservatorio ha depositato al- la camera una mozione che chiede che l'anno della proclamazione di Roma Capitale «sia adeguatamen- te commemorato e celebrato attra- verso iniziative ufficiali», dibattiti, mostre, convegni nelle scuole, «vol- ti a valorizzare il suo ruolo di Capi- tale e a promuovere lo sviluppo fu- turo della città»; a realizzare «un programma straordinario perla ri- duzione dell'inquinamento fossi- le» e «iniziative per finanziare un programma di opere pubbliche e di riqualificazione del tessuto ur- bano». Il primo anniversario è pas- sato e la mozione è rimasta nel cas- setto. C'è da sperare che il buongior- no non si veda dal mattino.Eppur Conte non sì muove
«Da mesi cerchiamo di calendariz- zare questa discussione ma nessu- no risponde», lamenta Fassina, che è anche consigliere comunale di Roma, «né dal governo né dal Cam- pidoglio. Raggi non ha consapevo- lezza della funzione potenziale del- la Capitale. Invece converrebbe an- che a lei, oltreché alla città, parteci- pare aun fronte largo per dare alla Capitale gli strumenti legislativi e
le risorse finanziarie che tuttele ca- pitali d'Europa hanno. I Cinque stelle non hanno deciso che fare e nel frattempo non fanno nulla», conclude, «serve una legge costitu- zionale, ma intanto subito si può procedere ad applicare lo statuto della Città Metropolitana e agire a livello legislativo». Forza italia ri- vendica di aver già fatto la legge nel 2009 ma per Morassut quel te- sto è tutta apparenza: «in quella legge il titolo "Roma Capitale" con- senti all'allora sindaco Gianni Ale- manno di fregiarsi con un pennac- chio. In realtà da quel momento i fondiper Roma finiscono e le leggi previste per l'urbanistica e i tra- sporti c'erano già». Taglia corto Fa- bio Rampelli, vicepresidente della Camera e eminenza romana del partito di Giorgia Meloni. E' scetti- co sul referendum: «Stimo Moras- sut, ma in questo modo si provin- cializzerebbe un dibattito che ha dignità nazionale e non può ri- schiare di essere derubricato a ca- nea campanilistica Con gli epiteti Roma ladrona, parassita e fannul- lona, fino all'epilogo vergognoso del titolo di Mafia capitale dato a un l'inchiesta per corruzione e ma- laffare, Roma è stata lasciata in sta- to d'abbandono, priva di strumen- ti operativi, discarica di problemi sociali ed economici irrisolti altro- ve, orfana di una visione di un or- dinato supporto della Regione».
Rampelli ha già detto no, ma è con- siderato il candidato "naturale"
della destra a Roma. Comunque at- tacca i giallorossi: «I Cinque stelle esprimono íl capo del governo, i due terzi dell'esecutivo e il sindaco di Roma nonché presidente dell'a- rea metropolitana Il Pd ha i mini- stri dell'Economia e delle Infra- strutture oltre al governatore del Lazio. Se davvero vogliono, posso- no fare decreti, leggi, delibere e met- tere le risorse necess arie per risolle- vare Roma dall'abisso». Ma è un abisso difficile da evitare senza i
«superpoteri».
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Domani 5
La sindaca ha scopertoi poteri speciali per Roma al quarto anno di mandato: «Li ho chiesti a Renzi, Gentiloni, Conte»
FOTO LAPRESSE
Raggi cooi,• i,:afare aa sofa Vena ba,WgOa Capi,:dc i[oma roc,a l'ostaggio
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CORRIERE DELLA SERA 30
Dadone, ministra della Pa
Uffici pubblici,
la squadra per misurare i comportamenti
asce all'interno del ministero della Pubblica amministrazione <.<il team analisi dei comportamenti», che avrà «il compito di interfacciarsi con le amministrazioni per individuare quei fattori chef.applicando per la prima volta le scienze comportamentali alla Pubblica
nuninistrazione, possono miglioni re motivazione e II senso di appari e uenza dci dipendenti pubblici». <d,a valutazione non deve più essere solo un esercizio formale sulla carta, ma deve rispondere alla percezione che le persone hanno della pubblica amministrazione», ha detto la ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, nel videomessaggio, riporta la nota, di apertura dell'incontro organizzato dal dipartimento per discutere delle possibili linee di evoluzione dei sistemi di valutazione delle pubbliche amministrazioni.
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CORRIERE DELLA SERA 3
L'intervista
di Emanuele Buzzi
Laura Castelli, ha preso parte al vertice di governo M5S: cosa volete fare?
«Accelerare sulla riforma del Fisco, proseguendo nel- l'azione che abbiamo già in- trapreso per la riduzione delle tasse. Dobbiamo semplificare il rapporto tra cittadini, im- prese e Stato, riducendo an- che molti degli adempimenti che, grazie alla digitalizzazio- ne, stanno diventando super- flui».
Sul reddito di cittadinanza Conte ha in mente una revi- sione.
«'Tutte le grandi riforme hanno bisogno di un taglian- do. Dal reddito non si torna indietro, ma è una riforma che
va completata».
Avete detto che è impre- scindibile un confronto go- verno-Parlamento. Chiede- rete un voto in Aula sulle mo- difiche?
«Ci sono emendamenti di.
modifica presentati anche dal M55, il confronto sarà serio e a rutti i livelli. Faremo tesoro di quanto emerge, a cominciare dalle proposte che arriveran- no da sindaci e imprenditori».
Su Quota ioo sembra ci sia un colpo di spugna.
«Nessun colpo di spugna.
Abbiamo sempre parlato di una misura sperimentale, che favorisse anche un ricambio generazionale. C'è un termine di questa sperimentazione, e quello resta saldo».
Il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha detto che il premier non può prescinde- re dal M5S, eppure si parla di rimpasto.
«Le nostre idee sono cen- trali nell'azione di governo, e sarà così fino alla fine della le- gislatura. I cittadini ci hanno dato il loro consenso sulla ba- se di terni e proposte che oggi dobbiamo realizzare, come il taglio dei parlamentari».
R Pd insiste sul Mes. Con- tinuate o rimanere fermi sul
«Per le grandi riforme w1 tagliando ci vuole
Ma non si torna indietro Ora accelerare sul fisco»
Castelli: avanti sulla strada della riduzione delle tasse
no ad ogni costo?
«Parleremo di Mes quando sarà il momento, la nostra po- sizione è nota. Adesso il go- verno è concentrato sul Reco- very Plan, un'occasione unica di sviluppo e rilancio per il no- stro Paese»,
Sul Recovery fund il Pd mette dei paletti. Avrete po- ca voce in capitolo?
«Nessuna contrapposizio- ne, stiamo disegnando assie- me i prossimi io anni e i punti di unione sono di gran lunga superiori a quelli di divergen-
za. Dentro questo "piano in- dustriale" ci saranno moltissi- mi dei temi per cui è nato il Movimento, e per quali i cit- tadini ci hanno mandato al governo, come la riconversio- ne green e la fiscalità di van- taggio per favorirla».
Domenica e lunedì si vota- no i ballottaggi e le Comuna- li in Sicilia. Come andranno?
«Sono ottimista. Lo scorso anno, quando Luigi Di Maio era Capo politico aprì alle alle- anze con le civiche, un percor- so che adesso si è ulterior- mente aperto ai partiti. Alcu-
Salva Stati
Il Mes? Ne parleremo quando sara il momento, la nostra posizione è nota Adesso il lavoro è sul Recovery plan
Orti Laura Castelli, 34 anni
La leadership Al Movimento serve un organizzazione allargata, radicata nei territori. Di Maio?
La sua leadership va al di là della carica
ne realtà territoriali ci hanno seguito su questa strada, ed oggi in 6 Comuni siamo al bal- lottaggio in coalizione. E una strada da continuare a percor- rere, anche con un tavolo na- zionale».
Internamente è il caos: ci sarà una scissione?
«Nessuna scissione».
Avete deciso qualcosa in più per gli Stati generali?
Vorrebbe Di Maio leader?
«La leadership di Luigi va al di là della carica, e se abbiamo vinto questo referendum è an- che grazie al grande lavoro che ha fatto lui, spendendosi in prima persona. Al Movi- mento oggi serve un'organiz- zazione allargata, e radicata a livello territoriale».
Di Battista ha detto che nessuno è De Gaulle e oggi il blog ha ricordato l'impor- tanza dei risultati.
«Penso che ogni tanto avremmo bisogno di fermarci un attimo per vedere quanta strada abbiamo fatto e quanti risultati abbiamo raggiunto.
-La legge anticorruzione, il su- perbonus al 110%, il decreto clima, il decreto dignità. Do- vremmo metterle tutte in fila, per dire a noi stessi, e alle per- sone sul territorio, che possia- mo certo migliorare, ma che stiamo mantenendo la parola che abbiamo dato ai cittadi- ni».
Condivide la linea dura sulle espulsioni? O teme che porti a uscite dal gruppo?
«io le regole le rispetto».
®RÍPRODW'aONt RI$RV, T o.
4
f consiglieri regionali eletti dal Movimento nel corso dell'anno: gli uscenti erano 20
12
I mesi da cui in carica l'esecutivo giallorosso. Il Conte II ha giurato a settembre'19
293
I padementad che fanno parte dei gruppi Cinque Stelle alla Camera (195) e al Senato (98)
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29-09-2020
la Repubblica 1+8
Europa
Amendola:
il blocco Visegrad può ritardare
il Recovery
"l fondi minacciati dai veti incrociati. Berlino trovi una mediazione"
di Tonia Mastrobuoni a pagina 8 con un articolo di Petrini
la Repubblica
Virus, lesi rapirli a scuola
Manovra, 15 miliardi dall'Em•opa.
E i progetti etti +crudono da GOO a 160
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la Repubblica 1+8
BERLINO - Enzo Amendola avverte che ai dossier spinosi dell'inithinen- te Consiglio tie se n'è aggiunto un al- tra. Alla vigilia di una visita ufficiale a Berlino il ministro per le Politiche europee lancia l'allarme sul rischio che il Recovery Rami venga blocca- to dai veti incrociali tra í Paesi "fru- gali" e quelli di Visegrad sul tenia cruciale dello Stato di diritto.
Lei oggi incontra il suo omologo Michael Roth e altri esponenti del governo tedesco. Che tempi prevede per il Recovery?
«Per noi gli accordi di luglio vanno implementati subito. Si è aperto però tuo scontro ha Paesi come la Polonia e l'Ungheria che non vogliono intericrenze o condizionali t à sullo Stato di diritto, e i cosiddetti "Ihrgali"
che spingono perché lo stato di diritto sia irrinunciabile per accedere ai fondi. L'Italia ha detto la sua:
l'au heolo 7 e le procedure sullo Stato di diritto sono fondamentali. La Germania ha un ruolo determinante in questo, sta lavorando ad una mediazione. Al contempo bisogna negoziare con il Parlamento Ue.
Purtroppo rischiamo di finire in una strettoia che allunga i tempi del Recovery. La Presidenza tedesca deveportarea casa questa mediazione».
Si rischia il blocco del Recovery?
«Se la discussione continua così, con questi toni e con minacce di veto -dal mio punto di vista al di fuori della logica comunitaria - si potrebbe bloccare tutto. lavoriamo con la (+'n nana per una via d'u sci I a».
Anche la proposta della Commissione Ue sull'immigrazione
Intervista al ministro per gli Affari europei
Amendola "Recovery Fund a rischio per i veti incrociati tra gli Stati La Germania trovi una mediazione"
dalla nostra corrispondente Tonta Mastrobuoni
lascia perplessi. L'Italia ha perso?
«È uno dei messaggi che vogliamo passare alla presidenza tedesca. tJn accorcio serio sull'immigrazione chiuderebbe IO annidi debolezze europee. In pochi mesi metteremmo in soffitta l'austerity e la mancanza di solidarietà sui migrarli che sono stati la causa del populismo e dtmolti problemi di politica interna. Ovvio che sarà nn accordo complicato. La bozza della Commissione comunque è importante perché apre finalmente un negoziato, anche se c'è ancora molto lavoro cta fare Su alcune cosse siamo contenti, il meccanismo di Malta che abbiamo messo in moto l'anno sçorso in questa bozza diventa obbligatorio -parlo della solidarietà peri salvataggi in mare. Ma la politica- di entrata e uscita, di gestione dei confini, cioèdientrate legali e rimpatri, è ancora troppo poco delineata. L'opzione della sponsorizzazione va approfondita.
Angela Merkel dal 2015 ha assunto mm molo positivo e importante sul tema.
Ma ci vuole uno sforzo'inpiù».
• Vincenzo Amendola, ministro per gli Affari europei
GG
Ungheria e Polonia non vogliono legare gli aiuti al rispetto dello Stato di diritto e minacciano il blocco
Quali sono le linee rosse dell'Italia?
«Beh, Dublino non esiste pii] nei fatti.
E i flussi non provengono mica I ri11i dal Nordafrica. Giungono ai rche via Balcani dall'Asia, che esprimerà in tirture il 57% della popolazione globale. Nessuno può sentirsi estraneo a questa vicenda storica.
Dobbiamo elaborare un sistema condiviso di rimpatri ma anche corridoi di entrata che siano regolati in modo comune. La proposta della Commissione è un inizio, ma ovviamente perni è insufficiente rispetto alla realtà che stiamo vivendo».
Cosa contiene il piano italiano per il Recovery?
«Capisco che ci sia cottura sul piano italiano e che qualcuno pensi che abbia le stesse modalità di una legge di bilancio. Ma nell'accordo di luglio abbiamo fatto tutti insieme, come europei, scelte per indirizzare l'autonomia strategica della Ue su alcune grandi linee comuni. Sono quelle della transizione ecologica,
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della trasformazione tecnologica e digitale e della coesione sociale. Per Paesi come il nostro significa recuperare dei gap e delle posizioni in classifica che non sono onorevoli - occupazione femminile, divario Nord-Sud e ritardo digitale. Nel Recovery lavoreremo anche per progetti transnazionali e consorzi europei, sulle nuove tecnologie, come per esempio l'idrogeno, i satelliti, i microprocessori, le batterie. Con la Germania, capofila di scelte importanti, vogliamo creare dei consorzi comuni, usando i soldi del Recovery».
Oggi il Segretario di Stato Usa sarà a Roma. Cosa gli direte a proposito della Cina e del 5G?
«Dobbiamo recuperare anni in cui non c'è stata reciprocità tra Cina ed Europa su elementi come il commercio e gli standard di diritto internazionale. Sulle infrastrutture tecnologiche abbiamo fatto finta che non esistesse un problema di sicurezza. Nonè solo una questione di competizione commerciale: la gestione dei dati che viaggiano in queste infrastrutture deve avere un requisito di sicurezza. Perché in esse c'è la proprietà intellettuale e soprattutto i dati personali degli italiani e degli europei. E così come anni fa la sicurezza veniva garantita da apparati militari e di controllo del territorio, oggi lo Stato deve proteggere la sicurezza e la privacy dei dati. Per questo con gli alleati europei abbiamo definito una serie di misure comuni. E questo sarà un tema anche per il Con siglio Ue».
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LA STAMPA 1+7
REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100
CONTE LANCIA DUE MESSAGGI ALL'EUROPA
MARCELLO SORGI
C onte ha trovato modo di met- tere a punto due mosse rile- vanti nel fine settimana: l'an- nuncio che "Quota 100", la legge
"and-Fornero" sulle pensioni volu- ta da Salvini ai tempi del governo gialloverde, non sarà rinnovata alla scadenza prevista a fine 2021; e quello di una complessiva riforma del reddito di cittadinanza, che si è rivelatosi - ma era facile immaginar- lo - una norma puramente assisten- ziale, dato che su oltre un milione e duecentomila aventi diritto, solo poco più di duecentomila hanno ri- cevuto, e neppure in tanti l'hanno accettata - una proposta di lavoro dai navigator, che procedono a rit- mo molto rallentato. Si tratterebbe, in quest'ultimo caso, di un cambia- mento dei meccanismi dell'offerta di lavoro, che diventerebbero più stringenti, cancellando, per chi op- pone un rifiuto, la stessa concessio- ne del sussidio mensile.
A chi si chiedeva perché il presi- dente del Consiglio - alle prese, tra l'altro, in questi giorni, con l'enne- simo salvataggio di Alitalia e con il concorso per i docenti delle supe- riori, materie che dividono i 5 Stel- le e creano ani iti con il Pd - sia in- tervenuto su due provvedimenti molto identitari del fu governo po- pulista, come appunto "Quota 100" e il reddito, attirandosi subi- to accuse di voler tornare indietro da parte di Salvini, Conte non ha fornito spiegazioni.
CONTINUAAPAGINA7
® LA STAMPA
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I? I Cinque titelleóündano la 'ministro
"II solito gi000 (lenì per rnpia,arla"
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LA STAMPA 1+7
IL COMMENTO
MARCELLO SORGI
CONTE LANCIA DUE MESSAGGI ALL'EUROPA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
M a è evidente che
anche con queste due mosse il pre- mier si stia prepa- rando alla complessa trattati- va che lo attende in Europa, per l'assegnazione di prestiti e sussidi del "Recovery Fund", ed eventualmente an- che per quelli del Mes, al cen- tro ancora di un duro con- fronto tra i grillini, che non li vogliono chiedere, e il Pd, che insiste per superare le re- sistenze del Movimento. D'al- tra parte i tempi di assegna- zione del "RecoveryFund" sa- rebbero più lenti di quel che ci si aspettava, a differenza di quelli del Mes che divente-
rebbero disponibili quasi su- bito. E un eventuale ricorso al Fondo salva-Stati per le spese sanitarie consentireb- be al ministro Gualtieri di pre- disporre più agevolmente la manovra di fine anno, cari- cando il peso della Sanità su- gli aiuti dell'Europa e liberan- do così il bilancio statale da una posta importante.
Nel M5S è in corso un ten- tativo interno di aprire uno spiraglio rispetto al "no" in- sormontabile espresso fino- ra sul Mes. Con quale esito, è difficile dire, date le forti divi- sioni interne e le ferite non ancora rimarginate lasciate dal deludente risultato delle elezioni regionali. Ma sarà egualmente interessante se- guire l'evoluzione di questo negoziato, per un problema che stenta ancora a venire a galla ma con il quale dovre- mo prepararci a fare i conti.
L'Europa potrà anche con- cederci uno spostamento, ri- spetto alla data del 15 otto- bre già fissata come termine per la presentazione dei pia- ni del "Recovery Fund". Per quanto rigorose, infatti, le au- torità di Bruxelles sono atten-
te alle evoluzioni politiche dei singoli Paesi membri. San- no bene che l'Italia è uscita da pochi giorni da una tornata elettorale e da un referen- dum che hanno provocato se- rie turbolenze su tutto il qua- dro politico: e quelle interne alla maggioranza, e in parti- colare ai 5 Stelle, hanno appe- na cominciato a manifestar- si. Ma questa disponibilità verso un Paese che l'Europa considera convalescente, nel senso che è in via di ripresa dalla sbornia che rischiava di portarlo fuori dall'Unione, non può essere scambiata in nessun modo per accondi- scendenza verso un eventua- le incapacità di rientrare nel- le condizioni necessarie per ottenere gli aiuti. Proprio per- ché l'Italia ha ottenuto più di tutti nella ripartizione dei fon- di per la ricostruzione dopo il lockdown, è necessario che la sua ripartenza sia impecca- bile. Conte ha dato segno di averlo capito. I suoi alleati, fi- nora, un po' meno. Eppure stavolta non si scherza. —
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Politica in letargo
Il male antico dell'attendismo nell'Italia che deve ripartire
Alessandro Campi
C
' è un modo molto sem- plice per dimostrare quanto siano inutilmen- te costosi anche 600 par- lamentari (tanti diventeranno in Italia dopo il referendum, da 945 che erano): basta non farli lavorare o dare l'impres- sione che perdano tempo sen- za concludere nulla. A quel punto, anche estrarli a sorte, come proposto da Beppe Gril- lo, rischia di essere una proce- dura troppo dispendiosa. Si potrebbe aggiornare una vec- chia idea di Berlusconi, cheuna volta propose di far votare in aula solo i capigruppo, e im- maginare una Camera e un Se- nato dove siede un solo rap- presentante per partito: 8-10 parlamentari al massimo.
Tanto, per quello che hanno da fare, volendo pensare come pensa il popolo quando è in preda ai cattivi umori.
Finita la campagna elettora- le e conteggiati i voti nelle ur- ne, la parola d'ordine doveva essere una sola, categorica e impegnativa per tutti: riparti-
L'editoriale
Il male antico dell'attendismo nell'Italia che deve ripartire
Alessandro Campi segue dalla prima pagina
Della riforma della Giustizia, presentata come "epocale' dal ministro Bonafede, nemmeno aparlarne: esistono linee guida e buone intenzioni, ma manca ancora un testo organico sul quale confrontarsi.
Quanto alla legge elettorale, che sembrava la più urgente delle urgenze dopo la vittoria del Sì al referendum, ègiàfinitasuun binario morto in attesa che i partiti (quelli di maggioranza in testa) trovino un qualche accordo che evidentemente non esisteva Semprea proposito di referendum, ci sarebbe da modificare con veraurgenza i regolamenti parlamentari per adattarli alla futura composizione nu erica delle Camere: revisioni complesse dal momento che debbono essere approvatea
maggioranza assolutae con il voto segreto.
Ma anche s u questo versante, si è in ritardo sulla tabella di marcia (ancora non è stato nominato il comitato ristretto in seno alla giunta che dovrebbe istruire la riforma).
Infine, la legge sullo Sport: in gestazione faticosa da almeno cinque mesi, è stata brutalmente stoppata dopo le critiche che le sono piovute addosso dal Comitato olimpico internazionale e dalle stesse federazioni sportive nazionali.
In questo gioco fatto di ritardi, rinviie blocchi repentini ci si mette, ad acuire il senso di precarietàe incertezza già assai diffuso, anche il governo. Entro il 27 settembre (cioè due giorni fa) avrebbe dovuto presentare al Parlamento, stando agli annunci eagli impegni presi, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (la cosiddettaNadef). Bene, non lo ha fatto, forse lo farà entro il prossimo venerdì.
Mi raccomando, senza fretta.
Le cause che spiegano questa situazione
sono naturalmente diverse. Testi scritti male emessi apunto senza un adeguato confronto con le parti interessate ai provvedimenti e sui quali bisogna ogni voltarimettere le mani.
Un eccesso di fretta che notoriamentenonè mai una buona consigliera. I numeri ballerini della maggioranza soprattutto al Senato, che rendono rischioso il cammino parlamentare di qualunque legge
minimamente controversa. Ma soprattutto mettiamoci un governo che sta in piedi solo grazie agli equilibrismi di chi lo guida ma che non ha-forse perché non può avere- un indirizzo politico unitario, condiviso e coerente.
L'idea che i voti del Parti to democratico e del M5S si possano e si debbano sommare perrendere più forti e invincibili entrambi è un'amenità algebrica sfuggita a Nicola Zingarettinell'entusiasmo -nemmeno troppo giustificato - del dopo elezioni.
Laddove, in politica, non è la somma che fa il totale, ma la qualità (e coerenza) del progetto politico complessivo che ci si propone di realizzare. Questo governo è nato per non dare i pieni poteri a Salvini. Ora che Salvini è stato depotenziato dagli elettori (dopo esserlo stato dai sondaggi), e ora che i pieni poteri è lo stesso Salvini anon volerli, che si fa? Quale ragione politica profonda giustifica il permanere del governo giallo-rosso? I quattrini in arrivo dal Bruxelles? Le grandi manovre sul nome del prossimo Capo dello Stato? L'emergenza eterna prodotta dalla pandemia? Il desiderio di durare tanto per.
durare?
Prendersela comoda, rinviare in attesa di tempi migliori, temporeggiare e fischiettare invece che scegliere non è, beninteso, una novità o invenzione di questo governo. E° un male antico della politica italiana,
cronicamente affetta da indecisionismo.
Vuoi perché decidendo si rischia sempre di sbagliare o di scontentare qualcuno: dunque
re (e ripartiremo). In realtà, tutto appare bloccato e in ri- tardo. Il Parlamento non è chiuso ma è come se lo fosse.
Non c'è provvedimento, da tempo annunciato come im- procrastinabile e necessario, che non sia stato nel frattem- po sospeso o rimandato. Nes- suna certezza sui tempi di di- scussione e approvazione del nuovo Codice della Strada (il tempo di fare capolino in aula ed è subito stato rispedito in Commissione Trasporti per approfondimenti e verifiche).
Continua a pag. 20
meglio non farlo se non costretti dalle circostanze. Vuoi perché non decidendo oggi si può sempre dare l'impressione di voler decidere domani: che è poi un modo cinicamente efficace per allungare la propria carriera politica a scapito dell'interesse generale.
Quanto sia vecchio il vizio (diffuso da ben prima che Andreotti trasformasse il tirare a campare in un metodo di governo) lo si capisce leggendo Machiavelli, che ai capi della sua Firenze, tra le molte colpe, imputava soprattutto quella di prendersi il
"benefizio del tempo" (vale a dire di temporeggiare) anche quando la contingenza politica avrebbe richiesto ai vertici della Signoria ben altra velocità di azione e decisione. La cosa peggiore, aggiungeva l'autore del Principe, è che si pretende di spacciare per. pnidenza (una nobile virtù) quella che è invece mancanza di responsabilità e paura delle proprie azioni (un vizio imperdonabile).
La piccola differenza, rispetto a questi precedenti remoti e recenti, è che nel frattempo c'è stata una pandemia, con quel che ne è conseguito: morale collettivo sotto i tacchi, crollo della produzione dei
consumi, conti pubblici sull'orlo del collasso, paura del futuro, ecc. Da qui l'imperativo della ripartenza, l'importanza cioè di mandare segnali chiari e forti ai cittadini, prima che il circolo vizioso della sfiducia, favorito dalle promesse troppo spesso disattese e dagli annunci di riforme che non si realizzano mai, diventi inarrestabile.
Fino alla settimana scorsa, si è tergiversato su tutti ifrontipoliticamente caldi in attesa di conoscere il responso delle urne. Ora, vale perii parlamento come per il governo, non ci sono più alibi. Ieri il premier Conte, consapevole del problema perla parte che riguardail suo esecutivo, ha voluto smentire che ci sia un ritardo nella preparazione dei progetti che dovranno essere eventualmente finanziati attraverso il Recovery Fund. Maè parsa una difesa d'ufficio, in attesa di prove più concrete e tangibili, mentre gli italiani aspettano senza farsi troppe illusioni e l'Europa ci osserva col solito disincanto.
(V''i RIPRUUUZIUNERISEGVATA
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