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Advisor ha chiesto alle più importanti società

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Academic year: 2022

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dvisor ha chiesto alle più importanti società di gestione un outlook sull’andamento dell’oro nero nel corso del 2022. Gli analisti, nel com- plesso, si attendono una visione rialzista grazie alla ripresa dell’economia. Ma non mancano di- verse incognite, una su tutte l’evolversi della pandemia.

Fare previsioni su quali oscillazioni subirà il prezzo del petrolio nei prossimi undici mesi non è impresa facile. Anche perché il suo variare dipende non solo dalla capacità di estrazione e dalla domanda di mercato, ma anche da una serie di fattori geopolitici e dalle decisioni che i principali paesi produttori dell’OPEC pren- dono sulle quantità di produzione.

acomea sgr

A poco meno di 2 anni di distanza, quasi non sembra vero che nell’aprile del 2020 il prezzo del primo future sul WTI fece re- gistrare il valore record di - 40 dollari. Oggi i prezzi veleggiano

sopra gli 80 dollari e alcuni analisti già intravedono record a tre cifre nel corso del 2022. In effetti nel corso dell’anno l’auspicata riapertura delle economie e la possibilità di tornare a viaggiare, almeno nei Paesi sviluppati, potrebbe favorire una robusta ripresa della domanda a fronte di una riduzione degli investimenti da parte delle società petrolifere che contribuisce a limitare l’offerta spingendo così i prezzi al rialzo. Al contempo però bisogna segna- lare come l’OPEC potrebbe intervenire aumentando le quantità di greggio estratto.

Oggi i Paesi OPEC producono 28 milioni di barili al giorno a fronte di una capacità produttiva di oltre 33 milioni. Con un prez- zo particolarmente elevato l’incentivo per i Paesi produttori ad aumentare le quantità estratte diventa sempre più forte, anche alla luce di outlook decisamente meno brillante nel medio e lungo periodo (il prezzo del WTI a 5 anni è circa 60 dollari). La cre- scente consapevolezza della sfida del cambiamento climatico e la prospettiva di una parziale adozione dei veicoli elettrici hanno

petrolio, sarà l’anno record?

a cura di Daniele Riosa

@DanieleRiosa

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A

convinto la maggioranza degli analisti ad aderire alla cosiddetta teoria del “peak oil”.

aLLiaNZ gLobaL iNvestors

Riteniamo che il prezzo del petrolio rimarrà sostenuto nei pros- simi mesi, in un trading range compreso tra 70 e 100 dollari. Il quadro macro economico tutto sommato sta tenendo abbastanza bene, nonostante la variante Omicron, e quindi la domanda conti- nuerà ad essere di supporto per un andamento del prezzo ancora tendenzialmente in crescita.

ambrosetti

L’outlook sul petrolio resta costruttivo in logica strategica. In pro- spettiva il comparto sembra offrire rendimenti attesi interessanti su più orizzonti fornendo una valida copertura per il rischio in- flazione nel breve termine, e presentando una chance di sovraper- formance anche nel medio periodo alimentata dalle aspettative di persistente crescita della produzione industriale e della fase di ricostituzione delle scorte. Nell’immediato le recenti salite sono state marcate e si delinea un naturale e probabile assestamento

prima di ricreare le condizioni di continuazione del movimento rialzista.

cidraN caPitaL

Con la chiusura di un anno estremamente profittevole per le commodities, manteniamo una visione rialzista sul petrolio. Sti- miamo che con la ripresa dell’economia e le carenze di petrolio, il prezzo dell’oro nero possa incrementare notevolmente nel prossi- mo anno. Infatti, alla luce di questi due aspetti, sembrerebbe che l’Organization of the Petroleum Exporting Countries (OPEC) voglia aumentare la capacità produttiva delle scorte per la prima volta dopo 18 anni, principalmente per equilibrare la potenziale domanda con l’offerta.

Reputiamo che senza l’aumento di tale margine operativo, che sostanzialmente funzionerebbe da ‘cuscinetto’ addizionale alla re- golare produzione, si potrebbe facilmente incappare in una crisi energetica derivante dalla riapertura post-pandemica. Infatti, se da un lato le scorte di petrolio possono aumentare nella prima- vera del 2022, reputiamo che vi sia una buona probabilità che, anch’esse vengano esaurite.

Questo, infatti, porterebbe ad un innalzamento dei prezzi ancora più consistente, nel secondo trimestre del 2022. Ad esempio, nel 2004, l’esaurimento delle scorte, poste come ‘margine’, ha inne- scato un’impennata dei prezzi del greggio a lungo termine da 25 dollari al barile a 65 dollari al barile. Alla luce di questo, stimiamo che il 2022 sia un anno simile al 2004, che ci porta a stimare un prezzo target del petrolio superiore a 100 dollari, entro la fine del 2022.

coLUmbia threadNeedLe iNvestmeNts Le nostre prospettive sul mercato del petrolio sono positive per il 2022. Il 2021 si è concluso con delle tensioni, con una forte crisi energetica soprattutto in Cina e in Europa.

Non ci aspettiamo che la situazione sui mercati energetici si ri- solva facilmente nel 2022, alla luce di una crescita della domanda di petrolio del 3,3%, un ritmo più lento rispetto al forte rimbalzo visto nel 2021, ma sufficiente a superare i livelli del 2019. Pen- siamo, tuttavia, che l’ultima ondata di Covid 19 avrà un impatto più moderato sulla domanda di petrolio rispetto alle ondate pre- cedenti. Sul lato dell’offerta, la mancanza di investimenti negli ul- timi anni ha portato la capacità produttiva di riserva a diminuire.

Nel frattempo, alcuni membri OPEC+ stanno subendo delle in- terruzioni, che li hanno portati a mitigare le aspettative di crescita per il 2022.

Mentre ci aspettiamo che lo shale oil statunitense cresca a un rit- mo più veloce del 2021, la maggior parte di questa crescita avver- rà probabilmente nella seconda metà dell’anno. Infine, è tornato a pesare anche il rischio geopolitico a causa delle recenti tensioni in Ucraina. Questa situazione sta influenzando sia il gas naturale sia il petrolio, e ci aspettiamo che i prezzi del gas rimangano elevati e diano sostegno ai prezzi del greggio che potrebbero raggiungere i 100 dollari al barile quest’anno, con un rischio al rialzo se le tensioni tra Russia, Stati Uniti ed Europa portassero a ulteriori sanzioni.

AZIONARIO USA AZIONARIO EUROPA

AZIONARIO ITALIA

Ribasso Stabile Rialzo

AZIONARIO EMERGENTI

15%

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coNsULtiNvest

L’andamento del prezzo del petrolio, a differenza di altre mate- rie prime, dipende non solo dalla capacità di estrazione e dalla domanda di mercato, ma anche da una serie di fattori geopoli- tici e dalle decisioni che i principali paesi produttori dell’OPEC prendono sulle quantità di produzione. Per questo motivo è an- cora più difficile fare previsioni, perché le variabili coinvolte sono moltissime. Partendo dalla capacità produttiva non ci dovrebbero essere problemi, visti i tagli fatti dall’OPEC negli anni scorsi e la convenienza ad estrarre dei produttori a maggiore costo, visti i livelli raggiunti dal petrolio oggi.

Per quanto riguarda la domanda, pur con le incertezze legate all’andamento della pandemia e alla riduzione degli stimoli mo- netari (a partire dagli USA), l’economia dovrebbe continuare a crescere, anche se meno del 2021. In parallelo a tutto questo, è sempre possibile che qualche evento geopolitico possa sovrap- porsi (come sta accadendo in Europa con il gas proveniente dalla Russia) e portare a elevata volatilità e tensioni sui prezzi. Da non dimenticare infine il percorso di transizione energetica che por- terà negli anni a una riduzione dell’uso dei combustibili fossili,

che però, come abbiamo visto recentemente, non sarà indolore e richiederà importanti modifiche nelle abitudini di consumo e maggiori costi. In conclusione l’effetto di tutte queste forze con- trastanti dovrebbe sostenere il prezzo del petrolio nel 2022 e mantenerlo su livelli elevati.

È ragionevole pensare che eventuali tensioni sui prezzi potranno essere gestite dai paesi produttori adeguando le quote di produ- zione, in quanto prezzi troppo elevati porterebbero a un rallen- tamento dell’economia e a una ulteriore spinta verso fonti alter- native.

FraNKLiN temPLetoN

A inizio 2022 i produttori OPEC hanno deciso di aumentare la produzione di greggio a partire da febbraio, mostrando di guar- dare oltre le incertezze legate alle varianti del Covid-19 ed espri- mendo fiducia nella ripresa dell’attività economica.

Si tratta di uno scenario condivisibile, ma non ci aspettiamo di vedere gli stessi rialzi dei prezzi osservati nel recente passato; la curva dei prezzi a termine per il petrolio WTI segnala prezzi in discesa nel corso del 2022.

L’evoluzione della crescita economica Cinese rappresenta il mag- gior fattore di potenziale sorpresa, con impatti sul prezzo sia del petrolio che delle altre materie prime.

gam

La forte diffusione della variante Omicron può determinare im- patti negativi sulla crescita economica. In Cina la strategia Co- vid-zero, con lock down molto duri su intere aree, potrebbe gene- rare nel breve termine una minore domanda di energia. Sembra però che la tendenza rialzista del prezzo del petrolio possa prose- guire nei prossimi mesi.

L’OPEC+ ha riattivato due terzi della produzione cessata durante la pandemia, anche se molti membri stanno faticando a rispettare le quote di produzione. Il progressivo aumento dell’offerta avvie- ne in modo molto controllato, l’estate scorsa è stato concordato un incremento mensile da 400.000 barili al giorno. Questo ritmo andrà avanti fino al prossimo agosto.

Nel frattempo negli Stati Uniti il livello del computo degli impian- ti di perforazione, anche se in forte aumento, risulta ancora molto inferiore rispetto ai picchi precedenti. Inoltre le tensioni geopoliti- che, come il potenziale conflitto tra Russia e Ucraina, potrebbero causare una improvvisa espansione dei prezzi. D’altro canto però, se i colloqui sul nucleare tra Iran e Stati Uniti dovessero portare ad un accordo, con una risoluzione che comportasse una rimo- zione delle sanzioni, questo potrebbe creare un’offerta addiziona- le di petrolio sul mercato, con relativa riduzione di prezzo.

geNeraLi iNvestmeNts

Ci aspettiamo che il prezzo del petrolio si modererà nel corso dell’anno, poiché la crescita della domanda globale diverrà più contenuta e l’offerta non OPEC+ (principalmente shale oil statu- nitense) riprenderà. Detto questo, ci attendiamo solo un lieve calo dall’attuale elevato livello ed il Brent chiuderà il 2022 al di sopra degli 80 dollari al barile, con rischi rivolti al rialzo.

OBBLIGAZIONARIO ITALIA

OBBLIGAZIONARIO EUROPA

OBBLIGAZIONARIO USA

OBBLIGAZIONARIO EMERGENTI

Ribasso Stabile Rialzo

25%

5%

15%

45%

30%

30%

40%

20%

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75% 0%

40%

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A

I prezzi a breve termine saranno influenzati dai rischi geopoliti- ci legati alle tensioni Russia/Ucraina, mentre nel lungo periodo i produttori di shale oil statunitensi potrebbero definire un’ulterio- re limitata offerta nel momento in cui i vincoli finanziari e norma- tivi si rivelassero stringenti.

La FraNçaise am

Le prospettive del prezzo del petrolio stanno diventando più sta- bili. Fino ad ora, i fondamentali erano a senso unico: mentre i pa- esi uscivano dalla recessione, la domanda di petrolio era in pieno boom, e la produzione non era in grado di reggere

il ritmo della ripresa economica, dato il ritardo nella manutenzione dei centri di produzione causato dalle misure di restrizione per il Covid. Lo squi- librio tra domanda e offerta è desti- nato a passare da un deficit di 1,3 milioni di barili al giorno del 2021 a un surplus di 0,5 milioni di barili al giorno nel 2022. La produzione OPEC dovrebbe crescere del 7%, mentre quella americana dovrebbe essere a +5%. Anche se i negoziati sono incerti, l’Iran potrebbe annun- ciare presto un accordo che aumen- terebbe ulteriormente l’offerta di pe- trolio. Inoltre, siamo meno ottimisti sul fronte della domanda. La spinta economica ha iniziato a diminuire gradualmente, come suggeriscono gli indici PMI: il PMI composito sta- tunitense è sceso dal 68,7 di maggio al 57 di dicembre 2021.

I consumi sono esplosi grazie a pac- chetti di stimolo molto generosi e ci aspettiamo che rallentino un po’

perché l’inflazione erode il potere d’acquisto. Infine, sempre importan-

te da notare è che il sentiment degli investitori è già molto rialzista sul petrolio, come possiamo vedere da vari sondaggi e dalle ana- lisi di posizionamento dei futures. Questo ostacolerà l’apprezza- mento in futuro.

m&g iNvestmeNts

Considerando l’attuale contesto di ripresa, unito ai colli di bot- tiglia e alla volontà di OPEC+ di mantenere il potere contrat- tuale (attraverso l’aumento molto graduale della produzione per mantenere i prezzi alti), nel breve periodo il prezzo del petrolio dovrebbe restare sostenuto, verosimilmente in un range tra 75 dollari e 95 dollari.

mediobaNca sgr

Manteniamo una view neutrale/positiva sul prezzo del petrolio sulla scia della solida ripresa in atto resiliente alla variante Omi- cron e di alcune aree di preoccupazione da lato dell’offerta. Il rapporto di gennaio dell’AIE sottolinea che la domanda globale è sulla buona strada per superare i livelli pre-pandemici nel 2022, poco impattata dalla nuova variante omicron.

Difronte ad una domanda in aumento, e un mercato in deficit, la mancanza di capacità di riserva tra i principali produttori OPEC+ potrebbe far aumentare la volatilità se dovesse emergere una crisi. Le scorte globali sono scese al loro minimo da prima della pandemia e i mercati fisici ristretti hanno portato gli acqui- renti a pagare premi nettamente più alti per i carichi spot.

In questo contesto le tensioni geopolitiche stan- no diventando un elemento di sostegno

del prezzo del petrolio: da un lato le tensioni tra Russia e Nato sul fronte Ucraino dall’altro i disordini politici in Kazakistan e una possibile rina- scita di faziosità in Libia nonché la recente esplosione dell’oleodotto in Turchia hanno in questi giorni ripor- tato il prezzo del petrolio ai massimi da sette anni. A breve termine anche i pensieri sul freddo inverno in Texas potrebbero avere un impatto sulla produzione.

oddo bhF am

Nell’aprile 2020, i futures sul petrolio con consegna immediata raggiunse-

ro tristemente il prezzo negativo di meno 40 dollari al barile.

La situazione è radicalmente cam- biata da allora. L’economia globale ha visto una crescita brusca, guidata dalla spesa massiccia dei risparmi ac- cumulate durante la pandemia, che

ha creato una domanda elevata sulla maggior parte dei mercati energetici.

Allo stesso tempo, l’offerta si è rivela-

le tensioni geopolitiche e il potenziale conflitto tra russia e ucraina

potrebbero incidere

sul prezzo del petrolio,

così come la crescita

economica della cina

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ta scarsa poiché le spese di capitale dei produttori di energia sono state pesantemente tagliate all’inizio del 2020.

Inoltre, i membri dell’OPEC+ sono riusciti ad aumentare solo gradualmente le quote. L’impatto delle transizioni verdi sulla domanda di energia al carbonio rimane ancora scarsa. Inoltre, i governi che affrontano l’aumento dei prezzi dell’energia hanno recentemente teso a schierarsi dalla parte del consumatore attra- verso il controllo dei prezzi al dettaglio o dei sussidi. Con le quote OPEC ancora a -16% rispetto ai livelli del 2018, e il conteggio de- gli impianti petroliferi statunitensi a -45%, ci vorrebbe un massic- cio rallentamento economico perché il prezzo del barile scenda. Il futuro a breve termine per i prezzi del petrolio sembra luminoso.

PLeNisFer iNvestmeNts

Il motivo alla base del rally del petrolio negli ultimi mesi è da ricondursi a dinamiche di domanda e offerta: gli investimenti programmati dalle oil company per l’attività di esplorazione sono state progressivamente ridotte coerentemente con le attese di una minor domanda di petrolio connessa all’obiettivo di lungo termi- ne di emissioni nette zero.

I giacimenti esistenti sono in declino a un tasso del 4-5% annuo:

l’offerta si sta, quindi, restringendo mentre la domanda è ancora elevata e, riteniamo, lo resterà anche in futuro.

In Plenisfer ci aspettiamo infatti che il razionamento dell’offerta proseguirà e che la fornitura toccherà il suo picco entro fine anno, ben prima dell’inizio del calo della domanda, poiché la transizio- ne energetica richiederà più di un decennio. Per il 2022 ci aspet- tiamo quindi che il prezzo del petrolio si mantenga elevato.

UbP

Il prezzo del greggio potrebbe salire fino a 100 dollari al bari- le, poiché l’OPEC+ è stata molto disciplinata nella gestione delle forniture mentre, allo stesso tempo, l’impennata dell’attività do- vuta alle riaperture ha stimolato la domanda.

La disciplina dell’OPEC+ nel limitare l’offerta è storicamente ri- gida, perché i Paesi produttori vogliono che i prezzi rimangano alti per riceverne un aiuto nella transizione verso un’economia globale a zero emissioni nei prossimi decenni. Paradossalmente, parte dell’impennata dei prezzi deriva dalla tendenza alla decar- bonizzazione.

Le banche in Europa e in tutto il mondo stanno sempre più in- cludendo gli impatti sul clima nelle proprie decisioni sui prestiti, contribuendo a porre un freno alle attività di esplorazione e pro- duzione e limitando la produzione futura.

Fonte: dati raccolti dalla redazione di ADVISOR. Società partecipanti: AcomeA SGR, Allianz Global Investors, Ambrosetti, Amundi, Anima, Cidran Capital, Columbia Threadneedle Investments, Consultinvest, Franklin Templeton, GAM, Generali Investments, La Française AM, M&G Investments, Mediobanca SGR, ODDO BHF AM, OFI AM, Plenisfer Investments, Raiffeisen Capital Management, UBP.

Legenda: in ogni categoria (ad esempio Azionario Italia) viene rappresentata la media dei sentiment espressi delle società partecipanti divisa nelle tre previsioni (ribasso, stabile e rialzo) Sondaggio chiuso il 25 gennaio 2022

MATERIE PRIME

TASSI BCE

TASSI FED

CAMBIO EURO/DOLLARO

Ribasso Stabile Rialzo

10% 10%

35%

0% 55% 45%

25%

60%

20% 20%

80%

40%

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