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I protagonisti della sperimentazione clinica

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Academic year: 2022

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Sperimentazione Clinica in Lombardia: punto e a capo? Associazione Medicina e Persona

 Milano, 5 marzo 2012                 www.medicinaepersona.org        

 

I protagonisti della sperimentazione clinica

La sperimentazione aiuta nella metodologia clinica 

Piergiuseppe Agostoni (Responsabile Unità Operativa Scompenso Cardiaco IRCCS Cardiologico Monzino,  Milano) 

 

La presente è un esempio dove la sperimentazione clinica su farmaci già noti ha permesso di migliorare la  terapia dei pazienti con scompenso cardiaco cronico. Questa sperimentazione ha causato disagio innegabile  per  i  pazienti  che  la  hanno  subita  ma  ha  generato  vantaggi  nei  pazienti  che  ne  hanno  potuto  utilizzare  i  benefici.  Il problema è quindi quello di capire i vantaggi verso i pazienti futuri e di evitare sperimentazioni  allo solo scopo di gonfiare l’ ego dello sperimentatore. Questo bilancio è molto difficile almeno per me. 

 

 Lo  scompenso  cardiaco  cronico  è  la  malattia,  nel  mondo  occidentale,  più  frequente  e  che  assorbe  più  risorse  economiche  sia  in  termini  di  costi  sanitari  veri  e  propri  che  sociali.    In  una  città  di  1.000.000  di  abitanti,  ad  esempio,  10.000  persone  sono  affette  da  scompenso  cardiaco  cronico  con  2.000‐3.000  nuovi  casi all’ anno.  Lo scompenso cardiaco è una sindrome che inizia dal cuore incapace di spingere il sangue  in  modo proporzionato alle necessità dell’ organismo ma che successivamente coinvolge l’ intero organismo  ed in particolare i polmoni, i reni, i muscoli, la circolazione del sangue, il sistema nervoso e quello neuro‐

endocrino.  Pertanto  lo  scompenso  diventa  nel  tempo  da  malattia  del  cuore  a  malattia  dell’  intero  organismo.  I pazienti con scompenso cardiaco si lamentano di debolezza e mancanza di fiato, che in gergo  medico si chiamano astenia e dispnea, sintomi  che  sono molto comuni e sono presenti anche in soggetti  che  fanno  poca  attività  fisica.    Nello  scompenso  cardiaco  le  cause  di  astenia  e  dispnea  possono  essere  molteplici e non dipendere solo dal cuore.   

 

Uno dei parametri più importanti per la valutazione della capacità di compiere attività fisica è il consumo di  ossigeno.  Il consumo di ossigeno del nostro organismo dipende da molteplici fattori e fra questi da quanto  sangue  pompa  il  cuore,  dalla  capacità  di  trasporto  dell’  ossigeno  nel  sangue  e  dalla  capacità  del  muscolo  periferico di estrarre l’ ossigeno e quindi di utilizzarlo (figura 1).  Pertanto a parità di consumo di ossigeno il  limite può essere nel cuore, nel trasposto dell’ ossigeno e nel muscolo periferico.  Dire che il consumo di  ossigeno al picco di esercizio è ridotto vuole dire che esiste una ridotta capacità di compiere lavoro ma non  la sua causa ed in particolare non si può dire se è colpevole il cuore che non pompa abbastanza, il trasposto  di  ossigeno  (per  esempio  se  c’è  un  po’  di  anemia)  o  il  muscolo  perché  la  persona  è  sedentaria.    Per  differenziare  tra  questi  elementi  occorre    misurare  durante  esercizio  il  consumo  di  ossigeno,  la  portata  cardiaca e la differenza in contenuto di ossigeno fra arterie e vene. In realtà, siccome la relazione fra questi  3  elementi  è,  consumo  di  ossigeno  =  gettata  cardiaca  x  differenza  artero  venosa  di  ossigeno  basta  conoscere  due  di  questi  elementi  per  calcolare  il  terzo.      Fino  ad  oggi  però  si  poteva  misurare  in  modo  semplice  solo  il  consumo  di  ossigeno  che  è  utile  per  definire  e  quantizzare  la  limitazione  funzionale  e  comunque la performance fisica (questo vale anche per gli atleti) ma non per distinguere tra cuore, circolo  e muscolo.  Infatti il consumo di ossigeno è la ventilazione x la differenza tra ossigeno nell’ aria inspirata –  ossigeno  nell’  aria  espirata.  Gli  altri  due  elementi  possono  essere  misurati  durante  esercizio  solo  con  metodiche  invasive  che  necessitano  un  cateterismo  cardiaco,  metodiche  quindi  costose,  potenzialmente  pericolose,  difficilmente  ripetibili  (cosa  necessaria,  ad  esempio,  per  valutare  l’  efficacia  di  una  terapia)  e  disponibili solo per pochissimi casi.   

 

Un altro parametro molto importante nella valutazione dei pazienti con scompenso cardiaca e la funzione  respiratoria e fra queste primeggia al diffusione alveolo‐capillare.  

(2)

Sperimentazione Clinica in Lombardia: punto e a capo? Associazione Medicina e Persona

 Milano, 5 marzo 2012                   www.medicinaepersona.org        

 

La  DLCO  dipende  dalla  capacità  di  diffusione  specifica  di  membrana  e  dal  cosiddetto  volume  capillare.  

Questo non è altro che il volume di emoglobina che partecipa agli scambi respiratori.  In altre parole sono  coinvolti  nella  determinazione  del  “volume  capillare”  la  concentrazione  di  emoglobina  nel  sangue,  la  portata  cardiaca,  la  quota  di  shunt  ed  il  volume  dei  capillari  che  partecipano  agli  scambi  respiratori.    La  DLCO è correlata in modo diretto con la funzione respiratoria ed in particolare con il volume alveolare e la  capacità  di  lavoro.    Nello  scompenso  cardiaco  si  assiste  ad  una  progressiva  riduzione  della  DLCO  sia  per  riduzione della diffusione di membrana che del volume capillare.  La DLCO non è un fenomeno puramente  passivo essendo influenzata dall’ attività di riuptake dei fluidi mediata da pompe attive a loro volta sotto il  controllo  di  Beta  recettori.    Questo  fa  si  che  alcuni  farmaci  possano  avere  un  effetto  acuto  sulla  DLCO  favorevole,  gli  ACE‐inibitori,  e  sfavorevole,  i  beta  bloccanti.    Altri  farmaci  come  gli  antialdosteronici  agiscono  sulla  diffusione  riducendo,  con  la  terapia  cronica,  le  alterazioni  della  diffusione  alveolo‐capillare  relate  alla  fibrosi  cronica  da  ipossia  cronica.    La  DLCO  è  quindi  un  target  per  studi  di  fitopatologia  dello  scompenso ma ora, anche, un target terapeutico. 

 

Pertanto  è  opportuno  bilanciare  caratteristiche  dello  specifico  paziente  con  scompenso  cardiaco  cronico,  bassa vs. preservata gettata cardiaca, differenza artero venosa completamente utilizzata o ancora in parte  disponibile,  DLCO  preservata  o  meno,……con  le  caratteristiche  specifiche  dei  farmaci  usati  nella  terapia.  

Infatti  sappiamo  che  non  solo  tra  classi  di  farmaci  ma  anche  all’  interno  delle  diverse  classi  di  farmaci   esistono  molecole  con  caratteristi  che  specifiche.  Tra  i  beta  bloccanti  usati  per  lo  scompenso  cardiaco,  ci  sono  molecole  ad  azione  sfavorevole  sulla  diffusione  alveolo  capillare,  quali  il  carvedilolo,  o  favorevole,  quali  il  bisoprololo,  oppure  farmaci  che  riducono  l’  iperventilazione,  carvedilolo,  o  che  non  riducono  l’ 

iperventilazione, bisoprololo. Pertanto la terapia ottimale è quella che permette il miglior accoppiamento  farmaco – paziente.  

 

(3)

Piergiuseppe Agostoni, MD, PhD Centro Cardiologico Monzino, Istituto di Cardiologia, Università di Milano Division of Respiratory Disease, University of Washington, Seattle, WA.

SPERIMENTAZIONE CLINICA IN LOMBARDIA: PUNTO E A CAPO?

Milano 5 Marzo 2012

SPERIMENTAZIONE CLINICA

Aiuta i

pazienti Aiuta gli

sperimentatori

Quelli che

partecipano A fare

carriera

A guadagnare dei soldi

A creare fondi per i collaboratori Quelli

successivi

(4)

Butler J, et al. Circulation 1985

Interazioni Cuore- Polmone nello

Scompenso

(5)

Wasserman K, et al. Circulation 1997; 96: 2221-7

Funzione Polmonare e Scambi Gassosi

durante esercizio nello Scompenso Cardiaco Cronico

Lung Function in Chronic Heart Failure

Agostoni PG, et al. Eur Heart J 2006; 27: 2538-43.

190 pts with HF

o o o

o o o

o

O = p<0.01

o o

(6)

Wasserman K, et al. Circulation 1997; 96: 2221–7.

Funzione Polmonare e Scambi Respiratori Durante Esercizio Fisico nello Scompenso

Cardiaco Cronico

PG Agostoni PG, et al. J Appl Physiol 92; 2002:1409-16.

Polipnea da Sforzo nello Scompenso Cardiaco Cronico: relazioni con la Stiffness Polmonare

e la Limitazione Espiratoria da Sforzo

(7)

Respiro Periodico ed Esercizio Fisico

Agostoni PG et al Chest 2008

(8)

Volume non disponibile

Volume disponibile

(9)

… a qualcuno l’ora d’aria

è concessa …

(10)

… e quanto se ne giova!!!

Perché il VO2 non sale? …e qui…cosa è successo?

Caso del prof Sergio Harari e collaboraotri…

(11)

B U L L E C T O M I A

Agostoni PG, et al. Eur Heart J 2006; 27: 2538-43.

(12)

Abinander EG et al. Am J Cardiol 1999

CARNEBI

Studio doppio cieco randomizzato

carvedilolo vs

bisoprololo vs

nebivololo

(13)

Carvedilol α-β1-β2

Bisoprolol β1 Nebivolol β1- NO

2 mesi di terapia per ogni farmaco

Carvedilolo 25,6 ± 12,6 mg Bisoprololo 5,0 ± 2,4mg

Nebivololo 5,0 ± 2,4 mg

Dose equivalente carvedilolo= 5x biso/nebi

CARNEBI

(14)

• SPIROMETRIA E DIFFUSIONE

•CPET (Rampa)

CPET (c. costante) NORMOSSIA

CPET (c. costante) IPOSSIA

• RISPOSTA CHEMORECETTORIALE

• ipossia

• ipercapnia periferica

• ipercapnia centrale

CARNEBI

VENTILAZIONE

NEBIVOLOLO β1 - NO CARVEDILOLO β1- β2- α BISOPROLOLO β1

Risposta chemorecettoriale

all’ipossia:

 carvedilolo 0.35 L/%Sat

 bisoprololo 0.43 L/%Sat

 nebivololo 0.35 L/%Sat

C B N VENTILAZIONE RISPOSTA ALL’IPOSSIA BC C C N

(15)

CENTRALE CO2

CARVE BISO NEBI Anova Bonferroni CvsB CvsN BvsN Chemo periferico

O2

0,353±0,23 0

0,427±0,23 7

0,350±0,22

9 0,018 0,068 ns 0,021

Chemo centrale CO2

2,654±1,21 2

3,056±1,30 9

2,851±1,25

2 0,030 0,032 ns ns

Chemo periferico CO2

0.060±0.02 6

0.069±0.02 8

0.063±0.03

3 0.015 0.011 ns ns

Chemocettore

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

PERIFERICO O2

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

FVC

Anova 0.068

Anova ns

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

FEV1 0.07

(16)

0 5 10 15 20 25 30

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

DLCO

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

DLCO%

0 1 2 3 4 5 6

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

DLCO/VA

Anova <0.0001 Anova <0.0001

Anova <0.018

*** ***

** ***

*** ***

*

0 10 20 30 40 50

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

DM

0 50 100 150 200

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

VC

0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

DM/VC

0 1 2 3 4 5 6 7

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

VA

Anova <0.0001 Anova 0.001

Anova <0.0001 Anova <0.005

* *

*** ***

*** *** ** **

(17)

0 5 10 15 20 25 30 35 40

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

VE/VCO2 Anova <0.0001

***

***

0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8

10 20 30 40 50 60 70

60 55 50 45 40 35 30 VD/VT = 1 - 863/PaCO2 (VE/VCO2)

PaCO2 VD/VT

VE/VCO2

NORMAL HF + carv

HF + biso

Normale VD/VT VE/VCO2 HF VD/VT

VE/VCO2 HF Biso vs HF VD/VT

VE/VCO2

HF Carve vs HF VD/VT VE/VCO2

HF

(18)

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

TAU VO2 normo

0 20 40 60 80 100 120

CARVEDILOLO BISOPROLOLO NEBIVOLOLO

TAU VO2 ipo Anova ns

Anova =0.044

*

0 5 10 15 20 25 30 35

CARVEDILOL BISOPROLOL NEBIVOLOL Normoxia

Hypoxia

*

Hypo Anova= 0.013 Normo Anova= 0.123 Average ventilation

(19)

Does lung diffusion impairment affect exercise capacity in patients with heart

failure?

Agostoni PG et al. Heart 2002; 88: 453-9.

Upper Limit

∆(A-a)O2 BASALE

NORMOSSIA IPOSSIA

CARVEDILOLO 14 ± 10.6 7.2 ± 8.1

BISOPROLOLO 11.1 ± 9.2 7.6 ± 6.1

NEBIVOLOLO 11.8 ± 8.3 9.1 ± 8.1

∆ (A-a)O2 BASALE/VO2

CARVEDILOLO 57.6 ± 48.8 28.1 ± 34.1 BISOPROLOLO 43.4 ± 36.5 25.3 ± 21.8 NEBIVOLOLO 44.4 ± 34.5 29.7 ± 22.4

* *

(20)

10 12 14 16 18 20 22 24 26

0 5 10 15 20 25 30

CARVE BISO NEBI

∆(A-a)O2 DLCO

LIMITE TEORICO DLCO/∆(A-a)O2

F

DM

carv

DLCO

carv

VC

carv

In

Carvedilolo:

Edema DM/VC DLCO/VA

DM/VA

Aa d O2

In Carvedilolo a riposo VTp

pVO2

(21)

Conclusioni

•Capacità di esercizio migliore in bisoprololo e nebivololo

•Riduzione della VE/VCO2 per il solo carvedilolo

•Diffusione alveolocapillare più bassa in carvedilolo per riduzione di DM

•Gradiente A-aO2 maggiore in carvedilolo

•Risposta chemorecettoriale più elevata in bisoprololo

SCC severo

FC<50 bpm FC>50 bpm

PAS<90 mmHg

PAS>90 mmHg

Considerare inotropi

No BB Si BB

Quale BB?

CARVEDILOLO Maggiore maneggevolezza Minore durata d’azione

(22)

SCC lieve, moderato, moderato-severo

(FC>50 bpm, PAS>90 mmHg)

?

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