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CentroStudi. Outolook Terziario. Outlook Terziario. La lente sul Piemonte Nord. sul terziario del Piemonte Nord. La lente sul Piemonte Nord

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CentroStudi

sul terziario del Piemonte Nord

Outolook Terziario

La lente sul Piemonte Nord

La demografia del Piemonte Nord ha evidenziato un moderato sviluppo della popolazione residente fino al 2011, anno in cui si è assistito ad una inversione di tendenza, che ha portato alle variazioni negative degli ultimi anni.

Nonostante ciò il numero delle famiglie risulta in aumento, anche se continua a scendere il numero medio dei componenti. Le oscillazioni del numero dei residenti sono da imputare principalmente alla componente straniera.

La dinamica autoctona, infatti, si è mantenuta pressoché stabile per tutto il periodo considerato. Ad oggi le trasformazioni, lette dal punto di vista delle fasce d’età, mostrano l’aumento della pressione sui servizi sociali (generata da un aumento nei giovani e negli anziani e da una diminuzione della classe d’età 15–64 anni) e il progredire del processo di invecchiamento.

Al 1° gennaio 2017, il Piemonte Nord conta 703.675 residenti, ovvero il 16% del totale regionale. In particolare, Novara ospita il 52,6% degli abitanti dell’area settentrionale, mentre Vercelli e Verbano Cusio Ossola rispettivamente il 24,7% e il 22,7%. Nel corso degli ultimi 10 anni la dinamica è risultata crescente sia a livello regionale che sub territoriale, con tassi positivi rispettivamente del +0,9% e del +1,1%. La provincia che ha dato il maggior apporto all’aumento della popolazione residente nel Piemonte Nord è Novara, con una variazione del +3,5%, determinata in larga misura dagli stranieri, mentre sia Verbano Cusio Ossola che Vercelli presentano tassi negativi, rispettivamente pari a -1,2% e -1,6%.

La dinamica per classi d’età degli ultimi 10 anni del Piemonte Nord evidenzia il progressivo trend di crescita degli over 65 (+10,8%). Per contro continuano a diminuire i giovani, in particolare dal 2014, risultato anche della minore natalità (-19,8 punti percentuali).

Alla fine del 2016, in Piemonte Nord si contano 320.241 famiglie (+3,3%), ma diminuisce la media di componenti (-2,5%). Lo scenario demografico piemontese, nonché del Piemonte Nord, è stato modificato, negli ultimi decenni, non solamente dal fenomeno migratorio, ma anche dalla mutevolezza della struttura familiare. Si può forse parlare di instabilità familiare, in quanto l’andamento dei divorzi, negli ultimi 10 anni, ha sicuramente seguito un trend crescente, a fronte anche di una diminuzione dei matrimoni e di un aumento dei celibi o nubili. Questi fattori concorrono alla diminuzione del numero medio di componenti per famiglia, che allo stato attuale risulta pari a 2,2.

Outlook Terziario

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Sintesi dei risultati

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La vocazione terziaria del Piemonte Nord: un tessuto imprenditoriale stabile nella crisi

Territorio a forte vocazione industriale, per tutto lo scorso secolo, il Piemonte Nord da tempo sta sperimentando una trasformazione terziaria, in linea con le altre regioni italiane, in cui al settore manifatturiero si affiancano via via attività terziarie di base, come il commercio e il turismo, e più avanzate, come i servizi alle imprese e alle persone.

La sua economia, ricca e diversificata, vede accanto al settore primario che rappresenta l’8,3% delle imprese del territorio, un’industria che copre oltre un quarto della imprenditorialità totale (28,2%) e un terziario che spicca occupando il 63,4% di tutte le imprese del territorio.

Tra i macro-settori economici del Piemonte Nord, il terziario è l’unico a presentare una dinamica positiva. Secondo gli ultimi dati disponibili aggiornati al primo semestre 2017, con un numero di imprese attive pari a 42.880, il terziario è cresciuto del +0,2% rispetto alla fine del 2016. La resilienza dimostrata nell’arco del quinquennio, e che come visto perdura nei primi sei mesi del 2017, è dovuta principalmente alla crescita delle unità locali secondarie con sede fuori provincia (+13%) e, anche se con minor peso, di quelle con sede localizzata al suo interno (+0,2%);

dinamiche che insieme hanno contrastato il decremento delle sedi principali (-0,2%).

Con riferimento ai dati relativi al 1° semestre 2017, la struttura economica terziaria del Piemonte Nord è caratterizzata da una collocazione delle unità locali principalmente in due settori, quello del commercio (18.362 unità, pari al 42,8%) e quello dei servizi (17.455 unità, pari al 40,7%). Il restante 16,5% delle localizzazioni, pari a 7.063, risulta attivo nel turismo.

Nonostante il settore del turismo sia quello ad avere il minor peso in termini di consistenza all’interno dell’economia terziaria, è interessante rilevare come la sua crescita, rispetto al 2016, sia quella più elevata in termini di variazione percentuale all’interno della macro-area Piemonte Nord (+0,9%, pari a 61 nuove imprese) e, scendendo nel dettaglio, nelle province di Verbano Cusio Ossola (+1,9%, pari a 41 nuove imprese) e di Vercelli (+0,8%, pari a 12 nuove imprese). Le attività di ristorazione si distinguono per la performance migliore sia nei primi sei mesi del 2017 (+57 unità locali) che nel complesso del periodo 2012-2017 (+142 unità locali), durante il quale hanno evidenziato un trend all’insegna della crescita. A lasciar il segno in questa dinamica positiva è stata soprattutto la provincia di Verbano Cusio Ossola, che nel corso dei 5 anni ha visto costantemente crescere le proprie attività di ristorazione per un numero pari a +89 unità locali (quantitativo decisamente superiore alle 30 unità locali di Novara e alle 18 di Vercelli).

Considerando però la variazione assoluta, il numero di unità locali aumenta maggiormente nel settore dei servizi, il cui tessuto imprenditoriale si arricchisce di 102 unità locali (pari a +0,6%) rispetto al 2016. Di queste 102 nuove unità, 64 sono state acquisite da Novara (+0,6%), 33 a Verbano Cusio Ossola (+0,9%) e le restanti 5 a Vercelli

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(+0,1%). I Servizi avanzati sono quelli ad aver registrato la crescita più alta nei primi sei mesi del 2017 (+55 unità locali), ma sono i Servizi tradizionali e i Servizi sociali a crescere di più nel periodo 2012-2017. I primi, negli ultimi 5 anni, apportano un totale di +159 unità locali, grazie principalmente alla provincia di Novara (+128 unità locali), che ha contribuito in modo sostanziale distinguendosi nettamente dalle performance di Verbano Cusio Ossola (+37 unità locali) e di Vercelli (-6 unità locali). I secondi crescono di +157 unità locali, di cui 23 acquisite nei primi sei mesi del 2017. Tutte le province hanno contribuito positivamente a questo risultato, in particolare Novara (+103 unità locali), seguita da Verbano Cusio Ossola (+28 unità locali) e Vercelli (+26 unità locali).

Il settore del commercio, sebbene rappresenti una porzione economica importante, è l’unico nel 1° semestre 2017 a segnare un calo (-0,4%, pari -69 imprese), che coinvolge tutte le province. Il trend negativo del commercio è imputabile alla tipologia al dettaglio che nei primi sei mesi del 2017 ha continuato la dinamica negativa che si era registrata gradualmente anche negli anni precedenti, segnando un calo del -1,1% rispetto al 2016, per una perdita complessiva di 122 attività. Questo calo è ancora più significativo se si considerano gli ultimi 5 anni: sono 401 le unità locali (-3,5%) del dettaglio che spariscono dal tessuto imprenditoriale. Alimentare o non alimentare non sembra fare molta differenza. La difficoltà del settore commerciale è un fenomeno generalizzato che riguarda entrambe le aree merceologiche. Tuttavia, è possibile scorgere maggiori problematicità nel comparto non alimentare, che accusa una maggior perdita di unità locali rispetto a quello alimentare. Questa tipologia commerciale manifesta qualche difficoltà in più rispetto a quella di tipo alimentare: il trend negativo registrato nei primi sei mesi del 2017, (-0,5%, pari a -47 unità locali) continua ad acuire il calo che aveva via via accumulato negli ultimi 5 anni, pari al -4,5%, per una perdita di -434 unità locali. Fra le categorie merceologiche, il Moda-Fashion è quella con la maggiore consistenza in termini di unità locali (3.277 unità locali) e che presenta anche le maggiori problematicità:

negli ultimi 5 anni ha percorso un trend di progressiva decrescita, arrivando a perdere nel complesso del periodo 296 unità locali (-8,3%). La dinamica negativa nei 5 anni considerati ha coinvolto tutte le province, ma il calo più consistente di unità locali è avvenuto a Novara (-186 unità locali).

Una domanda di lavoro in ripresa, ma più flessibile

I primi mesi del 2017 mostrano segnali di ripresa per la regione Piemonte, rispetto ad un 2016 claudicante. A fronte delle dinamiche positive innescatesi nel corso del 2015 e derivanti dai provvedimenti intrapresi dal Governo attraverso il Jobs Act, nel 2016 la domanda di lavoro si era assestata su livelli leggermente inferiori. Questo calo, giustificato in parte dalla riduzione delle agevolazioni decontributive (in termini di misura e di durata), era stato particolarmente incisivo nella prima parte dell’anno e i buoni livelli raggiunti dalla domanda nel secondo semestre (superiori a quelli registrati nello stesso periodo dell’anno precedente) non erano riusciti a compensare le perdite subìte. Il primo semestre 2017 supera ampiamente i risultati precedenti, apportando in regione 58.181 assunzioni in più (+19,3%) rispetto al primo semestre 2016 e aprendo così uno spiraglio di fiducia sulla continuità della

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ripresa iniziata già a partire dal 2014. Anche l’area del Piemonte Nord beneficia di tale fenomeno, raggiungendo nel corso dei primi sei mesi del 2017 una quota di 49.536 assunzioni (8.990 in più rispetto al primo semestre 2016) e registrando livelli di crescita (+22,2%) superiori alla media regionale (+19,4%). Un risultato sorprendente, se si pensa che di queste entrate ben 32.143, ovvero più della metà (64,9%), riguardano occupati nel terziario, settore il cui peso all’interno dell’economia complessiva continua ad aumentare (+1,5 punti percentuali).

Delle 32.143 assunzioni terziarie riscontrate nel territorio del Piemonte Nord, quasi la metà (49%) proviene dalla provincia di Novara, in particolare dalle delegazioni più popolate di Arona, Borgomanero e Novara. La restante quota si suddivide fra Verbano Cusio Ossola (30%) e Vercelli (21%). Rispetto al primo semestre del 2016, la domanda di lavoro del settore è cresciuta di 6.420 unità (+25%) nel Piemonte Nord. Verbano Cusio Ossola si conferma la provincia maggiormente vocata al terziario, quella al cui interno si manifesta con più evidenza il processo di terziarizzazione in atto, registrando la crescita più consistente in termini di lavoratori (+31% rispetto al primo semestre 2016) e di unità locali. Vercelli non è da meno (+30,1%), evidenziando discreti valori in aumento in tutto il territorio, con picchi addirittura superiori al +60% a Gattinara e a Cigliano. Novara, nonostante il numero elevato di assunzioni, è l’unica a mostrare un incremento (+19,6%) inferiore al valore medio del Piemonte Nord.

Nel corso del primo semestre 2017, le aziende del Piemonte Nord hanno assunto prevalentemente personale di sesso femminile (58,4%) e di nazionalità italiana (82,2%), ripartiti in equa misura fra giovani sotto i 34 anni e adulti tra i 35 e i 64 anni (entrambi al 49,4%). Mentre le distribuzioni per genere e per provenienza si presentano piuttosto omogenee all’interno del territorio, quella per età evidenzia una maggior propensione all’assunzione di giovani nella provincia di Novara (52,8%) e di adulti in quelle di Verbano Cusio Ossola (53,6%) e Vercelli (51,5%). Rispetto ai dati del primo semestre 2016, si rafforza la situazione lavorativa dei giovani, le cui assunzioni crescono di 3.464 unità (+27,9%), superando di oltre 6 punti percentuali la variazione degli adulti. Un fenomeno che si riscontra in tutte le province, ad esclusione di Vercelli, dove i flussi in entrata dei lavoratori di età compresa tra i 35 e i 64 anni (+31,7%) aumentano più di quelli relativi ai giovani. A differenza di altri territori regionali, che evidenziano da tempo un incremento superiore degli stranieri nel mercato del lavoro, nel complesso del Piemonte Nord si consolida la componente nazionale (+26,6%), fatta nuovamente eccezione per Vercelli, nella quale è quella estera a crescere di più (+38,8%). Continua ad ampliarsi la richiesta di donne (+25,5%) da parte delle aziende, piuttosto di quella maschile, tranne che per la provincia di Verbano Cusio Ossola, al cui interno sono invece gli uomini ad aumentare in proporzioni più elevate (+33,5%).

A seguito degli incentivi introdotti con la Legge di Stabilità del 2015, che avevano portato ad un generalizzato aumento dei contratti a tempo indeterminato e ad una progressiva diminuzione dei rapporti parasubordinati, il 2016 si è rivelato un anno di assestamento, nel corso del quale vi è stato un graduale ridimensionamento delle forme

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stabili a favore di quelle più flessibili. Al primo semestre 2017, il tempo indeterminato rappresenta ancora il 9,8%

dei contratti stipulati per i nuovi assunti in Piemonte Nord e continua lentamente a diminuire (-9,9%), perdendo 347 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Viceversa il tempo determinato, che copre quasi la metà delle assunzioni (49%), guadagna un totale di 3.459 contratti sul 2016 (+28,1%), oltrepassando le 15.000 unità in questa prima parte dell’anno. Vale la pena sottolineare due fenomeni singolari, che trovano riscontro anche a livello provinciale. Da una parte, il forte incremento avvenuto nelle attivazioni dei contratti intermittenti (o a chiamata), in linea con quello osservato in altre regioni italiane, che nel Piemonte Nord è addirittura il doppio (+264,5%) di quello regionale. Dall’altra, l’aumento registrato nel lavoro autonomo (+13,6%), più contenuto di quello relativo al lavoro subordinato (+14,7%), ma in controtendenza con il dato regionale in diminuzione.

Le assunzioni del primo semestre 2017 rispecchiano in parte quella che è la struttura imprenditoriale terziaria del territorio. La quota maggiore di ingressi arriva difatti dal settore dei servizi (49,5%), il più consistente anche in termini di unità locali. Al secondo posto si colloca il turismo che, nonostante il numero ridotto di imprese localizzate nell’area, raccoglie ben il 34,8% dei neoassunti, gran parte dei quali (74,3%) proveniente dalla zona centro- orientale del Piemonte Nord (nello specifico da Verbania, Arona, Borgomanero e Novara). Infine il commercio (15,7%), all’interno del quale la domanda di lavoro è inferiore rispetto a quella degli altri comparti e si presenta particolarmente concentrata attorno ai grandi agglomerati urbani, come nel caso dei servizi. Questi primi mesi del 2017 si contraddistinguono per l’elevato incremento avvenuto nella domanda di lavoro del Piemonte Nord, da parte delle aziende operanti nel settore turistico. Rispetto ai dati del primo semestre 2016, le assunzioni di questo comparto aumentano del +55,7% (corrispondente a +4.002 unità), una crescita che supera di ben 16,2 punti percentuali quella della regione. La provincia in cui si manifesta maggiormente questo fenomeno è Novara (+66,7%), all’interno della quale solo l’omonima delegazione registra un valore inferiore a tale media (+55,7%).

Le aree più virtuose, invece, si concentrano a Vercelli (dove Gattinara, Cigliano e Crescentino raddoppiano gli ingressi nel mercato del lavoro), sebbene la provincia di Verbano Cusio Ossola sia quella che, in termini assoluti, ha contribuito in maniera predominante al risultato positivo del Piemonte Nord, acquisendo ben 1.189 nuovi lavoratori.

Nel comparto dei servizi, quello che al primo semestre 2017 detiene la quota maggiore di flussi, la domanda cresce del 13,7%, in linea con quanto rilevato a livello regionale. Vercelli è la provincia con la variazione positiva più alta (+21,9%), dove ancora una volta, oltre a Santhià (+63,1%), spiccano le delegazioni di Cigliano, Gattinara e Crescentino (con percentuali superiori al +40%). In controtendenza, con prestazioni negative rispetto al primo semestre 2016, Domodossola (-4,9%) e Arona (-4%), in cui le assunzioni diminuiscono rispettivamente di 55 e di 42 unità. Il commercio, nonostante raffiguri come il comparto maggiormente in difficoltà, chiude positivamente il semestre (+11,1%). Da sottolineare come, in questo caso, sia la provincia di Novara ad abbassare la media (+1,6%), con una performance particolarmente influenzata dal risultato di Borgomanero, l’unico negativo fra le delegazioni, che perde 144 unità (-17%) rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente.

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