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View of Biotechnological innovation to the benefit of the rheumatic patient

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Academic year: 2021

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Reumatismo 3/2011 125

EDITORIALE

Reumatismo, 2011; 63 (3): 125-128

L’innovazione biotecnologica al servizio del paziente reumatico

Biotechnological innovation to the benefit of the rheumatic patient

G. Minisola

Presidente della Società Italiana di Reumatologia

L’

innovazione nel trattamento delle malattie reumatiche è stata lenta e poco rilevante fino alla fine dello scorso millennio, quando i farmaci impiegati era- no piuttosto datati e la disponibilità della strumentazione non era adeguata. Negli ultimi anni abbiamo invece assistito a una vera rivoluzione copernicana nella terapia e nella diagnostica di molte e importanti malattie reumatiche.

Se è vero che vecchi farmaci hanno trova- to nuove modalità di utilizzo e che nuovi strumenti hanno permesso sia di individua- re precocemente le alterazioni strutturali sia di misurare la progressione del danno anatomico, è altrettanto vero che il cambia- mento sostanziale ha coinciso con l’inno- vazione biotecnologica.

Tali farmaci, prodotti con tecniche di bio- logia molecolare, e denominati biologici, hanno trovato ampie e gratificanti possibi- lità di impiego nel trattamento delle pato- logie reumatiche infiammatorie immuno- mediate.

I principali vantaggi derivanti dal loro uti- lizzo nei pazienti reumatici consistono nel controllo dell’attività di malattia sino alla remissione, nell’arresto del danno struttu- rale, nel recupero dell’abilità, nell’impatto favorevole sulla qualità della vita e sull’at- tesa di vita e, non ultimo, nell’aumento della produttività. Quest’ultimo aspetto è di particolare interesse socio-economico perché le malattie reumatiche, nelle quali i farmaci biologici trovano specifica indi-

cazione, sono altamente invalidanti e colpi- scono in molti casi una popolazione giova- ne e in età lavorativa.

Affinché tali benefici si esplichino sono fondamentali la precocità della diagnosi, la tempestività del trattamento e il supe- ramento di vecchi ostacoli, quali la diffi- coltà degli stessi pazienti a riconoscere i sintomi della malattia nella fase iniziale e il ritardo del medico di medicina generale a indirizzare il paziente al Reumatologo.

Ciò avviene a causa di inadeguata infor- mazione, scarsa formazione e lacunosa conoscenza delle malattie reumatiche im- muno-mediate.

Quando il paziente giunge all’osservazione specialistica reumatologica viene applicato l’approccio “treat to target”, già in uso con successo nella gestione di altre condizioni croniche come il diabete e l’ipertensione.

Il concetto del “treat to target” implica la possibilità di raggiungere il più alto obiet- tivo terapeutico (remissione o bassa attività di malattia), a seconda della tipologia di paziente, utilizzando precocemente e riva- lutando tempestivamente le terapie dispo- nibili sulla base di un attento monitoraggio dell’attività di malattia (1-3).

L’individuazione tempestiva dei pazienti candidati al trattamento e il trattamento ef- ficace rappresentano un’opportunità straor- dinaria in termini di ricadute economiche, sociali ed etiche.

Stime di autorevoli centri di ricerca hanno tentato di quantificare il cosiddetto cost

Indirizzo per la corrispondenza:

Società Italiana di Reumatologia Via Turati, 40 - 20121 Milano E-mail: segreteria.sir@reumatologia.it

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G. Minisola

EDITORIALE

of illness delle patologie reumatiche e, in particolare, dell’artrite reumatoide. Per quest’ultima malattia emerge che, a fronte di un costo socio-assistenziale di 3,2-3,3 miliardi di euro l’anno, la componente a carico del Servizio Sanitario Nazionale non supera il 30% e comprende, oltre ai farmaci biologici, farmaci tradizionali, ospedalizzazioni, visite, esami diagnostici e terapia riabilitativa. I costi diretti non sa- nitari e i costi indiretti, quali quelli legati alla perdita di produttività e quindi all’im- possibilità di lavorare dei malati, rappre- sentano le voci di gran lunga preponde- ranti e confermano che l’artrite reuma- toide, al pari di altre malattie reumatiche, è un malattia a forte impatto sociale (4) (Turchetti G. Il costo sociale dell’artrite reumatoide. Dimensione, problematiche clinico-sociali, profili politico-gestionali.

Submitted).

In considerazione dell’impatto socio-eco- nomico delle patologie reumatiche per le quali sono indicati i farmaci biologici, oc- corre inquadrare il tema del loro costo in una prospettiva più ampia. Tale prospettiva deve tenere conto dei vantaggi derivanti

dalle concrete possibilità di risparmio su altre voci di bilancio dello Stato e della collettività e tali vantaggi vanno ad aggiun- gersi a quelli di tipo clinico (outcomes) inimmaginabili sino a un decennio fa.

Solo se si inquadra la spesa per la terapia farmacologia in questa ottica può emergere il vero e indiscutibile valore del farmaco per il paziente e per la società, come riconosciu- to anche nella recente indagine conoscitiva sulle patologie reumatiche della Commis- sione Igiene e Sanità del Senato (5).

Ovviamente, in un contesto come quello che stiamo vivendo, è sempre più impor- tante garantire che i farmaci vengano pre- scritti e somministrati in modo appropria- to, nel rispetto delle linee guida esistenti.

Il Reumatologo non si sottrae certo a tale dovere e, anzi, tiene in grande conto la so- stenibilità complessiva del sistema sanita- rio. Ogni legittima e doverosa verifica di appropriatezza non si può tradurre tuttavia in un razionamento improprio delle risor- se. Con specifico riferimento ai farmaci innovativi e a conferma della costante at- tenzione dei Reumatologi al contenimento della spesa, va sottolineato che l’Italia si

18.0%

16.0%

14.0%

12.0%

10.0%

8.0%

6.0%

4.0%

2.0%

0.0%

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Year

Proportion of patients treated Molecule | (AII)

Country

E13 France Germany Italy Spain United Kingdom

Figura 1 - Tasso di penetrazione dei farmaci biologici nei 5 maggiori Paesi dell’UE (6).

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Reumatismo 3/2011 127

EDITORIALE

L’innovazione biotecnologica al servizio del paziente reumatico

caratterizza per il più basso tasso di pene- trazione dei farmaci biologici tra i 5 mag- giori Paesi dell’Unione Europea (Fig. 1) e per una posizione in Europa di secondo piano, indicativa di scarsa attenzione delle Autorità competenti ai problemi dei malati reumatici (Fig. 2) (6).

Inoltre, non si può non considerare, con amarezza se non con vergogna, il pro- blema più generale dei tempi di accesso all’innovazione che vede ancora una vol- ta l’Italia in una posizione non certo lu- singhiera, con una media di 326 giorni di ritardo tra l’autorizzazione dell’EMA e la disponibilità dei farmaci a livello na- zionale (7). Se si entra poi nel dettaglio dei comportamenti delle varie Regioni, emerge che, a dispetto dell’intesa Stato-

Regioni, persiste una scandalosa diffor- mità di comportamento tra Regione e Regione per quel che concerne i tempi di inserimento dei farmaci nei rispettivi prontuari terapeutici (PTOR). Questa si- tuazione contrasta con il diritto di tutti gli italiani a un’assistenza improntata ad un principio di uguaglianza e non di discri- minazione (Fig. 3) (8). È quindi assoluta- mente necessario prevedere regole sovra- regionali che coniughino la soddisfazione delle legittime aspettative dei pazienti con la sostenibilità del sistema e, ovviamente, è preliminarmente necessario identificare chi ha titolo per legiferare.

Al di là delle persistenti lungaggini ammi- nistrative e delle inammissibili diversità in- terregionali e intraregionali possibili in un

Estimated proportion of prevalent patients treated with biologics (2008)

Norway Belgium Ireland Denmark Luxembourg Spain Sweden Greece Switzerland Finland France Netherlands E13 UK Germany Italy Portugal Czech republic Slovenia Austria Hungary Slovakia Estonia Lithuania Latvia Romania Poland Bulgaria

0% 5% 10% 15% 20% 25% 30%

Figura 2 - Tasso di penetrazione dei farmaci biologici in Europa (6).

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G. Minisola

EDITORIALE

Umbria Basilicata Veneto Valle D’Aosta Campania Emilia Romagna Trento Sardegna Toscana Lazio

0 50 100 150 200 250 300

145 170

190 194

210 213

219 219

278 284

Figura 3 - Tempi medi di attesa (in giorni) per l’inserimento nei PTOR.

sistema, come quello italiano, condizionato in ambito sanitario da personalismi com- portamentali e interpretativi, vi è il tema, non certo secondario, della libertà di scelta del clinico.

I farmaci innovativi già in commercio, che hanno rivoluzionato la terapia di molte e importanti malattie reumatiche lasciando intravedere la concreta prospettiva della remissione globale, nonché le nuove mo- lecole che stanno per arrivare, costituisco- no le armi a disposizione del clinico per individuare la terapia più appropriata per il singolo paziente e per personalizzare il trattamento secondo criteri di efficacia e si- curezza. Si tratta di criteri di trattamento ai quali il Reumatologo deve fare riferimento quando ritiene di dovere utilizzare farmaci biotecnologici, la cui complessità richiede modalità di ingaggio differenti da quelle previste per i vecchi farmaci di sintesi chi- mica.

La rivendicazione dell’autonomia del clini- co, quando accompagnata da appropriatez- za prescrittiva, è un servizio per il paziente e un adempimento all’impegno di contri- buire, con fatti e non con parole, alla rea- lizzazione e al mantenimento di un sistema sanitario economicamente ed eticamente sostenibile. La biotecnologia, altrimenti, rischia di essere uno sterile esercizio scien- tifico di ricerca, segno di modernità e pro- gresso, ma privo di ricadute rilevanti quan- to a produzione di salute.

n BiBliografia

1. Smolen JS, Aletaha D, Bijlsma JW, Breedveld FC, Boumpas D, Burmester G, et al. Treating rheumatoid arthritis to target: recommendations of an international task force. Ann Rheum Dis 2010; 69: 631-7.

2. Smolen JS, Landewé R, Breedveld FC, Dougados M, Emery P, Gaujoux-Viala C, et al. EULAR re- commendations for the management of rheuma- toid arthritis with synthetic and biological disease- modifying antirheumatic drugs. Ann Rheum Dis 2010; 69: 964-75.

3. Montecucco C, Caporali R, Matucci-Cerinic M.

Updating the Italian Society for Rheumatology recommendations for biologic therapy in adult patients with inflammatory rheumatic diseases.

Clin Exp Rheumatol 2011; 29 (Suppl. 66): S3-S6.

4 Cicchetti A, Ruggeri M, Gori F. Quanto costa la reumatologia. Il Sole 24 ORE Sanità, n. 36, 28 settembre 2010.

5. XII Commissione permanente Igiene e Sanità.

Indagine conoscitiva sulle malattie ad andamento degenerativo di particolare rilevanza sociale, con specifico riguardo al tumore della mammella, alle malattie reumatiche croniche ed alla sindrome HIV. Roma: Senato della Repubblica, 2011.

6. Kobelt G, Kasteng F. Access to innovative treat- ments in rheumatoid arthritis in Europe, 2009:

http://www.comparatorreports.se/Access%20 to%20RA%20Treatments%20October%202009.

pdf

7. Patient W.A.I.T. (Waiting Access Innovative The- rapies) Indicator per farmaci con autorizzazione EMA tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2009: www.efpia.org

8. Pammolli F, Integlia D. I farmaci ospedalieri tra Europa, Stato, Regioni e cittadini. Federalismo per i cittadini o federalismo di burocrazia? Qua- derno CERM 1/2009.

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