• Non ci sono risultati.

View of Remarks on the hydrogeological setting of S. Eufemia Lamezia plain through the development of the top surface of the intermediate confined aquifer (central Calabria)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "View of Remarks on the hydrogeological setting of S. Eufemia Lamezia plain through the development of the top surface of the intermediate confined aquifer (central Calabria)"

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

Considerazioni sull’assetto idrogeologico della piana di S. Eufemia Lamezia attraverso lo sviluppo della carta del tetto dell’acquifero confinato intermedio (Calabria Centrale)

Remarks on the hydrogeological setting of S. Eufemia Lamezia plain through the development of the top surface of the intermediate confined aquifer (central Calabria)

Enzo Cuiuli

Ricevuto: 16 ottobre 2015 / Accettato: 15 novembre 2015 Pubblicato online: 30 novembre 2015

This is an open access article under the CC BY-NC-ND license:

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/

© Associazione Acque Sotterranee 2015 Enzo Cuiuli 

Geologo

e.cuiuli@arpacal.it cuiuli@libero.it

Parole chiave: Piana di S. Eufemia, acquifero confinato, tettonica, schema di circolazione idrica sotterranea.

Keywords: S. Eufemia Lamezia plain, confined aquifer, tectonics, pat- tern of groundwater flow,

Riassunto: La piana di S. Eufemia Lamezia, situata nella Ca- labria centrale, è caratterizzata dalla presenza di un acquifero multistrato. In particolare in questo lavoro viene presentato l’ac- quifero artesiano intermedio contenuto nelle sabbie ed arenarie plioceniche. L’acquisizione di nuovi dati litostratigrafici, relativi a perforazioni per l’approvvigionamento idrico, ha permesso di car- tografare il tetto dell’acquifero confinato intermedio soggiacente nell’area di studio. La carta del tetto delle sabbie ed arenarie, qui presentata, sembra confermare i dati geologico-strutturali di su- perficie mostrando, anche in profondità, il condizionamento della tettonica sull’area di studio e sullo schema di circolazione idrica sotterranea. L’analisi delle stratigrafie selezionate evidenzia che l’acquifero studiato è costituito da depositi di sabbie ed arenarie plioceniche confinate al tetto da argille plioceniche. Pertanto lo- calmente sono possibili collegamenti idraulici con l’acquifero su- perficiale per fenomeni di drenanza. L’alimentazione dell’acqui- fero studiato avviene principalmente per ricarica laterale, poiché l’orizzonte argilloso che confina al tetto l’acquifero impedisce il travaso diretto delle acque meteoriche. Tuttavia una ridotta ali- quota di alimentazione dell’acquifero è dovuta alla ricarica mete- orica che avviene in limitate porzioni di territorio ad est dell’area

Abstract: The S. Eufemia Lamezia plain, located in central Cal- abria, is characterized by the presence of a multi-layered aquifer. In particular, it was studied the intermediate artesian aquifer, content in the Pliocene sands and sandstones. The collection of new lithostrati- graphic data, related to drilling for water supplies, allowed to draw the map of the top of intermediate artesian aquifer underlying in the study area. The top surface of sands and sandstones map, presented here, seems to confirm the structural-geological data of the surface showing, also in depth, the conditioning of tectonics on the study area and on the groundwater flow. The analysis of the selected stratigraphic data shows that the studied aquifer is constituted by Pliocene deposits of sand and sandstones, confined to the top by Pliocene clay. Therefore locally hydraulic connections with the shallow aquifer for leackage phenomena are possible. The supply of the studied aquifer happens mainly for lat- eral recharge because the clay horizon that borders with the top of the aquifer prevents direct transfer of rainfall recharge. However, a reduced recharge rate is due to the meteoric recharge, which is possible in limited parts of the territory to the east of the study area and over.

Therefore, this study aims to implement the knowledge of the groundwa- ter flow of S. Eufemia plain by returning the top intermediate confined aquifer map which, is little studied but strongly exploited because, re- spect to the shallow aquifer, is more productive and more protected by potential contamination due to the presence of the aquiclude/aquitard which isolates it by the top.

di studio ed oltre dove affiorano le sabbie ed arenarie. Dunque il presente studio si pone l’obiettivo di migliorare la conoscenza dello schema di circolazione idrica sotterranea della piana di S.

Eufemia attraverso la restituzione della carta del tetto dell’ac- quifero confinato intermedio che risulta poco studiato ma molto sfruttato visto che, rispetto all’acquifero freatico superficiale, ri- sulta maggiormente produttivo e più protetto da un eventuale contaminazione per la presenza di un acquicludo/acquitardo che lo isola al tetto

(2)

Introduzione

Lo studio di sistemi idrogeologici complessi ed in particola- re degli acquiferi profondi prevede diverse metodologie d’in- dagine. Nella letteratura nazionale ed internazionale recente in materia questi studi spesso vengono affrontati attraverso metodi geochimici poiché permettono di ricostruire la circo- lazione idrica sotterranea, caratterizzare il bacino di alimenta- zione, risalire anche ad eventuali fenomeni di mescolamento tra diversi acquiferi (La Vigna 2012). Meno frequenti sono invece gli studi di tipo idrogeologico quantitativo che cerca- no di capire le relazioni tra differenti acquiferi incrociando i dati di rilevamento idrogeologico e del bilancio idrologico con l’assetto geologico – strutturale dell’area di studio (La Vigna et al. 2012). Nell’ambito di questi studi la difficoltà maggio- re risiede nell’effettuare il monitoraggio degli acquiferi, in primo luogo a causa della poche perforazioni profonde spesso disponibili ed in secondo luogo per la frequente artesianità dell’acquifero che obbliga all’utilizzo di particolari strumenti di misura [flange di testa, manometri, sonde multiparametri- che ecc.] (La Vigna 2012). In particolare il presente lavoro che ha lo scopo di definire la carta del tetto dell’acquifero confina- to intermedio della Piana di S. Eufemia Lamezia (Calabria), è stato condotto secondo un’analisi prevalentemente stratigrafi- ca con l’ausilio d’interpolatori numerici.

La piana di S. Eufemia Lamezia è ubicata, in corrisponden- za dell’omonimo golfo, lungo il versante tirrenico calabrese (Fig. 1) ed è caratterizzata dalla presenza di una complessa struttura idrogeologica composta da tre falde sovrapposte se- parate tra loro da orizzonti argillosi. Mediante le stratigrafie acquisite è stata restituita la carta del tetto delle sabbie ed arenarie plioceniche che corrisponde al tetto dell’acquifero ar- tesiano intermedio, contraddistinto da risalite significative nei pozzi di captazione. Il fine ultimo del presente studio è quello di migliorare la conoscenza dello schema di circolazione idrica sotterranea della Piana di S Eufemia Lamezia cartografando il tetto dell’acquifero confinato intermedio molto sfruttato ma poco studiato. La necessità di una conoscenza più dettaglia- ta di quest’acquifero si deve al fatto che rispetto all’acquifero freatico superficiale quello artesiano intermedio risulta essere maggiormente produttivo e meno vulnerabile ad un’eventuale contaminazione per la presenza di un acquicludo/acquitardo che lo isola al tetto.

Inquadramento geologico – strutturale, geomorfologico ed idrogeologico

A scala regionale la Piana di S. Eufemia Lamezia ricade nel settore tirrenico del “Graben di Catanzaro” che attraversa la Calabria centrale da Est a Ovest separando il massiccio del- la Sila dalle Serre. Questo graben è una struttura tettonica d’importanza regionale che ricade nel più ampio e comples- so contesto geologico regionale dell’Arco Calabro Peloritano (Amodio Morelli et al. 1976). Il graben è colmato da depositi plio-quaternari ed è stato generato da faglie sub-verticali con direzione prevalente WNW – ESE con una componente di trascorrenza sinistra, la quale talvolta può diventare predomi-

nante (Gulla et al. 2005). Il bordo settentrionale del graben è individuato dalla faglia, d’importanza regionale, “Gizzeria – Nicastro – Pianopoli –Marcellinara” (Sorriso-Valvo e Tansi, 1996; Gulla et al. 2005), che, con andamento WNW-ESE, interessa il settore settentrionale dell’area di studio (Fig. 1) ri- bassando, verso SSW, i sedimenti quaternari di riempimento della piana rispetto al dominio cristallino-metamorfico della Sila. Nel settore settentrionale dell’area di studio, a ridosso di Nicastro, Sambiase ed oltre, la scarpata di faglia è in parte mascherata da conoidi di dimensioni rilevanti (Tortorici et al. 2002; Gulla et al. 2005). Questa struttura tettonica cor- risponde ad un ampio tratto della più estesa faglia Lamezia- Catanzaro (Tansi et al. 2007) responsabile insieme ad altre importanti faglie, poste all’ esterno dell’area di studio, di fe- nomeni di tettonica transpressiva nella Calabria centro set- tentrionale (Tansi et al. 2007). Di contro il bordo meridio- nale del graben è stato generato da due faglie meno evidenti:

la “Jacurso – Copanello” e la “Maida – Case San Fantino”

(Sorriso-Valvo e Tansi 1996; Cuiuli 2004; Gulla et al. 2005), orientate WNW-ESE e ribassanti verso NNE, che segnano il limite tra i litotipi cristallini del massiccio delle Serre ed i depositi plio-quaternari che colmano il graben (Sorriso-Valvo e Tansi 1996; Cuiuli 2004; Gulla et al. 2005). Questa faglia caratterizza il settore meridionale dell’area di studio (Fig. 1).

Un’altra importante struttura tettonica della piana è la faglia del torrente “Zinnavo” che passa, con andamento WNW–

ESE, lungo la costa in località Mortilla. Questa faglia che ribassa ulteriormente verso SSW i sedimenti quaternari di riempimento della piana è ben evidente sia perché disloca una conoide di deiezione, sia perché lungo la “scarpata di faglia”

si sono impostate altre due nuove conoidi, più recenti, che testimoniano un “ringiovanimento della stessa (Tortorici et al.

2002; Gulla et al. 2005) (Fig. 1). Il settore meridionale dell’a- rea di studio è ulteriormente caratterizzato dalla presenza di due faglie normali, afferenti al sistema orientato NNE–SSW e N-S (Tortorici et al. 2002; Gulla et al. 2005). La prima fa- glia è responsabile del sollevamento del terrazzo di S. Pietro Lametino mentre la seconda disloca quest’ ultimo rispetto ai settori più interni della piana su cui sorgono gli abitati di S.

Pietro a Maida e di Maida (Fig. 1). La maggiore evidenza mor- fologica dell’attività delle faglie descritte sono i tipici indica- tori morfostrutturali quali terrazzi e scarpate morfologiche, faccette triangolari ecc. (Sorriso-Valvo e Tansi 1996; Tortorici et al. 2002; Cuiuli 2004; Gulla et al. 2005). Infine ulteriore testimonianza dell’intensa attività tettonica dell’area è la “fi- nestra tettonica” presente, lungo il torrente Bagni in località Caronte, a monte dell’abitato di Lamezia Terme - Sambiase, (Fig. 1) in cui affiorano, rocce dolomitiche triassiche in un contesto geologico evidentemente più giovane.

I caratteri geologico – strutturali dell’area di studio sopra descritti sono stati rappresentati in figura 1, derivandoli dalla

“Carta litologico-strutturale e dei movimenti in massa della Stretta di Catanzaro” (Antronico et. al. 2001) da cui sono stati inoltre determinati i litotipi di seguito riportati.

(3)

Fig. 1 - : Carta Litologica - Strutturale della Piana di S. Eufemia Lamezia (derivata da Antronico et al. (2001), modificata e ridisegnata).

Fig. 1 - Lithological and Structural map of S. Eufemia Lamezia plain (derived from Antronico et al. (2001) modified and redrawn).

Depositi Sedimentari

• Alluvioni Ghiaioso - Sabbiose (Olocene): questi litotipi sono costituiti da terreni di origine fluviale, da depositi di conoide e da sabbie eoliche.

• Depositi terrazzati (Pleistocene): sono costituiti da con- glomerati e sabbie formati da ciottoli di rocce metamor- fiche immersi in una matrice sabbiosa a grana grossa.

Questi terreni, di origine continentale e marina, nell’in- sieme presentano una colorazione variabile tra il bruno ed il rossastro, un basso grado di consolidazione ed una permeabilità elevata.

• Coltri di alterazione (Pleistocene): deposti residuali di conglomerati e sabbie generati dall’alterazione dei gneiss kinzigitici e tonalitici paleozoici.

• Argille Siltose o Sabbiose (Pliocene): depositi argillosi di colore grigiastro con intercalazioni sabbiose, siltose e marnose, e lenti di gessi e calcari evaporitici. La permea- bilità di questi litotipi, variabile in funzione delle percen- tuali d’argilla presenti, è generalmente bassa.

• Sabbie ed Arenarie (Pliocene): di colore grigio bruno han- no granulometria da media a fine; localmente presentano intercalazioni siltose ed argilloso – siltose. La permeabi- lità è elevata.

• Conglomerati (Pliocene inf. – Miocene sup.): questi lito- tipi sono costituiti da ciottoli di rocce metamorfiche arro- tondati immersi in una matrice sabbiosa. Presentano una resistenza media all’erosione ed una permeabilità elevata.

Basamento Cristallino Metamorfico

• Argilloscisti e Filladi (Paleozoico): queste rocce che in affioramento si presentano fratturate e piegate con una colorazione grigiastra, se integre hanno una buona resi- stenza all’erosione ed una permeabilità bassa che cresce in funzione dell’aumento del grado di fratturazione.

• Gneiss Kinzigitici e Tonalitici (Paleozoico): questi litotipi si presentano in affioramento intensamente fratturati e alterati tanto da assumere talvolta l’aspetto di un sab- bione grossolano. La resistenza all’erosione è bassa e la permeabilità elevata.

• Gneiss occhialini, Paragneiss, Micascisti (Paleozoico):

queste rocce, in affioramento, si presentano spesso con alto grado di fratturazione e di alterazione. In generale tali litotipi hanno bassa resistenza all’erosione ed elevata permeabilità.

• Dolomie e Calcari dolomitici (Triass): di colore grigio chiaro, affiorano in “finestra tettonica” in località Caron- te presentandosi fratturate e brecciate. Queste rocce sono caratterizzate da una resistenza all’erosione da moderata ad elevata e da un elevata permeabilità.

Dal punto di vista geomorfologico nell’intera Stretta di Ca- tanzaro e quindi anche nell’area di studio, il motore principale delle dinamiche geomorfologiche è la tettonica. Infatti, lun- go il bordo settentrionale del graben, a ridosso della piana di S. Eufemia Lamezia, è evidente il generale motivo a gradinata dovuto al rigetto delle faglie sub-verticali che hanno dislocato

(4)

i vari settori della piana. Procedendo da monte verso valle, la morfologia dell’area di studio può essere schematicamen- te sintetizzata secondo la sezione geologica semplificata di figura 2, orientata N-S.

I rilievi montuosi della Sila degradano verso mare con su- perfici terrazzate d’origine marina, dislocate per effetto delle vicissitudini tettoniche subite dall’intera area, per poi lasciar posto alle ampie ed estese conoidi che insistono in prossimi- tà delle maggiori frazioni di Lamezia Terme (Nicastro, Sam- biase) ed oltre e che ricoprono i depositi terrazzati d’origine continentale. Successivamente si passa invece ai depositi al- luvionali.

Dal punto di vista Idrogeologico, lo schema generale di cir- colazione idrica sotterranea, ipotizzato in base ai dati disponi- bili, è articolato in:

a. Un acquifero superficiale non confinato che ha sede nei depositi alluvionali, nei fondo valle e nei depositi sabbiosi costieri (Cas.Mez. 1978; Cuiuli 2012), ed è caratterizzato da una piezometria compresa tra i 200 m e i 2,5 m dal livello del mare (Cuiuli 2012);

b. Un acquifero intermedio in pressione, oggetto del pre- sente studio, confinato al tetto ed al letto che ha sede nei depositi Sabbioso - Arenacei pliocenici posti a profondità comprese i 160 m e i - 280 m circa dal livello del mare;

c. Un acquifero profondo attestato a profondità maggiori (oltre i - 300 m di profondità dal livello del mare) su cui al momento si hanno pochi dati.

Metodologia e risultati

L’acquisizione di nuovi dati litostratigrafici, relativi a perfo- razioni per ricerca idrica, realizzati nella piana, ha consentito di migliorare la conoscenza relativa all’acquifero artesiano in- termedio, attraverso la restituzione della carta del tetto delle sabbie ed arenarie plioceniche (Fig. 3) sede dell’acquifero con- finato in oggetto. Purtroppo le stratigrafie censite si riferisco- no a pozzi di captazione della falda che nella totalità dei casi si attestano nell’acquifero intermedio senza mai attraversarlo.

Pertanto non è stato possibile determinare anche la profondità del letto delle sabbie ed arenarie. Lo studio condotto può esse- re schematicamente suddiviso in 7 fasi:

Fig. 2 - Schematic geological sec- tion of S. Eufemia Lamezia plain.

Fig. 2 - Sezione geologica schematica della piana di S. Eufemia Lamezia.

1. Analisi e ricostruzione, in base a dati di letteratura, dell’assetto litologico–strutturale dell’area di studio e dello schema generale di circolazione idrica sotterranea della Piana di S. Eufemia Lamezia;

2. Analisi delle stratigrafie di 120 pozzi perforati, a vario titolo, da soggetti pubblici e privati per l’approvvigiona- mento idrico a scopo irriguo e potabile;

3. Verifica delle stratigrafie censite attraverso confronto diret- to tra pozzi limitrofi. Questa fase ha portato all’individua- zione ed all’ eliminazione delle stratigrafie errate, ottenen- do il set di dati (102 stratigrafie di pozzi) che costituisce il database utilizzato per la costruzione della carta del tetto dell’acquifero confinato oggetto di studio (Fig. 3).

4. Individuazione, per ogni stratigrafia selezionata, della profondità del tetto delle sabbie ed arenarie che corri- sponde al tetto dell’acquifero artesiano intermedio. Le quote sono state rapportate al livello del mare (s.l.m.).

5. Costruzione delle isobate del tetto delle sabbie ed are- narie (Fig. 3) mediante l’interpolazione delle profondità rilevate dalle stratigrafie con metodo geostatistico (Kri- ging), utilizzando a tal fine un software commerciale (Surfer rel. 8.0).

6. Interpretazione geologico-strutturale, ai fini del presente studio, della carta del tetto dell’acquifero (Fig. 3) e veri- fica delle faglie tracciate per confronto diretto con dati di letteratura (Antronico et al. 2001; Tansi, et.al. 2007;

Tortorici et al. 2002) e con i profili sismici (AGIP 1979) disponibili.

7. Analisi/interpretazione dei dati litostratigrafici censiti e costruzione dei profili geologici (Figg. 4, 5).

Dallo studio condotto si evince, il controllo strutturale sulla geometria dei corpi acquiferi. La carta litologico-strutturale (Fig. 1) mostra l’influenza della tettonica sulla geomorfologia dell’area. Le faglie rappresentate in carta e descritte in prece- denza hanno dislocato i vari settori della piana ribassandoli.

La depressione tettonica è stata poi successivamente riempita con sedimenti marini e continentali che depositandosi hanno dato origine all’attuale piana di S. Eufemia Lamezia. La carta del tetto delle sabbie ed arenarie (Fig. 3), sembra confermare i dati geologico-strutturali di superficie. Infatti si evidenzia,

(5)

Fig. 3 - Top of intermediate confined ac- quifer map of S. Eufemia Lamezia plain with the location of surveyed wells.

Fig. 3 - Carta del tetto dell’acquifero confinato intermedio della Piana di S. Eufemia Lamezia con ubicazione dei pozzi censiti.

Fig. 4 - Geological profile A-B-C (NNW –SSE-SSW).

Fig. 4 - Profilo geologico A-B-C (NNO –SSE-SSO).

Fig. 5 - Geological profile B-D (WSW – ENE).

Fig. 5 - Profilo geologico B-D (OSO – ENE).

anche in profondità, il condizionamento della tettonica sull’a- rea di studio e sull’assetto idrogeologico di quest’ultima. Le faglie hanno obliterato i litotipi profondi modellando i depo- siti di sabbie ed arenarie, sede dell’acquifero confinato oggetto di studio, condizionando lo schema di circolazione idrica sot- terranea della Piana. L’acquifero intermedio risulta dislocato a profondità differenti al di sotto della piana; infatti soggiace ad una maggior profondità, rispetto al livello del mare, lungo la costa ed una minore profondità nelle aree più interne della piana ed a ridosso dei rilievi collinari. In particolare il settore più profondo dell’acquifero è delimitato da tre faglie che de- terminano la maggiore profondità rispetto al contesto. Queste

faglie sono: la faglia di “Zinnavo” orientata WNW–ESE, la faglia di “S. Pietro Lametino” orientata NNE-SSW, e la faglia orientata N-S che rappresenta il segmento settentrionale di una più estesa lineazione tettonica che interessa principalmen- te il bordo meridionale del graben di Catanzaro oltre la piana di S. Eufemia Lamezia.

Nel settore settentrionale interno della piana l’andamento del tetto dell’acquifero (Fig. 3) evidenzia la presenza di due faglie parallele orientate NNW-ENE. La prima, più a Nord, corrisponde ad un tratto della faglia d’importanza regionale

“Gizzeria – Nicastro – Pianopoli – Marcellinara” la seconda è una faglia gemella associata alla precedente.

(6)

Fig. 6 - Conceptual model of study area.

Fig. 6 - Modello idrogeologico concettuale dell’area di studio.

Per ciò che concerne la struttura dell’acquifero l’analisi delle stratigrafie censite conferma l’assetto ipotizzato dai dati in bi- bliografia, ovvero che lo stesso è costituito da depositi di Sab- bie ed Arenarie plioceniche caratterizzate da una granulome- tria da media a grossolana, tamponate al tetto da uno strato argilloso che separa l’acquifero superficiale da quello interme- dio. In particolare questo strato è costituito da argille plioce- niche, localmente limose e sabbiose, di spessore variabile tra i 10 m ed i 200 m a seconda dei settori della piana (Figg. 4 e 5).

La presenza di un orizzonte argilloso di confinamento al tetto dell’acquifero rende la falda in pressione, con significative ri- salite del livello piezometrico nei pozzi della piana, in alcuni casi anche al di sopra del piano campagna, come rappresen- tato nei profili geologici elaborati (Figg. 4, 5) e riportato in tabella 1. Tuttavia il grado di permeabilità delle argille può aumentare localmente, in funzione delle percentuali di sabbia e limo presenti, generando, in queste lenti, limitati fenomeni di drenanza tra i due acquiferi. Inoltre sono possibili collega- menti idraulici tra le falde per risalita d’acqua lungo le faglie presenti nell’area di studio. L’esistenza di interazioni, a piccola scala, tra la falda superficiale e quella intermedia è stata os- servata anche da altri autori (Sappa e Bianchini 1999) attra- verso l’utilizzo di metodi termo-conduttimetrici. Per ciò che concerne l’alimentazione dell’acquifero artesiano intermedio questa si suppone avvenga principalmente per ricarica laterale visto il suo confinamento che impedisce il travaso diretto del- le acque meteoriche. In particolare i recapiti sono provenienti da altri complessi idrogeologici in contatto laterale, quali gli argilloscisti e le filladi, i gneiss ed i micascisti che bordano l’area in esame. Queste rocce, come già dettagliato in prece- denza, si presentano intensamente tettonizzate. Pertanto le ac- que meteoriche, filtrando attraverso le fratture di queste rocce nelle zone di affioramento, riescono a permeare in profondità al di sotto dello strato argilloso di confinamento alimentan- do così l’acquifero artesiano sottostante. Tuttavia una ridotta aliquota di alimentazione del corpo idrico sotterraneo è dovu- ta, alla ricarica meteorica che avviene in limitate porzioni di territorio ad est dell’area di studio ed oltre, dove le sabbie ed arenarie sono presenti in affioramento. Quanto descritto viene sintetizzato nel modello concettuale di circolazione idrica sot- terranea di figura 6.

ID POZZI LIVELLO DI FALDA

(m da p.c.)

P2 + 2,75

P4 +1,50

P8 +3,75

P14 -25,40

P16 +1,02

P50 +3,50

P76 +1,77

P83 -10,90

P118 +8,70

Tab. 1 - Groundwater level of wells indicated in the profiles A-B-C (Fig. 4) e B-D (Fig. 5).

Tab. 1 - Livelli di falda dei pozzi indicati profili A-B-C (Fig. 4) e B-D (Fig. 5).

Dagli elementi estrapolati dalla banca dati meteoidrologica regionale, disponibile in rete all’indirizzo http://www.cfdca- labria.it, è stato determinato l’andamento pluviometrico del- la piana, graficando il valor medio mensile delle piogge nel periodo di osservazione disponibile. In particolare per l’area di studio esistono i dati relativi alle stazioni termo-pluvio- metriche di S. Eufemia Lamezia, attiva dal 1932 al 2001, e di S. Eufemia Palazzo, attiva dal 2001 al 2015. Essendo queste due stazioni vicine tra loro i dati estrapolati sono stati grafi- cati considerando un unico complessivo intervallo temporale:

1932 – 2015 (Fig. 7). Dall’andamento del grafico di figura 7 si evince che il regime pluviometrico dell’area di studio è con- traddistinto da un massimo ed un minimo corrispondenti alle stagioni invernali ed estive. Infatti l’assetto climatico della regione presenta autunni ed inverni mediamente freddi ma piovosi ed estati calde con lunghi periodi siccitosi. Pertanto gli apporti meteorici, nella zona di studio, sono più abbon- danti nei periodi piovosi dell’anno (Ottobre – Marzo) ten- dendo progressivamente a scemare sino a raggiungere periodi poco o per nulla piovosi nei mesi estivi (Luglio – Agosto).

Questa distribuzione stagionale delle piogge genera un picco pluviometrico in autunno-inverno (Fig. 7). Di contro sempre nell’acquifero superficiale ed in quelli limitrofi, durante l’esta- te, con maggior evidenza verso la fine della stagione, gli effetti

(7)

Fig. 7 - Rainfall trend of study area (1932-2001). Meteorological station of S. Eu- femia Lamezia.

Fig. 7 - Andamento pluviometrico dell’area di studio. Stazioni termoplu- viometriche di S. Eufemia Lamezia. (1932-2001) e di Lamezia Terme Palazzo (2001-2015).

negativi della scarsità di piogge portano, a registrare un mi- nimo pluviometrico. Pertanto, visto il modello idrogeologico concettuale ipotizzato (Fig. 6), è presumibile uno stretto rap- porto tra le variazioni pluviometriche stagionali nelle aree di ricarica (che sono per lo più al di fuori della zona di studio) e le variazioni di pressione nell’acquifero confinato in oggetto e quindi, sebbene al momento non sia abbiano dati al riguardo, si ipotizzano variazioni di piezometria tra stagione piovosa e siccitosa. Si precisa che sulla variazione piezometrica estiva in- fluiscono in generale, oltre alle cause naturali descritte, anche cause antropiche derivanti da un emungimento incontrollato dei pozzi, per uso agricolo e civile che risulta più intenso nei mesi estivi. Infatti la piana di S. Eufemia Lamezia è caratte- rizzata dalla presenza di numerosi stabilimenti per attività produttive, un significativo numero di aziende agricole, flo- rovivaistiche, e zootecniche in gran parte dotate di pozzi di emungimento ad uso irriguo/civile a cui si somma presenza, lungo la costa di insediamenti turistici ed abitazioni private dotate anch’essi di pozzi ad uso irriguo/civile.

Conclusioni

L’acquisizione di nuovi dati litostratigrafici ha permesso di cartografare dettagliatamente il tetto dell’acquifero artesiano intermedio della piana. Dallo studio condotto si evince il con- trollo strutturale sull’assetto geometrico degli acquiferi pre- senti nell’area di studio. In particolare la carta del tetto delle sabbie ed arenarie (Fig. 3), mostra come questa superficie sia dislocata a profondità differenti al di sotto della piana. Dal- la carta si rileva che il settore più profondo dell’acquifero, è delimitato da faglie che determinano la maggiore profondità rispetto al contesto.

Per ciò che concerne la struttura dell’acquifero studiato, l’a- nalisi delle stratigrafie censite conferma che questo è costituito da depositi di sabbie ed arenarie plioceniche, mentre lo strato che lo isola dall’acquifero superficiale è costituito da argille plioceniche, localmente limose e sabbiose. Queste confinano al tetto l’acquifero intermedio rendendolo in pressione con si- gnificative risalite nei pozzi della piana, talvolta anche al di sopra del piano campagna. Tuttavia sono presenti localmente

collegamenti idraulici tra i due acquiferi per fenomeni di dre- nanza. Sono inoltre possibili interazioni tra gli acquiferi per risalite d’acqua lungo le faglie che interessano l’area esami- nata. L’alimentazione dell’acquifero artesiano intermedio, av- viene principalmente per ricarica laterale proveniente da altri complessi idrogeologici che bordano l’area in esame e per una modesta aliquota per ricarica meteorica diretta. L’alternanza stagionale di periodi piovosi e siccitosi induce, nell’acquifero superficiale e nei complessi idrogeologici limitrofi, un massimo ed un minimo pluviometrico rispettivamente a fine inverno – primavera ed alla fine della stagione estiva. Pertanto visto il modello concettuale ipotizzato (Fig. 6), si suppongono varia- zioni di piezometria tra la stagione invernale e quella estiva.

In conclusione quindi, con il presente studio, si è voluto contribuire ad implementare le conoscenze idrogeologiche dell’acquifero multistrato soggiacente nella Piana di S. Eu- femia Lamezia attraverso la restituzione della carta del tetto dell’acquifero artesiano intermedio contenuto nelle sabbie ed arenarie plioceniche. Quest’ acquifero infatti al momento ri- sulta poco studiato e molto sfruttato poiché è più produttivo dell’acquifero freatico superficiale e con una migliore qualità delle acque vista la sua “protezione” ad opera di un acquiclu- do/acquitardo continuo che lo protegge da eventuali conta- minazioni. Pertanto la carta elaborata, sopra descritta, potrà trovare molteplici applicazioni nello studio delle dinamiche della falda, per diversi scopi applicativi.

Ringraziamenti: Si ringrazia il Dr. Giulio Riga per i dati forniti.

(8)

BIBLIOGRAFIA

AGIP (1979). Rapporto finale relativo all’attività svolta nel permesso di ricerca S. Eufemia – Lamezia (Calabria) “Final report on the activity carried out in the exploration permit S. Eufemia – Lamezia (Cal- abria)”. Progetto VIDEPI (2009-2015) – Ministero dello Sviluppo Economico, Società Geologica Italiana, Assomineraria. http://un- mig.sviluppoeconomico.gov.it/videpi. Citato Luglio 2015.

Amodio Morelli, L., Bonardi G., Colonna V., Dietrich D., Giunta G., Ippolito F., Liguori V., Lorenzoni S., Paglionico A., Perrone V., Picarreta G., Russo M., Scandone P., Zanettin-Lorenzoni E., Zuppetta A. (1976). L’Arco Calabro-Peloritano nell’ orogene Ap- penninico - Magrebide “The Calabrian-Peloritani Arc in the Apen- nine-Maghrebian chain”. Mem. Soc. Geol. It.,17: 1- 60.

Antronico L., Tansi C., Sorriso-Valvo M., Gullà G. (2001). Carta li- tologico – strutturale e dei movimenti in massa della Stretta di Catanzaro (Sc.: 1:50.000) “Lithological - structural and mass move- ments map of Catanzaro graben”. CNR – GNDCI, linea 2 – pre- visione e prevenzione di eventi franosi a grande rischio, U.O. 2.56, (Publ. 2119), Selca – Firenze. Arpacal

Centro Funzionale Multirischi – Banca dati meteoidrologici (2015).

Piogge e Temperature mensili delle stazioni meteoidrologiche di S. Eufemia Lamezia e di S. Eufemia Palazzo “Monthly rainfall and temperature of the meteorological station of S. Eufemia Lamezia and S. Eufemia Palazzo”. http://www.cfd.calabria.It. Citato Luglio 2015.

Cassa per il Mezzogiorno (1978) Studio organico delle risorse idriche in Calabria - Atlante delle carte piezometriche e della qualità delle acque (1:25,000). “Organic study of water resources in Calabria - Atlas of piezometric and water quality maps”. Poligrafica & Carte- valori – Ercolano (NA).

Cuiuli E. (2004). Studio dell’influenza dei caratteri strutturali sulla geomorfologia dell’area compresa tra Il fiume Amato, monte Cont- essa e monte Covello (Calabria) “Study of the influence of structural characters on the geomorphology of the area between the Amato river, mount Countessa and mount Covello (Calabria) “. Geologia dell’Ambiente, 4: 9 – 15.

Cuiuli E. (2012). Contributo alla conoscenza delle caratteristiche idro- geologiche della Piana di S. Eufemia Lamezia (Calabria) – Primi Risultati “Contribution to the knowledge of hydrogeological char- acteristics of S. Eufemia Lamezia plain (Calabria) - first results”.

Acque Sotterranee, 127: 19 - 32.

Cuiuli E. (2013) La carta della vulnerabilità intrinseca dell’acquifero superficiale della Piana di S. Eufemia Lamezia (Calabria) “The groundwater intrinsic vulnerability map of S. Eufemia Lamezia plain (Calabria) Acque Sotterranee, 132/2: 15 - 23. doi: 10.7343/

AS – 027 - 13

Gulla G., Antronico L., Sorriso – Valvo M., Tansi C. (2005). Proposta metodologica per la valutazione di indicatori di pericolo e rischio frana a scala intermedia: L’ area della stretta di Catanzaro (Calabria – Italia) “Methodological proposal for the evaluation of indicators of landslide hazard and risk to intermediate scale: The area of the Catan- zaro graben (Calabria - Italy)”. Geologica Romana, 38: 97- 121.

La Vigna F. (2012). Relazioni ed interferenze tra acquiferi profondi e superficiali “Relationships between deep and shallow acqifers”

Acque Sotterranee, 1/2012: 71 – 72. doi: 10.7343/AS-006-12- 0006

La Vigna F., Mazza R. e Capelli G. (2012). Detecting the flow relation- ships between deep and shallow acquifer in an exploited ground- water system, using long-term monitoring data and quantitative hydrogeology: the Acque Albule basin case (Rome, Italy). Hidro- geological Processes, 27/2013: 3159 – 3173 in Hydrogeological Processes, John Wiley & Sons, Ltd. http//onlinelibrary.wiley.com/

doi/10.1002/hyp.9494/abstract. doi 10.1002/hyp.9494. Citato Ottobre 2015

Sappa G. e Bianchini B. (1999). Caratterizzazione idrogeologica della Piana di S. Eufemia con l’ausilio di metodi termocoduttimetrici

“Hydrogeological characterization of the S. Eufemia plain using thermoconductometric methods”. Ingegneria e Geologia degli Aquiferi, 13: 19 – 29

Sorriso–Valvo M. e Tansi C. (1996). Carta delle grandi frane e de- formazioni gravitative profonde di versante della Calabria “Map of the large landslides and deep-seated gravitational slope deforma- tions of Calabria”. Selca Firenze.

Tansi C., Muto F., Critelli C., Iovine G. (2007): Neogene – Quater- nary strike-slip tectonics in the central Calabrian arc (southern Italy). Journal of Geodynamics, 43: 394 – 414. doi: 10.1016/j.

jog.2006.10.006

Tortorici G., Bianca M., Monaco C., Tortorici L., Tansi C., De Guidi G., Catalano S. (2002) Quaternary normal faulting and marine ter- racing in the area of Capo Vaticano and S. Eufemia Plain (Southern Calabria). Studi Geologici Camerti – nuova serie, 1: 156 – 171

Riferimenti

Documenti correlati

and in the latter the auxiliary’s position seems to be conditioned by the negative particle ni 22, so that Benveniste appears to be justified in saying that the reverse order, with

(Associazione Italiana Canyoning) ha realizzato e cura dal 1998 un Catasto delle Forre d’Italia, che conta ad oggi più di 600 elementi censiti, rappresentando il

Our model assumes that, before immigration, the native population of a developed country decides when future immigrants should be granted the right to vote, knowing that i

The model shows that a rational forward-looking government maximizing domestic welfare always prefers V CA to F CA if both the incumbent and the entrant are foreign …rms and if

The Friuli alluvial plain (North-East Italy) has a hydrogeological structure that allows identification of two distinct sectors with different characteristics (Fig. 1): the High

7 - Prova CRT: confronto tra i carichi piezometrici alla tripletta di piezometri P5 e il livello idrometrico del Fiume Adige (monte e valle sbarramento): (a) serie dati completa,

Le sessioni organizzate hanno riguardato discipline direttamente connesse all’idrogeologia come l’idrologia, l’idrogeo- chimica, il carsismo, l’ingegneria idraulica, la

In fact, although the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th edition – text revision (DSM-IV-TR) [3] classifies OCD as an anxiety disorder, some