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LETTERA APERTA Ai candidati Presidenti Ai candidati Consiglieri Elezioni Amministrative del Veneto 2015

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LETTERA APERTA Ai candidati Presidenti Ai candidati Consiglieri

Elezioni Amministrative del Veneto 2015

Per il lavoro e la crescita della nostra regione.

In vista delle elezioni amministrative del 31 maggio prossimo intendiamo intervenire nella campagna elettorale con un nostro contributo sui temi che riteniamo prioritari per il futuro del Veneto e sui quali daremo prosecuzione alla nostra azione di confronto e di iniziativa sindacale nei prossimi mesi, sia con la Giunta che con il Consiglio Regionale.

La nostra vera priorità, è quella del lavoro.

L’obiettivo comune di tutti, istituzioni, rappresentanze politiche e parti sociali, deve essere quello di operare affinché si recuperino, nel minor tempo possibile, quegli oltre centomila posti di lavoro che abbiamo perso con la crisi.

Solo in questo modo potremmo tornare sulla via del benessere sociale conquistato negli anni scorsi, dare un futuro ai giovani ed evitare il declino economico e sociale.

Per realizzare questo obiettivo è necessario che anche lo sforzo e l’impegno di tutti sia comune: le difficoltà da superare, le distanze da recuperare, i vuoti da colmare sono tali che nessuno può affrontarli con successo per conto proprio.

La nostra prima richiesta è quindi che le nuove istituzioni regionali e le rappresentanze politiche del Veneto operino responsabilmente per favorire e sostenere questo sforzo comune, abbandonando le contrapposizioni sterili, senza con questo cancellare una proficua dialettica delle idee e delle proposte nell’ambito del dialogo sociale.

I presupposti in questo senso ci sono tutti. E’ necessario però che ognuno faccia un passo indietro riponendo le proprie insegne (senza perciò abbandonare la propria identità) ed uno in avanti mettendo in primo piano le opportunità trasversali.

Sappiamo che il lavoro si crea (e si ricrea) solo con la crescita e lo sviluppo, ma non c’è processo automatico o spontaneo. Servono quindi interventi che incentivino l’abbinamento virtuoso crescita economica/sviluppo dell’occupazione.

Abbiamo quindi individuato quattro linee di azione (politiche) che raggruppano questi interventi e la cui realizzazione è nelle prerogative e nelle competenze degli attori regionali.

Cordiali saluti

Franca Porto, Segretaria generale USR Cisl Veneto

Venezia- Mestre 19 Maggio 2015

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LE QUATTRO LINEE D’AZIONE PER IL LAVORO E LA CRESCITA IN VENETO

Le politiche per la crescita economica

Rilanciare il manifatturiero sostenendo l’innovazione, la ricerca e l’export, potenziare il turismo valorizzando l’ambiente e la cultura, rigenerare le aree urbane: edilizia sostenibile, casa e vivibilità.

Accanto a questi interventi di settore è indispensabile realizzare un piano di infrastrutture (viabilità, logistica, comunicazioni, porto e aeroporti) che rendano più competitivo l’intero territorio regionale facilitando la mobilità delle persone e delle merci e gli investimenti produttivi internazionali. il contrasto alla corruzione, la tutela dei beni sociali e collettivi, la lotta alla burocrazia ne sono le pre-condizioni di fattibilità.

Le politiche per il lavoro

Potenziamento ed affinamento delle linee di azione del governo nazionale e della loro applicazione a livello locale in materia di incentivi al buon lavoro, contrasto al precariato e al lavoro nero, efficientamento dei servizi per l’impiego e il ricollocamento, diffusione della formazione continua, potenziamento della formazione professionale, sostegno alla contrattazione aziendale e territoriale pro-lavoro, incrocio scuola/università-lavoro.

Le politiche per rinnovare la pubblica amministrazione

Sulla base di una più precisa ripartizione delle materie di competenza tra Stato e Regioni così come previsto dalla riforma costituzionale in discussione al Parlamento, la Regione Veneto deve riorganizzare la propria macchina amministrativa puntando alla efficienza di gestione e alla riduzione degli sprechi in tutti gli ambiti operativi, a partire dalla gestione del territorio e dei servizi di welfare. Anche i Comuni devono fare la loro parte con la fusione per le entità più piccole, l’unione negli altri casi. Vanno sfruttate appieno le potenzialità della Città Metropolitana. In questo contesto vanno ricollocati i dipendenti delle ex Province. Infine va semplificato il sistema di governance di tutte le aziende di pubblica utilità con la loro aggregazione su dimensioni ottimali e riducendo drasticamente i CdA.

Le politiche per il benessere sociale

Far crescere la cultura della solidarietà, della coesione e della inclusione sociale, contrastare le discriminazioni e le emarginazioni, sostenere il volontariato e l’associazionismo, riorganizzare la spesa sociale per sostenere le persone e le famiglie in modo proporzionale al loro reddito, regolare e consolidare in modo trasparente il rapporto tra il settore pubblico e la cooperazione sociale, definire piani di intervento a favore delle persone non autosufficienti che integrino sanitario e sociale, riorganizzazione degli Ater e piano casa regionale.

VENEZIA- MESTRE 19 MAGGIO 2015

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