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1. D RAMMATURGIA E IMPEGNO POLITICO : D AVID E DGAR

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Academic year: 2021

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1. D RAMMATURGIA E IMPEGNO POLITICO : D AVID E DGAR

David Edgar è uno dei drammaturghi più importanti della scena britannica del secondo Novecento. Il fulcro tematico delle sue opere è costituito dall’esplorazione della relazione tra l’arte, le forme di governo e la società.

L’analisi sociale e politica risulta, di conseguenza, l’aspetto preponderante della sua attività teatrale. Oltre a rivestire un ruolo di primo piano nella drammaturgia britannica, grazie alla collaborazione con la Royal Shakespeare Company e il Royal National Theatre, il drammaturgo ha anche contribuito a produzioni televisive, sia adattando alcune delle proprie opere, originali e non, sia scrivendo delle serie per la BBC. Edgar, in virtù del proprio impegno politico e artistico, è diventato nel corso degli anni uno dei principali opinionisti del Guardian: la sua produzione giornalistica spazia da tematiche di carattere sociopolitico ad argomenti culturali e artistici. Il suo impegno teatrale si esprime non solo attraverso la produzione di testi per il palcoscenico ma anche tramite l’insegnamento.

L’attività didattica rappresenta un aspetto importante nella sua carriera: è il

fondatore del primo corso di studi di drammaturgia nel Regno Unito, il

Master of Arts in Playwriting dell’Università di Birmingham (attivo dal

1989), che ha avuto tra i suoi studenti anche la giovane Sarah Kane. Edgar è

stato direttore di questo corso fino al 1999. Oltre a dedicarsi alla produzione

di testi teatrali e alla collaborazione con giornali e riviste in veste di

(2)

VII commentatore politico e culturale, Edgar è anche autore di saggi e studi sulla storia del teatro contemporaneo e sulla scrittura per la scena 1 . How Plays Work 2 , pubblicato nel 2009, è il risultato della sua esperienza come docente ed è esemplificativo della produzione saggistica di Edgar in merito alla drammaturgia. In questo capitolo verrà delineata la carriera dell’autore di Albert Speer, concentrando l’attenzione sulle tappe principali e sulle tematiche ricorrenti.

1.1. Formazione e avvicinamento alla politica

David Edgar nasce a Birmingham nel 1948 in una famiglia attiva da generazioni in ambito sia teatrale che televisivo. Per questo motivo cresce circondato da stimoli creativi che ben presto saranno indirizzati verso l’attività drammatica e drammaturgica. Recita e scrive per il teatro già durante l’infanzia. Assiste a rappresentazioni teatrali di ogni genere e a quindici anni ha già visto quasi tutto il repertorio di Shakespeare. Terminati gli studi superiori, il giovane Edgar decide di iscriversi alla University of Manchester e di seguire un BA in Drama. Nell’ambiente universitario inizia a interessarsi alla politica militante, fattore che sarà decisivo nella sua produzione sia teatrale che giornalistica. La politica diventa, quindi, un aspetto predominante nella sua formazione, grazie anche alla collaborazione con il giornale universitario, al quale si dedica con passione. Edgar consegue la laurea nel 1969 e subito dopo intraprende per qualche anno la carriera di giornalista, collaborando con il Bradford Telegraph and Argus.

Nei primi anni dopo la laurea stabilisce un sodalizio con una compagnia teatrale dal nome General Will per la quale produce alcuni drammi agit-

1

Cfr. The Second Time as Farce: Reflections on the Drama of Mean Times, Lawrence and Wishart, London 1988; cfr. State of Play: Playwrights on Playwriting, Faber and Faber, London 1999.

2

Cfr. D. E DGAR , How Plays Work, Nick Hern Books, London 2009.

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VIII prop 3 . La fine della censura e l’aumento delle sovvenzioni giocarono un ruolo di primo piano della produzione di Edgar per la compagnia General Will. Nel 1968 nel Regno Unito una legge aveva abolito la censura dei testi teatrali 4 . Gli anni ’60 e ‘70 l’ente Arts Council iniziò a erogare sovvenzioni pubbliche alle produzioni teatrali in modo capillare e, in aggiunta a ciò, l’intero settore poté contare anche su sovvenzioni di enti locali e regionali, nell’ambito della nuova politica welfare del governo Wilson 5 . Questa nuova politica di agevolazione delle arti condizionò in modo positivo l’espansione del teatro alternativo, che, in situazioni diverse, difficilmente sarebbe riuscito a reggersi sui soli proventi delle recite.

1.2. Destiny e la Royal Shakespeare Company

La svolta nella carriera del giovane drammaturgo si verifica nel 1976 quando un suo dramma, Destiny 6 , viene messo in scena dalla Royal Shakespeare Company nella sala più piccola del teatro di Stratford-upon- Avon, The Other Place 7 . Questo momento è significativo da due punti di vista. Da un lato, Destiny rappresenta un trampolino di lancio verso il grande pubblico: collaborare con la RSC gli dà la possibilità di rivolgersi a un pubblico più vasto e variegato. Dall’altro Destiny rappresenta una svolta

3

Agit-prop è un termine di origine russa, derivante dalla contrazione del sintagma agit(acija)

"agitazione" e prop(aganda) "propaganda". Questo genere specifico di teatro politico affonda le proprie radici nella Russia post rivoluzionaria degli anni ’20. Lo scopo principale dell’agit-prop era la produzione di testi drammatici di stampo didattico volti all’educazione delle masse incolte ai principi del marxismo. Tradizionalmente le produzioni di questo tipo venivano messe in scena da attori dilettanti in luoghi insoliti, come le fabbriche e le sedi dei sindacati. L’agit-prop divenne una forma di propaganda sovietica che fu esportata nei paesi del blocco comunista e utilizzata anche dai movimenti socialisti nel blocco occidentale. Negli anni ’30 in Inghilterra, infatti, si formò il Workers Theatre Movement, associazione delle compagnie agit-prop, nucleo originario dello Unity Theatre di Londra. Cfr. P. B ILLIGHAM , At The Sharp End, Methuen Drama, London 2007, p. 43.

4

Cfr. http://www.legislation.gov.uk/ukpga/1968/54, 17/04/14, 11:22.

5

Cfr. B. K ERSHAW (a cura di), The Cambridge History of British Theatre, vol. 3, Cambridge Univeristy Press, Cambridge 2004, p. 301.

6

Cfr. D. E DGAR , Destiny, in Plays:1, Methuen Drama, London 1997.

7

Cfr. At The Sharp End, op. cit., pp. 29-30.

(4)

IX anche nello stile e nella metodologia del drammaturgo, in quanto, pur conservando caratteristiche peculiari dell’agit-prop, il dramma si configura come un’opera più matura. Destiny, infatti, presenta ancora tematiche e riferimento diretto al pubblico tipici dell’agit-prop, ma allo stesso tempo possiede una strutturazione della trama decisamente più complessa e una maggiore caratterizzazione dei personaggi. Questi ultimi non sono delle maschere fisse ma presentano una psicologia profonda e sfaccettata.

L’argomento del dramma è la fine dell’Impero Britannico e l’ondata di razzismo che invase il Regno Unito nel ventennio successivo e portò alla formazione di movimenti di estrema destra come il National Front. Il dramma di Edgar nasce dall’esigenza di gettare luce sullo spinoso problema dell’integrazione degli anni ’70. Negli anni precedenti il Regno Unito aveva conosciuto un momento di forte intensificazione dei flussi migratori provenienti dalle ex colonie britanniche che, in aggiunta all’aumento dell’inflazione e della disoccupazione, aveva contribuito al generarsi di una pericolosa ondata di nazionalismo, di cui il famoso discorso “Rivers of Blood” di Enoch Powell del 1968 è diventato il simbolo. Nel 1976, per contenere ulteriormente il dilagare di comportamenti razzisti da parte della popolazione, il governo laburista di James Callaghan emanò il “Race Relations Act”, una legge che sanzionava le discriminazioni razziali.

Destiny risale alle origini di queste tensioni: l’indipendenza dell’India, ottenuta nel 1947. Il dramma mostra i vari personaggi in evoluzione per dimostrare allo spettatore che il razzismo è una pulsione pericolosa presente nella società britannica di quel momento storico. Questa prima opera impegnata rivolta al grande pubblico è emblematica dell’idea di Edgar che l’arte non possa essere slegata dalla politica 8 . Questo è un concetto essenziale per Edgar, rintracciabile in molte delle sue opere, ma anche per altri drammaturghi che, come lui, si occupano di analisi sociale e politica e, partendo dal teatro alternativo, sono arrivati ai palcoscenici mainstream.

8

Cfr. S. P AINTER , Edgar: The Playwright, Methuen Drama, London, 1996, p. 3.

(5)

X Nello stesso anno, ad esempio, Weapons of Happiness di Howard Brenton 9 , diretto da David Hare, fu il primo dramma commissionato per il National Theatre a South Bank.

1.3. Adattamenti

Negli anni immediatamente successivi Edgar si dedica in particolar modo ad adattamenti per il teatro, sia di romanzi che di biografie. Nel 1978 vengono messi in scena i primi due adattamenti che portano la sua firma:

The Jail Diary of Albie Sachs 10 e Mary Barnes 11 . Il primo, prodotto dalla Royal Shakespeare Company, debutta al Warehouse, mentre il Birmingham Repertory Theatre ospita il secondo. Entrambe le sceneggiature sono tratte da autobiografie e toccano argomenti delicati per la società degli anni ’70.

Albie Sachs è la drammatizzazione di un periodo della vita dell’omonimo protagonista, un giovane avvocato sudafricano che nel 1963 venne arrestato e imprigionato per effetto della legge sudafricana denominata Ninety Days Act. La legge in questione stabiliva che un cittadino potesse essere arrestato e detenuto in isolamento fino a novanta giorni a scopi investigativi, senza che la polizia avesse l’obbligo di formulare accuse a suo carico. Allo scadere dei novanta giorni il prigioniero veniva scarcerato ma la polizia conservava il diritto di arrestarlo nuovamente appena dopo il rilascio 12 . Durante i 168 giorni trascorsi in isolamento, Sachs tenne un diario che fu pubblicato dopo il suo rilascio. Questa autobiografia è la fonte principale del dramma di Edgar. The Jail Diary of Albie Sachs sarà analizzato nel terzo capitolo del presente elaborato in quanto presenta delle affinità metodologiche e tematiche con Albert Speer.

9

Cfr. T. M ITCHELL , File on Brenton, Methuen, London 1987, p. 8.

10

Cfr. The Jail Diary of Albie Sachs, op. cit..

11

Cfr. Edgar: The Playwright, op. cit., p.54.

12

Cfr. E. P IXLEY , The Jail Diary of Albie Sachs, «Theatre Journal», Vol. 31, No. 3 (Oct., 1979),

The Johns Hopkins University Press, pp. 419-42.

(6)

XI Il successo maggiore di Edgar, in termini di risonanza mediatica, arriva senza dubbio qualche anno dopo. Nel giugno del 1980 Edgar propose al pubblico britannico The Life and Adventures of Nicholas Nickleby, in collaborazione con la Royal Shakespeare Company e con la regia di Trevor Nunn. L’impresa era monumentale: 39 attori ricoprivano 123 ruoli, il dramma era diviso in due parti e fu anche mandato in onda dalla BBC 13 . L’adattamento del romanzo di Charles Dickens fu il risultato di un lavoro corale della compagnia. Il dramma è ambientato in epoca vittoriana ma l’autore lo interpreta dalla prospettiva del Regno Unito dell’inizio degli anni ’80, nel corso del primo governo Thatcher, poiché individua dei parallelismi tra le due epoche: principalmente la rivoluzione tecnologica e l’incertezza sociale 14 . Edgar, in questo adattamento, indaga i limiti del sistema capitalistico vigente e si domanda se la filantropia dei singoli individui possa realmente provocare un cambiamento nel sistema sociale. In Nickleby il drammaturgo cerca di porre l’accento sulle idee di comunità e società in contrasto con l’individualismo capitalista.

1.4. Una prospettiva europea

Da intellettuale impegnato di sinistra, Edgar si è interessato profondamente ai grandi cambiamenti che si sono susseguiti in Europa negli anni ’80 e ’90.

Nel 1983 debutta Maydays, frutto ancora una volta della collaborazione con la Royal Shakespeare Company. L’ambiguità del titolo, che occhieggia sia alla festività del primo maggio che al segnale radiofonico internazionale che indica una richiesta di soccorso, sintetizza l’argomento principale del dramma: la caduta dell’ideale politico socialista. Edgar si è formato negli anni ’60, un periodo di forte fermento politico in cui i giovani lottavano per

13

Cfr. Edgar: The Playwright, op. cit., p. 67.

14

Cfr. ibidem, p. 73.

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XII la parità dei sessi, per i diritti dei neri, degli omosessuali, dei poveri e degli immigrati. Questa generazione si è ritrovata, vent’anni dopo, a fare un bilancio: erano stati fatti alcuni passi avanti in materia di pari opportunità e di integrazione razziale, ma le speranze di modificare la struttura dei sistemi capitalistici al fine di renderla più equa erano state deluse 15 . Mentre Maydays racconta la crisi dei giovani marxisti degli anni ’60 che si ritrovano, negli ’80, ad affrontare la caduta dei propri ideali, The Shape of the Table fa riferimento alle conseguenze del crollo dell’Unione Sovietica.

Il dramma viene messo in scena nel 1990, subito dopo la caduta del muro di Berlino, ed è ambientato nell’Europa centrale. Nel 1994, invece, Edgar decide di scrivere un’opera sulla crisi dei Balcani: Pentecost è ambientata in una chiesa di un Paese fittizio nel sud-est europeo e, come suggerisce il riferimento biblico del titolo, mette in scena una situazione di improvviso incontro culturale dovuto, in questo caso, non all’intervento dello Spirito Santo, ma all’insorgere di conflitti armati. Il dramma, ricorrendo all’analogia biblica dell’incontro linguistico della Pentecoste e contrapponendola, nell’ultimo atto, a quella della torre di Babele, raffigura i limiti dell’utopia di un’Europa veramente unita 16 .

1.5. Il nuovo millennio

All’inizio del 2000 Edgar torna a collaborare con la Royal Shakespeare Company e il National Theatre mettendo in scena ancora una volta l’adattamento di un’opera narrativa. In questo caso si tratta di Albert Speer 17 , tratto dalla biografia Albert Speer: His Battle with Truth 18 di Gitta Sereny. Pur non essendo un dramma che narra della contemporaneità

15

Cfr. R EINELT – H EWITT , The political theatre of David Edgar, Cambridge University Press, Cambridge 2011, pp. 65-6.

16

Cfr. Ibidem, pp. 240-1.

17

Cfr. Albert Speer, op. cit..

18

Cfr. Albert Speer: His battle with truth, op. cit.

(8)

XIII britannica o europea, Albert Speer è un testo di argomento rilevante dal punto di vista storico e culturale per tutto il mondo occidentale. Con quest’opera Edgar crea una narrazione epica delle vicende di un personaggio chiave di un periodo cruciale del Novecento europeo e analizza il rapporto tra arte e stato totalitario.

Negli ultimi anni Edgar ha continuato a trattare tematiche di rilevanza nazionale e internazionale. Per quanto riguarda le conseguenze a lungo termine della caduta del muro di Berlino, nel 2001 Edgar conclude la trilogia discontinua, della quale The Shape of the Table e Pentecost rappresentano i primi due capitoli, con The Prisoner’s Dilemma 19 . L’ultimo capitolo di questa saga è ambientato ancora più a est, al confine con il mondo islamico. The Prisoner’s Dilemma utilizza la metafora dei giochi di ruolo praticati sia nelle università che nei negoziati di pace per narrare la storia di un’immaginaria repubblica ex-sovietica dilaniata dai conflitti etnici. Edgar critica le modalità di intervento dell’occidente all’interno di queste dinamiche poiché spesso nascondono secondi fini o si configurano come una vera e propria invasione. L’inserimento in appendice del testo a stampa di una cronologia di eventi dal titolo “War and Peace after the Cold War”, nella quale si fa riferimento ai conflitti in Irlanda del Nord, in Bosnia, in Cecenia e in Kuwait, rende manifesta la rete di riferimenti esterni che rende l’opera un compendio della gestione dei conflitti nel decennio successivo alla caduta del Muro 20 .

Con Playing with Fire, invece, dramma prodotto nel 2005 dal National Theatre, lo sguardo di Edgar torna a rivolgersi alla sua madrepatria, allo “stato della nazione”. Il dramma, che può essere considerato il terzo capitolo di una trilogia di cui fanno parte anche Destiny e Maydays, è ambientato in un paesino fittizio di nome Wyverdale e mette in scena il fallimento della politica di integrazione culturale del New

19

Cfr. D. E DGAR The Prisoner’s Dilemma, Nick Hern Books Unlimited, London 2002.

20

Cfr. The political theatre of David Edgar, op. cit., pp.247-9.

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XIV Labour, la quale, invece di eliminare le differenze tra i diversi gruppi etnici, le ha rafforzate 21 .

Dopo più di quaranta anni di attività drammaturgica, culturale, politica e didattica, Edgar continua a dare il proprio contributo alla sfera intellettuale britannica e internazionale, scrivendo per il teatro e collaborando con giornali e riviste per recensire e commentare libri ed eventi. Grazie al suo continuo impegno politico e all’ampia produzione teatrale David Edgar continua a essere ancora oggi una delle figure di primo piano del teatro britannico.

21

Cfr. Ibidem, pp. 127-8.

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