della sua vita, un paesaggio che è fusione di figure e natura all'interno di un vortice di

LXXV

4. CONCLUSIONE

L'opera di ispirazione virgiliana di Turner è caratterizzata da un percorso che si riallaccia, all'inizio, alla grande tradizione del paesaggio classico, per poi distaccarsene e giungere in quella estrema regione della luce e del «nulla», come chiamarono sprezzantemente la sua arte alcuni critici dell'epoca. Questi dipinti ripercorrono la riflessione e lo sviluppo artistico del pittore sul paesaggio e i suoi poteri affettivi: erede di una tradizione illustre e di un modello importante, Claude Lorrain, il pittore mostra, nel corso della carriera, un approccio più originale e moderno: dal paesaggio classico di Enea e la Sibilla Cumana al lago Averno, fondato sull'equazione idealismo/natura, egli

giunge a dipingere, nelle quattro tele sulla storia di Enea e Didone realizzate al termine

della sua vita, un paesaggio che è fusione di figure e natura all'interno di un vortice di

luce. In questi quadri l'artista diviene un visionario, il racconto è liberamente

interpretato e gli studi del paesaggio di Claude e delle sue opere giovanili divengono

apparizioni nebulose, visioni delle visioni; esso diviene un paesaggio della mente in cui

si fonde presente e passato, storia antica e storia personale: «l'immagine turneriana […]

LXXVI appare come qualche cosa di inafferrabile e di ambiguamente definibile entro uno spazio non più definito prospetticamente»

. Esso non è più semplice mimesi del reale, la natura rappresentata è espressione dell'angoscia e del vuoto della coscienza umana. Egli è travolto da un'immaginazione folle che altro non è che una profonda e intima inquietudine.

L'antichità, un appiglio sicuro su cui rimarcare i propri principi, viene avvolta dal caos della psiche e il sommo poeta latino giunge, assieme al più grande paesaggista dell'Ottocento, in quella estrema regione della luce e della visione, in cui la dissoluzione luminosa e materica del racconto poetico sembra anticipare la stagione novecentesca dell'Informale.

1 F. ARCANGELI, Lo spazio romantico, in Dal Romanticismo all'Informale. Lezioni

Accademiche 1970-71, Minerva edizioni, Bologna 1976, p. 10.