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Matthew Barney e Norman Mailer Elementi di riflessione fra video e romanzo

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Academic year: 2021

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INDICE

Introduzione ………...pag. 5

Capitolo 1. Breve biografia di Matthew Barney ………...pag. 8 Capitolo 2. Opere di Matthew Barney ………...……….pag. 10

2.1 Prima di Cremaster Cycle ………...………pag. 10 2.2 Dopo Cremaster Cycle ………...pag.12

Capitolo 3. Cremaster 1, analisi e commento ………...………...pag. 14 3.1 Presentazione dei personaggi ……….………..………...pag. 14 3.2 Il furto dell’uva ………...…....…pag. 15 3.3 Il mito dionisiaco nel paradiso di Cremaster 1………...…...…..pag. 16

Capitolo 4. Cremaster 3, analisi e commento ………..………pag. 18 4.1 Mito e leggenda ………..………...…….pag. 18 4.2 Un gangster movie nel Chrysler Building di New York ……....………....pag. 19 4.3 L’ippodromo dei cavalli- zombie ………...………....pag. 23 4.4 La visita “dentistica”………pag. 24 4.5 The Order ………pag. 25 4.6 La punizione per Hiram Abiff ………...………...…..pag. 27 4.7 Cremaster 3 e il viaggio attraverso i generi cinematografici ………...…...pag. 28 4.8 Autocitazioni e riferimenti all’Irlanda ………...……...…..pag. 28 4.9 L’intermezzo The Order ………...…...pag. 29 4.10 Richard Serra attore ………...…...…pag. 31

Capitolo 5. Cremaster 4, analisi e commento ……….……...……….pag. 32 5.1 Prologo dell’episodio ………...……….pag. 32 5.2 La caduta in mare di Luoghton Candidate e lo schianto dell’Ascendig Hack ………...………..………..pag. 33 5.3 Un finale per l’inizio di Cremaster 5 ……….……….…pag. 35

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2 5.4 Cremaster 4: primo episodio ……...….………..…pag. 35 5.5 Cremaster 4 è di genere maschile ……….………..pag. 37

Capitolo 6. Cremaster 5, analisi e commento ………..…………...……….pag. 39 6.1 L’opera lirica ………..……….pag. 39 6.2 L’amore tra la Regina e il Mago ……….…....pag. 41 6.3 Il Gigante delle terme di Gellert ………...….….pag. 41 6.4 Il misterioso finale ………...pag. 42 6.5 Una doppia interpretazione ……….………pag. 43 6.6 L’acqua è vita o morte? ……….……….…...…...pag. 43 6.7 Il sonoro di Cremaster 5 ………...……….….pag. 44 6.8 Il terrore di Ursula Andress per il proprio ruolo di “The Queen” ………...……...…...……pag. 45 6.9 Il Mago ………...………...………..pag. 45

Capitolo 7. Cremaster 2, analisi delle immagini .…………...……….pag. 47 7.1 Prologo ………...…….pag. 47 7.2 La seduta spiritica ………...…...…….pag. 47 7.3 Man in black/Johnny Cash ……….………...……..pag. 49 7.4 La doppia auto ………...………..pag. 50 7.5 Il canto a testa in giù ………...……pag. 50 7.6 Il Tabernacolo mormone ………...……..pag. 51 7.7 Il rodeo ………...….pag. 52 7.8 The Two Dancers, una scena intermedia ………...…..pag. 52 7.9 L’incontro al World’s Columbian Exposition ………..…..pag. 53 Capitolo 8. Simbologia in Cremaster 2 ………….………...……pag. 55 8.1 Analisi dei riferimenti simbolici ………...…..pag. 55 8.2 Il mago e l’omicida ………...………...…...pag. 60

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3 Capitolo 10. Gary Gilmore tra Matthew Barney e Norman Mailer …………pag. 67

10.1 Matthew Barney antinarrativo ………...………...……pag. 67 10.2 Chi era Gary Gilmore? ………..pag. 68 10.3 Infanzia e giovinezza di Gary Gilmore …..………...……pag. 69 10.4 Così inizia la narrazione di Norman Mailer ………..pag. 70 10.5 L’impotenza di Gary Gilmore: tra romanzo e video ……….pag. 72 10.6 Gli omicidi ………....pag. 74 10.7 Il processo ………...…..pag. 78 10.8 L’esecuzione capitale ………pag. 81 10.9 La prigionia ………...pag. 83

Capitolo 11. Lawrence Schiller ………...….pag. 86 11.1 Larry e Gary ………..pag. 86 11.2 Il Signore della Terra ………...……….pag. 88 11.3 Gary Gilmore fotografato da Lawrence Schiller ……...…...………pag. 90 11.4 The executioner’s song, il film ………...……...………...pag. 90 11.5 Gary Gilmore, l’immortale ………...………pag. 91

Capitolo 12. Comprendere Cremaster Cycle attraverso i concetti: situazione, condizione e produzione ………...………...………….pag. 92

Capitolo 13. Le principali caratteristiche di Cremaster Cycle ……...…...……pag. 94 13.1 La mappatura geografica-autobiografica di Cremaster Cycle e la Land Art ………...pag. 94 13.2 Gli spazi interni- artificiali ………pag. 96 13.3 Le monumentali colonne sonore di Cremaster Cycle ………...pag. 96 13.4 I suoni diegetici di Cremaster 2, 3 e 5 ………...…..……….pag. 97 13.5 La musica come sottofondo: Cremaster 1………...………..…..pag. 100 13.6 I rumori di Cremaster 4 ………...……pag. 100 13.7 I costumi scultorei del ciclo ………...…...pag. 101

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4 Capitolo 15. Cremaster Cycle continua a vivere anche dopo le riprese: sculture, fotografie e disegni ………...………...……pag. 105

Capitolo 16. Il prodotto Cremaster Cycle …………...……….………..pag. 109

Conclusioni ……….………...………..pag. 110

Bibliografia ………...………...………pag. 112

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5 Introduzione

Matthew Barney è stato riconosciuto unanimemente come uno dei maggiori videoartisti americani, se non il più grande, di questi ultimi anni. Nonostante la giovane età, il suo curriculum annovera numerosi lavori, tra i quali Cremaster Cycle. Quest’opera di videoarte, articolata in cinque episodi e terminata nel 2005, ha suscitato notevole curiosità tra i critici d’arte contemporanea, che si sono cimentatati in un’approfondita analisi finalizzata alla comprensione dei significati, delle peculiarità e degli obbiettivi che caratterizzano la fatica del grande artista. Infatti Cremaster non risulta un lavoro di facile comprensione e, nonostante qualche indicazione da parte del regista in occasione di rare interviste, rimane un’opera che esorta ininterrottamente lo spettatore verso una faticosa, ancorché gratificante, ricerca attraverso innumerevoli rimandi simbolici. Sicuramente il punto di partenza per la comprensione del contenuto di Cremaster non può che essere il corpo e, in particolar modo, il muscolo cremastere citato nel titolo dell’opera; esso è responsabile della differenziazione sessuale tra uomo e donna a livello fetale, in seguito al suo movimento discendente o ascendente

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Ma altri elementi chiave sono indubbiamente la biografia di Matthew Barney, la geologia e la mitologia. La maggior parte dei testi critici usciti in America, ma se vogliamo anche in Italia, tentano di far luce sul significato di ciascun episodio dell’opera per mezzo di spiegazioni degli elementi simbolici, con riferimento alle varie correnti filosofiche e artistiche che il regista riprende, e ai rimandi mitologici e biografici.

La mia tesi di laurea magistrale vuole essere uno studio che, seppur riprendendo questa struttura già presente in altri testi, parte dall’analisi minuziosa delle immagini dei cinque episodi, cercando di far luce su alcune simbologie non ancora trattate e dandone delle interpretazioni, talvolta, mi auguro, innovative.

Ma il nucleo del mio lavoro è l’analisi di Cremaster 2, in particolar modo del sonoro e della sceneggiatura di questo particolare episodio, e del rapporto tra il video e il romanzo di Norman Mailer, The executioner’s song, dal quale Matthew Barney ha preso spunto. Molti testi che trattano Cremaster Cycle, come quello dello studioso e critico cinematografico Antonio Fasolo, si sono limitati ad accennare alla sceneggiatura di Cremaster 2, che poi si rivela essere l’unico episodio del ciclo in cui i personaggi recitano qualche battuta. Tuttavia, avendo ritenuto importante comprendere il

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6 significato delle parole pronunciate dagli attori, ho trascritto qui i dialoghi e ho cercato di dar loro un’interpretazione. Il lavoro non è stato semplice, soprattutto per l’assenza della sceneggiatura nei vari testi; per questo ho sbobinato, tradotto e studiato approfonditamente tutto il materiale. La difficoltà più grande è stata l’attribuzione ai dialoghi del loro significato, in quanto essi non hanno funzione narrativa, ma simbolica, proprio come tutti quanti gli elementi che caratterizzano Cremaster Cycle. Per riuscire in questa delicata nonché complessa operazione, di grande ausilio si è rivelato il confronto con Francesca Agamennoni, dottoranda in Generi Letterari presso l’Università degli Studi dell’Aquila, e autrice di un articolo sul rapporto tra Cremaster Cycle e The executioner’s song (che ho citato nel corso della tesi), confronto grazie al quale sono giunta ad alcune conclusioni circa un monologo di cui farò menzione nelle pagine seguenti.

Come ho accennato in precedenza, uno dei punti principali della tesi è il rapporto tra video e narrazione. Cremaster 2 di Matthew Barney prende spunto dal romanzo The executioner’s song dello scrittore americano, nonché premio Pulitzer, Norman Mailer. Non è un caso che il romanziere interpreti uno dei personaggi principali del video, ossia Harry Houdini. Il testo racconta il caso dell’omicida americano Gary Gilmore, un avvenimento che fece notizia in tutto il mondo. L’uomo, infatti, accusato di aver commesso due omicidi, fu condannato alla pena di morte. Dopo qualche tempo, nello stato dello Utah, fu abolita la pena capitale ma, nonostante questo, Gilmore chiese nondimeno di voler essere giustiziato, a mezzo di una fucilazione. L’assassino divenne così un personaggio mediatico: tutti volevano conoscerlo, intervistarlo e qualcuno, addirittura, amarlo. Inoltre leggenda vuole che fosse nipote illegittimo del mago Harry Houdini, motivo in più che lo rese una celebrità. Nel 1979, ad esecuzione avvenuta, Norman Mailer decise di scrivere un testo su questa vicenda, utilizzando come fonte tutto il materiale raccolto dall’amico regista Lawrence Schiller. Quest’ultimo, nato come fotografo della rivista Life, interessatosi a Gary Gilmore, per qualche tempo si trasferì nello Utah e riuscì ad intervistare i parenti e i conoscenti dell’uomo; infine conobbe lo stesso Gary Gilmore, con il quale instaurò, nonostante qualche prima difficoltà, un rapporto molto confidenziale. Ma Schiller non si limitò a questo: egli raccolse una grande varietà di articoli comparsi su quotidiani e riviste dell’epoca che trattavano il caso Gilmore ed ebbe la possibilità di entrare in possesso della corrispondenza tra l’assassino e la fidanzata Nicole Baker. Infine Lawrence Schiller,

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7 una volta consegnato tutto il materiale a Norman Mailer e pubblicato il libro The executioner’s song, girò un film tratto dal romanzo.

Matthew Barney, sicuramente attratto dal caso Gary Gilmore, ma anche da gran lettore di Norman Mailer quale è, non perse tempo a scegliere come protagonisti di tutto Cremaster Cycle il personaggio dell’omicida e quello del mago Harry Houdini, da lui ritenuto il proprio alter ego, tanto più che i due, probabilmente, erano uniti da un lontano legame di sangue.

Cremaster 2, quindi, è dichiaratamente tratto dal romanzo di Norman Mailer e racconta, per immagini, alcuni episodi descritti nel testo, talvolta apportandone modifiche, soprattutto di tipo narrativo. In uno dei capitoli più importanti della mia tesi ho voluto sottolineare il risultato nato dal confronto tra il romanzo e il video, avvalendomi di spunti offerti dalla tesi di laurea in Lingue e Letterature Straniere di Roberta Valorosi, laureatasi presso l’Università degli Studi di Pisa con una tesi dal titolo The Executioner’s Song: a true life novel di Norman Mailer. Questo testo accademico tratta approfonditamente del romanzo dello scrittore americano e affronta tematiche quali la commistione tra realtà e finzione, la predestinazione, il rapporto tra Nicole Baker e Gary Gilmore e quello tra quest’ultimo e Satana. Alcuni di questi elementi sono ripresi anche da Matthew Barney e, da me presentati, nel capitolo «Gary Gilmore tra Matthew Barney e Norman Mailer».

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8 Capitolo 1 - Breve biografia di Matthew Barney

Matthew Barney nasce a San Francisco, in California, il 25 marzo 1967, da Robert e Marsha Gibney. Nel 1973, con la nascita della sorella Tracy, la famiglia si trasferisce a Boise, in Idaho, dove il padre gestisce la mensa dell’Università Statale della città. Nel 1979 la madre di Matthew Barney abbandona la famiglia e si trasferisce a New York per rincorrere il suo sogno di artista concettuale; i figli vengono affidati al marito, sebbene continuino ad avere rapporti con la madre.

Al liceo Barney si dedica allo sport, diventando capitano della squadra di football della scuola, nel ruolo di quarterback. Tutti i giorni si allena presso il Bronco Stadium di Boise, luogo dove poi girerà Cremaster 1. Inoltre eccelle in molte altre discipline sportive, in particolar modo nell’atletica leggera e nella disciplina, non proprio sportiva, del wrestling. Nell’estate del 1985 intraprende la carriera di fotomodello per pagarsi l’iscrizione alla prestigiosa università di Yale; questa carriera lo costringe ad abbandonare lo sport. Viene assunto da una delle più importanti agenzie di moda americane, la Click Modeling Agency, che gli permetterà di fare servizi fotografici per firme come Ralph Lauren e J. Crew. In seguito si iscrive a Yale, dove inizialmente frequenta la facoltà di medicina, abbandonandola dopo due semestri per il dipartimento di Arte e per dedicarsi in particolar modo alle arti visive. Nel 1989 si laurea con una tesi dal titolo Field Dressing, un video girato in due stanze del Payne Whitney Gymnasium di Yale dove già troviamo l’elemento della vaselina.

Successivamente Matthew Barney si trasferisce a New York con l’amico e collega Michael Rees, insieme al quale prende casa. Barney riscuote un certo successo presso i galleristi di Brooklyn e nel 1990 espone il suo video Field dressing nella collettiva dell’Althea Viafora Gallery di New York. Qui riscuote il suo primo successo tanto che la gallerista della Petersburg Gallery, Clarissa Dalrymple, gli propone una personale. Purtroppo, però, due giorni prima che apra la mostra, la Petersburg chiude. Proprio in quei giorni Barney conosce Mary Farley, giovane artista come lui, che presto diventerà sua moglie.

Clarissa Dalrymple, dispiaciuta per l’accaduto, nel 1991 raccomanda Matthew Barney ad una sua collega, Barbara Gladstone, e invitandola a puntare molto sul giovane; la

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9 gallerista non ci mette molto ad intuire le potenzialità del giovane e così gli propone un contratto grazie al quale Matthew Barney riesce ad esporre i suoi lavori su tutto il territorio degli Stati Uniti d’America. Barbara Gladstone sarà anche colei che produrrà Cremaster Cycle e i vari DRAWING RESTRAINT. A partire dal 1992 Matthew Barney vince prestigiosi premi artistici, tra i quali quello per il miglior videoartista esordiente alla Biennale di Venezia del 1993 e l’Europa 2000 Prize. La soddisfazione per aver ottenuto questi premi gli darà la forza e la carica giusta per iniziare, nel 1994, a lavorare a Cremaster, forte di un budget iniziale di 200.000 dollari, che di anno in anno aumenterà sempre più. Nel 1996 ottiene lo “Hugo Boss Prize”, promosso dal museo Guggenheim, istituzione i cui ambienti faranno da scenario in Cremaster 3, nel 2002. Nell’agosto del 2001 Matthew Barney incontra per la prima volta l’artista islandese Bjork e, dopo pochi giorni, divorzia da Mary Farley. Tra Bjork e Matthew Barney nascerà, oltre che un grande amore, anche una collaborazione lavorativa, in quanto lei sarà presente in molti lavori del compagno.

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10 Capitolo 2 – Opere di Matthew Barney

2.1 - Prima di Cremaster Cycle

Matthew Barney inizia nel 1987 a lavorare ad un progetto artistico e seriale dal titolo DRAWING RESTRAINT, che tutt’oggi è ancora in fase di realizzazione. Si tratta di una serie di azioni performative che lo vedono protagonista nella realizzazione di alcuni disegni in contesti di estrema tensione fisica, o, per citare il titolo dell’opera, di estrema “restrizione” fisica. Egli unisce l’arte alla grande fatica che caratterizza lo sport agonistico, dando vita a performance che esplorano desiderio e repressione. In Drawing Restraint 1, Barney si arrampica sulle pareti del proprio studio, per poter realizzare i disegni; per riuscirvi è obbligato a vincere la trazione di una fascia elastica che, fissata sul pavimento, gli impedisce di muoversi liberamente. Il fine è quello di eseguire i disegni nel momento di massima tensione provocata dall’elastico, e quindi nel punto più alto della parete. Gli strumenti che lui usa come matite sono delle aste di metallo, molto lunghe, sulla cui cima c’è della grafite; anche gli strumenti causano difficoltà nella realizzazione del disegno. Il risultato è un insieme di segni quasi minimali, molto semplici; difatti l’attenzione è maggiormente incentrata non tanto sul prodotto della performance, quanto sulla performance stessa. A partire da Drawing Restraint 2 viene inserito un ulteriore elemento, ossia il field emblem. Si tratta del logo che accompagnerà Matthew Barney in molti lavori, compreso Cremaster Cycle, ed è rappresentato da una forma ovale attraversata da una linea di divisione, uno stemma araldico che rappresenta un orifizio (di forma ovale), chiuso dalla linea che lo divide. In Drawing Restraint 2 il logo lo si trova stampato su di un materassino.

Se i primi lavori di questa serie venivano registrati quasi in maniera amatoriale, a partire da Drawing Restraint 7, ma soprattutto da Drawing Restraint 9, essi diventeranno dei veri e propri lavori di videoarte. Drawing Restraint 7, del 1993, è stato presentato alla Biennale del Whitney e alla Biennale di Venezia, dove ha ricevuto un premio. La struttura di questa videoinstallazione comprendeva tre monitor, alcuni disegni e delle piccole sculture. Le immagini che illuminavano i monitor erano quelle di satiri e corpi asessuati, che si muovevano all’interno di una limousine in viaggio per le strade di

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11 Manhattan. Una vera e propria anticipazione immaginaria del mondo di Cremaster Cycle.

Un lavoro precedente a Cremaster Cycle è Field dressing, l’opera con cui Matthew Barney si è laureato a Yale. Essa risale al 1989 ed era composta da due video e un’installazione. In uno dei due video compariva l’artista nudo, con una cuffia sulla testa, delle scarpe e legato con un’imbracatura da arrampicatore, che si calava dal soffitto di una stanza verso un contenitore, il field emblem, ricolmo di vaselina, con la quale egli ostruiva tutti gli orifizi del proprio corpo (ano, occhi, bocca, orecchie, pene). In questo modo il corpo contenuto all’interno della stanza, diventava a sua volta contenitore, una volta chiuso ermeticamente.

Del 1991 è invece Blind perineum, performance eseguita da Matthew Barney presso la Barbara Gladstone Gallery di New York e, sempre qui, filmata. Questo lavoro vede ancora una volta l’artista arrampicarsi sulle mura della galleria d’arte, anche qui nudo, imbracato, con un casco da speleologo e scarpe da scalatore, e armato di chiodi da ghiaccio. Matthew Barney interpreta “The Character of Positive Restraint” che, dopo essersi arrampicato e calato nella tromba delle scale della galleria, fugge ed entra in una cella frigorifera dove è presente una scultura in vaselina che raffigura una panca da sollevamento pesi. Il video che rappresenta questa performance si protrae per un’ora e mezza e vede, quindi, i complicati e faticosi movimenti fisici dell’artista, che sembra essere immune al freddo della cella frigorifera.

Sempre dello stesso anno è Radial drill, la prima opera – video di Matthew Barney nella quale non si limita a documentare una performance. Possiamo dire che si tratta della prima vera sperimentazione con il video da parte del regista. Radial drill è un cortometraggio di videoarte, di circa 5 minuti e che vede protagonisti, oltre che Matthew Barney, anche altri attori intenti a muovere alcuni oggetti. Già in questo lavoro troviamo la tematica della dubbia sessualità, che poi verrà approfondita maggiormente in Cremaster Cycle; lo stesso artista qui interpreta personaggi dalla sessualità molto ambigua.

Nel 1992 Matthew Barney lavora ad OTTOshaft, un’opera che presenterà alla IX edizione di Documenta, una delle più importanti rassegne d’arte al mondo. Anche stavolta l’artista utilizza gli spazi di un museo, il Friedericianum Museum di Kassel, in modo particolare gli spazi degli ascensori e del garage. Il protagonista dell’opera, ricordato anche nel titolo della stessa, è Jim Otto, giocatore americano di football, dalle ginocchia artificiali (anche in Cremaster Cycle Matthew Barney sceglierà un

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12 personaggio sportivo abbastanza particolare, ossia Aimee Mullins, atleta con arti inferiori artificiali). L’installazione prevede la presenza di tre monitor, dove scorrono tre opere differenti: OTTOdrone, OTTOshaft e Autodrone. Nella prima compare la madre di Barney nei panni di Al Davies, il manager degli Oakland Raiders, che insegna a Jim Otto a suonare Amacing Grace, con una cornamusa. In OTTOshaft ritroviamo il personaggio di Blind perineum, The Character of Positive Restraint, sempre interpretato da Matthew Barney, che ancora una volta è impegnato nella scalata delle trombe degli ascensori del museo, che qui vogliono rappresentare le canne della cornamusa (questa scena verrà ripresa in Cremaster 3). In Autodrone lo stesso personaggio tenta di inserire le canne della cornamusa nei propri orifizi, appositamente dilatati mediante strumenti medici, per trasformare se stesso in strumento musicale.

2.2 - Dopo Cremaster Cycle

Nel 2003, dopo aver realizzato interamente Cremaster Cycle, Matthew Barney riprende la serie Drawing Restraint, con il capitolo 8. Drawing Restraint 8 è un ritorno al primo episodio, in quanto manca quell’eccesivo utilizzo di mezzi che ha caratterizzato i lavori precedenti. L’artista decide di presentarlo alla Biennale d’arte di Venezia, in quanto l’opera non prevede video, ma una semplice installazione formata da disegni, esercizi calligrafici (dove ritorna il field emblem), inseriti all’interno di tavoli di vetro. Egli utilizza, per la realizzazione di questi disegni, la grafite, l’acquerello e il gel di petrolio su carta, il tutto incorniciato da supporti di policarbonato con filato di nylon, acrilico e Vivak.

L’anno successivo Matthew Barney lavora ad un’altra installazione, De Lama Lamina, in occasione del carnevale di Salvador De Bahia, in Brasile. A questo lavoro hanno partecipato il musicista Arto Lindsay e un migliaio di danzatori e attori. De Lama Lamina consiste in un classico carro da carnevale, diviso in due parti, una che rappresenta il mondo terrestre e l’altra, quello sotterraneo. Il tema principale della performance è costituta dalle avventure dell’ambientalista Julia Butterfly Hill, che nel 1997 si era trasferita su un albero affinchè non fosse abbattuto, per manifestare contro il disboscamento della foresta amazzonica. Un’attrice la interpreta durante la performance, che vede un trattore, le cui ruote sono ricoperte da fango, formato nella parte posteriore da una sorta di gigante candelabro, alla cui base vi sono delle radici. Il

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13 mezzo è affiancato da 30 batteristi e 1.000 ballerini. Inoltre in questa performance troviamo un altro protagonista, che tuttavia rimane invisibile agli spettatori; si tratta di Greenman, l’uomo verde, «una creatura in parte umana e in parte vegetale, nata da due divinità Cadomblé, un’antica religione spiritualista brasiliana.»1

Nel 2005 Matthew Barney realizza un ulteriore episodio sella serie Drawing Restraint, il nono, e lo presenta alla LXI Mostra Cinematografica di Venezia nel 2005. Questo è l’ultimo film dell’artista fino ad oggi, che si contraddistingue nettamente dagli altri episodi della serie per le riprese effettuate in spazi esterni. Insieme a lui recita la compagna Bjork, che ha curato anche le splendide colonne sonore dell’opera. Quest’ultima è ambientata sull’ultima baleniera giapponese e racconta due storie: le fasi della realizzazione di un’enorme scultura a forma di field emblem, e la vicenda d’amore tra i due Ospiti Occidentali, ossia i due personaggi interpretati da Barney e Bjork. I due protagonisti indossano abiti che ricordano fortemente quelli tradizionali del Giappone, con l’aggiunta di una rivisitazione quasi fantascientifica. Una delle scene più interessanti di Drawing Restraint 9 è quella della cerimonia del tè, nella quale vediamo i due Ospiti Occidentali abbracciarsi, baciarsi e infine, con dei coltelli, tagliarsi gli arti inferiori; si tratta di una scena molto sensuale e allo stesso tempo violenta, una sorta di eccentrico rituale erotico sado-masochistico. La stanza dove siedono gli Ospiti Occidentali, una volta feritisi a vicenda, si riempie improvvisamente di una sostanza gelatinosa e i due si trasformano in balene, scomparendo poi nell’oceano. Questo film è un continuo riferimento alla cultura giapponese e presenta, inoltre, molte immagini e caratteristiche di Cremaster Cycle, soprattutto del quinto episodio. In occasione delle riprese di Drawing Restraint 9, Alison Chernick ha seguito Matthew Barney e Bjork nel sud del Giappone, al fine di realizzare un documentario sul rapporto reale tra i due compagni di vita e quello in funzione di personaggi dell’opera.

Come ho sopra accennato, Drawing Restraint 9 è l’ultima opera video che Matthew Barney ha realizzato fino ad oggi; tuttavia ha continuato a lavorare con le installazioni proseguendo la serie DRAWING RESTRAINT .

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14 Capitolo 3 – Cremaster 1, analisi e commento

3.1 - Presentazione dei personaggi

Il primo episodio di Cremaster Cycle è stato prodotto nel 1995 e apre il ciclo in un’atmosfera interamente vellutata e fiabesca, con un prologo che vede due ballerine soffiare delle bolle di sapone e sorridere, ammiccando, alla camera da presa. Questo è l’unico episodio in cui il regista non compare fisicamente e rappresenta lo stato di ascensione totale del cremastere2 e l’indifferenziazione sessuale. Per Cremaster 1, Matthew Barney ha scelto di rifarsi al musical americano degli anni ’30 e '40: musiche, coreografie, costumi, trucco e acconciature ricordano i lavori di Busby Berkeley, regista e coreografo statunitense, e, in particolar modo, le coreografie geometriche e tutte al femminile del musical By a waterfall del 1933. Cremaster 1 prevede tre ambientazioni, ossia il Bronco Stadium di Boise, nell’Idaho (stadio dove il regista giocava da ragazzo) e gli interni di due dirigibili che si trovano sospesi ed immobili al di sopra del campo sportivo, ma che non hanno l’usuale funzione di registrare e trasmettere la partita. Gli aeromobili riportano la scritta “Goodyear”, nota azienda americana di pneumatici, e il logo della stessa, ovvero uno stivaletto alato che ricorda le calzature divine di Mercurio, che è proprio il simbolo di Cremaster 1. In questo episodio compaiono molti personaggi, tutti femminili, la maggior parte dei quali all’interno del Bronco Stadium: si tratta delle Goodyear Chorus Girls, ossia delle ballerine che, vestite con abiti a cerchio e acconciate alla moda anni ’30, danzano in gruppo con gesti semplici, rispettando perfettamente il ritmo di una musica orchestrale fiabesca e armoniosa, che è possibile ascoltare solo in occasione delle scene girate in esterno; al contrario, per quelle girate negli interni, le note sono quelle di uno xilofono, che ricordano un carillon per bambini. All’interno dei dirigibili si trovano cinque donne, quattro delle quali indossano abiti da hostess in stile anni ’30; inizialmente le vediamo unire le mani sul tavolo, in seguito camminare lentamente nello spazio, guardare attraverso le finestre, specchiarsi, fumare e sedere innanzi al tavolo. Quest’ultimo, in entrambi i dirigibili, è ricoperto da tovaglie bianche e al centro è collocata una scultura astratta in vaselina che ricorda, per stile,

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15 l’Art Deco e, per forma, il sistema riproduttivo, circondata in un aerostato da uva bianca e nell’altro da uva rossa. Al di sotto dei tavoli si nasconde il quinto personaggio, contemporaneamente presente in entrambi i dirigibili. Si tratta di Goodyear 3, ossia una starlet hollywoodiana dal vestiario molto particolare: porta i capelli biondo platino raccolti in un’acconciatura che tende verso l’alto, un vestito bianco di raso, corto e scollato, calze legate alle gambe con dei laccetti, un rossetto dal colore molto acceso e delle scarpe con i cinturini legati alle caviglie e forniti di un particolare tacco posto sotto le dita del piede destro, a forma di imbuto rovesciato.

3.2 - Il furto dell’uva

Goodyear assume una posizione fetale, attorcigliata attorno alla gamba centrale del tavolo, in uno spazio ben illuminato e molto stretto, quasi fosse una gabbia; dopo aver scucito il telo che ricopre i tavoli con alcune forcine, la donna preleva gli acini rossi in un dirigibile, verdi nell’altro, assumendo una postura più rilassata e guardando, di tanto in tanto, verso la macchina da presa. Una volta ingeriti, gli acini escono dalla fessura del suo tacco, andando a formare delle figure geometriche, le stesse riprodotte dal corpo di ballo nel campo sportivo. In queste sequenze è possibile notare un serrato montaggio alternato che mette in luce l’analogia tra le coreografie delle ballerine e le posizioni assunte dagli acini d’uva sul pavimento. Tra le varie forme, le ballerine, e quindi gli acini d’uva, disegnano linee parallele, ovali e cerchi che poi si dividono e che ricordano la scissione cellulare, e infine due gonadi, che daranno vita o ai testicoli o alle ovaie. Le gonadi, inoltre, sono rappresentare dalla forma dei due aerostati, mentre l’utero dal Bronco Stadium di Boise. Come ho accennato prima, Matthew Barney, durante la propria infanzia, frequentava questo campo sportivo per gli allenamenti di football e quindi, in una certa maniera, è stato il luogo del suo sviluppo fisico. Questo potrebbe essere il motivo legato alla scelta di tale simbologia.

Ritornando alla sinossi dell’episodio, il furto dell’uva continua per molto tempo, senza che le hostess se ne accorgano, e le fessure dei tavoli assumono sempre più le sembianze di una vagina. L’episodio si conclude con l’arrivo di Goodyear seduta su una sorta di torta a piani e vestita di un abito bianco con un volant di plastica bianca e

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Il personaggio di Goodyear è interpretato dalla performer e ballerina americana Marti Domination. Matthew Barney la conobbe al Jackie 6° nightclub.

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16 rigida intorno al collo 4, e con una scena che riprende il prologo: due ballerine sostengono due palloncini e guardano verso la macchina da presa, sempre con un sorriso ammiccante.

3.3 - Il mito dionisiaco nel paradiso di Cremaster 1

Cremaster 1 rappresenta una sorta di paradiso, di ambiente fetale dove tutto appare permeato di quiete e pace. Si tratta quindi di un “non luogo” dove l’organismo, rappresentato da Goodyear, riflette e agisce solo in funzione di se stesso, ritrovandosi sospeso in uno stato di puro narcisismo, dove non vi è interferenza alcuna da parte dell’altro. Goodyear, perciò, si sente un tutt’uno con il mondo e l’unica difficoltà è data dal riuscire a mantenersi integra all’interno di questa realtà metafisica. Le ballerine fungono da personaggio unico e appaiono tanto simili a Goodyear da sembrarne i cloni; tale somiglianza sembra il risultato di una mimetizzazione che si ricollega al concetto di appartenenza del personaggio di Goodyear ad un tutt’uno con il mondo, così come la sua ubiquità. Cremaster 1, così come gli episodi successivi, è un lavoro fortemente simbolico e metaforico, che riprende soprattutto il concetto di spirito dionisiaco introdotto dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche ed esposto nell’opera La nascita della tragedia (1872). L’influenza di tale pensiero è molto forte in tutto il ciclo, sebbene nel primo episodio appaia più esplicito, soprattutto per la presenza costante dell’uva, i cui grappoli rappresentano proprio i testicoli di Bacco. Secondo la mitologia greca, Dioniso, o Bacco, era il dio dell’uva e del vino, e quindi della perdita del controllo, del raziocino. Per venerarlo, nell’antica Grecia venivano organizzati riti con cortei composti da uomini, travestiti da satiri, ma soprattutto da donne, le Baccanti, che, vestite di pelle di animali, incoronate con foglie di alloro ed ebbre di vino, ballavano in maniera sfrenata al ritmo di musiche ossessive suonate con flauti e tamburi; inoltre si abbandonavano al ditirambo, un canto corale che invocava Dioniso. A celebrare il rito, era preposta una sacerdotessa. Questo culto è possibile ritrovarlo anche in Cremaster 1: Goodyear rappresenta la sacerdotessa in contatto con la divinità e le ballerine il coro baccanale. Difatti, anche la posizione dei personaggi suggerirebbe una simile intuizione: mentre le Chorus Girls si trovano sulla terra, Goodyear trascorre la maggior parte del

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17 tempo in aria, all’interno degli aerostati; tuttavia la donna si trova al di sotto dei tavoli sui quali è disposta l’uva, che rappresenta Bacco, e quindi funge da personaggio intermedio, perfettamente compatibile con il ruolo di sacerdotessa che intercede tra divinità e umanità. Nonostante il rimando ai riti dionisiaci, Cremaster 1 propone balli molto ordinati, danze che sembrano controllate dallo sguardo costante delle hostess e che hanno poco a che vedere con quelle sfrenate delle baccanti; le hostess, inoltre, hanno anche il compito di custodire l’uva. Come Antonio Fasolo scrive in Matthew Barney, Cremaster Cycle, «Si tratta di un dionisiaco “addomesticato”, privato della sua forza selvaggia e orgiastica, dove anzi la danza rituale è “disciplinata” in coreografie ginniche e l’esecuzione controllata si contrappone alla sfrenatezza. »5

Il carattere di un dionisiaco “addomesticato” farebbe quasi pensare che Cremaster 1 rappresenti una via di mezzo tra i concetti nietzschiani di apollineo e dionisiaco. Per Nietzsche, mentre Apollo è il dio del raziocinio, dell’equilibrio e della misura, Dioniso è quello della sfrenatezza e della perdita di controllo; al primo appartiene l’arte della scultura, al secondo quella della musica, elementi entrambi presenti e basilari in Cremaster 1. Se osserviamo con attenzione ogni singolo segmento del primo capitolo del ciclo, possiamo notare caratteristiche sia apollinee che dionisiache fondersi in un tutt’uno; la presenza che più sottolinea questo aspetto è, a mio parere, la scultura in vaselina: essa, in quanto scultura, rappresenta l’aspetto apollineo, ma il fatto che sia circondata da grappoli d’uva disposti in modo disordinato, rappresenterebbe al contrario quello dionisiaco. Anche l’abbigliamento dei personaggi confermerebbe una simile ipotesi: se da un lato vediamo le hostess indossare la divisa e portare i capelli raccolti in acconciature ordinate, dall’altro troviamo Goodyear che indossa una sottile vestaglia dalla quale, spesso, le si intravedono i seni e la biancheria intima. La scultura in vaselina, l’uva, la forma degli aerostati e la nudità di Goodyear conducono ad un mondo fortemente permeato di sensualità, mediato, se così si può dire, dall’ordine e dalla serietà di alcuni personaggi e circostanze.

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18 Capitolo 4 - Cremaster 3, analisi e commento

4.1 - Mito e leggenda

Cremaster 3, sebbene sia il terzo episodio del ciclo, è stato girato dopo gli altri e prodotto nel 2002; di dimensioni più estese, il capitolo si rifà al genere gangster movie, sebbene si apra con un episodio che richiama invece il cinema fantasy e in particolar modo il mito irlandese della Giant Causeway. Questa è una scogliera che si trova sulla costa nord est dell’Irlanda, costituita da piloni levigati e di forma esagonale. La leggenda narra che il gigante Fionn mac Cumhail (chiamato anche Fingal, da cui prende il nome una grotta che si trova presso la scogliera) costruì la scogliera al fine di unire l’Irlanda e la Scozia e sconfiggere il gigante Benandonner; tuttavia Fionn si addormentò prima di recarsi in Scozia, e quando Benandonner andò a cerarlo, la moglie di Fionn, Oonagh, convinse il rivale scozzese che Fionn fosse suo figlio. Bennandonner, allora, intimorito dalle dimensioni del “bambino”, immaginando che il padre sarebbe stato ancora più grosso, fuggì dalla scogliera e sparì nell’oceano.

I primi sei minuti di Cremaster 3 ripercorrono la prima parte della leggenda, con un sonoro molto suggestivo: motivi di cornamusa si alternano a canti monovocali, ora con voce nasale (quando la macchina da presa si sofferma su Fingal), ora con voce bassa e cupa (quando è la volta di Benandonner). La prima scena vede il gigante Fingal6, di aspetto simile ad un satiro, svegliarsi su un prato, trasportare dei piloni sulle spalle, scolpirli con chiodi e martello e correre tra i prati; nel frattempo Benandonner siede all’interno di una grotta cibandosi di carne insanguinata e circondato da pecore (questa immagine ricorda molto il mito del Ciclope). Egli indossa una casacca di lana di pecora, ha la pelle screpolata, un dito d’oro e il suo aspetto appare fortemente disgustoso. Una volta uscito dalla grotta, Benandonner sale su per la scogliera e getta da qui un oggetto liscio e grigio, simile ad un fallo di pietra, che in precedenza nascondeva nella casacca. Fingal si accorge della sua presenza anche a causa di alcuni colpi che Benandonner imprime sulla terra con i piedi, fino a farla tremare. A questo punto Fionn si reca verso la propria capanna, all’interno della quale si trova la moglie, Oonagh (interpretata da

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Il personaggio di Fingal è interpretato Gabe Bartols, un performer che aveva lavorato per la prima volta con Matthew Barney in Drawing Restraint 7. Egli lo ritroviamo anche in Cremaster 2, 4 e 5.

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19 Aimee Mullins7), una donna molto attraente, vestita con abiti lunghi decorati a quadri blu e fiori. Oonagh è intenta a disfare alcune trecce di tessuto appese ad un particolare attaccapanni, formato da cinque grandi dita, probabilmente di vaselina. Una volta entrato, Fingal osserva intensamente la moglie, come rapito dalla sua bellezza e, poi, prepara delle pagnotte di pane bianco inserendovi all’interno pezzi di plastica. Nel frattempo Benandonner giunge presso la casa del gigante nemico e tenta di entrare. A questo punto s’interrompe la narrazione della leggenda e Cremaster 3 inizia a svilupparsi attraverso altre tematiche che richiamano il gangster movie.

4.2 - Un gangster movie nel Chrysler Building di New York

Il passaggio, rapido e inaspettato, pone lo spettatore dinnanzi ad una vicenda totalmente diversa: Matthew Barney, per trattare argomenti come l’ambizione e il potere, temi fondamentali in questo episodio, attinge alla storia della costruzione del Chrysler Building8 di New York. All’epoca stava sorgendo anche la Banca di Manhattan ed entrambi gli edifici erano in lizza per diventare i più alti del mondo. Il progetto della Bank of Manhattan Building prevedeva che l’edificio fosse alto 927 metri, ossia due metri in più del Chrysler Building. Tuttavia, segretamente, prima che quest’ultimo fosse terminato, fu innalzata sulla cima una guglia in acciaio per renderlo più alto; alla costruzione della guglia, ma anche dell’edificio stesso, parteciparono molti operai irlandesi, alcuni dei quali legati alla massoneria. In questa occasione, difatti, ci fu un forte conflitto tra il sindacato dei muratori composto dalla lega massonica e quello dei metallurgici. Da qui è possibile ricollegare l’esigenza del regista di iniziare Cremaster 3 raccontando una leggenda irlandese; inoltre ritroviamo il simbolismo irlandese in molte altre scene dell’episodio9

. Per quanto, invece, riguarda la forma dell’edificio, esso ricorda molto quella fallica e quindi si sposa perfettamente con l’intero progetto Cremaster Cycle; ma non solo, l’altezza del Chrysler Building simboleggia il processo

7Aimee Mullins è un’attrice, atleta e modella statunitense, a cui furono amputate entrambe le gambe alla sola età di un anno, perchè affetta da emimelia. La scelta di Matthew Barney di far recitare lei è legata ad uno dei concetti fondamentali di Cremaster, ossia la mutazione di un sistema verso forme nuove e talvolta indefinibili. Inoltre la Mullins potrebbe rappresentare una sorta di alter ego di Barney, dato che anche lui è stato sia atleta che modello.

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Il palazzo simbolo di New York alto 319 metri e costruito per la società automobilistica nel 1930. 9

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20 di ascensione, verso i gradi più alti, compiuto dal personaggio principale di Cremaster 3, l’apprendista, intento nella prova del rito di iniziazione massonica.

L’episodio si apre con un’inquadratura sul corpo semidecomposto di una donna che tenta di uscire da una buca nel terreno, con indosso solo un fermacapelli che glieli raccoglie in uno chignon. Si tratta di Gary Gilmore che, in seguito alla sua esecuzione avvenuta in Cremaster 2, ha subito una metamorfosi. Le immagini della riemersione del personaggio sono alternate ad immagini che vedono protagonista un uomo intento a ricoprire con del cemento il tappo del serbatoio di cinque Chrysler Imperial del ’67. Successivamente il corpo decomposto della donna viene prelevato da cinque uomini vestiti da becchini e trasportato sulle scale di quello che poi si scoprirà essere il Chrysler Building; in seguito viene deposto sul sedile posteriore di una Chrysler Imperial del 1930 (uno tra i modelli più lussuosi della casa automobilistica), che si trova al centro di una sala del Chrysler Building, circondata da altre Chrysler. Nella sala è presente anche una receptionist, seduta al bancone, vestita alla moda degli anni ’30, che osserva stupita tutta la scena. L’immagine si interrompe e, con un sottofondo sonoro piuttosto fastidioso, un fischio assordante e acuto, compare la scritta Cremaster 3 sopra un’immagine astratta del Chrysler Building. La scena successiva vede un personaggio maschile, interpretato da Matthew Barney, vestito da operario, forzare la porta dell’ascensore ed entrare. Si tratta di The Entered Apprentice, ossia il personaggio intento nel rito di iniziazione massonica. Nella sala delle auto, dopo il via da parte della receptionist, ha inizio il demolition derby10, ossia le Chrysler iniziano a viaggiare lentamente e a colpire la Chrysler Imperial, cercando di distruggerla. Intanto The Entered Apprentice sale all’interno del vano ascensore e, arrampicandosi alle travi e alle corde, giunge fino all’ingresso superiore del mezzo. Qui si accende una sigaretta e avvicina un fiammifero al sistema antincendio, provocandone l’accensione; poi torna nel vano. La scena seguente vede un piano sequenza su un lato esterno del palazzo, circondato da impalcature, ed un uomo arrampicarsi sul braccio di una gru appoggiata alla costruzione. A queste immagini vengono alternate quelle del demolition derby e dell’operaio; egli è alle prese con la preparazione del cemento con cui riempie l’ascensore, che funge da «stampo per modellare il concio perfetto (blocco di pietra perfettamente squadrato che simboleggia la rettitudine morale nel rituale di iniziazione

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Spettacolo messo in scena negli USA che prevede la rottamazione delle auto guidate da piloti mediante uno scontro in una grande arena. Lo spettacolo non prevede, però, la presenza di auto Chrysler proprio per la loro rinomata resistenza.

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21 massonica), ma, gravata dal peso, precipita.»11 Il tentativo di costruire il concio perfetto utilizzando l’ascensore come stampo costerà caro all’apprendista, in quanto l’oggetto deve esser scolpito manualmente; in questo modo, quindi, l’apprendista trasgredisce le leggi massoniche, prendendosi gioco della ritualità massonica e minacciando «di riflesso la stabilità dell’edificio che è simbolo della gerarchia della società segreta.»12

La trasgressione dell’apprendista, ai fini della formazione embrionale, simboleggia un tentativo di voler saltare alcune fasi dello sviluppo prenatale.

Il sonoro anche qui è molto particolare e cambia a seconda delle immagini: quando è inquadrato il demolition derby, gli unici rumori sono quelli dei freni e dei motori delle auto; per quanto riguarda le azioni dell’operaio, esse sono accompagnate dai rumori reali del lavoro che svolge. Le uniche note che sentiamo sono quelle che accompagnano la costruzione della guglia del Chrysler Bulding (esse ricordano quelle che seguivano i movimenti di Goodyear in Cremaster 1).

Una volta precipitato l’ascensore, The Entered Apprentice si arrampica su per il vano, mentre la Chrysler Imperial continua ad esser colpita dalle altre auto. La salita dell’apprendista verso l’alto rappresenta l’ascesa delle gonadi, un movimento regressivo che provoca dei problemi, a livello biologico, al feto13.

Alla fine la Chrysler Imperial viene distrutta completamente; la sua demolizione prevede, quindi, anche quella del corpo che si trova all’interno: si tratta di un ulteriore passaggio per Gary Gilmore che, dopo l’impiccagione, ha subito una metamorfosi in zombie e infine in rottame. Successivamente alla definitiva demolizione dell’auto, il montaggio alternato di Cremaster 3 mostra il seguito della vicenda di The Entered Apprentice e della costruzione della guglia del Chrysler Building per mano di alcuni gangster. L’apprendista riesce ad uscire dalla tromba dell’ascensore, arrivando in una sala addobbata con tavoli apparecchiati, luce soffusa, fiori, pianoforte, dove lo aspetta un cerimoniere (interpretato dal tenore irlandese Paul Brady) al quale consegna alcune pietre. In seguito l’apprendista costruisce insieme all’uomo un’arpa con i cavi dell’ascensore, dopodiché si reca al Cloud Club Bar, il pub del Chrysler Building, caratterizzato da un arredamento che richiama fortemente la dimensione massonica (ad esempio, gli sgabelli a forma di compasso, i pannelli di vetro sui quali campeggiano

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A. Fasolo, op. cit., p. 74. 12

Ibid. 13

Nel feto le gonadi sono localizzate nell’addome e alla nascita si ritrovano nella loro posizione finale, eseguendo, quindi, una discesa negli ultimi mesi di gravidanza. Il processo di quest’ultima era stato rappresentato in Cremaster 2.

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22 simboli massonici, che ritroviamo stampati anche sui canovacci dietro il bancone14), ma anche il tipico pub irlandese (la moquette del locale è di colore verde e arancione, colori tipici irlandesi, predominanti in tutto Cremaster 3). Dopo essersi seduto su una poltrona, Matthew Barney si accende una sigaretta e subito dopo l’attenzione della camera da presa si sofferma su un nuovo personaggio, ossia il barista, una figura alquanto bizzarra, vestita con un abito di raso bianco che ricorda, nelle movenze, i personaggi interpretati da Charlie Chaplin. Dietro il bancone si cela una stanza, comunicante con il bar, dove quattro uomini, tra i quali i tre Gran Maestri (che più di qualsiasi altro elemento simboleggiano la massoneria), vestiti da gangster, ordinano al cameriere delle birre e dei sigari. La marca della bevanda è emblematica: si tratta della birra Guinness, uno dei simboli più famosi dell’Irlanda, e quindi richiama fortemente il prologo dell’episodio, insieme alla musica celtica di sottofondo. I tre Gran Masters sono riuniti per decidere la punizione dell’apprendista. Nel frattempo, in un’altra stanza, anch’essa comunicante con il bar attraverso una finestrella, troviamo una donna, in compagnia di un gatto, che ricorda sia per l’abbigliamento che per l’aspetto fisico il personaggio di Goodyear di Cremaster 1. Si tratta della Cloud Club Potato Woman (anche lei interpretata da Aimee Mullins), la quale è intenta ad affettare delle patate (anche qui ritorna l’Irlanda, in quanto il tubero in questione è uno dei prodotti tipici del paese) mediante due stampi-lama che si trovano sotto le suole delle sue scarpe e che ricordano gli imbuti delle scarpe di Goodyear; una volta tagliate, compone con le patate delle composizioni, simili a quelle che il personaggio di Cremaster 1 disegnava con gli acini d’uva. Poco dopo scopriamo che la musica che fa da sottofondo a queste scene non è fuori campo, bensì è suonata (per mezzo della scultura precedentemente costruita con l’apprendista) e cantata in gaelico dal cerimoniere, e l’armonia si diffonde attraverso la tromba vuota dell’ascensore. Per discutere della punizione dell’apprendista, i tre Grandi Maestri utilizzano un compasso15. Prima della rappresentazione della punizione, vi è una sorta di intermezzo comico che vede protagonista il cameriere: da dietro il bancone, egli inizia a combinare una serie di guai che mettono sottosopra il luogo, come ad esempio rompere i bicchieri e i barili di birra dai quali esce la schiuma che allaga il bar, fino a raggiungere la stanza della Cloud Club Potato Woman. Infine serve la birra all’apprendista all’interno di un bicchiere-giocattolo che va avanti e indietro.

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Il bancone del Cloud Club Bar è stato costruito, per volere di Barnye, con della vaselina congelata. 15

Il compasso, insieme alla squadra, è l’emblema più noto della massoneria; i due strumenti vengono rappresentati uniti tra loro, andando a formare un unico oggetto triangolare. Talvolta, all’interno dello spazio vuoto, è possibile trovare la lettera “G”, simbolo di significato metafisico.

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23 Oltre al genere fantasy e a quello del gangster movie, in Cremaster 3 ritroviamo, quindi, anche la slapstick comedy. L’uso di questo intermezzo, come sostiene Antonio Fasolo, ha lo scopo di sottolineare l’instabilità del Chrysler Building e, a mio parere, anche di mettere in risalto e allo stesso tempo di esorcizzare il fallimento dell’apprendista. In seguito alla gag comica, la musica cambia e diventa una sorta di lamento (prodotto con le note alte di un violino) accompagnato dalle melodie di un piano suonato dal cerimoniere, che conduce musicalmente, quasi fosse un narratore in fabula, la costruzione del Chrysler Building.

4.3 - L’ippodromo dei cavalli-zombie

La scena successiva di Cremaster 3 è ambientata in un ippodromo, a Saratoga Springs, New York. Questo luogo era il rifugio dei membri massonici del Sindacato, utilizzato per nascondersi dalle autorità.Dapprima vediamo un fantino suonare una chiarina su un prato fiorito; successivamente la camera da presa si focalizza sulla pista d’equitazione. Alla staccionata che circonda il percorso di gara, ritroviamo l’apprendista in atteggiamenti intimi con una donna (si tratta di Cloud Club Potato Woman); entrambi volgono lo sguardo lateralmente e con una soggettiva ci accorgiamo della presenza sulla pista di un’auto d’epoca che viaggia seguita da alcuni cavalli alle prese con una gara di cablaggio. La musica in sottofondo è un pezzo swing, genere musicale tipico degli anni ’30 e soprattutto presente nei gangster movies. Quella che inizialmente sembra una normale corsa di cavalli, man mano che la camera da presa si avvicina agli animali, si rivela essere una scena da film horror. I cavalli, che portano in groppa i simboli dei cinque episodi di Cremaster, hanno i corpi in via di decomposizione. Torna quindi la figura dello zombie, precedentemente trattata con il personaggio femminile iniziale (che rappresentava la rincarnazione di Gary Gilmore). Per mezzo di una ripresa dal basso sembra che i cavalli, correndo, muovano le zampe a tempo di musica, in una coreografia perfettamente in stile swing. Nel frattempo l’apprendista, spaventato dalla visione dei cavalli, tenta di fuggire insieme alla donna. La gara si conclude: sembra che abbia vinto la squadra di Cremaster 5, ma viene squalificata per un fallo causato a quella di Cremaster 1, quindi viene dichiarata vincitrice la squadra Cremaster 3. In seguito l’apprendista viene catturato da alcuni gangster, che però lasciano libera la donna. Gli uomini inseriscono nella bocca dell’apprendista il morso del cavallo, rompendogli i

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24 denti superiori. Anche in questo caso assistiamo ad un montaggio alternato, oserei dire un montaggio intellettuale, che mostra la rottura dei denti, paragonandola al demolition derby che continua a svolgersi nel Chrysler Building, sebbene la Chrysler Imperial ormai sia un piccolo rottame.

4.4 - La visita “dentistica”

Nella scena successiva ritroviamo l’apprendista al bancone del Cloud Club Bar, con la bocca insanguinata e, dinnanzi a lui, lo strano bicchiere di birra, nuovamente servito dal barista chapliniano. The Entered Apprentice, in seguito, viene accompagnato dai tre maestri muratori e da altri membri del sindacato in uno studio dentistico al piano 71, sempre all’interno dello storico edificio. Qui viene bloccato su un lettino e spogliato; sotto gli abiti da lavoro, vediamo che indossa l’indumento tipico da iniziato massonico. Ma ciò che più sconcerta è che, all’altezza dell’ombelico, egli ha un lungo lembo di carne, simile al grembiule da muratore che indossava in precedenza, che gli copre il sesso. Un gangster, a questo punto, gli solleva il lembo di carne sotto il quale, al posto di un pene, si trova un insolito organo somigliante ad un anemone di mare; in seguito gli pone sul viso un foglio di plastica bianco, lasciando solo un foro affinché continui ad uscire il sangue proveniente dalla bocca. La scena si sposta, poi, dallo studio dentistico ad una rampa di scale, che porta all’ufficio dell’architetto Hiram Abiff16

(interpretato da Richard Serra17), dove lo vediamo studiare i disegni e i modelli del Chrysler Building. In seguito Hiram Abiff scende nello studio dentistico e adesso riusciamo a capire l’alternanza delle due scene precedenti, quelle della rottura dei denti e la continuazione del demolition derby; infatti Richard Serra ordina ad uno dei suoi uomini di spalancare la bocca dell’apprendista e di inserirvi ciò che resta della Chrysler Imperial nera18. In questo modo il corpo di Gary Gilmore è come se raggiungesse un nuovo stadio o una nuova rincarnazione; esso infatti da corpo diventa zombie, poi carcassa e poi cibo. In seguito accade una cosa straordinaria, ossia i denti precedentemente rotti si solidificano

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Leggenda vuole che sia stato l’architetto del Tempio di Salomone, conoscitore dei misteri dell’universo e padre del rito di iniziazione massonico; inoltre leggenda narra che egli fosse stato ucciso con un colpo alla fronte dai suoi assistenti scalpellini per non aver rivelato loro il nome di dio.

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Scultore e video artista statunitense, Richard Serra è famoso in tutto il mondo per le sue enormi sculture in fogli di metallo.

18N. Spector, nel catalogo dedicato all’intero ciclo, suggerisce una somiglianza tra questa scena e lo spettacolo di Terry Gilliam Brazil (1985).

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25 in una sorta di verga e l’intestino subisce il prolasso del retto. L’architetto, quindi, torna nel proprio ufficio e comincia a costruire due colonne nere a spirale, che possono ricordare le famose sculture in piombo di Richard Serra. Intanto il grembiule di pelle di The Entered Apprentice si allunga, simboleggiando il passaggio da apprendista al livello finale di iniziazione massonica. Subito dopo l’apprendista si toglie la plastica dal volto e, dopo essersi alzato dalla poltrona, scappa dallo studio, arrampicandosi attraverso una fessura nel soffitto per raggiungere Hiram Abiff. Questi, salendo su per le sue colonne, raggiunge la stanza più alta del Chrysler Building, che si trova al di sotto della guglia. La narrazione qui si interrompe per dare spazio ad un intermezzo corale dal titolo The Order.

4.5 - The Order

Per questo capitolo è stata scelta come location il Solomon R. Guggenheim Museum di New York City, uno dei musei più famosi al mondo e dove è stato presentato per la prima volta tutto il ciclo Cremaster. L’architettura di tale edificio è simile a quella di un alveare, un simbolo importante nella cultura massonica che ritroviamo anche in Cremaster 2. Qui si riconosce, anche se con molta difficoltà, l’apprendista, il cui grembiule di carne si è trasformato in un kilt di tartan rosa; egli indossa un particolare bear skin cap, ossia il tipico cappello delle guardie britanniche, ed ha all’interno della bocca un panno di seta che serve a fermare l’emorragia provocatagli in precedenza dalla rottura dei denti. The Entered Apprentice ha l’ordine di scalare i cinque piani della Rotunda del museo, come ulteriore prova della sua ascesa di livello nella massoneria; il passaggio da un piano all’altro (simile ad un pentathlon), dove lo aspettano cinque avversari differenti, prevede uno sforzo fisico notevole, in quanto deve avvenire mediante una scalata. La salita, che ricorda il free climbing, la si ritrova anche in opere di Matthew Barney precedenti a Cremaster, come Field Dressing e OTTOshaft. Prima che le prove abbiano inizio, l’apprendista viene accolto in una vasca ricolma di schiuma al cui interno vi sono delle ragazze pon pon, con dello scotch a forma di x sui capezzoli19, che indossano un perizoma scintillante, delle cuffie a rete e guanti di raso bianco. In seguito ha inizio il suo percorso. Al primo piano ritroviamo le ballerine di

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26 Cremaster 1 che interpretano le Raimbow Girls, una “fraternità femminile” massonica. Queste indossano costumi da agnello (anche questo simbolo del grado massonico e del rito dionisiaco, citato in Cremaster 1), delle suole in plastica (che ritroveremo in Cremaster 4, indossate dal personaggio di Loughton Candidate) e ballano il tip tap; la prova per l’apprendista è quella di passare attraverso le gambe delle donne mentre sono impegnate nella coreografia. Al secondo piano vi è una sorta di gara musicale tra due gruppi hardcore e i loro rispettivi fan; si tratta di due band heavy metal, gli Agnostic Front e i Murphy’s Law, che suonano dei pezzi che ricordano le atmosfere di Cremaster 2. Qui l’apprendista deve risolvere un insolito puzzle sul pavimento, sotto il quale deve trovare gli arnesi che simboleggiano la massoneria. Il palco dove i due gruppi suonano è di plastica bianca e ricorda la superficie del Lago Salato, ossia il luogo dell’esecuzione di Gary Gilmore che vediamo in Cremaster 2. Inoltre l’apprendista deve passare, anche stavolta, tra le gambe dei fan dei gruppi, che sono alle prese con un punk pogo. Giunto al terzo piano, l’apprendista si trova di fronte ad un altro personaggio femminile di Cremaster 3, ancora interpretato da Aimee Mullins, The Entered Novitiate; la donna questa volta indossa un abito bianco, aperto dietro (simile alla veste indossata dai pazienti in fase postoperatoria), e ha delle protesi di cristallo trasparente dalle ginocchia in giù. L’apprendista, una volta avvicinatosi alla donna, muta abbigliamento e al posto del kilt indossa un vestito simile a quello della compagna. In principio i due si abbracciano e, mentre le loro labbra si avvicinano, lei lo graffia sulla schiena e gli morde il collo; l’apprendista allora si allontana e scopre che The Entered Novitiate si è trasformata in una donna ghepardo20. Inizia, così, una lotta tra i due che si conclude con l’uccisione di lei per mezzo di alcuni strumenti massonici, ma solo alla fine dell’intermezzo, dopo che l’apprendista è giunto fino al quinto piano. La sequenza successiva è ambientata al quarto piano ed è introdotta dalle melodie di una cornamusa, interrotte da un rullo di tamburi; l’avversario dell’apprendista è proprio lo strumento celtico (che sembra un’unione tra cornamusa e caprone), contro cui combatte lanciando «delle canne acustiche in una scultura che rappresenta la metamorfosi, in cornamusa, del caprone di Loughton, che sarà forma dell’indifferenziazione nel Cremaster 4»21

; una volta terminata la scultura, l’apprendista sale sopra le canne raggiungendo il quinto piano. Qui troviamo Richard Serra che, interpretando se stesso, indossa una maschera antigas ed una tuta ignifuga e dà il via a due sue vecchie performance, Casting (1969) e

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La tecnica utilizzata dal regista per la realizzazione di questo personaggio è il morphing. 21

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27 Splashing22 (1968). Inizialmente l’apprendista si limita ad osservare i gesti di Serra, il quale prepara della vaselina dentro un pentolone, che prende con un mestolo e lancia contro una parete ad angolo fatta di piombo e sulla quale il liquido prende a scivolare. L’intermezzo, quindi, si conclude con l’uccisione della donna ghepardo, sequenza che viene frammentata e alternata con delle scene che vedono un ritorno della narrazione al Chrysler Building.

4.6 - La punizione per Hiram Abiff

Al Chrysler Building vediamo che sta continuando il demolition derby e che l’apprendista ha raggiunto lo spazio, sottostante alla guglia, in cui si trova Hiram Abiff. All’uccisione della donna ghepardo, che sancisce la fine dell’intermezzo The Order, è alternata la sequenza dell’omicidio del leggendario architetto per mano, sempre, dell’apprendista. Difatti, una volta giunto in alto, egli, utilizzando anche in questo caso gli attrezzi massonici, inizia a percuotere Abiff dapprima sull’addome e poi in fronte con un colpo mortale, lo stesso usato per la donna ghepardo. In seguito l’apprendista inizia a ballare tip tap tenendo il ritmo di una canzone heavy metal. Dalla punta massima della guglia escono dei nastri verdi e arancioni e un palo cade, andando a conficcarsi nella testa dell’architetto già morto. La stessa cosa accade all’apprendista pochi istanti dopo. Sembra quasi che la fine destinata al personaggio di Hiram Abiff sia una punizione per la sua tracotanza, per aver cercato in ogni modo di rendere il Chrysler Building il grattacielo più alto. Tuttavia lo stesso peccato è da attribuire anche al personaggio dell’apprendista, che ha compiuto una sorta di parricidio per prendere il posto del padre massone.

La narrazione si sposta ulteriormente, ritornando al prologo, ossia alla leggenda di Fingal. Benandonner, giunto nella capanna del rivale, lo trova travestito da bambino e non lo riconosce; in seguito Fingal morde e stacca il dito dorato (il dito magico) a Benandonner, che sembra perdere le forze e, spaventato, si dà alla fuga. La sequenza si conclude con Fingal che, ancora travestito da bambino, lancia un piccolo masso in

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Esse nacquero con l’intento di dimostrare la processualità artistica della scultura; originariamente il materiale usato era il piombo, mentre in questo contesto Serra utilizza la vaselina, materiale che ricorre in tutto il ciclo.

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28 mare, dando origine all’isola di Man (scenario di Cremaster 4); e Cremaster 3 si conclude con una ripresa sottomarina che vede la formazione dell’isola .

4.7 - Cremaster 3 e il viaggio attraverso i generi cinematografici

Come sostiene anche Nicola Dusi nel saggio Squarci di cinema nella video arte: “Cremaster 3” di Matthew Barney, l’episodio in questione è il più complesso del ciclo. Le tematiche sono moltissime, ma si rifanno tutte ai concetti di tracotanza, potere e narcisismo. Sebbene, infatti, il personaggio principale dell’apprendista appaia inizialmente modesto, in seguito notiamo in lui una metamorfosi, oltre che fisica, anche caratteriale. Il Chrysler Building, l’architetto e l’apprendista sono tre simboli di hybris e tutti finiscono per autodistruggersi. L’edificio e la sua costruzione simboleggiano il sacrificio spirituale, nonché fisico, che l’apprendista Barney deve compiere per raggiungere gli alti gradi della massoneria; inoltre il Chrysler Building rappresenta una sorta di contenitore di forze opposte. All’interno troviamo, infatti, vita e morte, maschile e femminile, presenza e assenza, realtà ed illusione.

L’intero ciclo è, tra le tante cose, un viaggio attraverso i generi cinematografici ma, mentre gli altri episodi ne trattano uno soltanto, all’interno di Cremaster 3 ne ritroviamo molti di più. L’episodio si apre all’insegna del cinema fantasy, continuando con il genere splatter ed horror; in seguito abbiamo il gangster movie e, con l’arrivo del personaggio del cameriere, anche la slapstik comedy. Musiche, abiti, recitazione e situazioni permettono allo spettatore di riconoscere il genere, sebbene all’interno di una cornice del tutto originale ed inaspettata.

4.8 - Autocitazioni e riferimenti all’Irlanda

Nel ciclo vi è continuità e coerenza tematica e simbolica. I personaggi nascono in un episodio e difficilmente muoiono in esso, al contrario continuano a sopravvivere anche nei successivi. Questo aspetto lo ritroviamo soprattutto in Cremaster 3 dove, ad esempio, rivediamo le hostess di Cremaster 1 che hanno assunto, metaforicamente, i panni dei Tre Gran Maestri, o il Gary Gilmore di Cremaster 2 nei panni, nel capitolo seguente, della donna in fase di decomposizione. Tutti i capitoli di Cremaster si citano

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29 vicendevolmente; infatti, in un’intervista, Matthew Barney dichiara «Nella mia testa tutti i Cremaster convivono simultaneamente, definendo un corpo connotato dalla molteplicità». In Cremaster 3 questo aspetto è accentuato: «I frequenti riferimenti agli episodi precedenti della serie suggeriscono che Cremaster 3 possa essere allo stesso tempo l’effettiva conclusione della saga e l’inizio di una nuova ricerca artistica.»23

Difatti, come affermo nell’introduzione, la numerazione dei capitoli del ciclo non è cronologica, essi sono stati girati e distribuiti disordinatamente. Cremaster 3 è stato girato come ultimo capitolo e quindi, la considerazione di Fabiola Naldi ritengo sia plausibile.

Altro elemento interessante dell’episodio preso in esame è la costante presenza dell’Irlanda, che ritroviamo nella leggenda che apre e chiude il capitolo, nella presenza della birra Guinnes, nell’arredamento del Cloud Club Bar, nel kilt dell’apprendista di The Order e nella predominanza dei colori verde e arancione in tutta la scenografia di Cremaster 3. Tali colori si ritrovano, infatti, nella bandiera irlandese, introdotta nel 1848 come simbolo dello Young Ireland Movement.

4.9 - L’intermezzo The Order

La lunghezza e la complessità di questo capitolo è fortemente legata alla presenza dell’intermezzo corale The Order. Si tratta di un capitolo che, come abbiamo visto, precede il finale dell’intero film Cremaster 3. Esso è ambientato nel Guggenheim Museum di New York, dove il protagonista deve affrontare i personaggi dei cinque piani prima che il museo venga invaso dalla vaselina. Per Nicola Dusi24, i cinque piani rappresentano le diverse arti performative: la danza, la performance musicale, quella sportiva/ sessuale con la donna- ghepardo, l’arte concettuale e infine la performance di Richard Serra, di grande importanza per la storia dell’arte contemporanea. Un aspetto non nuovo, ma sicuramente accentuato in The Order, è il travestitismo. Qui troviamo personaggi dalle sembianze alquanto bizzarre, con abiti molto dettagliati e particolari; i colori e le atmosfere (tendenti anche alla sfera dell’hard) oserei dire pop, ricordano spesso le fotografie di David La Chapelle. Il travestitismo, la reincarnazione di Gary Gilmore, il superamento delle prove da parte dell’apprendista, fanno pensare che con

23

F. Naldi, I’ll be your mirror, travestimenti fotografici, Roma, Cooper Castelvecchi, 2003, p. 101. 24

Riferimenti

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