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Tariffazione puntuale e Giro Dinamico di Raccolta Implementazione del sistema di prenotazione del servizio di raccolta dei rifiuti assimilati delle utenze non domestiche del Comune di Montecarlo (LU): analisi dei benefici e degli effetti sulla produzione

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311ModFTPW00

Master Universitario di II livello

Master GECA

Gestione e Controllo dell’Ambiente

Anno Accademico

2017/2018

Tariffazione puntuale e

Giro Dinamico di Raccolta

Implementazione del sistema di prenotazione del servizio di

raccolta dei rifiuti assimilati delle utenze non domestiche

del Comune di Montecarlo (LU):

analisi dei benefici e degli effetti sulla produzione di rifiuti

Autore

Marco Rosabianca

Tutor Scientifico

Tiberio Daddi

Tutor Aziendale –

ASCIT Servizi Ambientali SpA

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2 Abstract:

In un contesto europeo caratterizzato dalla necessità di definire strategie mirate a ridurre la quantità di rifiuti urbani ed assimilati destinati a smaltimento, i sistemi di tariffazione puntuale, se definiti dalle amministrazioni comunali secondo criteri in grado di penalizzare economicamente la produzione di rifiuti indifferenziati, rappresentano uno strumento efficace nell’incentivare gli utenti a realizzare una maggiore differenziazione delle frazioni recuperabili dei rifiuti ed attuare una prevenzione nella produzione di rifiuti non differenziabili.

ASCIT Servizi Ambientali SpA, a fronte di un’esperienza pluriennale nella gestione della raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati in regime di tariffazione puntuale presso le utenze domestiche e non domestiche del Comune di Montecarlo (LU), ha valutato come la possibilità da parte delle utenze non domestiche di prenotare il servizio di ritiro dei rifiuti indifferenziati, essendo questa la frazione sulla base dei cui svuotamenti è calcolata la quota variabile della tariffa corrispettiva, ai sensi del Regolamento definito dal Comune di Montecarlo, sia un elemento fondamentale per permettere alle utenze di esercitare un controllo nella determinazione della tariffa, in forma equivalente alla libertà di scelta da parte delle utenze domestiche nel conferire o meno il proprio rifiuto indifferenziato. Allo stesso modo un sistema così organizzato può rappresentare un’opportunità da parte del gestore per rispondere ad una logica di ottimizzazione nella gestione delle risorse impiegate per l’esecuzione dei servizi.

Il presente elaborato ha lo scopo di descrivere il progetto di implementazione del Giro Dinamico di Raccolta dei rifiuti non differenziati prodotti dalle utenze non domestiche del Comune di Montecarlo, attuato attraverso la pianificazione dei giri di raccolta sulla base delle richieste di svuotamento dei contenitori, evidenziando i benefici di carattere economico, gestionale, ambientale e culturale derivabili per il gestore e per le utenze.

Parole chiave:

Tariffa puntuale, Raccolta rifiuti, Rifiuti assimilati, RUR/Assimilati, ASCIT Servizi Ambientali SpA, Prenotazione degli svuotamenti, Utenze non domestiche, Economia circolare.

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3 Sommario

1. INTRODUZIONE ... 4

1.1. Scenari di sviluppo sostenibile: Agenda 2030 e Pacchetto Economia Circolare ... 4

1.2. Sistemi di tariffazione puntuale, strumenti di sostenibilità ... 7

1.3. L’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani ... 13

1.4. Regolamento per l’applicazione della tariffa corrispettiva di gestione dei rifiuti urbani e assimilati del Comune di Montecarlo (LU) ... 15

1.5. ASCIT Servizi Ambientali SpA e RetiAmbiente SpA ... 17

2. STATO DELL’ARTE ... 20

2.1. Tecniche di misurazione della produzione dei rifiuti: esempi in Europa, Italia e la modalità adottata da ASCIT SpA ... 20

2.2. L’organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati alle utenze non domestiche del territorio comunale di Montecarlo prima dell’implementazione del Giro Dinamico di Raccolta ... 23

3. OBIETTIVO DEL PROJECT WORK ... 28

3.1. Implementazione del Giro Dinamico di Raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati presso le utenze non domestiche del Comune di Montecarlo (LU) ... 28

3.2. I benefici attesi ... 29

4. ESECUZIONE DEL PROGETTO E METODI ... 31

4.1. Lettera informativa e modulo di prenotazione degli svuotamenti ... 31

4.2. Campagna di comunicazione alle utenze non domestiche ... 33

4.3. La gestione dell’informazione: dall’utente all’ufficio TIA ... 35

4.4. Approccio LCT: il software SimaPro quale fonte dei dati per la valutazione di alcuni dei benefici ambientali derivanti dall’implementazione del Giro Dinamico di Raccolta .... 38

5. RISULTATI E DISCUSSIONE ... 39 5.1. Benefici economici ... 43 5.2. Benefici gestionali ... 46 5.3. Benefici ambientali ... 46 5.4. Benefici culturali ... 49 6. CONCLUSIONI ... 52

6.1. Valutazione dei risultati ottenuti... 52

6.2. Prospettive future ... 53

Bibliografia e sitografia ... 56

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4 1. INTRODUZIONE

1.1. Scenari di sviluppo sostenibile: Agenda 2030 e Pacchetto Economia Circolare

I rifiuti hanno fatto la propria comparsa nel mondo quando l’uomo è divenuto una creatura sedentaria e con la società sono iniziati a sorgere insediamenti stabili e le prime forme di accumulo degli scarti delle risorse utilizzate. Se inizialmente questi materiali erano prodotti in piccole quantità ed erano rappresentati per la maggior parte da residui organici di cibo e fibre vegetali, la nascita dell’agricoltura e di nuove tecniche che consentirono all’uomo di sfruttare e trasformare nuovi materiali e risorse, ai tradizionali rifiuti organici si aggiunsero nuovi tipi di rifiuti come vetro, metalli e materiali inerti, fino alla comparsa nell’ultimo secolo delle materie plastiche, dei prodotti chimici ed elettronici (Jakubiak, 2016).

La crescita demografica e l’aumento dell’urbanizzazione, della ricchezza e del conseguente benessere individuale hanno portato, specie nel mondo occidentale, ad un continuo aumento della produzione di rifiuti in qualità e in quantità, le stesse abitudini di consumo sono cambiate e a partire dalla metà del ventesimo secolo la logica del consumismo ha spinto prepotentemente verso la produzione di massa di prodotti progettati per avere un’obsolescenza programmata o addirittura per essere monouso, tanto che oggi si stima che ogni anno nel mondo vengano prodotti 3,4 miliardi di tonnellate di rifiuti (UNEP, 2015), ma data la difficoltà nel misurare i reali flussi, specie nei casi di totale assenza di controllo, vi sono anche che stime che attestano la produzione a 10 miliardi di tonnellate per anno, che con i trend di crescita attuali nel 2025 salirebbero a 19 miliardi di tonnellate (Malinauskaite, 2017; Mwanza, 2018 [2]).

Quello dei rifiuti è un problema di carattere globale, se non adeguatamente trattati infatti i rifiuti rappresentano una minaccia sia per la salute pubblica che per l’ambiente, tanto che la gestione dei rifiuti può essere considerata un “diritto umano fondamentale” (UNEP, 2015). Se già nell’antica Grecia le popolazioni minoiche usavano porre i rifiuti prodotti nelle città in grandi pozzi che periodicamente venivano ricoperti con strati di terreno, in un contesto contemporaneo caratterizzato da una continua crescita demografica, da forti instabilità socio-politiche, da imprevedibili cambiamenti climatici e dalla crescente domanda di risorse limitate e destinate all’esaurimento, il fatto che nel mondo il ricorso allo smaltimento in discarica sia ancora il sistema di trattamento dei rifiuti maggiormente adottato (anche in Italia un quarto dei rifiuti urbani prodotti ogni anno è destinato a smaltimento (ISPRA, Rapporto Rifiuti Urbani, 2017)) suggerisce come l’umanità abbia immediata necessità di trovare nuove

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soluzioni che le permettano di superare l’attuale insostenibile modello di economia lineare. (Jouhara, 2017; Hussein, 2018).

Nel Settembre del 2015 i Capi di Stato e di Governo e gli Alti Rappresentanti di 193 Paesi membri riuniti al Quartier Generale delle Nazioni Unite per la celebrazione del settantesimo anniversario dell’ONU, hanno aderito all’“Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità che punta al raggiungimento entro il 2030 di 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals, SDGs) e 169 target che permettano di attuare nel mondo uno Sviluppo Sostenibile.

Gli SDGs riguardano tutti i paesi firmatari ma sono aperti e condivisibili da qualsiasi nazione ed organizzazione e promuovono la sostenibilità in aree di importanza cruciale quali:

Persone Pianeta Pace Prosperità

Per quanto riguarda in particolare la sostenibilità ambientale, nel documento si legge come i Paesi siano determinati a “proteggere il pianeta dalla degradazione, attraverso un consumo

ed una produzione consapevoli, gestendo le sue risorse naturali in maniera sostenibile e adottando misure urgenti riguardo il cambiamento climatico, in modo che esso possa soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e di quelle future” (ONU, 2015).

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Si osserva come l’Obiettivo 12 “Consumo responsabile” richiami sia nel concetto che nel logo un tema centrale in ambito di sostenibilità, che nel corso degli ultimi 5 anni soprattutto ha intercettato un’attenzione sempre crescente da parte di policy maker, advocacy e comunità scientifica (D. Reike, 2018).

L’Economia Circolare (Circular Economy) così come definita dalla Ellen MacArthur Foundation è un modello economico che, puntando al superamento dell’attuale modello “take-make-dispose”, punta al graduale disaccoppiamento della crescita economica dal consumo di risorse naturali e dalla generazione di scarti inutilizzabili attraverso l’impiego di risorse naturali destinate a rientrare nella biosfera e la produzione di materiali progettati per permanere nel ciclo il più a lungo possibile minimizzando la perdita di qualità (Ellen MacArthurFoundation, 2018).

L’attuazione di un nuovo modello economico basato sulla circolarità è un elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi globali di sostenibilità e al contempo costituisce un fattore strategico per il rilancio della competitività degli stati, stimolando la nascita di nuove imprese e l’innovazione industriale, migliorando la sicurezza di approvvigionamento e promuovendo la crescita economica, si stima infatti che prevenzione degli sprechi, riuso ed

eco-design possono portare a risparmi netti per le imprese europee fino a 600 miliardi di euro

(Y. Kalmykova, 2018).

In ragione dei forti interessi in gioco, il 2 Dicembre 2015 la Commissione Europea ha adottato la comunicazione COM (2015) 614/2, nota anche come “Pacchetto Economia Circolare”, un piano d’azione elaborato quale tappa di un percorso intrapreso da istituzioni europee, Stati Membri e stakeholders a partire dall’adozione nel 2011 della COM (2011) 571

final “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse”, mirato ad

individuare misure ed interventi in grado di permettere lo sviluppo di temi chiave quali

eco-design, mercato delle materie prime seconde, gestione sostenibile dei rifiuti, partendo da una

visione globale dell’intero ciclo di vita dei prodotti e delle risorse.

Tali misure hanno portato nel Maggio 2018 all’approvazione da parte del Parlamento Europeo del pacchetto di quattro nuove Direttive (849/2018/UE, 850/2018/UE, 851/2018/UE, 852/2018/UE) che modificano sei direttive in materia di rifiuti (2008/98/CE), discariche

Figura 2: Schema della Circular

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(1999/31/CE), imballaggi (1994/62 CE), RAEE (2012/19/CE), veicoli fuori uso (2003/53/CE) e pile esauste (2006/66 CE) e in particolare fissano i seguenti nuovi obiettivi:

 55% di riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2025 (60% al 2030, 65% al 2035%)

 65% di riciclaggio degli imballaggi entro il 2025 (70% al 2030)

 Raccolta separata dei rifiuti tessili urbani e dei rifiuti urbani pericolosi entro il 2025

 Raccolta separata o compostaggio domestico dei rifiuti biodegradabili entro il 2024

 10% di conferimento in discarica entro il 2035

Alla luce di obiettivi tanto ambiziosi, diviene preminente la necessità di individuare strumenti e strategie che permettano il loro raggiungimento entro i termini fissati (MATTM, 2017; Petrucci, 2018).

1.2. Sistemi di tariffazione puntuale, strumenti di sostenibilità

Se la riduzione della produzione di rifiuti è obiettivo primario di un numero sempre crescente di nazioni nel mondo, l’implementazione di sistemi market based da parte di paesi quali ad esempio gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea del Sud e gli Stati europei, risulta essere uno degli strumenti più importanti ed efficaci per il raggiungimento di tale scopo (Bel et al. 2016). Sulla spinta di pressioni politiche e motivazioni di carattere ambientale, nella gestione dei rifiuti sempre maggiore è il ricorso all'introduzione da parte degli enti regolatori di regimi di prezzi basati sui principi di equità e sostenibilità e fra questi spicca lo strumento della tariffazione puntuale, nota nel mondo anglosassone come PAYT, pay-as-you-throw (Elia et. al. 2016).

La tariffazione puntuale (o incentivante) è un sistema che prevede quale modalità di calcolo e ripartizione del costo tra le utenze tenute al suo finanziamento a fronte dei servizi di igiene urbana e gestione dei rifiuti, il ricorso ad una correlazione più o meno parziale alla quantità di rifiuti effettivamente prodotti dalle singole utenze; in tal senso il rifermento è generalmente alla sola frazione di rifiuto residuo indifferenziato, così da premiare il comportamento virtuoso degli utenti e incoraggiarli ad acquisti più consapevoli (ANCI, 2018; Giacetti, 2018; Ercolini, 2018).

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 la quota fissa, calcolata in maniera tale da coprire i costi dei servizi sostenuti per la collettività, quali ad esempio i costi della gestione operativa dello spazzamento delle strade o gli investimenti in opere, è definita in base a criteri quali i m2 dell'abitazione e il numero di componenti del nucleo famigliare o in alternativa per le utenze non domestiche in base alla superficie del fondo utile alla produzione di rifiuti assimilati e in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte;

 la quota variabile, calcolata in maniera proporzionale alla quantità di rifiuti prodotti da ogni singolo utente, misurata attraverso un adeguato sistema di stima o di pesatura;

È proprio in ragione della presenza di una componente variabile che la tariffa puntuale rappresenta la più immediata forma di attuazione nei confronti dei cittadini e delle attività non domestiche del principio europeo «chi inquina paga» (Ghiringhelli, 2017; ARPAT, 2017; PAYT, 2018), la logica dei sistemi di tariffazione puntuale è infatti finalizzata all’applicazione di modalità di tariffazione più eque e trasparenti, in grado di penalizzare quelle utenze che non sono in grado di differenziare maggiormente i propri rifiuti, incentivando così ad una progressiva riduzione della quota di frazione non riciclabile e dando luogo a benefici sociali ed ambientali, tanto da risultare generalmente sistemi ben accettati dai cittadini. (Tornavacca, 2017; Moretti, 2017).

Numerosi sono in tal senso gli esempi in letteratura che mostrano come l’introduzione della tariffazione puntuale si sia dimostrata uno dei più efficaci incentivi economici in grado di dar luogo ad una prevenzione dei rifiuti prodotti (A. Tornavacca, 2017), è del 2010 ad esempio uno studio svolto in Svezia che mostra come le municipalità che hanno introdotto regimi di tariffazione puntuale nel tempo hanno registrato una riduzione del 20% nella produzione pro capite di rifiuti urbani e assimilati rispetto alle municipalità nelle quali è ancora in vigore un sistema di tassazione totalmente presuntiva (Lagerkvist et. al., 2010), mentre altri studi comparanti i risultati ottenuti nei differenti Stati membri dell’Unione Europea mostrano come i sistemi PAYT determinino una diminuzione dei rifiuti residui indifferenziati compresa tra il 15% e il 90% (Moretti, 2017).

I sistemi di tariffazione puntuale sono riconosciuti quali strumenti di promozione dell’economia circolare, non a caso l’allegato IV-bis al Pacchetto Economia Circolare, nel riportare un elenco indicativo degli strumenti utili a promuovere il passaggio verso

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l’attuazione di un’economia circolare, indica espressamente l’introduzione di sistemi PAYT. I sistemi di tariffazione puntuale infatti non si limitano a determinare:

 una riduzione della produzione complessiva dei rifiuti;  una riduzione dei rifiuti urbani residui (RUR);

 un aumento della percentuale di raccolta differenziata;

ma promuovono una maggiore responsabilizzazione degli utenti nelle scelte di consumo e di produzione, influenzando i cittadini ad esempio nell’acquistare prodotti sfusi; le aziende nel rivalutare la propria supply chain selezionando i fornitori anche sulla base della capacità di questi di investire in eco design e proporre materiali che comportino ad esempio una minore produzione di rifiuti da imballaggi; le stesse amministrazioni locali nel promuovere forme innovative e alternative di gestione dei rifiuti, quali ad esempio il finanziamento di centri di riuso o la promozione del compostaggio domestico (Folz et. al. 2002; Tornavacca, 2017; ARPAT, 2017; Moretti, 2017; ANCI, 2018).

La tariffa per la gestione dei rifiuti urbani (o tariffa di igiene ambientale, TIA) è stata istituita in Italia dal D.lgs. 5 Febbraio 1997, n. 22, norma comunemente conosciuta come «Decreto Ronchi» prendendo il nome dall’allora Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, in affiancamento e progressiva sostituzione della tassa sui rifiuti solidi urbani (TARSU) istituita dal D.lgs 15 Novembre 1993, n. 507 (Ghiringhelli, 2017). Tale decreto legislativo, seppur non fornendo indicazioni in merito alle modalità di calcolo, prevede che la tariffa, determinata dagli enti locali e applicata e riscossa dai soggetti gestori del servizio, sia costituita, come riportato nell’art. 49, comma 4. “da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del

costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti al servizio fornito, e all’entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio” (D.Lgs. 22/1997).

È stato l’allegato 1 al D.P.R. 27 Aprile 1999, n. 158, «Regolamento recante norme per l'elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani» a fornire le indicazioni necessarie alla definizione delle componenti di costo e alla conseguente determinazione della tariffa, pur non dando però tale norma alcuna indicazione in merito ai criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di

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misurazione della quantità di rifiuti conferiti al servizio di raccolta o in alternativa a criteri di ripartizione del costo del servizio. (Ghiringhelli 2017; Mirto 2017).

Con la redazione del D. Lgs. 152/2006, l’art. 238 conferma la necessità di istituire una nuova tariffa corrispettiva per lo svolgimento del servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che sia composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, in particolare agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, nonché da una quota variabile rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione. Tale tariffa nella definizione delle componenti di costo deve essere disciplinata da un regolamento che avrebbe dovuto essere emanato dal Ministero dell’Ambiente entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della parte IV del D.Lgs. 152/2006, in attesa del quale si sarebbe dovuto continuare ad applicare le discipline regolamentari vigenti (D.Lgs.152/2006).

Un parziale passo in avanti in tal senso è stato fatto dalla Legge 27 Dicembre 2013, n. 147, che in sede di istituzione della TARI, al comma 667 ha previsto che venissero stabiliti da parte del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, criteri per la realizzazione da parte dei Comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti urbani e assimilati conferiti al gestore o in alternativa di forme di gestione caratterizzate dall’impiego di parametri correttivi per la ripartizione del costo del servizio fra le utenze, così da attuare un modello di tariffa effettivamente commisurata al servizio reso. Al comma 668 inoltre è previsto che i Comuni che già avessero autonomamente realizzato sistemi di misurazione puntuale dei rifiuti conferiti potessero disporre, in attuazione di quanto previsto dal «Decreto Ronchi», l’applicazione di una tariffa alternativa alla TARI di natura corrispettiva, prendendo eventualmente a riferimento i criteri determinati dal D.P.R. 158/1999 (L. 147/2013.; Mirto 2017). Purtroppo l’assenza di riferimenti a criteri definiti, quali quelli seppur generali dettati dal D.P.R. 158/1999, ha comportato il mancato sviluppo di una omogeneità nella definizione da parte delle differenti Amministrazioni locali dei sistemi di tariffazione puntuale, soprattutto in merito alla scelta del sistema di misurazione dei rifiuti, della definizione delle modalità di calcolo della quota variabile della tariffa e dei soggetti tenuti al pagamento (Mirto, 2017).

Finalmente nel 2017 è stato pubblicato da parte del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare il D.M. 20 Aprile 2017, che da definizione dei criteri a cui i Comuni

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dovranno attenersi nel redigere ed applicare il sistema di tariffazione puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati. In particolare si definiscono:

 le grandezze e le frazioni di rifiuto sulla base delle quali dovrà essere effettuata la misura:

o il peso o il volume

della quantità di RUR ed eventualmente di altre frazioni oggetto di raccolta differenziata, conferite da ciascuna utenza al servizio pubblico di gestione dei rifiuti;  le modalità rilevazione del numero di conferimenti e di identificazione dell’utenza a

cui è associata la misurazione:

o modalità diretta e univoca, tramite l’installazione di dispositivi elettronici di controllo integrati nel sacco/contenitore in dotazione agli utenti,

o modalità indiretta, attraverso attrezzature installate in appositi punti di conferimento, quali i contenitori ad accesso controllato o i Centri di Raccolta.  le modalità di misura dei rifiuti conferiti mediante:

o pesatura diretta, calcolando la sommatoria delle registrazioni del peso conferito;

o pesatura indiretta, stimata attraverso la rilevazione del numero di conferimenti e del volume del sacco/contenitore o in alternativa della dimensione dell’apertura dei contenitori dotati di limitatore volumetrico, eventualmente ricorrendo a valori di coefficienti di peso specifico delle differenti frazioni di rifiuto che sono definiti in autonomia dai Comuni sulla base della densità media dello specifico flusso di rifiuto.

Tali misurazioni sono effettuate attraverso differenti tipologie di dispositivi di rilevazione:

o installati a bordo degli automezzi o nei Centri di Raccolta, o in dotazione agli operatori

o integrati nel sacco/contenitore;

Una panoramica completa dei sistemi di misura della quantità di rifiuti conferiti verrà fornita nel prossimo capitolo;

 gli elementi essenziali di esattezza, accessibilità, integrità, inalterabilità e riservatezza delle infrastrutture informatiche necessarie alla rilevazione della misura, in termini quantitativi e temporali, alla elaborazione, alla registrazione e all’identificazione

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dell’utenza associata mediante l’assegnazione di un codice personale ed univoco a ciascuna utenza;

 la determinazione dei conferimenti nel caso di utenze aggregate;

 criteri di ripartizione dei costi commisurati alla qualità e al numero dei servizi messi a disposizione;

 criteri di ripartizione dei costi commisurati alla quantità di rifiuto prodotto avviato al riciclaggio.

Per quanto riguarda i Comuni che in attesa dell’emanazione del D.M. 20 Aprile 2017 avessero già introdotto un proprio sistema di determinazione della quota variabile della tariffa puntuale, questi sono tenuti ad adeguare i propri regolamenti alle prescrizioni del presente decreto entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore, avvenuta in data 6 Giugno 2017 (D.M. 20/05/2017; ARPAT 2017; ReteAmbiente 2017).

Dall’indagine svolta da ISPRA e pubblicata nel Rapporto Rifiuti Urbani – Edizione 2017, si osserva, come riportato in Tabella 1, che su un totale di 2.988 comuni censiti, il 92,5%, di questi applica la TARI normalizzata sulla base di quanto previsto dal D.P.R. 158/1999 e solo il 7,5% ha già istituito un sistema di tariffazione puntuale. (ISPRA, Rapporto Rifiuti Urbani, 2017), il ché sottolinea come molta strada debba ancora essere fatta in questa direzione.

Tabella 1: Indagine sui Comuni italiani che hanno introdotto sistemi di tariffazione puntuale (ISPRA, Rapporto Rifiuti Urbani, 2017, modificata)

REGIME DI PRELIEVO

NUMERO DI

COMUNI

POPOLAZIONE

% DEI COMUNI CHE APPLICANO SISTEMI DI TARIFFAZIONE

PUNTUALE

% DELLA POPOLAZIONE

DEI COMUNI CHE APPLICANO SISTEMI DI TARIFFAZIONE PUNTUALE TARI normalizzata 2.765 33.262.479 92,5 % 94,7 % Tariffa puntuale 223 1.860.487 7,5 % 5,3 %

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1.3. L’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani

Il tema dell’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani trae origine dall’opportunità da parte dei Comuni di gestire la raccolta di quei rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche in luoghi o locali adibiti ad usi differenti dalla civile abitazione che, in ragione della loro natura, qualità e non pericolosità, presentano caratteristiche assimilabili a tutti gli effetti ai rifiuti urbani e possono pertanto essere raccolti, trasportati e trattati come tali (Vattani, 2007; Albertazzi, 2018), tanto che il D.Lgs. 152/2006 all’art. 184, comma 2, lettera b), riprendendo la definizione già riportata nel D.Lgs 22/1997 (“Decreto Ronchi”), annovera fra i rifiuti urbani quei “rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui

alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell’art. 198, comma 2, lettera g)”.

Il concetto di assimilazione è introdotto per la prima volta dal D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915, che all’art. 4 attribuisce allo Stato la responsabilità della definizione dei criteri generali per l’assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, tema quello delle competenze che è stato affrontato a più riprese dalla giurisprudenza negli anni a seguire, in particolare dalla Delibera del Comitato Interministeriale 27 Luglio 1984 (che richiameremo a breve), fino a divenire materia dell’art. 198 del Testo Unico Ambientale, il quale attribuisce ai Comuni il compito di disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con appositi regolamenti che, nel rispetto dei principi di trasparenza, efficienza, efficacia ed economicità, stabiliscono “l'assimilazione,

per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani” (D.Lgs. 152/2006,

art. 198, comma 2, lettere g)).

Spetta invece allo Stato la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi per l’assimilazione, che avrebbero dovuto essere definiti mediante decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare entro novanta giorni dalla pubblicazione del testo ed avrebbero dovuto prevedere, fra gli altri criteri:

o l’applicazione alle utenze non domestiche di una tariffazione determinata esclusivamente sulla base delle quantità di rifiuti assimilati effettivamente conferite al gestore del servizio di raccolta dei rifiuti urbani;

o la non assimilabilità di quei rifiuti originati nelle aree produttive, magazzini di materie prime e di prodotti finiti compresi, diverse da uffici, mense, spacci, bar e locali al servizio dei lavoratori, altre aree accessibili al pubblico;

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o la non assimilabilità di quei rifiuti originati nelle strutture di vendita aventi superficie superiore al doppio dei valori limite individuati nell’art. 4, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 114/1998 (D.Lgs. 152/2006, art. 195, comma 2, lettera e).

Dal momento che alla data odierna tali criteri non sono stati ancora definiti dal Ministero [è però disponibile al link riportato in nota1 lo schema di decreto che, se approvato senza modifiche consistenti, di fatto confermerebbe l’indirizzo dato dal D.Lgs. 152/2006 ed anzi restringerebbe ulteriormente il campo di assimilabilità dei rifiuti speciali, limitando questa possibilità ad un limitato numero di codici CER, prodotti entro determinati limiti quantitativi da specifiche attività produttive], ad oggi si continuano ad applicare i criteri, seppur per molti aspetti desueti, definiti dalla già citata Delibera del Comitato Interministeriale 27 Luglio 1984 (Fabris, 2011; Albertazzi, 2018).

Tale Delibera nello specifico riporta i criteri di assimilabilità di natura tecnologica, ovvero finalizzati a stabilire la forma di conferimento, trasporto e trattamento di quei rifiuti speciali che, in ragione della loro incapacità di generare un incremento dei rischi per la salute dell’uomo e/o per l’ambiente, possono essere trattati con la medesima forma di gestione adottata per i rifiuti urbani.

Il documento fornisce inoltre un elenco dei materiali al quale la composizione merceologica dei rifiuti speciali deve tendere affinché possa essere riconosciuta l’assimilabilità, sebbene sia garantita la facoltà da parte dei Comuni di stabilire con apposito regolamento quali rifiuti speciali possono essere assimilati e in quali quantità. (Albertazzi, 2018). Quei Comuni italiani che non hanno mai emanato un proprio Regolamento di assimilazione, e fra questi troviamo il Comune di Montecarlo (LU), adottano quale elenco dei rifiuti assimilati quello riportato nella Delibera.

Sebbene una volta assimilato un rifiuto speciale possa essere gestito esattamente come il rifiuto urbano di equivalente frazione merceologica, ciò non toglie che questo ai fini giuridici conserva sia il CER che il proprio stato di rifiuto speciale (Albertazzi, 2018).

L’assenza all’interno dell’elenco dei codici CER riportato nel D.Lgs. 152/2006 di un codice specifico per i rifiuti speciali non differenziati prodotti dalle utenze non domestiche e la prevalenza all’interno di questi di rifiuti di imballaggi in materiali di varia natura ha spinto

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ASCIT SpA ad attribuire a questa porzione residuale della raccolta differenziata il codice CER 15.01.06 “imballaggi in materiali misti”, ovvero il medesimo codice dato ai rifiuti urbani ed assimilati conferiti nei contenitori della raccolta differenziata del multimateriale in plastica, tetrapak ed alluminio.

Quali possibili elementi a supporto della risoluzione di questo problema di classificazione ci sentiamo di evidenziare come il già citato D.M. 20 Aprile 2017, relativo alla definizione dei criteri per la realizzazione da parte dei Comuni dei sistemi di tariffazione puntuale, all’art. 2 da definizione del «rifiuto urbano residuo – RUR» quale “rifiuto residuale dalla raccolta

differenziata dei rifiuti urbani e assimilati (CER 20.03.01)”, attribuendo pertanto al rifiuto

speciale non differenziato assimilato il medesimo codice riconosciuto per i rifiuti urbani non differenziati. Tale interpretazione sembrerebbe peraltro confermata dall’indirizzo proposto dallo schema di decreto recante i criteri qualitativi e quali-quantitativi per l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani a cui facevamo precedentemente cenno, il cui allegato 2 nell’elenco dei rifiuti assimilabili, qualora approvato, riporterebbe quale unica voce relativa ai rifiuti non differenziati il codice 20.03.01.

1.4. Regolamento per l’applicazione della tariffa corrispettiva di gestione dei rifiuti urbani e assimilati del Comune di Montecarlo (LU)

Abbiamo già detto come la Legge 27 Dicembre 2013, n. 147 al comma 668 prevede che i Comuni che già abbiano realizzato sistemi di misurazione puntuale dei rifiuti conferiti possono disporre, in attuazione di quanto previsto dal Decreto Ronchi, l’applicazione di una tariffa alternativa alla TARI di natura corrispettiva, prendendo eventualmente a riferimento i criteri determinati dal D.P.R. 158/1999 (L. 147/2013.; Mirto 2017).

In data 29/09/2014 il Consiglio Comunale di Montecarlo ha approvato il proprio Regolamento per l’applicazione della tariffa di natura corrispettiva di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati per la copertura integrale dei costi delle sole prestazioni individuate nel contratto di servizio stipulato annualmente fra l’Amministrazione e il gestore della raccolta dei rifiuti solidi urbani ASCIT Servizi Ambientali SpA.

Ai fini della determinazione della tariffa di riferimento, il Consiglio Comunale approva annualmente il piano finanziario degli interventi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati, valutando eventualmente la differente ripartizione percentuale fra le utenze domestiche e non domestiche del totale dei costi attribuibili a favore delle utenze

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domestiche, ed articolando la tariffa per fasce di utenza tendenzialmente omogenee nel dar luogo ad una determinata quantità di rifiuti; in particolare i locali e le aree in uso alle utenze non domestiche sono classificate in funzione della loro destinazione d’uso e tenendo conto delle peculiarità della realtà socio-economica del territorio comunale, sulla base delle quali sono state individuate 21 categorie tributarie (vedi Figura 3 a pag. 23).

La tariffa è dovuta da tutti i soggetti che occupano o conducono locali stabilmente infissi al suolo od aree scoperte non costituenti accessorio o pertinenze degli stessi ed adibite a qualsiasi uso privato esistenti nel territorio del Comune di Montecarlo, purché in grado di dar luogo alla produzione di rifiuti urbani e assimilati, e nel caso delle utenze non domestiche dotate di contenitori per il conferimento dei rifiuti RUR/Assimilati si compone di:

 Quota fissa: determinata mediante il metodo normalizzato di cui al D.P.R. 158/1999 sulla base delle componenti essenziali del costo del servizio è data dal prodotto della

quota fissa unitaria (calcolata come rapporto tra i costi fissi addebitabili alle utenze

non domestiche e le superfici imponibili complessive presenti sul territorio comunale) e la superficie effettivamente occupata da ciascuna utenza moltiplicato per il

coefficiente potenziale di produzione Kc, stabilito per ciascuna categoria tributaria; la

quota fissa è dovuta a prescindere dall’effettivo grado di utilizzazione dei locali e dalla quantità di rifiuti prodotti.

 Quota variabile: rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati e assimilati raccolti presso ciascuna utenza e comprensiva di un valore minimo tariffabile a copertura del costo del servizio di ritiro del numero minimo di conferimenti stabilito dal Consiglio Comunale (ad oggi 4 svuotamenti); si calcola come prodotto della quota variabile

unitaria (rapporto tra costi variabili totali attribuiti alle utenze non domestiche e la

quantità di RUR/Assimilati raccolti) e la quantità di RUR/Assimilati prodotti (volume del contenitore in dotazione per il peso specifico medio del rifiuto per il numero di svuotamenti realizzati per ogni contenitore nell’anno)

Qualora alla presentazione del consuntivo annuale dei costi del servizio si accerti la mancata piena copertura da parte delle tariffe, il recupero della differenza si realizza attraverso un adeguamento tariffario a decorrere dall’esercizio successivo (Regolamento per l'applicazione della tariffa corrispettiva di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati, 2014).

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1.5. ASCIT Servizi Ambientali SpA e RetiAmbiente SpA

ASCIT Servizi Ambientali SpA è una società soggetta alla direzione ed al coordinamento del socio unico RetiAmbiente SpA che svolge i servizi di raccolta differenziata e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati, spazzamento stradale manuale e meccanico, gestione dei Centri di Raccolta, rimozione dei rifiuti abbandonati, disinfestazione e derattizzazione, gestione della TARI tributo e della TARI corrispettiva e gestione del servizio di telefonia e sportello a pubblico, mediante affidamento diretto da parte dei Comuni di Altopascio, Capannori, Montecarlo, Pescaglia, Porcari e Villa Basilica (LU); rientrano inoltre fra le attività aziendali la raccolta e il trasporto di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, (ASCIT, Politica Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza, 2016).

L’azienda ha la propria sede centrale in Via San Cristoforo, 82, Lammari (LU) ed è stata fondata in data 01/07/1983 con la ragione sociale Azienda Speciale Consortile per l’Igiene del Territorio, quale società in house dei Comuni di Capannori e Villa Basilica.

Nel 2000 i Comuni di Altopascio, Montecarlo, Pescaglia e Porcari sono divenuti soci diretti ed hanno affidato all’azienda la sola gestione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani e assimilati.

In data 01/12/2004 l’azienda consortile è stata ricapitalizzata ed è stata fondata ASCIT Servizi Ambientali SpA (d’ora in avanti nel testo semplicemente ASCIT SpA), società per azioni interamente pubblica soggetta al controllo dei sei Comuni soci.

Dall’anno 2006 ASCIT SpA ha introdotto il servizio di raccolta differenziata “porta a porta”, inizialmente in due sole frazioni del Comune di Capannori per estenderlo progressivamente a tutte le utenze domestiche e non domestiche dei sei Comuni gestiti, fino alla totale eliminazione della raccolta stradale.

ASCIT SpA gestisce dal 2013 per il Comune di Capannori e dal 2014 per il Comune di Montecarlo la raccolta differenziata dei rifiuti urbani e assimilati in regime di tariffazione puntuale, svolgendo inoltre le funzioni di gestione, accertamento e riscossione delle tariffe. Il 28/12/2015 ASCIT SpA, insieme alle società ESA SpA, ERSU SpA, Geofor SpA, REA SpA e SEA Ambiente SpA, è divenuta società soggetta alla direzione e al controllo di RetiAmbiente SpA, il cui aumento di capitale è stato sottoscritto dai sei Comuni soci attraverso il conferimento delle partecipazioni societarie (ASCIT, Politica Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza, 2016).

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Recentemente ASCIT SpA ha avviato un percorso di crescita e formazione del proprio personale nella gestione dei processi aziendali che ha portato l’azienda nel 2016 ad ottenere le certificazioni UNI EN ISO 9001:2015, UNI EN ISO 14001:2015 e OHSAS 18001:2007, nonché da ultimo la certificazione UNI ISO 37001:2016 nel Gennaio 2018.

Attraverso un percorso di crescita iniziato con l’introduzione nel 2006 del servizio di raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti urbani e assimilati e realizzato attraverso una continua opera di collaborazione con i Comuni, il coinvolgimento ed una costante azione di educazione ambientale rivolta agli utenti, ASCIT SpA è riuscita ad ottenere il valore medio di raccolta differenziata sull’intero territorio gestito del 77,40 % (vedi Tabella 2), con il primato dell’88,13 % nel Comune di Capannori (ASCIT 2018; ARRR 2017; ISPRA, Catasto Rifiuti 2017), attestandosi quale realtà fra le più virtuose nel contesto regionale (valore medio 51,1 %) e nazionale (52,5 %) (ISPRA, Rapporto Rifiuti Urbani, 2017).

Tabella 2: Percentuali di raccolta differenziata (% RD) nei 6 Comuni per i quali ASCIT SpA gestisce il servizio di raccolta (ASCIT 2018; ARRR 2017; ISPRA, Catasto Rifiuti 2017)

COMUNE %RD Altopascio 71,70 Capannori 88,13 Montecarlo 77,10 Pescaglia 68,72 Porcari 79,70 Villa Basilica 79,04 TOT 77,40

RetiAmbiente SpA è una società a totale capitale pubblico, partecipata da 99 Comuni delle province di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno, fondata nel 2011 con l’intento di divenire soggetto unico responsabile della gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati nell’ambito territoriale ottimale A.T.O. Toscana Costa, ai sensi della L.R. 69/2011 della Regione Toscana. La maggioranza dei Comuni dell’A.T.O. Toscana Costa ha stabilito quale migliore modello societario per la gestione del servizio, la costituzione di una società mista a partecipazione pubblica maggioritaria ed ha provveduto alla pubblicazione della procedura di gara d’ambito “a doppio oggetto” per l’individuazione di un socio privato di carattere industriale destinato

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ad acquisire una partecipazione del 45% del capitale sociale e a gestire attivamente i servizi e la conduzione degli impianti (RetiAmbiente, 2018).

Poiché la procedura di selezione del socio privato ad oggi non si è ancora conclusa, ASCIT SpA continua ad essere il soggetto incaricato del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati negli ambiti comunali di Altopascio, Capannori, Montecarlo, Pescaglia, Porcari e Villa Basilica quale società di proprietà del socio unico RetiAmbiente SpA; il giorno in cui sarà selezionato il socio privato, ASCIT SpA e le altre cinque società per azioni saranno fuse per incorporazione in RetiAmbiente SpA, società con la quale l’ATO Toscana Costa potrà finalmente stipulare il nuovo contratto di servizio per la durata ventennale dell’appalto (ASCIT 2016, RetiAmbiente 2018).

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20 2. STATO DELL’ARTE

2.1. Tecniche di misurazione della produzione dei rifiuti: esempi in Europa, Italia e la modalità adottata da ASCIT SpA

La tipologia di sistema di raccolta dei rifiuti adottato da un gestore è un elemento fondamentale nel determinare la quantità e soprattutto la qualità dei materiali riciclabili, incentivando in misura differente la partecipazione degli utenti nella prevenzione e selezione dei rifiuti (B.G. Mwanza, 2018 [1]).

In generale le possibili modalità di raccolta dei rifiuti possono prevedere:

o Raccolta “porta a porta”, realizzata mediante la consegna e il ritiro di sacchi, mastelli o contenitori individuali o condivisi a livello condominiale.

o Raccolta stradale, realizzata attraverso il conferimento dei rifiuti in contenitori a servizio di un bacino di utenti più o meno vasto, che possono essere interrati o fuori suolo, ad accesso libero o controllato.

o Eco-Isole e Centri di Raccolta, fissi o mobili, che consentono l’accesso ad un vasto numero di utenti e il conferimento di più frazioni di rifiuto contemporaneamente, fra i quali rifiuti ingombranti e RAEE.

Pur essendo possibili integrazioni, la raccolta porta a porta è riconosciuto come il sistema più efficacie nel dar luogo ad elevati livelli di selezione dei materiali destinati al riciclaggio, tanto che nel mondo risulta il sistema di raccolta maggiormente adottato ed è sostituito dagli altri sistemi solo in quei contesti nei quali la sua applicazione risulta impraticabile (B.G. Mwanza, 2018 [2]).

Sul finire degli anni ’90, grazie soprattutto alla attività di promozione da parte della

Environmental Protection Agency americana, si è assistito in un numero crescente di paesi

alla diffusione dei sistemi PAYT, la cui applicazione ha necessariamente richiesto l’implementazione nei tradizionali sistemi di raccolta dei rifiuti di strumenti e tecnologie che permettessero di stimare e se possibile misurare la quantità di rifiuti prodotti. Nell’ultimo decennio i sistemi di tariffazione puntuale si stanno sempre più diffondendo grazie allo sviluppo e alla diffusione di tecnologie quali i Transponder RFId (tecnologia basata su sistemi di rilevazione ad onde radio passive per mettere in comunicazione tag/micro chip e

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relativa antenna di ricezione, utilizzabili in modo universale e trasversale per l’identificazione dei sacchi/contenitori, senza necessità di contatto né di visibilità diretta), i sistemi GPS e di georeferenziazione in GIS, la tecnologia wireless, nonché da ultimo le nuove opportunità date dall’evoluzione attualmente in atto dei sistemi basati su IoT, machine learning e sulla sempre maggiore disponibilità di Big Data e Open Data, diffusione della tecnologia che ha comportato negli ultimi anni un notevolmente abbassamento dei costi dei tag, tanto da rendere sostenibile un loro impiego anche sui sacchi a perdere (Ghiringhelli, 2013; J. M. Gutierrez, 2015; Tornavacca, 2017; Softwork, 2018).

Al di là delle possibili soluzioni pratiche, la classificazione dei sistemi di rilevazione impiegati nei regimi di tariffazione puntuale distingue:

 identificazione dell’utenza;

 identificazione dei contenitori associati all’utenza

Tra i primi troviamo:

o Eco-isole.

o Contenitori dotati di limitatore volumetrico

Si tratta di sistemi ad accesso controllato mediante riconoscimento con chiave magnetica,

smart card o tessera sanitaria, sistemi largamente impiegati in Germania e in Austria per

facilitare la gestione dei grandi complessi condominiali nelle zone periferiche metropolitane e, nel caso dei contenitori, introdotti anche in Italia soprattutto come sistemi di raccolta stradale fuori suolo o interrati nei centri storici. Esistono anche sistemi di questo tipo in grado di effettuare la misura diretta del peso, sebbene siano costosi e validi solo per contenitori di elevate dimensioni in quanto la sensoristica non presenta elevata sensibilità, inoltre con l’esperienza è stato appurato come questi sistemi non incentivino le utenze ad esporre i contenitori solo quando sono al massimo stato di riempimento, comportando una difficoltà da parte dei gestori nell’ottimizzare i costi del servizio.

Più diffusi sono i modelli che prevedono l’identificazione dei sacchi/contenitori attraverso la lettura di tag i cui codici sono associati all’utenza, si tratta infatti di sistemi di rilevazione particolarmente adeguati nei casi di raccolta porta a porta in quanto attraverso l’associazione diretta fra ogni singolo conferimento di rifiuto ed utenza produttrice incrementa l’azione di

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responsabilizzazione degli utenti. Per questa tipologia di sistema di identificazione esistono diverse possibilità applicative (Ghiringhelli, 2013; Tornavacca, 2017):

o Sacchi prepagati dotati di micro chip o di adesivo con barcode, acquistabili presso il gestore o anche mediante l’impiego di distributori automatici; in alternativa vi è la possibilità di acquistare direttamente stickers adesivi da affiggere sui sacchi.

o Contenitori a prezzo variabile per ogni svuotamento in funzione della volumetria, spesso abbinati nel contratto ad un determinato numero di svuotamenti coperti dal minimo fatturabile.

In Europa i sistemi di tariffazione puntuale sono diffusi soprattutto tra le municipalità degli Stati del nord e in particolare in Danimarca, Belgio, Olanda o in Germania, paesi nei quali le tariffe sono determinate soprattutto basandosi sulla volumetria dei contenitori e sul volume rapportato alle frequenze di svuotamento, sistemi che di fatto sono adottati in tutti gli stati europei; le modalità che prevedono l’impiego di sacchi prepagati è adottata soprattutto in Austria, Belgio, Svizzera e minimamente in Italia mentre sistemi di misura diretta attraverso la rilevazione del peso sono molto meno frequenti e si trovano principalmente in alcune municipalità del Belgio e in minima parte dell’Irlanda.

Come mostrato nel precedente capitolo in Tabella 1 (vedi pag. 12), in Italia i sistemi di tariffazione puntuale sono ancora molto poco diffusi e, laddove adottati, principalmente al nord, prevedono modalità di tutte le tipologie sopra descritte e soprattutto sistemi con tag installati su contenitori carrellati.

ASCIT SpA nel 2013, in sede di introduzione da parte del Comune di Capannori (LU) del sistema di tariffazione puntuale, ha rappresentato un caso unico a livello nazionale per la scelta di adottare per la raccolta dei rifiuti indifferenziati delle utenze domestiche sacchi dotati di RFId a perdere, scelta motivata dalla volontà di permettere agli utenti di non dover adeguare le proprie abitudini nel conferimento del rifiuto e consentire agli operatori incaricati della raccolta di non cambiare né rallentare le modalità operative seguite fino ad allora (A. Tornavacca, 2017). Alle utenze non domestiche è stato invece assegnato un contenitore dotato di tag, sulla base del cui volume e del numero di svuotamenti calcolare la quantità di rifiuti assimilati prodotti.

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Nel 2014, in concomitanza dell’introduzione del sistema di tariffazione da parte del Comune di Montecarlo (LU), ASCIT SpA ha scelto in accordo con l’Amministrazione Comunale di replicare l’esperienza messa in atto a Capannori.

2.2. L’organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati alle utenze non domestiche del territorio comunale di Montecarlo prima dell’implementazione del Giro Dinamico di Raccolta

Il Comune di Montecarlo è un comune di 4397 abitanti (ISTAT 2018) della Provincia di Lucca. Con una superficie di 15,67 km2, è costituito dal capoluogo, posto a quota 162 m sul livello del mare sulla sommità della collina che separa la piana di Lucca dalla Valdinievole, e dalle frazioni in piano di Turchetto, Gossi, Micheloni, Fornace, San Giuseppe, San Salvatore e San Piero (Wikipedia 2018).

Nel territorio comunale sono presenti 216 utenze non domestiche, suddivise nelle diverse categorie tributarie individuate dal Regolamento per l’applicazione della tariffa corrispettiva di gestione dei rifiuti urbani e assimilati secondo le percentuali riportate nel grafico in Figura 3.

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Di queste, a 54 utenze non domestiche, in ragione della contenuta quantità di rifiuti assimilati prodotti, sono stati consegnati i medesimi sacchi e mastelli utilizzati per la raccolta alle utenze domestiche; alle rimanenti 162 utenze sono stati invece forniti contenitori individuali di capienza maggiore, variabile in funzione delle differenti frazioni di rifiuto, per la raccolta differenziata dei rifiuti speciali assimilati; in particolare per la raccolta ed il conferimento dei rifiuti RUR/Assimilati, le utenze non domestiche del Comune di Montecarlo hanno in dotazione contenitori in polietilene di colore verde da 240 l o 1100 l a seconda dell’intensità produttiva.

In sede di definizione del contratto e consegna dei contenitori, ad ogni utente è consegnata una scheda prodotta dal sistema informatico di assegnazione dei contenitori, che deve essere firmata per accettazione e che riporta l’elenco dei contenitori forniti, dati che sono quindi inseriti nell’applicativo gestionale WIN-Sm@.R.T.®

e che vanno così aggiornando il database informativo relativo ai dati degli utenti.

In fase di attivazione dell’utenza, attraverso un sopralluogo i tecnici di ASCIT SpA provvedono ad incontrare ogni utenza non domestica e, alla luce della qualità e della quantità dei rifiuti prodotti, oltre ad essere fornita una specifica dotazione in contenitori, viene concordato il calendario di raccolta, che prevede per le utenze alle quali vengono consegnati gli stessi sacchi e mastelli utilizzati per la raccolta alle utenze domestiche l’inclusione nei giri di raccolta pianificati per queste ultime, realizzati con mezzi Piaggio Porter e ISUZU M 55 nei giorni riportati in Figura 4.

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Figura 4: Calendario di raccolta dei rifiuti urbani delle utenze domestiche del Comune di Montecarlo (ASCIT 2018)

Per le 162 utenze alle quali sono stati forniti contenitori individuali, è stata invece prevista la realizzazione di giri di raccolta dedicati, effettuata con mezzi ISUZU P 75 nei giorni riportati in Tabella 3.

Tabella 3: Calendario di raccolta dei rifiuti assimilati delle utenze non domestiche del Comune di Montecarlo

GIORNO FRAZIONE

Lunedì Organico

Martedì Multimateriale

Mercoledì RUR/Assimilati + Vetro*

Giovedì Carta e cartone

Venerdì Organico

Nota: La raccolta del vetro il mercoledì è effettuata ogni due settimane

Una volta caricati i dati su WIN-Sm@.R.T.®, gli indirizzi delle utenze non domestiche dotate di contenitori sono inseriti all’interno di un elenco che è comunicato in forma cartacea agli operatori sui mezzi di raccolta.

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Nel corso dello svolgimento del giro di raccolta per ognuna delle differenti frazioni di rifiuto, gli operatori, che per scelta dell’Ufficio Tecnico di ASCIT SpA sono specializzati nell’esecuzione di un limitato numero di giri di raccolta al fine di sviluppare una fidelizzazione del territorio e facilitare un rapporto collaborativo con le utenze servite, sono tenuti al rispetto dell’elenco fornito. Ciò detto, specie in un contesto territoriale di dimensioni contenute quale quello in esame, consuetudine e ragionevolezza vogliono che agli operatori sia lasciata la libertà di giudizio nel valutare autonomamente lo stato di riempimento dei contenitori e, in accordo seppur informale con le singole utenze non domestiche, la possibilità di rinviare consapevolmente lo svuotamento di quei contenitori verosimilmente non ancora pieni.

Tale sistema nel tempo ha purtroppo portato gli operatori a selezionare un limitato numero di utenze non domestiche caratterizzate da una produzione praticamente costante di rifiuti e che pertanto sono state incluse nei giri di raccolta calendarizzati, escludendo di fatto le rimanenti utenze e dando luogo, specie nei casi di sostituzione temporanea per ferie o malattia degli operatori fidelizzati con i giri, al reiterarsi di mancate raccolte e al manifestarsi di occasionali reclami per disservizio.

Ogni contenitore è dotato di un tag associato al codice identificativo di ciascuna utenza che permette, attraverso un lettore installato sui mezzi, di rilevarne lo svuotamento; come illustrato nel precedente paragrafo, a partire dall’introduzione del sistema di tariffazione puntuale da parte dell’Amministrazione Comunale di Montecarlo, nel caso dei contenitori e dei sacchi destinati alla raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati, tale rilevazione è funzionale alla definizione della quota variabile della TARI corrispettiva. In ragione di ciò, la consuetudine di lasciare agli operatori la scelta di effettuare o meno lo svuotamento dei contenitori RUR/Assimilati sulla base di una valutazione sommaria del loro stato di riempimento, oltre a imporre su di loro la responsabilità degli addebitamenti, ha comportato uno spreco di risorse legato all’effettuazione di viaggi non necessari ed ha portato diverse utenze a chiudere i propri contenitori con lucchetti o a porli all’interno dei cancelli aziendali in maniera da impedire agli operatori di ASCIT SpA di realizzare svuotamenti non desiderati, comportamento che ha ulteriormente portato all’esclusione di tali utenze dai giri di raccolta e non ha contribuito a promuovere un rapporto fra gestore ed utenze basato su fiducia e soddisfazione del servizio erogato per la bassa capacità di rispondere alle esigenze aziendali.

Alla luce delle criticità emerse, la Direzione Generale e l’Ufficio Tecnico hanno valutato l’opportunità di introdurre un sistema di prenotazione degli svuotamenti dei contenitori

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RUR/Assimilati, seconda una logica equivalente alle comuni modalità di prenotazione dei servizi di ritiro di rifiuti ingombranti e RAEE e per taluni Comuni italiani anche per i residui di sfalci e potature, pannolini e altri rifiuti particolari (HERA 2018, CLARA 2018, Cervasca 2018), che desse agli utenti la possibilità di controllare indirettamente l’ammontare della tariffa corrispettiva e al contempo permettesse ad ASCIT SpA di realizzare un servizio organizzato sulla base delle reali esigenze degli utenti, ottimizzare i costi legati all’impiego di mezzi e personale e non ultimo di disporre di uno strumento per dimostrare l’effettiva richiesta da parte degli utenti degli svuotamenti effettuati.

Da una ricerca bibliografica svolta dall’Ufficio Tecnico, è emerso come tale gestione del servizio di raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati prodotti dalle utenze non domestiche fosse una modalità innovativa e non ancora attuata da altri gestori della raccolta dei rifiuti urbani in Italia; non disponendo pertanto di esempi già attuati a cui prendere ispirazione, quale sistema di prenotazione è stata in un primo momento ritenuta adeguata la possibilità di richiedere lo svuotamento telefonando al numero verde o in alternativa inviando una e-mail all’ufficio protocollo di ASCIT SpA, fornendo indicazioni della data e del numero di contenitori per i quali si richiede il servizio. Tali modalità sono state comunicate alle utenze non domestiche per mezzo di una lettera informativa (una copia della quale è riportata in Allegato 1) inviata a Gennaio 2018 via posta prioritaria.

Nella prima riunione di verifica dello stato di attuazione del progetto, tenutasi in Aprile 2018, di fronte all’evidenza che solo 13 utenze non domestiche avevano iniziato come richiesto a prenotare gli svuotamenti e di queste 11 per via telefonica, non permettendo pertanto nel tempo di ricostruire lo storico delle richieste, è stata considerata l’opportunità di investire maggiori risorse nel progetto, individuando un responsabile incaricato di valutare nuove modalità di prenotazione degli svuotamenti, pianificare ed attuare una nuova strategia di comunicazione alle utenze e di organizzare il servizio di raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati sulla base delle richieste pervenute.

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28 3. OBIETTIVO DEL PROJECT WORK

3.1. Implementazione del Giro Dinamico di Raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati presso le utenze non domestiche del Comune di Montecarlo (LU)

Il presente Project Work ha lo scopo di descrivere nel dettaglio le fasi di pianificazione ed esecuzione del progetto relativo all’implementazione del Giro Dinamico di Raccolta dei rifiuti non differenziati assimilati prodotti dalle utenze non domestiche presenti nel territorio comunale del Comune di Montecarlo (LU), attuato dal gestore del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti, la società ASCIT Servizi Ambientali SpA, a partire dal mese di Agosto 2018 e attualmente in atto, nonché presentare i risultati ad oggi ottenuti.

In ragione dell’introduzione da parte del Comune di Montecarlo a partire dall’anno 2014 del sistema di tariffazione puntuale e della scelta di determinare la quota variabile della tariffa corrispettiva di gestione dei rifiuti urbani e assimilati sulla base del numero di conferimenti della sola frazione dei rifiuti non differenziati, recentemente ASCIT SpA ha valutato l’opportunità di individuare una modalità di prenotazione degli svuotamenti dei contenitori del rifiuto indifferenziato che consentisse alle utenze non domestiche di esprimere in forma esplicita la propria richiesta di esecuzione del servizio e di conseguenza facilitasse loro il controllo nella determinazione della tariffa, in forma equivalente al controllo dato dalla libertà di scelta da parte delle utenze domestiche nell’esporre o meno il proprio sacco contente RUR. Sono state pertanto definite due possibili modalità di prenotazione degli svuotamenti dei contenitori RUR/Assimilati, con frequenza fissa o variabile, esprimibili rispettivamente compilando un modulo apposito o inviando la richiesta via mail.

Tali modalità di prenotazione sono state comunicate alle utenze non domestiche attraverso una campagna di comunicazione che ha previsto la realizzazione di colloqui tenuti con i responsabili della gestione dei rifiuti, nel corso dei quali sono stati inoltre esposti gli elementi del sistema di tariffazione puntuale in vigore nel Comune di Montecarlo, la composizione dalla tariffa nelle due quote fissa e variabile e il sistema di lettura degli svuotamenti adottato da ASCIT SpA, sono state analizzate le diverse tipologie di rifiuti prodotti, eventualmente suggerendo possibili strategie per una loro riduzione o recuperabilità all’interno delle frazioni oggetto di raccolta differenziata, e si è fornito supporto nell’individuazione della frequenza di svuotamento migliore nel soddisfare le esigenze delle utenze.

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Sulla base delle richieste di svuotamento in questo modo raccolte, si è dato avvio alla nuova programmazione dei giri di raccolta dei rifiuti non differenziati alle utenze non domestiche del Comune di Montecarlo, la quale pertanto non ha più seguito una logica “a calendario”, tipica della pianificazione della raccolta dei rifiuti presso le utenze domestiche e ancora adeguata per le utenze non domestiche in caso di raccolta delle frazioni differenziate, caratterizzandosi piuttosto per la sua natura dinamica, variabile in funzione delle reali esigenze delle utenze.

3.2. I benefici attesi

In fase di pianificazione dell’introduzione del Giro Dinamico di Raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati sono stati individuati benefici di diversa natura, sia per il gestore che per gli utenti, potenzialmente derivanti dall’attuazione del progetto. Tali benefici e i corrispondenti beneficiari sono di seguito riportati in Tabella 4.

Tabella 4: Benefici attesi dall'implementazione del Giro Dinamico di Raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati

BENEFICI PER IL GESTORE PER GLI UTENTI

Economici  Riduzione delle ore necessarie allo svolgimento del servizio

 Minor consumo di carburante

 Minore usura dei mezzi

(manutenzioni e ammortamenti)

 Riduzione della produzione di RUR e conseguenti minori costi di trattamento

 Aumento della percentuale di raccolta differenziata (% RD)

 Maggiore controllo del numero degli svuotamenti e possibile riduzione della tariffa

Gestionali  Migliore gestione delle informazioni

 Ottimizzazione nell’impiego di mezzi e operatori

 Fruizione di un servizio maggiormente personalizzato sulla base delle reali esigenze

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Ambientali  Riduzione delle emissioni di CO2

 Riduzione nella produzione di RUR e aumento della % RD

 Riduzione delle emissioni di CO2

 Riduzione nella produzione di RUR e aumento della % RD

Culturali  Maggiore conoscenza delle utenze non domestiche presenti sul territorio e dei rifiuti prodotti

 Consolidamento dei rapporti con i fornitori (ASCIT SpA in primis)

 Maggiore consapevolezza e controllo dei rifiuti prodotti

 Maggiore conoscenza e consapevolezza del sistema di tariffazione

Scopo del presente Project Work è pertanto dare quantificazione, laddove possibile, di tali benefici, sulla base dei quali valutare eventuali adeguamenti nell’organizzazione del servizio, nonché valutare l’opportunità di estendere il Giro Dinamico di Raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati anche alle altre frazioni differenziate di rifiuto, nonché eventualmente ad altri Comuni nei quali ASCIT SpA è responsabile del servizio di raccolta.

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31 4. ESECUZIONE DEL PROGETTO E METODI

4.1. Lettera informativa e modulo di prenotazione degli svuotamenti

Il progetto di implementazione del Giro Dinamico di Raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati è stato realizzato con l’intento di fornire alle utenze non domestiche presenti nel territorio comunale di Montecarlo la possibilità di esprimere in forma esplicita la propria richiesta di raccolta dei rifiuti RUR/Assimilati, il cui numero di conferimenti sta alla base della determinazione della quota variabile della tariffa corrispettiva di gestione dei rifiuti urbani e assimilati, ai sensi del Regolamento del Comune di Montecarlo.

A tale proposito è stata realizzata dall’ufficio tecnico una lettera informativa (una copia della quale è riportata in Allegato 2) nella quale sono state fornite tutte le indicazioni relative alle nuove modalità di prenotazione del servizio. A seguito del confronto avviato fra l’ufficio tecnico e l’ufficio TIA di ASCIT SpA, la precedente comunicazione è stata successivamente revisionata allo scopo di eliminare gli elementi di ambiguità legati al numero di contenitori RUR/Assimilati da svuotare e alla gestione di quei contenitori non completamente pieni, inoltre è stata data la possibilità alle utenze di meglio esprimere i termini temporali del servizio; una copia di questa lettera è riportata in Allegato 3).

Come descritto nel paragrafo successivo, la lettera informativa è stata consegnata manualmente ad ognuna delle utenze non domestiche del Comune di Montecarlo e fatta firmare per accettazione nel corso dei colloqui tenuti con i responsabili per la gestione dei rifiuti.

In particolare la lettera propone due possibili modalità di prenotazione degli svuotamenti a seconda dell’andamento nella produzione di rifiuto non differenziabile nel corso dell’anno:

 Produzione costante, svuotamenti frequenti: nei casi in cui le utenze non domestiche diano luogo ad una produzione di rifiuti non differenziabili costante nel tempo, che pertanto siano in grado di proporre una frequenza di svuotamento verosimilmente corrispondente al momento di massimo riempimento dei contenitori in dotazione, oppure nei casi in cui le utenze preferiscano per ragioni di praticità delegare ad ASCIT SpA la gestione degli svuotamenti dei contenitori, è fornito allegato alla lettera informativa un modulo di prenotazione degli svuotamenti del contenitore RUR/Assimilati (una copia del quale è riportata in Allegato 4).

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Il modulo deve essere compilato inserendo i dati relativi all’utente richiedente il servizio e indicando la frequenza con la quale si richiede lo svuotamento dei contenitori, scegliendo fra le possibilità proposte (ad esempio ogni settimana, una volta ogni due settimane, la prima settimana di ogni mese, etc.) oppure scrivendo la frequenza desiderata, a condizione che questa non comporti lo svuotamento in un giorno della settimana diverso dal mercoledì, essendo questo da calendario di raccolta il giorno stabilito per l’esecuzione del servizio per le utenze non domestiche di Montecarlo.

È inoltre richiesto che venga riportata la data di inizio e di conclusione del servizio di svuotamento con frequenza costante dei contenitori, incaricando in alternativa ASCIT SpA di continuare a svolgere tale servizio con la frequenza indicata fino al sopraggiungere di una differente comunicazione scritta, nonché eventualmente i periodi dell’anno nei quali, per ragioni di interruzione delle attività produttive, il servizio di svuotamento deve essere sospeso o comunque modificato.

Una volta compilato, il modulo deve essere inviato per posta elettronica all’indirizzo e-mail dell’ufficio protocollo di ASCIT SpA.

L’adesione al servizio secondo i termini descritti nel modulo prevede che lo svuotamento si realizzi con la frequenza richiesta per tutti i contenitori RUR/Assimilati in dotazione all’utente, indipendentemente dal loro effettivo stato di riempimento che si suppone essere massimo, invitando gli utenti a chiudere con lucchetto quei contenitori per i quali si desidera rinviare lo svuotamento; in alternativa gli utenti sono chiamati ad inviare per tempo una e-mail all’indirizzo di posta elettronica dell’ufficio protocollo di ASCIT SpA richiedendo lo svuotamento per solo alcuni dei contenitori in dotazione o anche per nessuno di questi, modalità peraltro prevista anche nei casi in cui, al contrario, fosse necessario richiedere svuotamenti aggiuntivi rispetto alla frequenza indicata.

 Produzione variabile, svuotamenti saltuari: nei casi in cui le utenze non domestiche diano luogo ad una produzione di rifiuti non differenziabili incostante nel tempo, quali ad esempio attività soggette a stagionalità, che pertanto non siano in grado di individuare a priori una frequenza di svuotamento dei contenitori adeguata alle esigenze aziendali, è prevista la possibilità di invio, entro le ore 12.00 del sabato della settimana che precede quella nella quale si desidera che venga effettuato il servizio, di una e-mail all’indirizzo di posta elettronica dell’ufficio protocollo di ASCIT SpA,

Figura

Figura 1: Sustainable Development Goals, SDGs, Agenda 2030 (ONU, 2015)
Tabella 1: Indagine sui Comuni italiani che hanno introdotto sistemi di tariffazione puntuale (ISPRA, Rapporto  Rifiuti Urbani, 2017, modificata)
Tabella 2: Percentuali di raccolta differenziata (% RD) nei 6 Comuni per i quali ASCIT SpA gestisce il servizio  di raccolta (ASCIT 2018; ARRR 2017; ISPRA, Catasto Rifiuti 2017)
Figura 3: Suddivisione delle utenze non domestiche del Comune di Montecarlo in categorie tributarie
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