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Descrizione delle rotte del 2002-2003 Risultati

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Descrizione delle rotte del 2002-2003

Le due tartarughe monitorate in questo studio (fig. 15) sono state seguite per 59 e 168 giorni rispettivamente, durante i quali esse hanno percorso la distanza di 4708 e 8643 Km. Inizialmente, esse hanno seguito una rotta

generalmente simile a quella di alcune tartarughe studiate

precedentemente (Luschi et al. 2003a, b): infatti hanno effettuato un movimento verso il largo all’incirca ad angolo retto rispetto alla linea di costa con un successivo cambiamento di direzione, presumibilmente in concomitanza del loro ingresso nella Corrente di Agulhas. Entrambe le tartarughe hanno quindi cominciato a spostarsi in direzione SW, al largo della costaafricana, con un andamento abbastanza rettilineo.

La tartaruga 18262 si è allontanata rapidamente dalla spiaggia di nidificazione, entrando presto all’interno della corrente di Agulhas. All’incirca all’altezza della città di Durban, tra il 5 e l’11 febbraio, essa si è diretta verso E, dove ha compiuto un piccolo loop in senso orario che l’ha portata per un breve periodo fuori dal flusso principale della corrente. Successivamente si è spostata in direzione della costa ed ha proseguito di nuovo verso SW, all’altezza del Capo di Buona Speranza. A questo punto l’animale ha effettuato un loop antiorario che l’ha portata a dirigersi verso N, spostandosi dall’oceano Indiano a quello Atlantico, verso l’area della corrente del Benguela, dove ha successivamente seguito una rotta ad andamento più circolatorio. Le sue ultime localizzazioni provengono da un’area al largo della costa occidentale dell’Africa, alla latitudine della Namibia.

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La rotta della tartaruga 29359 si è differenziata notevolmente da quella della tartaruga 18262 nel tratto finale. Per questo studio la rotta è stata considerata nella sua interezza, includendo anche il tratto finale durante il quale sono stati rilevati dati anomali di immersione. Infatti, durante il corso del tracking, il trasmettitore ha registrato la profondità di immersione raggiunta degli animali durante i loro normali spostamenti migratori. Da circa 24° E di longitudine in poi il trasmettitore ha registrato uno stato di continua emersione della 29359, cosa piuttosto anomala per le tartarughe marine che sono solite immergersi per cercare cibo. Questi dati anomali possono essere dovuti a diversi fattori, tra cui un malfunzionamento del PTT, causato ad esempio dalla rottura del salt water switch, le cattive condizioni di salute dell’animale che potrebbero averlo costretto a rimanere in superficie o, infine, anche al decesso dell’animale. In quest’ultimo caso è possibile che il corpo sia stato trasportato passivamente dalle correnti e che quindi l’influenza delle stesse nel determinare la rotta raggiunga i suoi valori massimi in questa parte del tracking. In questa tesi abbiamo ipotizzato la morte dell’animale come la causa più probabile delle anomalie rilevate nei dati. Il primo tratto di rotta della tartaruga è caratterizzato da un andamento piuttosto rettilineo diretto verso SW. All’altezza di Città del Capo la tartaruga ha effettuato un loop in senso orario che l’ha portata successivamente a spostarsi verso S-SE. In seguito l’animale ha tenuto una rotta curvilinea, con segmenti diretti prima verso N e poi verso S. L’ultimo tratto di rotta è un breve segmento rettilineo, dopo il quale non sono state più ricevute localizzazioni.

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Analisi oceanografica delle rotte

Le rotte delle tartarughe sono state analizzate dettagliatamente dal punto di vista oceanografico integrando le rotte ricostruite con immagini di anomalie dell’altimetria oceanica e di vettori di velocità geostrofica relative ai periodi di passaggio degli animali. Le analisi sono state effettuate comparando le immagini delle anomalie con quelle dei vettori di velocità geostrofica per tratti di rotta relativi allo stesso periodo di tempo.

Analisi delle anomalie altimetriche e della velocità

geostrofica

TARTARUGA 18262

La tartaruga 18262 si è allontanata dalla spiaggia di nidificazione in modo quasi perpendicolare alla costa il 29 gennaio 2003, dirigendosi inizialmente verso SE. In questo modo ha presto raggiunto il largo e ha iniziato successivamente a spostarsi verso SW, entrando così nel flusso principale della corrente di Agulhas, come rilevabile dalle immagini di velocità geostrofica delle correnti, che la evidenziano chiaramente. In questo tratto era presente un’anomalia anticiclonica rilevata dal satellite Topex/Poseidon e la tartaruga in effetti ha attraversato questa zona muovendosi in generale accordo con l’andamento circolatorio antiorario della stessa, pur mantenendosi comunque sempre all’interno della corrente di Agulhas (fig. 16), come evidente dalle immagini di velocità geostrofica.

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Dal 5 febbraio circa la tartaruga esce dal flusso della corrente di Agulhas compiendo un giro in senso orario che risulta essere sovrapponibile ad un’anomalia ciclonica presente in quel momento (fig. 17).

Dopo questo breve loop, l’animale rientra nel flusso principale della corrente di Agulhas e vi rimane a lungo, come si può notare dalla quasi completa sovrapposizione della rotta con le immagini di velocità geostrofica (fig. 18).

Dal 19 febbraio al 4 marzo circa la tartaruga continua a dirigersi verso SW, mantenendo una direzione di spostamento simile a quella dei vettori di velocità della corrente via via incontrata, con l’eccezione di un piccolo tratto compiuto controcorrente intorno ai 24°E di longitudine (fig. 18). All’incirca all’altezza del Capo di Buona Speranza l’animale esce dalla corrente di Agulhas e sfugge all’Agulhas Retroflection presente in quella zona, passando, dal 5 al 10 marzo, in prossimità di un’anomalia ciclonica (in blu nell’immagine delle anomalie altimetriche), seguendone l’andamento rotatorio e compiendo una piccola deviazione in senso orario verso NW (fig. 19).

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-Figura 16. Tratto iniziale della rotta della tartaruga 18262 sovrapposto a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica registrate dal satellite al momento del passaggio della tartaruga. E’ indicato il periodo di 10 giorni cui le immagini si riferiscono. Le frecce nere e blu indicano la direzione seguita dalla tartaruga. In rosso sono rappresentate anomalie positive che indicano vortici di corrente anticiclonici di verso antiorario. In blu sono indicate anomalie negative, in relazione con vortici di corrente ciclonici di verso orario.

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- Figura 17. Rotta della tartaruga 18262, nel periodo dal 5 al 21 febbraio 2003, sovrapposta a immagini di

anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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In seguito, essendo tra i 14°E e i 16°E di longitudine, cioè ormai a W della punta più esterna del continente, la tartaruga esegue un altro piccolo loop antiorario in prossimità di un’anomalia anticiclonica, seguendo, anche in questo caso in maniera molto precisa, la direzione del flusso di corrente (fig. 20).

In seguito a questo loop la 18262, verso il 15 marzo, si ritrova a puntare verso N. Qui incontra un’anomalia ciclonica e anche in questo caso segue sempre la direzione del flusso circolatorio antiorario delle correnti incontrate di volta in volta. Intorno ai 37°S di latitudine la tartaruga compie una deviazione di circa 90 gradi e si muove verso W per circa tre giorni (fig. 27), dopo i quali si assiste ad un successivo cambiamento di direzione nuovamente verso N. Queste ultime due deviazioni sono ampiamente corrispondenti alle correnti associate a due anomalie incontrate, la prima anticiclonica e la seconda ciclonica (fig. 20 e 21). Dal 31 marzo (fig. 22 e 23) la tartaruga si dirige sempre più verso N, in aree dove incontra varie anomalie altimetriche di intensità molto minore rispetto a quelle incontrate in precedenza e dove la velocità delle correnti diminuisce in maniera marcata. In questa zona la tartaruga può quindi aver eseguito dei movimenti attivi di spostamento, non chiaramente legati all’andamento delle correnti, ma piuttosto determinate da una ricerca attiva di macroplancton.

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-Figura 18. Rotta della tartaruga 18262 sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale a sud del continente africano (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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-Figura 19. Rotta della tartaruga 18262, tra il 29 febbraio e il 10 marzo 2003, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale, a sud dell’Africa (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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-Figura 20. Rotta della tartaruga 18262, tra l’11 e il 20 marzo 2003, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale. (ulteriori spiegazioni come in fig. 16)

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-Figura 21. Rotta della tartaruga 18262 sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica durante il passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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-Figura 22. Rotta della tartaruga 18262 sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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-Figura 23. Rotta della tartaruga 18262 nel periodo tra il 9 e il 22 aprile 2003, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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Il 29 aprile l’animale raggiunge la sua latitudine più settentrionale (26°S circa) e compie vari loop che la portano a invertire bruscamente direzione, puntando ora verso S (fig. 24).

Successivamente la tartaruga incontra altre due deboli anomalie, un’anticiclonica e una ciclonica, per ritrovarsi poi all’interno di un’anomalia ciclonica più forte il 22 maggio oltre la quale devia leggermente verso SE (fig. 25 e 26).

Il 6 giugno la tartaruga entra in un’anomalia anticiclonica: in questo caso però l’animale sembra non seguire la direzione del flusso ma dirigersi in senso nettamente opposto. Si ritrova così nuovamente a nuotare verso N (fig. 27), raggiungendo le acque della costa della Namibia, in prossimità della corrente del Benguela. In questa zona sono presenti fronti oceanici molto ricchi in nutrienti e quindi in macroplancton.

Dal 19 giugno la tartaruga ritorna a seguire abbastanza fedelmente l’andamento delle correnti e si dirige bruscamente verso W, compiendo poi un tratto abbastanza rettilineo fino al 16 luglio, data della sua ultima localizzazione (fig. 28).

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-Figura 24. Rotta della tartaruga 18262 nel periodo tra il 20 aprile e il 9 magio 2003 sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale a W del continente africano (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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-Figura 25. Rotta della tartaruga 18262 tra il 7 e il 20 maggio 2003, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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-Figura 26. Rotta della tartaruga 18262 sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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-Figura 27. . Rotta della tartaruga 18262 sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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- Figura 28. Tratto finale della rotta della tartaruga 18262, dal 18 giugno al 16 luglio 2003, sovrapposta a immagini di

anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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TARTARUGA 29359

La tartaruga 29359 si è allontanata dalla spiaggia di nidificazione il 15 gennaio 2002, prendendo subito il largo e dirigendosi poi verso SW, all’incirca mantenendosi parallela alla costa orientale del Sud Africa. In questo periodo si può facilmente notare l’ingresso dell’animale nella corrente di Agulhas, come testimoniato dalle immagini dei vettori di velocità geostrofica (fig. 29 e 30)

Dal 30 gennaio, quando la tartaruga si trovava all’incirca a 24°E di longitudine (fig. 31), sono stati registrati dati anomali di immersione dell’animale, indicanti un continuo stato di permanenza in superficie. Da questo momento si suppone che la tartaruga possa essere deceduta, lasciandosi così trasportare alla deriva passivamente: infatti le immagini della rotta sono quasi completamente sovrapponibili alle immagini di anomalie altimetriche cicloniche e anticicloniche e di velocità geostrofica. Il 1 febbraio l’animale si trova ancora all’interno del flusso della corrente di Agulhas e la sua rotta la segue fedelmente, compiendo una traiettoria leggermente ondulata (fig. 32).

Dal 5 febbraio, in prossimità di Città del Capo, la tartaruga esce dal flusso principale della corrente e interrompe la sua traiettoria tendenzialmente rettilinea, incontrando un’anomalia ciclonica chiaramente rilevabile dalle immagini satellitari di anomalie altimetriche (fig. 33). In corrispondenza di questa, l’animale esegue un ampio loop orario, perfettamente sovrapponibile anche alle immagini di velocità geostrofica.

Dopo aver effettuato questo loop l’animale si dirige verso S e in prossimità della retroflessione di Agulhas incontra un’intensa anomalia anticiclonica che la fa deviare verso E (fig. 34).

Intorno ai 19°E di longitudine la 29359 entra in un’anomalia ciclonica, evidente sia nelle immagini di anomalie altimetriche che di velocità

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geostrofica, e la sua rotta risulta perfettamente sovrapponibile all’andamento del flusso principale. La tartaruga si dirige ora verso NE, presumibilmente ancora all’internodella Agulhas Return Current, effettuando movimenti circolatori perfettamente sovrapponibili ad anomalie prima cicloniche e poi anticicloniche (fig. 35).

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-Figura 29. Segmento iniziale della rotta della tartaruga 29359, dal 15 al 22 gennaio 2002, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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Figura 30. Rotta della tartaruga 29359 nel periodo dal 21 al 30 gennaio 2002, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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- Figura 31. Rotta della tartaruga 29359 tra il 26 e il 30 gennaio 2002, sovrapposta a immagini di anomalie

dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale a sud dell’Africa (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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- 71 - Figura 32. Rotta della tartaruga 29359 tra il 31 gennaio e il 5 febbraio 2002, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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-Figura 33. Rotta della tartaruga 29359 dal 5 al 12 febbraio 2002, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale in corrispondenza di una forte anomalia negativa (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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- Figura 34. Rotta della tartaruga 29359 dal 10 al 19 febbraio 2002, sovrapposta ad immagini di anomalie

dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale, all’altezza della retroflessione di Agulhas (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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- 74 - Figura 35. Rotta della tartaruga 29359 tra il 15 e il 26 febbraio 2002, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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Infine, l’animale si dirige verso SE, dove incrocia ancora una volta un’anomalia anticiclonica. La tartaruga esegue allora una deviazione oraria verso N (fig. 36).

L’ultimo tratto della rotta, attorno ai 25°E di longitudine, è caratterizzato dalla presenza di due piccoli loop in senso orario compiuti anch’essi all’interno di un’anomalia ciclonica e da un successivo tratto rettilineo verso E, seguendo le correnti associate ad un’anomalia anticiclonica (fig. 37). Queste piccole rotazioni presentano un andamento molto simile a quello effettuato solitamente da alcune boe oceanografiche presenti nella zona, caratterizzato da piccoli loop consecutivi.

Il 15 marzo è la data dell’ultima localizzazione della tartaruga, in una zona di aperto oceano a S dell’Africa, all’incirca alla longitudine di Port Elizabeth.

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- 76 - Figura 36. Rotta della tartaruga 29359, dal 25 febbraio al 12 marzo 2002, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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- 77 - Figura 37. Tratto finale della rotta della tartaruga 29359, dal 7 al 15 marzo 2002, sovrapposta a immagini di anomalie dell’altimetria dell’oceano e di velocità geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale (ulteriori spiegazioni come in fig. 16).

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Analisi delle velocità di spostamento diurne e

notturne

In un recente studio effettuato in nord America (Jonsen et al. in stampa) sono state analizzate le differenze nella velocità di spostamento tra il giorno e la notte di alcune tartarughe liuto in fase di migrazione, utilizzando un modello statistico innovativo di tipo gerarchico. Nel corso di questo studio è stata registrata una preferenza, da parte delle tartarughe, per immersioni più superficiali durante il giorno e immersioni di maggiore profondità durante la notte. Una forte differenza giornaliera nella preferenza di profondità (probabilmente legata al foraggiamento) può avere implicazioni nella velocità di spostamento che, nello studio, è risultata effettivamente maggiore di giorno, quando le tartarughe liuto sono note ridurre la loro attività predatoria, compiuta primariamente di notte. Nel nostro caso è stato fatto un tentativo di evidenziare se anche in Sud Africa sussistano delle differenze significative nel pattern di attività delle tartarughe liuto tra il giorno e la notte, utilizzando i sistemi statistici convenzionali.

A questo scopo sono state prese in considerazione le rotte di tutte le nove tartarughe liuto seguite dal gruppo di ricerca dell’Università di Pisa dal 1996 al 2003, durante la loro migrazione post-riproduttiva nel tratto di oceano che circonda il Sud Africa (fig. 6).

Le velocità medie di spostamento notturne e diurne lungo tutta la rotta variano sensibilmente per ogni singola tartaruga, probabilmente in condizione del fatto che si tratta di animali seguiti in anni diversi e sottoposti a diverse condizioni oceaniche (tab. 4).

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Risultati

- 79 - Tabella 4. Velocità medie e mediane di nuoto delle tartarughe durante il giorno e la notte e significatività dei test statistici lungo tutta la rotta.

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Nella maggior parte dei casi le differenze tra le velocità diurne e notturne sono risultate minime (fig. 38, tab. 4) e solamente per la tartaruga 21041 è stata registrata una differenza significativa tra la velocità tenuta di giorno e di notte, con una velocità media di giorno inferiore (2,7 m/s ± 1,8 SEM) rispetto alla notte (4,4 m/s ± 2,3 SEM) (Mann-Whitney Test, T=445.00 p=0.021). 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 2661 3 1405 5 1098 7 2104 1 2104 2 2104 3 2104 4 2935 9 1826 2 Tartaruga M e d ia media G media N

Figura 38. Grafico delle medie ± SEM di velocità diurne e notturne delle nove tartarughe liuto seguite dal 1996 al 2003 lungo tutta la rotta ( * =P<0.05).

Lo stesso tipo di analisi è stato effettuato considerando solo il tratto di rotta delle tartarughe corrispondente al flusso principale della corrente di Agulhas, per evidenziare una possibile differenza del comportamento durante questo tratto, in cui la velocità della corrente è notevolmente maggiore rispetto alle altre zone (fig. 39, tab. 5).

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Risultati - 81 - 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 7,000 8,000 26613 14055 10987 21041 21043 29359 18262 Tartaruga M e d ia media G media N

Figura 39. Grafico delle medie ± SEM di velocità diurne e notturne di sette tartarughe liuto seguite dal 1996 al 2003, per il tratto di rotta compreso nella corrente di Agulhas (* =P<0.05). Per le tartarughe 21044 e 21042 non è stato possibile effettuare l’analisi nel solo tratto in corrente di Agulhas a causa delle dimensioni ridotte del campione (solo 5 e 2 fix rispettivamente).

Anche in questo caso è risultata una differenza significativa nella velocità di spostamento tra il giorno e la notte solo per la tartaruga 21041, con una velocità media di giorno di 1,9 m/s (± 1,7 SEM) e di 6,2 m/s (± 1,9 SEM) di notte (Mann-Whitney Test, T=37.00 p=0,012). Per tutte le altre tartarughe non è risultata esserci alcuna differenza significativa (tab. 4).

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- 82 - Tabella 5. Velocità medie di nuoto delle tartarughe durante il giorno e la notte nel tratto di Agulhas.

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Quantificazione dell’influenza delle correnti sui

movimenti migratori delle tartarughe liuto

Il tipo di analisi oceanografica presentata è caratterizzata da un approccio essenzialmente qualitativo: infatti le rotte delle tartarughe liuto seguite mediante tracking satellitare sono state sovrapposte ad immagini di anomalie altimetriche oceaniche o ad immagini di vettori di velocità geostrofica, cercando di rilevare in questo modo se e come gli animali tendano a seguire il flusso principale delle correnti o dei vortici ad esse associate. Questo tipo di approccio è sicuramente un valido metodo di analisi per lo studio del comportamento di questi animali, come già rilevato in precedenti studi sulle tartarughe marine (Luschi et al. 2003a, 2003b; Polovina et al. 2000, 2004).

In questo studio è inoltre stato fatto un tentativo di quantificazione dell’influenza delle correnti sui movimenti delle tartarughe liuto sudafricane, cercando di determinare quantitativamente quale sia stato il contributo delle correnti al movimento degli animali rilevato via satellite. A questo scopo si è tentato di integrare i valori di velocità delle correnti derivati dal database di AVISO con le velocità di spostamento effettivo (rispetto al terreno) delle tartarughe rilevate dai dati Argos, per meglio comprendere quanto le correnti influenzino il comportamento spaziale degli animali al loro interno.

In linea generale, un animale che si muove in un mezzo fluido è soggetto, oltre alla forza propulsiva esercitata dal proprio movimento, anche alla componente di deriva del mezzo in cui si muove (Alerstam 1979; Green & Alerstam 2002). Per questa ragione, le rotte delle tartarughe che nuotano in mare sono determinate sia dalla componente di nuoto attivo dell’animale sia dalla componente di deriva del flusso delle correnti. Dal momento che la corrente subisce delle variazioni da punto a punto, essa

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potrà influenzare in maniera differente il comportamento migratorio delle tartarughe, soggette quindi a forze di intensità diversa lungo tutta la rotta. In questo modo, nella quantificazione dei dati, si è tenuto conto sia della velocità di nuoto delle tartarughe, denominata Vs , sia della velocità delle

correnti, denominata Vc. La somma vettoriale di queste due componenti

determina la cosiddetta velocità di tracking, o Vt, che è quello che

possiamo rilevare dai dati di localizzazione ottenuti dai satelliti Argos. Per ogni segmento della rotta delimitato da due fix successivi, quindi, è possibile ottenere una terna vettoriale associata ad esso (fig. 40).

Figura 40. Terna vettoriale associata ad ogni fix. Sono rappresentati i vettori della velocità delle correnti (Vc), della velocità di nuoto delle tartarughe (Vs) e della velocità di spostamento rispetto al terreno (Vt) per un dato segmento di rotta compreso tra il fix n e il fix n+1.

Questo processo è stato applicato a tutti i segmenti della rotta delle tartarughe 18262 e 29359, determinando in ogni caso queste terne di vettori. Per avere un’idea globale della direzione e del verso dei vettori, i vettori di velocità della corrente e di velocità di spostamento della tartaruga per ogni localizzazione dell’animale sono stati così rappresentati graficamente lungo la rotta degli animali (fig. 41)

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- 85 - Figura 41. Rappresentazione grafica della terna vettoriale

Per cercare di quantificare il contributo delle correnti sui movimenti delle tartarughe liuto, per ogni fix registrato è stato inoltre elaborato un indice, l’Indice di contributo delle correnti (Icc), definito dalla formula

Dove Vc è la velocità della corrente, Vs è la velocità di spostamento della

tartaruga e α rappresenta l’angolo, in radianti, tra la direzione della corrente e la direzione della rotta. Il ruolo di questo indice è quello di calcolare il rapporto tra le proiezioni dei vettori del nuoto attivo e delle correnti sulla direzione del tracking, tenendo ovviamente conto sia della relazione tra intensità dei vettori sia della relazione tra la direzione dei

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vettori. I valori negativi indicano uno scarso contributo da parte delle correnti e una componente elevata di nuoto attivo dell’animale; i valori positivi indicano invece che le correnti hanno un maggior peso nella determinazione della rotta: più alto sarà il valore (numero relativo) ottenuto e maggiore sarà il contributo della corrente. (fig. 42)

Valore Icc = - 0,75 Valore Icc = 4,66

Figura 42. Rappresentazione grafica della terna vettoriale associata ai valori di Icc. A sinistra un caso in cui la corrente esercita un’influenza debole sul tracciato; a destra una caso in cui la corrente gioca un ruolo predominante nel condizionare la direzione di movimento seguita.

Le rotte delle tartarughe sono state suddivise per tratti di dieci giorni e per questi è stata effettuata un’analisi statistica per testare eventuali differenze significative tra le velocità di spostamento delle tartarughe e le velocità delle correnti. A questo scopo è stato utilizzato il test di Wilcoxon, test non parametrico per comparare campioni appaiati.

La velocità delle correnti incontrate nel corso del tracking della tartaruga 18262 risulta minore della velocità di nuoto attivo delle tartarughe, stimata con il metodo sopra descritto. Infatti per questa tartaruga la velocità media

- 0,75

4,6 6

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della corrente, Vc è 0.24 m/s (± 0.01 SEM, n=167) mentre la velocità

media di nuoto, Vs è 0.40 m/s (± 0.02 SEM, n=167), con una differenza

significativa (Wilcoxon Test, Z= -8.31 p= 0.001). Invece per la tartaruga 29359, la Vcmedia è 0.58 m/s (± 0.04 SEM, n=58) mentre la Vsè 0.59 m/s

(± 0.05 SEM, n=58), valori molto simili che non presentano alcuna differenza significativa (Wilcoxon Test, Z=-0.52 p=0.601).

Successivamente sono state analizzate le stesse velocità medie ma selezionando solamente i tratti di rotta corrispondenti al flusso principale della corrente di Agulhas. In questo caso le velocità medie delle correnti sono ancora una volta minori delle velocità medie di spostamento degli animali e le differenze osservate sono risultate significative per entrambe le tartarughe. Così per la tartaruga 18262 si è ottenuto: Vc=0.44 m/s (±

0.09 SEM, n=12), Vs=1.03 m/s (± 0.10 SEM, n=12), (Wilcoxon Test,

Z=-3.059 p=0.002), mentre per la tartaruga 29359 si ha: Vc=0.47 m/s (± 0.06

SEM, n=37), Vs=0.90 m/s (± 0.08 SEM, n=37), (Wilcoxon Test, Z=-3.870

p=0.001).

Da questi dati sembra quindi che le tartarughe seguite non si siano lasciate trasportare dal flusso delle correnti superficiali, ma che abbiano invece nuotato attivamente e nella stessa direzione della corrente, anche quando l’azione della corrente era molto intensa (ad esempio nella corrente di Agulhas).

Per quanto riguarda l’indice di contributo delle correnti Icc, esso è risultato

variare molto lungo entrambe le rotte. Per avere un’idea generale di questa variazione, è stata fatta una media del valore dell’indice in tratti di rotta di alcuni giorni (ciascuno di durata compresa tra gli 8 e i 12 giorni), riportando poi i valori sulla rotta per entrambe le tartarughe (fig. 43 e 46).

(43)

Risultati

- 88 - Figura 43. Rappresentazione dei valori dell’indice di contributo delle correnti sulla rotta della tartaruga 18262.

(44)

Risultati

- 89 -

Nella tartaruga 18262, all’inizio del tracking il valore dell’indice risulta positivo, indicando in questo modo una certa influenza da parte della corrente nella prima parte della rotta (fig. 44). Intorno ai 32°E e successivamente intorno ai 30°E di longitudine l’indice subisce una forte diminuzione, mostrando un valore negativo (Icc medio= -0.96, -0.76). In questa zona la tartaruga è uscita dal flusso principale della corrente di Agulhas e probabilmente il nuoto attivo dell’animale ha predominato sull’azione della corrente.

Al momento del rientro della tartaruga nel flusso della corrente, l’indice ritorna, infatti, a valori positivi e rimane pressoché costante (con valori compresi tra 0 e 1) per tutto il tratto effettuato in Agulhas, ad eccezione di un unico valore negativo intorno ai 24°E di longitudine, in corrispondenza di una piccola deviazione dell’animale (fig. 44).

-5,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 Longitude (°E) C u rr e n t C o n tr ib u ti o n I n d e x

Figura 44. Variazioni dell’indice di contributo delle correnti in relazione alla longitudine. La freccia indica la successione cronologica dei fix.

(45)

Risultati

- 90 -

Successivamente, dopo il passaggio nell’Oceano Atlantico (ad una longitudine di circa 16° E; fig. 44) il valore dell’indice comincia ad oscillare notevolmente, raggiungendo il valore minimo ottenuto nel corso di tutto il tracking (Icc=-4.68). In quest’ultimo tratto di rotta la tartaruga si trova in una zona caratterizzata da una minore velocità delle correnti e in presenza di anomalie altimetriche di lieve entità (vedi figure da 23 a 28). I valori dell’indice così registrati, spesso negativi, indicano quindi una minore influenza delle correnti sul nuoto attivo dell’animale.

Circa il 72% dei segmenti analizzati hanno un valore di Icc positivo (fig. 45): ciò significa che il contributo delle correnti lungo gran parte della rotta ha avuto sicuramente un peso significativo nel determinare il tragitto effettuato dall’animale durante la migrazione.

0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 -5 -4,5 -4 -3,5 -3 -2,5 -2 -1,5 -1 -0,5 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 Classi di Icc F re q u e n z a

Figura 45. Distribuzione di frequenza dell’indice di contributo delle correnti (Icc)per la tartaruga 18262.

(46)

Risultati

- 91 - Figura 46. Rappresentazione dei valori dell’indice di contributo delle correnti sulla rotta della tartaruga 29359.

(47)

Risultati

- 92 -

Anche per la tartaruga 29359 il valore dell’indice varia molto lungo la rotta (fig. 46). Esso raggiunge il valore più basso in corrispondenza della longitudine di Città del Capo (Icc=-6.88) (fig. 47), dove l’animale ha eseguito un ampio loop che l’ha portata successivamente in corrispondenza della retroflessione di Agulhas e della Agulhas Return Current. All’inizio del tracking invece i valori rimangono piuttosto costanti, tra 0 e 1, quando la tartaruga si trova all’interno del flusso principale della corrente di Agulhas. Verso i 24°E di longitudine l’indice comincia a presentare una maggiore variabilità: in corrispondenza di questa longitudine è iniziata la registrazione dei dati anomali di immersione della tartaruga, dati che ci fanno supporre la probabile morte della stessa. In seguito all’ingresso nell’Agulhas Return Current, il valore dell’indice presenta valori nettamente positivi, indicando una maggiore influenza delle correnti rispetto al nuoto attivo.

-8,00 -6,00 -4,00 -2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 Longitude (°E) C u rr e n t C o n tr ib u ti o n I n d e x

Figura 47. Variazioni dell’indice di contributo delle correnti in relazione alla longitudine. La freccia indica la successione cronologica dei fix.

(48)

Risultati

- 93 -

Per questa tartaruga il 91% dei fix hanno valori di Icc positivi (fig. 48): dunque l’indice presenta tendenzialmente dei valori più elevati rispetto a quelli della tartaruga 18262, indicando probabilmente una maggiore influenza delle correnti sulla prima rispetto alla seconda e questo risulta in accordo con l’ipotesi che la componente di nuoto attivo della tartaruga 29359 nella seconda porzione della sua rotta non fosse più presente.

0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 -7-6,5 -6 -5,5 -5-4,5 -4-3,5 -3-2,5 -2-1,5 -1-0,5 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 Classi di Icc F re q u e n z a

Figura 48. Distribuzione di frequenza dell’dell’Indice di contributo delle correnti (Icc)per la tartaruga 29359.

Figura

Figura 15. Rotte delle due tartarughe liuto seguite nel 2002 e nel 2003.
Figura 16. Tratto iniziale della rotta della tartaruga 18262 sovrapposto  a  immagini  di  anomalie  dell’altimetria  dell’oceano  e  di  velocità  geostrofica  registrate  dal  satellite  al  momento  del  passaggio  della  tartaruga
Figura  18.  Rotta  della  tartaruga  18262  sovrapposta  a  immagini  di  anomalie  dell’altimetria  dell’oceano  e  di  velocità  geostrofica corrispondenti al passaggio dell’animale a sud del continente africano (ulteriori spiegazioni come in fig
Figura  19.  Rotta  della  tartaruga  18262,  tra  il  29  febbraio  e  il  10  marzo  2003,  sovrapposta  a  immagini  di  anomalie  dell’altimetria  dell’oceano  e  di  velocità  geostrofica  corrispondenti  al  passaggio  dell’animale,  a  sud  dell’Afr
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